I FLUIDI NON NEWTONIANI Si definisce fluido non newtoniano un fluido la cui viscosità varia a seconda dello sforzo di taglio che vieni applicato La viscosità si può immaginare come la forza che occorrerebbe applicare a uno strato di fluido appartenente al piano fisso per raggiungere la velocità dello strato posto a una distanza fissa. Ad esempio un fluido in un tubo scorre a velocità diverse: la velocità minima è nel bordo della sezione (a causa dell'attrito) e la velocità massima è al centro. La viscosità in questo esempio è quella pressione che, esercitata sulla parete, permette una velocità costante su tutta la sezione. Lo sforzo di taglio, o sforzo tangenziale, invece è uno degli sforzi elementari cui può essere soggetto un corpo. Ad esempio nei materiali solidi lo sforzo di taglio è uno stato di tensione in cui la forza di un materiale tende a cambiare. Un fluido non newtoniano non ha un valore definito di viscosità, il quale dipende dall’intensità della forza che gli viene applicata ad una certa velocità; dunque per un breve lasso di tempo varia il suo stato (da liquido a solido o viceversa) acquisendone le caratteristiche. Ogni liquido non newtoniano è quindi un fluido che non segue le leggi di newton sulla fluidodinamica. Secondo Newton, infatti, la viscosità di un fluido è indipendente dalla forza, a una certa velocità , a cui esso è sottoposto . Alcuni esempi di fluidi non newtoniani comuni sono rappresentati dal sangue, dall’asfalto, dal dentifricio, dalla maionese, dal ketchup e dall’amido di mais (usato nell’esperimento). Tipicamente, quindi, ad avere tali caratteristiche sono i liquidi in sospensione, formati da una fase solida di particelle finissime in sospensione in un solvente, che costituisce la fase liquida. Questi tipi di fluidi non newtoniani la cui viscosità dipende dal tempo si dividono in: - fluidi reopessici: sono sostanze che tendono ad aumentare la propria viscosità con il trascorrere del tempo se sottoposte a forze di taglio; tale variazione di viscosità dipende dalla velocità con cui tale forza viene applicata. Essendo formato da una fase liquida e una solida, a bassi valori di velocità, le particelle in sospensione nel liquido agiscono come particelle lubrificate dove la fase solida si muove in funzione del moto della fase liquida. Con l’aumentare della velocità la fase solida non viene sufficientemente dispersa nella fase liquida e le particelle solide in sospensione subiscono un fenomeno di “impaccamento”. Ciò è dovuto all’assenza dei moti browniani allorquando la sospensione diventa più densa nell’elemento solido rispetto all’elemento liquido, e quindi pur mantenendo all’apparenza la forma liquida è a tutti gli effetti fisicamente un solido. L’incremento di viscosità, ad esempio, permette alle automobili di poter essere guidate sulla spiaggia, infatti la veloce rotazione delle ruote sulla sabbia bagnata, provoca “l’impaccamento” della fase solida, impedendo alle auto di impantanarsi. Un altro esempio poù essere quello della reazione degli studenti di una classe al suono della campanella: se gli alunni si precipitano alla porta tutti insieme si verrà a formare una sorta di “tappo” che inpedirà a chiunque di uscire, se invece uno dopo l’altro ogni singolo studente si dirige ordinatamente verso l’uscita, tutti riusciranno uscire. La reopessia è anche alla base del curioso comportamento delle sabbie mobili: queste sono costituite da una miscela satura di acqua e sabbia. Generalmente si trovano alle foci dei fiumi i cui letti d’acqua sono parzialmente riempiti di sabbia sotto cui si trova uno strato di argilla che ne impedisce il drenaggio. Il malcapitato che vi finisce dentro, istintivamente si agita per liberarsi: purtroppo le forze di taglio associate a questa azione provocano un aumento di viscosità delle masse sabbiose appena smosse che generano un effetto di risucchio. L’amido di mais in acqua da origine ad una sospensione con comportamento reopessico; infatti reagisce al sollecitamento di una forza aumentando la propria viscosità. L’applicazione rapida di una forza, per esempio colpendone la superficie con un dito, induce il fluido a comportarsi come un solido. Applicando forze più deboli, come il lento inserimento di un cucchiaio nel fluido, la sostanza manterrà il suo stato liquido, senza opporre resistenza. L’esperimento che abbiamo condotto sfrutta questa capacità dell’amido di mais, facendo vibrare con le onde sonore emesse da un subwoofer la pellicola su cui poggia il fluido non newtoniano, essa trasmette una forza al liquido modificandone il comportamento. Alcune foto fatte durante la realizzazione del nostro esperimento: - Prima: - Dopo: - Infine: -FLUIDI TISSOTROPICI (O TIXOTROPICI): sono sostanze che, al contrario di quelle reopessiche, tendono a diminuire la propria viscosità con il trascorrere del tempo se sottoposte a forze di taglio. Tale variazione di viscosità dipende dalla velocità e dall’intensità dall’intensità con cui tale forza viene applicata, infatti se una sostanza possiede forze interne (intermolecolari) che impediscono il suo moto al di sotto di un determinato valore di sforzo di taglio, la sostanza stessa non inizierà il suo movimento fintanto che tale valore non verrà superato. Un classico esempio è quello della vernice: essa deve scorrere sotto lo sforzo di taglio determinato dal tipo di applicazione usato (pennello o rullo), ma poi deve rapprendersi non appena cessi l’effetto della forza applicata. ta. Altri esempi sono: miele, ketchup, dentifricio e alcune creme.