Etruschi INTRODUZIONE Etruschi Popolazione dell'Italia antica che fiorì nell'area corrispondente all'odierna Toscana e in alcune regioni del Nord e del Sud della penisola tra il IX e il IV secolo a.C., raggiungendo la sua massima espansione tra il VII e il V secolo a.C. Il termine Etruria costituisce la versione latina del nome greco Tyrrhenia (o Tyrsenia); i romani chiamavano gli etruschi etrusci o tusci, nome dal quale deriva quello dell'odierna Toscana. Civiltà etrusca Le origini del popolo etrusco sono tuttora oggetto di discussione. La loro civiltà iniziò a fiorire nel IX secolo a.C. nell'area occupata dalle attuali regioni della Toscana e del Lazio settentrionale. Dopo un periodo di espansione, nel V secolo a.C., la civiltà etrusca cominciò a declinare finché, tra il 396 e il 283 a.C., i loro territori vennero progressivamente occupati dai romani. 2 ORIGINI Le origini degli etruschi rimangono oscure; già nell'antichità esistevano varie ipotesi in merito: lo storico greco Erodoto asseriva che provenissero dalla Lidia, regione dell'Asia Minore occidentale. Questa ipotesi venne accolta in seguito sia da Livio sia da Polibio; Dionigi di Alicarnasso, invece, sosteneva che gli etruschi fossero una popolazione indigena dell'Italia. La ricerca archeologica ha gettato nuova luce sulla più antica storia etrusca: è oggi opinione comune che i primi insediamenti etruschi ebbero luogo nelle basse e paludose regioni costiere della Toscana. I primi insediamenti stabili – Vetulonia e Tarquinia – datano dalla fine del IX secolo a.C. I ritrovamenti relativi a questa fase sono caratterizzati da nuovi tipi di camere funerarie, che si distinguono nettamente dalle precedenti tipologie tombali e che contengono corredi funerari molto ricchi, comprendenti oggetti in ambra, argento, oro e gemme provenienti dall'Egitto e dall'Asia Minore. La particolare combinazione di originalità e imitazione nell'arte etrusca e i caratteri peculiari della loro religione hanno fatto pensare che questo popolo fosse originario di qualche regione del Mediterraneo orientale, posta tra la Siria e l'Ellesponto (attuale stretto dei Dardanelli). 3 L'ESPANSIONE ETRUSCA E LE LOTTE PER LA SUPREMAZIA Sin dalle origini, la società etrusca appare dominata da un'aristocrazia saldamente ancorata al potere, che esercitava uno stretto controllo sull'attività politica, militare, economica e religiosa della comunità. Con il VI secolo a.C. numerose città-stato, tra cui Tarquinia e Veio, controllavano i territori sottomessi ed erano in grado di colonizzare le aree adiacenti. I re che governarono questi centri – tra cui i semileggendari Tarquini (vedi Roma antica) – raggiunsero i loro obiettivi politici grazie all'abilità militare. Le città-stato indipendenti stringevano continuamente alleanze tra loro a scopo politico ed economico, mentre più stretti vincoli venivano rafforzati mediante matrimoni dinastici. Come reazione alla minaccia che queste alleanze vennero a rappresentare per le altre potenze del Mediterraneo, romani, greci e cartaginesi si unirono più volte in funzione antietrusca. Nel V secolo a.C. la potenza etrusca venne notevolmente ridimensionata: la flotta siracusana sconfisse quella etrusca nella battaglia navale al largo di Cuma (474 a.C.). Allo scopo di riconquistare il dominio dei mari, una confederazione etrusca si alleò con Atene per attaccare la città di Siracusa nel 413 a.C. Dopo un assedio durato oltre dieci anni, infine, Veio fu presa nel 396 a.C. da Roma, nel quadro di un programma di conquista delle vie di terra verso il nord della penisola. Questa vittoria segnò l'inizio della progressiva espansione di Roma in Etruria, completata nel 283 a.C. 4 L'ASSIMILAZIONE A ROMA Nel III secolo a.C. la regione iniziò a perdere la propria identità culturale, mentre entrava progressivamente nel quadro della compagine politica romana; le città di Cerveteri, Tarquinia e Vulci dovettero pagare tributi e cedere parte dei loro territori. Le discordie e gli attriti all'interno dei gruppi aristocratici e le insurrezioni scoppiate tra le classi meno abbienti provocarono il collasso della struttura sociale delle città etrusche (come Volsinii, identificabile con Orvieto o più probabilmente con Bolsena), portando i principali centri etruschi ad allearsi con Roma. Il risultato di tali alleanze fu un'ulteriore gravitazione dell'Etruria nell'orbita politica romana. Tentativi di rivolta, sostenuti da umbri e galli, furono repressi, mentre i legami con Roma furono ulteriormente rafforzati nel I secolo a.C., quando gli etruschi accettarono la cittadinanza romana. Tuttavia, il loro nuovo status venne presto messo in discussione, nel corso della guerra civile tra Mario e Silla (8886 a.C.; 83 a.C.), quando parteggiarono per la fazione che uscì sconfitta. Il vincitore, Lucio Cornelio Silla, si vendicò ferocemente, radendo al suolo città, confiscando terre e imponendo restrizioni ai diritti civili delle comunità etrusche. La brutalità dell'intervento di Silla fu così radicale nel disgregare la compagine sociale etrusca che i successivi tentativi di rivolta finirono nel nulla. Oltre un secolo dopo, l'imperatore Augusto inviò nuovi coloni in Etruria, che instaurarono buoni rapporti di convivenza con le popolazioni locali, contribuendo ad accelerare il processo di romanizzazione della regione. 5 LA STRUTTURA POLITICA E MILITARE DELLA SOCIETÀ ETRUSCA Si conosce poco dell'organizzazione delle singole città etrusche: è stato ipotizzato che i guerrieri a capo delle famiglie aristocratiche abbiano gradualmente conquistato le aree divenute in seguito sede di città indipendenti, ciascuna controllata da un proprio re. Di conseguenza, l'Etruria non raggiunse mai una reale unità nazionale, anche se ogni città colonizzò il territorio circostante e spesso strinse alleanze sia con altri centri etruschi sia con comunità esterne. La storia della regione dimostra come ogni singolo centro rispondesse ai periodi di crisi in termini ritenuti favorevoli alla propria sopravvivenza, senza riguardo agli interessi dei vicini. 5.1 Le città-stato etrusche La forma di governo peculiare dell'Etruria fu quella della città-stato. Tre diverse confederazioni emergono dalla storia etrusca – a nord, a sud e al centro della regione – ciascuna composta di dodici città. La sola confederazione che assunse una certa importanza storica fu quella del centro: si trattava di una non ben definita organizzazione politico-religiosa, una lega sacra che aveva il proprio centro di culto nel santuario della dea Voltumna, dominante il lago di Volsini (oggi di Bolsena) nel Lazio. Non ci è giunto nessun elenco ufficiale delle dodici città-stato confederate nel centro dell'Etruria; i loro nomi si possono comunque dedurre dalle informazioni fornite in merito da Livio, Dionigi di Alicarnasso e Diodoro Siculo: Arretium (Arezzo), Cerveteri, Clusium (Chiusi), Cortona, Perusia (Perugia), Populonia, Rusellae (Roselle), Tarquinii (Tarquinia), Veii (Veio), Vetulonia, Volaterrae (Volterra), Vulci. Dai ranghi dell'aristocrazia che governava ciascuna città venivano eletti annualmente dei magistrati, noti col nome di lucumones. 5.2 L'organizzazione militare Alla base della potenza etrusca vi erano l'abilità e la forza militare: la fanteria costituiva il fondamento dell'esercito, le cui armi più importanti erano rappresentate dalla lancia e dall'ascia da combattimento (quest'ultima usata sia come arma da lancio sia per colpire); erano impiegati anche l'arco e il giavellotto, trovati di frequente – insieme a frecce – nelle deposizioni tombali. Elmi e scudi di varie fogge risentono dei modelli greci e nordeuropei, mentre le spade (rare) costituivano probabilmente una merce assai pregiata. La cavalleria rappresentava con ogni probabilità un settore importante dell'esercito (carri da combattimento sono stati trovati nelle camere mortuarie più ampie). Altrettanto abili e potenti gli etruschi furono sul mare: la loro flotta dominò il Mediterraneo per almeno due secoli. 6 L'ECONOMIA L'Etruria si collocava nel cuore dei contatti commerciali stabiliti dai mercanti che, dall'Oriente mediterraneo, giungevano nella penisola italiana. L'evidenza archeologica mostra che i primi a raggiungere la regione furono i fenici, probabilmente nell'VIII secolo a.C., in cerca di nuove materie prime, come i metalli non lavorati, e forse la lana e il cuoio, che scambiavano con prodotti finiti provenienti dal Medio Oriente. In seguito, mercanti greci stabilitisi a Pithekoussai (l'attuale isola di Ischia, nel golfo di Napoli) iniziarono a rivaleggiare con i fenici per la supremazia nei commerci sui mari. Dal 625 a.C. i vasi fabbricati a Corinto giunsero sul mercato etrusco, mentre dalla fine del VI e nel V secolo a.C. i vasi attici sostituirono la ceramica corinzia; essi venivano esportati probabilmente in cambio di utensili in bronzo di fabbricazione etrusca, molto apprezzati ad Atene. Nel VI secolo a.C.l'orizzonte dei traffici etruschi comprendeva scambi commerciali con le aristocrazie galliche del centro della Francia, così come con le città e gli empori di Tartesso e di Ampurias nella Spagna meridionale. La maggior parte delle guerre e delle alleanze delle città etrusche nel V secolo a.C. furono dettate da precisi interessi economici. 7 LA RELIGIONE La necropoli etrusca della Banditaccia si estende sul colle omonimo nei pressi di Cerveteri. La zona archeologica, di straordinario interesse per le testimonianze dell'architettura funeraria e civile degli etruschi, comprende tombe dei secoli IX-I a.C. Le tombe sono del tipo a pozzetto, a fossa (IX e VIII secolo a.C.), a tumulo (VII e VI secolo a.C.) e a dado; le più notevoli sono disposte lungo l'antica via Sepolcrale. Le tombe dei Dolii, dei Vasi Greci e dei Rilievi sono camere sepolcrali coperte da un tumulo, che riproducono interni di abitazioni. Nella campagna circostante sono presenti altri sepolcreti etruschi, fra cui quelli di Monte Abatone e del Sorbo; in quest'ultimo si trova la tomba Regolini-Galassi, ritrovata intatta nel 1836 con un ricco corredo di gioielli, argenteria, vasi di bronzo e ceramiche oggi conservati al Museo Gregoriano Etrusco in Vaticano.Bruce Coleman, Inc./Danilo Donadoni La mancanza di documentazione rende lo studio della religione etrusca estremamente difficoltoso. Come narrano Livio e Cicerone, le normative religiose dell'Etruria furono codificate in una serie di libri dal titolo generico di Etrusca Disciplina, che rivelano una raffinata tecnica divinatoria. Un primo gruppo di libri, i Libri haruspicini, si occupava della divinazione (l'interpretazione delle viscere degli animali sacrificati); un'ulteriore fonte per conoscere la volontà degli dei era costituita dall'osservazione del volo degli uccelli. Un'altra serie di libri, i Libri fulgurales, riguardava la divinazione derivante dai fulmini. Un terzo gruppo di libri, i Libri rituales, di carattere più generale, riguardava le pratiche rituali in relazione alla vita politica e sociale. Anche se sono noti i nomi di numerose divinità etrusche, la loro funzione specifica è sconosciuta. Secondo alcune fonti latine tarde, la Triade Capitolina (formata da Giove, Giunone e Minerva) è rappresentata nella religione etrusca rispettivamente da Tinia, Uni e Menerva. Sethlans costituiva la controparte etrusca di Vulcano, Fufluns di Bacco e Turms di Mercurio. Cautha era la divinità solare, Tiv quella lunare e Thesan il dio dell'oltretomba. Turan rappresentava Venere e Aplu Apollo. Al vertice di queste divinità vi era un insieme di potenze prive di nome, personificazioni del fato. Numerosi aspetti della religione etrusca sopravvissero presso i romani. 8 LA LINGUA In seguito alla conquista romana la lingua etrusca cadde in disuso. Dionigi di Alicarnasso descrive questa lingua come diversissima da quelle note, riscontrando la presenza di alcune difficoltà che da allora hanno ostacolato i tentativi di tradurre iscrizioni e documenti etruschi. Sebbene la conoscenza della semantica e della morfologia della lingua etrusca sia ancora molto limitata, sappiamo che non si tratta di una lingua indoeuropea. Gli studiosi hanno fatto alcuni progressi nella decifrazione delle iscrizioni funerarie, che rappresentano la maggior parte delle testimonianze scritte giunte fino a noi. Attraverso l'esame dei soggetti raffigurati su rilievi e sulle pitture che decorano le tombe, sono stati identificati numerosi nomi appartenenti a personaggi storici e mitologici. È stato dedotto il possibile significato di molte altre parole impiegando il metodo crittografico, che verifica la destinazione di una singola parola nei diversi contesti in cui essa appare. L'alfabeto etrusco, nella sua forma più antica, comprende 26 lettere, e 20 in quella più recente. Deriva dall'alfabeto greco, anche se vocabolario e grammatica sono differenti, e costituisce la base dell'alfabeto latino. Tre delle più antiche iscrizioni etrusche sono presenti su due statue e su una coppa e sono databili prima del 700 a.C. Anche se si sono conservate centinaia di iscrizioni funerarie, la maggior parte di queste elenca solo una serie di nomi propri. Il solo documento di proporzioni più ampie è la cosiddetta Mummia di Zagabria, un testo liturgico scritto su dodici bende di lino, usato per avvolgere una mummia egizia di età greco-romana (ora conservato al Museo di Zagabria, in Croazia).