ANNO 2013 N° 1 AREASTUDIO MAGA Gennaio-Febbraio 2013 ZINE Quando, poco prima dell’apertura dei corsi 2012/2013, mi è stata Ho soltanto spiegato loro che il giornalismo musicale è, anzitutto, proposta l’idea di lavorare a un “giornalino” musicale di Areastudio insieme ai ragazzi iscritti, ho immediatamente intuito si trattasse di una grande opportunità. Non solo per loro, che avrebbero avuto la fortuna di essere guidati in un percorso di esplorazione, conoscenza e maturazione del tutto un modo straordinario di comunicare agli altri la propria passione per la musica, di mettere chi legge nei panni di chi scrive, di trasmettere conoscenza ma anche esperienze ed emozioni. Abbiamo organizzato le sezioni in questo modo: profili di artisti/ band, denominati “Spot on …” (“riflettori su …”), due recensioni a complementare all’attività musicale svolta dentro e fuori la scuola (magari fosse capitato a me quando, giovane musicista, bramavo di poter scrivere di musica su qualche rivista senza neanche sapere da dove si iniziasse!). Soprattutto per me, che avrei avuto la possibilità di mettere a frutto la mia esperienza confronto (un classico del passato vs un album contemporaneo) più una rubrica dedicata all’approfondimento storico della scena di una particolare città musicale (“Music From…”); inoltre, i contributi dei nostri “giornalisti in erba” approfondiranno, come leggerete, diversi temi relativi anche alla loro attività all’interno Recensioni a Confronto: Abbey Road ! ! ! vs ! ! ! ! Nightmare nel settore del giornalismo musicale all’interno di un contesto didattico-formativo, unendo così le mie passioni di sempre: la musica, la scrittura, l’insegnamento. In altre parole, avrei potuto insegnare ai ragazzi il mio mestiere, fornendo loro gli strumenti e le competenze per scrivere di musica. Sì, ma come? Semplice: della scuola (“Incontro con...”, le interviste degli studenti agli insegnanti di Areastudio; o “Nuove note”, la presentazione di proprie composizioni musicali) e al di fuori di essa (vedi la simpatica “rivisitazione” in salsa agrigentina della celeberrima copertina di “Abbey Road” dei Beatles). Siamo all’inizio, ma siamo Incontro con: Rodolfo Pagano partendo proprio da loro, dalle loro storie, dalle loro passioni. Gli articoli che leggerete in questo primo numero sono stati proposti dagli stessi ragazzi, prendendo spunto dai loro ascolti preferiti, dai loro beniamini, dalle loro esperienze personali di giovani apprendisti della musica. già sulla buona strada, lo sentiamo. SOMMA RIO In Questo Numero : Spot On: Stevie Ray Vaughan Nuove Note : Barbara Adamo con ALI Music From: Manchester Buona lettura. Abbey Road : non solo un album Antonio Pancamo Puglia Il Mercatino di Areastudio Diario Chi lʼha detto ? Analizzare un disco degli Avenged Sevenfold non è facile, Abbey Road VS Nightmare A nche se cronologicamente non lo è, Abbey Road viene considerato l’ultimo album dei Beatles, dal momento che Let It Be (1970) contiene brani registrati prima della sua incisione. È un lavoro pieno di innovazioni dal punto di vista musicale e molto vario nello stile e nei generi, dal pop al rock psichedelico. La copertina è una delle più celebri e citate della storia: i quattro sono raffigurati intenti ad attraversare un passaggio pedonale di Abbey Road, la via di Londra dove si affacciano i famosi Abbey Road Studios; notare che non sono indicati né il titolo né il nome del gruppo. Tutti e quattro i componenti hanno contribuito alla composizione dei brani: la maggior parte sono stati scritti da Paul McCartney e John Lennon, due da George Harrison e uno da Ringo Starr. Vediamone un po’ in rassegna. Come Together, uno dei pezzi più famosi dei Beatles, fu scritta interamente da John Lennon per Timothy Leary, candidato a governatore della California; ma quando l’autore intuì il valore della canzone la riportò con sé in Inghilterra e ci lavorò su con i restanti componenti. Because è un’altra gran canzone di Lennon, che trovò ispirazione ascoltando a ritroso la Sonata al chiaro di luna di Beethoven, suonata al piano da Yoko Ono. Oh Darling fu incisa quando iniziarono le registrazioni dell’album e si fa ricordare per l’incredibile interpretazione dell’autore Paul McCartney, che si allenò per dare alla propria voce un timbro particolarmente ruvido e arrocchito. Something e Here Comes To Sun sono i capolavori di George Harrison. La prima è palesemente una canzone d’amore dedicata alla moglie Pattie Boyd, ed è stata definita da Frank Sinatra una delle più belle degli ultimi cinquant’anni; la seconda nacque per caso: Harrison si trovava nel giardino dell’amico Eric Clapton e, guardando l’alba, riuscì a creare un gioco armonioso di chitarre. recensioni a confronto Octopus Garden è l’unica canzone scritta da Ringo Starr per il disco; durante una vacanza in Sardegna con la famiglia il batterista trovò l’ispirazione per questo bel brano in stile country-western guardando per la sua prima volta un polpo. Ma brano più bello e originale è sicuramente I Want You (She’s So Heavy), che dura 7.49 minuti ed è quindi uno dei più lunghi della storia dei Beatles. A rendere unico Abbey Road è però un lungo medley che occupa quasi tutta la seconda parte del disco, da You Never Give Your Money fino a The End. In particolare, You Never Give Your Money inizia come una piano-ballad capolavoro nel primo minuto; poi Paul, nel tentativo di imitare John in Happiness is a Warm Gun, ci mette dentro altre due canzoni, e il mix è certamente un capolavoro di originalità Al contrario, Golden Slumbers e Carry That Weight sono capolavori abbozzati: non ci fu tempo di completarli e allora furono messi alla fine del medley; in effetti la seconda è lo sviluppo del primo minuto di You Never Give Your Money, tanto che, usando un programma particolare, le potete unire insieme e otterrete un’ unica, splendida piano-guitar ballad!Grande, infine, il testo di The End: “Alla fine l’amore che si riceve è uguale all’amore che si dà”; un brano degno di chiudere la meravigliosa carriera dei Beatles, e insieme ad essa un’epoca musicale.… ma, così come Let It Be non è l’ultimo disco dei Beatles, The End non è l’ultima canzone dei Beatles. È la brevissima Her Majesty l’ultima canzone dei Beatles, una delle prime ghost track, inserita da un fonico senza il consenso dei quattro! Dino Mallia poiché si tratta di una band che nel corso dei suoi sei dischi ha cambiato sempre stile musicale, toccando diversi generi, ma sempre all’interno dell’alternative metal. L’album Nightmare, uscito in via ufficiale il 27 luglio 2010, è stato dedicato al batterista Jimmy “The Rev” Sullivan, morto tragicamente a soli ventotto anni il 28 dicembre 2009 e poi sostituito da Mike Portnoy, batterista dei Dream Theater nonché suo idolo. Passiamo al microscopio tutte le canzoni. Nightmare è la prima traccia del disco, in cui prevale la ritmica della batteria, molto potente, e la voce di Matthew Shadows, sempre basata sul classico stile A7X. Welcome To The Family è una delle tracce più belle dopo Nightmare; parte con una la batteria molto decisa e immediata, e anche l’assolo di chitarra di Synyster Gates è molto piacevole. Danger Line è uno dei brani più “soft” dell’album; dopo i tre minuti parte il pianoforte con la voce; il pezzo finisce con il fischettio del cantante che accompagna la chitarra solista e la marcia sul rullante. Buried Alive presenta lo stesso stile “romantico-drammatico” di classici come Seize The Day e Gunslinger: calma e dolce per i primi cinque minuti finché Matthew non sfoga tutta la sua rabbia. Natural Born Ki&er è un pezzo molto energico, con un riff veloce e tagliente di batteria e chitarra. So Far Away è la ballad dell’album, che possiamo definire una tra le più emozionanti del loro repertorio. Il titolo tradotto in italiano vuol dire “così lontano”, riferito a The Rev. L’assolo è stato composto da Brian Haner, padre di Synyster Gates. In God Hate Us titolo tradotto: “Dio ci odia” - possiamo capire che la rabbia che ha Matthew dentro di se è tanta, ma con questa canzone non riesce a sfogarla del tutto; qui vorrebbero riprodurre dei suoni molto thrash, ma non ci riescono. Victim dura sette minuti e trenta ed è molto toccante, interpretata benissimo da Matt con la sua voce strabiliante, e da Synyster con un fantastico assolo. Tonight The World Dies un altro capolavoro scritto con grande maestria, che però finisce troppo in fretta: Matt in questa canzone sembra trasmettere tristezza con la sua voce, e le chitarre sembrano piangere dal dolore. Fiction è la canzone più insolita dell’album: si sentono solo voce, piano, archi e batteria. Si tratta di un pezzo scritto da The Rev qualche giorno prima di morire; ciò che colpisce è l’atmosfera cupa trasmessa dalle note del piano, seguita dalla voce tranquilla del cantante. In chiusura, il brano più lungo di tutti, dalla durata di 10:56: Save Me è il pezzo che racchiude il meglio degli Avenged Sevenfold, sia a livello di chitarra ritmica, sia di batteria. In conclusione, uno dei loro dischi più belli. Alfonso Mallia AREASTUDIO MAGA ZINE con l’album Texas Flood inciso grazie al SPOT ON : IL MERCATINO produttore John Hammond per la Columbia Records. Diventa una star mondiale della chitarra blues (e non solo), arrivando a lavorare con artisti del calibro di James Brown, David Bowie, Eric Clapton e tantissimi altri. Dopo un periodo STEVIE RAY VAUGHAN segnato dall’abuso di alcol e droghe (senza che il suo talento tuttavia ne resti intaccato), la sua carriera e la sua vita si interrompono d’improvviso il 27 agosto 1990 a causa di un tragico incidente aereo.Il suo stile unico nel suonare la chitarra, S te v i e Ra y Va u g h a n è s t a to u n o d e i p i ù importanti chitarristi blues. Nato a Dallas, in Texas nel 1954, inizia sin da piccolo a suonare la chitarra da autodidatta prendendo ispirazione dal fratello maggiore Jimmie. All’età di 17 anni lascia la scuola per dedicarsi del tutto alla musica. Per un po’ di tempo girovaga di gruppo in gruppo in cerca di ispirazione, finché non forma un gruppo insieme alla cantante Lou Ann Barton. In seguito, dopo il suo abbandono, Vaughan ricopre anche il ruolo di vocalist (voce molto incisiva con un tono che rispecchia parecchio il timbro del “vecchio blues man”) e diventa leader dei Double Trouble. Korg MS 20 & caratterizzato dal suono di una Fender Stratocaster squillante e incisiva, prendeva ispirazioni dai più Dopo qualche anno di esibizioni sarà Mick grandi rappresentanti del blues come BB King, Jagger il carismatico leader dei Rolling Stones Chuck Berry, Elmore James ma soprattutto Jimi ad accorgersi del suo talento, segnalandolo al Hendrix (per questo il suo stile era definito a volte produttore musicale Jerry Wexler, e facendolo “hendrixiano”. Stevie Ray Vaughan riuscì a dare esibire con i Double Trouble al Montreux Jazz forma definitiva al blues chitarristico portandolo al Festival nel 1982. Il 1983 è l’anno di debutto massimo del suo splendore, rendendolo uno stile CON : OTE NUOVE N di Domiziana Sciarratta ALI Rodolfo Pagano Chi o cosa ti ha spinto ad intraprendere il tuo percorso da musicista? Sicuramente la passione; fin da piccolo, infatti, ho dedicato le mie energie alla musica. Mio padre, da bambino, mi ha regalato un organo Bontempi e da allora iniziai ad ascoltare le melodie delle pubblicità che sentivo alla televisione e le riproducevo strimpellando qualche nota. A che età hai iniziato a dedicarti alla musica? Avevo circa sei anni. Cosa consiglieresti a tutti i giovani musicisti per andare avanti nel mondo della musica? Sicuramente di dedicarsi sempre allo studio e di osservare la musica a 360°. Che generi di musica ascoltavi quando eri giovane? E adesso i tuoi gusti musicali sono cambiati? Da giovane ascoltavo musica classica, talvolta rock e poco jazz; adesso si, i miei gusti sono cambiati; infatti, ascolto un po’ di tutto In particolare, adesso chi è il tuo gruppo o musicista preferito e perché? In realtà mi piacciono tutti, ma in particolare ammiro moltissimo Michel Petrucciani, perché amo il suo stile melodico, tecnico e davvero espressivo. Preferisci ascoltare musica o suonare? Decisamente ascoltare, per scoprire le caratteristiche e le qualità di un artista e quale messaggio è capace di trasmettere. Che emozioni ti suscita tutt’ora suonare col tuo gruppo per un grande pubblico? In verità, di solito, il pubblico non mi trasmette emozioni particolari, ma sono io che mi impegno sempre per emozionare la gente. Qual è la cosa che più ti piace della musica? Sicuramente il fatto che racchiuda tutte le arti. Ad esempio, credo che anche un immagine possa essere “commentata” con una melodia, capace di esprimere ciò che vuole trasmettere il dipinto. Ma in generale, la musica è capace di fare ancora di più. Qual è la vera musica? Direi il jazz, perché nulla è studiato, è tutto basato sull’improvvisazione. Ma in generale, penso non esista “vera” e “falsa” musica. Cosa serve per essere un buon musicista? Certamente una buona preparazione teorico-pratica e il sapersi integrare bene in u gruppo, quindi avere un inter-play ed essere capaci di creare il famoso grouve. Inoltre, penso sia indispensabile l’ascolto, quindi la capacità di ascoltarsi tra musicisti, soprattutto all’interno di una band. Qual è stata la tua migliore esperienza finora in campo musicale? Aver avuto la possibilità di suonare con musicisti che hanno collaborato con grandi artisti del panorama musicale mondiale. C’è qualcuno in particolare che vorresti ringraziare per averti fatto inserire nel mondo della musica? Qualsiasi collaborazione mi ha lasciato qualcosa di buono ed umano, per cui ringrazio tutti. Per te personalmente, cos’è la musica? Un lavoro fatto con passione. Qual è il tuo obiettivo come maestro, insegnante di musica? La musica è dentro di noi… c’è chi l’ascolta solamente, chi la interpreta rendendola propria e chi, come me, la compone pure…Sono Barbara Adamo e frequento il secondo anno del corso di pianoforte. Sto acquisendo con il passare dei mesi molta padronanza con la tastiera e, seguendo di volta in volta le lezioni del mio prof Rodolfo Pagano, mi sto appassionando sempre di più ai vari generi musicali. Dopo aver concluso un anno di studio mi sono ritrovata, in una notte d’estate, seduta davanti al mio piano: le mie mani andavano da sole sui tasti, riuscivano a toccare note che rendevano la melodia armoniosa e gradevole con suoni estremamente dolci… una sensazione meravigliosa! Da quel giorno in poi riprovai la stessa combinazione di note con una sequenza ben precisa dando ritmo e contemporaneamente, delicatezza al suono: tutto questo mi ha portata a comporre il mio brano “Ali”. Mio perché lo sento parte fondamentale di me, creato in un momento particolare della mia vita quando sembrava che il mondo mi fosse crollato addosso e che solo la musica fosse l’unico modo per trovare serenità… infatti in questo pezzo c’è un mix di sentimenti ed emozioni. È la musica che mi fa entrare in una dimensione soave, leggera, come due ali che mi fanno volare lontano. Secondo me comporre dei brani è il miglior modo per esprimere le proprie emozioni, per conoscere realmente cosa ha una persona dentro, sia nei momenti belli che in quelli brutti… Un cuore senza musica è un cuore vuoto e basta una semplice combinazione di suoni, scale, arpeggi, accordi e sentimento ed ecco che viene fuori ... una meraviglia.Io non ho programmato niente, la voglia di comporre è nata in me spontaneamente e mettendo in pratica le tecniche studiate durante l’anno posso affermare che all’età di sedici anni sono riuscita a creare una mia personale composizione… Un vero e proprio tra guardo che mi ha fatto sentire estremamente realizzata, spronandomi sempre di più a fare meglio. Sono certa che questa mia composizione non rimarrà un caso isolato. Insieme al mio prof ho trascritto alcune battute nello spartito che saranno appresso allegate. Sicuramente tirar fuori da ogni singolo allievo la propria innata musicalità che, talvolta, pensano di non possedere. AREASTUDIO MAGAZINE Via dei Fiumi Vill. Mose’ 92100 Agrigento tel e fax 0922 - 608584 Barbara Adamo Direttore Resp. Amm. Direttore Didattico Grafica P oche € 1.000,00 Solina Strings Ensable & € 500,00 Pedale Overdrive Wampler Pinnacle Deluxe € 160,00 Boss Octave oc 2 € 50,00 Marshall Guv’Nor Vintage anni 80‘ & & & € 80,00 Per Informazioni rivolgersi alla segreteria di Areastudio 0922-608584 della band con il nome definitivo di Stevie ancora molto apprezzato nonostante l’arrivo di Ray Vaughan & Double Trouble nuovi generi. Marco Avenia O INCONTR & città hanno una storia Music From: Manchester musicale ricca come quella di Manchester, una vera e propria fucina di artisti e band di successo, capaci di rivoluzionare la scena musicale e di influenzare il rock britannico, e non solo, per decenni. Molti la collegano al complesso dei fratelli Gallagher, gli Oasis, non sapendo che si tratta sono soltanto di uno degli ultimi anelli della “catena musicale” mancuniana; iniziatori del grande ciclo furono infatti i Joy Division di Ian Curtis. Emblematico il luogo d’incontro tra i membri del gruppo: un concerto dei Sex Pistols. Il loro stile si fondava sulla personalità in distruzione di Curtis, che mostrava la sua disperazione interiore nelle canzoni, che presentano infatti delle tinte molto scure (in inglese “dark”, termine che ha poi definito un intero genere). Dopo la morte di Curtis, i tre membri rimanenti daranno vita ai New Order; rappresentanti della new wave, si distingueranno dal sound precedente dei Joy Division. Dopo l’affermarsi commerciale del punk-pop dei Buzzcocks (che avevano iniziato ancora prima dei Joy Division), i primi anni ’80 videro la nascita degli Smiths. L’album che li consacrò fu Meat Is Murder del 1985. La città in questo periodo era così piena di gruppi da costituire la fetta maggiore della produzione discografica inglese. A fine anni ’80 iniziò poi l’era del Madchester; la scena musicale era caratterizzata da gruppi che fondevano il rock indipendente a quello psichedelico e alla dance; sicuramente l’impronta di questo periodo fu data dall’utilizzo di sintetizzatori. Per certi aspetti possono essere definiti precursori del Britpop gruppi come gli Stone Roses o gli Happy Mondays, per citare i più famosi. L’apice del successo venne raggiunto dai primi con la pubblicazione dell’album omonimo Stone Roses, che contiene i maggiori successi; tuttavia da lì in poi la band britannica non solo non riuscirà a bissare il successo nel 1989, ma dopo la pubblicazione del secondo album Second Coming (1994) inizierà un parabola che li porterà allo scioglimento. Dalle ceneri del Madchester nasceil Britpop inglese; gli Oasis, ispirati dalla musica forgiata dai loro “antenati”, sono i massimi rappresentanti di questo genere (non del tutto “nuovo”). Nati dalle ceneri dei Rain, in cui militavano i due fratelli Gallagher, Liam e Noel, hanno pubblicato il loro primo album nel 1994 diventando ispirazione per molti gruppi di genere pop rock. La città di Manchester continua ancora oggi a sfornare nuovi gruppi, senza contare che molte cose che oggi ascoltiamo derivano proprio dalla sua storia musicale. STAY ROCK! Dario Errore Abbey Road: non solo un album DIARIO La musica è esplorazione dell’anima, innocente svela i segreti e plasma senza mascherarsi, avvicina al sole senza mai fare scottare. Il silenzio non esiste, perché c’è la musica. Dov’è musica non è silenzio. E dal momento che essa è sempre dentro di noi, il silenzio non esiste. E la musica è unione, avvicina tutti coloro che la amano e che odiano il silenzio. Attraversando le strisce pedonali del viale della Vittoria, con tre compagne abbiamo pensato a quattro ragazzi che nel 1957 si erano uniti grazie alla stessa passione: i Beatles, compagni di scuola che formarono un gruppo amatissimo. di tanti fan, tra cui me e le mie compagne alle quali è venuta l'idea di scattare una fotografia che richiamasse quella del famoso gruppo britannico. Così, un giorno abbiamo deciso di vestirci come i quattro musicisti: una in jeans, una in nero, una in blu e una in bianco. Uno dei loro successi fu il disco “Abbey Road” del 1969. La sua copertina è una fotografia scattata appunto nella famosa strada da cui prende il nome l’album, mentre i quattro amici attraversano per le strisce poi note in tutto il mondo. Quest'album è rimasto nella storia del Rock e ha suscitato la fantasia L’esperimento è riuscito piuttosto bene, ma l’effetto più importante forse è stato un altro: è da quel periodo che la nostra amicizia è diventata più forte, da quando abbiamo scoperto che tutte avevamo gli stessi interessi musicali…ciò significa che la musica continua ad unire, la sua capacità di avvicinare persone non si smentisce mai, rende solide le amicizie, fa scoprire punti in comune o punti di distacco che portano comunque al dialogo… e poi, è stata valorizzata una strada agrigentina: la nostra “strada dell’Abbazia”! Dora Roccaforte La storia della vita è più rapida di un battito di ciglia. La storia dell’amore è ciao e addio, finchè non ci rincontreremo. J.H. Antonio Pancamo Puglia Sergio Tirinnocchi Osvaldo Lo Iacono Angelo Zambuto TTO ? CHI L’HA DE