LAOZU BALDASSARRE “HO LA CERVICALE” (Cervicalgie) Bùto–ng zhè tòng – tòng zé bùtong Se il flusso è libero non vi è dolore, se vi è dolore il flusso non è libero. Edizioni “ZU CENTER” Namasté lettore Chi mi conosce e ha letto i miei testi precedenti, dice che scrivo come parlo. Come potrei fare altrimenti? La parola è la strutturazione del pensiero. La scrittura è la strutturazione della parola. Il massaggio è la strutturazione della scrittura. Un po’ di autobiografia ammorbidisce la lettura e la rende meno noiosa e un po’ più umana. Ho frequentato la prima scuola di agopuntura nei primi anni ottanta. Gli insegnanti di riferimento erano il dott. Nguyen Van Nghi, allora Presidente Mondiale delle Scuole di Agopuntura, il dott. Albert Gourion, suo giovane braccio destro, il dott. Ulderico Lanza, fondatore nel 1968 della Società Italiana di Agopuntura e altri pionieri di quel periodo. Le lezioni si tenevano in una grande sala a forma di anfiteatro. In prima fila una dozzina di non vedenti. Durante le relazioni i docenti proiettavano immagini con la lavagna luminosa e interagivano con i presenti facendo domande. Se ripenso a quegli inizi, mi pervade ancora oggi la vergogna, il disagio che provavo allora. Percepivo gli insegnanti lontani anni luce, irraggiungibili, mostri di una conoscenza così arcana e ambita. All’inizio non capivo un accidente di ciò che dicevano, intuivo solamente e il disagio era aggravato dal fatto che i non vedenti interagivano continuamente con domande e risposte, mentre io, che potevo vedere ciò che era proiettato, mi sentivo un autentico cieco. Tre anni dopo essermi diplomato, perché ce la feci, fui invitato come relatore al congresso internazionale di agopuntura I organizzato dalla scuola che avevo frequentato. La mia relazione, che trattava dell’applicazione dei principi della MTC alla Reflessologia Zu, ebbe un successo tale che all’indomani fui invitato a continuare la mia relazione in sostituzione di un relatore francese che non poté essere presente. Mi trovavo sul palco con i miei ex docenti! Quella è stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita, e quando uno di loro mi disse: «Finalmente qualcosa di nuovo d’ascoltare!» Un docente decano, sempre dietro una scrivania, sempre in prima linea, mi comunicava il suo personale piacere di potersi rimettere, finalmente, anche se momentaneamente, dall’altra parte di un relatore, ritornare a sedersi in platea come studente. Se devo dedicare a qualcuno questo testo è a loro che voglio dedicarlo, ai miei apripista di quest’avventura di ricerca, con un sentito grazie per quanto mi hanno insegnato e quanto ci hanno lasciato. Durante le mie lezioni, in alcune occasioni, succede che l’aula si permei di un silenzio pesante, come se certe verità, tra lo stupore dei presenti, venissero state rivelate in quel momento; allora, per interrompere questa specie d’innaturale trans, lascio cadere sugli ascoltatori una perla di saggezza tipo: «Sappiate che per ogni domanda che vi porrete la risposta è dentro di voi!» E nel momento che li vedo annuire continuo: «Però è sbagliata!» Accogliete con leggerezza questo libro, siate delle spugne, non v’irrigidite, anche se in alcune occasioni la comprensione o la memorizzazione può sembrare II ostica, se ce l’ho fatta io, ce la farete anche voi: «Nisciuno nasce imparato!» Non costringetevi a leggerlo come un romanzo, dall’inizio alla fine, potete saltare avanti, ritornare sui vostri passi, consultare i testi precedenti. In questo libro si parla di cervicalgie, dolori al collo. Per trattarlo localmente o reflessologicamente questo segmento situato tra testa e torace, bisogna conoscerlo, per cui ho elencato alcune delle strutture che lo compongono: vertebre, muscoli, radici nervose che originano dagli spazi intervertebrali, loro percorsi, vasi sanguigni che lo irrorano, meridiani energetici. Fatta questa necessaria generale presentazione, come Reflessologo Zu l’ho proiettato sui piedi, quindi ho descritto un minimo di anatomia dell’alluce su cui si riflette e le dita sulle quali sono proiettate le sue funzioni. Per parlare delle cervicalgie ho lanciato sassi in differenti stagni: organica, psicosomatica, medicina tradizionale cinese. Quando parlo di vertebre, muscoli, psicosomatica, alluce all’insù o all’ingiù, meridiani, ba gang, bei, sono da mettere sempre in relazione con le alterazioni che il collo subisce. Atteggiamenti posturali che si assumono per l’ira controllata, la paura, la curiosità, l’ansia… Colpo di frusta, di freddo, torcicollo, problematiche con il padre. Le strutture principalmente implicate, gli strati corporei interessati, tutto questo permetterà di decidere il trattamento più idoneo per risolvere le differenti cause che si manifestano attraverso una cervicalgia. Molti argomenti inevitabilmente sono stati solo sfiorati, a voi, alla vostra sensibilità di terapisti artisti intuitivi, la scelta della tecnica più opportuna da utilizzare di volta in volta. III Le informazioni contenute in questo testo sono veramente tante, tuttavia meno di quelle che avrei voluto inserire, ho dovuto fare dei tagli, selezionare, setacciare per proporre tracce di diagnosi e terapie. Ogni argomento che iniziavo a trattare mi lievitava tra le mani, si espandeva a dismisura come un processo mitotico. Tagliare, tagliare, tagliare… a forza di tagliare credo che ne abbia risentito soprattutto la scorrevolezza del testo, pazienza! D’altronde, ho pensato, non sto scrivendo un romanzo. Ho libri che leggo, libri che studio e libri che consulto, dove inserirei questo? Ognuno ne farà l’uso che riterrà opportuno, spero solo che non vi pentiate di averlo iniziato a leggere. Se degli argomenti già rientrano nelle vostre conoscenze o vi appaiono noiosi, saltateli a piè pari. Buona lettura. Baldassarre IV 32 Heng Il durare 1 “Il paziente comincia a guarire appena il medico varca la soglia della sua casa... La natura di ciascuno è diversa, e diverse sono le sue necessità... Ecco perché i saggi di un tempo, non prescrivevano lo stesso rimedio per tutti.” ZHUANGZI, IV°SECOLO A.C. 2 LAOZU BALDASSARRE Sono un Reflessologo Zu, non sono un guaritore, non curo malattie, al centro della mia attenzione c’è la persona sofferente e non la sua infermità come comunemente interpretata. Sono un tecnico con delle specifiche competenze, capace di sostenere i fisiologici processi d’autoguarigione: aiuto l’organismo ad auto guarire. Per realizzare quanto affermato è necessaria una conoscenza di base d’anatomia, fisiologia e patologia, utili per arrivare alla determinazione di un disturbo: non si può sostenere un processo d’autoguarigione se non se ne conoscono i meccanismi. È il quinto volume di questo cammino, quindi incontrerete rimandi ai volumi precedenti per non appesantire la lettura e la scorrevolezza del testo. Le differenti problematiche sono presentate seguendo un preciso percorso: - Descrizione generale dell’area presa in considerazione. - Anatomia e fisiologia del collo e suoi annessi. - Interpretazione secondo la MTC. - Anatomia e fisiologia dell’alluce. - I.A.R.S. - Interpretazione e trattamento secondo la Reflessologia Zu. Quando massaggio un muscolo, non massaggio solo un muscolo, massaggio il muscolo di una persona. La determinazione dell’origine di un disagio non avviene solo attraverso l’interpretazione delle alterazioni dei piedi, ma inizia molto prima. 3 Nella Tabula Smaragdina di Ermete Trismegisto si trova scritto: «Ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto e ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso, per compiere le opere meravigliose dell’unica cosa.» 4 Nel Da Cheng si afferma: «...Nell’uomo ciò che è dentro si vede fuori......Guardare l’esterno per cogliere l’interno......La parte riflette il tutto...» A chi mi richiede un intervento professionale parlo dei loro disagi attraverso i dolori delle articolazioni e degli organi sofferenti, l’induco ad acquisire la consapevolezza di rigidità e lassità tessutali, li stimolo a percepire la differenza di tensione tra una parte del corpo e l’altra. Descrivo loro la forma anatomica dei muscoli, le loro inserzioni, le loro funzioni. I miei trattamenti a volte appaiono lezioni di anatomia e fisiologia. La cosa straordinaria è che dimostrano di apprezzare quest’attenzione nei loro confronti, anche se non hanno le competenze necessarie per comprenderle fino in fondo. Le informazioni scientifiche le trasmetto come se fossero allievi della scuola, in maniera comprensibile e assimilabile. La ricerca del benessere è un cammino che percorriamo insieme, i trattamenti che eseguo si adattano all’evoluzione dei sintomi, sia della malattia che della persona; non esistono protocolli uguali per tutti, siamo tutti diversi, ecco perché ogni Reflessologo Zu deve diventare un artista. Il trattamento riflesso zu è un abito confezionato su misura, non è un prodotto industriale. A volte annuncio che continuando a trattare quell’area, in quella maniera, in poco tempo percepiranno aumentare il dolore perché la problematica è yin. In altre occasioni è l’opposto, allora invito a sopportare il dolore che sto generando solo per qualche minuto, perchè 5 di lì a poco si scioglierà sotto le mie mani. L’area interessata deve sempre e comunque essere trattata in maniera da procurare un dolore che venga vissuto come emotivamente terapeutico: «Sento che mi fa male, ma allo stesso tempo sento che mi fa bene, è ciò di cui ho bisogno.» L’invito ad avere pazienza è sempre ben accolto, perché il dolore che sto provocando, sempre nei limiti dell’accettabilità, è anticipato, giustificato, descritto, orientato, non è casuale, stupido, accidentale, inutile. Nel caso di un’articolazione rigida e dolorosa, “fredda dentro”, la mobilizzazione dolce e la pressione ritmica che esercito con le mani ha la funzione di sviluppare calore, manifestazione della dinamizzazione della circolazione del xue (sangue) e del qi (energia), che in questo caso si manifesta come calore. Ciò comporta l’accelerazione dei movimenti delle particelle atomiche all’interno d’ogni molecola interessata, che a sua volta sintetizza endorfine, cortisone fisiologico, inizio della remissione del dolore e dell’alterazione. La musica di Mozart satura il mio ambiente di lavoro, la sua musica è già terapia. La persona massaggiata tra le mie mani si sente strumento vivo che vibra con l’orchestrazione mozartiana, il ritmo è fondamentale per il ripristino delle funzioni vitali. Le mie mani orientano l’energia lungo i meridiani, il sangue e la linfa nei vasi corrispondenti. Contrazioni muscolari e articolazioni rigide cedono al massaggio, aree fredde come lassità muscolari e legamentose si scaldano e recuperano vita. 6 Il piede tra le mani di Laozu diventa un “podofono”. 7 «HO LA CERVICALE!» «Ho la cervicale!» È un’espressione frequentemente accompagnata da una mano portata sul collo. Comunemente si parla di “cervicale”, (cervicalgia), quando abbiamo un fastidioso dolore con una limitazione funzionale che s’irradia dalla nuca verso il dorso. con scricchiolii che riducono i movimenti e influiscono negativamente sull’umore; è uno dei disturbi più diffusi nel mondo occidentale. La sindrome cervicale è la denominazione di un concetto riassuntivo di una moltitudine di sintomi patologici e di stati dolorosi diversi che interessano le vertebre cervicali e le strutture nervose, legamentose, muscolari e vascolari che vi sono connesse. Le cervicalgie si localizzano tra testa e torace, nella cervicobrachialgia, invece, i sintomi interessano anche il braccio e l’avambraccio, raggiungendo talvolta la mano. Il dolore è vissuto come persecutivo, limitante la concentrazione e le funzioni più comuni. Il dolore di tipo nevritico si manifesta attraverso scosse a volte lancinanti con sintomi quali formicolio, intorpidimento e perdita di forza. Le cause dei dolori possono essere diverse, a un problema non c’è mai una sola risposta, perché le origini sono sempre tante. In gran parte dei casi c’è un’alterazione che interessa le strutture meccaniche delle vertebre della colonna vertebrale, con annessi muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, articolazioni, ma a volte non si hanno riscontri di ordine radiologico che possano giustificare organicamente le manifestazioni dolorose. Il collo è la parte più mobile e vulnerabile del nostro 8 corpo. È una struttura complessa, costituita da ossa, corpi vertebrali, muscoli, nervi, vasi sanguigni e linfatici. Ha un’estrema mobilità per consentire alla testa e allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni, per compiere l’intera gamma di movimenti che sono fondamentali nelle interazioni sociali. Costituisce la struttura di connessione fra bocca e stomaco, naso e polmoni, cervello e midollo spinale. Sede di vasi sanguigni, vene giugulari, arterie carotidee e vertebrali, è d’importanza cruciale per il collegamento fra cuore e cervello, alla sua base ci sono anche la faringe, la laringe e la tiroide… Uno sforzo non adeguato, che può essere brusco o prolungato, è sufficiente a creare lesioni alle strutture che lo compongono. Si tratta di stress meccanici cioè movimenti non corretti rispetto a quelli fisiologici. Il collo è progettato per il movimento, così come tutto il corpo, ma a volte le richieste di funzioni non sono adeguate: si cerca un oggetto e invece di girare la testa si mantiene una postura fissa, si sta seduti davanti al computer e si tende ad allungare il collo verso il video come se ci si volesse entrare dentro con la testa, questi atteggiamenti portano inevitabilmente ad avere contratture muscolari. Il cranio invece è un elemento di contenimento e protezione, contiene e protegge il cervello e gli organi di senso. Altra struttura deputata alla protezione e al contenimento d’organi vitali è il torace che protegge cuore e polmoni. Il collo situato tra cranio e torace, con i suoi muscoli e le vertebre cervicali, ci permette i movimenti di flessione, estensione e rotazione, ma non ha strutture protettive rigide. 9 Le ossa non si muovono da sole, sono mosse dai muscoli e dai tendini. Abbiamo muscoli volontari, involontari, lisci, striati, superficiali, profondi, adduttori, abduttori, estensori, flessori, supinatori, pronatori… ne abbiamo davanti, dietro, in alto, in basso, a destra e a sinistra, questa la domanda da porsi costantemente: «Perché si contrae un muscolo o un gruppo di muscoli e non altri?» Una delle risposte possibili, soprattutto riferita ai muscoli del tronco è: «I muscoli si contraggono o si rilasciano in corrispondenza dell’attività o della “sofferenza” degli organi sottostanti, può essere di origine organica o funzionale.» Questo possibile assioma quindi non è applicabile agli arti e lo è solo parzialmente per il collo. Le motivazioni delle sofferenze dei muscoli degli arti, escludendo quelle d’ordine traumatico, saranno prese in considerazione relativamente alle innervazioni metameriche e ai percorsi dei meridiani. Spasmi e contrazioni muscolari possono essere determinati anche da posture non corrette o bruschi movimenti del capo, occasionali, traumatici o prolungati nel tempo o provocate da preoccupazioni, ansia, depressione. Cranio, torace e bacino sono strutture che hanno funzioni contenitive e protettive. Il collo e la regione lombare prive di protezioni rigide, perché deputate ai movimenti di flessione/estensione e torsione, difendono le vertebre cervicali e lombari creando irrigidimenti muscolari a mo’ di corazza. Nel torcicollo classico per esempio è sempre implicato 10 il muscolo sternocleidomastoideo che rimane contratto, questa condizione dolorosa blocca la colonna cervicale e impedisce al soggetto di muovere il collo in una determinata direzione, di girare la testa. Rimanendo in una posizione reclinata o di rotazione del collo, alcuni nervi che passano dalla colonna cervicale al braccio sono schiacciati e irritati al punto da fuoriuscire al livello dei fori di coniugazione, che si trovano tra le vertebre. Secondo la localizzazione dello schiacciamento, sono irritati i nervi cervicali inferiori, che hanno la loro distribuzione rispettivamente al pollice e indice (C6), al dito medio e mezzo dell’anulare (C7), e all’altra metà dell’anulare e al mignolo (C8). Basta cambiare posizione per qualche minuto, fare qualche movimento ginnico e l’arto si sveglia da solo e la sensibilità e la forza ritornano spontaneamente. Cos’è avvenuto? Un episodio saltuario di formicolii, come già menzionato, non ha importanza, perché è causato da un’errata posizione della testa e si risolve da solo. Gli stessi sintomi possono invece provocare tanti fastidi quando si presentano in modo continuativo. Succede più spesso dopo una lesione traumatica, quando è toccata una o più di queste radici dei nervi cervicali. Diversi sintomi sono possibili: dal formicolio (disestesia), all’insensibilità (anestesia), alla debolezza (paresi) del braccio e della mano. Sono associati a dolori al collo, alla spalla e lungo un braccio, fino alla mano e alle dita. Le diagnosi più frequenti sono il torcicollo acuto o cronico, la sindrome cervicale o cervicobrachiale, il colpo di frusta con o senza lesione discale, ernia discale cervicale, alterazioni degenerative artrosiche, artrosi cervicale. 11 Un evento acuto come lo strappo muscolare cervicale, definito come lesione dei legamenti e delle membrane sinoviali, è spesso causato da un trauma, ad esempio un incidente automobilistico che provochi iperestensione o iperflessione del rachide cervicale, lesione da colpo di frusta, conseguenza in un gran numero di casi d’incidenti automobilistici. Lesioni lievi durano qualche settimana, tuttavia uno strappo più grave associato a lesione dei legamenti può provocare dolori prolungati nel tempo con difficoltà dei movimenti del collo. Come conseguenza vi è una limitazione dei movimenti cervicali associata a dolore. Lo spasmo muscolare è in genere evidente nei gruppi muscolari interessati. Il quadro clinico può essere lieve, stiramento dei legamenti, o grave quando c’è la loro lesione con associata grave instabilità vertebrale. Alla radiografia di controllo può essere presente una perdita della fisiologica lordosi cervicale. Nelle condizioni di disagio che tendono alla cronicizzazione, la spondilosi cervicale o osteoartrosi cervicale è rappresentata dalla degenerazione dei dischi intervertebrali e dalle alterazione dei corpi vertebrali adiacenti. In genere il dolore è localizzato al collo o posteriormente al capo, ma se è interessata la radice nervosa il dolore può essere presente alla spalla o al braccio. L’invecchiamento e la degenerazione danno luogo a disidratazione del nucleo polposo e a deformazione dei dischi intervertebrali, il disco perde la sua elasticità e in caso di sollecitazioni ripetute è più esposto a erniare e comprimere le strutture nervose adiacenti. I dischi intervertebrali, costituiti da fibrocartilagine, sono situati tra le vertebre e hanno il compi- 12 to di ammortizzare il carico e di consentire un maggior movimento articolare. La compressione di una radice nervosa cervicale può essere dovuta a formazione di osteofiti, escrescenze ossee dovute ad artrosi cervicale, a ernia discale laterale, oppure a entrambe le cause. Nella maggior parte dei casi il dolore inizia al collo per irradiarsi alla spalla e al braccio, cervicobrachialgia. Al dolore fanno seguito disturbi della sensibilità sotto forma di parestesie, alterazione della sensibilità, ipoestesie, riduzione della sensibilità. Una patologia del tratto cervicale può avere effetti e conseguenze anche lungo il tratto dorsale e lombare. Le cause dei dolori quindi possono essere diverse, a ogni problema non c’è mai una sola risposta, perché le origini sono sempre tante. L’origine di un problema può essere: organica psicosomatica energetica. Non c’è mai l’assolutezza o l’esclusiva dell’una rispetto alle altre, sono sempre tutte compresenti, ciò che orienta la diagnosi è la predominanza originaria dell’una sull’altra. Indipendentemente dalle manifestazioni, identificarne l’origine è uno dei fondamenti principali della diagnostica riflessa zu. Una corretta diagnosi è fondamentale per un giusto trattamento di qualunque patologia, così da individuare in maniera idonea il percorso e la tipologia d’intervento terapeutico da utilizzare. Per un corretto approccio clinico dividiamo le cervicalgie in tre aree d’interesse: 13 (C1-C3) tratto cervicale superiore (C4-C5) mediano (C5-C7) inferiore Vertebre cervicali Il dolore cervicale può dipendere anche da altri fattori, espressione di un’alterazione generale o locale, acuta o cronica. Rientrano in quelle acute un colpo di freddo, il colpo di frusta, intenso stress; tra quelle croniche, posture scorrette, ansia, il fisiologico invecchiare. 14 Il passare degli anni comporta dei cambiamenti a livello muscolo-scheletrico che possono dare come sintomo principale l’irrigidimento del collo, che a sua volta crea irritazioni, traumi, infiammazioni e altri fattori degenerativi. Altro elemento predisponente è la sedentarietà, difetti di postura tipici della cifosi dorsale o iperlordosi lombare, ma può soffrirne anche chi pratica o ha praticato sport di tipo traumatico. La cervicalgia può manifestarsi anche per difetti occlusionali dei denti, del campo visivo come strabismi e accomodazioni varie, con conseguenti problemi di postura come ipercifosi dorsale, iperlordosi lombare o rettilineizzazione delle stesse. Il tipo di dolore e i sintomi associati sono importanti per indirizzare la diagnosi. In caso di radicolite nervosa, il dolore è trafittivo con parestesie agli arti superiori, accentuato dalla tosse e dall'aumento della pressione endocranica quando si starnutisce. Nella medicina allopatica a scopo diagnostico si ricorre solitamente a una serie di esami radiologici per valutare lo stato della colonna vertebrale. I raggi X attraversano i tessuti molli e sono fermati dalla coesione molecolare delle ossa, perciò sono utilizzati per verificare soprattutto la condizione delle ossa: fratture e alterazioni organiche come artrosi, osteofiti, calli ossei. Con una radiografia quindi si può evidenziare un’artrosi e non un’artrite, una diagnosi d’ernia del disco è solo presupponibile considerando il ravvicinamento delle vertebre, per una diagnosi dei tessuti molli, per individuare eventuali compressioni del midollo spinale o la presenza di ernie discali con compressione delle radici nervose è necessaria una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) o una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare). 15 Tratto superiore Sindrome cervico-cefalica Cervicalgia vera e propria, la manifestazione muscolo tensiva è predominante, il dolore colpisce soprattutto la regione cervicale alta, il dolore a origine dalla nuca e s’irradia anteriormente verso la testa, determinando sovente interessamento vestibolare dovuto a dimorfismi, patologie ossee articolari o disturbi legamentosi. C1-C3, la compressione di queste radici s’irradia in sede retro-orbitaria, qualche volta fino sopra o dietro l’occhio. Il dolore è percepito alla nuca e al collo con spasmi muscolari anche mandibolari. Per compromissione del simpatico cervicale, influenzato da movimenti del collo, ci possono essere mal di testa, vertigini, disturbi della vista, dell’udito e della deglutizione. È principalmente limitato il movimento di rotazione con considerevoli segni di rigidità. Cause comuni sono tensioni nervose o posizioni prolungate davanti al video del computer: s’irrigidiscono i muscoli occipitali bloccando le articolazioni cervicooccipitali e atlante-assiali (C1-C3). Nelle patologie del tratto superiore è principalmente limitato il movimento di flessione cervicale e rotazione, frequente è l’interessamento vestibolare dovuto a dismorfismi, patologie ossee, articolari o disturbi legamentosi. La cervicalgia può manifestarsi anche per difetti occlusionali dei denti, del campo visivo come strabismi e accomodazioni varie, con conseguenti problemi di postura come ipercifosi dorsale, iperlordosi lombare o rettilineizzazione delle stesse. Cervicalgie derivate da una malocclusione dentale sono 16 trattate con successo solo dopo aver curato il cavo orale, altrimenti gli interventi sulla cervicale saranno inutili. Qui di seguito l’immagine di una radiografia che evidenzia la fusione dei corpi vertebrali C2 e C3, il paziente ha un morso aperto, la malformazione dell’arco posteriore impedisce la chiusura completa della bocca. Malocclusione 17 Tratto mediano La sofferenza del tratto centrale si manifesta con una rettilineizzazione della curva fisiologica con conseguente schiacciamento dei dischi intervertebrali, che determinano limitazioni funzionali all’elevazione e abduzione della spalla. C3-C5, dispnea per compressione delle radici nervose innervanti la muscolatura toracica respiratoria. C4, aritmie cardiache per interessamento del simpatico cardiaco, i movimenti limitati sono la flesso-estensione e l’inclinazione laterale, la rotazione rimane pressoché normale. Rettilineizzazione lordosi cervicale 18 Tratto inferiore Sindrome cervico-brachiale Il tratto inferiore causa insufficienza vertebro-basilare, riduzione dei riflessi bicipitale e/o tricipitale, irradiazione del dolore verso le scapole e l’area dorsale. Quando è colpito il tratto inferiore i movimenti limitati sono in flesso-estensione e nell’inclinazione laterale, con rotazione pressoché normale. Il dolore s’irradia dalla nuca al braccio o alle braccia fino alle dita. I pazienti hanno difficoltà a ruotare la testa lateralmente e il dolore s’irradia posteriormente tra le spalle e la parte alta della schiena. In alcuni casi può non esserci dolore al collo ma una degenerazione del disco intervertebrale che riduce il forame intervertebrale, (C6-C7-C8), causando pressione sui nervi cervicali. Formicolii, perdita di sensibilità agli arti superiori e alle mani, punti dolorosi dei muscoli del collo associati a un rumore di sabbia quando ci si muove accompagnano questi sintomi, ne sono colpite in particolar modo le donne. Alla base posteriore del collo, all’altezza della settima cervicale, frequentemente s’incontra un gonfiore freddo e fibroso, il cosiddetto “gibbo di bisonte”, la sua scomparsa è ottenibile con massaggi specifici locali, che determinano la scomparsa del dolore e il recupero della mobilità del collo. Più in basso troviamo “la porta del diavolo”, lo spazio compreso tra le due scapole, è la zona del nostro corpo più difficile da essere raggiunta spontaneamente dalle nostre mani. In reflessologia zu quest’area è identificata come manifestazione dolorosa dei vissuti di un bambino/a negato/a, deposito di “spazzatura emozionale”, vissuti di sofferenza che “sono stati buttati dietro le spalle” per potervi sopravvivere. Alla palpazione il dolore è notevole, non proporzionale alla forza utilizzata e con una percezione differente dagli altri dolori. 19 ORGANICA «Che botta!» Una delle problematiche d’origine organica della cervicalgia è sicuramente il cosiddetto colpo di frusta, dal movimento brusco a cui è sottoposto il collo e la testa. Avviene per lo più in macchina durante un tamponamento: tronco e testa sono violentemente sospinti in avanti, segue un contraccolpo, movimento opposto verso l’indietro, ciò produce un’iperestensione della colonna vertebrale. Il danno è proporzionale alla velocità dell’impatto, dall’altezza della persona in rapporto alla dimensione dell’automobile: il capo può urtare il parabrezza, il cruscotto o il volante. I passeggeri della vettura investita quando ricevono il colpo posteriormente subiscono il movimento opposto: prima sono catapultati indietro, poi in avanti. Colpo di frusta 20 Le protezioni del poggiatesta, della cintura di sicurezza e dell’airbag hanno diminuito notevolmente i danni diretti dall’impatto, ma non possono eliminare i traumatismi della colonna cervicale. Se la cervicalgia è stata provocata da un trauma come il colpo di frusta si può ricorrere al collare. Differenti tipi di collare Dal punto di vista della prevenzione è indispensabile controllare i fattori di rischio, è necessaria la correzione della postura, soprattutto per chi, come gli operatori al computer, tende ad assumere posizioni fisse per molto tempo, con affaticamento generale dei muscoli di collo, braccia e spalle. L’esercizio fisico e lo stretching sono ottime terapie preventive per evitare l’insorgenza di cervicalgie. PSICOSOMATICA Le patologie d’origine psicosomatica comunemente sono considerate come una fantasia del sofferente. Definire una manifestazione patologica psicosomatica è come voler declassare il problema e tutta la sua sintomatologia. «È psicosomatica!» Il sofferente quasi non è considerato tale, s’interpreta la sua sintomatologia come pura immaginazione. «Non so!» «Staremo a vedere!» «Può darsi! » «Chi lo sa?» «Bo!» Questi modi di dire o di pensare si accompagnano a un atteggiamento che fa assumere una postura d’insaccamento della testa dentro il torace, riducendo sì l’esposizione del collo, ma provocando anche una conseguente compromissione dei dischi intervertebrali e conseguente sofferenza delle radici nervose. Il collo non è difeso da ossa, come il cranio, il torace e il bacino, così come forma di difesa, si assume l’atteggiamento della tartaruga che ritira la testa nel carapace. In ogni situazione in cui si percepisce pericolo, insicurezza, aggressione, impotenza… in maniera più o meno consapevole, il muscoli del collo si contraggono affinché producano una specie di collare, un recinto di difesa per le vertebre cervicali. Se si verifica di giorno definiamo quest’atteggiamento manifestazione di cervicalgia di origine psicosomatica primaria, l’aspetto principale è l’ansia, la paura di non farcela, le cause sono fatte risalire a un vuoto renale. Possiamo dividere le cervicalgie di origine psicosomatica in due gruppi, tra coloro che lamentano dolori che si accentuano con il passare delle ore durante il giorno, 22 e chi si sveglia già con il dolore al collo. Se ci si sveglia con il dolore è da considerarsi una cervicalgia di origine psicosomatica secondaria. Di giorno le emozioni sono controllate, sprofondate a livello incoscio, si contraggono principalmente i muscoli gran dorsale e glutei. Le emozioni legate alla paura e all’ansia sono controllate, ma riemergono di notte attraverso l’attività onirica, sotto forma di sogni sgradevoli, ansiogeni, incubi. Durante il sonno ci si contrae involontariamente e ci si sveglia con dolore al collo. Svegliarsi comporta riappropriarsi del proprio sé, del controllo, conseguente scomparsa del dolore cervicale, ma non della rigidità. La contrazione continuata dei muscoli del collo in seguito però si consolida a livello organico, creando una cronicizzazione che comporta alterazioni anche delle vertebre cervicali. È evidente che l’origine è emozionale, psichica, perché in queste circostanze non si ravvisano cause esterne, accidentali, usuranti. 23 ENERGETICA «Domani cambia il tempo!» «E tu che ne sai?» «Mi fa male la cervicale!» Le persone considerate metereopatiche avvertono l’arrivo di un’energia climatica perversa prima della sua manifestazione. L’energia difensiva, weiqi, si attiva determinando un irrigidimento dei muscoli del collo e della schiena. Queste situazioni influiscono sul livello degli ormoni, in alcuni soggetti i disturbi cronici si riacutizzano per un aumento della produzione di serotonina che induce ad alterazioni di carattere neurovegetativo. 24 Le perturbazioni fredde in particolare stimolano la secrezione dell’ormone ACHT da parte dell’ipofisi anteriore, che a sua volta provoca sindromi ansiose e disturbi somatoformi, la diminuzione del rilascio delle endorfine con conseguente abbassamento della soglia del dolore. I fenomeni fisici cominciano a manifestarsi da 24 a 72 ore prima dell’arrivo della perturbazione, oppure quando persistono dei vortici d’aria fredda o di bassa pressione in quota in un periodo dell’anno non corrispondente. Un miglioramento spontaneo si riscontra in concomitanza con il cambiamento delle condizioni atmosferiche. Le patologie identificate come di chiara origine energetica le affrontiamo trattando i meridiani d’agopuntura principalmente implicati. In gran parte dei casi c’è un’alterazione che può interessare le strutture meccaniche delle vertebre cervicali, con annessi muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, articolazioni, ma a volte non si hanno riscontri d’ordine radiologico che possano giustificare organicamente le manifestazioni dolorose. Prima di passare alla descrizione di sintomi, patologie e tecniche di recupero funzionale, qui di seguito una breve sintesi delle strutture che compongono il collo e le sue funzioni. 25 LE OSSA DEL COLLO Le vertebre cervicali sono sette, situate subito sotto il cranio. Ossa portanti del collo, sono le più piccole rispetto alle altre vertebre della colonna e consentono i differenti movimenti del collo e della testa. Sono tenute insieme dai legamenti, un importante sistema che le unisce saldamente per evitare possibili traslazioni durante i movimenti di flesso-estensione e di lateralità. Si articolano tra loro mediante i dischi intervertebrali e le faccette articolari posteriori. Le vertebre davanti sono formate dal corpo vertebrale e dietro dalle faccette articolari, la loro sovrapposizione forma il canale midollare che protegge il midollo spinale. Vista di fronte o posteriormente la colonna cervicale è verticale, mentre vista di lato ha una fisiologica curva lordotica con la convessità rivolta in avanti: ciò permette un assorbimento dei colpi prodotti dal camminare, saltare, a protezione della testa. I corpi vertebrali sono separati dai dischi intervertebrali, costituiti da una parte centrale gelatinosa, il nucleo polposo, e una parte periferica fibrocartilaginea, anulus fibrosus. L’elasticità del disco rende possibile la compressione verticale e periferica della colonna facilitando l’assorbimento degli urti e la distribuzione del peso corporeo. Le vertebre cervicali sono diverse da quelle dorsali e lombari per la presenza di un foro in ciascun processo trasverso e per i processi spinosi bifidi, dai quali passano le arterie vertebrali, inoltre proteggono il midollo spinale che trasporta gran parte dei nervi del corpo. Nei fori vertebrali situati alla base dei due processi tra- 26 sversi, sotto la VIª vertebra passa l’arteria vertebrale che vascolarizza l’encefalo, i fori intervertebrali invece, formati dall’apposizione di due vertebre contigue, contengono le radici nervose dei nervi cervicali. Le ultime quattro radici, dalla Vª all’VIIIª, si riuniscono poi per formare il plesso nervoso brachiale. Una patologia del tratto cervicale può avere effetti e conseguenze di una stessa patologia anche lungo il tratto dorsale e lombare. 27 28 Osso occipitale L’osso occipitale è un osso impari e piatto, situato nella parte inferiore e posteriore della scatola cranica, ha una figura trapezoidale curvata su se stessa. L’occipite è l’osso del cranio che si trova a diretto contatto con l’atlante tramite i condili occipitali. OSSA DEL CRANIO Osso parietale Osso frontale Sfenoide Osso nasale Osso zigomatico Osso occipitale Mascella Processo mastoideo Denti Mandibola 29 Atlante L’atlante, (C1) è la prima vertebra cervicale della colonna vertebrale, attraverso l’osso occipitale mette in comunicazione il cranio con il collo tramite il foro occipitale, foramen magnum. La parola “atlante” deriva dalla mitologia greca e significa “chi sopporta, porta”, raffigurato come un titano che regge sulle sue spalle il peso del mondo paragonabile a un globo. 30 Come l’Atlante mitologico, la prima vertebra cervicale regge il peso statico e dinamico della nostra testa, circa 5 kg. Tra le tre componenti del tratto cervicale superiore l’atlante è quello che gioca il ruolo più delicato e nello stesso tempo primario. La posizione corretta di questa vertebra è responsabile dall’allineamento dell’intero midollo spinale, dei nervi che ne fuoriescono e del sistema scheletrico. L’atlante e l’epistrofeo formano l’articolazione che connette il cranio alla colonna vertebrale e consentono i movimenti di flessione ed estensione, queste due vertebre sono adattate per permettere un maggior grado di mobilità rispetto alle altre. La peculiarità dell’atlante è l’assenza del corpo vertebrale234567890’’, dovuta al fatto che è saldato con l’epistrofeo, un’altra particolarità è l’assenza del processo spinoso, l’atlante ha la forma di un anello formato da un arco posteriore e uno anteriore. Epistrofeo L’epistrofeo, C2 o asse, è la seconda vertebra cervicale, che permette la rotazione della testa, grazie alla sua particolare articolazione con l’atlante. La caratteristica fondamentale che la distingue dalle altre vertebre cervicali è la presenza di un rilievo osseo di forma cilindrica, che si connette alla faccia superiore del corpo grazie a una larga base, da cui si forma superiormente un collo stretto, un corpo piuttosto voluminoso, che termina con un apice smusso. Il “dente”, o “processo odontoideo” dell’epistrofeo, corrisponde da un punto di vista filogenetico al corpo dell’atlante che 31 ne è privo ed è fuso con quello dell’epistrofeo. Il processo odontoideo costituisce l’asse attorno al quale l’atlante può girare nei movimenti di rotazione della testa. Sul dente sono presenti due faccette articolari convesse rivestite di cartilagine ialina, una anteriore, che si articola con la fossetta per il dente dell’epistrofeo nell’arco anteriore dell’atlante, una posteriore, che si articola con il legamento trasverso che sorregge il dente nella posizione eretta. Altra caratteristica è la mancanza di un’incisura vertebrale sulla faccia superiore, che nelle altre vertebre si sovrappone all’incisura inferiore della vertebra soprastante, in modo tale da formare il foro intervertebrale o foro di coniugazione, dietro la faccetta articolare superiore, un solco permette il passaggio del 2° nervo spinale. In tutte le altre caratteristiche l’epistrofeo corrisponde alle altre vertebre cervicali 32 Settima vertebra cervicale La settima e ultima vertebra cervicale è detta “vertebra prominente” poiché il suo processo spinoso, detto appunto processo prominente, è particolarmente sviluppato in lunghezza e molto evidente alla palpazione. Il processo trasverso è così sviluppato da ricordare quello delle vertebre toraciche, che a differenza delle altre vertebre cervicali non è bifido. Il foro vertebrale è molto ampio e triangolare, i peduncoli sono situati dietro le apofisi trasverse, le lamine sono larghe e appiattite in senso trasversale. L’apofisi spinosa è breve e bifida, apofisi bitubercolata, le apofisi traverse sono fuse col corpo vertebrale e hanno un foro trasverso. 33 34 NERVI CERVICALI Dolori al collo, alle spalle alle mani, formicolii, parestesie sono determinati dalla compressione dei nervi che originano dalle vertebre cervicali. Il termine “nervo spinale” generalmente si riferisce al nervo spinale misto che è formato dalle radici ventrali e dorsali che fuoriescono dal midollo spinale. Il nervo spinale è la parte che fuoriesce dalle vertebre attraverso il foro intervertebrale. I nervi cranici o encefalici sono un gruppo di nervi che non hanno origine dal midollo spinale, bensì fuoriescono direttamente dal tronco encefalico. Quasi tutti sono connessi a dei nuclei di materia grigia all’interno del tronco encefalico, i nervi cranici incontrano le loro sinapsi all’interno di questi nuclei. I primi sette nervi cervicali, dalla C1 alla C7, escono dal canale vertebrale sopra la rispettiva vertebra cervicale: C1 esce sopra la prima vertebra cervicale, C2 esce sopra la seconda. In particolare il primo esce dal foro delimitato dall’osso occipitale e l’atlante, il secondo fino al settimo passano nel foro delimitato dalla vertebra del numero precedente e quella del numero corrispondente e l’ultimo nervo cervicale esce dal foro delimitato dall’ultima vertebra cervicale e dalla prima vertebra toracica, quindi il nervo spinale C8 esce da sotto lo spazio della settima vertebra cervicale, tutti gli altri nervi spinali fuoriescono da sotto la vertebra corrispondente. Come nel midollo spinale, anche i nuclei del tronco encefalico sono divisi in ventrali o anteriori e dorsali o posteriori, i nuclei anteriori sono somatici, controllano i muscoli scheletrici, mentre i dorsali sono sensoriali. Danneggiare uno di questi nuclei associa- 35 ti ha lo stesso effetto di una resezione del nervo corrispondente. I muscoli innervati da una certa radice spinale sono detti il miotomo del nervo mentre un dermatomo è l’area sensoriale della pelle innervata da ogni nervo spinale. Questo è molto importante nella diagnosi dei problemi neurologici poiché le lesioni di una o più radici nervose si manifestano con schemi tipici di difetti neurologici: debolezza muscolare, perdita di sensibilità, che permettono la localizzazione della lesione che li causa. I nervi cranici sono dodici paia ed escono dai due lati delle vertebre cervicali, numerati dall’alto verso il basso con numeri romani. Ernie discali, artriti specifiche e soprattutto artrosi sono la causa d’insufficienza vertebro-basilare, riduzione dei riflessi bicipitale e/o tricipitale, irradiazione del dolore verso le scapole e l’area dorsale. Ernia discale 36 Classificazione convenzionale: Iº IIº IIIº IVº Vº VIº VIº VIIIº IXº XIº XIIº nervo olfattivo nervo ottico nervo oculomotore nervo trocleare nervo trigemino nervo abducente nervo facciale nervo vestibolo cocleare nervo vago accessorio nervo ipoglosso I nervi cranici IX, X e XI sono definiti nel loro insieme nervi misti, poiché contengono nel loro interno, sia fibre nervose motorie, sia altre deputate alla sensitività. Emergono dal tronco dell’encefalo nella sua parte inferiore e dopo un decorso all’interno del cranio fuoriescono attraverso il forame giugulare, insieme alla vena giugulare. Una volta usciti dal cranio i nervi decorrono nel collo fino a raggiungere i muscoli e gli organi cui sono destinati. Tra le loro funzioni sono da segnalare in particolare quelle di controllo dei movimenti della faringe e della laringe (IX° e X°) e della spalla (XI°), ne consegue che una lesione di tali nervi comporta dei problemi di deglutizione (disfagia) e della voce (disfonia) o l’impossibilità ad alzare completamente la spalla. 37 Origine Plessi Nervi Cervicale C2-C3 C2-C C2-C3 C3-C4 C2-C3 C3-C4 C1-C2-C3 C3-C4-C5 Piccolo occipitale Grande auricolare Cervicale trasverso Sopra clavicolari Sternocleidomastoideo Trapezio Cervicale discendente Frenico Brachiale C6-C7-C8-D1 C5-C6-C7 C6-C7-C8 C5-C6 C5-C7 C5-C6 C5-C6-C7-C8-D1 C4-5-6-7 C5-C6-C7-C8-D1 C7-C8-D1 T1 C8-D1 Toracici anteriori Toracici posteriori Toracodorsale Succlavio Scapolari Ascellari Radiale Muscolo- cutaneo Mediano Ulnare Cutaneo med. braccio Cutaneo med. avambr. 38 La sofferenza di un organo può generare attività riflesse dolorose cutanee, motorie e vegetative. Head nel suo principale lavoro sulle zone algiche della cute giunse alla suddivisione dell’organismo in aree segmentali rispecchianti la distribuzione delle radici nervose, “I dermatomi di Head”, McKenzie, invece, elaborò il concetto di miotomo. 39 Gli stimoli afferenti (che apportano, conducono, sangue o linfa ai vari organi) da dermatomi e miotomi afferiscono al metamero che è l’unità funzionale segmentaria midollare. Di lì in poi, si distribuiscono stimoli efferenti, (che portano fuori), attraverso le radici nervose e i nervi. Pertanto, all’interno di ciascun metamero midollare vi è una notevole concentrazione di stimoli, in entrata e in uscita. La conoscenza dell’ordinamento segmentario della muscolatura scheletrica, attraverso lo studio delle lesioni dei nervi spinali, ha favorito una maggior comprensione dei processi di localizzazione dello stimolo, sia a livello degli arti che del tronco. È importante, al riguardo, evidenziare due fattori solitamente trascurati ma fondamentali per la comprensione del dolore e della contrattura: - i muscoli presentano innervazioni monoradicolari; - i relativi dermatomi da un punto di vista topografico non coincidono con i miotoni, situati cranialmente rispetto ai primi. Da ciò consegue che i punti trigger dolorosi corrispondenti e le contratture muscolari, specialmente in sede paravertebrale, sono spesso situati molto più in alto rispetto alle zone cutanee iperalgiche. Situazione comune è il dolore avvertito in sede interscapolare, è per lo più espressione di irritazione radicolare a livello cervicale, irritazione che provoca crampi circoscritti nella muscolatura segmentaria corrispondente. Per quanto riguarda il sistema vegetativo, giova ricordare che: - capo, collo e spalle, fino al 4° dermatomo cervicale, ricevono innervazione vegetativa proveniente dal tratto D3-D4; - arti superiori appartenenti ai dermatomi C5-D1, rice- 40 vono innervazione vegetativa da D5-D7; - arti inferiori ricevono innervazione vegetativa da D11 fino a L2; - ghiandole sudoripare, i pilo erettori e la muscolatura vasale di tutto il corpo ricevono innervazione vegetativa dal tratto D3 – L2. Zona dolente Trigger point Muscolo responsabile sternocleidomastoideo I miotomi cervicali ci permettono d’individuare i percorsi nervosi corrispondenti. C1-C2 flessione cervicale. C3 inclinazione laterale cervicale. C4 l'elevazione della spalla. C5 abduzione della spalla. C6 flessione del gomito e/o l'estensione del polso. C7 estensione del gomito e/o la flessione del polso. C8 estensione e/o la deviazione ulnare del pollice. D1 abduzione e/o l'adduzione della muscolatura intrinseca della mano. 41 Percorso nervoso da C5: Partecipa all’innervazione motrice del muscolo deltoideo e del bicipite e conduce la sensibilità cutanea del tatto, temperatura e della posizione dalla parte esterna del braccio al midollo spinale e al cervello. Percorso nervoso da C6: Innerva il muscolo bicipite, doppia innervazione C5 e C6, il muscolo estensore radiale e conduce la sensibilità dell’avambraccio, pollice e indice, ai tratti neurologici spino-cerebrali. Percorso nervoso da C7: Innerva il muscolo tricipite, i flessori della mano e gli estensori delle dita. Conduce la sensibilità cutanea dal dito medio tramite il midollo spinale ai centri nervosi del cervello. Percorso nervoso da C8: Innerva i muscoli interossei che allargano e approssimano le dita della mano e i flessori delle dita. Conduce la sensibilità dall’avambraccio e dalla mano esterna, anulare e mignolo, al sistema nervoso centrale, al cervello. 42 MUSCOLI L’insieme dei muscoli costituisce l’apparato muscolare annesso al sistema locomotore. Un muscolo striato si contrae quando il segnale elettrico inviato dal cervello arriva ai bottoni sinaptci. L’acetilcolina liberata nel citoplasma delle fibre muscolari agisce sui recettori presenti nella placca neuro muscolare determinando il potenziale d’azione. La contrazione e il rilassamento muscolare possono essere suddivisi in tre fasi principali: contrazione, rilassamento e fase latente, che segue lo stimolo ma nella quale non c’è risposta. Il tono muscolare non è dato da una gradualità di funzionamento, ma dal numero di fibre muscolari che entrano in azione: se l’organo interessato deve svolgere un’attività precisa, per ogni nervo presente ci saranno poche fibre muscolari, se invece l’organo deve svolgere un’azione che richiede potenza, ma poco precisa, ogni nervo presenterà più fibre muscolari. Un muscolo rimane contratto quando c’è uno sforzo prolungato, quando manca la risposta del movimento a uno stimolo esterno. Questa esagerata stasi provoca una sofferenza muscolare alla colonna cervicale per una ridotta ossigenazione. L’ossigeno arriva al muscolo attraverso il sangue e l’arrivo del sangue è legato a un meccanismo di pompa: è necessario, quindi, che il muscolo si muova per attivare il processo di contrazione e rilassamento. Nella contrazione si hanno spasmi, si chiudono i capillari e si riduce l’ossigenazione del muscolo e questo provoca dolore. Naturalmente queste situazioni errate possono determinare delle lesioni sia al disco intervertebrale che alle articolazioni, dipende 43 dall’anello debole della situazione. Con l’andare del tempo, infatti, queste micro lesioni possono portare a una patologia molto comune: l’artrosi. Questo disturbo, che è legato al logoramento della cartilagine delle articolazioni e dei dischi intervertebrali, dovuto solitamente all’età, è accelerato quando si compiono movimenti non corretti e prolungati nel tempo. I muscoli del collo Le ossa non si muovono da sole, sono movimentate dai muscoli, ecco una descrizione dei principali muscoli che interessano il collo e le loro funzioni. La loro conoscenza è indispensabile per individuare l’origine di molti disturbi. Il collo è la regione anatomica compresa tra la base del cranio in alto, e la settima vertebra cervicale in basso; davanti in alto dall’angolo mandibolare, in basso alla fossetta del giugulo. Muscoli anteriori e posteriori, laterali, superficiali e profondi ne determinano i differenti movimenti possibili. La colonna cervicale è avvolta da legamenti forti, che tengono assieme i singoli segmenti vertebrali, circondata da un apparato muscolare che sostiene e muove in maniera coordinata la colonna e la testa e fa anche da leva a certi movimenti delle spalle e delle braccia. I principali muscoli sono i trapezi che reggono il collo e la testa sulla parte posteriore e gli sternocleidomastoidei che controllano la rotazione e la flessione anteriore. 44