C. SACHS – LE SORGENTI DELLA MUSICA Idee e Metodi La nascita dell’etnomusicologia 1880 • BAKER: con la sua tesi fa della musica primitiva un argomento accademico • Inizia così ad affermarsi l’etnomusicologia • In Germania questa nuova disciplina fu subito elevata a dignità accademica. • I tedeschi diedero a questa disciplina il nome di Musicologia Comparata 1950 • Si usa per la prima volta il termine Etnomusicologia • Successivamente si creano i primi archivi fonografici con cu si intendeva raccogliere e conservare registrazioni su cilindro di melodie esotiche. Il Laboratorio dell’Etnomusicologo • L’attività dell’etnomusicologo si suddivide in: - Lavoro sul Campo - Lavoro a Tavolino • La fonografia è indispensabile a chi lavora ormai nel campo etnomusicologico • I nastri magnetici dei nostri registratori offrono i vantaggi: 1. della trasportabilità 2. della maneggevolezza 3. di una resa eccellente 4. di una capacità illimitata di registrazione ininterrotta - La misurazione dei suoni può essere effettuata con: TECNICHE ACUSTICHE: • Sono sufficienti per la musica primitiva ma non per le raffinatezze della musica orientale • Il suono viene misurato in base ad un suono campione ed il rapporto esistente tra queste note è deciso dall’orecchio • Hanno come base per la misurazione solo un’ottava e raramente raggiungono le gamme delle voci e degli strumenti TECNICHE VISIVE Si basano sull’elettronica moderna 1. Oscilloscopio: rende visibili e misurabili le onde sonore consentendo la riproduzione fotografica delle note e della melodia. 2. Stroboscopio: è costituito da un disco diviso in settori bianchi e neri, è sensibile alla luce azionata dalla sorgente sonora, è regolato da un quadrante dove i raggi in senso orario indicano che il suono esterno è più alto dello standard interno mentre i raggi in senso antiorario indicano un suono più basso. 3. Calcolatore elettronico: converte i fenomeni acustici in fenomeni elettrici, ad ogni suono corrisponde la frequenza espressa in cifre. Con la nostra notazione musicale non è possibile trascrivere completamente certi brani di culture diverse. Per questo sono stati creati anche dei segni particolari: Esempio: Il punto coronato in basso indica l’abbreviamento di una nota e lo stesso segno posto tra parentesi indica un minore abbreviamento di una nota. Quindi segni tradizionali perdono il loro significato classico. • Per effettuare la trascrizione: 1. si può trasportare il brano un semitono sopra per evitare tante alterazioni 2. si devono evitare le indicazioni di chiave e si indicano solo le alterazioni che non si vogliono ripetere senza pensare ad una tonalità 3. bisogna scrivere gli accidenti necessari nell’indicazione iniziale di chiave solo sul rigo o spazio destinato. La Musica Primitiva • A volte si rischia di descrivere le melodie primitive in base ai nostri concetti facenti parte di un sistema armonico del tutto estraneo al mondo primitivo. • I più antichi brani musicali sono esclusivamente vocali e sono quindi Melodie pure. MELODIE A PICCO • Hanno un carattere selvaggio e violento: dopo un passaggio brusco alla nota più alta in un fortissimo quasi urlato la voce precipita in basso con salti e cadute verso una pausa o un pianissimo cantato su una o due note bassissime, poi si ha un balzo vigoroso per recuperare la nota più alta. Quindi si ripetono i picchi. • Sono impossibili da trascrivere sul pentagramma. • Sono presenti in Australia, Corea e Giappone. • A poco a poco nelle melodie a picco basate sull’ottava come principio di base, il carattere selvaggio lasciò il posto ad un’organizzazione con distanze ricorrenti: quinte, quarte, terze. • Rapidamente si perdono le caratteristiche di selvaggio e le melodie più recenti delineano modelli di forme più recenti di melodie a picco (l’ottava è la struttura portante e vi sono continui balzi verso l’alto). • Queste melodie si sono evolute sino a divenire formazioni di una semplice sesta. MELODIE AD INTERVALLO UNICO • Hanno una forma rudimentale. • Consistono di due sole note cantate in alternanza. • La voce crea un movimento a zig-zag. • Non c’è una regolarità nel movimento; vi è un’accentuazione o della nota superiore o di quella inferiore, può esservi una note predominante per importanza e frequenza ed una subordinata. • Le melodie appaiono quindi come una serie di intervalli e a seconda del tipo di intervallo che le caratterizza vengono definite: 1. ad intervallo unico terzale 2. per quarte 3. per quinte • I suddetti intervalli non sono uguali ai nostri ma di grande ampiezza e così nella trascrizione vengono segnati i cents per eliminare ogni dubbio. • Queste melodie sono strutture vuote in quanto comprendono solo note strutturali distanziate dagli intervalli. • A volte vi sono delle Note addizionali: a) Affissi: aggiunti al nucleo dal di fuori, suffisso se aggiunto sopra, prefisso se aggiunto sotto. b) Infissi: note riempitive delle terze solo maggiori. • Le parole che accompagnano le musiche primitive non hanno importanza in quanto il senso ostacola il flusso della melodia. Per esempio le recitazioni liturgiche si svolgono su un’unica sola nota per non sviare l’attenzione dalla parole sacre. • Alcune imitazioni musicali ricordano le pitture trovate nelle caverne. • Il canto era considerato un ottimo mezzo per parlare alle potenze della sorte e della prosperità e conteneva l’impulso delle lotte dell’uomo contro le forze ostili che minacciano la sua vita. • All’orecchio degli occidentali i canti primitivi appaiono innaturali e pieni di manierismi insoliti. • Non vi è una terminologia appropriata per esprimere ciò che udiamo. • Vi sono vari stili a seconda delle situazioni: 1) Stile Tremulo: semichiusura dell’epiglottide combinata con una ripercussione della gola stessa 2) Stile Nô: tipico del Giappone, estremamente gutturalizzato e nasalizzato. La parte superiore della lingua blocca la faringe quasi completamente, la bocca quindi fa da risonanza, la respirazione è poco profonda e la voce non animata dal vibrato. Gli Strumenti Musicali • Lo studio degli strumenti musicali è vitale nello studio della musica orientale e primitiva. • I popoli della fase arcaica non possedevano strumenti perché gli inizi della musica sono stati puramente vocali. • L’uso degli strumenti risale alla tarda età paleolitica; la musica strumentale inizia come atto percussivo del corpo, gli inizi furono essenzialmente ritmici, le prime percussioni hanno una funzione prevalentemente di accompagnamento. • Agli strumenti vengono attribuiti dei significati in base al loro colore, la forma, il suono, il materiale. SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI • Esistono diversi sistemi per classificare gli strumenti musicali. • Nel 1914 due musicologi tedeschi, Erich von Hornbostel e Curt Sachs, svilupparono il sistema che da loro prende il nome e che, con qualche aggiornamento, è quello attualmente più usato. • Il sistema Hornbostel-Sachs classifica gli strumenti suddividendoli in classi, gruppi e sottogruppi, in base alla modalità fisica con cui viene provocata la vibrazione che genera il suono. • Il sistema è particolarmente comodo in quanto permette l'inserimento di strumenti provenienti da qualsiasi tipo di cultura (un problema molto sentito dagli etnomusicologi), ed è sufficientemente elastico da consentire l'inserimento di nuove "caselle" di classificazione a qualsiasi livello: infatti, alcuni decenni dopo la sua formulazione, è stato necessario introdurre un'intera nuova classe, quella degli elettrofoni - gli strumenti che generano il suono grazie a circuiti elettronici - accanto alle quattro primitive degli idiofoni (oggetti solidi, sonori già in natura), dei membranofoni (che possiedono membrane tese su una delle loro superfici), dei cordofoni (gli strumenti a corda) e degli aerofoni. CLASSE Idiofoni Membranofoni Cordofoni Aerofoni Elettrofoni CARATTERISTICHE ESEMPI percossi scossi sfregati pizzicati a percussione campana, xilofono, castagnette sonagli, maracas armonica a cristalli, sega scacciapensieri, carillon timpano, tamburo a sfregamento caccavella a risonanza kazoo, pettine e carta velina semplici arco musicale, cetra, pianoforte composti viola, violini, liuti, chitarra, arpa a imboccatura naturale flauti diritti e traversi ad ancia semplice clarinetto, sassofono ad ancia doppia oboi, corno inglese, fagotto a bocchino tromba, trombone, corno a serbatoio d'aria zampogna, organo, fisarmonica elettromeccanici organo Hammond semielettronici chitarra elettrica Il Carillon Strumento musicale composto in origine da una serie di campane opportunamente intonate, sistemate in una cornice portante e percosse da martelletti. La prassi di utilizzare un insieme di campane intonate all'interno dei campanili si diffuse in Europa, e in particolare nelle Fiandre, a partire dalla fine del XIII secolo. In seguito vennero sviluppati diversi meccanismi, che facevano uso di funi, leve e fili metallici. Questi meccanismi vennero anche collegati a una tastiera, i cui tasti venivano premuti tramite l'azione dell'intera mano. In alternativa, il carillon di campane poteva essere mosso da un meccanismo collegato a un perno ruotante. Oggi, nella maggior parte dei casi, lo strumento viene azionato elettronicamente, il che permette esecuzioni di brani anche di complicata fattura. La Ghironda Strumento musicale del medioevo, noto anche con i nomi di organistrum, gironda, symphonia, vielle à roue, formato da una cassa armonica a fondo piatto sulla quale erano tese da quattro a sei corde. Nella ghironda il suono si otteneva mediante lo sfregamento contro le corde di una ruota situata all'interno della cassa armonica e azionata da una manovella posta all'estremità della cassa, sotto la cordiera; lo strumento si suonava tenendolo trasversalmente sulle ginocchia: la mano destra metteva in movimento la manovella, mentre la sinistra azionava una serie di piccoli tasti, in numero variabile da dieci a quindici, che modificavano la lunghezza di due corde: queste eseguivano la melodia, mentre le rimanenti, non tastate (corde di bordone) producevano un accordo. Dopo essere stata assai diffusa tra il x e il xv sec., conobbe un momento di rinnovato favore nel xviii sec., specie in Francia e in Germania: Haydn scrisse cinque concerti e numerose composizioni per ghironda, che egli chiamava Iyra organizata. La Raganella Strumento musicale idiofono dal suono simile al gracidio delle rane, da cui il nome. È costituita da una ruota di legno dentata e montata su di un perno che serve da manico. Agitando il manico, la ruota gira, strisciando contro una lamina di legno o metallo e producendo il caratteristico suono. Assai diffusa come strumento popolare, la raganella è talvolta usata anche in orchestra [Till Eulenspiegel di Strauss, Pini di Roma di Respighi, ecc.]. Il Sistro Nome di due strumenti musicali, il primo idiofono, a suono indeterminato, tipico della civiltà egiziana (sesheshet), ma in uso anche presso altri popoli; il secondo moderno, a suono determinato. Originato in Egitto dall'uso di scuotere ritualmente un mazzo di papiri in onore della dea Hathor, cui era sacro, il sistro consisteva di una parte superiore a ferro di cavallo con asticciole mobili infilate orizzontalmente e di una impugnatura. Al centro era scolpita l'immagine della dea. In un altro tipo le aste erano fisse e il suono era prodotto da corpi metallici infilati su di esse. Il sistro a naos aveva la forma di una cappella fiancheggiata da due volute. Il sistro moderno è uno strumento a suono determinato costituito da una o due file di piccoli campanelli in una lega di bronzo, o da lamine di acciaio, fissati a un sostegno; nel primo caso si ottiene la percussione mediante un martelletto di legno, nel secondo con uno di acciaio. Un modello a tastiera ha nome Glockenspiel o campanelli. L’Ud L'ud, originario del Medio Oriente, è l'antenato del liuto moderno e appartiene alla classe dei cordofoni. Lo strumento qui raffigurato proviene dal Marocco, ha corde doppie e si suona con un plettro. L'ud è lo strumento principale della musica classica araba. Il Kazoo Strumento musicale formato da una canna tubolare entro cui una membrana vibra al soffio o al canto dell'esecutore. Nato in Africa occidentale, ha trovato diffusione all'inizio del secolo nel Sud degli Stati Uniti nel blues e poi nel jazz [Red McKenzie]. Il Sitar Strumento musicale indiano, a corde pizzicate. Simile al liuto, munito di un lungo manico, il sitar è dotato di un numero variabile di corde, da tre-quattro a sette; altre dieci e più corde di risonanza sono poste al di sotto delle corde principali. Il Sonagliere Strumento a scuotimento formato da piccoli campanelli metallici. Vengono soprattutto utilizzate per accompagnare la danza e sono utilizzate anche da Mozart in alcune sue composizioni. • Gli strumenti musicali si dividono poi in: a) Maschili b) Femminili c) Maschili femminili Strumenti Maschili Tromba: Suono aggressivo e minaccioso • Essendo a forma di tubo ha una connotazione fallica • E’ uno strumento connesso con la guerra • Con essa si effettuano gli scongiuri per invocare la rinascita e la resurrezione dopo la norte Flauto: Rappresenta l’organo genitale maschile e per questo non può essere visto dalle donne e dai bambini • Quelli lunghi ed ampi hanno un suono ruggente ma smorzato • Quelli corti e stretti hanno l’aggressività di un fischietto. Strumenti Femminili Strumenti a Corde: Hanno un suono fragile, sommesso ma aggressivo. • Hanno bisogno di avere una cassa di risonanza per essere udibili Strumenti Maschili Femminili • Hanno una doppia connotazione per la loro forma e la loro funzione • A volte gli strumenti vengono usati a coppie: quello più lungo è femminile mentre quello più corto è maschile • I musicisti jazz attribuiscono un significato di maschile e femminile ai due colpi di tamburo.. • I flauti variavano le loro dimensioni e la distanza tra i fori a seconda del lugo di appartenenza; un paragone tra i vari tipi consente l’identificazione della provenienza e della datazione di un flauto • Le forme elementari di musica strumentale sono le melodie ad intervallo unico e quelle costituite da semplici passaggi simili a scale. • I brani musicali sono caratterizzati da: Ritmo: indica l’organizzazione del tempo • Si basa sulla nozione precisa delle unità temporali divise da intervalli uguali che si ripetono Forma: indica il fluire organizzato di un brano musicale nel suo complesso • In Europa si osserva la crescita delle forme musicali intorno al XVII secolo (danze, responsori in collettivo, variazioni) La Concezione dell’arte • Nell’età postneolitica i primitivi distinguono tra buoni e mediocri esecutori, tra composizioni di basso ed alto valore. • Un passo verso l’arte si compie quando i gruppi di un villaggio celebrano competizioni musicali i cui vincitori vengono premiati con applausi o doni materiali. • In molte civiltà arcaiche l’invenzione musicale è un dono naturale ma nessuno canta le canzoni di altre persone: questo diritto può essere acquistato solo con il denaro ed altri equivalenti; i moderni diritti musicali vengono applicati per la prima volta nel 1831 a Washington. L’Evoluzione dei Modelli per Seconde, Terze, Quarte e Quinte • Con il passar del tempo le melodie ad intervallo unico sono state sottoposte ad un processo di ampliamento trasformandosi così in motivi più complessi. • Le melodie per terze vengono definite Melodie a Fanfara e Melodie Triadiche anche se questi termini non sono molto appropriati. Per stabilire quale delle note sia la più importante bisogna ricorrere alla statistica, contando quante unità di tempo sono assegnate ad ogni unità dello schema. • Dai modelli a due intervalli è possibile passare ai modelli a tre intervalli sempre mantenendo l’intervallo di terza. Si creano così delle Catene di terze triple, quadruple in cui sono però assenti le funzioni tra le note che vi sono in una scala. In questo modo si ha una concatenazione disorganica di intervalli SIMILI (le terze di una catena sono maggiori e minori per formare ogni due una quinta perfetta). • Le quarte doppie possono accoppiarsi in due modi: 1. Per Disgiunzione: le due quarte sono separate da un tono e la gamma tonale è un’ottava 2. Per Congiunzione: le due quarte hanno in comune la nota centrale. • Si parla di Modulazione: il termine indica lo spostamento dalla congiunzione alla disgiunzione. • Le catene per quarta segnano il passaggio dal mondo primitivo ad una cultura superiore e sono particolarmente diffuse nell’area degli Indiani del Nord America. • I concatenamenti per quinte sono rari perché quando la melodia per quinte si espande non supera l’ottava e così si crea una quarta che forma un’ottava sopra la quinta iniziale. Le Melodie Centriche • Sono delle melodie che, movendosi liberamente verso l’alto e verso il basso, ritornano sovente alla stessa nota di mezzo che funge da iniziale e finale e nucleo centrale. • Per sapere se ci si trova davanti ad una melodia centrica si ricorre alla statistica: quando la nota centrale è più frequente di ciascuna delle due note esterne si parla di motivi centrici. • Una melodia non è centrica quando è per lo più ascendente. • Le melodie centriche raggiungono il culmine nelle fioriture, difficili da eseguire. Polifonia • Alcune regioni del mondo tra cui l’area malese-polinesiana, caucasica e polinesiana hanno creato delle forme di polifonia simili a quelle europee. POLIFONIA: • Il termine indica l’esecuzione e la percezione simultanea di più note. • E’ verticale quando si riferisce all’armonia, agli accordi percepiti in dissonanza e consonanza. • E’ orizzontale quando si riferisce al contrappunto, cioè a linee melodiche simultanee. MONOFONIA • La moderna monofonia si ritrova nel mondo primitivo come stadio finale di quella che era la polifonia. • Monofonia Parallela:: canto di una melodia su due o tre diverse altezze percepibili. Le parti vocali si svolgono con un intervallo che mantengono immutato per tutto il brano o per parte di esso (di solito si tratta di un intervallo di ottava). • Bordoni: note sostenute sopra o sotto la melodia, definite anche Note pedali. ETEROFONIA • Si ha in ogni composizione in cui note diverse vengono udite simultaneamente. • Tutte le cadenze principali giungono all’unisono o all’ottava. • Il numero delle voci giunge fino a 5 ma solo 2 o 3 hanno l’alternanza dei cantanti. • L’esecuzione ha un certo fascino dovuto all’impressione di libertà individuale. POLIRITMIA Il termine indica cambiamenti di ritmo successivi nella stessa linea melodica. Hemiola = la più semplice forma di ritmo incrociato La Musica Professionale • Nelle culture primitive non esiste la distinzione tra dilettante e professionista. • I professionisti che esistono nelle società complesse sono suddivisi in due categorie: 1. Ritmi incrociati. Sono semiprofessionisti e se fanno parte della banda di un re o di un capo raggiungono la professionalità. 2. Cantori: il motivo centrale della loro fama risale nel fatto che essi rappresentano la memoria sonora del loro popolo. • In Sudan i menestrelli ed i cantori erano visti come vagabondi e buffoni privi di orgoglio e modestia. • La musica primitiva non è costretta a combattere la mancanza di senso musicale.