Ospedali Tiroide e gravidanza Celebrazione della 3 a Giornata Mondiale della Tiroide, dedicata a Medici in Formazione. Sala Convegni dell’Ordine dei Medici della Provincia. Bari 25 Maggio 2012 – ATTI: parte I Abbaticchio G., Gentile M., Boscia F., Volpe G., De Palo R., Rubini G., Giagulli V., Specchio A., Triggiani V. S INTRODUZIONE i riconosce che la fisiopatologia della tiroide in gravidanza sia complessa ed esiga perciò stretta collaborazione, ognuno per la sua parte, di Specialisti in Endocrinologia, Genetica, Ginecologia, Pediatria, Diagnostica per immagini. Su questo aspetto le Società Scientifiche ormai da tempo insistono. Gli Autori hanno inteso consegnare ai giovani medici in formazione il risultato dell’ esperienza di tali Specialità come impegno scientifico, assistenziale e deontologico-didattico. FISIOPATOLOGIA Facendo seguito alle precedenti 1° e 2° celebrazione della Giornata Mondiale della Tiroide, Società Scientifiche Nazionali ed Internazionali insistono sulla importanza della iodio-profilassi. Un apporto di quantità sufficienti di iodio compensa invero tanti possibili difetti della sintesi di ormoni tiroidei (FIG 1). Le disfunzioni tiroidee sono causa di sterilità, aborto spontaneo, malformazioni fetali. Maggiormente temibili sono le influenze negative sullo sviluppo del SNC nel feto nelle due opposte situazioni di iper od ipotiroidismo. Questa seconda evenienza è la più frequente e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pone l’accento sulla importanza della profilassi iodica non solo nelle aree carenti. (TAB 1). La profilassi iodica in gravidanza e puerperio compensa l’ipotiroidismo ma può essere non conveniente in caso di ipertiroidismo. La patologia tiroidea della madre dopo il parto può andare incontro a recrude- 16 Notiziario dicembre 2012 Figura 1: sintesi di ormoni tiroidei. Tabella 1: patologia di madre e feto secondarie a disfunzione della tiroide. Ospedali Figura 2. Figura 3: TSH levels during normal pregnancy as guideline for therapy. scenze, con ripercussioni negative nell’allattamento al seno. L’anamnesi familiare e, in alcuni casi, la utilizzazione a scopo diagnostico di tecniche di biologia molecolare consentono previsioni sulla trasmissione di patologie tiroidee da difetto o eccesso di ormoni tiroidei. È il caso delle tiroiditi da autoimmunità anti-tiroide (FIG 2). È indiscutibile che i livelli ematici di TSH siano di maggiore utilità nella diagnosi di ipo od ipertiroidismo (FIG 3). In corso di gravidanza i livelli di TSH circolanti nel sangue materno sono il risultato di un’azione combinata di ipofisi, tiroide, fegato, reni e placenta (FIG 4). Nel controllo della funzione tiroidea, sia nella madre che nel feto, un ruolo particolarmente importante svolge la hCG placentare dal 1° al 9° mese di gravidanza (FIG 5). Una sorveglianza della funzione tiroidea è necessaria anche dopo il parto. Ciò è specialmente vero nel caso più frequente di patologia autoimmune, per il peculiare stato del sistema immunitario, che passa da uno stato di ridotta attività in corso di gravidanza ad una reattività esaltata (rebound) dopo la espulsione della placenta. Nel postpartum si osserva un aumento di IgG, IgM, IgA, IgE, conte di linfociti, attività delle cellule “killer” (FIG 6). Si riconoscono 2 fasi di questo rebound: nella prima si osserva una esaltazione della immunità cellulare, causa di tiroidite distruttiva (che causerà prima iper e poi ipotiroidismo), che incide nel 5% delle gravidanze (elevata); nella seconda, più tardiva, si assiste ad un aumento di immunità umorale, con autoanticorpi circolanti (causa di Tiroidite di Hashimoto o malattia di Graves). SCINTIGRAFIA ed ECOGRAFIA della TIROIDE Occasionalmente, per urgenze diagnostiche o, più frequentemente, perché uno stato di gravidanza non è ancora noto, alcune donne sono sottoposte a scintigrafia. Lo I-radioattivo ha un’emissione β, passa al feto attraverso la circolazione materno-fetale e si accumula nella sua tiroide con effetto citotossico (radiolisi) e cancerogeno. Il Tc99-pertenectato, è più vantaggioso dello iodio-131 per emissione di soli raggi γ, migliore qualità d’immagine, irradiazione estremamente bassa, più Figura 4: fisiopatologia: maggiori eventi tiroidei in corso di gravidanza. Notiziario dicembre 2012 17 Ospedali rapida eliminazione, minore emivita (6h). Anche se le dosi di Tc99 utilizzate in medicina nucleare a scopo diagnostico sono largamente al di sotto dei limiti considerati tossici per l’embrione e non risulta una maggiore incidenza di aborti o malformazioni (Istituto Berlinese di Teratologia, 2009), nelle donne in gravidanza è preferibile ricorrere ad indagini ecografiche che integrano i dati di laboratorio. Per quel che riguarda la iodioprofilassi, è necessario porre attenzione all’assunzione di alcuni farmaci che potrebbero interferire con la captazione tiroidea del 99mTc-pertecnetato falsando l’esito dell’esame; essi quindi andrebbero sospesi previo il parere del clinico (TAB 2). Figura 5: ruolo di hCG e funzione tiroidea dal 1° al 9° mese di gravidanza. Tabella 2: farmaci interferenti nelle scintigrafie della tiroide. Figura 6: the cycling activity of immune system during pregnancy and after delivery. Nelle puerpere ancora in allattamento non ci sono controindicazioni all’esecuzione dell’esame scintigrafico, ma è necessario sospendere l’allattamento al seno materno per 2-3 giorni al fine di impedire il passaggio del radiofarmaco al bambino. Scintigrafia, e, ove questa fosse controindicata, Ecografia-Doppler, sono in grado di differenziare queste cause di ipertiroidismo (FIG 7), La ecografia-Doppler consente di differenziare 2 quadri fondamentali, l’uno caratterizzato da intensa flussimetria del parenchima tiroideo (inferno tiroideo), tipica della malattia di Basedow e l’altro, all’opposto, da una scarsa flussimetria, tipica delle tiroiditi distruttive, come nelle post-partum o in certe forme di ipertiroidismo da amiodarone. PUERPERIO L’ipotiroidismo del post-partum è frequentemente causa misconosciuta di depressione psico-fisica ovvero, per fortuna più raramente, annuncia autoimmunità multiorgano più gravi (FIG 8). 18 Notiziario dicembre 2012 Figura 7: postpartum thyroiditis. Non ultimo, il problema delle madri in cura con ormoni tiroidei ovvero con tireostatici, con rischio di passaggio dei farmaci nel latte: allattamento al seno o latte vaccino? Ospedali Al riguardo non è trascurabile quanto emerso negli ultimi 20 anni che le malattie, pur determinate da mutazione di geni, richiedono, per manifestarsi, la cooperazione di allergeni ambientali). Latte vaccino e glutine sono in sospetto di antigenicità ma così anche lo iodio della profilassi anti-gozzo e le tionamidi. Queste ultime talora cross-reagiscono con molecole insuliniche provocando ipoglicemie da auto-anticorpi anti-insulina (sindrome di Hirata). Figura 8: post-partum: the syndromes of polyglanural autohymunity. Tabella 3: procreazione medicalmente assistita (PMA) e abortività in rapporto con livelli circolanti di TSH. FREQUENTI RARE - Gozzo multinodulare tossico - Nodulo tiroideo tossico (adenoma funzionante di Plummer) - Sindrome di Basedow - mola vescicolare - corioncarcinoma Tabella 4: cause di ipertiroidismo in gravidanza. -basso peso alla nascita -prematurità -aborto -malformazioni (ano imperforato, labbro leporino, craniostenosi, anencefalia) INCIDENZA oltre 9 volte rispetto a situazione di eutiroidismo 15-45 % dei casi 8-25 % dei casi 6 % dei casi (in una casistica giapponese) Tabella 5: conseguenze da ipertiroidismo in gravidanza. IPOTIROIDISMO e CONCEPIMENTO Lievi innalzamenti dei livelli di TSH nelle fasi precoci della gravidanza sono associati ad aumentato rischio di aborto. Anche quando i livelli di TSH sono normali, la frequenza di aborto sembra aumentare del 15% in presenza di positività per gli anticorpi anti-tiroide; in caso di aborto ricorrente tale incidenza aumenta fino al 36%. Tali anticorpi tiroidei non sembrano responsabili direttamente dell’aborto ricorrente ma sono di solito associati alla presenza di altri anticorpi (antifosfolipidi e altri anticorpi non organo specifici) che comunque anch’essi sembrano non avere un ruolo patogenetico diretto. Tutti questi anticorpi sono probabilmente spia di una disfunzione immunologica più generale, ancora da spiegare, che determina l’aborto. Nelle donne con positività per gli anticorpi anti-tiroide sono anche più frequenti altre patologie causa di infertilità quali endometriosi, malattie tubariche, disfunzioni ovulatorie. Nella casistica del Centro di Procreazione Assistita del Policlinico di Bari non è statisticamente significativa (p<0.0027) una maggiore incidenza di aborto nelle pazienti positive per Anticorpi anti-tiroide (ATA+) mentre lo è in pazienti con livelli circolanti di TSH > 2,5 mUI/L (TAB 3). IPERTIROIDISMO e GRAVIDANZA L’incidenza di ipertiroidismo in gravidanza è più raro (2/1000). Le cause più frequenti sono riportate in tabella (TAB 4). Nel corso del 1° trimestre s’impone la diagnosi differenziale con la Hyperhemesis Gravidarum, situazione caratterizzata da produzione placentare eccessiva di hCG, fortunatamente non sempre dovuta a mola vescicolare o corion carcinoma. Notiziario dicembre 2012 19 Ospedali Figura 9: diagnosi ecografica di gozzo tiroideo nel feto. Tachicardia, ipertensione sistolica, ipercatabolismo, diabete mellito secondario nella madre possono essere invalidanti e sfociare in insufficienza renale e scompenso cardiaco (eclampsia). La sofferenza fetale è più frequentemente secondaria a quella materna ma nel 2° e 3° trimestre è possibile la presenza di un gozzo iperfunzionante anche nel feto, da passaggio transplacentare di anticorpi stimolanti del RcTSH. La ultrasonografia eco-doppler mostrerà un’abnorme intensità di vascolarizzazione del gozzo (FIG 9). In madri non trattate sono stati segnalati aborti e malformazioni del feto (TAB 5). 20 Notiziario dicembre 2012 RINGRAZIAMENTI degli AUTORI Nozioni e stile di esposizione sono, per quel che riguarda l’argomento qui trattato, il risultato di cultura medica specialistica ed esperienza didattica maturate in conferenze e simposi, all’insegna della Scuola Universitaria Barese di Medicina. Tra gli insegnamenti più recenti piace agli Autori ricordare quelli del prof. R.Giorgino, dr. V. Lattanzi, prof. A. Daddabbo (Patologia della Tiroide), della prof.ssa G.Guanti (Genetica Umana), dei prof. S.Bettocchi ed E. Tafaro (Endocrinologia Ginecologica). Al dr G.Bufano (Medico di Med Generale, Coordinatore Attività Formative) e al dr F. Anelli (Presidente in carica OMCEO Bari) il riconoscimento di sensibilità scientifica, didattica e assistenziale. Al dr. Antonio Martiradonna il riconoscimento dell’editing della pubblicazione. INDIRIZZO degli AUTORI G. Abbaticchio (Endocrinologo, libero professionista, [email protected]) M. Gentile (Direttore Unità Complessa di Genetica Umana, Osp “DIVENERE, BariCarbonara, [email protected]) F.M. Boscia (Direttore Dipartimento Materno-Infantile Osp “DIVENERE”, BariCarbonara, [email protected]) G.Volpe (Dirigente Medico Dipartimento Materno-Infantile Osp “DIVENERE, BariCarbonara, [email protected]) R. Depalo (Dirigente Medico del Centro di fecondazione assistita, Policlinico di Bari, [email protected]) G.Rubini (Direttore Istituto di Medicina Nucleare, Università di Bari, [email protected]) VA Giagulli (Dirigente Medico, Amb di Endocrinologia, Monopoli- Conversano, ASL BA, [email protected]) A Specchio ((Medico di Med Generale, ASL FG, Spec in Endocrinologia, Segretario in carica AME, (Ass Med Endocrinol) – Puglia, [email protected])). V.Triggiani (prof. di III fascia, Cattedra di Endocrinologia, Università di Bari, Presidente in carica AME, [email protected]) Ospedali HLA e tiroiditi Celebrazione della 3 a Giornata Mondiale della Tiroide, dedicata a Medici in Formazione. Sala Convegni dell’Ordine dei Medici della Provincia. Bari 25 Maggio 2012 – ATTI: parte II Abbaticchio G., Gentile M. SISTEMA MHC-HLA e TIREOPATIE AUTOIMMUNI Nella membrana cellulare sono presenti molecole proteiche “di superficie” codificate dai geni del sistema MHC (Main Histocompatibility Complex), nell’uomo HLA (Human Leucocite Antigens). Se ne riconoscono 2 classi, MHC-I e MHC-II. Le molecole di Classe I vengono espresse pressoché in tutte le cellule nucleate (in cellule prive di nucleo, come i globuli rossi, ne residuano solo piccolissime quantità); le molecole HLA di Classe II sono presenti solo in cellule immunocompetenti APC (Antigen Presenting Cell), in grado di effettuare la presentazione dell’antigene: cellule dentritiche, linfociti B e macrofagi. La presenza di MCH-II sui linfociti non è costante ed è soggetta a modulazione, dipendendo dallo stato di attivazione ad opera di interleuchine e interferoni prodotti dalle stesse cellule, a seguito del primo contatto con l’antigene. La funzione delle molecole MCH-II è di legare antigeni estranei (frammenti di virus, proteine batteriche, pollini, etc) penetrati all’interno delle cellule (nel citoplasma, nei lisosomi, nel reticolo endoplasmico). Nella memoria dei linfociti di sorveglianza, una volta modificati nel complesso molecolare MHC-antigene che ne deriva, gli antigeni non self nascosti all’interno delle cellule sono ora riconoscibili. I linfociti portatori della memoria, ogni ora, da linfonodi e milza, entrano in circolo per una “ronda” e quando riconoscono gli antigeni estranei distruggono le cellule portatrici, risparmiando le altre (MHC restriction). In corso di sviluppo fetale, nel timo, i linfociti riconoscono come self-antigen (auto-antigeni) strutture proteiche costitutive delle cellule, man mano che queste si differenziano. La sintesi delle molecole MHC-HLA è controllata da geni situati sul cromosoma 6. Diversi geni alleli HLA (varianti genetiche per mutazione) danno alle molecole di superficie diversa capacità di legame per gli antigeni. Ne consegue che specifici alleli HLA possono consentire o non consentire ad una proteina auto-antigenica di legarsi in specifiche tasche cellulari di legame e, con ciò, essere riconosciuto o non dai recettori di riconoscimento sulla membrana dei linfociti. Il non riconoscimento innesca deficit immunologici (infezioni) ovvero la cascata di eventi tipica della reazione autoimmune. Antigeni esterni possono innescare reazioni crociate (cross) con antigeni self in caso di imperfezioni del sistema MHC. Ciò avviene a seguito di contatto con virus, batteri, antibiotici ed altri farmaci. La iodinazione eccessiva di TG e TPO sembra essere in causa nell’aumento di autoimmunità anti-tiroide nelle aree in cui si esercita iodoprofilassi. La reazione può concludersi in vario modo: – inattivazione della cellula fino allo svuotamento dei suoi contenuti (apoptosi); – lisi cellulare massiva; – interferenza di anticorpi con diversi Rc di membrana, tra cui quelli per ormoni, con la conseguenza di attivazione incontrollata ovvero blocco di funzione. Nelle malattie autoimmuni si osserva una sequenza aminoacidica nelle molecole di classe I o II che è diversa da quella di soggetti non affetti. In particolare è documentata la associazione tra locus HLA-DR3 (classe II) e malattia di Graves (GD): nella etnia Notiziario dicembre 2012 21 Ospedali caucasica la frequenza del DR3, pari in generale al 15-30%, sale al 40-55% nei pazienti con GD (RR 4.0). La suscettibilità al GD si determina quando è presente in posizione 74 del DR3, uno specifico aminoacido, l’Arginina (Arg-74), mentre la presenza in quella posizione di Alanina (Ala-74) o Glutammina (Gln-74) conferirebbe una sorta di protezione contro GD. Quindi la posizione 74 è critica: questo dato è di estremo interesse e ha permesso di fare passi avanti nella eziopatogenesi della condizione. La sostituzione di aminoacidi neutri come Alanina o Glutammina con un aminoacido carico positivamente, come la Arginina, modifica sensibilmente la struttura tridimensionale della tasca di membrana HLA-P4 per il riconoscimento del Rc-TSH (Recettore per il TSH): nel caso specifico di GD o di ipotiroidismo autoimmune, la presenza della Arginina in posizione 74 non consentirebbe il riconoscimento come self di questo recettore. Di qui la suscettibilità a sviluppare anticorpi (Ab-RcTSH) attivanti (GD) o inibenti (ipotiroidismo). Analogo modello fisiopatologico è applicabile alla Tiroidite di Hashimoto (TH). In questo caso, però, la associazione è con un aplotipo (serie combinata di sequenza di aminoacidi) del gene HLA: Tyr-26, Tyr-30, Gln-70, Lys -71 e Arg-74. Cioè, la modificazione della tasca cellulare HLA di “accoglienza” per autoantigeni tiroidei riguarda ben 5 aminoacidi. La mutazione anche qui di Arg-74 (invece di Ala-74), indica che la tasca HLA-P4 dei pazienti Basedow controlla la autoantigenicità non solo del TSH-Rc ma anche di Tireoglobulina (TG) e Tireoperossidasi (TPO); la sequenza degli altri 4 aminoacidi influenzerebbe invece il riconoscimento “self” di TPO e TG. Considerato che non è infrequente nel GD la presenza di Ab-TPO e Ab-TG, la caratterizzazione fisiopatologica più forte sembra essere che l’alterazione della tasca HLA-P4 si risolve con un’autoimmunità verso antigeni di superficie nel Basedow o profondamente indovati nel citoplasma dei pazienti Hashimoto. IPO ed ipertiroidismo nel neonato Celebrazione della 3 a Giornata Mondiale della Tiroide, dedicata a Medici in Formazione. Sala Convegni dell’Ordine dei Medici della Provincia. Bari 25 Maggio 2012 – ATTI: parte III Abbaticchio G., Gallo F., Acquafredda A., Masciale A. I IPOTIROIDISMO CONGENITO n tema di profilassi iodica bisogna tenere in conto che l’ipotiroidismo del neonato sottende talora difetti congeniti che aggravano le conseguenze della carenza iodica. Ciò sarà particolarmente probabile quando nella famiglia del neonato esistano altri casi di gozzo o di ipotiroidismo senza gozzo.(TAB 1). Quando v’è gozzo trattasi di aberrazioni geniche per fortuna molto rare. La profilassi iodica, qualunque sia il difetto, ne attenua le conseguenze. Il difetto di pendrina è diagnosticabile clinicamente perché all’ipotiroidismo si associa sordità del neonato (sindrome di Pendred). Quando la profilassi iodica non è sufficiente a 22 Notiziario dicembre 2012 compensare (livelli elevati di TSH), si ricorre alla somministrazione di l-tiroxina. IPOTIROIDISMO del LATTANTE Segni inequivocabili di ipotiroidismo sono riportati in fgura (FIG. 1) In carenza iodica segni conclamati di ipotiroidismo sono difficilmente riscontrabili, a meno che la carenza non sostenga patologie estremamente gravi quali atireosi, difetti di sintesi degli ormoni tiroidei, tossicità da terapia con tionamidi nella madre o in caso di passaggio transplacentare massivo dalla madre di anticorpi (antitireoperossidasi o bloccanti il TSH-Rc ). Le quantità ottimali di iodio nella madre e nel neonato sono state calcolate (TAB 2). Queste quantità si raggiungono (spesso a stento) solo nelle aree «iodio-sufficienti» (in prossimità del mare). Tabella 1: ipotiroidismo del lattante. Ospedali L’ipertiroidismo del neonato può essere da varie cause (in teoria le stesse dell’adulto), ma la evenienza di più frequente riscontro è del passaggio transplacentare di anticorpi stimolanti il TSHRc, originati nella madre affetta da sindrome di Basedow. In questo caso, l’ipertiroidismo è transitorio e può durare da una settimana fino a tre mesi: da qui la utilità di controllo dei livelli di TSH a partire da 15 gg dopo la nascita. Un ipertiroidismo endogeno si manifesta in genere solo più avanti negli anni. La tiroide è più a rischio di risentire di carenza o eccesso iodico nel neonato (specie prematuro) e nel lattante. Come già in corso di gravidanza, non v’è alcuna controindicazione a somministrare l-tiroxina alla madre che allatta: le concentrazioni nel latte materno, alle posologie raccomandate, non sono sufficienti a causare ipertiroidismo del neonato. Per quel che riguarda lo svezzamento, il rischio di autoimmunità crociata antiinsula ( Diabete del tipo 1 ) da latte vaccino o anti-endomisio ( enteropatia ) da glutine, specie in soggetti con predisposizione HLA ( DQ8 ), consiglia la somministrazione di alimenti aglutinati almeno fino al 6° mese e di latte vaccino non prima del 12° mese di vita. Come già attraverso il filtro placentare, le tionamidi passano nel latte materno e sono quindi potenzialmente in grado di provocare ipotiroidismo nel lattante. Alcuni accorgimenti risolvono il problema e le madri che allattano non dovrebbero essere scoraggiate a sospendere l’assunzione di questi farmaci: – impiego di propyl-thyouracile (di cui solo il 3% passa nel latte materno ed ha emivita più breve) – il minimo dosaggio (200-300 mg / die) utile alla regressione dei sintomi ed alla ottimizzazione del TSH circolante -assunzione del farmaco all’inizio delle poppate. RINGRAZIAMENTI degli AUTORI Nozioni e stile di esposizione sono, per quel che riguarda l’argomento qui trattato, il risultato di cultura medica specialistica ed esperienza didattica maturate in conferenze e simposi, all’insegna della Scuola Universitaria Barese di Medicina. Tra gli insegnamenti più recenti piace agli Autori ricordare quelli del dr F. Dammacco Jr e del prof. L. Cavallo (Endocrinologia Pediatrica). Al dr G.Bufano (Medico di Med Generale, Coordinatore Attività Formative) e al dr F. Anelli (Presidente in carica OMCEO Bari) il riconoscimento di sensibilità scientifica, didattica e assistenziale. Al dr. Antonio Martiradonna il riconoscimento dell’editing della pubblicazione. INDIRIZZO degli AUTORI G. Abbaticchio (Endocrinologo, libero professionista, [email protected]) F. Gallo (Dirigente Medico, Unità Complessa di Pediatria e Neonatologia, Osp A. Perrino, ASL BR, [email protected]) A. Acquafredda (Dirigente Medico, Clin Pediatrica, Policlinico, Bari, [email protected] ) A. Masciale (Libero Professionista, Pediatra, già Direttore di Unità Complessa di Pediatria e Neonatologia, ASL BA, [email protected]) IPERTIROIDISMO del LATTANTE I sintomi dell’ipertiroidismo del neonato sono riportati in tabella (TAB. 3 ) Notiziario dicembre 2012 23