“I RISCHI DEL WEB” MERCOLEDI’ 23 GENNAIO Ore 9-10,30 (con le terze medie) e 11-12,30 (con le prime e seconde liceo) L’Assistente capo della Polizia di Stato Simone Spizzica esordisce, nel secondo incontro, con una domanda: “Quanti di voi utilizzano internet?” Tutti i ragazzi, circa 150 alzano la mano. Ci siamo. Prende la parola l’assistente capo Andrea Monguzzi, della polizia delle telecomunicazioni, del pool del Triveneto della lotta alla pedopornografia, esperto di informatica, che gira la Provincia a parlare di queste cose alle Scuole. Grande comunicatore! L’età dei presenti, 14-15 anni, corrisponde ad una fase di grande utilizzo del computer, quindi un’età in cui bisogna sapere. Quando ci colleghiamo, acquisiamo un indirizzo IP, un codice identificativo che è unico e univoco in tutto il Mondo. E’ come la targa della macchina. Siamo riconoscibili. Quando navighiamo nella rete non stiamo fluttuando, ma siamo un punto collegato ad una rete. Lasciamo una nostra traccia che si chiama log. Attraverso queste tracce fisiche, possiamo sempre risalire alla fonte di qualunque messaggio presente in rete. Con il mio telefono io sono logato qui! Mi possono trovare. A questo punto Andrea rende consapevoli i presenti del fatto che ogni giorno vanno in rete e vi trascorrono due o tre ore, secondo le statistiche. Stupendi gli esempi che riporta. Se io scrivo su Facebook: “sono in piscina”, penso di essere innocuo, ma dall’altra parte della città o altrove qualcuno potrebbe venire a sapere che la tua casa a quell’ora del pomeriggio è vuota e… “Tutti voi avete letto le normative in rete prima di usare Facebook?” “Quanti amici hai in Facebook?” “mille…” risponde una ragazza. Ma non sono amici ovviamente, solo conoscenti… Quanti saranno veri amici? Al massimo il 10%... “Come fa Mark Zuckerberg a stipendiare tutti quei dipendenti che ha?” Con la pubblicità su banner e soprattutto con la rivendita di tutti i dati personali che ha acquisito alle Aziende che si occupano di raccoglierli. Facebook è un centro di raccolta e veicolo dati. I dati che voi avete consegnato al vostro profilo sono rivenduti a chi ne ha interesse. Poi vi arriva la pubblicità “giusta”, cioè che vi interessa. Altro problema: “Dietro al computer tutti leoni!” perché ci smaterializziamo e quindi scriviamo in assoluta libertà. Dietro il pc non c’è soggezione, non c’è riverenza, non c’è filtro. Posso scrivere tutto quello che so che piace al mio interlocutore che voglio conquistare, anche se so benissimo che sto inventando tutto. E nessuno può sapere se è vero o se è falso. Ecco il bellissimo filmato di una ragazza di 16 anni che chatta e dall’altra parte di trova un uomo che si dichiara diciannovenne per poi scoprire che è suo padre!!!!! O ancora di quella ragazza che si firma “alba chiara” e viene adescata dopo quattro settimane di messenger da un uomo che la fa salire in macchina facendo leva sulla fiducia che si è acquistato in internet. Il messaggio importantissimo che Andrea comunica è: non state mai da soli. Parlate con le persone. Confidatevi con chi è più grande di voi. Non andate da soli a incontri “strani”. Dite ai genitori tutto quello che fate e le persone che incontrate. Parlate, parlate, parlate….!!! Alla fine la domanda personale: “Quando sua figlia avrà 13 o 14 anni, le concederà il profilo su Facebook”? Risposta saggia: “il problema non è lo strumento ma la testa di chi lo usa”. Tutti capiscono e confermano con un lungo applauso. La mattinata è stata sfruttata bene da tutti. Un grazie sincero ai due “esperti” della Polizia di Stato, che hanno saputo farsi capire dai ragazzi, utilizzando linguaggio ed esempi adattati alle diverse fasce d’età. Umberto Fasol Istituto “Alle Stimate” di Verona IL PRESIDE