Documento di Registrazione

Banca CARIGE S.p.A.
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BANCA CARIGE S.P.A.
Cassa di Risparmio di Genova e Imperia
Sede legale in Via Cassa di Risparmio 15, 16123 Genova – www.gruppocarige.it
Codice ABI 6175.4 – Codice Fiscale, Partita IVA e N. Iscrizione al Registro delle Imprese di Genova 03285880104
Capogruppo del Gruppo CARIGE – Capitale sociale Euro 2.791.421.761,37 i.v.
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L'adempimento di pubblicazione del presente Documento di Registrazione non comporta alcun giudizio
della Consob sull'opportunità dell'investimento proposto e sul merito dei dati e delle notizie allo stesso
relativi. Il presente Documento di Registrazione, nonché ogni eventuale successivo supplemento, è a
disposizione del pubblico per la consultazione, ed una copia cartacea di tale documentazione sarà
consegnata gratuitamente agli investitori che ne facciano richiesta, presso la sede legale dell'Emittente in
Via Cassa di Risparmio, n. 15, 16123 Genova, nonché presso le filiali dell'Emittente. Il presente
Documento di Registrazione è altresì consultabile sul sito internet dell'Emittente www.gruppocarige.it.
pubblicato mediante deposito presso la Consob in data 22 novembre 2016 a seguito di approvazione comunicata con nota
del 21 novembre 2016 n. prot. 0103594/16
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Il presente documento, unitamente ai suoi eventuali supplementi e documenti incorporati mediante riferimento,
costituisce un documento di registrazione (il “Documento di Registrazione”) ai fini della Direttiva 2003/71/CE
e successive modifiche (la “Direttiva Prospetto”) ed è redatto in conformità al Regolamento adottato dalla
Consob con Delibera n. 11971/1999, come successivamente modificato (il “Regolamento Emittenti”), ed
all’articolo 14 del Regolamento 2004/809/CE e successive modifiche (il “Regolamento (CE) n. 809/2004”). Il
presente Documento di Registrazione contiene informazioni su Banca Carige S.p.A. (l’“Emittente” o la
“Banca” o “Banca Carige”), in qualità di emittente di volta in volta di una o più serie di strumenti finanziari (gli
“Strumenti Finanziari”). In occasione dell'emissione di ciascuna serie di Strumenti Finanziari, il presente
Documento di Registrazione deve essere letto congiuntamente alla nota informativa sugli strumenti finanziari (la
“Nota Informativa”) relativa a tale serie di Strumenti Finanziari ed alla nota di sintesi (la “Nota di Sintesi”),
nonché ad ogni eventuale successivo supplemento, entrambi redatti ai fini della Direttiva Prospetto. La Nota
Informativa conterrà le informazioni relative agli Strumenti Finanziari e la Nota di Sintesi riassumerà le
caratteristiche dell’Emittente e degli Strumenti Finanziari e i rischi associati agli stessi. Il Documento di
Registrazione, la Nota Informativa e la Nota di Sintesi, nonché ogni eventuale successivo supplemento,
costituiscono il “prospetto” (il “Prospetto”) per una serie di Strumenti Finanziari ai fini della Direttiva
Prospetto.
L'investimento negli Strumenti Finanziari comporta dei rischi. L'investitore è invitato a leggere la sezione
“Fattori di Rischio”.
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AVVERTENZE PER L’INVESTITORE
Al fine di effettuare un corretto apprezzamento dell’investimento, gli investitori sono invitati a valutare attentamente le
informazioni contenute nel Documento di Registrazione nel suo complesso e gli specifici fattori di rischio relativi
all’Emittente e al gruppo ad esso facente capo nonché al settore in cui esso opera, per una descrizione completa dei quali si
rinvia alla lettura integrale del Documento di Registrazione e in particolare al Capitolo 3 “Fattori di Rischio” del
Documento di Registrazione.
In particolare si richiama l’attenzione degli investitori su quanto di seguito indicato.
1.
Nel corso del primo semestre 2016, il Gruppo ha provveduto alla contabilizzazione di rilevanti rettifiche di valore su
crediti, che hanno innalzato il livello di copertura complessivo degli stessi, in linea con le indicazioni fornite in sede
ispettiva dall’Organo di Vigilanza.
Per il Gruppo, tali rettifiche riflettono il peggioramento della qualità del credito registratosi negli anni più recenti.
In particolare, per quanto riguarda il Gruppo, si è registrato un peggioramento dell’incidenza dei crediti deteriorati
lordi e netti nonché delle sofferenze lorde e nette sul totale degli impieghi, rispettivamente lordi e netti, sia rispetto
all’anno precedente che ai dati medi di sistema (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.1 “Rischio di deterioramento della
qualità del credito” del Documento di Registrazione).
2.
L’Emittente ha chiuso gli esercizi 2014 e 2015 con perdite significative a livello consolidato (Euro 543,6 milioni nel
2014 e Euro 101,7 nel 2015). Inoltre il periodo chiuso al 30 giugno 2016, i cui dati sono stati oggetto di revisione
contabile limitata da parte della Società di Revisione, si è chiuso con un risultato netto negativo per Euro 206,1 milioni
rispetto a un risultato positivo netto di Euro 16,4 milioni al 30 giugno 2015 che, peraltro, includeva una componente
positiva non ricorrente per Euro 68,1 milioni connessa alla cessione delle compagnie assicurative del Gruppo,
Amissima Vita e Amissima Assicurazioni. Il risultato netto negativo 2015 è in gran parte determinato dall’andamento
negativo del margine d’interesse, che risente ancora di tassi di sistema ai minimi storici ed include l’integrale
svalutazione dell’avviamento residuo iscritto in Banca Carige pari a Euro 57,1 milioni. Il risultato netto del periodo
chiuso al 30 giugno 2016 risente di rettifiche di valore su crediti per quasi Euro 340 milioni che consentono di
rafforzare in modo significativo il presidio sui crediti problematici, con il coverage dei crediti deteriorati per cassa
portato al 45,6%, contro il 42,4% di inizio anno; le rettifiche di valore per crediti per cassa sono pari a Euro 344,5
milioni per effetto di svalutazioni su alcune posizioni rilevanti, rispetto ad un valore di Euro 286,7 milioni del 2015
che in rapporto ai crediti netti verso clientela portano, al 30 giugno 2016, ad un indice di costo del credito annualizzato
pari a 3,2% rispetto al dato relativo al 2015 pari a 1,3% (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.2 “Rischi connessi al
deterioramento della situazione economica-patrimoniale del Gruppo” del Documento di Registrazione).
3.
I risultati della Relazione Finanziaria Semestrale consolidata di Gruppo al 30 giugno 2016 (la “Relazione Finanziaria
Semestrale”), a livello patrimoniale, evidenziano che l’intermediazione registra una contrazione delle Attività
Finanziarie Intermediate (AFI), pari, a giugno 2016, a circa Euro 43 miliardi, diminuite rispetto a fine anno per Euro
2,3 miliardi. Tale diminuzione delle AFI è imputabile per oltre l’80% alla raccolta diretta (- Euro 1,6 miliardi, di cui
Euro 0,7 miliardi relativi alla raccolta diretta a medio-lungo termine). Gli impieghi risultano in diminuzione di circa
Euro 1,1 miliardi rispetto al 31 dicembre 2015.
I risultati del Resconto intermedio di Gestione al 30 settembre 2016 (il “Resoconto intermedio di Gestione”)
evidenziano un risultato netto negativo di Euro 244,9 milioni, a fronte di un risultato negativo per 0,4 milioni del
settembre 2015. Rispetto al terzo trimestre 2015, il risultato al 30 settembre 2016 evidenzia importanti svalutazioni su
crediti e l’azzeramento dell’avviamento di Banca Cesare Ponti, già registrati nel primo semestre a fronte di un risultato
del settembre 2015 che, tuttavia, includeva una componente one-off positiva per 68,1 milioni connessa alla cessione
delle Compagnie Assicurative. La raccolta diretta da clientela si attesta a Euro 21,1 miliardi (- Euro 2,3 miliardi
rispetto a dicembre 2015). Gli impieghi a privati e imprese registrano una contrazione di Euro 0,6 miliardi (-2,4%) su
giugno 2016: il credito alle imprese diminuisce nella componente a breve (conti correnti), mentre il credito a privati si
contrae per effetto delle normali scadenze dei mutui. (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.2 “Rischi connessi al
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deterioramento della situazione economica-patrimoniale del Gruppo” e Paragrafo 3.2 “Dati finanziari e patrimoniali
selezionati riferiti all’Emittente”e Capitolo 11 del Documento di Registrazione). Per maggiori informazioni sui
risultati del terzo trimestre 2016, si veda il Capitolo 3 Paragrafo 3.1.33 “Rischi connessi al deterioramento della
situazione economica-patrimoniale del Gruppo al 30 settembre 2016” del Documento di Registrazione.
4.
Con riferimento alle attività condotte dalla BCE nell’ambito del processo di revisione e di valutazione prudenziale
(SREP), in data 27 novembre 2015, Banca Carige ha ricevuto la decisione finale della BCE avente ad oggetto gli esiti
dello SREP svolto dall’Autorità di Vigilanza nel corso del 2015. Con tale decisione BCE ha richiesto alla Banca: (i) il
mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di CET 1 Ratio su base consolidata pari all’11,25% (in
diminuzione rispetto al precedente requisito dell’11,50% comunicato nel marzo 2015); (ii) il mantenimento su base
consolidata di un indicatore di liquidità, in termini di Liquidity Coverage Ratio, pari al 90% e (iii) la restrizione al
pagamento di dividendi agli azionisti.
In data 20 ottobre 2016, la Banca ha ricevuto due bozze di decisioni di cui la prima ha ad oggetto gli esiti del processo
annuale di SREP e contiene la richiesta di BCE alla Banca di mantenere, su base consolidata, un requisito patrimoniale
complessivo (Total SREP Capital Requirement, TSCR) dell'11,25%, che include il requisito minimo di fondi propri
dell'8% ed un requisito aggiuntivo di fondi propri del 3,25% applicabile dall’1.1.2017 ove la decisione venga
confermata.
La Banca è altresì soggetta al requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement, OCR), che prevede,
oltre al TSCR, il requisito combinato di riserva di capitale fissato dalla Banca d’Italia all’1,25% per il 2017.
La BCE si aspetta, inoltre, che la Banca, a livello consolidato, si attenga alle indicazioni di capitale di secondo pilastro
(Pillar 2 capital guidance) del 2,25%, da detenere in aggiunta al requisito del Common Equity Tier 1 del 9%
(composto da coefficiente minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di
riserva di capitale dell’1,25%).
BCE richiede inoltre alla Banca di mantenere in qualsiasi momento, a livello consolidato, un requisito di liquidità pari
al 90% in termini di coefficiente di copertura della liquidità (Liquidity Coverage Ratio).
La BCE richiede poi alla Banca di ricevere informazioni integrative in merito ai crediti deteriorati (Non-Performing
Loans, NPL) del Gruppo.
Infine, la BCE richiede alla Banca di non effettuare distribuzioni di utili ai soci (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.3
“Rischi connessi alle verifiche periodiche da parte dell’Autorità di Vigilanza Bancaria”, Paragrafo 3.1.4 “Rischi
connessi all’impugnativa dei bilanci 2013 da parte di Consob ai sensi dell’articolo 157 comma 2 TUF. Procedimenti
Consob sui bilanci 2012”, Paragrafo 3.1.6 “Rischi connessi ai procedimenti penali” e Paragrafo 3.1.10 “Rischio di
liquidità dell’Emittente”, nonché Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 del Documento di Registrazione).
5.
In data 4 maggio 2016 la Banca ha ricevuto una draft decision di BCE, poi confermata in data 17 maggio 2016 dalla
final decision, in cui BCE ha chiesto alla Banca di presentare: (i) entro il 31 maggio 2016, le linee guida del piano
industriale e del piano a medio termine, oltre ad un aggiornamento del funding plan presentato il 31 marzo 2016; ed
(ii) entro il 30 giugno 2016, il piano industriale e il piano a medio termine dettagliati, a valere sulle linee guida
presentate il 31 maggio 2016.
In data 29 giugno 2016, anche in considerazione di quanto contenuto nella final decision di BCE ricevuta
dall’Emittente in data 17 maggio 2016, il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha approvato all’unanimità il
Piano Strategico 2016-2020, che sostituisce integralmente il precedente Piano Industriale 2015 – 2019, contenente gli
obiettivi economici, finanziari e patrimoniali per il periodo 2016-2020.
In data 20 ottobre 2016 l’Emittente ha ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di decisioni
(l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca) e ha formulato alla BCE, entro il
termine fissato per il 3 novembre, le proprie osservazioni concernenti sia il merito dei contenuti delle bozze che il
quadro normativo al quale esse si riferiscono.
La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (si veda la
precedente Avvertenza n. 4).
La seconda bozza è relativa ad un intervento precoce e prevede che, entro il 31 gennaio 2017, la Banca proceda a
sottoporre alla stessa BCE un piano strategico e operativo in merito alla riduzione dei crediti deteriorati (Non
Performing Loans – NPL), valutandone anche gli impatti in termini di adeguatezza patrimoniale.
Nell’ambito delle suddette bozze di decisione, BCE definisce “sfidante” l’attuazione del nuovo Piano Strategico per le
ragioni di seguito sintetizzate: (i) il target annuale di crescita dell’utile ricorrente è ritenuto piuttosto ambizioso; (ii)
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l’effettiva attuazione delle economie di costo proposte risultano non certe; (iii) il livello-obiettivo degli NPL non è
sufficiente per affrontare le questioni inerenti la qualità degli attivi e (iv) le previsioni di perdita connesse alle cessioni
di NPL sono valutate da BCE ottimistiche e potrebbero richiedere ulteriori misure patrimoniali.
Nella citata bozza relativa alla richiesta di un piano sui crediti deteriorati, i requisiti relativi alla riduzione quantitativa
dei crediti problematici sono rappresentati, senza differenziazione tra le diverse classi di crediti, come segue:
NPL lordi (miliardi euro)
Coverage ratio
31-12-2017
max 5,5
min 45%
31-12-2018
max 4,6
min 43%
31-12-2019
max 3,7
min 42%
La Banca ha in corso analisi volte alla definizione, nei più brevi tempi possibili, di più incisive opzioni, rispetto a
quelle individuate nel piano industriale 2016-2020 approvato lo scorso giugno ed attualmente in fase di
implementazione, per conseguire una rilevante riduzione dell’incidenza degli NPL sul bilancio.
Alla data attuale, non si può peraltro escludere che, anche a fronte di fattori esterni ed eventi non prevedibili e/o al di
fuori del controllo del Gruppo, il Piano Strategico 2016 – 2020 non venga attuato nei tempi e nelle modalità previste.
La mancata puntuale attuazione delle iniziative strategiche contenute nel Piano Strategico 2016-2020 e/o la
realizzazione delle stesse secondo modalità e termini diversi da quelli previsti, potrebbe pertanto determinare impatti
negativi nell’andamento dell’Emittente con particolare riferimento al mancato rispetto dei requisiti patrimoniali di
vigilanza, al possibile declassamento del rating, con conseguenze sul funding del Gruppo, alla qualità del credito, alla
capacità di erogare nuovi flussi di finanziamento e alla disponibilità di adeguati flussi di raccolta e al relativo costo
(cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.8 “Rischi connessi al Piano Strategico 2016-2020” e Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 “Fatti
importanti nell’evoluzione dell’emittente” del Documento di Registrazione).
6.
Negli ultimi anni la Banca è stata oggetto di vari accertamenti ispettivi da parte dell’Autorità di Vigilanza. In
particolare, nel corso del 2015 la Banca è stata oggetto di due ispezioni, una in merito a governo dei rischi e
propensione al rischio e l’altra avente ad oggetto il rischio di liquidità e di tasso di interesse del portafoglio bancario
dell’Emittente, ad esito delle quali la BCE ha segnalato le aree di miglioramento e i connessi interventi correttivi. Al
riguardo, l’Emittente ha inviato a BCE il piano di lavoro con le attività di remediation attualmente in corso di
implementazione. Il piano è oggetto di monitoraggio periodico. Le attività di remediation per le quali è richiesto il
completamento entro la fine del mese di dicembre 2016 sono in corso di svolgimento come da piano. Il monitoraggio
dello stato di avanzamento delle attività per le quali il completamento è richiesto entro la fine del mese di giugno 2017
sarà avviato successivamente.
Nel corso del 2016 la Banca è stata oggetto di ulteriori accertamenti da parte della BCE, che ha svolto una verifica
tematica sulla strategia, la governance, i processi e le metodologie di gestione del portafoglio crediti deteriorati ed
un’ispezione on site avente ad oggetto il rischio di credito con focalizzazione su garanzie reali, accantonamenti e
cartolarizzazioni. Alla data attuale, l’Emittente è in attesa degli esiti di entrambi gli accertamenti. Le evidenze
preliminari della citata ispezione hanno evidenziato talune criticità; alla luce delle connesse indicazioni qualitative e
preliminari fornite dalla BCE, il Gruppo ha avviato alcuni progetti, tuttora in corso, per apportare alcuni affinamenti
alle policy, alle procedure ed ai parametri utilizzati nella valutazione degli asset creditizi.
Alla data attuale sono in corso due ispezioni da parte della BCE, una avente per oggetto la valutazione della
governance e della gestione dei rischi del Gruppo e l’altra relativa alla valutazione dell’internal governance inclusa la
compliance.
Non si può escludere che ad esito degli accertamenti di cui sopra pervengano altre richieste di interventi correttivi da
parte della BCE o che quest’ultima attivi ulteriori iniziative di vigilanza nei confronti dell’Emittente (cfr.: Capitolo 3,
Paragrafo 3.1.3 “Rischi connessi alle verifiche periodiche da parte dell’Autorità di Vigilanza Bancaria” del
Documento di Registrazione).
7.
5
La Consob ha impugnato con atto notificato il 9 gennaio 2015 la delibera assembleare del 30 aprile 2014 di
approvazione del bilancio di esercizio di Banca Carige al 31 dicembre 2013 per asserita non conformità del predetto
bilancio alle norme che ne disciplinano la redazione ed in particolare ai Principi Contabili IAS 1, 8 e 36, nonché
l’accertamento della non conformità del bilancio consolidato di Banca Carige al 31 dicembre 2013 ai suddetti Principi
Contabili.
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Alla data attuale, il procedimento instaurato da Consob è in corso e non si può escludere che Banca Carige possa
essere destinataria di ulteriori contestazioni, azioni e/o provvedimenti da parte di Consob e di altri soggetti, ivi incluse
le Autorità giudiziarie con possibili effettti negativi patrimoniali e reputazionali per l’Emittente (cfr.: Capitolo 3,
Paragrafo 3.1.4 “Rischi connessi all’impugnativa dei bilanci 2013 da parte di Consob ai sensi dell’articolo 157
comma 2 TUF. Procedimenti Consob sui bilanci 2012” del Documento di Registrazione).
8.
Ad esito dell’accertamento condotto da Banca d’Italia presso la controllata Centro Fiduciario, con comunicazione
notificata in data 31 marzo 2014, l’Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia ha contestato al Direttore di
Centro Fiduciario in carica all’epoca dei fatti, nonché a Centro Fiduciario (chiamata a rispondere in solido) la
violazione di alcuni obblighi previsti dal Decreto Legislativo Antiriciclaggio in relazione a un mandato fiduciario
finalizzato alla gestione di liquidità. Alla data attuale, detto procedimento è ancora in corso, potendo determinare oltre
alla irrogazione di sanzioni, anche effetti per l’Emittente sotto il profilo reputazionale (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.5
“Rischi connessi ad alcuni procedimenti sanzionatori di Banca d’Italia in materia di antiriciclaggio” del Documento
di Registrazione).
9.
Per quanto a conoscenza dell’Emittente, alla data attuale, la Procura della Repubblica di Genova sta svolgendo
indagini in relazione ad un procedimento nell’ambito delle quali l’ex Presidente dell’Emittente Giovanni Berneschi è
indagato per i reati di cui agli articoli 2622, commi 3 e 4 (false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o
dei creditori), e 2637 (aggiotaggio) del Codice Civile, appropriazione indebita ex articolo 646 del Codice Penale. Alla
predetta data, l’Emittente è in attesa di conoscere l’esito delle indagini preliminari condotte dalla Procura della
Repubblica.
Per quanto attiene ai reati costituenti presupposto della responsabilità dell’ente ex D. Lgs. 231 ed essendo tali illeciti
ascritti ad un soggetto apicale, l’Emittente è stata iscritta nel registro degli indagati per l’illecito amministrativo
dipendente da reato per i reati di false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori (articolo
2622 del Codice Civile) e di aggiotaggio (articolo 2637 del Codice Civile). Le indagini hanno ad oggetto, tra l’altro,
anche la regolarità nella concessione di fidi e nella complessiva gestione dei rapporti creditori nonché la conformità
dei modelli organizzativi interni inerenti all’affidamento e alla gestione dei fidi e la redazione dei bilanci alla
normativa di settore.
Per quanto a conoscenza dell’Emittente, nell’ambito di un procedimento penale, che coinvolge il Centro Fiduciario ai
sensi degli articoli 25-ter e 25-octies del Decreto Legislativo 231, sono stati indagati e destinatari di misure cautelari
personali e reali anche tre dipendenti distaccati con mansioni direttive presso il Centro Fiduciario per i reati di ostacolo
all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, riciclaggio e concorso nell’evasione delle imposte sui
redditi. Nel contesto del medesimo procedimento erano stati altresì contestati altri reati, in particolare i reati di
associazione a delinquere aggravato dalla natura transnazionale della associazione medesima, truffa aggravata,
appropriazione indebita, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla natura transnazionale del
gruppo criminale organizzato, in relazione ai quali, per quanto a conoscenza dell’Emittente, sono state emesse misure
cautelari personali e reali nei confronti, tra l’altro, dell’ex Presidente dell’Emittente (cfr.: Capitolo 3, Paragrafi 3.1.6
“Rischi connessi ai procedimenti penali” e 3.1.18 “Rischi connessi al modello di organizzazione e gestione ai sensi del
Decreto Legislativo 231” del Documento di Registrazione).
10. Alla data attuale, l’Emittente riceve giudizi di rating da parte delle agenzie internazionali Moody’s e Fitch Ratings. Nello
specifico, in data 5 ottobre 2016 Moody’s ha confermato il giudizio attribuito alla Banca l’8 aprile 2014: ‘Caa1’ per il
lungo termine e ‘Not prime’ per il breve, mantenendo l’outlook developing assegnato il 25 gennaio 2016. Riguardo al
rating a lungo termine dei depositi, il giudizio è stato confermato a ‘B3’, ponendo lo stesso in outlook developing da
positivo. In data 16 maggio 2016, Fitch ha rivisto il rating a lungo termine a ‘B-’ da ‘B’, con outlook stabile.
I rating assegnati sul debito a lungo termine da entrambe le agenzie rientrano nella categoria “Speculativa – Non
Investment Grade”, che indica che l’aspettativa per rischio di default è elevata soprattutto in caso di avverse condizioni
economiche, finanziarie e settoriali sul lungo periodo. Si evidenzia come un eventuale abbassamento del rating
attribuito all’Emittente potrebbe avere effetti negativi sul rispetto dei requisiti patrimoniali di vigilanza e ripercussioni
negative in termini di maggiori difficoltà dell’accesso al mercato del funding, nonché effetti negativi da un punto di
vista reputazionale (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.7 “Rischi connessi al rating di tipo speculativo assegnato
all'Emittente” del Documento di Registrazione).
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INDICE
DEFINIZIONI ..................................................................................................................................................... 8
1.
PERSONE RESPONSABILI ................................................................................................................ 23
2.
REVISORI LEGALI DEI CONTI ...................................................................................................... 24
3.
FATTORI DI RISCHIO ........................................................................................................................ 26
4.
INFORMAZIONI SULL'EMITTENTE .......................................................................................... 117
5.
PANORAMICA DELLE ATTIVITA' .............................................................................................. 128
6.
STRUTTURA ORGANIZZATIVA .................................................................................................. 136
7.
INFORMAZIONI SULLE TENDENZE PREVISTE ................................................................... 137
8.
PREVISIONI O STIME DEGLI UTILI .......................................................................................... 140
9.
ORGANI DI AMMINISTRAZIONE, DI DIREZIONE E DI VIGILANZA........................... 141
10. PRINCIPALI AZIONISTI.................................................................................................................... 160
11. INFORMAZIONI FINANZIARIE ..................................................................................................... 163
12. CONTRATTI IMPORTANTI ............................................................................................................. 185
13. INFORMAZIONI PROVENIENTI DA TERZI, PARERI DI ESPERTI E DICHIARAZIONI
DI INTERESSI ............................................................................................................................................... 187
14. DOCUMENTI A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO ................................................................... 188
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DEFINIZIONI
Si riporta di seguito un elenco delle principali definizioni e dei termini utilizzati all’interno del Documento di
Registrazione. Tali definizioni e termini, salvo diversamente specificato, hanno il significato di seguito indicato. Gli
ulteriori termini utilizzati nel Documento di Registrazione hanno il significato loro attribuito ed indicato nel testo.
Amissima
Assicurazioni
Amissima Assicurazioni S.p.A. (già Carige Assicurazioni S.p.A.), il cui capitale sociale è stato
ceduto in data 5 giugno 2015 da Banca Carige S.p.A. a Primavera Holdings s.r.l., società controllata
da fondi affiliati ad Apollo Global Management, LLC (NYSE: APO).
Amissima Vita
Amissima Vita S.p.A. (già Carige Vita Nuova S.p.A.), il cui integrale capitale sociale è stato ceduto
in data 5 giugno 2015 da Banca Carige S.p.A. a Primavera Holdings s.r.l., società controllata da
fondi affiliati ad Apollo Global Management, LLC (NYSE: APO).
Area Euro o
Eurozona
I 19 paesi dell’Unione Europea che utilizzano l’Euro quale valuta, a partire dal 1999.
Aumento di
Capitale in
Opzione
L’aumento di capitale sociale, a pagamento e in denaro, in forma scindibile, per un importo
massimo complessivo di Euro 850 milioni, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, da eseguirsi,
mediante emissione di nuove azioni ordinarie aventi godimento regolare, da offrire in opzione ai
titolari di azioni ordinarie e di risparmio ai sensi dell’articolo 2441, comma 1, del Codice Civile,
deliberato dall’Assemblea Straordinaria dei Soci tenutasi in data 23 aprile 2015, in unica
convocazione, su proposta del Consiglio di Amministrazione della Banca deliberata nella seduta del
19 marzo 2015 eseguito in data 2 luglio 2015 con la sottoscrizione di numero 726.216.456 azioni
ordinarie di nuova emissione per un controvalore di Euro 849.673.253,52.
Aumento di
Capitale in Natura
L’aumento di capitale sociale, in forma scindibile, a pagamento per un importo massimo
complessivo di Euro 15.822.885,75 (di cui Euro 3.955.721,43 da imputare a capitale ed Euro
11.867.164,32 quale sovrapprezzo), con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo 2441,
comma 4, primo periodo, del Codice Civile, mediante emissione di massime n. 226.364.603 nuove
azioni ordinarie, aventi godimento regolare e le medesime caratteristiche di quelle in circolazione
alla data di emissione, ad un prezzo (comprensivo di sovrapprezzo) di Euro 0,0699 cadauna, da
liberarsi mediante conferimento delle partecipazioni di minoranza detenute dalla Fondazione A. de
Mari Cassa di Risparmio di Savona e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara
rispettivamente nelle banche controllate dall’Emittente Cassa di Risparmio di Savona e Cassa di
Risparmio di Carrara, deliberato dall’Assemblea Straordinaria dei Soci tenutasi in data 23 aprile
2015, in unica convocazione, su proposta deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Banca
nella seduta del 19 marzo 2015 ed eseguito, integralmente, in data 7 e 8 maggio 2015.
Autorità di
Vigilanza
Banca Centrale Europea, Banca d’Italia, Consob, IVASS (come di seguito definite) e/o ogni altra
autorità e/o amministrazione indipendente a livello nazionale o comunitario, individualmente o
congiuntamente considerate.
Azioni Carige o
Azioni Ordinarie o
Azioni
Le azioni ordinarie di Banca Carige S.p.A.
Azioni di
Risparmio
Le azioni di risparmio di Banca Carige S.p.A. ai sensi dell’articolo 35 dello Statuto (come di
seguito definito).
Banca Carige o
Banca o Carige o
Capogruppo o
Società o
Emittente o
Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, con sede legale in Genova.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Offerente
Banca Carige
Italia o Carige
Italia
Banca Centrale
Europea o BCE
Banca Carige Italia S.p.A., con sede legale in Genova; società interamente controllata da Banca
Carige.
La banca centrale responsabile unico della vigilanza sulle banche “significative” dell’Unione e della
moneta unica europea, l’Euro; il suo compito principale consiste nel preservarne il potere di
acquisto, mantenendo così la stabilità dei prezzi nell’Area dell’Euro.
Banca Cesare
Ponti o Banca
Ponti
Banca Cesare Ponti S.p.A., con sede legale in Milano; società interamente controllata da Banca
Carige.
Banca d’Italia
La banca centrale della Repubblica Italiana.
Banca del Monte
di Lucca
Banca del Monte di Lucca S.p.A., con sede legale in Lucca, società controllata da Banca Carige con
una partecipazione pari al 60% del capitale sociale.
Bilancio
Consolidato 2014
Il bilancio consolidato del Gruppo relativo all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2014 approvato dal
Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in data 3 marzo 2015 e assoggettato a revisione
contabile dalla società di revisione EY S.p.A. (già Reconta Ernst & Young come di seguito definita)
incorporato mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet di
Banca Carige al seguente indirizzo:
http://carige.reportingcenter.it/sites/carige2012.annualreporting.it/files/allegati/relazione_finanziaria
_annuale_2014.pdf
Bilancio
Consolidato 2014
Riesposto
Il Bilancio Consolidato 2014 riesposto nel Bilancio Consolidato 2015 (come di seguito definito), in
conformità alle disposizioni del principio contabile internazionale IFRS 5 – “Attività non correnti
possedute per la vendita e attività operative cessate”. In sede di predisposizione del Bilancio
Consolidato 2015 la Banca ha provveduto alla riesposizione degli schemi del conto economico, del
prospetto della redditività complessiva e del rendiconto finanziario relativi all’esercizio al 31
dicembre 2014 a seguito delle delibere assunte dal Consiglio di Amministrazione di non
considerare tra gli asset in vendita le partecipazioni detenute in Banca Cesare Ponti e Creditis e
confermando le stesse nell’ambito del perimetro del Gruppo Banca Carige.
Bilancio
Consolidato 2015
Il bilancio consolidato del Gruppo relativo all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 approvato dal
Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in data 3 marzo 2016 e assoggettato a revisione
contabile dalla società di revisione EY S.p.A. (già Reconta Ernst & Young come di seguito definita)
incorporato mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet di
Banca Carige al seguente indirizzo:
"http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio2015.pdf"
Borsa Italiana
Borsa Italiana S.p.A., con sede in Milano, Piazza degli Affari n. 6.
Carige AM SGR
Carige Asset Management SGR S.p.A., società fusa per incorporazione in Arca SGR S.p.A. in data
26 settembre 2014.
Cassa di
Risparmio di
Savona
Cassa di Risparmio di Savona S.p.A., società oggetto di fusione per incorporazione in Banca Carige
S.p.A. con effetti civilistici dal 23 novembre 2015 ed efficacia contabile e fiscale retrodatata all’1
gennaio 2015.
Cassa di
Risparmio di
Carrara
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Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A., società oggetto di fusione per incorporazione in Banca Carige
con effetti civilistici dal 14 dicembre 2015 ed efficacia contabile e fiscale retrodatata all’1 gennaio
2015.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Centro
Fiduciario
Centro Fiduciario C.F. S.p.A., con sede legale in Genova; società controllata da Banca Carige con
una partecipazione diretta pari al 96,95% del capitale sociale.
Circolare 262
La Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 di Banca d’Italia, come successivamente modificata ed
integrata, concernente gli schemi e regole di compilazione del bilancio bancario.
Circolare 263
La Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 di Banca d’Italia, come successivamente modificata ed
integrata, recante le disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, che recepisce le direttive
comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE (“Basilea 2”).
Circolare 285
La Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 di Banca d’Italia, come successivamente modificata ed
integrata, che recepisce la Direttiva 2013/36/UE e il Regolamento (UE) n. 575/2013, raccoglie le
disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari italiani, riviste e
aggiornate per adeguare la normativa interna alle novità intervenute nel quadro regolamentare
internazionale con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza
bancaria dell’Unione Europea, nonché per tener conto delle esigenze emerse nell’esercizio della
vigilanza sulle banche e su altri intermediari.
Codice Civile
Il Regio Decreto del 16 marzo 1942, n. 262, come successivamente modificato ed integrato.
Codice di
Autodisciplina
Il Codice di Autodisciplina delle società quotate dal Comitato per la Corporate Governance e
promosso da Borsa Italiana, ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria, in vigore alla Data
del Documento di Registrazione.
Consob
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, con sede legale in Roma.
Creditis
Creditis Servizi Finanziari S.p.A., con sede legale in Genova; società interamente controllata da
Banca Carige.
Data del
Documento di
Registrazione
La data di approvazione del Documento di Registrazione (come di seguito definito) da parte della
Consob, ossia il 21 novembre 2016.
Decreto
Legislativo
Antiriciclaggio
Il Decreto Legislativo del 21 novembre 2007 n. 231, come successivamente modificato ed
integrato, recante l’attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo
del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento
del terrorismo nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione.
Decreto
Legislativo 231
Il Decreto Legislativo dell’8 giugno 2001, n. 231, come successivamente modificato e integrato
recante la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e
delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della Legge 29
settembre 2000, n. 300.
Direttiva
2013/36/UE o
Direttiva CRD IV
La Direttiva 2013/36/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013, sull’accesso
all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di
investimento, che modifica la Direttiva 2002/87/CE e abroga le Direttive 2006/48/CE e
2006/49/CE.
Direttiva
2003/71/CE o
Direttiva
Prospetto
La Direttiva 2003/71/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 novembre 2003, relativa al
prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica o l’ammissione alla negoziazione di strumenti
finanziari, come modificata dalla Direttiva 2010/73/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del
24 novembre 2010.
Documento di
Registrazione
Il presente documento di registrazione relativo all’Emittente, depositato presso Consob in data 22
novembre 2016, a seguito di comunicazione del provvedimento di approvazione con nota del 21
novembre 2016, protocollo n. 0103594/16.
EBA
L’Autorità Bancaria Europea istituita con il Regolamento (CE) n. 1093/2010 del Parlamento
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
o European
Banking Authority
Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010, al fine di contribuire alla stabilità e all’efficacia a
breve, medio e lungo termine del sistema finanziario, a beneficio dell’economia dell’Unione
Europea, dei suoi cittadini e delle sue imprese. Tra gli obiettivi istituzionali dell’EBA vi è anche
quello di assicurare che il rischio di credito e altri rischi tipici delle banche siano adeguatamente
regolamentati e oggetto di opportuna vigilanza anche attraverso l’adozione di orientamenti e la
formulazione di raccomandazioni indirizzate alle autorità nazionali o alle istituzioni finanziarie
finalizzate ad istituire prassi di vigilanza uniformi, efficienti ed efficaci e per assicurare
l’applicazione comune, uniforme e coerente del diritto dell’Unione Europea.
ESMA o European
Securities and
Markets Authority
L’autorità indipendente che contribuisce a salvaguardare la stabilità del sistema finanziario europeo
assicurando l’integrità, la trasparenza, l’efficienza e l’ordinato svolgimento delle attività nei mercati
finanziari, così come fornire dei presidi a tutela degli investitori.
ESRB o CERS o
European Systemic
Risk Board o
Comitato Europeo
per il Rischio
Sistemico
Organismo europeo composto da banche centrali e autorità di vigilanza incaricato di svolgere la
vigilanza macro prudenziale del sistema finanziario in seno all’Unione Europea, al fine di prevenire
o attenuare i rischi sistemici alla stabilità finanziaria dell’Unione Europea derivanti da sviluppi
interni al sistema finanziario e tenendo conto degli andamenti macroeconomici.
Fondazione Carige
o Fondazione
Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, con sede legale in Genova.
Fondo Nazionale
di Risoluzione
Presso la Banca d’Italia è istituito un fondo di risoluzione ai sensi dell’articolo 78 del D.Lgs. 16
novembre 2015, n. 180, denominato Fondo Nazionale di Risoluzione (il “Fondo”). Il Fondo,
disciplinato dal Titolo V del D.Lgs. 16 novembre 2015, n. 180, ha lo scopo di consentire alla Banca
d’Italia, in qualità di Autorità di Risoluzione, di realizzare gli obiettivi della risoluzione di cui
all’articolo 21 del D.Lgs. 16 novembre 2015, n. 180, in conformità con i principi stabiliti
all’articolo 22 del medesimo D.Lgs. 16 novembre 2015, n. 180. Il Fondo costituisce un patrimonio
autonomo, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della Banca d’Italia e da ogni altro patrimonio
dalla stessa gestito, nonché da quello di ciascun soggetto che ha fornito le risorse raccolte nel Fondo
medesimo. Su di esso non sono ammesse azioni dei creditori della Banca d’Italia o nell’interesse
degli stessi, né quelle dei creditori dei soggetti che hanno versato le risorse raccolte nel Fondo o
esercitate nell’interesse degli stessi. Il patrimonio del Fondo risponde esclusivamente delle
obbligazioni contratte in connessione con uno o più degli interventi indicati dall’articolo 79 del
D.Lgs. 16 novembre 2015, n. 180.
Gruppo o Gruppo
Carige
Collettivamente, l’Emittente e le società da essa direttamente o indirettamente controllate, ai sensi
dell’articolo 2359 del Codice Civile e dell’articolo 93 del Testo Unico della Finanza (come di
seguito definito).
Gruppo Bancario
Il gruppo bancario facente capo all'Emittente, individuato ai fini del bilancio ai sensi delle istruzioni
della Circolare 262.
Gruppo Bancario
Banca Carige
Il Gruppo Bancario Banca Carige, iscritto all’Albo dei gruppi bancari al n. 6175.4 e composto, ai
sensi dell’articolo 60 del TUB, dalla Capogruppo Banca Carige e dalle società bancarie, finanziarie
e strumentali da questa controllate.
IFRS o IAS o
Principi Contabili
Internazionali
Tutti gli International Financial Reporting Standards (IFRS), tutti gli International Accounting
Standards (IAS), tutte le interpretazioni dell’International Reporting Interpretations Committee
(IFRIC), precedentemente denominate Standing Interpretations Committee (SIC).
IVASS
L’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (già ISVAP).
Legge 130
La legge del 30 aprile 1999, n. 130, recante le “Disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti”,
come successivamente integrata e modificata.
11
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
MTA
Il Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana.
Piano Industriale
2015-2019
Il piano industriale approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 19 marzo
2015 e contenente le linee guida strategiche e gli obiettivi economici, finanziari e patrimoniali per il
periodo 2015-2019.
Piano
Strategico2016 2020
Il piano strategico approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 29 giugno
2016 e contenente gli obiettivi economici, finanziari e patrimoniali del Gruppo per il periodo
2016-2020.
Parti Correlate
I soggetti ricompresi nella definizione del principio contabile internazionale IAS 24.
Principi Contabili
Italiani
Le norme di legge vigenti alla data di riferimento di ciascun bilancio dell’Emittente che
disciplinano i criteri di redazione dei bilanci come interpretate e integrate dai principi contabili
emanati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
Regolamento (CE)
n. 809/2004
Il Regolamento (CE) n. 809/2004 della Commissione del 29 aprile 2004, recante modalità di
esecuzione della Direttiva 2003/71/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda
le informazioni contenute nei prospetti, il modello dei prospetti, l’inclusione delle informazioni
mediante riferimento, la pubblicazione dei prospetti e la diffusione di messaggi pubblicitari, come
successivamente modificato in particolare dal Regolamento Delegato (UE) del 30 marzo 2012, n.
486, dal Regolamento Delegato (UE) del 4 giugno 2012, n. 862 nonché dal Regolamento Delegato
(UE) 2016/301 del 30 novembre 2015.
Regolamento (CE)
n. 1606/2002
Il Regolamento CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 relativo
all’applicazione di Principi Contabili Internazionali.
Regolamento (UE)
n. 575/2013 o
Regolamento CRR
Il Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013,
relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il
Regolamento (UE) n. 648/2012.
Regolamento
Emittenti
Il Regolamento approvato da Consob con deliberazione n. 11971 in data 14 maggio 1999, come
successivamente modificato ed integrato.
Regolamento
Parti Correlate
Il Regolamento approvato da Consob con deliberazione n. 17221 in data 12 marzo 2010, come
successivamente modificato ed integrato.
Relazione
Finanziaria
Semestrale al 30
giugno 2016
La Relazione Finanziaria Semestrale consolidata del Gruppo al 30 giugno 2016 approvata dal
Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in data 5 agosto 2016 è disponibile sul sito internet
dell’Emittente all’indirizzo
Relazione
Semestrale 2015
riesposta
Resoconto
intermedio di
Gestione al 30
settembre 2016
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf
La Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2015 riesposta nella Relazione Finanziaria
Semestrale al 30 giugno 2016 (come di seguito definito), in conformità alle disposizioni del
principio contabile internazionale IFRS 5 – “Attività non correnti possedute per la vendita e attività
operative cessate”.
Il Resoconto intermedio di Gestione consolidato del Gruppo al 30 settembre 2016 approvato dal
Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in data 8 novembre 2016.
Società Controllata Le società controllate ai sensi dell’articolo 2359, comma 1, punti 1) e 2), del Codice Civile.
o Controllata
Società di
Revisione o EY
S.p.A.
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EY S.p.A. (già Reconta Ernst & Young S.p.A. con sede legale in Roma, Via Po 32, 00198, iscritta
nel Registro dei Revisori Legali tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al n. 70945.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Statuto
Lo statuto sociale di Banca Carige, in vigore alla Data del Documento di Registrazione.
Testo Unico
Bancario o TUB
Il Decreto Legislativo del 1° settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e
creditizia) come successivamente modificato e integrato.
Testo Unico della
Finanza o TUF
Il Decreto Legislativo del 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria) come successivamente modificato ed integrato.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
GLOSSARIO
Si riporta di seguito un elenco dei termini utilizzati all’interno del Documento di Registrazione. Tali termini, salvo
diversamente specificato, hanno il significato di seguito indicato.
ACE – Aiuto alla Crescita
Economica
Agevolazione per le imprese introdotta con il Decreto-Legge n. 201 del 6 dicembre
2011 e che prevede la riduzione dell’imposizione dei redditi derivanti dal
finanziamento con capitale di rischio al fine di agevolare le imprese che si
finanziano con capitale proprio.
Affluent
Clienti privati singoli o gruppi di clienti fra loro collegati con Attività Finanziarie
Intermediate (come di seguito definite) da Euro 80.000 a Euro 500.000.
AFS o Available For Sale
Categoria contabile IAS utilizzata per classificare le attività finanziarie disponibili
per la vendita.
AFI – Attività Finanziarie
Intermediate
Il totale della raccolta diretta e indiretta.
AIRB
Modello avanzato di rating che prevede che tutte le componenti di rischio degli
istituti finanziari vengano calcolate internamente. Tale approccio consente
all’istituto finanziario di ridurre i propri requisiti patrimoniali e di rischio di
credito.
Asset Quality Review o AQR
Attività di analisi intesa a migliorare la trasparenza delle esposizioni bancarie
attraverso la verifica della qualità degli attivi delle banche, ivi compresa
l’adeguatezza sia della valutazione di attività e garanzie, sia dei relativi
accantonamenti, condotta nell’ambito della Comprehensive Assessment Exercise
(come di seguito definita).
ATM
Acronimo di Automated Teller Machine. Apparecchiatura automatica per
l’effettuazione di operazioni, tra cui prelievo di contante, versamento di contante o
assegni, richiesta di informazioni sul conto, bonifici, pagamento di utenze,
ricariche telefoniche. Il terminale si attiva introducendo una carta di credito o di
debito e digitando l’apposito codice di identificazione.
Bancassicurazione
L’offerta di prodotti tipicamente assicurativi attraverso la rete distributiva delle
aziende di credito.
Basilea 2
Accordo internazionale, del giugno 2004, sui requisiti patrimoniali delle banche,
redatto dal Comitato di Basilea, istituito dai governatori delle Banche Centrali dei
dieci paesi più industrializzati (G10). Tale accordo prevede, tra l’altro, che le
banche dei paesi aderenti accantonino quote di capitale proporzionali ai tipici rischi
bancari assunti.
Basilea 3
Accordo internazionale, del dicembre 2010, contenente nuove regole a garanzia
della stabilità del Sistema bancario. Tale accordo modifica e integra Basilea 2. Le
nuove regole introdotte con Basilea 3 definiscono nuovi standard internazionali per
l’adeguatezza patrimoniale delle banche e nuovi vincoli di liquidità. Le modalità di
introduzione di tali regole in Italia sono state recepite attraverso la Circolare 285.
Capital Conservation Buffer
Secondo la nozione contenuta nell’articolo 128 della Direttiva CRD IV, è una
riserva di capitale la cui costituzione è richiesta dalla normativa – come precisato
anche dalla Circolare 285 – con l’obiettivo di dotare le banche di un buffer
patrimoniale di elevata qualità da utilizzare nei momenti di tensione del mercato
per prevenire disfunzioni del sistema bancario ed evitare interruzioni nel processo
14
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
di erogazione del credito, pari al 2,5% dei Risk-Weighted Assets, calcolati
conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del Regolamento CRR su base
individuale e consolidata.
Capital Management
Processo finalizzato a presidiare vincoli gestionali e regolamentari al fine di poter
anticipare eventuali situazioni di criticità e, nel caso, ricostituire le necessarie
riserve di capitale.
Capital Plan
Il piano predisposto dall’Emittente che include una serie di iniziative di Capital
Management per far fronte allo shortfall di capitale emerso dall’esercizio del
Comprehensive Assessment (come di seguito definito), approvato dal Consiglio di
Amministrazione dell’Emittente in data 26 ottobre 2014 e presentato in data 5
novembre 2014 per l’approvazione della BCE, la quale con decisione del 10 marzo
2015 ha comunicato a Banca Carige l’esito del Supervisory Rewiew and Evaluation
Process (come di seguito definito), chiedendo all’Emittente di realizzare il Capital
Plan entro il termine del mese di luglio 2015.
Cartolarizzazione
Operazione di trasferimento del rischio relativo ad attività finanziarie o reali a una
società veicolo, effettuata mediante la cessione delle attività sottostanti ovvero
mediante l’utilizzo di contratti derivati. La società veicolo ha per oggetto esclusivo
la realizzazione di una o più operazioni di cartolarizzazione e, in tale ambito,
emette strumenti finanziari negoziabili. In Italia, la materia è regolata
principalmente dalla Legge 130.
Crediti Deteriorati
Insieme dei crediti classificati come:
– Sofferenze (non performing loans) (esposizioni nei confronti di un soggetto in
stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili,
indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca);
– inadempienze probabili (esposizioni per le quali la banca giudica improbabile
che, senza il ricorso ad azioni, quali l’escussione delle garanzie, il debitore
adempia integralmente alle sue obbligazioni;
– esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni, diverse da quelle
classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che sono scadute e/o
sconfinanti da oltre 90 giorni.
Crediti forborne
Dal 1°gennaio 2015, con l’aggiornamento della Circolare 272 del 20 gennaio
2015 è stata introdotta la necessità di rappresentare i crediti (in bonis o deteriorati)
oggetto di concessioni (forbearance, come di seguito definite) da parte della
Banca.
Collateral
Specifico asset sottoposto a vincolo nell’ambito di una operazione contrattuale
effettuata da un soggetto obbligato ad eseguire una certa prestazione al fine di
garantirla. Tale asset può essere venduto in danno del debitore, se questi non
adempie alla propria obbligazione.
Common Equity Tier 1
o CET 1
La componente primaria di capitale secondo la normativa di Basilea 3,
rappresentata principalmente dal capitale ordinario versato, dalle relative riserve di
sovrapprezzo, dall’utile di periodo, dalle riserve, dal patrimonio di terzi
(computabile entro determinati limiti), al netto di determinate rettifiche
regolamentari.
Common Equity Tier 1 Ratio o
CET 1 Ratio
Coefficiente di solvibilità espresso dal rapporto tra il Common Equity Tier 1 e
l’RWA (come di seguito definito).
15
Banca CARIGE S.p.A.
Comprehensive Assessment
Exercise o Comprehensive
Assessment
Documento di Registrazione
Il Comprehensive Assessment Exercise è consistito nell’esame della qualità degli
attivi (Asset Quality Review – AQR) e nelle prove di stress (Stress Test) a cui sono
stati sottoposti i bilanci delle banche rientranti, secondo BCE, nel novero delle
“significative” al 31 dicembre 2013 con proiezioni sul triennio 2014-2016 in uno
scenario di base (sviluppato dalla Commissione Europea) e in uno scenario avverso
(definito in sede BCE ed European Systemic Risk Board - ESRB), integrati con i
risultati dell’AQR (c.d. “join-up”). In data 26 ottobre 2014 la Banca Centrale
Europea (BCE), l’Autorità Bancaria Europea (EBA) e le autorità nazionali di
vigilanza hanno diffuso l’esito finale dell’esercizio di “valutazione approfondita”
(Comprehensive Assessment Exercise) di 130 banche europee, condotto in
previsione dell’adozione di un Meccanismo Unico di Vigilanza (o SSM – Single
Supervisory Mechanism, di seguito definito) in vigore dal 4 novembre 2014.
Core Tier 1 Capital
La componente principale del patrimonio regolamentare di una banca,
rappresentato dal Patrimonio di Base al netto degli strumenti innovativi di capitale
non computabili come Core Tier 1. (applicabile sino ai bilanci chiusi al 31
dicembre 2013).
Core Tier 1 Ratio
Misura dell’adeguatezza patrimoniale di una banca ed è rappresentata dal rapporto
tra Core Tier 1 Capital e RWA, applicabile sino ai bilanci chiusi al 31 dicembre
2013 (come di seguito definito).
Corporate
Segmento di clientela corrispondente a medie e grandi imprese (sotto settori Mid
Corporate e Large Corporate).
Countercyclical Capital Buffer
Riserva di capitale anticiclica costituita da Capitale Primario di Classe 1 ai sensi
della Circolare n. 285, secondo la nozione contenuta negli articoli 128 e 130 della
Direttiva CRD IV, pari alle Attività di rischio ponderate (RWA) calcolate
conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del Regolamento CRR moltiplicate per
il coefficiente anticiclico specifico della Banca, calcolato da Banca d’Italia secondo
i criteri previsti dalla Circolare n. 285 in una misura compresa tra lo 0% e il 2,5%.
Coverage Ratio
Il rapporto tra le rettifiche di valore e l’esposizione lorda degli impieghi nelle
differenti classi di credito individuate nel portafoglio crediti complessivo.
Covered Bond
Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia dell’Emittente, può
usufruire anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari o altri attivi di
elevata qualità ceduti, per tale scopo, ad un’apposita società veicolo in coerenza
con il combinato disposto degli articoli 4 e 7-bis della Legge 130.
Credit file review
Analisi campionaria delle posizioni di credito delle banche, condotta dalla BCE
nell’ambito del Comprehensive Assessment.
Deduzioni
Elementi patrimoniali portati in diminuzione dagli elementi positivi del capitale
regolamentare in base alle norme definite dal Regolamento UE 575/2013 (c.d.
Regolamento CRR) e dalla Circolare 285. A seconda che tali deduzioni siano
effettuate integralmente ovvero solo per la quota eccedente un determinato livello
di capitale, si distinguono le deduzioni senza soglia (in particolare avviamenti e
altre attività immateriali) da quelle con soglia (investimenti significativi e non
significativi in soggetti del settore finanziario e attività per imposte anticipate che
dipendono dalla redditività futura).
Discrezionalità nazionali
Insieme di norme che consentono ai singoli paesi di adattare le norme sul
capitale al fine di meglio riflettere le differenze proprie di ciascun sistema
finanziario locale.
16
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
DTA
Acronimo di Deferred Tax Assets. Indica le attività per imposte anticipate.
Factoring
Contratto di cessione, pro soluto (con rischio di credito a carico del cessionario) o
pro solvendo (con rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali a
banche o a società specializzate, ai fini di gestione e di incasso, al quale può essere
associato un finanziamento a favore del cedente.
Fair Value
Il prezzo che si potrebbe ricevere per vendere un’attività o pagare per trasferire una
passività in una transazione ordinaria tra partecipanti al mercato alla data di
valutazione. Spesso è identico al prezzo di mercato. In base agli IFRS le banche
applicano il fair value nella valutazione degli strumenti finanziari (attività e
passività) di negoziazione e disponibili per la vendita e dei derivati e possono
utilizzarlo per la valorizzazione delle partecipazioni e delle immobilizzazioni
materiali e immateriali (con diverse modalità di impatto sul conto economico per le
differenti attività considerate).
Filtri prudenziali
Le correzioni apportate alle specifiche voci di bilancio considerate nell’ambito
delle modalità di calcolo del patrimonio di vigilanza, allo scopo di salvaguardare la
qualità dello stesso e di ridurne la potenziale volatilità indotta dall’applicazione dei
Principi Contabili Internazionali.
Forbearance
Le misure di forbearance costituiscono delle modifiche alle originarie condizioni
contrattuali della linea di credito che la banca concede all’impresa cliente. Per
esempio la banca può concedere al cliente una riduzione del tasso di interesse del
finanziamento oppure può disporre un allungamento della durata del
finanziamento.
Tali misure di forbearance possono riguardare clienti performing in difficoltà
finanziaria (forborne performing exposures) oppure clienti classificati in stato di
deterioramento (non performing exposures with forbearance measures).
Fully phased
Meccanismo di calcolo dei coefficienti patrimoniali che assume la Direttiva CRD
IV e il Regolamento CRR completamente a regime dal 1° gennaio 2019.
Funding
Approvvigionamento, in diverse forme, dei fondi necessari al finanziamento
dell’attività aziendale o di particolari operazioni finanziarie.
Gap Analysis
Tecnica di analisi della differenza nelle scadenze o nel periodo di ridefinizione del
tasso di interesse delle attività e passività della banca sensibili che consente di
valutare l’impatto che variazioni inattese nei tassi di interesse determinano sui
profitti correnti e sul valore del patrimonio netto.
Grandfathering graduale
Meccanismo attraverso il quale anche i prestiti subordinati non conformi, per
caratteristiche, al dettato normativo del Regolamento (UE) 575/2013 possono
essere parzialmente computati all’interno del capitale regolamentare per importi
via via decrescenti in ragione di un fattore di ammortamento del 10% annuo; il
meccanismo verrà ad esaurirsi nell’anno 2021.
HFT (Held for Trading)
Categoria contabile IAS utilizzata per classificare le attività e passività detenute per
la negoziazione.
Hub & Spoke
Sistema distributivo della rete bancaria che prevede formati differenziati di filiale
con filiali capofila presso cui vengono svolte tutte le attività tradizionali (Hub) e
filiali satellite (Spoke) orientate ai servizi di base e in stretto collegamento con la
propria capofila.
ICAAP
Disciplina del Secondo Pilastro (Pillar 2) che richiede alle banche di dotarsi di
processi e strumenti per determinare il livello di capitale interno adeguato a
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
fronteggiare i rischi, anche diversi da quelli presidiati dal requisito patrimoniale
complessivo (Primo Pilastro o Pillar 1), nell’ambito di una valutazione
dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e
dell’evoluzione del contesto di riferimento.
o Internal Capital Adequacy
Assessment Process
Impairment
Nell’ambito dei principi contabili IAS/IFRS (IAS 36), si riferisce alla perdita
durevole di valore di un’attività di bilancio, rilevata come differenza tra il valore di
bilancio ed il valore recuperabile ovvero il maggior importo che può essere
ottenuto con la vendita o l’utilizzo dell’attività stessa.
Investment Banking
L’attività d’intermediazione nella compravendita di strumenti finanziari e l’attività,
unita alla precedente o separata da essa, di gestione dei portafogli.
Large corporate
Le imprese con affidamenti da parte del Gruppo pari ad almeno Euro 10 milioni e
fatturato pari ad almeno Euro 100 milioni.
Leasing
Il contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un
tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore
su scelta e indicazione del locatario, con pagamento di un canone periodico, con
facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate
al termine del contratto di locazione.
Leverage Ratio
Il rapporto su base consolidata tra il capitale netto e il totale delle attività (definita
anche leva finanziaria).
Liquidity Coverage Ratio o LCR
L’indicatore di liquidità a breve termine a 30 giorni introdotto dal Comitato di
Basilea dato dal rapporto tra ammontare delle HQLA (High Quality Liquid Assets
attività liquide di elevata qualità) e totale dei deflussi di cassa netti nei 30 giorni di
calendario successivi. Il requisito relativo a tale indicatore è entrato in vigore dal 1°
gennaio 2015 prevedendo i seguenti limiti minimi in regime di Phase-in (come di
seguito definito): 60% per il 2015, 70% per il 2016, 80% per il 2017 e 100% dal
2018. Si segnala che, nell’ambito dello SREP, BCE ha richiesto all’Emittente, con
riferimento al 2016, il rispetto di un target minimo di tale indicatore pari al 90%.
Loan to Deposit Ratio
Indicatore di liquidità calcolato come rapporto tra la voce 70 dell’attivo dello stato
patrimoniale consolidato “Crediti verso clientela”e il totale della raccolta diretta da
clientela (somma delle voci 20 ”Debiti verso clientela”, 30 “Titoli in circolazione”
e 50 “Passività finanziarie valutate al fair value” del passivo).
L&R
o Loans & Receivables
Categoria contabile IAS utilizzata per classificare le attività finanziarie diverse dai
derivati, non quotate su mercati attivi e con pagamenti fissi o determinabili che
vengono misurate al costo ammortizzato.
LTRO
o Longer Term Refinancing
Operation
Letteralmente “operazione di rifinanziamento di più lungo termine”. Sono delle
operazioni di mercato aperto condotte dalla BCE per la gestione dei tassi di
interesse e della liquidità nell’Eurozona.
Mass Market
Clienti privati singoli o gruppi di clienti con Attività Finanziarie Intermediate
inferiori a Euro 80.000.
Mid corporate
Le imprese con affidamenti a breve termine da parte del sistema bancario pari ad
almeno Euro 0,5 milioni e fatturato pari ad almeno Euro 2,5 milioni.
1.
Non Performing Exposure
18
Per non-performing exposure si intende la posizione che soddisfa entrambe, o
anche una sola, delle seguenti condizioni: (i) il perdurare di uno scaduto (past-due)
per oltre 90 giorni, da intendersi continuativo e non cumulabile per periodi
intermedi parziali (per esposizione past-due si intende quella con riferimento alla
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
quale, alla data prevista, non sono stati adempiuti gli obblighi di pagamento per
capitale, interessi o spese); (ii) l’incapacità del debitore a fare fronte integralmente
e puntualmente alle proprie obbligazioni, senza ricorrere al realizzo di una garanzia
prestata indipendentemente dal numero di ritardo nel pagamento a tale momento
esistente.
NSFR
o Net Stable Funding Ratio
L’indicatore di liquidità strutturale a 12 mesi introdotto dal Comitato di Basilea
dato dal rapporto tra ammontare disponibile di provvista stabile e ammontare
obbligatorio di provvista stabile.
Other Systemically Important
Institution
Secondo la classificazione contenuta nell’articolo 131 della Direttiva CRD IV, i
c.d. Altri Enti a Rilevanza Sistemica che, per la loro rilevanza sistemica, a livello
globale o domestico, pongono rischi maggiori per il sistema finanziario e una loro
eventuale crisi potrebbe avere impatti sui contribuenti, con riferimento ai quali, per
tale ragione, la Direttiva CRD IV prevede, attraverso la costituzione di riserve di
capitale aggiuntive, l’imposizione di requisiti patrimoniali più elevati (c.d. “O-SII
buffer”).
Patrimonio di Base o
Tier 1 Capital
Il capitale versato, le riserve, gli strumenti innovativi di capitale e l’utile del
periodo costituiscono gli elementi patrimoniali di qualità primaria. A questi si
aggiungono i “filtri prudenziali” positivi del patrimonio di base. Il totale dei
suddetti elementi, al netto delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali,
della perdita del periodo e di quelle registrate in esercizi precedenti nonché dei
“filtri prudenziali” negativi del patrimonio di base, costituisce il “patrimonio di
base”. La Banca d’Italia può richiedere che vengano portati in deduzione ulteriori
elementi che, per le loro caratteristiche, possano conferire al patrimonio di base un
livello qualitativo (in termini di composizione) inferiore. Per maggiori dettagli si
vedano le istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di
vigilanza e sui coefficienti prudenziali emanate dalla Banca d’Italia (Circolare
263). A partire dal 1° gennaio 2014, con la Circolare 285, la definizione di
“patrimonio di base” è stata sostituita da quella di “Capitale Primario di Classe 1”.
Patrimonio Supplementare o
Tier 2 Capital
Le riserve da valutazione, gli strumenti innovativi di capitale non computati nel
patrimonio di base, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione, le passività
subordinate, le plusvalenze nette implicite su partecipazioni, gli altri elementi
positivi, costituiscono gli elementi patrimoniali di qualità secondaria. A questi si
aggiungono i “filtri prudenziali” positivi del patrimonio supplementare. Il totale dei
suddetti elementi, diminuito delle minusvalenze nette implicite su partecipazioni,
degli altri elementi negativi, dei “filtri prudenziali” negativi del patrimonio
supplementare, costituisce il Patrimonio Supplementare. Per maggiori dettagli si
vedano le Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di
vigilanza e sui coefficienti prudenziali emanate dalla Banca d’Italia. A partire dal
1° gennaio 2014, con la Circolare 285, la definizione di “patrimonio
supplementare” è stata sostituita da quella di “Elementi di Capitale di Classe 2”.
Patrimonio di Vigilanza o Total
Capital
Patrimonio delle banche valido ai fini della normativa di vigilanza, costituito dalla
somma del Patrimonio di Base – ammesso nel calcolo senza alcuna limitazione – e
del Patrimonio supplementare, che viene ammesso nel limite massimo del
Patrimonio di Base dedotte, con specifiche e dettagliate modalità, le partecipazioni
e interessenze possedute in altri enti creditizi e/o finanziari. La Banca d’Italia, nelle
Istruzioni di Vigilanza e nelle Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul
Patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali indica dettagliati limiti e
modalità di calcolo del Patrimonio di vigilanza. Per maggiori dettagli si vedano le
Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di vigilanza e sui
coefficienti prudenziali emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 263 e, a partire dal
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
1° gennaio 2014, Circolare 285).
Performing
Termine riferito generalmente ai crediti che non manifestano problematiche in
termini di regolarità nei rimborsi.
Phase-in
Meccanismo di calcolo dei coefficienti patrimoniali previsto in applicazione del
regime transitorio, nel periodo che intercorre tra il 1° gennaio 2014 e il 31
dicembre 2018, previsto dalla Circolare 285.
Piccoli Operatori Economici o
POE
Le imprese, i soggetti appartenenti a famiglie produttrici o liberi professionisti con
affidamenti complessivi da parte del sistema bancario inferiori a Euro 30.000.
Private
Clienti privati singoli o gruppi di clienti fra loro collegati con Attività Finanziarie
Intermediate superiori a Euro 500.000.
Private Banking
L’offerta di servizi personalizzati e di elevata qualità e complessità rivolta a un
numero limitato di clienti con disponibilità e bisogni finanziari complessi.
Projection of Findings
La proiezione statistica dei risultati del Credit File Review.
Purchase price allocation o
PPA
Trattamento contabile definito dall’IFRS 3 (purchase method) per le aggregazioni
di imprese (Business Combinations) che impone l’attribuzione del prezzo di
acquisto alle attività e passività identificabili dell’impresa oggetto dell’acquisizione
e la contabilizzazione dell’avviamento, positivo o negativo.
Rating
Esprime la valutazione, da parte di società specializzate, del merito creditizio di
una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità
finanziaria della società stessa e delle sue prospettive.
Retail
Segmento nel quale confluiscono le attività svolte nei confronti della clientela di
minori dimensioni, sia dal lato della raccolta, sia da quello degli impieghi (Affluent,
Mass Market e Small Business e POE).
Risk Appetite Framework
Concetto introdotto con il 15° aggiornamento del 2 luglio 2013 della Circolare 263,
che definisce – in coerenza con il massimo rischio assumibile, il business model e
il piano strategico – la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di
rischio, le politiche di governo dei rischi, i processi di riferimento necessari per
definirli e attuarli.
ROE o Return on Equity
Rapporto tra l’utile netto di periodo ed il patrimonio netto di fine anno,
precedentemente depurato degli utili destinati agli azionisti. Il ROE è uno dei
principali indicatori della performance di redditività del capitale investito.
RWA o Attivo ponderato per il
Rischio
Gli attivi bancari (dentro e fuori bilancio) vengono ponderati attraverso fattori che
rappresentano la loro rischiosità e il loro potenziale di default in modo da calcolare
un indicatore di adeguatezza patrimoniale (l’ammontare minimo di capitale
richiesto alle banche e alle altre istituzioni a cui si rivolgono gli accordi
internazionali).
Scenario avverso
Scenario macroeconomico utilizzato per l’esercizio di Stress Test condotto
nell’ambito del Comprehensive Assessment effettuato nel corso del 2014 dalla
Banca Centrale Europea, in collaborazione con l’Autorità Bancaria Europea, il
Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (European Systemic Risk Board ESRB) e le autorità nazionali competenti responsabili della conduzione della
supervisione bancaria negli Stati Membri dell’Unione Europea nell’ambito del
Single Supervisory Mechanism (SSM). Lo scenario è stato proposto dall’ESRB in
stretta collaborazione con le autorità nazionali competenti responsabili della
conduzione della supervisione bancaria, con la BCE e l’EBA. Lo scenario adverse,
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
pubblicato dall’EBA il 29 aprile 2014, è stato strutturato per cogliere i rischi
sistemici più rilevanti per la stabilità del sistema finanziario dell'UE, individuati
dall’ESRB. In esso sono state dettagliate le previsioni delle principali variabili
macroeconomiche e finanziarie per tutti i paesi dell'UE e per un gran numero di
paesi terzi. I rischi sistemici più rilevanti sono stati individuati nei seguenti: (i) un
significativo aumento dei rendimenti obbligazionari globali causato da un forte
incremento della percezione del rischio da parte degli operatori, in particolare verso
le economie emergenti; (ii) un ulteriore deterioramento della qualità del credito nei
paesi con la domanda più debole; (iii) stallo delle riforme della politica che
mettano a repentaglio la fiducia nella sostenibilità delle finanze pubbliche; e (iv) la
mancanza di bilanci bancari sufficientemente risanati per mantenere stabile il
mercato della liquidità.
Scenario base
Scenario macroeconomico utilizzato per l’esercizio di Stress Test condotto
nell’ambito del Comprehensive Assessment effettuato nel corso del 2014 dalla
Banca Centrale Europea, in collaborazione con l’Autorità Bancaria Europea, il
Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (European Systemic Risk Board ESRB) e le autorità nazionali competenti responsabili della conduzione della
supervisione bancaria negli Stati Membri dell’Unione Europea nell’ambito del
Single Supervisory Mechanism (SSM). In particolare tale scenario è stato ripreso
dalle previsioni della Commissione Europea del febbraio del 2014 (European
Commission, European Economic Forecast, Winter 2014, European economy
2/2014), prodotta su base biennale, ed estesa di un anno per coprire il triennio
2014-2016.
Servicer
Il soggetto – presente di solito nelle operazioni di cartolarizzazione – che, sulla
base di un apposito contratto (che disciplina l'attività di servicing), svolge tutte le
attività connesse all’amministrazione e all’incasso dei crediti o delle attività
cartolarizzate, oltre a verificare che l’operazione rispetti la Legge 130 e la relativa
documentazione contrattuale.
Single Supervisory Mechanism
o SSM
Meccanismo Unico di Vigilanza, cui è stata trasferita la vigilanza sulle banche a
partire dal 4 novembre 2014, sulla base del Regolamento (UE) n. 1024/2013 del
Consiglio del 15 ottobre 2013, il quale attribuisce alla Banca Centrale Europea
compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli
enti creditizi.
Sistema
L’insieme delle banche che operano sul territorio italiano.
Small business
Le imprese, i soggetti appartenenti a famiglie produttrici o liberi professionisti con
affidamenti complessivi a breve termine da parte del sistema bancario maggiori di
Euro 30.000 e fino a Euro 500.000 e fatturato fino a Euro 2.500.000.
Società Veicolo
L’entità legale (nella forma di società di persone, capital trust, ecc.) costituita al
fine di perseguire specifici obiettivi, quali l’isolamento del rischio finanziario o
l’ottenimento di particolari trattamenti regolamentari e/o fiscali riguardanti
determinati portafogli di attività finanziarie. Per tale ragione l’operatività della
società veicolo è circoscritta attraverso la definizione di una serie di norme
finalizzate a limitarne l’ambito di attività.
Spread
Con questo termine di norma si indica la differenza, come di volta in volta indicata,
tra due tassi di interesse, lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle
contrattazioni in titoli o la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari
riconosce in aggiunta ad un tasso di riferimento.
Stress Test
Processo di effettuazione di prove di stress ovvero di tecniche quantitative e
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
qualitative attraverso le quali viene valutata la vulnerabilità delle banche ad eventi
eccezionali ma plausibili.
Supervisory Rewiew and
Evaluation Process o SREP
Processo di revisione e valutazione prudenziale da parte della BCE, previsto dal
Regolamento (UE) n. 1024/2013 dei requisiti patrimoniali degli intermediari, di
volta in volta individuati.
Tier 1 Ratio
L’indicatore dato dal rapporto tra il Patrimonio di Base della banca e l’attivo
ponderato per il rischio.
TLTRO
Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine condotte dalla Banca
Centrale Europea per un periodo di due anni, con l'obiettivo di migliorare
l’erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario.
Total Capital Ratio
Il coefficiente di solvibilità rappresentato dal rapporto tra il Patrimonio di
Vigilanza, comprensivo dei prestiti subordinati di terzo livello e l’attivo ponderato
per il rischio.
Wealth Management
L’insieme dei servizi offerti alla clientela per la gestione e l’amministrazione dei
patrimoni.
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Banca CARIGE S.p.A.
1.
Documento di Registrazione
PERSONE RESPONSABILI
1.1 Indicazione delle persone responsabili
Banca Carige S.p.A., con sede legale in Via Cassa di Risparmio, n. 15, Genova, si assume la responsabilità delle
informazioni contenute nel presente Documento di Registrazione.
1.2 Dichiarazione di responsabilità
Banca Carige S.p.A. dichiara che le informazioni contenute nel presente Documento di Registrazione sono, per quanto a
propria conoscenza e avendo adottato tutta la ragionevole diligenza a tale scopo, conformi ai fatti e non presentano
omissioni tali da alterarne il senso.
23
Banca CARIGE S.p.A.
2.
Documento di Registrazione
REVISORI LEGALI DEI CONTI
2.1 Nome e indirizzo dei Revisori legali dell’Emittente
La società incaricata della revisione legale dei conti per l’Emittente è EY S.p.A. (già Reconta Ernst & Young S.p.A.), con
sede in Roma, Via Po 32, iscritta al n. 70945 del Registro dei Revisori Legali tenuto dal Ministero dell’Economia e delle
Finanze.
L’Assemblea degli azionisti dell’Emittente ha conferito, in data 29 aprile 2011, a EY S.p.A. l’incarico per la revisione
legale del bilancio d’esercizio dell’Emittente e del bilancio consolidato del Gruppo Carige, per la revisione contabile
limitata del bilancio consolidato semestrale abbreviato di Gruppo, per la verifica della regolare tenuta della contabilità
sociale e della corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili per il novennio 2012-2020.
Durante il periodo cui si riferiscono le informazioni finanziarie relative agli esercizi passati riportate nel Documento di
Registrazione non vi sono stati rilievi o rifiuti di attestazione da parte della Società di Revisione in merito ai bilanci
d’esercizio e consolidati dell’Emittente sottoposti a revisione e ai bilanci consolidati semestrali abbreviati di Gruppo
sottoposti a revisione contabile limitata.
Nella relazione della Società di Revisione relativa al Bilancio Consolidato 2014 è indicato quanto segue: “Il bilancio
consolidato presenta ai fini comparativi i dati dell’esercizio precedente. Come illustrato nella nota integrativa, gli
Amministratori hanno riesposto alcuni dati comparativi rispetto ai dati presentati nel bilancio consolidato al 31 dicembre
2013 da noi assoggettato a revisione contabile e sul quale avevamo emesso la relazione di revisione in data 3 aprile 2014.
Le modalità di rideterminazione dei dati comparativi e la relativa informativa presentata nella nota integrativa sono state
da noi esaminate ai fini dell’espressione del giudizio sul bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2014”. Nella
medesima relazione della Società di Revisione è presente il seguente richiamo d’informativa “Gli Amministratori
descrivono nella relazione sulla gestione ed in nota integrativa le iniziative di rafforzamento patrimoniale del Gruppo, che
includono la proposta di aumento di capitale a pagamento da offrire in opzione agli Azionisti per un importo massimo di
Euro 850 milioni, volte a rispettare gli specifici obblighi in materia di fondi propri aggiuntivi imposti dalla Banca Centrale
Europea”.
Nella relazione della Società di Revisione relativa al Bilancio Consolidato 2015 è presente il seguente richiamo
d’informativa: “Si richiama l’attenzione su quanto indicato nella nota integrativa in merito alle iniziative di rafforzamento
patrimoniale attuate al fine di rispettare i requisiti prudenziali fissati dalla Banca Centrale Europea (“BCE”) e ricomprese
nell’ambito del Capital Plan sottoposta alla BCE ad esito del Comprehensive Assessment. Come descritto in nota
integrativa, inoltre, la BCE in data 19 febbraio 2016 ha comunicato alla Banca, nella forma di draft decision, l’intenzione
di adottare una decisione contenente la richiesta ai sensi del Regolamento UE 1024/2013 di predisporre un nuovo funding
plan per far fronte alle esigenze di liquidità, un nuovo piano industriale che tenga conto del deterioramento dell’attuale
scenario rispetto alle originarie previsioni nonché un piano a medio termine che rifletta nuove considerazioni sulle opzioni
strategiche del Gruppo. Sulla base delle valutazioni effettuate, pur tenendo in considerazione il contenuto della citata draft
decision, gli amministratori hanno redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Il nostro giudizio non
contiene rilievi con riferimento a tali aspetti.”
Nella relazione della Società di Revisione relativa alla Relazione Finanziaria Semestrale è presente il seguente richiamo di
informativa: “Si richiama l’attenzione sull’informativa fornita nel paragrafo “Politiche contabili – Continuità
aziendale”delle note illustrative, nel quale sono illustrati gli elementi utilizzati dagli Amministratori ai fini della
valutazione della continuità aziendale, inclusa l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, in data 29 giugno
2016, del Piano Strategico 2016 – 2020 in adesione alla richiesta formulata dalla Banca Centrale Europea (“BCE”).
Sulla base delle valutazioni effettuate, pur tenendo in considerazione il fatto che non è possibile escludere ulteriori richieste
da parte della BCE e le incertezze conseguenti all’attuale contesto, gli Amministratori hanno redatto il bilancio consolidato
semestrale abbreviato nel presupposto della continuità aziendale.”.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
2.2 Informazioni sui rapporti con la Società di Revisione
Fino alla Data del Documento di Registrazione non è intervenuta alcuna revoca dell’incarico conferito dall’Emittente alla
Società di Revisione, né la Società di Revisione ha rinunciato all’incarico stesso.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
3.
FATTORI DI RISCHIO
I potenziali investitori dovrebbero leggere l'intero Documento di Registrazione unitamente al Prospetto di Base, al fine di
comprendere i rischi connessi all'investimento negli Strumenti Finanziari.
In particolare, al fine di effettuare un corretto apprezzamento dell’investimento, gli investitori sono invitati prendere visione
e a valutare gli specifici fattori di rischio relativi all’Emittente e al Gruppo, al settore di attività in cui essi operano, nonché
collegati alla sottoscrizione e/o all’acquisto di Strumenti Finanziari.
I seguenti fattori di rischio potrebbero influire sulla capacità dell’Emittente di adempiere i propri obblighi relativi agli
Strumenti Finanziari.
Inoltre nello svolgimento delle proprie attività, l’Emittente potrà essere esposto ad una serie di rischi caratteristici del settore
bancario. Alcuni di questi rischi sono gestiti secondo politiche e procedure di gestione del rischio prestabilite, la maggior
parte delle quali è descritta nella Parte E – “Informazione sui rischi e sulle relative politiche di copertura” della nota
integrativa contenuta nel Bilancio Consolidato 2015 (disponibile sul sito dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf),
nel
Bilancio
Consolidato
2014
(disponibile
sul
sito
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf)
nonché
nella
Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 (disponibile sul sito dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf ), a disposizione del
pubblico ed inclusi mediante riferimento nel presente Documento di Registrazione.
I rinvii ai Paragrafi, ove non diversamente specificato, si intendono fatti ai paragrafi del presente documento.
3.1.1 Rischio di deterioramento della qualità del credito
Il Gruppo Carige è esposto ai rischi propri delle attività creditizie che si sostanziano, inter alia, nella possibilità che le
proprie controparti contrattuali non adempiano in tutto o in parte alle obbligazioni di pagamento assunte e/o nella potenziale
diminuzione del relativo merito creditizio, con conseguente deterioramento del credito ed effetti negativi a danno del
Gruppo.
In particolare, la valutazione delle possibili perdite in cui il Gruppo Carige potrebbe incorrere relativamente alle singole
esposizioni creditizie e al portafoglio impieghi nel suo complesso dipende – oltre che dal quadro normativo e regolamentare
di riferimento – da una pluralità di fattori, tra cui si citano, a titolo esemplificativo, l’andamento delle condizioni
economiche generali o di specifici settori produttivi, il peggioramento della posizione competitiva delle imprese, la
variazione del rating delle singole controparti, il livello di indebitamento delle famiglie, la dinamica del mercato
immobiliare e altri elementi che, a vario titolo, possono influenzare il merito creditizio delle controparti e/o il valore delle
garanzie a presidio dei rischi assunti. Storicamente, i rischi di credito si sono sempre aggravati nei periodi di recessione
economica o di stagnazione, tipicamente caratterizzati da tassi di insolvenza e di fallimento più elevati. Inoltre, il
manifestarsi, in futuro, di ulteriori congiunture economiche avverse potrebbe comportare una ulteriore riduzione, anche
significativa, del valore delle garanzie ricevute dalla clientela e/o l’impossibilità, da parte della stessa, di integrare le
garanzie prestate. Un eventuale ulteriore deterioramento della qualità del credito, con conseguente possibile significativo
aumento delle sofferenze legato alla minore capacità della clientela di onorare gli impegni assunti, porterebbe al
manifestarsi di effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del
Gruppo.
Inoltre, il deterioramento della qualità del credito del Gruppo potrebbe determinare un aumento degli accantonamenti
necessari a far fronte ai Crediti Deteriorati, con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica,
patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo. In caso di un ulteriore deterioramento della qualità del credito non
è possibile escludere altresì effetti negativi sulla posizione di liquidità dell’Emittente a seguito della necessità di
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
incrementare i fondi destinati alla copertura dei propri crediti deteriorati determinando in tal modo una potenziale minore
capacità di autofinanziamento da parte dello stesso con conseguenti effetti negativi sui risultati operativi e sulla situazione
economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo.
Nel corso del primo semestre 2016, la gestione del comparto crediti del Gruppo ha evidenziato un peggioramento della
qualità del credito sia rispetto all’anno precedente che rispetto ai dati medi di sistema; tale andamento riflette le condizioni
di deterioramento della situazione economico-finanziaria che ha interessato anche il territorio dove ha operato la Banca.
In particolare, come evidenziato nella tabella seguente, si è registrato per il Gruppo un peggioramento dell’incidenza dei
crediti deteriorati lordi e netti nonché delle sofferenze lorde e nette sul totale degli impieghi sia rispetto all’anno precedente
che ai dati medi di sistema; e tali indici risultano quindi superiori rispetto al corrispondente dato settoriale.
Importi in percentuale
Principali Indicatori di rischiosità creditizia
Sofferenze Lorde su Impieghi Lordi per Cassa
V/Clientela
Sofferenze Nette su Impieghi Netti per Cassa
V/Clientela
Rettifiche di Valore sofferenze / sofferenze
lorde (Coverage)
Rettifiche di Valore Deteriorati / Deteriorati
lordi (Coverage)
Crediti deteriorati lordi su Impieghi Lordi per
cassa vs clientela
Crediti deteriorati nette su Impieghi Netti per
cassa vs clientela
30/06/2016
31/12/2015
31/12/2014
(1)
Banche Grandi
31/12/2015 (2)
Banche Grandi
31/12/2014 (3)
15,6%
14,3%
11,5%
9,5%
8,3%
7,2%
6,5%
5,3%
4,8%
60,7%
60,4%
58,6%
58,6%
56,9%
45,6%
42,4%
40,1%
43,4%
40,8%
30,0%
27,8%
24,0%
17,7%
15,8%
19,0%
18,3%
16,1%
10,8%
"(4)
"(4)
4,5%
10,8%
"(5)
"(5)
(1) Bilancio Consolidato 2014 Riesposto
(2) Fonte: Bankit - Rapporto sulla stabilità finanziaria Aprile 2016 (tavola 4.1); il dato sulle partite anomale comprende le sofferenze, gli incagli, le esposizioni ristrutturate, scadute e/o
sconfinanti;
(3) Fonte: Bankit - Rapporto sulla stabilità finanziaria Aprile 2015 (tavola 3.1); il dato sulle partite anomale comprende le sofferenze, gli incagli, le esposizioni ristrutturate, scadute e/o
sconfinanti;
(4) Fonte: Relazione annuale Banca d'Italia 2015 - Appendice statistica - Tabella A.13.13 (si segnala che i dati si riferiscono al totale del sistema bancario)
(5) Fonte: Relazione annuale Banca d'Italia 2014 - Appendice statistica - Tabella A.13.14 (si segnala che i dati si riferiscono al totale del sistema bancario)
Con riferimento ai Crediti Deteriorati, inoltre, si segnala che a partire dal trimestre chiuso al 31 marzo 2015, trova
applicazione la nuova nozione di Crediti Deteriorati che recepisce le nuove definizioni di Non Performing Exposures (NPE)
introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate armonizzate
definite dall’EBA e approvate dalla Commissione Europea in data 9 gennaio 2015.
Pertanto, i Crediti Deteriorati vengono ora ripartiti nelle seguenti categorie: a) sofferenze; b) inadempienze probabili e c)
esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.
L’EBA ha anche fornito la definizione di una ulteriore categoria di crediti sotto osservazione, i così detti “forborne” (legati
alla definizione di “forbearance”) per la cui definizione si rimanda al Glossario del Documento di Registrazione.
Il Gruppo Carige ha recepito tale nuova categoria nel proprio processo di gestione delle posizioni prevedendo altresì
l’impiego di un rating minimo per tutte le controparti appartenenti a tale comparto, con un conseguente aumento del
coverage ratio. L’introduzione della nuova categoria ha determinato significativi effetti sulle procedure e sui sistemi
informativi dell’Emittente.
27
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Al 30 giugno 2016 l’esposizione lorda dei crediti forborne deteriorati ammontava a Euro 1.842,4 milioni (Euro 1.825,8
milioni al 31 dicembre 2015). Al 30 giugno 2016 l’esposizione lorda dei crediti forborne in bonis ammontava a Euro 507,2
milioni (Euro 592,3 milioni al 31 dicembre 2015).
Tuttavia, alla Data del Documento di Registrazione non è possibile escludere che, sulla base della definizione della specifica
normativa, degli orientamenti dei regulator e delle prassi che si consolideranno nel sistema bancario europeo, saranno
necessari ulteriori affinamenti a livello di sistemi e procedure interne per una sempre più efficace rilevazione e gestione di
tali tipologie di credito.
Con riferimento all’attività di vigilanza svolta da BCE sull’Emittente si segnala che, in data 18 gennaio 2016, come da
comunicato stampa, la Banca ha informato che la BCE, in linea con le priorità del Meccanismo di Vigilanza Unico fissate
per il 2016, ha condotto, nell’ambito dell’ordinario processo di Supervisory Review and Evaluation Process (SREP), una
verifica tematica sulla strategia, la governance, i processi e le metodologie di gestione del portafoglio crediti deteriorati.
Alla Data del Documento di Registrazione, l’Emittente è in attesa dei relativi esiti.
Nella seguente tabella si riporta l’informativa sulle “grandi esposizioni” (in precedenza denominate “grandi rischi”) come
disciplinate dal Regolamento CRR; in particolare, l’articolo 392 del Regolamento CRR fornisce la seguente definizione
“L'esposizione di un ente verso un cliente o un gruppo di clienti connessi è considerata una grande esposizione quando il
suo valore è pari o superiore al 10 % del capitale ammissibile dell'ente”.
Importi in Euro migliaia
30-giu-16
31 dicembre 2015 (*)
31-dic-14
Grandi esposizioni / Grandi rischi (ammontare
nominale)
8.898.966
9.604.345
14.300.054
Grandi esposizioni/ Grandi rischi (ammontare
ponderato) (**)
1.615.326
1.643.527
1.883.370
7
7
8
Numero delle grandi esposizioni / Grandi rischi
(*) Fonte: segnalazione di vigilanza Base 1 – Grandi esposizioni al 31 dicembre 2015
(**) Le esposizioni sono ponderate al fine di tener conto della rischiosità connessa con la natura della controparte debitrice e
dell’eventuale esistenza di determinate forme di protezione del credito come previsto dal regolamento CRR. Si applicano inoltre
i fattori percentuali di ponderazione agevolati previsti dalle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale (Circolare 285, Parte II,
Capitolo 10, Sezione V).
L’ammontare nominale delle grandi esposizioni include quanto indicato all’articolo 389 e segg. del Regolamento CRR.
Si segnala che al 30 giugno 2016 e al 31 dicembre 2015 non erano in essere “grandi esposizioni” il cui valore ponderato
risultava superiore al limite di incidenza del 25% sul Patrimonio di Vigilanza.
La tabella che segue indica infine il costo del rischio, espresso dal rapporto tra le rettifiche su crediti verso la clientela e
l’ammontare dei crediti netti verso la clientela. I dati sono riferiti al Gruppo.
(Dati in Euro migliaia)
Rettifiche di valore nette dei crediti verso
clientela
Crediti verso clientela esposizioni nette
Rettifiche
clientela
nette/Crediti
netti
verso
3 0 - g iu - 16 ( *)
3 1- d ic - 15
3 1- d ic - 14
344.534
286.718
651.799 (**)
20.057.540
21.471.987
24.299.160 (***)
1,7 %(1)
1,3%
2,7%
(1) Dato di bilancio. Il dato gestionale annualizzato è pari a 3,2%. Elaborazioni interne dell’Emittente
(*) Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016
(**) Bilancio Consolidato 2014 Riesposto
(***) Informazioni presentate nella Relazione sulla gestione 2015
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Le rettifiche di valore per crediti per cassa sono pari a Euro 344,5 milioni, per effetto di svalutazioni su alcune posizioni
rilevanti, rispetto ad un valore di Euro 286,7 milioni del 2015 che in rapporto ai crediti netti verso clientela portano, al 30
giugno 2016, ad un indice di costo del credito annualizzato pari a 3,2% rispetto al dato relativo al 2015 pari a 1,3%.
Nonostante l’Emittente presidi il rischio di credito mediante procedure volte a gestire e monitorare il medesimo, non si può
escludere che un peggioramento della situazione economico-finanziaria, in particolare dell’Italia, con conseguente ulteriore
peggioramento della qualità del credito, possa comportare la necessità di incrementare ulteriormente i suddetti fondi a
copertura del credito deteriorato, con conseguente impatto negativo sulla situazione economico-patrimoniale dell’Emittente
e potenzialmente risultante in una minore capacità di autofinanziamento del Gruppo Carige, in generale.
Strettamente connesso al rischio di credito è il rischio di concentrazione inteso come esposizione verso controparti o gruppi
di controparti tra loro connesse che appartengono al medesimo settore economico, esercitano medesime attività o
provengono dalla medesima area geografica.
Al riguardo, si segnala che le esposizioni in bonis verso i primi cento gruppi di clienti, alla data del 30 giugno 2016,
ammontano complessivamente a circa Euro 3,76 miliardi, pari al 23 % circa dei crediti in bonis a clientela per cassa e per
firma (Euro 3,6 miliardi al 31 dicembre 2015).
Il Gruppo Carige presenta, rispetto al resto del Sistema, una struttura degli impieghi in bonis maggiormente orientata verso
il settore immobiliare e il comparto dei trasporti, in parte riferibile al mondo dello shipping (1) e alle attività ad esso
correlate: questi ultimi, comunque, costituiscono una quota residuale degli assets creditizi del Gruppo (inferiore al 4%).
Con specifico riferimento alla concentrazione del portafoglio crediti verso il settore immobiliare si veda il Paragrafo 3.1.17
del presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione.
Con riferimento ai profili di concentrazione nominativa, si segnala che le esposizioni per cassa e per firma verso gruppi di
clienti (ove per gruppo si intende un insieme di soggetti tra loro collegati all’interno di articolazioni proprietarie e
organizzative), esposti per oltre Euro 100 milioni costituiscono, alla data del 30 giugno 2016, il 7,3% circa degli impieghi in
bonis (8,7% al 31 dicembre 2015); tale quota, in buona parte riconducibile a soggetti di matrice pubblica, risulta in
progressiva flessione nel corso dell’ultimo triennio.
Circa la distribuzione territoriale al 30 giugno 2016, la Liguria assorbe il 51,6% dei crediti verso clientela rispetto al 52,6%
del dato a dicembre 2015. La Toscana è la seconda regione con una quota del 10,3% allineato al dato di dicembre 2015, la
Lombardia è la terza con una quota del 10,0% (9,9% il valore a dicembre 2015). Le altre regioni presentano quote inferiori
al 7%.
Per maggiori informazioni sulla qualità del credito si rinvia alla pag. 36 e ss. della relazione sulla gestione al Bilancio
Consolidato 2014, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet
dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf,
alla pag. 40 e ss. della relazione sulla gestione al Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di
Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
e alla pag. 41 e ss. della relazione sulla gestione nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, incluso
mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf .
***
(1)
Attività armatoriale ed altre attività ad essa correlate.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Nel corso del 2014, Banca Carige è stata sottoposta al Comprehensive Assessment Exercise (“CA”) da parte di BCE in
collaborazione con le autorità nazionali competenti, avente ad oggetto l’esame della qualità degli attivi (Asset Quality
Review o AQR) e prove di Stress Test, nello Scenario base e nello Scenario avverso, sul bilancio al 31 dicembre 2013.
La seguente tabella riporta l’esito del CA raffrontato con le misure di rafforzamento patrimoniale assunte dall’Emittente nel
corso dell’esercizio 2014.
(Importi in Euro milioni)
Risultati del Comprehensive Assessment
Risultati pubblicati dalla BCE
Carenza
da AQR
Carenza
da ST
base
Carenza
da ST
avverso
-951,60 -1.321,09 -1.834,57
Max
carenza
-1.834,57
Principali
misure di
rafforzamento
patrimoniale (1)
Carenza dopo
principali misure
di rafforzamento
patrimoniale
1.021,17
-813,40
Eccedenza rispetto
all'AQR dopo le
principali misure
di rafforzamento
patrimoniale
Risultati includendo altre misure
di rafforzamento patrimoniale
Altre misure di
rafforzamento
patrimoniale
69,57
0,00
Carenza finale
dopo tutte le
misure
rafforzamento
patrimoniale
-813,40
(1) Tali misure includono l’aumento di capitale sociale a pagamento conclusosi nel mese di luglio 2014 per un importo di Euro 799,30 milioni e la
plusvalenza netta derivante dalla contabilizzazione delle nuove quote di Banca d'Italia per Euro 221,87 milioni.
Per maggiori informazioni sui risultati dell’esercizio di AQR e gli effetti sul bilancio dell’Emittente al 31 dicembre 2014 si
rinvia al Bilancio Consolidato 2014 (pagg. 141 e ss.), incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e
disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf.
***
Con riferimento al portafoglio di crediti in sofferenza del Gruppo e alle ipotesi di cessione dello stesso si segnala che con
D.L. n. 18 del 14 febbraio 2016, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, è stato autorizzato a concedere la garanzia dello
Stato sulle passività emesse nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione di cui all'articolo l della legge 30 aprile 1999, n.
130, a fronte della cessione da parte di banche aventi sede legale in Italia di crediti pecuniari, compresi i crediti derivanti da
contratti di leasing, classificati come sofferenze.
La presenza della garanzia pubblica, finalizzata a contenere i rischi per gli investitori, dovrebbe facilitare il finanziamento
delle operazioni di cessione delle sofferenze.
***
Per maggiori informazioni sulle ipotesi di cessione del portafoglio crediti in sofferenza del Gruppo si rinvia al Paragrafo
3.1.10 “Rischio di liquidità dell’Emittente” e al Paragrafo 3.1.30 “Rischi connessi all’evoluzione della regolamentazione del
settore bancario e finanziario” del presente Capitolo 3, nonchè al Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 “Fatti importanti
nell’evoluzione dell’emittente” del Documento di Registrazione.
3.1.2 Rischi connessi al deterioramento della situazione economica-patrimoniale del Gruppo
Il presente fattore di rischio evidenzia i rischi in capo all’Emittente in considerazione dell’andamento negativo dei risultati
economici del Gruppo, nonché in considerazione delle attuali condizioni di mercato.
30
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
L’intermediazione registra una contrazione delle Attività Finanziarie Intermediate (AFI) rispetto a fine anno 2015 per Euro
2,3 miliardi interamente ascrivibile alle dinamiche, anche di natura sistemica, registrate nel primo semestre del 2016. Al 30
giugno 2016 la raccolta diretta da clientela si attesta a Euro 21,8 miliardi (- Euro 1,7 miliardi rispetto al 31 dicembre 2015).
Gli impieghi (pari a Euro 23,4 miliardi) sono risultati anch’essi in diminuzione di Euro 1,1 miliardi rispetto al 31 dicembre
2015.
La dinamica della raccolta è stata determinata soprattutto dalla reazione della clientela privati e imprese agli effetti della
crisi di quattro banche italiane nel novembre 2015 e all’introduzione del meccanismo del c.d. bail-in previsto dalla Bank
Recovery and Resolution Directive (BRRD), a partire dal 1° gennaio 2016.
Nel primo semestre dell’anno la componente a breve della raccolta si contrae di Euro 0,91 miliardi a causa principalmente
del decremento dei conti correnti e risulta pari a Euro 11,6 miliardi (-7,3% rispetto al 31 dicembre 2015), solo parzialmente
compensato dall’andamento delle partite vincolate (+64% rispetto al 31 dicembre 2015 e pari a Euro 0,7 miliardi); la
componente a medio-lungo termine scende di Euro 0,7 miliardi a causa principalmente della diminuzione dei prestiti
subordinati (- 36% rispetto al 31 dicembre 2015).
La raccolta indiretta è pari a Euro 21,2 miliardi (-3,1% rispetto al 31 dicembre 2015 e mostra una contrazione sia nel
risparmio amministrato pari a Euro 10,5 miliardi (- Euro 0,3 miliardi rispetto al 31 dicembre 2015), sia nel risparmio gestito
pari a Euro 10,7 miliardi(- Euro 0,4 miliardi rispetto al 31 dicembre 2015); tale contrazione è riferibile principalmente ai
fondi comuni che si assestano a Euro 4,8 miliardi (- Euro 0,6 miliardi rispetto al 31 dicembre 2015); nel corso del secondo
trimestre 2016 tale dinamica si è concentrata sul risparmio amministrato, mentre risulta stabile la componente gestita. I
prodotti bancassurance proseguono il trend positivo risultando pari a Euro 5,3 miliardi in crescita del 4,0% (+ Euro 0,2
miliardi rispetto a dicembre 2015).
Gli impieghi a privati e imprese registrano una contrazione di Euro 0,5 miliardi: il credito a privati diminuisce del 4,0%
principalmente per le ordinarie scadenze dei mutui, mentre i conti correnti restano sostanzialmente stabili; in calo la
componente a breve dei c/c nel comparto imprese. Nonostante la contrazione dello stock, l’andamento delle nuove
erogazioni di mutui è positivo, sia a privati (+ Euro 214 milioni, di cui Euro 123 milioni nel secondo trimestre) sia a imprese
(+ Euro 402 milioni), distribuite in maniera sostanzialmente omogenea nei primi due trimestri dell’anno).
In particolare, il deterioramento del quadro macroeconomico e finanziario degli ultimi anni e l’esigenza di ridurre il profilo
di rischio del Gruppo hanno reso necessario adeguare il valore degli attivi iscritti a bilancio al nuovo contesto, determinando
la contabilizzazione nel conto economico, in particolare nell’esercizio 2014, di rilevanti poste rettificative non ricorrenti e
principalmente inerenti ai crediti deteriorati.
Ai fini della valutazione della solidità/solvibilità dell’Emittente, l’investitore deve tener presente che il periodo al 30 giugno
2016 si è chiuso con una perdita netta di Euro 206,1 milioni rispetto all’utile di Euro 16,4 milioni dei primi sei mesi 2015 e
l’esercizio 2015 si è chiuso con una perdita netta di Euro 101,7 milioni a livello consolidato, a fronte di una perdita di Euro
543,6 milioni nel 2014.
Nella seguente tabella si riportano i principali indicatori economici per i semestri chiusi al 30 giugno 2016 e 2015. Per
maggiori informazioni in merito ai rischi connessi all’utilizzo di informazioni finanziarie riclassificate e/o riesposte e
relative ai dati comparativi si vedano il Paragrafo 3.1.13 e il Paragrafo 3.2 del presente Capitolo 3 e il Capitolo 11 del
Documento di Registrazione.
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Importi in Euro migliaia
I sem. 2015 (*)
I sem. 2016
Variazione
assoluta
2016/2015
Variazione %
2016/2015
MARGINE DI INTERESSE
161.747
170.735
(8.988)
(5,3)
COMMISSIONI NETTE
125.603
130.217
(4.614)
(3,5)
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
332.009
323.587
8.422
2,6
(213.895)
…
(339.599)
(125.704)
(7.590)
197.883
(205.473)
…
(269.135)
(282.108)
12.973
(4,6)
(294.372)
(80.089)
(214.283)
…
(208.406)
(55.746)
(152.660)
…
-
72.271
(72.271)
(100,0)
(206.056)
16.397
(222.453)
…
RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO DI CREDITI E
ALTRE ATTIVITA' FINANZIARIE:
RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
COSTI OPERATIVI
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL NETTO DELLE IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DELLE ATTIVITA' NON CORRENTI IN VIA DI DISMISSIONE
AL NETTO DI IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DI PERIODO DI PERTINENZA DELLA CAPOGRUPPO
(*) Conto Economico Consolidato per il periodo chiuso al 30 giugno 2015 riesposto
Il risultato netto di periodo di pertinenza della Capogruppo è negativo per Euro 206,1 milioni (positivo di Euro 16,4 milioni
a giugno 2015) ed è stato influenzato dal protrarsi di una pressione sistemica su margine di interesse e commissioni da
servizi nonché da rettifiche di valore per quasi 340 milioni che consentono d’altro canto di rafforzare in modo significativo
il presidio sui crediti problematici, con il coverage dei crediti deteriorati per cassa portato al 45,6%, contro il 42,4% di
inizio anno. Si evidenzia inoltre che sul risultato incidono Euro 19,9 milioni di rettifiche di valore dell’avviamento dalla
controllata Banca Cesare Ponti ad esito del test di impairment che ne ha comportato l’integrale svalutazione.
Nel dettaglio, il margine di interesse (Euro 161,7 milioni), in un contesto di tassi di sistema ai minimi storici, mostra una
flessione annua del 5,3% causata da un effetto tasso negativo sugli impieghi a clientela solo parzialmente compensato dal
calo dei volumi di raccolta e da un effetto tasso positivo dovuto a meno onerose forme di raccolta a breve come
rappresentato nella tabella seguente che confronta i dati al 30 giugno 2016 con quelli al 31 dicembre 2015 e al 31 dicembre
2014.
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Dettaglio andamento margine d'interesse
(Importi in Euro
migliaia)
30/06/2016
31/12/2015
31/12/2014
T asso medio crediti vs.
clientela (1)
2,84%
3,05%
3,42%
Costo medio della raccolta
(1)
0,84%
1,05%
1,54%
- Impieghi (1)
-3,60%
-1,40%
-12,00%
- Raccolta (1)
-9,10%
-7,10%
-5,00%
Variazione volumi
intermediati
(1) Dati gestionali;il tasso medio degli impieghi e il costo medio della raccolta è stato
ottenuto quale rapporto tra le competenze dei singoli periodi analizzati e la giacenza
media corrispondente rispettivamente degli impieghi con clientela e raccolta con clientela
Le commissioni nette sono pari a Euro 125,6 milioni e sono anch’esse inferiori al valore registrato nel primo semestre del
2015 (Euro 130,2 milioni, -3,5%). Le commissioni attive, nonostante la crescita delle commissioni relative alla
distribuzione di servizi di terzi (Euro +4,5 milioni), evidenziano una contrazione del 7% spiegata principalmente dalla
riduzione delle masse intermediate con la clientela, sia di impiego che di raccolta.
La componente finanza contribuisce grazie agli utili da cessione di attività (titoli AFS in portafoglio) e passività
(obbligazioni emesse) in crescita rispetto allo scorso esercizio, che più che compensano il calo della redditività del margine
d’interesse e delle commissioni nette, il margine d'intermediazione raggiunge così Euro 332 milioni ed è in crescita del
2,6% rispetto ai primi sei mesi 2015.
I costi operativi ammontano a Euro 269,1 milioni e si comparano con i Euro 282,1 milioni del primo semestre 2015 (-4,6%),
riflettendo gli effetti delle azioni di contenimento messe in atto nel periodo trascorso.
Nella seguente tabella si riportano i principali indicatori economici per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2015 e al 31
dicembre 2014. Per maggiori informazioni in merito ai rischi connessi all’utilizzo di informazioni finanziarie riclassificate
e/o riesposte e relative ai dati comparativi si vedano il Paragrafo 3.1.13 del presente Capitolo 3 e il Capitolo 11 del
Documento di Registrazione.
33
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Importi in Euro migliaia
2015
2014 (*)
Variazione
assoluta
2015/2014
Variazione %
2015/2014
MARGINE DI INTERESSE
334.432
397.645
(63.213)
(15,9)
COMMISSIONI NETTE
263.845
255.021
8.824
3,5
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
685.803
769.360
(83.557)
(10,9)
(271.672)
(674.383)
402.711
414.131
94.977
319.154
…
(621.410)
(631.036)
9.626
(1,5)
(57.145)
(15.919)
(41.226)
…
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE
(257.755)
(547.217)
289.462
(52,9)
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL NETTO DELLE IMPOSTE
(175.500)
(384.119)
208.619
(54,3)
71.216
(162.823)
234.039
…
(101.741)
(543.591)
441.850
(81,3)
RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO DI CREDITI E
ALTRE ATTIVITA' FINANZIARIE:
RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
COSTI OPERATIVI
RETTIFICHE DI VALORE DELL'AVVIAMENTO
UTILE ( PERDITA) DELLE ATTIVITA' NON CORRENTI IN VIA DI DISMISSIONE
AL NETTO DI IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DI PERIODO DI PERTINENZA DELLA CAPOGRUPPO
(59,7)
(*) Bilancio Consolidato 2014 riesposto
Nel 2015 il Gruppo Carige presenta un risultato netto negativo di pertinenza della Capogruppo pari a Euro 101,7 milioni,
rispetto alla perdita di Euro 543,6 milioni del 2014. Il risultato netto negativo 2015 è in gran parte determinato
dall’andamento negativo del margine d’interesse, che risente ancora di tassi di sistema ai minimi storici ed include
l’integrale svalutazione dell’avviamento residuo iscritto in Banca Carige pari a Euro 57,1 milioni.
Rispetto all’esercizio 2014 si evidenzia un minor costo del rischio di credito, frutto del percorso di normalizzazione
intrapreso su questo comparto, commissioni nette in crescita ed emergono anche i risultati delle azioni di contenimento dei
costi. Il risultato dell’operatività corrente evidenzia ancora valori negativi seppur in progressivo miglioramento.
Nel dettaglio il margine d’interesse è pari a Euro 334,4 milioni inferiore del 15,9% rispetto allo scorso esercizio,
prevalentemente per un minore apporto del portafoglio titoli (strutturalmente differente da un punto di vista della
dimensione e della duration), per la presenza di maggiori sofferenze in termini medi sull’esercizio e per gli effetti di
accordi di ristrutturazione dei crediti.
Le commissione nette crescono del 3,5% a Euro 263,8 milioni, riflettendo l’incremento registrato nel comparto servizi di
gestione, intermediazione e consulenza, compensato, in parte, da minori recuperi spese su conti correnti e da minori
commissioni su incasso e pagamento.
La gestione delle poste finanziarie fornisce un contributo positivo per Euro 87,6 milioni, inclusivo di una componente non
ricorrente di Euro 29,4 milioni relativa alla cessione del 2,2% del capitale sociale di ICBPI (Istituto Centrale delle Banche
Popolari Italiane) che si confronta con un valore di Euro 114,1 milioni di fine 2014.
Le rettifiche di valore su crediti e altre attività finanziarie sono pari a 271,7 milioni, in riduzione di circa il 60% sul dato del
2014, dove aveva inciso sia l’integrale recepimento dell’esito dell’esercizio AQR, sia gli effetti derivanti dall’affinamento
dei processi, delle metodologie e dei parametri applicativi per la classificazione e valutazione dei crediti anche conseguenti
alle osservazioni formulate dalla BCE a seguito dello svolgimento dell’AQR.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
I costi operativi ammontano a Euro 621,4 milioni e si comparano con Euro 631 milioni a dicembre 2014 (-1,5%) riflettendo
gli effetti delle azioni di contenimento messe in atto nel periodo trascorso. In dettaglio, le spese di personale ammontano a
Euro 354,2 milioni e sono in riduzione di Euro 65,3 milioni rispetto a dicembre 2014. Tali spese scontano, sia nel 2014 che
nel 2015 l’inclusione di oneri non ricorrenti pari, rispettivamente a Euro 63,2 milioni nel 2014 e a Euro 21,3 milioni nel
2015 prevalentemente riconducibili ad incentivazioni all’esodo per il personale dipendente. Le altre spese amministrative
sono pari a Euro 306,4 milioni e includono Euro 42,2 milioni di contributi ordinari e straordinari versati al Fondo Nazionale
di Risoluzione e al Sistema di Garanzia dei Depositi.
Il risultato netto include, da ultimo, l’apporto non ricorrente di circa Euro 68,0 milioni connesso alla cessione delle
compagnie assicurative del Gruppo (Amissima Assicurazioni e Amissima Vita) perfezionata in data 5 giugno 2015,
derivante principalmente dal rigiro a conto economico ai sensi dell’IFRS 10, nell’ambito del deconsolidamento, delle
relative riserve da valutazione su attività finanziarie disponibili per la vendita.
Nonostante le azioni già intraprese nell’ambito del Piano Industriale 2015 - 2019 e/o quelle previste dalla Banca sulla base
di quanto previsto dal Piano Strategico 2016 - 2020, l’eventuale protrarsi della crisi economico-finanziaria e, in generale, la
persistente situazione di incertezza relativa alla ripresa economica potrebbero comportare un risultato negativo anche negli
esercizi successivi, con conseguente indebolimento della struttura patrimoniale della banca e del Gruppo. In particolare, il
permanere di una situazione di incertezza in merito ad una stabile ripresa economica dell’Italia potrebbe avere effetti
negativi in termini di minori crescite sui volumi intermediati e di minori commissioni legate all’attività bancaria. Si
rammenta che anche qualora gli esercizi futuri dovessero chiudere in utile, non è possibile per l’Emittente procedere alla
distribuzione di dividendi in quanto con decisione del 10 marzo 2015, confermata in data 27 novembre 2015, BCE ha posto
il divieto di procedere alla distribuzione di dividendi fino alla nuova comunicazione derivante dal periodico SREP
sull’Emittente. Per maggiori informazioni sul Piano Strategico 2016-2020 e sull’impatto della crisi economico finanziaria si
rinvia rispettivamente al Paragrafo 3.1.8 “Rischi connessi al Piano Strategico 2016 – 2020” e al Paragrafo 3.1.16 “Rischio
connesso alla crisi economico-finanziaria e all’impatto delle attuali incertezze sull’andamento del contesto
macroeconomico” del presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione.
Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia alla relazione sulla gestione al Bilancio Consolidato 2014, incluso mediante
riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf,
alla relazione sulla gestione al Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
e alla relazione sulla gestione nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, incluso mediante riferimento nel
Documento
di
Registrazione
e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
3.1.3 Rischi connessi alle verifiche periodiche da parte dell’Autorità di Vigilanza Bancaria
Gli enti creditizi sono tenuti a soddisfare in via continuativa tutti i requisiti patrimoniali imposti in conseguenza della
decisione applicabile sul processo di SREP e che vanno al di là dei requisiti di primo pilastro (“requisiti di secondo
pilastro”). La BCE, nell’ambito della propria attività come soggetto unico di vigilanza, conduce inoltre verifiche periodiche
con forma e modalità di volta in volta comunicate dalla stessa Autorità.
3.1.3.1 Supervisory Rewiew and Evaluation Process o SREP
SREP 2014
Con riferimento alle verifiche svolte nel corso del 2014, in data 10 marzo 2015, la BCE ha comunicato all’Emittente l’esito
del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP), nell’ambito del quale ha valutato il Capital Plan presentato
dall’Emittente e volto a colmare il deficit patrimoniale emerso dal Comprehensive Assessment e ha chiesto a Banca Carige
di detenere - a livello consolidato - un livello minimo di CET 1 Ratio target, da raggiungere entro la fine del mese di luglio
2015, pari all’11,5%. Detto livello è stato raggiunto dalla Banca con il perfezionamento dell’Aumento di Capitale in
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Opzione. Inoltre, con al stessa decisione del 10 marzo 2015, la BCE ha comunicato all’Emittente il divieto di distribuire
dividendi.
SREP 2015
In data 27 novembre 2015 Banca Carige ha comunicato di aver ricevuto la decisione finale della BCE avente ad oggetto gli
esiti del processo annuale di SREP svolto dall’Autorità di Vigilanza nel corso del 2015.
Con tale decisione BCE ha richiesto alla Banca: (i) il mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di CET
1 Ratio su base consolidata pari all’11,25% (in diminuzione rispetto al precedente requisito dell’11,50% comunicato nel
marzo 2015); (ii) il mantenimento su base consolidata di un indicatore di liquidità, in termini di Liquidity Coverage Ratio,
pari al 90% e (iii) la restrizione al pagamento di dividendi agli azionisti. Con riferimento al CET 1 Ratio richiesto, BCE ha
precisato che detto livello è ritenuto idoneo a fronteggiare i rischi specifici della Banca, ivi inclusi i significativi rischi
reputazionali e legali connessi alla decisione della Consob di richiedere al Tribunale di Genova l’annullamento della
delibera assembleare di approvazione del bilancio di esercizio 2013 e ai procedimenti penali pendenti a carico degli ex
vertici di Banca Carige. Peraltro, nella SREP decision del 27 novembre 2015, BCE ha preso atto dell’attuazione da parte
della Banca della maggior parte delle misure previste nel Capital Plan (tra cui l’Aumento di Capitale in Opzione) e ha
precisato che la sudetta richiesta di mantenimento del requisito patrimoniale minimo in termini di CET 1 Ratio potrà essere
oggetto di un’ulteriore revisione al verificarsi di una strutturale riduzione del peso dei crediti deteriorati rispetto alla
consistenza degli attivi del Gruppo.
SREP 2016 – Riduzione dei NPL (Non Performing Loans)
In data 27 ottobre 2016 l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di
decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca da sottoporsi alla BCE entro il 3
novembre 2016.
La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and
Evaluation Process – cd. SREP) e contiene la richiesta della BCE alla Banca di mantenere, su base consolidata, un requisito
patrimoniale complessivo (Total SREP Capital Requirement, TSCR) dell'11,25%, che include il requisito minimo di fondi
propri dell'8% ed un requisito aggiuntivo di fondi propri del 3,25%.
La BCE precisa che il TSCR dell'11,25% potrebbe essere rivisto - tenendo conto di eventuali evoluzioni future delle
condizione economiche e finanziarie dell’ente creditizio su base consolidata - una volta che le esposizioni deteriorate (nonperforming) saranno riportate ad un livello sostenibile.
La Banca è altresì soggetta al requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement, OCR), che prevede, oltre al
TSCR, il requisito combinato di riserva di capitale fissato dalla Banca d’Italia all’1,25% per il 2017.
La BCE richiede inoltre alla Banca di mantenere in qualsiasi momento, a livello consolidato, un requisito di liquidità pari al
90% in termini di coefficiente di copertura della liquidità (Liquidity Coverage Ratio).
La BCE richiede poi alla Banca, a livello consolidato, di fornire alla BCE informazioni integrative in merito ai crediti
deteriorati (Non-Performing Loans, NPL) e di non effettuare distribuzioni ai soci.
Con riferimento alla raccomandazione sulle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la BCE si
aspetta che la Banca, a livello consolidato, si attenga alle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital
guidance) del 2,25%, da detenere in aggiunta al requisito del Common Equity Tier I del 9% (composto da coefficiente
minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di riserva di capitale dell’1,25%). La
BCE segnala che: “il mancato rispetto delle indicazioni di capitale di secondo pilastro non costituisce di per sé violazione
dei requisiti di fondi propri. Tuttavia, qualora il capitale della Banca su base consolidata scendesse, o fosse previsto
scendere al di sotto del livello delle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la Banca dovrà
avvertire immediatamente la BCE e spiegare nel dettaglio le motivazioni del mancato rispetto delle indicazioni di ‘Pillar 2
capital guidance’. La BCE esaminerà le motivazioni per cui il capitale della Banca è sceso o è previsto scendere e si
considererà l’adozione di commisurate ed opportune misure specifiche per l’ente creditizio, compresa, in via esemplificativa
e non esaustiva, la richiesta di presentazione di un piano di ripristino patrimoniale (capital restoration plan), sulla base
dell’art. 16(2) del regolamento (UE) n. 1024/2013.”
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
La seconda bozza prevede che entro il 31 gennaio 2017 la Banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come intervento
precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione degli NPL, valutandone anche gli impatti in termini di
adeguatezza patrimoniale. I requisiti relativi alla riduzione quantitativa dei crediti problematici sono rappresentati, senza
differenziazione tra le diverse classi di crediti, come segue:
31-12-2017
31-12-2018
31-12-2019
NPL lordi (miliardi euro)
max 5,5
max 4,6
max 3,7
Coverage ratio
min 45%
min 43%
min 42%
La Banca ha formulato alla BCE, entro il termine fissato per il 3 novembre, le proprie osservazioni concernenti sia il merito
dei contenuti delle bozze che il quadro normativo al quale esse si riferiscono.
La Banca comunica inoltre di avere comunque già in corso, anche in relazione ai recenti favorevoli sviluppi relativi a
cartolarizzazioni di NPL, analisi volte alla definizione, nei più brevi tempi possibili, di più incisive opzioni, rispetto a
quelle individuate nel piano industriale 2016-2020 approvato lo scorso giugno ed attualmente in fase di implementazione,
per conseguire una rilevante riduzione dell’incidenza degli NPL sul bilancio.
Nonostante le misure già adottate dall’Emittente e le attività realizzate e in corso di realizzazione da parte della Banca, alla
Data del Documento di Registrazione non è possibile escludere che, anche a fronte di fattori esterni ed eventi non
prevedibili e/o al di fuori del controllo del Gruppo, pervengano ulteriori rischieste da parte della BCE. Inoltre, non si può
altresì escludere che nei prossimi esercizi vengano individuati requisiti patrimoniali superiori a quelli previsti e che,
pertanto, la Banca sia chiamata a porre in essere ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale.
Si segnala inoltre che il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati nel funding plan e nel Piano Strategico 2016-2020
potrebbe determinare impatti negativi sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo. Per
maggiori informazioni al riguardo si vedano il Paragrafo 3.1.10 e il Paragrafo 3.1.11 del presente Capitolo 3, nonchè il
Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 del Documento di Registrazione.
3.1.3.2 Funding Plan e Piano Strategico 2016 - 2020
La BCE ha notificato alla Banca, con comunicazione del 19 febbraio 2016 (c.d. draft decision) ai sensi del Regolamento
UE 1024/2013, l’intenzione di adottare una decisione relativamente a “The reduction of risks and the presentation of a plan
to restore compliance with supervisory requirements” (“La riduzione dei rischi e la presentazione di un piano in conformità
ai requisiti di vigilanza”). La Banca ha riscontrato tale comunicazione fornendo i propri commenti nei termini richiesti e
ribadendo l’adeguatezza delle strategie, processi, fondi propri e liquidità atti a fronteggiare i rischi correnti e prospettici
della Banca anche nel nuovo deteriorato scenario di riferimento.
La draft decision faceva esplicito riferimento alle tensioni, soprattutto dal lato della raccolta, che si sono manifestate nel
sistema bancario italiano a partire dalla fine di novembre 2015 e conteneva la richiesta alla Banca di predisporre un nuovo
funding plan. Tale piano è stato presentato dalla Banca in data 31 marzo 2016.
Inoltre, la draft decision, muovendo dalla constatazione che i risultati economici conseguiti dovevano essere considerati
ancora deboli, malgrado alcuni miglioramenti soprattutto nell’area del costo del credito e dei costi operativi, conteneva la
richiesta di un nuovo piano industriale adattato al corrente scenario di mercato e di un piano a medio termine che riflettesse
nuove considerazioni sulle opzioni strategiche del Gruppo, entrambi da presentare alla BCE entro il 31 maggio 2016. Le
decisioni contenute nella suddetta draft decision sono state confermate con lettera del 31 marzo 2016 di BCE (c.d. final
decision), avverso la quale la Banca, in data 11 aprile 2016, ha presentato ricorso amministrativo presso la Commissione
Amministrativa del Riesame (ricorso presentato dalla Banca a seguito dell’insediamento del nuovo Consiglio di
Amministrazione nominato dall’Assemblea dei Soci in data 31 marzo 2016).
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Detta Commissione, in data 27 aprile 2016, ha proposto, considerato il rinnovamento di due terzi del Consiglio di
Amministrazione della Banca (inclusi il Presidente e l’Amministratore Delegato) verificatosi dopo l’adozione della final
decision oggetto di contestazione, la revisione da parte del Consiglio di Vigilanza della BCE dei termini finali per la
presentazione del piano industriale e del piano a medio termine.
In data 4 maggio 2016, la BCE ha fatto pervenire alla Banca una nuova draft decision, in cui, a parziale modifica delle
decisioni contenute nella final decision del 31 marzo 2016, ha chiesto alla Banca di presentare a BCE:
− entro il 31 maggio 2016, le linee guida del piano industriale e piano a medio termine, oltre ad un aggiornamento del
funding plan presentato il 31 marzo 2016;
− entro il 30 giugno 2016, il piano industriale e il piano a medio termine dettagliati, a valere sulle linee guida presentate
il 31 maggio 2016.
In data 17 maggio 2016, l’Emittente ha ricevuto la final decision di BCE che ha confermato la draft decision ricevuta in data
4 maggio 2016.
Alla Data del Documento di Registrazione, Banca Carige ha presentato, nei termini richiesti da BCE, l’aggiornamento del
funding plan presentato in data 31 marzo 2016 e il Piano Strategico 2016 – 2020 che include il piano a medio termine.
Nell’aggiornamento del funding plan vengono sostanzialmente confermate le linee strategiche già contenute nel funding
plan del 31 marzo 2016 finalizzate alla gestione della liquidità ed al mantenimento dell’indicatore di vigilanza LCR
(Liquidity Coverage Ratio) al di sopra del 90% (richiesto da BCE nell’ambito dello SREP), calcolato come il minimo
regolamentare del 70% incrementato dell’add-on del 20%.
L’aggiornamento del funding plan (così come il funding plan presentato il 31 marzo 2016) prevede uno scenario base e uno
scenario stressato al fine di testare la robustezza del funding plan 2016 e quindi la capacità del Gruppo Carige di garantire
livelli di LCR superiori al livello minimo richiesto dalla BCE (come ricordato, pari al 90%) anche in presenza di shock
inattesi.
Il Piano Strategico 2016-2020, approvato in data 29 giugno 2016 dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente e che
sostituisce integralmente il precedente Piano Industriale 2015 – 2019, si basa su assunzioni macroeconomiche che stimano
una crescita economica dell’Italia di dimensione contenuta, il persistere di un contesto di bassi tassi di interesse e una
crescita contenuta nella concessione di nuovo credito; il Piano Strategico 2016-2020 mira a rilanciare l’attività del Gruppo
nei prossimi cinque anni, rafforzandone il ruolo di banca commerciale di riferimento del territorio attraverso il
rinnovamento dell’offerta alla clientela e del modello di servizio. In particolare, la nuova strategia del Gruppo si basa sui
seguenti pilastri: 1) rafforzamento del bilancio; 2) aumento dell’efficienza; 3) rifocalizzazione della Banca; e 4) rinnovata
offerta commerciale ai clienti. Tenuto conto che il Piano Strategico 2016-2020 si basa anche su assunzioni
macroeconomiche, come tali non prevedibili e/o al di fuori del controllo dell’Emittente, non si può escludere che possano
intervenire eventi tali da impedirne, in tutto o in parte, la sua attuazione nei tempi e nelle modalità previste. La mancata
realizzazione del Piano Strategico 2016-2020 nella misura e nei tempi prospettati potrebbe, pertanto, avere effetti negativi
sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo, con particolare riferimento alla qualità del
credito, alla capacità di erogare nuovi flussi di finanziamento, alla disponibilità di adeguati flussi di raccolta e al relativo
costo (cfr.: Capitolo 3, Paragrafo 3.1.8 “Rischi connessi al Piano Strategico 2016-2020” e Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 del
Documento di Registrazione).
3.1.3.3 Attività ispettive
Ispezioni 2015
A partire da aprile 2015 e fino a luglio 2015 nell’ambito del processo di Supervisory Review and Evaluation Process (c.d.
SREP) è stata condotta un’ispezione on site in merito a governo dei rischi e propensione al rischio, che ha riguardato la
valutazione del funzionamento del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e la valutazione del Risk Appetite
Framework dell’Emittente. Gli esiti della verifica tematica sono pervenuti in data 11 febbraio 2016. Le aree individuate che
necessitano di miglioramento riguardano il monitoraggio dei processi creditizi, il Risk Appetite Framework, l’informativa al
Consiglio di Amministrazione, il ruolo del Risk Management e l’organizzazione della funzione Compliance. In data 30
marzo 2016, Banca Carige ha inviato alla BCE il piano di lavoro con le attività di remediation attualmente in corso di
38
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
implementazione. Al momento, sono state condotte le attività di remediation relative alle aree Risk Appetite Framework,
informativa al Consiglio di Amministrazione, ruolo del Risk Management e organizzazione della Compliance. Sono in corso
di completamento le attività di remediation relative al miglioramento del monitoraggio dei processi creditizi.
Tra il 21 settembre 2015 e il 10 dicembre 2015 si è svolta un’ispezione on site avente ad oggetto il rischio di liquidità e il
rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario dell’Emittente. In data 2 giugno 2016, sono pervenuti gli esiti in bozza
di tale ispezione, ai quali Banca Carige ha risposto con propri commenti in data 17 giugno 2016. In data 11 luglio 2016 sono
pervenuti all’Emittente gli esiti finali di tali ispezione. Le raccomandazioni pervenute da BCE sono relative agli aspetti
organizzativi e di processo di entrambi i rischi. In data 9 settembre 2016, Banca Carige ha inviato alla BCE il piano di
lavoro con le attività di remediation attualmente in corso di implementazione. Il piano è oggetto di monitoraggio periodico.
Le attività di remediation per le quali il completamento è richiesto per la fine del mese di dicembre 2016 sono in corso di
svolgimento come da piano. Il monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività per le quali il completamento è
richiesto per la fine del mese di giugno 2017 verrà avviato successivamente.
Ispezioni 2016
In data 18 gennaio 2016, la Banca ha informato che la BCE, in linea con le priorità del Meccanismo di Vigilanza Unico
fissate per il 2016, ha condotto, nell’ambito dell’ordinario processo di Supervisory Review and Evaluation Process (SREP),
una verifica tematica sulla strategia, la governance, i processi e le metodologie di gestione del portafoglio crediti deteriorati.
Alla Data del Documento di Registrazione, l’Emittente è in attesa dei relativi esiti.
Dal marzo 2016 fino a luglio 2016, nell’ambito del processo di Supervisory Review and Evaluation Process (c.d. SREP), è
stata condotta un’ispezione on site avente ad oggetto il rischio di credito con focalizzazione su garanzie reali,
accantonamenti e cartolarizzazioni. Alla Data del Documento di Registrazione, l’Emittente è in attesa degli esiti definitivi,
tuttavia, le valutazioni dei crediti effettuate in sede di predisposizione del bilancio consolidato semestrale intermedio,
stimate sulla base delle evidenze emergenti a seguito del monitoraggio dell’evoluzione dei rapporti in essere con la clientela
affidata e della loro situazione economico finanziaria, hanno tenuto altresì conto delle indicazioni dell’Organo di Vigilanza
in sede ispettiva con particolare riferimento alla determinazione delle rettifiche di valore analitiche.
Anche alla luce di ulteriori evidenze preliminari attinenti a talune criticità emerse nell’ambito dell’ispezione con riferimento
al profilo di rischio ed alle strategie, alla struttura organizzativa ed ai processi di affidamento, monitoraggio, classificazione,
gestione delle garanzie ed altre tecniche di mitigazione del rischio, recupero, determinazione delle rettifiche di valore su
base statistica, validazione dei dati e controllo ai diversi livelli della Banca, nonché delle connesse indicazioni qualitative e
preliminari fornite dall’Organo di Vigilanza, il Gruppo ha avviato alcuni progetti, tuttora in corso, per apportare alcuni
affinamenti alle policy, alle procedure ed ai parametri utilizzati nella valutazione degli asset creditizi.
Nell’ambito del programma di valutazione prudenziale in data 11 ottobre 2016 è stata avviata un’ispezione da parte di BCE
avente per oggetto la valutazione dell’internal governance inclusa la compliance.
Sempre nell’ambito del programma di valutazione prudenziale è stata avviata il 28 settembre 2016 un’ispezione in loco da
parte di BCE avente per oggetto la valutazione della governance e della gestione dei rischi del Gruppo.
***
Non si può escludere che ad esito degli accertamenti di cui sopra pervengano altre richieste di interventi correttivi da parte
della BCE o che quest’ultima attivi ulteriori iniziative di vigilanza nei confronti dell’Emittente.
3.1.4 Rischi connessi all’impugnativa dei bilanci 2013 da parte di Consob ai sensi dell’articolo 157 comma 2 TUF.
Procedimenti Consob sui bilanci 2012.
Il Bilancio Consolidato 2012 ed il bilancio di esercizio della Banca al 31 dicembre 2012 sono stati sottoposti ad attività
istruttoria da parte di Consob che, con nota dell’8 novembre 2013, ha evidenziato talune ipotesi di non conformità ai
principi contabili applicabili. In particolare, con riferimento al Bilancio Consolidato 2012, le carenze e le criticità rilevate da
Consob riguardavano: (i) l’impairment test relativo alle CGU bancarie e, (ii) la valutazione della partecipazione nella Banca
d’Italia. Con riferimento al bilancio di esercizio della Banca al 31 dicembre 2012 le carenze e criticità rilevate da Consob
39
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
riguardavano, oltre quanto già rilevato per il Bilancio Consolidato 2012, la valutazione delle controllate assicurative
(Amissima Vita e Amissima Assicurazioni).
A seguito della trasmissione da parte di Banca Carige delle proprie considerazioni in ordine ai fatti ed alle circostanze di cui
sopra, in data 10 gennaio 2014, Consob ha assunto la Delibera n. 18758 avente ad oggetto l’accertamento della non
conformità del Bilancio Consolidato 2012 e del bilancio di esercizio dell’Emittente al 31 dicembre 2012, nonché del
bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2013 di Banca Carige alle norme che ne disciplinano la redazione.
Per maggiori informazioni sul procedimento Consob relativo al bilancio consolidato e di esercizio dell’Emittente al 31
dicembre 2012 si veda il Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione nonché il Bilancio Consolidato 2014 (
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf - pag 17 e ss. e pag 146
e ss.).
***
Ad esito dell’attività istruttoria condotta da Consob nel 2013 e della delibera n. 18758 assunta da Consob in data 10 gennaio
2014, aventi ad oggetto l’accertamento della non conformità del bilancio consolidato e del bilancio di esercizio
dell’Emittente al 31 dicembre 2012, nonché del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2013 di Banca
Carige alle norme che ne disciplinano la redazione, come reso noto al mercato con comunicato stampa diffuso il 9 gennaio
2015, Consob, ai sensi dell’articolo 157, comma 2, del TUF, ha convenuto in giudizio la Banca dinanzi al Tribunale di
Genova con atto di citazione, notificato in pari data, chiedendo al Tribunale adito la declaratoria di nullità o di annullamento
della delibera assembleare del 30 aprile 2014 di approvazione del bilancio di esercizio di Banca Carige al 31 dicembre
2013, per asserita non conformità del predetto bilancio alle norme che ne disciplinano la redazione ed in particolare ai
Principi Contabili IAS 1, 8 e 36, nonché l’accertamento della asserita non conformità del bilancio consolidato
dell’Emittente al 31 dicembre 2013 ai suddetti Principi Contabili.
Per maggiori informazioni sul procedimento Consob relativo al bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno
2013
si
rimanda
al
Bilancio
Consolidato
2014
(http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf - pag 17 e ss. e pag
146 e ss.), al Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione, nonché al comunicato stampa di Banca Carige
del 28 marzo 2014 in riscontro alle richieste informative formulate da Consob, disponibile sul sito internet dell’Emittente.
Nell’atto di citazione, in particolare, Consob ha contestato a Banca Carige la non condivisione delle modalità di
recepimento delle osservazioni formulate nella propria Delibera 18758, riguardanti la rideterminazione, ai sensi del
Principio Contabile Internazionale IAS 8, dei valori degli avviamenti e delle partecipazioni nelle controllate bancarie e
assicurative per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. Secondo Consob, le violazioni contestate avrebbero
conseguentemente comportato anche una violazione del principio generale di competenza economica.
La Banca si è costituita in giudizio con comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata presso il Tribunale
di Genova - Sezione IX, contestando le deduzioni, pretese e allegazioni avversarie. La prima udienza di comparizione si è
tenuta in data 19 maggio 2015. A seguito del deposito delle memorie istruttorie, all’udienza tenutasi in data 5 maggio 2016
entrambe le parti hanno insistito per la fissazione dell’udienza di precisazione delle conclusioni. Con ordinanza emessa fuori
udienza, il Giudice, a scioglimento della riserva assunta, ha ritenuto l’opportunità di sentire un Consulente Tecnico in ordine
ad alcuni dei rilievi formulati da Consob e ha quindi fissato l’udienza del 6 giugno 2016 per sentire i difensori delle parti sul
quesito da formulare al CTU, nonché sull’eventuale individuazione di un CTU (o di una rosa di CTU) di comune fiducia.
Nel corso di tale udienza, le parti hanno sottoposto al Giudice una rosa di CTU di comune fiducia, suggerendo altresì che la
formulazione del quesito peritale venga discussa e concordata tra il – ovvero, i – Consulente/i Tecnico/i d’Ufficio ed i
consulenti di parte. Il Giudice si è riservato di portare al Collegio la proposta e di provvedere quindi in merito con separata
ordinanza. A scioglimento della riserva, il Giudice ha nominato quale CTU il prof. Mario Massari (scelto nella predetta rosa
di comune fiducia) e ha rinviato l’udienza al 19 luglio 2016 per il conferimento dell’incarico e la formulazione del quesito. .
All’udienza del 19 luglio 2016 è stata demandata al CTU prof. Mario Massari, che ha prestato rituale giuramento, la
risoluzione del quesito formulato concordemente tra le parti. Il Giudice ha quindi assegnato i termini per lo svolgimento
delle operazioni peritali fissando al 16 febbraio 2017 il termine per il deposito della versione definitiva dell'elaborato
peritale e rinviando la causa all’udienza del 22 febbraio 2017 per l’esame delle relative risultanze.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Al riguardo, si segnala che, a giudizio dell’Emittente, gli effetti contabili dell’eventuale accoglimento dell’impugnativa
promossa da Consob sarebbero di carattere storico-informativo; inoltre, tali eventuali conseguenze sui bilanci di Banca
Carige si produrrebbero per effetto di una sentenza che accogliesse le domande formulate dalla Consob nel proprio atto di
citazione e al momento del passaggio in giudicato di detta sentenza. In caso di passaggio in giudicato di declaratoria di
nullità o di annullamento della delibera di approvazione del bilancio di esercizio di Banca Carige al 31 dicembre 2013 e
dell’eventuale accertamento della non conformità del Bilancio Consolidato 2013, infatti, Banca Carige sarebbe tenuta – in
linea con l’orientamento prevalente in dottrina e giurisprudenza – ad applicare il Principio Contabile IAS 8 nel bilancio al
31 dicembre 2013 senza approvare un nuovo bilancio in luogo di quello invalidato, bensì provvedendo ad operare le
necessarie rettifiche nel bilancio dell’esercizio nel corso del quale si dispiegano gli effetti della pronuncia di invalidità (ossia
nel corso dell’esercizio in cui venisse pronunciata la sentenza definitiva). L’eventuale applicazione dello IAS 8 nel bilancio
2013 non produrrebbe alcuna conseguenza sui saldi patrimoniali di Banca Carige, bensì solo sul risultato economico 2013,
in quanto la ripartizione in parte all’esercizio 2012 e in parte all’esercizio 2013 delle svalutazioni operate da Banca Carige
nel corso dell’esercizio 2013 determinerebbe solamente un miglioramento del risultato economico dell’esercizio 2013 e
simmetricamente un peggioramento del risultato economico dell’esercizio 2012. L’eventuale sentenza di accoglimento delle
domande formulate dalla Consob produrrebbe, pertanto, conseguenze dal punto di vista contabile di carattere storicoinformativo, atteso che la diversa competenza economica di parte delle svalutazioni non si riverbererebbe sui bilanci
successivi a quelli al 31 dicembre 2013.
In merito ai profili di rischio tributario correlati all’impugnativa da parte della Consob, si rileva che la stessa non comporta
di per sé alcuna modifica della posizione fiscale dell’Emittente, assunta la perdurante validità dei predetti bilanci
consolidato e di esercizio 2013 sino alla data di passaggio in giudicato di un’eventuale sentenza declaratoria della nullità dei
bilanci stessi; solo a quel punto, infatti, si potrebbero ipotizzare effetti fiscali con riferimento a fattispecie tributarie che
richiamano direttamente grandezze di bilancio. Per maggiori informazioni in merito alle eventuali implicazioni fiscali
derivanti dall’eventuale accoglimento dell’impugnativa promossa da Consob si rinvia al successivo Paragrafo 3.1.13 del
presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione.
Tenuto conto delle ragioni addotte dalla Banca nel corso delle interlocuzioni con la Consob e dell’informativa tempo per
tempo fornita alla stessa e al mercato, la Banca ritiene – anche sulla base delle considerazioni sviluppate da autorevoli
professionisti incaricati - non probabile il rischio di soccombenza nel procedimento civile instaurato dalla Consob e non ha,
pertanto, provveduto alla rideterminazione dei dati comparativi 2013. Tale valutazione è, altresì, suffragata da ulteriori
elementi quali lo stadio preliminare del giudizio, l’assenza – nell’atto di citazione – di qualsiasi indicazione circa l’entità
delle rettifiche richieste e la natura delle contestazioni, aventi a oggetto scelte rientranti nella discrezionalità tecnico
valutativa dell’estensore del bilancio.
Con riferimento alle contestazioni mosse dalla Consob nel proprio atto di citazione in merito alle modalità di recepimento
delle proprie osservazioni circa le partecipazioni nelle controllate assicurative (per la cui descrizione si rimanda al Capitolo
11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione), si segnala che, a giudizio dell’Emittente, l’eventuale accoglimento
dell’impugnativa promossa da Consob non dovrebbe dispiegare effetti negativi sul processo di cessione di Amissima Vita e
Amissima Assicurazioni (concluso nel corso dell’anno 2015) considerato che dette contestazioni, dato l’oggetto delle
medesime, rileverebbero a livello della controllante Banca Carige e che, come sopra indicato, eventuali conseguenze sui
bilanci di Banca Carige si produrrebbero solo in conseguenza di una sentenza che accogliesse le domande attoree e al
momento del passaggio in giudicato di detta sentenza.
Alla luce di quanto sopra, la Banca confida che l’Autorità Giudiziaria confermi la correttezza del proprio operato e la
conformità dei bilanci alle norme che ne disciplinano la redazione.
Tuttavia, alla Data del Documento di Registrazione il procedimento instaurato da Consob è ancora in corso e non si può
escludere che Banca Carige possa essere destinataria di ulteriori contestazioni, azioni e/o provvedimenti da parte di Consob
e di altri soggetti, ivi incluse le Autorità giudiziarie, con possibili effettti negativi patrimoniali e reputazionali per
l’Emittente.
Per ulteriori informazioni in merito all’impugnativa del bilancio 2013 da parte di Consob ai sensi dell’articolo 157, comma
2, TUF, si rimanda al Bilancio Consolidato 2015 (disponibile sul sito dell’Emittente al seguente indirizzo:
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf , pag. 17 e ss., pag. 27 e
ss. e pag. 141 e ss.) nonché al Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione.
Si segnala inoltre che, in data 27 novembre 2015, Banca Carige ha comunicato di aver ricevuto la decisione finale della
BCE avente ad oggetto gli esiti del processo di SREP, in cui BCE richiede alla Banca il mantenimento di un requisito
patrimoniale minimo in termini di Common Equity Tier 1 Ratio (CET 1 Ratio) su base consolidata pari all’11,25%, livello
ritenuto idoneo a fronteggiare i rischi specifici della Banca ivi inclusi i significativi rischi reputazionali e legali connessi a:
(i) la decisione della Consob di richiedere al Tribunale di Genova l'annullamento della delibera assembleare di approvazione
del bilancio di esercizio 2013 e (ii) i procedimenti penali pendenti a carico degli ex vertici di Banca Carige.
Con riferimento alla richiesta di annullamento della delibera assembleare di approvazione del bilancio di esercizio 2013
avanzata da Consob e fermo restando che l’Emittente considera non probabile il rischio di soccombenza, l’eventuale
sentenza di accoglimento delle domande formulate da Consob produrrebbe conseguenze contabili di carattere storicoinformativo, atteso che la diversa competenza economica di parte delle svalutazioni non si riverbererebbe sui bilanci
successivi a quelli al 31 dicembre 2013. Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia al Paragrafo 3.1.13 del presente
Capitolo 3 del Documento di Registrazione.
Si segnala infine che al 31 dicembre 2015 il requisito patrimoniale risulta soddisfatto, essendo il CET 1 Ratio pari al 12,4%
in termini phased-in. Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia al Paragrafo 3.1.3 del presente Capitolo 3 del
Documento di Registrazione.
3.1.5 Rischi connessi ad alcuni procedimenti sanzionatori di Banca d’Italia in materia di antiriciclaggio
Ad esito dell’accertamento condotto da Banca d’Italia presso Centro Fiduciario dal 19 settembre 2013 al 14 gennaio 2014,
con comunicazione notificata in data 31 marzo 2014, l’Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia ha contestato al
Direttore di Centro Fiduciario in carica all’epoca dei fatti, nonché a Centro Fiduciario (chiamata a rispondere in solido) la
violazione di alcuni obblighi previsti dal Decreto Legislativo Antiriciclaggio in relazione a un mandato fiduciario finalizzato
alla gestione di liquidità. In particolare, l’Autorità di Vigilanza ha contestato l’asserita violazione degli adempimenti previsti
dal Decreto Legislativo Antiriciclaggio ai fini degli obblighi di segnalazioni sospette, punibile, ai sensi dell’articolo 57,
comma 4, del citato Decreto, con una pena pecuniaria dall’1% (Euro 7.000) al 40% (Euro 280.000) del valore
dell’operazione (Euro 700.000). Ciascuna delle parti destinatarie del procedimento può presentare al Ministero
dell’Economia e delle Finanze scritti difensivi e documentazione a supporto entro il termine di 30 giorni dalla notificazione
della violazione. In data 29 aprile 2014, Centro Fiduciario ha trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze la
propria memoria difensiva. Alla Data del Documento di Registrazione, detto procedimento è ancora in corso e, ai sensi della
normativa vigente, il Ministero dell’Economia e delle Finanze deve notificare l’eventuale provvedimento sanzionatorio
entro il termine di cinque anni dal momento dell’avvenuta notifica della contestazione agli autori della violazione.
Con verbale di contestazione del 23 gennaio 2015, notificato in data 5 febbraio 2015, la Guardia di Finanza ha contestato al
direttore di un’agenzia di Banca Carige e alla Banca medesima, in qualità di obbligato solidale, la violazione dell’articolo
41 del Decreto Legislativo Antiriciclaggio per omessa segnalazione di operazioni sospette per un importo complessivo di
Euro 502.237,00. Ai sensi dell’articolo 57, comma 4, del Decreto Legislativo Antiriciclaggio la violazione contestata è
punibile con una pena pecuniaria dall’1% (ossia Euro 5.022,37) al 40% (ossia Euro 200.894,80) del valore dell’operazione.
In data 3 marzo 2015, Banca Carige ha trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze la propria memoria difensiva.
Alla Data del Documento di Registrazione, il procedimento è in corso e potrebbe determinare effetti sotto il profilo
reputazionale per l’Emittente. Ai sensi della normativa vigente, il Ministero dell’Economia e delle Finanze deve notificare
l’eventuale provvedimento sanzionatorio entro il termine di cinque anni dal momento dell’avvenuta notifica della
contestazione agli autori della violazione.
Per maggiori informazioni in merito ai procedimenti sanzionatori avviati da Banca d’Italia si veda il Capitolo 11, Paragrafo
11.6 del Documento di Registrazione.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
3.1.6
Rischi connessi ai procedimenti penali
Per quanto a conoscenza dell’Emittente, alla Data del Documento di Registrazione, la Procura della Repubblica di Genova
sta svolgendo indagini in relazione al procedimento penale n. 10688/2013 r.g. n.r., nell’ambito delle quali l’ex presidente
dell’Emittente Giovanni Berneschi è indagato per i reati di cui agli articoli 2622, commi 3 e 4 (false comunicazioni sociali
in danno della società, dei soci o dei creditori), e 2637 (aggiotaggio) del Codice Civile, appropriazione indebita ex articolo
646 del Codice Penale; alla predetta data, l’Emittente è in attesa di conoscere l’esito delle indagini preliminari condotte
dalla Procura della Repubblica e, a quanto consta, i fatti oggetto dell’imputazione sarebbero stati in parte desunti dai rilievi
di Banca d’Italia e della Consob (per informazioni in merito agli accertamenti ispettivi di Banca d’Italia e ai procedimenti
Consob si vedano i Paragrafi 3.1.4 e 3.1.5 del presente Capitolo 3 e il Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di
Registrazione).
Nel contesto del suddetto procedimento, erano stati altresì contestati altri reati (in particolare i reati di associazione a
delinquere aggravato dalla natura transnazionale della associazione medesima, truffa aggravata, appropriazione indebita,
riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla natura transnazionale del gruppo criminale organizzato), in
relazione ai quali, per quanto a conoscenza dell’Emittente, sono state emesse misure cautelari personali e reali, tra l’altro,
nei confronti dell’ex Presidente dell’Emittente; per quanto a conoscenza dell’Emittente, tali reati sono stati oggetto di uno
stralcio e sono confluiti nel procedimento penale n. 17008/14 sempre avanti il Tribunale di Genova, che alla Data del
Documento di Registrazione è nella fase dibattimentale.
Nell’ambito del citato procedimento penale r.g.n. 17008/2014 in essere presso il Tribunale di Genova, in data 15 giugno
2015 il Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Genova ha disposto il rinvio a giudizio, eccezion fatta per le
posizioni di alcuni imputati, per i quali il GUP ha pronunciato, rispettivamente, (i) sentenza di non doversi procedere perché
il fatto non costituisce reato limitatamente ad una delle fattispecie contestate, (ii) sentenza di patteggiamento, con annesso
provvedimento di confisca e (iii) provvedimento di stralcio, dichiarando la propria incompetenza territoriale a favore del
Tribunale di Milano. A seguito dell’avvenuta sostituzione del Collegio giudicante all’udienza del 5 ottobre 2015, il
procedimento ha subito due successivi rinvii per le decisioni sulle questioni preliminari sollevate. Il Giudice, nell’udienza
del 19 novembre 2015 si è espresso negativamente in merito alla richiesta di costituzione di parte civile presentata da parte
di alcuni azionisti e nell’udienza del 9 dicembre 2015 ha respinto le richieste presentate dai difensori degli imputati. Alla
Data del Documento di Registrazione, tale procedimento è nella fase dibattimentale: la Banca si è costituita parte civile e
segue l'andamento del processo in attesa della fase finale, nella quale assumerà le proprie conclusioni.
Per quanto a conoscenza dell’Emittente, si segnala tuttavia che la Banca non può escludere che lo sviluppo delle indagini
possa far emergere ulteriori condotte penalmente rilevanti anche a carico di altri soggetti o che dai fatti oggetto di indagine
possano derivare situazioni in cui sia possibile congetturare la richiesta di danni e/o risarcimenti a carico del Gruppo da
parte di terzi quali persone offese e/o danneggiate. Tali eventuali azioni risarcitorie costituiscono una mera ipotesi e,
pertanto, non ne è in alcun modo valutabile l’eventuale fondatezza: in ogni caso, anche ove esperite, tali azioni difficilmente
potrebbero comportare esborsi a carico dell’Emittente prima della definizione dei relativi giudizi, definizione che è
ragionevole aspettarsi possa avere luogo in un orizzonte temporale valutabile in termini di anni a decorrere dalla Data del
Documento di Registrazione. L’Emittente si riserva di esperire ogni azione a tutela dei propri diritti e interessi danneggiati
dalle condotte lesive che sono emerse all’esito delle indagini penali in corso. A seguito di un’eccezione di incompetenza
territoriale presentata nell’ambito del predetto procedimento oggetto di stralcio da parte della difesa di uno degli imputati, la
posizione di quest’ultimo è stata ulteriormente stralciata e trasferita in un nuovo procedimento penale aperto presso il
Tribunale di Milano, attualmente nella fase dibattimentale.
Si segnala che, per quanto attiene ai reati costituenti presupposto della responsabilità dell’ente ex Decreto Legislativo 231
ed essendo tali illeciti ascritti ad un soggetto apicale, l’Emittente è stata iscritta nel registro degli indagati per l’illecito
amministrativo dipendente da reato ex articolo 25-ter del Decreto Legislativo 231, per i reati di false comunicazioni sociali
in danno della società, dei soci o dei creditori e di aggiotaggio. Le indagini hanno ad oggetto, tra l’altro, anche la regolarità
nella concessione di fidi e nella complessiva gestione dei rapporti creditori nonché la conformità dei modelli organizzativi
interni inerenti l’affidamento e la gestione dei fidi e la redazione dei bilanci alla normativa di settore. Si precisa che,
indipendentemente da qualunque valutazione sulla fondatezza dell’addebito mosso all’Emittente stessa, i rischi conseguenti
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
al più grave trattamento sanzionatorio in astratto applicabile all’Emittente stessa per gli illeciti amministrativi contestati
sono stimabili in misura non superiore a Euro 2 milioni, mentre per tali illeciti non sono previste sanzioni interdittive. A
quanto consta, tale procedimento è stato trasmesso per ragioni di competenza territoriale alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Roma: allo stato il procedimento non risulta ancora assegnato ad alcun magistrato di tale Procura.
Si segnala inoltre che, per quanto a conoscenza dell’Emittente, nell’ambito del procedimento penale r.g. n. 10688/2013,
oltre al Centro Fiduciario stesso ai sensi degli articoli 25-ter e 25-octies del Decreto Legislativo 231, sono stati indagati e
destinatari di misure cautelari personali e reali anche tre dipendenti distaccati con mansioni direttive presso il Centro
Fiduciario per i reati di ostacolo all’esercizio delle funzioni della autorità pubbliche di vigilanza ex articolo 2638 del Codice
Civile, di riciclaggio ex articolo 648-bis del Codice Penale e concorso nell’evasione delle imposte sui redditi ex articolo 4
del Decreto Legislativo n. 74/2000 ed è stata disposta la prosecuzione della società suddetta da parte del Commissario
Giudiziale di Centro Fiduciario per la durata di sei mesi dal 17 luglio 2014, ex articoli 13, commi 1 e 2, 15 e 45, comma 3,
del Decreto Legislativo 231. Al riguardo si segnala che in data 17 gennaio 2015 è cessato il predetto periodo di
commissariamento e che il Centro Fiduciario ha ripreso la piena operatività. Nell'udienza preliminare del 23 maggio 2016,
il Centro Fiduciario ha presentato istanza per la definizione della propria posizione ai sensi dell'articolo 63 Decreto
Legislativo 231 (c.d. patteggiamento) e il Giudice dell’udienza preliminare ha provveduto ad effettuare uno stralcio della
posizione del Centro Fiduciario riservandosi di decidere in ordine all’accoglimento dell’istanza all’esito dell’udienza
preliminare che prosegue nei confronti degli indagati persone fisiche e la cui prosecuzione è fissata per il 12 ottobre 2018.
Qualora l’istanza dovesse essere accolta, i costi complessivi cui il Centro Fiduciario andrebbe incontro per i diversi titoli
(sanzioni pecuniarie, risarcimento del danno e profitto da sottoporre a confisca) ammonterebbero a non oltre 650.000,00
Euro a fronte dei quali la controllata ha prudenzialmente accantonato 620.000,00 Euro.
Inoltre, risulta all’Emittente l’esistenza di ulteriori procedimenti che attualmente non vedono parte in causa né la Banca né
altre società del Gruppo Carige, relativi alla concessione di crediti ad alcune società e/o persone fisiche che sarebbero
successivamente risultate non solvibili, nell’ambito dei quali risulterebbero indagati alcuni dirigenti del Gruppo. Poiché
l’Emittente non è parte di tali indagini e, quindi, non è a conoscenza degli atti processuali, Banca Carige non è in grado, allo
stato, di fornire valutazioni maggiormente analitiche sulla vicenda citata.
Alla Data del Documento di Registrazione e con riferimento alle complessive vicende penali che hanno avuto ampio risalto
sugli organi di stampa, non è pertanto possibile fornire valutazioni maggiormente analitiche sulle predette vicende
processuali, che tuttavia l’Emittente segue con la massima attenzione come persona offesa ovvero danneggiata da reato.
Per informazioni sui procedimenti penali sopra descritti si rimanda al Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di
Registrazione.
***
Si segnala infine per completezza che in data 27 novembre 2015 Banca Carige ha comunicato di aver ricevuto la decisione
finale della Banca Centrale Europea avente ad oggetto gli esiti dello SREP svolto dall’Autorità di Vigilanza ai sensi della
Direttiva Comunitaria 2013/36/UE.
Nella SREP decision BCE richiede alla Banca il mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di Common
Equity Tier 1 Ratio (CET1 Ratio) su base consolidata pari all’11,25%, livello ritenuto idoneo a fronteggiare i rischi specifici
della Banca ivi inclusi i significativi rischi reputazionali e legali connessi a: (i) la decisione della Consob di richiedere al
Tribunale di Genova l'annullamento della delibera assembleare di approvazione del bilancio di esercizio 2013 e (ii) i
procedimenti penali pendenti a carico degli ex vertici di Banca Carige. Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia ai
precedenti Paragrafi 3.1.3 e 3.1.11 del presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione.
3.1.7 Rischi connessi al rating di tipo speculativo assegnato all'Emittente
Il rating assegnato all’Emittente da parte delle principali agenzie internazionali rappresenta un’indicazione del merito
creditizio dell’Emittente medesimo e l’outlook rappresenta il parametro che indica la tendenza attesa nel prossimo futuro
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
circa i rating assegnati all’Emittente. Peraltro, tali indicazioni potrebbero non riflettere tempestivamente le evoluzioni nella
situazione di solvibilità dell’Emittente e del Gruppo.
Alla Data Documento di Registrazione, alla Banca sono assegnati giudizi di rating da parte delle agenzie internazionali
Fitch Ratings e Moody’s, agenzie che, in data 31 ottobre 2011, hanno ottenuto la registrazione a norma del Regolamento n.
1060/2009/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009 relativo alle agenzie di rating del credito.
Si fa presente, pertanto, che entrambi i giudizi attribuiti all’Emittente sono “speculativi” ossia particolarmente esposti ad
avverse condizioni economiche, finanziari e settoriali.
La tabella che segue indica i giudizi di rating rilasciati dalle citate agenzie internazionali alla Data del Documento di
Registrazione:
Agenzia di
Rating
Moody’s (1)
Fitch (2)
Lungo
termine
Caa1
B-
Rating Emittente
Breve
Outlook
termine
Not Prime
Developing
B
Stabile
Lungo
termine
B3
-
Rating Depositi
Breve termine
Not Prime
-
Outlook
Ultimo report
Developing 5 ottobre 2016
16 maggio 2016
(1) Ai sensi della scala dei giudizi Moody’s Investor Service, il giudizio “Caa1” indica impegni ritenuti di scarsa affidabilità e il rischio di
credito è molto elevato. (versione in lingua originale: “Obligations rated Caa are judged to be of poor standing and are subject to
very high credit risk.”).Ai sensi della scala dei giudizi Moody’s Investor Service, il giudizio “NP” a breve termine indica emittenti
valutati Not Prime e che, quindi, non si trovano in nessuna delle categorie di rating Prime (versione in lingua originale: “Issuers rated
Not Prime do not fall within any of the Prime rating categories”).
(2) Ai sensi della scala dei giudizi Fitch Ratings, il giudizio “B” indica che un’aspettativa di rischio di default è presente, ma rimane un
limitato margine di sicurezza. Permane inoltre una flessibilità che permette di adempiere agli impegni di natura finanziaria, che
tuttavia risente del rischio di deterioramento del business e del contesto economico (versione in lingua originale: “‘B’ ratings indicate
that material default risk, is present, but a limited margin of safety remains. Financial commitments are currently being met;
however, capacity for continued payment is vulnerable to deterioration in the business and economic environment.”). Ai sensi della
scala dei giudizi Fitch Ratings, il giudizio “B” a breve termine indica impegni per i quali la capacità intrinseca di rimborso tempestivo
è minima, in aggiunta ad un’elevata vulnerabilità nel breve periodo dovuta ad eventuali condizioni economiche e/o finanziarie avverse
nel breve periodo (versione in lingua originale: “Minimal capacity for timely payment of financial commitments, plus heightened
vulnerability to near term adverse changes in financial and economic conditions”).
In data 5 ottobre 2016 Moody’s ha confermato il giudizio attribuito alla Banca l’8 aprile 2014: ‘Caa1’ per il lungo termine e
‘Not prime’ per il breve, mantenendo l’outlook developing assegnato il 25 gennaio 2016. Riguardo al rating a lungo termine
dei depositi, il giudizio è stato confermato a ‘B3’, ponendo lo stesso in outlook developing da positivo. Confermato anche lo
standalone baseline credit assessment (“BCA”) a ‘caa3’; tale giudizio tiene conto in particolare dei seguenti elementi: asset
quality, buffer di capitale rispetto al target SREP, redditività e liquidità. Secondo Moody’s, il piano di ristrutturazione che
Carige sta mettendo in atto ne migliorerà il profilo di rischio, grazie alla riduzione dello stock di crediti deteriorati e
all’incremento della redditività previsti. Al tempo stesso, secondo l'agenzia, tale piano presenta un rischio di esecuzione
molto elevato dati un contesto operativo molto volatile, il rischio di contagio derivante da problematiche di altre banche del
settore e la maggiore pressione esercitata dal Single Supervisory Mechanism della BCE.
In data 16 maggio 2016 Fitch ha rivisto il rating a lungo termine a ‘B-’ da ‘B’, con outlook stabile. Il downgrade – riflesso
dal Viability Rating (VR), rivisto a ‘b-‘ da ‘b’ – è dovuto al deflusso di raccolta avvenuto tra fine 2015 e i primi tre mesi del
2016 a seguito del processo di risoluzione di quattro banche italiane. Nel suo comunicato l’Agenzia rileva altresì che il
profilo di liquidità complessivo di Carige è stato mantenuto superiore ai limiti regolamentari e che ad aprile la raccolta ha
smesso di diminuire, registrando una piccola crescita netta. Il rating riflette inoltre la scarsa qualità degli attivi con le
relative pressioni sul patrimonio della Banca e un modello di business non profittevole, la cui inversione di tendenza
rappresenta la sfida cui è chiamato il nuovo management, nominato recentemente.
45
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Di seguito si fornisce uno schema riepilogativo in cui sono riportate le scale di rating utilizzate da Fitch e Moody’s:
SCALA RATING EMITTENTE BANCA CARIGE
Moody's
Categoria speculativa
Categoria investimento
Lungo termine Breve termine
Aaa
Aa1
Aa2
Aa3
A1
A2
A3
Baa1
Baa2
Baa3
Ba1
Ba2
Ba3
B1
B2
B3
Caa1
Caa2
Caa3
Ca
C
P-1
P-1
P-1
P-1
P-1
P-1
P-2
P-2
P-3
P-3
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
NP (Not prime)
Fitch
Lungo termine
Breve termine
AAA
AA+
AA
AAA+
A
ABBB+
BBB
BBBBB+
BB
BBB+
B
BCCC+
CCC
CCCCC
C
DDD
DD
D
F-1+
F-1+
F-1+
F-1+
F-1
F-1
F-2
F-2
F-3
F-3
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
D
D
D
Si segnala infine che il 22 settembre 2015, a seguito della revoca dall’incarico ad essa conferito, Standard & Poor's ha
ritirato i rating assegnati alla Banca (che, a tale data, erano pari a ‘B-’ per il lungo termine e ‘C’ per il breve, con outlook
stabile).
Il rating dell’Emittente può essere inoltre condizionato dal rating dello Stato italiano che, alla Data del Documento di
Registrazione, è più alto di quello dell’Emittente. Pertanto un ulteriore peggioramento del rating sovrano dell’Italia
potrebbe condurre a un ulteriore abbassamento del rating dell’Emittente, con conseguenti effetti negativi sulle attività e
sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo.
Al riguardo, si segnala che, in data 14 febbraio 2014 il rating attribuito da Moody’s ai titoli di stato italiani è stato
confermato al livello “Baa2”, mentre l’outlook è stato portato a stabile da negativo mentre quello attribuito da Fitch Ratings
(“BBB+”) è stato confermato in data 25 ottobre 2015, mantenendo l’outlook a stabile.
3.1.8 Rischi connessi al Piano Strategico 2016 – 2020
In data 29 giugno 2016, anche in considerazione di quanto contenuto nella final decision di BCE ricevuta dall’Emittente in
data 17 maggio 2016, il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha approvato all’unanimità il Piano Strategico 20162020, che sostituisce integralmente il precedente Piano Industriale 2015 – 2019, contenente gli obiettivi economici,
finanziari e patrimoniali per il periodo 2016-2020.
In pari data, il Piano Strategico 2016-2020 è stato illustrato dall’Emittente alla comunità finanziaria attraverso il documento
di presentazione del 29 giugno 2016 denominato “2016 – 2020 Piano Strategico”, disponibile sul sito della Banca
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/wpsgrp/portal/istituzionale/carige-ist-ita/investor-relations/presentazioni,
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
cui si rinvia per maggiori informazioni al riguardo unitamente al comunicato stampa diffuso in pari data e anch’esso
disponibile sul sito dell’Emittente al seguente indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/wpsgrp/portal/istituzionale/carige-ist-ita/investor-relations.
Il Piano Strategico 2016-2020 si basa su assunzioni macroeconomiche che stimano una crescita economica dell’Italia di
dimensione contenuta, il persistere di un contesto di bassi tassi di interesse e una crescita contenuta nella concessione di
nuovo credito; il Piano Strategico 2016-2020 mira a rilanciare l’attività del Gruppo nei prossimi cinque anni rafforzandone
il ruolo di banca commerciale di riferimento del territorio attraverso il rinnovamento dell’offerta alla clientela e del modello
di servizio.
In particolare, il Piano Strategico 2016-2020 si basa sulle seguenti quattro aree di intervento: (i) il rafforzamento del
bilancio, con particolare riferimento all’attuazione di una serie di misure, tra cui, in particolare, la dismissione di una parte
del portafoglio NPL per circa Euro 1,8 miliardi; (ii) l’aumento dell’efficienza tramite diverse iniziative che interesseranno la
rete territoriale, la struttura organizzativa, l’infrastruttura tecnologica e la gestione delle risorse umane, (iii) la
rifocalizzazione della Banca a vantaggio delle aree storicamente core del Gruppo quali la Liguria e la Toscana, (iv) la
rinnovata offerta commerciale ai clienti.
La dismissione di una parte del portafoglio NPL verrà attuata cercando di minimizzare gli impatti a conto economico e
massimizzando la riduzione delle RWA in un ottica di significativa riduzione del peso del credito deteriorato sul totale del
credito. La cessione di selezionati portafogli avverrà esplorando tutti gli strumenti ad oggi disponibili e sviluppando una
modalità di dismissione ricorrente al fine di ridurre l’impatto di nuovi ingressi sullo stock di sofferenze.
Il Piano prevede in particolare la dismissione di una tranche di NPL per non meno di Euro 900 milioni entro la fine del
2016 e di ulteriori Euro 900 milioni nel 2017; tali misure verranno attuate cercando di minimizzare gli impatti a conto
economico e massimizzando la riduzione delle RWA. Il Piano prevede anche un forte rafforzamento dell’unità dedicata alla
gestione degli NPL, che sarà dotata di maggiore autonomia e potenziata con l’incremento di circa 60 risorse, al fine di
migliorare le capacità operative.
Con particolare riferimento al programmato piano di dismissione di una parte del portafoglio NPL nonché degli ulteriori
accantonamenti su crediti previsti nel corso del 2016 è stata ipotizzata, nell’orizzonte di Piano, la riduzione del requisito
regolamentare del CET1. Il piano di dismissione di detto portafoglio è previsto determinare un impatto negativo nell’ordine
del 10% del valore nominale lordo dei crediti ceduti e un calo dei fondi propri. In particolare, il Piano prevede che
l’Emittente, a conclusione dell’operazione straordinaria di dismissione di una parte del portafoglio NPL, si attesti, al 2017,
ad un CET1 pari al 10,3% (che si confronta con il requisito patrimoniale minimo richiesto da BCE in termini di CET 1 Ratio
su base consolidata pari all’11,25%) con un progressivo miglioramento negli esercizi successivi sino a raggiungere un
livello di CET1 pari all’11,5% a fine Piano.
Tenuto conto che il Piano Strategico 2016-2020 si basa anche su assunzioni macroeconomiche, come tali non prevedibili
e/o al di fuori del controllo dell’Emittente, non si può escludere che possano intervenire eventi tali da impedirne, in tutto o
in parte, la sua attuazione nei tempi e nelle modalità previste.
In particolare, eventuali effetti negativi potrebbero derivare dall’evoluzione della regolamentazione del settore bancario e
finanziario in atto, dall’andamento dell’economia generale, nazionale e dell’intera area Euro (anche a seguito dell’esito del
referendum consultivo organizzato dal governo del Regno Unito in merito alla permanenza dello stesso nell’Unione
Europea (c.d. “Brexit”)), dalla dinamica dei mercati finanziari e dalla solidità e dalle prospettive di crescita dell’economia
italiana.
Il raggiungimento degli obiettivi del Piano Strategico 2016-2020 è inoltre correlato agli esiti dei processi annuali di
valutazione condotto dalla BCE (c.d. SREP – Supervisory Review and Evaluation Process) o da eventuali richieste di
patrimonializzazione avanzate dall’Autorità di Vigilanza al momento non prevedibili.
Al riguardo, in data 27 ottobre 2016, l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due
“bozze” di decisioni in merito alle quali la Banca ha formulato, entro il termine fissato per il 3 novembre, le proprie
osservazioni concernenti sia il merito dei contenuti delle bozze che il quadro normativo al quale esse si riferiscono.
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FATTORI DI RISCHIO
Nell’ambito delle suddette bozze di decisione, BCE, pur accogliendo positivamente l’enfasi sulla riduzione dei costi,
definisce “sfidante” l’attuazione del nuovo Piano Strategico per le ragioni di seguito sintetizzate: (i) il target annuale di
crescita dell’utile ricorrente è ritenuto piuttosto ambizioso; (ii) l’effettiva attuazione delle economie di costo proposte
risultano non certe; (iii) il livello-obiettivo degli NPL non è sufficiente per affrontare le questioni inerenti la qualità degli
attivi e (iv) le previsioni di perdita connesse alle cessioni di NPL sono valutate da BCE ottimistiche e potrebbero richiedere
ulteriori misure patrimoniali.
La seconda bozza, inoltre, prevede che entro il 31 gennaio 2017 la Banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come
intervento precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione degli NPL, valutandone anche gli impatti in
termini di adeguatezza patrimoniale. I requisiti relativi alla riduzione quantitativa dei crediti problematici sono
rappresentati, senza differenziazione tra le diverse classi di crediti, come segue:
NPL lordi (miliardi euro)
Coverage ratio
31-12-2017
max 5,5
min 45%
31-12-2018
max 4,6
31-12-2019
max 3,7
min 43%
min 42%
La Banca comunica inoltre di avere comunque già in corso, anche in relazione ai recenti favorevoli sviluppi relativi a
cartolarizzazioni di NPL, analisi volte alla definizione, nei più brevi tempi possibili, di più incisive opzioni, rispetto a
quelle individuate nel piano industriale 2016-2020 approvato lo scorso giugno ed attualmente in fase di implementazione,
per conseguire una rilevante riduzione dell’incidenza degli NPL sul bilancio.
La mancata realizzazione del Piano Strategico 2016-2020 nella misura e nei tempi prospettati potrebbe, pertanto, avere
effetti negativi sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo, con particolare riferimento
alla qualità del credito, alla capacità di erogare nuovi flussi di finanziamento, alla disponibilità di adeguati flussi di raccolta
e al relativo costo.
Inoltre, la mancata puntuale attuazione delle iniziative strategiche contenute nel Piano Strategico 2016-2020 e/o la
realizzazione delle stesse secondo modalità e termini diversi da quelli previsti potrebbe pertanto determinare impatti
negativi nell’andamento dell’Emittente con particolare riferimento al mancato rispetto dei requisiti patrimoniali di vigilanza,
al possibile declassamento del rating, con conseguenze sul funding del Gruppo.
Per maggiori informazioni si veda il Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 “Fatti importanti nell’evoluzione dell’Emittente” del
Documento di Registrazione.
3.1.9 Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale e alle iniziative di patrimonializzazione dell’Emittente
La normativa bancaria fissa regole in materia di adeguatezza patrimoniale delle banche al fine di stabilire livelli prudenziali
di capitale da detenere, qualificandone la qualità e valutando gli eventuali strumenti di mitigazione dei rischi.
Gli enti creditizi sono tenuti a soddisfare costantemente i requisiti minimi di capitale applicabili (“requisiti di primo
pilastro”). A decorrere dal 1° gennaio 2014 (2), tali requisiti si sostanziano in un coefficiente di capitale primario di classe 1
del 4,5% (“Common Equity Tier 1 Ratio”), un coefficiente di capitale di classe 1 del 6% (“Tier 1 Capital Ratio”)(3) e un
(2) Precedentemente a tale data, i requisiti patrimoniali risultavano definiti nell’ambito del quadro regolamentare di Basilea 2, introdotto
nella normativa di settore attraverso la Circolare 263. Per i gruppi bancari era prevista una soglia minima in termini di Tier 1 Ratio pari al
4% e di Total Capital Ratio pari all’8%, salva la possibilità dell’Autorità di Vigilanza di richiedere il rispetto di specifici e ulteriori
requisiti.
(3) Per il solo anno 2014 la Banca d'Italia, esercitando una discrezionalità nazionale prevista dal Regolamento (UE) n. 575/2013, ha
determinato il coefficiente minimo regolamentare di tale aggregato patrimoniale (capitale di classe 1) nel 5,5% (Circolare 285, Parte
Seconda, Capitolo 14, Sezione II).
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FATTORI DI RISCHIO
coefficiente di capitale totale dell’8% (“Total Capital Ratio”), come disposto dall’articolo 92 del Regolamento (UE) n.
575/2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (c.d. “Regolamento CRR”),
nonché nel mantenimento di riserve di conservazione del capitale, di riserve anticicliche e sistemiche di cui all’articolo 128,
nn. 2 e 3, della Direttiva 2013/36/UE sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti
creditizi e sulle imprese di investimento (c.d. “Direttiva CRD IV”), e tutte le altre riserve che sono state fissate dalle autorità
nazionali competenti e designate. La Circolare 285 prevede, tra l’altro, che dal 1° gennaio 2014 le banche, in aggiunta ai
requisiti patrimoniali sopra indicati, costituiscano la citata riserva di conservazione del capitale (capital conservation buffer)
nel suo livello massimo pari al 2,5% dell’esposizione complessiva al rischio. Tale riserva di capitale deve essere costituita
da elementi computabili nel Capitale Primario di Classe 1, ovvero con capitale di primaria qualità sotto il profilo della
capacità di assorbimento delle perdite (Common Equity Tier 1 Ratio non inferiore al 7%: 4,5% + Capital Conservation
Buffer “CCB” pari al 2,5%; Tier 1 Ratio non inferiore all’8,5%: 6% + “CCB” pari al 2,5%; Total Capital Ratio non
inferiore all’10,5%: 8% + “CCB” pari al 2,5%). Nella definizione di capitale da utilizzare vengono applicati i margini di
flessibilità previsti dal Regolamento CRR per quanto riguarda, in particolare, il regime delle deduzioni e dei filtri
prudenziali.
Si precisa che la Banca d’Italia ha pubblicato, per il primo trimestre 2016 (in data 30 dicembre 2015) e per il secondo
trimestre 2016 (in data 25 marzo 2016), la decisione con cui ha fissato allo zero per cento il coefficiente della Riserva di
Capitale Anticiclica (Countercyclical Capital Buffer) applicabile alle esposizioni verso controparti italiane. L’ammontare
totale delle riserve aggiuntive di capitale è denominato Requisito Combinato di Riserva di Capitale ed è fatto obbligo alle
banche di far fronte allo stesso con Capitale Primario di Classe 1. Le banche che non soddisfano il Requisito Combinato di
Riserva di Capitale, o anche il solo Capital Conservation Buffer, sono sottoposte alle misure di conservazione del capitale
previste dalla Circolare 285, che prevedono una limitazione alla distribuzione dei dividendi.
E’ inoltre previsto che le banche si debbano dotare di un piano di conservazione del capitale che indichi le misure (fra le
quali non si possono escludere ulteriori aumenti di capitale) che la banca intende adottare per ripristinare, entro un congruo
termine, il livello di capitale necessario a mantenere le riserve di capitale secondo la misura richiesta.
Gli enti creditizi sono altresì obbligati a soddisfare il coefficiente di capitale primario di classe 1, il coefficiente di capitale
di classe 1 e il coefficiente di capitale totale pienamente attuati (fully loaded) entro la data applicabile per la completa
introduzione progressiva del regime di Basilea 3. Ciò si riferisce all’applicazione completa dei suddetti coefficienti dopo
l’applicazione delle disposizioni transitorie, nonché alle riserve anticicliche e sistemiche di cui all’articolo 128, paragrafi 2 e
3, della Direttiva 2013/36/UE, e a tutte le altre riserve che sono state fissate dalle autorità nazionali competenti e designate.
Le disposizioni transitorie sono stabilite dal Titolo XI della Direttiva 2013/36/UE e dalla Parte X, Titolo I, del Regolamento
CRR.
Inoltre, gli enti creditizi sono tenuti a soddisfare in via continuativa tutti i requisiti patrimoniali aggiuntivi imposti dalla
BCE sulla base dei poteri previsti all’articolo 16, paragrafo 2, lettera a), del Regolamento (UE) n. 1024/2013 e che vanno al
di là dei requisiti di primo pilastro (“requisiti di secondo pilastro”).
Con decisione del 10 marzo 2015 la BCE, a seguito della valutazione del Capital Plan nell’ambito della sua attività di
revisione e valutazione prudenziale dei requisiti patrimoniali (SREP) relativa al 2014, ha comunicato l’esito di tale attività e
ha chiesto a Banca Carige di detenere - a livello consolidato - un livello minimo di CET 1 Ratio target, da raggiungere entro
la fine del mese di luglio 2015, pari all’11,5%. Inoltre, la BCE ha comunicato all’Emittente il divieto di distribuire dividendi
da rispettare fino alla nuova comunicazione derivante dal periodico processo di revisione e valutazione prudenziale dei
requisiti patrimoniali dell’Emittente.
In data 27 novembre 2015, Banca Carige ha comunicato di aver ricevuto la decisione finale della BCE avente ad oggetto gli
esiti dell’attività di SREP relativa al 2015, svolta dalla medesima Autorità di Vigilanza ai sensi della Direttiva Comunitaria
2013/36/UE.
Con tale SREP decision la BCE ha richiesto alla Banca il mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di
Common Equity Tier 1 Ratio (CET1 Ratio) su base consolidata pari all’11,25%, in diminuzione rispetto al precedente
requisito dell’11,50% comunicato nel precedente mese di marzo 2015, che potrà essere oggetto di un’ulteriore revisione al
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FATTORI DI RISCHIO
verificarsi di una strutturale riduzione del peso dei crediti deteriorati rispetto alla consistenza degli attivi del Gruppo
bancario.
Oltre al citato requisito patrimoniale minimo, la SREP decision ha previsto: (i) il mantenimento su base consolidata di un
indicatore di liquidità pari al 90% in termini di Liquidity Coverage Ratio; (ii) la restrizione al pagamento di dividendi agli
azionisti.
La BCE ha notificato alla Banca, con comunicazione del 19 febbraio 2016 (c.d. “draft decision”) ai sensi del Regolamento
UE 1024/2013, l’intenzione di adottare una decisione relativamente a “The reduction of risks and the presentation of a plan
to restore compliance with supervisory requirements” (“La riduzione dei rischi e la presentazione di un piano in conformità
ai requisiti di vigilanza”). La Banca ha riscontrato tale comunicazione fornendo i propri commenti nei termini richiesti e
ribadendo l’adeguatezza delle strategie, processi, fondi propri e liquidità atti a fronteggiare i rischi correnti e prospettici
della Banca anche nel nuovo deteriorato scenario di riferimento.
La draft decision faceva esplicito riferimento alle tensioni, soprattutto dal lato della raccolta, che si sono manifestate nel
sistema bancario italiano a partire dalla fine di novembre 2015 e conteneva la richiesta alla Banca di predisporre un nuovo
funding plan. Tale piano è stato presentato dalla Banca alla BCE in data 31 marzo 2016.
Il funding plan delinea il percorso di mantenimento di un adeguato indicatore, misurato dal Liquidity Coverage Ratio
(LCR) su profili convenientemente al di sopra della soglia minima di riferimento, sia nello scenario base delineato
nell’esercizio, sia in uno scenario stressato che ipotizza il permanere di condizioni di contesto non favorevoli per un
periodo di tempo prolungato.
Inoltre, la draft decision, muovendo dalla constatazione che i risultati economici conseguiti devono essere considerati
ancora deboli, malgrado alcuni miglioramenti soprattutto nell’area del costo del credito e dei costi operativi, conteneva la
richiesta di un nuovo piano industriale adattato al corrente scenario di mercato e di un piano a medio termine che riflettesse
nuove considerazioni sulle opzioni strategiche del Gruppo, entrambi da presentare alla BCE entro il 31 maggio 2016. Le
decisioni contenute nella suddetta draft decision sono state confermate con lettera del 31 marzo 2016 da parte di BCE (c.d.
“final decision”), avverso la quale la Banca, in data 11 aprile 2016, ha presentato ricorso amministrativo presso la
Commissione Amministrativa del Riesame.
Detta Commissione, in data 27 aprile 2016 ha proposto, considerato il rinnovamento di due terzi del Consiglio di
Amministrazione della Banca (inclusi il Presidente e l'Amministratore Delegato) verificatosi dopo l’adozione della final
decision oggetto di contestazione, la revisione da parte del Consiglio di Vigilanza della BCE dei termini finali per la
presentazione del piano industriale e del piano a medio termine.
In data 4 maggio 2016, la BCE ha fatto pervenire alla Banca una nuova draft decision in cui, a parziale modifica delle
decisioni contenute nella final decision del 31 marzo 2016, ha chiesto alla Banca di presentare a BCE:
− entro il 31 maggio 2016, le linee guida del piano industriale e del piano a medio termine, oltre ad un aggiornamento del
funding plan presentato il 31 marzo 2016;
− entro il 30 giugno 2016, il piano industriale e il piano a medio termine dettagliati, a valere sulle linee guida presentate il
31 maggio 2016.
In data 17 maggio 2016, l’Emittente ha ricevuto la final decision di BCE che ha confermato la draft decision ricevuta in
data 4 maggio 2016.
In riscontro alle richieste di BCE e nei termini dalla stessa richiesti, Banca Carige ha presentato a BCE l’aggiornamento del
funding plan presentato in data 31 marzo 2016 e il Piano Strategico 2016 – 2020 che include il piano a medio termine (per
maggiori informazioni sul Piano Strategico 2016 – 2020 si veda il precedente Paragrafo 3.1.8 “Rischi connessi al Piano
Strategico 2016 – 2020” del presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione).
In data 27 ottobre 2016 l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di
decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca da sottoporsi alla BCE entro il 3
novembre 2016.
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and
Evaluation Process – cd. SREP) e contiene la richiesta della BCE alla Banca di mantenere, su base consolidata, un requisito
patrimoniale complessivo (Total SREP Capital Requirement, TSCR) dell'11,25%, che include il requisito minimo di fondi
propri dell'8% ed un requisito aggiuntivo di fondi propri del 3,25%.
La BCE precisa che il TSCR dell'11,25% potrebbe essere rivisto - tenendo conto di eventuali evoluzioni future delle
condizione economiche e finanziarie dell’ente creditizio su base consolidata - una volta che le esposizioni deteriorate (nonperforming) saranno riportate ad un livello sostenibile.
La Banca è altresì soggetta al requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement, OCR), che prevede, oltre al
TSCR, il requisito combinato di riserva di capitale fissato dalla Banca d’Italia all’1,25% per il 2017.
La BCE richiede inoltre alla Banca di mantenere in qualsiasi momento, a livello consolidato, un requisito di liquidità pari al
90% in termini di coefficiente di copertura della liquidità (Liquidity Coverage Ratio).
La BCE richiede poi alla Banca, a livello consolidato, di fornire alla BCE informazioni integrative in merito ai crediti
deteriorati (Non-Performing Loans, NPL) e di non effettuare distribuzioni ai soci.
Con riferimento alla raccomandazione sulle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la BCE si
aspetta che la Banca, a livello consolidato, si attenga alle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital
guidance) del 2,25%, da detenere in aggiunta al requisito del Common Equity Tier I del 9% (composto da coefficiente
minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di riserva di capitale dell’1,25%). La
BCE segnala che: “il mancato rispetto delle indicazioni di capitale di secondo pilastro non costituisce di per sé violazione
dei requisiti di fondi propri. Tuttavia, qualora il capitale della Banca su base consolidata scendesse, o fosse previsto
scendere al di sotto del livello delle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la Banca dovrà
avvertire immediatamente la BCE e spiegare nel dettaglio le motivazioni del mancato rispetto delle indicazioni di ‘Pillar 2
capital guidance’. La BCE esaminerà le motivazioni per cui il capitale della Banca è sceso o è previsto scendere e si
considererà l’adozione di commisurate ed opportune misure specifiche per l’ente creditizio, compresa, in via esemplificativa
e non esaustiva, la richiesta di presentazione di un piano di ripristino patrimoniale (capital restoration plan), sulla base
dell’art. 16(2) del regolamento (UE) n. 1024/2013.”
La seconda bozza prevede che, entro il 31 gennaio 2017, la Banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come intervento
precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione dei crediti deteriorati ((Non Performing Loans – NPL),
valutandone anche gli impatti in termini di adeguatezza patrimoniale.
Per maggiori informazioni si veda il Capitolo 3, Paragrafo 3.1.8 “Rischi connessi al Piano Strategico 2016 – 2020” del
Documento di Registrazione.
Nonostante le azioni poste in essere dall’Emittente con particolare riferimento al rafforzamento del proprio patrimonio, non
si può escludere che, in futuro, a fronte di esiti non positivi di tali verifiche periodiche, al momento non prevedibili,
potrebbero manifestarsi ulteriori esigenze di aumentare la dotazione patrimoniale dello stesso.
Per maggiori informazioni al riguardo si veda il successivo Paragrafo 3.1.3 del presente Capitolo 3 del Documento di
Registrazione.
Al 30 giugno 2016 il requisito patrimoniale è soddisfatto, essendo il CET1 Ratio pari al 12,2%.
Alla stessa data, la Banca mantiene una solida posizione di liquidità con disponibilità liquide e attività libere stanziabili per
circa Euro 2 miliardi e un Liquidity Coverage Ratio pari al 114%, e quindi al di sopra del target minimo richiesto da BCE in
ambito SREP (pari al 90%).
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Per informazioni in merito al rischio di liquidità dell’Emittente si veda il successivo Paragrafo 3.1.10 del presente Capitolo
3 del Documento di Registrazione.
I coefficienti patrimoniali sono stati determinati in base alla nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di
investimento contenuta nel Regolamento CRR e nella Direttiva CRD IV che traspongono nell’Unione europea gli standard
definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Si è tenuto conto delle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia
con la Circolare 285 e la Circolare 286 e relativi aggiornamenti con particolare riferimento all’esercizio delle discrezionalità
nazionali.
Si precisa altresì che, in seguito alla cessione delle società assicurative avvenuta nel corso del 2015 non vi sono differenze
tra il perimetro di consolidamento utilizzato per la redazione del bilancio e perimetro di consolidamento utilizzato ai fini
prudenziali. Si segnala, infine, che sulla base dell’articolo 467 paragrafo 2 della CRR, recepito dalla Banca d’Italia nella
Circolare 285, il Gruppo Banca Carige ha adottato l’opzione di escludere dai fondi propri i profitti o le perdite non realizzati
relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria Attività finanziarie disponibili per la
vendita (AFS).
La seguente tabella illustra gli aggregati patrimoniali e i coefficienti di vigilanza del Gruppo Bancario, su base consolidata,
alle date del 30 giugno 2016, del 31 dicembre 2015 e del 31 dicembre 2014 riportati rispettivamente nel Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, nel Bilancio Consolidato 2015 e nel Bilancio Consolidato 2014 (Nota Integrativa,
Parte F – Informazioni sul Patrimonio Consolidato).
(milioni di Euro)
Livelli minimi previsti secondo
le regole di Basilea 3
30-giu-16
31-dic-15
31-dic-14
Basilea 3 Phase-in
Basilea 3 Phase-in
Basilea 3 Phase-in
2015
1)
2014
Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier
CET1)
2.204,6
2.435,1
1.723,6
Capitale di classe 1 (Tier 1)
2.220,0
2.548,5
1.783,4
Capitale di classe 2 (Tier 2)
358,3
421,7
517,9
2.578,3
2.970,2
2.301,3
17.960,2
19.976,6
20.473,7
15,4
113,38
59,8
Capitale primario di classe 1/Totale attivo ponderato
(Common Equity Tier 1 Ratio) (**)
12,3%
12,19%
8,4%
non inferiore al
7%
non inferiore al
7%
Capitale di classe 1/Totale attivo ponderato (Tier 1
Ratio) (***)
12,4%
12,76%
8,7%
non inferiore
all'8,5%
non inferiore
all'8%
Fondi Propri /Totale attivo ponderato (Total Capital
Ratio) (****)
14,4%
14,87%
11,2%
non inferiore al
10,5%
non inferiore al
10,5%
Attività ponderate per il rischio (RWA)/Totale attivo
63,7%
65,93%
53,4%
Fondi Propri
Totale attivo ponderato (RWA)
Additional Tier 1
(**) Le regole di Basilea 3 prevedono un livello minimo di Common Equity T ier 1 Ratio non inferiore al 7% (4,5% + Capital Conservation Buffer: “CCB” pari al
2,5%). La BCE ha richiesto in data 10 marzo 2015 un indice pari almeno all’11,50% e in data 27 novembre 2015, a seguito della SREP Decision, un indice pari almeno
all’11,25%.
(***) Le regole di Basilea 3 prevedono un livello minimo di T ier 1 Ratio non inferiore all’8% (5,5% + “CCB” pari al 2,5%) per l’anno 2014 e all’8,5% (6% + “CCB”
pari al 2,5%) a decorrere dal 2015.
(****) Le regole di Basilea 3 prevedono un livello minimo di T otal Capital Ratio non inferiore al 10,5% (8% + “CCB” pari al 2,5%).
1) La BCE ha richiesto, in data 10 marzo 2015, all'Emittente di detenere un livello minimo di CET 1 Ratio pari all’11,50% ridotto in data 27 novembre 2015, a seguito
della SREP Decision, all’11,25%.
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Il Gruppo presenta – alla data del 30 giugno 2016 - indicatori di Total Capital Ratio phased-in (14,3%), Tier I Ratio phasedin (12,3%) e Common Equity Tier 1 Ratio – CET1R phased-in (12,2%) superiori ai limiti minimi di Vigilanza. Il CET1
Ratio risulta al di sopra dei limiti regolamentari dell’11,25% che la BCE ha richiesto.
Il Gruppo presenta, alla data del 31 dicembre 2015, indicatori di Total Capital Ratio phased-in (14,9%), Tier I Ratio
phased-in (12,8%) e Common Equity Tier 1 Ratio – CET1R phased-in (12,2%) superiori ai limiti minimi di vigilanza. La
dotazione patrimoniale del Gruppo risulta in aumento rispetto a fine 2014 conseguentemente all’Aumento di Capitale
Sociale pari a 850 milioni di Euro e al perfezionamento dell’operazione che prevedeva la totale dismissione delle
partecipazioni in Amissima Assicurazioni e Amissima Vita. Il CET1R risulta al di sopra dei limiti regolamentari e superiore
sia del CET 1 ratio dell’11,25% che la BCE ha richiesto a seguito della SREP decision del 27 novembre 2015 che del CET
1 ratio dell’11,50% che la BCE ha richiesto in data 10 marzo 2015. Si ricorda che il periodo di applicazione del regime
transitorio andrà ad esaurirsi con l’anno 2018 (che rappresenta quindi l’ultimo anno di regime transitorio) e che il
Grandfathering terminerà di dispiegare i suoi effetti a decorrere dall’anno 2022. Pertanto, l’elaborazione sopra riportata è
indicativa di quale sarebbe la posizione patrimoniale del Gruppo al termine del periodo di Phase-in e di Grandfathering
graduale.
Si evidenzia, inoltre, che l’Emittente, tenuto conto della continua evoluzione del quadro normativo, dal 1° gennaio 2018
dovrà rispettare il coefficiente patrimoniale di “Leverage Ratio” (rappresentato dal rapporto tra capitale primario e totale
delle attività, incluse quelle fuori bilancio e, alla Data del Documento di Registrazione, segnalato alle Autorità di Vigilanza
nell’ambito di un observation period che si concluderà nel 2016) e tener conto degli eventuali effetti derivanti
dall’applicazione del principio contabile internazionale IFRS 9 - Financial Instruments. Per maggiori informazioni al
riguardo si vedano il Capitolo 3, Paragrafi 3.1.4 e Paragrafo 3.1.11 del Documento di Registrazione, il Bilancio Consolidato
2014, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente
all’indirizzo http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf,il Bilancio
Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet
dell’Emittente all’indirizzo http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio2015.pdf e infine il Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016incluso mediante riferimento nel Documento di
Registrazione
e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf .
Il Gruppo presenta un indicatore di Leverage Ratio calcolato ai fini gestionali pari a:
Leverage Ratio
30-giu-16
31-mar-16
31-dic-15
31-dic-14
INDICATORE DI LEVA FINANZIARIA TRANSITORIO 1)
7,34
8,04
7,72
4,83
INDICATORE DI LEVA FINANZIARIA A REGIME 2)
6,62
7,49
7,09
3,83
1) Regime Phase-In utilizzato per il calcolo del capitale di classe 1.
2) Full compliance secondo il Regolamento UE n. 575/2013 (CRR).
3.1.10 Rischio di liquidità dell’Emittente
Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente sotto forma di inadempimento rispetto agli impegni di pagamento assunti. La
prassi internazionale è solita operare una distinzione fra market liquidity risk e funding liquidity risk.
Con market liquidity risk si intende il rischio che la banca non sia in grado di smobilizzare un’attività finanziaria senza
incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di riferimento o di inefficienze nello stesso.
Per funding liquidity risk si intende invece il rischio che la banca non sia in grado di far fronte secondo criteri di
economicità alle proprie uscite di cassa (sia attese che inattese) e alle esigenze di collateral (garanzie collaterali), senza
pregiudicare l’operatività quotidiana o la situazione finanziaria della banca stessa.
53
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
I fattori che generano rischio di liquidità e danneggiano, quindi, la posizione dell’Emittente e del Gruppo possono essere di
natura endogena o esogena. I primi derivano da eventi negativi specifici della Banca e delle rilevanti società del Gruppo che
comportano una perdita di fiducia nei confronti delle stesse da parte del mercato e possono tradursi in: riduzione, anche
significativa, dell’accesso ai mercati, specie quelli degli unsecured borrowing, riduzione o cancellazione delle linee di
credito interbancarie, riduzione dei depositi della clientela ordinaria, incapacità di cedere propri asset o dismettere
investimenti. Inoltre, un eventuale deterioramento della qualità del credito potrebbe determinare effetti negativi sulla
posizione di liquidità della Banca a seguito della necessità di incrementare i fondi destinati alla copertura dei propri crediti
deteriorati, determinando in tal modo una potenziale minore capacità di autofinanziamento da parte dell’Emittente.
I fattori di natura esogena invece originano da eventi negativi causati da shock di mercato non direttamente controllabili da
parte degli istituti di credito, quali crisi politiche, crisi finanziarie, eventi catastrofici e crisi di mercato. Queste ultime
possono comportare, ad esempio, difficoltà di rinnovo dei finanziamenti sul mercato, difficoltà di accesso ad alcuni mercati,
prelievi improvvisi da parte di depositanti e di coloro ai quali è stata concessa una linea di credito. Altre fonti di liquidity
risk sono invece connesse alla specificità di alcuni prodotti finanziari, quali i contratti derivati nel caso in cui taluni eventi
(improvvisi movimenti di mercato, fallimenti o declassamenti nei rating) provochino la richiesta di ulteriore collateral da
parte delle controparti; altre fonti di rischio sono riconducibili agli impegni relativi a linee c.d. committed che in casi di crisi
potrebbero generare un incremento nella domanda di liquidità da parte della clientela.
La crisi dei mercati finanziari che ha interessato l’Area Euro soprattutto a partire dal 2011, ha determinato una riduzione
della liquidità a disposizione del sistema bancario con un incremento dei relativi costi, inoltre, le tensioni connesse al debito
sovrano di alcuni Paesi e l’incremento dei requisiti patrimoniali e di liquidità richiesti al sistema creditizio hanno
determinato la necessità per gli Stati e le banche centrali di assumere articolate iniziative a supporto del sistema creditizio.
Tra il 2011 e il 2012 BCE ha lanciato due operazioni di rifinanziamento a lungo termine (c.d. LTRO o Long Term
Refinancing Operation) che hanno permesso di immettere liquidità nel sistema bancario a condizioni vantaggiose fino a tre
anni, anche se a fronte di garanzie capienti. In seguito, nel corso del 2014, in considerazione dell’incremento dei rischi di un
aggravarsi della spirale deflattiva dell’economia, il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato l’avvio delle operazioni
mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted - Longer Term Refinancing Operations, T-LTRO) e in settembre
quello di un programma di acquisto di ABS emessi in seguito alla cartolarizzazione di crediti bancari a imprese e famiglie
(Asset-Backed Securities Purchase Programme, ABSPP) e di obbligazioni bancarie garantite (Covered Bond Purchase
Programme, CBPP3), con l’obiettivo di favorire il credito all’economia reale e di stimolare la crescita attraverso un
aumento della dimensione del bilancio dell’Eurosistema.
Le banche hanno potuto finanziarsi con le prime due aste di T-LTRO (settembre e dicembre 2014) presso la BCE al tasso di
riferimento + 10 basis point per un importo complessivo (plafond) pari al 7% dello stock al 30 aprile 2014 di crediti erogati
al settore privato non finanziario dell’area dell’Euro, esclusi i prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni. I collateral
necessari per l'accesso ai T-LTRO sono rappresentati dai titoli, crediti ed ogni attività eligible così come previsto dai criteri
dell’Eurosistema.
Il Gruppo Carige ha partecipato alle prime due aste di T-LTRO per nominali Euro 1.130 milioni (rispettivamente, Euro 700
milioni ed Euro 430 milioni), a fronte di un ammontare massimo richiedibile pari a Euro 1.140 milioni (c.d. initial
allowance). Inoltre, il Gruppo ha ottenuto finanziamenti per Euro 160 milioni a giugno 2015, per Euro 710 milioni a
settembre 2015 e per Euro 300 milioni a dicembre 2015 per un ammontare dell’esposizione al programma T-LTRO, a fine
2015, pari a Euro 2,3 miliardi. Nel mese di marzo 2016 non è stato chiesto alcun finanziamento a valere sul programma
mentre nel corso del mese di giugno 2016 si è proceduto al rimborso anticipato del finanziamento in essere sul programma
T-LTRO per 2,3 miliardi, in considerazione della possibilità di partecipare al nuovo programma T-LTRO II di seguito
descritto.
Stante il perdurare dell’assenza della dinamica inflattiva nell’economia europea, nel mese di aprile 2016, il Consiglio
Direttivo della BCE ha deliberato un secondo programma di finanziamento straordinario rivolte alle banche europee,
denominato “Second series of targeted longer-term refinancing operations” (c.d. “T-LTRO II”), con la finalità di sostenere
il processo di erogazione del credito all’economia reale, con particolare riferimento alle società non finanziarie. Nel mese di
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
giugno 2016 la Banca si è avvalsa della facoltà di accedere al programma di finanziamento T-LTRO II per un importo di
Euro 2,5 miliardi.
Si segnala infine che, nel corso del 2015, il Consiglio Direttivo della BCE, ha ampliato la dimensione del programma di
acquisto di titoli per finalità di politica monetaria espansiva, includendovi anche quelli pubblici (Quantitative Easing - QE);
alla Data del Documento di Registrazione, il Gruppo Carige non possiede i requisiti per accedere al Quantitative Easing
come controparte diretta degli acquisti di Banca Centrale in quanto non rientra nel novero dei primary dealer (intermediari
che operano con funzioni di market maker sul mercato telematico all’ingrosso dei titoli di stato), mentre per quanto riguarda
i titoli emessi, le emissioni di Covered Bond (aventi un valore di bilancio di Euro 3.780,5 milioni al 30 giugno 2016)
possono rientrare tra i titoli acquistabili dal programma di Quantitative Easing.
***
In considerazione dell’attuale contesto economico, finanziario e politico, è da ritenere che il rischio di liquidità possa
permanere su livelli elevati anche nel prossimo futuro. Il Gruppo Carige si è dotato di adeguati indirizzi operativi e policy di
gestione atti a monitorare e gestire tempestivamente le tensioni che potrebbero determinarsi. La Funzione Risk Management
garantisce nel continuo la misurazione ed il controllo dell’esposizione del Gruppo al rischio di liquidità, sia operativa (a
breve termine) che strutturale.
L’obiettivo del governo della liquidità operativa (a breve termine) è quello di garantire che il Gruppo sia nella condizione di
far fronte agli impegni di pagamento previsti e imprevisti, su un orizzonte temporale di riferimento pari a 12 mesi, senza
pregiudicare la normale continuità operativa. La misurazione e il monitoraggio della liquidità operativa vengono effettuati
con frequenza giornaliera tramite la maturity ladder operativa. La maturity ladder operativa consente una analisi della
distribuzione temporale dei flussi di cassa positivi e negativi, degli eventuali gap, nonché delle riserve (counterbalancing
capacity) disponibili a fronteggiare tali gap.
Il Gruppo effettua inoltre verifiche periodiche di Stress Test con riferimento alla maturity ladder operativa al fine di
analizzare l’effetto sulla situazione di liquidità del verificarsi di scenari di crisi eccezionali ma realistici e valutare la
congruità delle riserve di liquidità detenute.
L’obiettivo del governo della liquidità strutturale è quello di garantire il mantenimento di un adeguato rapporto fra le attività
e le passività, ponendo dei vincoli alla possibilità di finanziare attività a medio lungo termine con passività a breve termine e
quindi limitando pressioni sull’attività di funding nel breve termine.
La misurazione e il monitoraggio della liquidità di medio/lungo termine vengono effettuati tramite la maturity ladder
strutturale. La maturity ladder strutturale si fonda su un modello di maturity mismatch e ha un orizzonte temporale che
comprende le poste a vista e si estende sino a 20 anni e oltre, e contiene i flussi in conto capitale, certi o modellizzati,
originati da tutte le poste di bilancio.
In relazione sono stati definiti gli indicatori in termini di gap ratio sulle scadenze oltre l’anno, ed i relativi limiti oggetto di
monitoraggio da parte della Funzione Risk Management. Oltre agli indicatori gestionali viene monitorato il Net Stable
Funding Ratio (NSFR) che rapporta l’ammontare di provvista disponibile all’ammontare di provvista obbligatoria che
dipende dalle caratteristiche di liquidità e dalla vita residua delle varie attività detenute. Le politiche di gestione della
liquidità a medio – lungo a livello di Gruppo tengono conto di tali limiti in sede di pianificazione strategica e budget. Il
Gruppo adotta infine un Contingency Funding Plan (CFP), che si prefigge la protezione del Gruppo stesso e delle singole
società da stati di stress o di crisi di diversa entità, garantendo la continuità operativa a fronte ad improvvise riduzioni della
liquidità disponibile. In relazione, vengono monitorati indicatori di allarme (EWI, Early Warning Indicators) che
consentono di anticipare l’insorgere di uno stress o di una crisi di liquidità.
Per ulteriori informazioni in merito si rinvia al Bilancio Consolidato 2015, Parte E, pag. 333 e ss., incluso mediante
riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf.
Per maggiori informazioni sul Risk Management si rinvia al successivo Paragrafo 3.1.18 del presente Capitolo 3 del
Documento di Registrazione.
55
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Si precisa che il funding gap del sistema bancario nel periodo del 2013-2015, considerando le medie annue su valori
trimestrali, ha assunto i seguenti valori: per il 2013: Euro 171,5 miliardi, per il 2014: Euro 143,6 miliardi e per il 2015: Euro
146,2 miliardi (4).
Ferma la richiesta di BCE all’Emittente, con le decisioni del 19 febbraio 2016, 31 marzo 2016, 4 maggio 2016 e 17 maggio
2016, di presentare un funding plan e un aggiornamento dello stesso, si sottolinea come alla Banca non sia stato richiesto
dalla BCE di implementare specifiche azioni in ordine alle attività ed ai processi relativi al funding, fatta eccezione per un
monitoraggio giornaliero condotto da BCE della posizione di liquidità della Banca nei giorni immediatamente successivi
alla comunicazione dei risultati del Comprehensive Assessment. Per maggiori informazioni in merito alla richiesta di
funding plan si rinvia ai Paragrafi 3.1.3 e 3.1.11 del presente Capitolo 3, nonchè al Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 e al Capitolo
11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione.
Le tensioni sul comparto della liquidità bancaria e i rischi derivanti da shock esogeni potrebbero influire negativamente sulla
posizione di liquidità prospettica, anche in considerazione dei residui rimborsi previsti nel biennio 2016-2017 ammontanti a
Euro 1,8 miliardi, costringendo il Gruppo Carige a mettere in atto azioni, parte delle quali descritte nello scenario di stress
del funding plan inviato a BCE nel mese di maggio 2016 per contenere tale rischio, con potenziali negativi impatti di natura
economica e patrimoniale per il Gruppo. Fermo restando quanto infra riportato in relazione alle iniziative già portate a
conclusione dall’Emittene, le azioni previste nel suddetto scenario di stress del funding plan riguardano in particolare,
manovre aggiuntive, in termini di liquidità, avente ad oggetto operazioni di repurchase agreement (REPO) sulle tranche
junior emesse nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazioni perfezionate nel corso del 2016 e detenute dal Gruppo,
cessione di alcune partecipazioni non core e collocamento di un prestito senior unsecured.
Sebbene alla Data del Documento di Registrazione non siano prevedibili criticità inerenti al rimborso del T-LTRO, essendo
già disponibili riserve di liquidità sufficienti, in via generale, non si può tuttavia escludere che eventuali cambiamenti
sfavorevoli nelle politiche di finanziamento stabilite dalla BCE o modifiche dei requisiti di accesso al finanziamento,
incluse eventuali modifiche dei criteri di individuazione delle tipologie di attivi ammessi a collateral e/o delle relative
valutazioni possano incidere sull’attività con conseguenti effetti negativi sulla situazione economica, patrimoniale e/o
finanziaria del Gruppo.
Nonostante il Gruppo abbia predisposto sistemi di monitoraggio e gestione del proprio rischio di liquidità, il persistere di
condizioni avverse di mercato e/o il loro peggioramento, un andamento negativo dello scenario economico nel suo
complesso, eventuali ulteriori diminuzioni del merito creditizio della Banca e, più in generale, l’incapacità della Banca di
reperire sul mercato le risorse necessarie per far fronte alle proprie esigenze di liquidità e/o a requisiti normativi di volta in
volta introdotti in attuazione di Basilea 3, potrebbero, congiuntamente o singolarmente, avere effetti negativi sulle attività e
sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo.
Si fa infine presente che, nel corso dell’anno 2016, andranno in scadenza covered bond emessi dall’Emittente per
complessivi Euro 1.180 milioni (oltre a Euro 423 milioni di prestiti subordinati LT2 già rimborsati nel mese di giugno
2016).
Al riguardo, nell’ambito delle iniziative volte a garantire al Gruppo un adeguato livello di liquidità e collaterale anche nel
medio periodo perseguendo una strategia di diversificazione delle proprie fonti di finanziamento, la Banca ha emesso, nel
mese di febbraio 2016, due nuovi covered bond retained per complessivi nominali Euro 850 milioni di Euro, nonché
perfezionato due nuove operazioni di cartolarizzazione di un portafoglio di leasing e di un portafoglio di prestiti personali e
cessione del quinto dello stipendio e della pensione originato dalla controllata Creditis, con un positivo effetto sulla liquidità
per oltre Euro 400 milioni.
Si ricorda infine che, in data 27 novembre 2015 Banca Carige ha comunicato di aver ricevuto la decisione finale della Banca
Centrale Europea (BCE) avente ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory
Review and Evaluation Process – SREP) svolto dall’Autorità di Vigilanza ai sensi della Direttiva Comunitaria 2013/36/UE
(4)
Fonti: Rapporto sulla Stabilità Finanziaria di Banca d’Italia n. 1/2015; Rapporto sulla Stabilità finanziaria di Banca d’Italia n. 1/2016 e
Economia Italiana in breve (Banca d’Italia – Dipartimento Economia e statistica) n. 109/2016
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
in cui si richiede alla Banca il mantenimento su base consolidata di un indicatore di liquidità pari al 90% in termini di
Liquidity Coverage Ratio.
Il suddetto limite del 90% è stato confermato anche dalla bozza di decisione avente ad oggetto gli esiti dello SREP ricevuta
dall’Emittente nel corso del mese di ottobre 2016.
Alla data del 30 giugno 2016 il suddetto indicatore é pari al 114%, quindi superiore al requisito del 90% richiesto da BCE
con la citata SREP decision, nonostante il contesto di mercato sfavorevole e la contrazione della raccolta da clientela.
3.1.11 Rischi connessi al richiamo di informativa della Società di Revisione contenuto nella Relazione Finanziaria
Semestrale
Si richiama l’attenzione sul fatto che la relazione della Società di Revisione sulla Relazione Finanziaria Semestrale al 30
giugno 2016 riporta un richiamo di informativa sulle informazioni fornite dagli Amministratori “nel paragrafo “Politiche
contabili – Continuità aziendale” delle note illustrative, nel quale sono illustrati gli elementi utilizzati dagli Amministratori
ai fini della valutazione della continuità aziendale, inclusa l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, in
data 29 giugno 2016, del Piano Strategico 2016 – 2020 in adesione alla richiesta formulata dalla Banca Centrale Europea
(“BCE”)”.
In tale richiamo di informativa si evidenzia che “Sulla base delle valutazioni effettuate, pur tenendo in considerazione il
fatto che non è possibile escludere ulteriori richieste da parte della BCE e le incertezze conseguenti all’attuale contesto, gli
Amministratori hanno redatto il bilancio consolidato semestrale abbreviato nel presupposto della continuità aziendale.”
Al riguardo di rinvia al Capitolo 2, Paragrafo 2.1 del Documento di Registrazione, nonché per maggiori informazioni sulle
valutazioni condotte dagli Amministratori in merito al presupposto della continuità aziendale si rinvia alla pag. 35 della
Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 (disponibile sul sito dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf ), a disposizione del
pubblico ed inclusa mediante riferimento nel presente Documento di Registrazione.
3.1.12 Rischi connessi a procedimenti giudiziari pendenti e cause passive
Nel corso del normale svolgimento delle proprie attività le banche del Gruppo sono parte di alcuni procedimenti giudiziari
che, in caso di esito negativo, potrebbero generare passività per l’Emittente e per le medesime.
In ragione di potenziali obblighi risarcitori e/o restitutori che potrebbero derivare dalle vertenze giudiziali o da altro
contenzioso in corso, a presidio di tali potenziali passività, l’Emittente ha costituito nel proprio bilancio consolidato un
apposito fondo per rischi e oneri; detto fondo si basa su stime per loro natura incerte e variabili, anche in ragione
dell’eterogeneità delle fattispecie e delle tematiche giuridiche sottostanti, e tiene anche conto delle valutazioni e delle
indicazioni dei legali esterni, della stima circa la possibilità/probabilità o natura remota di un esito negativo delle
controversie in cui le banche del Gruppo sono parte, nonché della possibilità stimata di addivenire a soluzioni
transattive per alcune delle suddette controversie. Alla data del 30 giugno 2016, a fronte di un petitum di Euro 67,1 milioni e
n. 470 contenziosi pendenti, il fondo per le controversie legali, ricompreso nei fondi per rischi ed oneri, era pari a Euro 21,5
milioni (Euro 22,5 milioni al 31 dicembre 2015); detto fondo comprende quello appostato a fronte delle controversie
in materia di anatocismo.
Benché l’Emittente ritenga che il fondo rischi e oneri stanziato nel Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 e nel
Bilancio Consolidato 2015 sia congruo e idoneo a coprire il potenziale rischio di soccombenza nelle cause passive in cui
una o più banche del Gruppo sono parte, non si può escludere che le medesime possano essere in futuro tenute a far fronte a
oneri e obblighi di risarcimento non coperti da detto fondo ovvero che l’importo accantonato possa non essere sufficiente a
far fronte interamente agli oneri e alle richieste risarcitorie e restitutorie connesse al contenzioso pendente.
Conseguentemente, non si può escludere che un eventuale esito sfavorevole di tali procedimenti possa avere effetti negativi
sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria dell’Emittente e delle altre società del Gruppo.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Banca Toscana S.p.A.
Il contenzioso in oggetto riguarda l’acquisto da parte di Banca Carige del pacchetto azionario di controllo di Cassa di
Risparmio di Savona, all’epoca controllata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Savona (alla Data del Documento di
Registrazione, Fondazione A. De Mari; la “Fondazione Carisa”) e il tentativo di Banca Toscana S.p.A. (“Banca Toscana”,
alla Data del Documento di Registrazione Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.) di impedire tale operazione, in
violazione del diritto di prelazione spettante a Banca Carige in forza di apposita clausola statutaria di Cassa di Risparmio di
Savona. Al riguardo si segnala che il contratto di compravendita del pacchetto di controllo di Cassa di Risparmio di Savona,
stipulato in data 20 maggio 1999, tra la Fondazione Carisa e l’Emittente, prevedeva l’obbligo di quest’ultima di tenere
indenne la Fondazione Carisa da qualsiasi danno potesse derivarle dalle pretese azionate da Banca Toscana in relazione al
suddetto acquisto.
Con atto di citazione dell’8 giugno 1999, Banca Toscana ha convenuto avanti al Tribunale di Savona l’Emittente e la
Fondazione Carisa, chiedendo che il Tribunale accertasse: (i) la perdurante esistenza e vincolatività degli accordi stipulati in
date 12 novembre 1996 e 29 aprile 1997 tra Banca Toscana e la Fondazione Carisa, aventi ad oggetto l’acquisto da parte di
Banca Toscana del controllo di Carisa (rispettivamente, il “Primo Accordo” e il “Secondo Accordo”); (ii) il diritto di
acquisto del pacchetto azionario in capo a Banca Toscana, rispetto a Banca Carige, previo accertamento della
nullità/inefficacia della clausola statutaria di prelazione; (iii) l’inadempimento della Fondazione Carisa a detti accordi, per
avere la stessa venduto il pacchetto azionario a Banca Carige, anziché a Banca Toscana e, per l’effetto, dichiarasse la
risoluzione del Primo e del Secondo Accordo e conseguentemente condannasse la Fondazione Carisa, in solido con Banca
Carige (quest’ultima a titolo di co-responsabile per concorso e induzione all’inadempimento), al risarcimento dei pretesi
danni subiti da Banca Toscana, pari al complessivo importo di oltre Euro 28 milioni.
Banca Carige si è costituita in giudizio, contestando le domande attoree e proponendo, in via riconvenzionale, domanda di
risarcimento per i danni subiti a causa della violazione da parte di Banca Toscana del diritto di prelazione spettante a Banca
Carige in forza della clausola statutaria di Cassa di Risparmio di Savona.
Il Tribunale di Savona, con sentenza del 9 maggio 2002: (i) ha accertato la validità e l’efficacia del Secondo Accordo
(sostitutivo del Primo Accordo) all’epoca in cui la Fondazione Carisa aveva venduto il pacchetto azionario in questione a
Banca Carige; (ii) per l’effetto, ha dichiarato la risoluzione del Secondo Accordo per asserito inadempimento della
Fondazione; (iii) ha respinto sia la domanda risarcitoria formulata da Banca Toscana nei confronti della Fondazione e di
Banca Carige, sia la domanda riconvenzionale di risarcimento danni proposta dall’Emittente.
La Corte d’Appello di Genova, adita da Banca Toscana con atto di citazione del 29 ottobre 2002, con sentenza del 21
dicembre 2004, in parziale riforma della decisione di primo grado, ha dichiarato: (i) la nullità del Secondo Accordo, con
conseguente rigetto dell’appello principale di Banca Toscana, teso all’accoglimento della domanda di risarcimento dei danni
asseritamente subiti dalla stessa; (ii) la validità e l’efficacia della clausola di prelazione statutaria (accertamento che, ai sensi
del Codice di Procedura Civile doveva ritenersi ormai definitivo, poiché Banca Toscana non impugnato il relativo capo della
sentenza di primo grado); (iii) la violazione da parte di Banca Toscana del diritto statutario di prelazione previsto in favore
di Carige per aver stipulato il Secondo Accordo, con conseguente condanna di Banca Toscana a risarcire i relativi danni
subiti da Banca Carige, da liquidarsi in un separato giudizio. Tale giudizio è stato instaurato avanti al Tribunale di Savona
dall’Emittente con atto di citazione dell’11 dicembre 2006, con cui si è chiesta la condanna di Banca Toscana a risarcire i
danni patiti da Banca Carige per la violazione del suo diritto di prelazione per un importo pari a oltre Euro 22 milioni. Con
successiva ordinanza del 26 maggio 2008, il giudizio è stato sospeso in attesa della definizione del giudizio nel frattempo
promosso da Banca Toscana avanti alla Suprema Corte di Cassazione.
Su ricorso della Banca Toscana, la Suprema Corte di Cassazione, con sentenza del 17 marzo 2009, ha cassato parzialmente
la sentenza della Corte di Appello di Genova, rinviando la decisione ad altra sezione della medesima Corte. Con tale
sentenza la Cassazione (i) escludeva la nullità del Secondo Accordo per il motivo accolto dalla Corte d’Appello; (ii)
confermava la definitività dell’accertamento sull’esistenza e validità del diritto di prelazione vantato da Banca Carige e (iii)
con riguardo alla domanda riconvenzionale di risarcimento danni proposta da Banca Carige, rilevava che la Corte d’Appello
non aveva spiegato i motivi per cui il Secondo Accordo avrebbe inciso sul diritto di prelazione in capo a Carige, né a quale
titolo la violazione di detta clausola di prelazione potesse imputarsi anche Banca Toscana (parte acquirente), anziché solo
alla Fondazione Carisa (parte alienante).
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Con atto di citazione del 5 marzo 2010, Banca Carige ha riassunto il giudizio avanti alla Corte di Appello di Genova (quale
giudice del rinvio) riproponendo sia le difese svolte nei precedenti gradi di giudizio avvero la domanda di risarcimento
danni di Banca Toscana, sia la domanda riconvenzionale di risarcimento danni nei confronti di Banca Toscana per avere
quest’ultima violato il diritto di prelazione.
Alla Data del Documento di Registrazione sono in corso trattative tra le parti per la definizione transattiva della vertenza a
spese compensate, mediante un accordo che prevede, in particolare, il totale abbandono della pretesa risarcitoria da parte
della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (nella quale Banca Toscana è stata fusa per incorporazione) a fronte della
contestuale rinuncia da parte di Banca Carige a coltivare la propria domanda riconvenzionale.
Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza
Si segnala che in data 5 febbraio 2015 è iniziato un accesso mirato ai sensi degli articoli 57, 62 e 66 del D. Lgs. 30 luglio
1999 n. 300, nonché dell’articolo 4, comma 3 del Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia delle Entrate, nei confronti
di Banca Carige Italia ai fini delle imposte dirette e IVA per i periodi d’imposta 2012 e 2013.
L’attività di verifica condotta dall’Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Liguria è focalizzata al riscontro degli
effetti dell’operazione di conferimento dei rami aziendali alla luce dell’affrancamento dei valori iscritti nella conferitaria
Carige Italia, della conseguente iscrizione della fiscalità differita attiva e della successiva trasformazione in credito
d’imposta. Si precisa che alla Data del Documento di Registrazione non è stato formulato alcun rilievo.
In data 26 febbraio 2016 si è conclusa l’attività di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate iniziata in data 5 febbraio
2015 sulla Banca Carige Italia, ad esito del quale è stato emesso processo verbale di constatazione (PVC) col quale
l’Agenzia ha formulato n. 2 rilievi relativi, rispettivamente, alla rideterminazione del credito da trasformazione di imposte
differite attive per il periodo di imposta 2013 (Euro 82,4 milioni di credito indebitamente trasformato, a giudizio
dell’Agenzia) e all’errata determinazione dell’aiuto alla crescita economica (ACE) (Euro 8 milioni di recupero a tassazione
a seguito della riduzione della base ACE effettuata dall’Agenzia). Tali rilievi discendono dalla rideterminazione (impairment
test) effettuata dall’Agenzia del valore dell’avviamento iscritto al 31 dicembre 2012 nel bilancio della Società ad esito
dell’operazione di conferimento effettuata da Banca Carige.
La Società, supportata dai qualificati pareri di autorevoli esperti indipendenti che hanno espresso in più occasioni un
giudizio pregiudiziale di correttezza e di conformità ai Principi Contabili Internazionali IAS/IFRS, dai legali incaricati di
assistere la controllante Banca Carige nel procedimento giudiziale incardinato da Consob, nonché dal giudizio
consequenziale di un primario consulente tributario italiano, non condivide le contestazioni e le conclusioni del PVC e
ritiene privi di fondamento i rilievi tributari in esso contenuti.
La Società nel formulare ampia riserva per ogni azione, produzione e tutela delle proprie ragioni e diritti nelle sedi
competenti per le questioni dedotte nel PVC e/o dipendenti dal suo contenuto e/o dagli effetti di esso, confida che verranno
riconosciute le proprie ragioni in sede amministrativa e/o giurisdizionale.
Per ulteriori informazioni in merito alle verifiche dell’Agenzia delle Entrate si rinvia al Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del
Documento di Registrazione.
Rischio relativo alla disciplina in materia di anatocismo
Alla Data del Documento di Registrazione, il numero complessivo delle cause pendenti nei confronti del Gruppo Carige in
materia di anatocismo si mantiene, in termini assoluti, su livelli fisiologici. Il rischio è fronteggiato da puntuali e prudenziali
accantonamenti ricompresi nel fondo rischi ed oneri di cui al precedente Paragrafo 3.1.11, pari a Euro 4,0 milioni al 30
giugno 2016 (Euro 4,1 milioni al 31 dicembre 2015 ed Euro 3,4 milioni al 31 dicembre 2014).
Tuttavia, alla luce delle pronunce in merito al dies a quo relativo alla decorrenza del termine di prescrizione delle azioni
legali per il rimborso degli interessi indebitamente pagati (Sentenza 2372/1999 della Corte di Cassazione e Sentenza delle
Sezioni Unite della Cassazione n. 24428/2010) )fermo restando che l’applicazione dei suddetti principi è circoscritta ai
contratti stipulati anteriormente alla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 342/99 e delibera CICR del 9
febbraio 2000), nonché in considerazione dell’orientamento del Tribunale di Milano (Sezione Sesta, ordinanza del 25 marzo
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FATTORI DI RISCHIO
2015 e del 3 aprile 2015), non può escludersi un incremento del contenzioso in materia di anatocismo, avente ad oggetto gli
interessi indebitamente pagati successivamente al 1° gennaio 2014, con possibili effetti negativi sulla situazione economica,
patrimoniale e/o finanziaria dell’Emittente e/o del Gruppo.
Per maggiori informazioni relative ai procedimenti in materia di anatocismo, alle sentenze e all’orientamento sopra indicati
nonché alla normativa di riferimento si veda il Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione.
3.1.13 Rischi connessi alle condizioni contrattuali di cessione delle partecipazioni detenute in Amissima Vita (già
Carige Vita Nuova) e Amissima Assicurazioni (già Carige Assicurazioni)
In data 5 giugno 2015 Banca Carige e una società organizzata e detenuta da fondi di investimento gestiti da società affiliate
di Apollo Global Management, LLC (unitamente alle controllate consolidate, “Apollo”) hanno perfezionato la cessione da
parte dell’Emittente delle partecipazioni da essa detenute in Amissima Vita e Amissima Assicurazioni (già,
rispettivamante, Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni), secondo quanto previsto nell’accordo di cessione sottoscritto
dalle medesime parti in data 28 ottobre 2014 (l’“Accordo”).
L’Accordo ha determinato la cessione da parte di Banca Carige delle partecipazioni da essa detenute in Amissima Vita e
Amissima Assicurazioni ad un prezzo complessivo di Euro 310 milioni, e la sottoscrizione da parte dell’Emittente,
unitamente ad altre banche del Gruppo, di accordi di lungo termine con Apollo per la distribuzione di prodotti assicurativi
del ramo vita e danni.
Nell’Accordo, l’Emittente ha rilasciato in favore dell’Acquirente dichiarazioni e garanzie, alla data di sottoscrizione
dell’Accordo medesimo e alla data del closing; la cui violazione o inesattezza può comportare eventuali obblighi di
indennizzo a carico di Banca Carige, prevalentemente riguardanti le riserve sinistri di Amissima Assicurazioni e le cause
passive pendenti in capo alle Compagnie, soggetti a determinate limitazioni e, in particolare, a un cap complessivo pari al
32% del prezzo di acquisto, ossia pari a circa Euro 99 milioni.
Banca Carige ha inoltre concesso all’acquirente un finanziamento revolving, di tipo senior, della durata di 5 anni,
remunerato al tasso fisso del 6% annuo, pari a circa Euro 77,5 milioni, corrispondente al 25% del prezzo di vendita, da
utilizzare per il pagamento del prezzo di acquisto di Amissima Assicurazioni e Amissima Vita e garantito da un pegno
(collateral) sulle azioni delle compagnie. Banca Carige, in qualità di venditore, ha inoltre rilasciato in favore
dell’Acquirente dichiarazioni e garanzie, alla data di firma dell’Accordo e alla data del Closing, assumendo i relativi
eventuali obblighi di indennizzo con particolare riferimento alle riserve sinistri di Amissima Assicurazioni e le cause
passive di entrambe le Compagnie soggetti, inter alia, alle seguenti limitazioni: (x) una durata di 18 mesi dal
perfezionamento della cessione (fermo restando che gli obblighi di indennizzo derivanti dalla violazione di specifiche
dichiarazioni e garanzie, quali, tra l’altro, la compliance alla normativa fiscale e i rapporti di lavoro oggetto di cessione,
hanno durata fino a 30 giorni lavorativi successivi al decorso del termine di prescrizione legale); e (y) un cap complessivo
pari al 32% del prezzo di acquisto (ossia pari a circa Euro 99 milioni). Ai sensi dell’Accordo sono previsti altresì
meccanismi di franchigia (pari a complessivi Euro 19,8 milioni circa) al di sotto dei quali non scattano obblighi di
indennizzo in capo a Banca Carige e meccanismi di ripartizione degli oneri relativi all’operatività pregressa delle
compagnie assicurative eccedenti tale franchigia tra acquirente (20%) e Banca Carige (80%). Come previsto dall’Accordo
l’Emittente e le banche del Gruppo (con esclusione della sola Banca Cesare Ponti) e Creditis, in qualità di distributori (i
“Distributori”), hanno sottoscritto con le compagnie un accordo distributivo, con durata sino al 31 dicembre 2024,
rinnovabile per un uguale periodo, (l’“Accordo Distributivo”), in linea con i termini e condizioni stabilite nell’Accordo
medesimo, avente ad oggetto la distribuzione di prodotti assicurativi (ramo vita e ramo danni) delle compagnie secondo
quanto previsto nel piano di distribuzione assicurativa (il “Piano di Distribuzione”), a fronte del riconoscimento in favore
dei Distributori di commissioni contrattualmente stabilite.
L’Accordo Distributivo prevede: (i) quanto al ramo danni, l’impegno dell’Emittente a garantire, per tutta la durata
dell’Accordo Distributivo medesimo, che i Distributori collochino nel territorio italiano, i prodotti di Amissima
Assicurazioni per un importo non inferiore al 75% (con una soglia di tolleranza sino al 70%) della distribuzione
assicurativa generata su base aggregata dai Distributori medesimi (da calcolarsi in termini di premi lordi), e (ii) quanto al
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ramo vita, per tutta la durata dell’Accordo Distributivo medesimo, la distribuzione in esclusiva dei prodotti di Amissima
Vita da parte dei Distributori i quali, fatta eccezione per determinati prodotti, non potranno distribuire prodotti assicurativi
di terzi oltre il 2% (con una soglia di tolleranza sino al 5%) della distribuzione assicurativa generata su base aggregata dai
Distributori stessi (da calcolarsi in termini di premi lordi), e l’impegno dell’Emittente a far sì che non si verifichi il
mancato rispetto di determinati target minimi di distribuzione pari al 30% degli obiettivi previsti contrattualmente in
ciascun anno per tre anni consecutivi. In caso di violazione dell’impegno di collocamento dei prodotti del ramo danni sub
(i) e/o dell’impegno di esclusiva per i prodotti del ramo vita sub (ii) è prevista la possibilità per le Compagnie, di risolvere
l’Accordo Distributivo, previa diffida ad adempiere ex articolo 1454 del Codice Civile, a determinate condizioni e fatta
salva la possibilità di sanare detti inadempimenti. In caso di risoluzione dell’Accordo Distributivo le Compagnie hanno
inoltre la facoltà di richiedere a Banca Carige il pagamento di una somma onnicomprensiva (a titolo di penale e/o
risarcimento danni) decrescente nel tempo, in relazione alla durata residua dell’Accordo Distributivo, che, in ogni caso,
non potrà eccedere l’importo (a) di Euro 200 milioni relativamente alla distribuzione dei prodotti assicurativi vita e (b) di
Euro 10 milioni in relazione alla distribuzione dei prodotti assicurativi ramo danni. Per il ramo vita è previsto, inoltre, nel
primo periodo di durata dell’Accordo Distributivo (ossia fino al 31 dicembre 2024), un meccanismo di compensazione
annua delle commissioni generate dalla distribuzione dei prodotti assicurativi in applicazione del quale è stabilito che, al di
sotto di una franchigia pari al 10% degli obiettivi annui previsti contrattualmente, siano calcolate penali crescenti in
proporzione allo scostamento dai medesimi obiettivi sino ad un ammontare massimo su base annua di Euro 20 milioni
(Euro 16 milioni per i prodotti tradizionali e Euro 4 milioni per i prodotti unit-linked).
Oltre a quanto sopra indicato, l’Accordo e l’Accordo Distributivo non prevedono ulteriori ipotesi di recesso e/o
risoluzione.
Si evidenzia che, con riferimento ai suddetti obblighi di indennizzo e alle penali, l’importo da corrispondere, a carico
dell’Emittente, non potrà eccedere l’ammontare massimo complessivo di Euro 200 milioni.
Nonostante l’Emittente abbia assunto i suddetti impegni nel presupposto di rispettare gli stessi per l’intera durata degli
accordi sottoscritti, non è possibile escludere a priori che uno o più dei predetti impegni non siano rispettati dall’Emittente
e/o dagli altri Distributori, con conseguente risoluzione dell’Accordo Distributivo, e/o che le performance realizzate siano
inferiori agli obiettivi stabiliti dal Piano di Distribuzione, con conseguente obbligo per l’Emittente del pagamento di
somme a titolo di penali o in forza dell’applicazione del meccanismo di aggiustamento delle commissioni, con conseguenti
effettivi negativi sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’Emittente e/o del Gruppo.
Nel corso del 2015 (primo anno rilevante ai fini dell’Accordo) gli obiettivi degli accordi di distribuzione risultano
conseguiti. La Banca alla luce del raggiungimento degli obiettivi previsti per il 2015, dei dati di mercato e delle
valutazioni operate ritiene raggiungibili gli obiettivi di produzione anche per gli esercizi successivi al 2015; non sono,
quindi, soddisfatte le condizioni previste dal par. 14 dello IAS 37 per la rilevazione di un accantonamento.
Con riferimento alle cause passive di entrambe le compagnie, la Relazione Finanziaria Semestrale contiene
accantonamento ai sensi dello IAS 37 a fondi per rischi ed oneri per Euro 1,1 milioni circa.
un
In relazione alle garanzie prestate dalla Banca sulle riserve sinistri della compagnia danni, relative ai sinistri antecedenti il
2013, si segnala che, in data 27 maggio 2016, Amissima Assicurazioni S.p.A. e Amissima Holdings S.r.l. hanno richiesto
un indennizzo di Euro 12,5 milioni. La Banca, effettuate le dovute analisi di merito, non ha ritenuto fondata la richiesta ed
ha pertanto rifiutato l’indennizzo. Al riguardo, in relazione alla richiesta contestata dalla Banca, non è stato rilevato alcun
accantonamento nel Bilancio intermedio al 30 giugno 2016 in quanto non ricorrono le condizioni richieste dal paragrafo
14 dello IAS37.
Con particolare riferimento alla cessione delle partecipazioni di Carige in Amissima Assicurazioni e Amissima Vita si
segnala che il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige, nella seduta del 17 giugno 2016, ha deliberato di agire in
giudizio nei confronti del Dott. Cesare Castelbarco Albani, già Presidente di Banca Carige, del Rag. Piero Montani, già
Amministratore Delegato della medesima, e di alcuni soggetti di Apollo per ottenere il risarcimento dei danni conseguenti
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alla cessione delle partecipazioni di Banca Carige in tali società e ad altri comportamenti successivamente tenuti dai
soggetti del suddetto Gruppo.
Tale decisione è maturata a seguito di un’approfondita analisi delle cause che, unitamente a quelle di contesto e di sistema,
hanno, nel recente passato, negativamente influito sui risultati economici e sulla vita dell’Emittente. Tale analisi è stata
svolta nell’ambito delle attività di ricognizione effettuate dal Consiglio di Amministrazione in merito alla situazione di
Banca Carige.
Per maggiori informazioni al riguardo si veda il Capitolo 12 del Documento di Registrazione ( “Contratti Importanti”) e il
Bilancio Consolidato 2015, Nota Integrativa Consolidata Parte A, pag. 143 e ss., incluso mediante riferimento nel
Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf;
e la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, pag. 37-38, inclusa mediante riferimento nel Documento di
Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf
3.1.14 Rischi connessi all’utilizzo di informazioni finanziarie riesposte e/o riclassificate da segnalare
Il Documento di Registrazione contiene informazioni finanziarie dell’Emittente, relative ai dati consolidati del Gruppo per
gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2015 e al 31 dicembre 2014 e per il semestre chiuso al 30 giugno 2016 tratte dal Bilancio
Consolidato 2015 e dalla relativa relazione sulla gestione al 31 dicembre 2015, dal Bilancio Consolidato 2014 e dalla
relativa relazione sulla gestione al 31 dicembre 2014 e dalla Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 approvato
dal Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in data 5 agosto 2016, contenenti dati di raffronto riesposti in
applicazione di specifici principi contabili.
Si segnala che in sede di predisposizione del Bilancio Consolidato 2015, la Banca ha provveduto alla riesposizione degli
schemi del conto economico, del prospetto della redditività complessiva e del rendiconto finanziario relativi all’esercizio al
31 dicembre 2014 a seguito delle delibere assunte dal Consiglio di Amministrazione di non considerare tra gli asset in
vendita le partecipazioni detenute in Banca Cesare Ponti e Creditis, in precedenza iscritte tra le attività in via di dismissione
ai sensi dell’IFRS 5 – Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate (“IFRS 5”), confermando le
stesse nell’ambito del perimetro del Gruppo Banca Carige.
I saldi economici dell’esercizio 2014 sono stati riesposti nel Bilancio Consolidato 2015, rispetto ai dati storici pubblicati nel
Bilancio Consolidato 2014, per riflettere gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5 (il “Bilancio Consolidato 2014
Riesposto”).
Con riferimento ai dati patrimoniali inoltre, pur non essendo prevista dall’IFRS 5 la riesposizione dei saldi comparativi al 31
dicembre 2014, per consentire un confronto omogeneo, in aggiunta ai dati storici pubblicati nel Bilancio Consolidato 2014
sono stati riportati, esclusivamente nella relazione sull’andamento della gestione al 31 dicembre 2015, anche taluni dati
patrimoniali comparativi riesposti. La Banca ha provveduto, nella relazione sull’andamento della gestione, ad illustrare la
natura delle riesposizioni ed a presentare i prospetti di raccordo tra i dati storici pubblicati nel Bilancio Consolidato 2014 ed
i dati riesposti.
Si segnala, infine, che i dati comparativi economici dei primi sei mesi del 2015, originariamente presentati nella Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2015 sono stati riesposti nel Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 per
riflettere gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5.
Le informazioni relative al primo semestre dell’esercizio 2015 contenute nel Documento di Registrazione sono quelle
presentate ai fini comparativi nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016.
Il Documento di Registrazione contiene altresì informazioni finanziarie riclassificate. Tali informazioni vengono
abitualmente predisposte dall’Emittente per consentire una lettura più immediata dei risultati economici e delle consistenze
patrimoniali, ai fini della presentazione nelle relazioni sull’andamento della gestione.
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Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Le informazioni che derivano dalla riclassificazione dei dati in quanto contenute nella relazione sull’andamento della
gestione del Gruppo non sono state assoggettate a revisione contabile ma sono state oggetto della verifica di coerenza con il
bilancio consolidato. Nella relazione di revisione al Bilancio Consolidato 2015, la Società di Revisione ha espresso, così
come previsto dalle norme vigenti, il giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione del bilancio. A tal fine sono state
svolte le procedure indicate dal principio di revisione 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili e raccomandato dalla Consob per l’esercizio 2014 e dal principio di revisione (SA Italia) n.7208 per
l’esercizio 2015. Il Documento di Registrazione contiene infine alcune informazioni finanziarie non presenti nei Bilanci
Consolidati e nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 che derivano dalla contabilità della Banca.
Pertanto, in talune circostanze, potrebbero riscontrarsi, all’interno del Documento di Registrazione, diverse rappresentazioni
numeriche delle medesime voci di bilancio. Potrebbe, inoltre, risultare difficile confrontare i dati finanziari dei bilanci
assoggettati a revisione e quelli riclassificati e riesposti non assoggettati a revisione. Gli investitori sono, pertanto, invitati a
prestare particolare attenzione in relazione a tali confronti.
Per maggiori informazioni al riguardo si vedano il Capitolo 11 del Documento di Registrazione, il Bilancio Consolidato
2014, il Bilancio Consolidato 2015 e la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 incorporati mediante
riferimento nel Documento di Registrazione e disponibili sul sito dell’emittente ai seguenti indirizzi:
 http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf
 http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
 http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
3.1.15 Rischio relativo all’assenza del Credit Spread dell’Emittente
Si richiama l’attenzione dell’investitore sulla circostanza che l’Emittente non dispone di un valore di credit spread (inteso
come differenza tra il rendimento di una obbligazione plain vanilla di propria emissione e il tasso Interest Rate Swap di
durata corrispondente). Pertanto non è disponibile un indicatore di mercato espressivo del rischio Emittente.
3.1.16 Rischio connesso all’evoluzione della regolamentazione del settore bancario ed alle modifiche intervenute nella
disciplina sulla risoluzione delle crisi bancarie
L’Emittente è soggetto ad un’articolata e stringente regolamentazione, nonché all’attività di vigilanza, esercitata dalle
istituzioni preposte (in particolare, Banca Centrale Europea, Banca d’Italia e Consob). Sia la regolamentazione applicabile,
sia l’attività di vigilanza, sono soggette, rispettivamente, a continui aggiornamenti ed evoluzioni della prassi.
Inoltre, in qualità di emittente di strumenti finanziari quotati, l’Emittente è chiamato al rispetto di ulteriori disposizioni
emanate dalla Consob.
Oltre alla normativa di matrice sovranazionale e nazionale e di natura primaria o regolamentare in ambito finanziario e
bancario, l’Emittente è soggetto a specifiche normative, in tema, tra l’altro, di antiriciclaggio, usura, tutela del cliente
(consumatore).
La fase di forte e prolungata crisi dei mercati ha portato all’adozione di discipline più rigorose da parte delle autorità
internazionali. A partire dal 1° gennaio 2014, parte della Normativa di Vigilanza è stata modificata in base alle indicazioni
derivanti dai c.d. accordi di Basilea III, principalmente con finalità di un significativo rafforzamento dei requisiti
patrimoniali minimi, del contenimento del grado di leva finanziaria e dell’introduzione di policy e di regole quantitative per
l’attenuazione del rischio di liquidità negli istituti bancari.
In particolare, per quanto concerne l’innalzamento dei requisiti patrimoniali, le disposizioni prudenziali vigenti prevedono
livelli minimi di patrimonializzazione. In particolare, a partire dal 1° gennaio 2014, tali livelli contemplano per le banche un
Common Equity Tier 1 ratio pari almeno al 7% delle attività ponderate per il rischio, un Tier 1 Capital ratio pari almeno
all’8,5% e un Total Capital ratio pari almeno al 10,5% delle suddette attività ponderate per il rischio (tali livelli minimi
includono il c.d. “capital conservation buffer”, vale a dire un «cuscinetto» di ulteriore capitalizzazione obbligatoria).
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FATTORI DI RISCHIO
Per quanto concerne la liquidità, gli accordi di Basilea III prevedono, tra l’altro, l’introduzione di un indicatore di breve
termine (Liquidity Coverage Ratio, o “LCR”), avente come obiettivo la costituzione e il mantenimento di un buffer di
liquidità che consenta la sopravvivenza della banca per un periodo temporale di trenta giorni in caso di grave stress, e di un
indicatore di liquidità strutturale (Net Stable Funding Ratio, o “NSFR”) con orizzonte temporale superiore all’anno,
introdotto per garantire che attività e passività presentino una struttura per scadenze sostenibile.
Relativamente a questi indicatori, si segnala che :
-
per l’indicatore LCR è previsto un valore minimo del 60% a partire dal 1° ottobre 2015, con un minimo in
progressivo aumento fino a raggiungere il 100% dal 1° gennaio 2018;
-
per l’indicatore NSFR, è prevista una soglia minima del 100% da rispettare a partire dal 1° gennaio 2018.
Inoltre, gli accordi di Basilea III prevedono che le banche monitorino il proprio indice di leva finanziaria (Leverage Ratio)
calcolato come rapporto fra il capitale di classe 1 (Tier 1) e le esposizioni complessive dell’ente creditizio, secondo quanto
previsto dall’art. 429 del Reg. 575/2013. Tale indicatore è oggetto di segnalazione da parte delle banche a partire dal 2015
tuttavia alla Data del Documento di Registrazione non è stata definita la soglia minima e la data di decorrenza dell’indice in
questione.
Nonostante l’evoluzione normativa summenzionata preveda un regime graduale di adattamento ai nuovi requisiti
prudenziali, gli impatti sulle dinamiche gestionali dell’Emittente potrebbero essere significativi.
Tra le novità normative si segnalano i Decreti Legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015 attuativi della la Direttiva
2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicati il 16 novembre 2015 sulla Gazzetta Ufficiale, in ordine alla
istituzione di un quadro di risanamento e risoluzione delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento che
s’inserisce nel contesto della definizione di un meccanismo unico di risoluzione delle crisi e del Fondo unico di risoluzione
delle crisi bancarie.
Tra gli aspetti innovativi della normativa sopra indicata si evidenzia l’introduzione di strumenti e poteri che le Autorità
preposte alla risoluzione delle crisi bancarie (le “Autorità”) possono adottare per la risoluzione di una situazione di dissesto
o rischio di dissesto di una banca. Ciò al fine di garantire la continuità delle funzioni essenziali dell’ente, riducendo al
minimo l’impatto del dissesto sull’economia e sul sistema finanziario nonché i costi per i contribuenti ed assicurando che gli
azionisti sostengano le perdite per primi e che i creditori le sostengano dopo gli azionisti purchè nessun creditore subisca
perdite superiori a quelle che avrebbe subito se la banca fosse stata liquidata con procedura ordinaria di insolvenza. In
particolare, in base ai suddetti decreti attuativi si registra il passaggio da un sistema di risoluzione della crisi basato su
risorse pubbliche (c.d. bail-out) a un sistema in cui le perdite vengono trasferite agli azionisti, ai detentori di titoli di debito
subordinato, ai detentori di titoli di debito non subordinato e non garantito, ed infine ai depositanti per la parte eccedente la
quota garantita, ovvero per la parte eccedente Euro 100.000,00 (c.d. bail-in). Pertanto, con l’applicazione dello strumento
del “bail-in”, i sottoscrittori potranno subire la riduzione, con possibilità di azzeramento del valore nominale, nonché la
conversione in titoli di capitale delle obbligazioni, anche in assenza di una formale dichiarazione di insolvenza
dell’Emittente.
I suddetti decreti attuativi sono entrati in vigore in data 16 novembre 2015, fatta eccezione per le disposizioni relative allo
strumento del “bail-in”, sopra indicate, per le quali è stata prevista l’applicazione a partire dal 1° gennaio 2016. Peraltro, le
disposizioni in materia di bail–in potranno essere applicate agli strumenti finanziari già in circolazione, ancorché emessi
prima della suddetta data.
Al riguardo si rinvia al Capitolo 4, Paragrafo 4.5 della Nota Informativa del Prospetto di Base (“Ranking”).
Da ultimo si segnala che l’implementazione delle Direttive 2014/49/UE (Deposit Guarantee Schemes Directive) del 16
aprile 2014 e 2014/59/UE (Bank Recovery and Resolution Directive) e l’istituzione del Meccanismo di Risoluzione Unico
(Regolamento UE n.806/2014 del 15 luglio 2014), potrà comportare un impatto sulla posizione economica e patrimoniale
del Gruppo in quanto impone l’obbligo di costituire specifici fondi con risorse finanziarie che dovranno essere fornite, a
partire dall’esercizio 2015, tramite contribuzioni a carico degli enti creditizi.
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FATTORI DI RISCHIO
Al riguardo, si segnala che Banca Carige ha contabilizzato, nel primo semestre 2016, un onere a conto economico di Euro
9,2 milioni con riferimento alla Direttiva 2014/59/UE.
Si segnala che all’interno del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi è stato costituito in data 26 novembre 2015 lo
Schema Volontario di intervento avente la finalità di effettuare interventi a favore di banche ad esso aderenti nei confronti
delle quali siano state adottate misure di intervento precoce, ai sensi del Titolo IV, capo I, Sezione 01-I del TUB, ivi incluse
le misure di cui agli articoli 53-bis e 67-ter, o sia stato dichiarato lo stato di dissesto o di rischio di dissesto dalla Banca
d’Italia (lo “Schema Volontario”). Gli interventi dello Schema Volontario possono consistere in:
a) concessione di finanziamenti;
b) rilascio di garanzie;
c) assunzione di partecipazioni;
d) acquisizione di attività, passività, aziende, rami d’azienda, beni e rapporti giuridici individuabili in blocco;
e) altre forme tecniche.
L’ammontare massimo delle risorse che le banche aderenti allo Schema Volontario si impegnano a fornire per gli interventi
e le spese ad essi connesse è, per effetto delle modifiche allo statuto del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi del 17
giugno 2016, di settecento milioni di Euro. Tale dotazione è autonoma e separata rispetto a quella costituita con le
contribuzioni obbligatorie dovute dalle banche consorziate al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ai sensi della legge
e del Titolo I dello statuto del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e può essere ricostituita con deliberazione
dell’Assemblea del Fondo in seduta straordinaria. Le risorse da destinare agli interventi sono messe a disposizione dalle
banche aderenti su chiamata, in relazione alle modalità e ai tempi dei singoli interventi.
Le Banche del Gruppo Banca Carige hanno aderito allo Schema Volontario di intervento e l’impegno delle stesse, per
risorse non ancora richiamate, ammonta complessivamente al 30 giugno 2016 ad Euro 8 milioni e viene rilevato nell’ambito
delle garanzie rilasciate, che si aggiungono alle contribuzioni ordinarie al Fondo di Risoluzione delle Crisi Bancarie.
Si segnala inoltre che gli oneri sostenuti dal Gruppo nell’anno 2015 per il sistema di garanzia dei depositi bancari e per la
risoluzione delle crisi bancarie ammontano a Euro 42,2 milioni, di cui Euro 4,2 milioni versati al Fondo Interbancario per la
Tutela dei Depositi ed Euro 38,0 milioni versati per il Fondo di Risoluzione delle Crisi Bancarie.
Sebbene l’Emittente si impegni ad ottemperare al complesso sistema di norme e regolamenti, il suo mancato rispetto,
ovvero eventuali mutamenti di normative e/o cambiamenti delle modalità di interpretazione e/o applicazione delle stesse da
parte delle competenti autorità, potrebbero comportare possibili effetti negativi rilevanti sui risultati operativi e sulla
situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’Emittente.
3.1.17 Rischio connesso alla crisi economico-finanziaria e all’impatto delle attuali incertezze sull’andamento del
contesto macroeconomico
L’andamento dell’Emittente e delle società appartenenti al Gruppo è influenzato dalla situazione economica generale,
nazionale e dell’intera area Euro, e dalla dinamica dei mercati finanziari e, in particolare, dalla solidità e dalle prospettive
di crescita dell’economia italiana, paese in cui l’Emittente e il Gruppo operano quasi esclusivamente.
In particolare, la capacità reddituale e la solvibilità del Gruppo sono influenzati dall’andamento di fattori quali le
aspettative e la fiducia degli investitori, il livello e la volatilità dei tassi di interesse a breve e lungo termine, i tassi di
cambio, la liquidità dei mercati finanziari, la disponibilità e il costo del capitale, la sostenibilità del debito sovrano, i
redditi delle famiglie e la spesa dei consumatori, i livelli di disoccupazione, l’inflazione e i prezzi delle abitazioni.
Variazioni avverse di tali fattori, in particolar modo in periodi di crisi economico-finanziaria, potrebbero condurre il
Gruppo a subire perdite, incrementi dei costi di finanziamento, riduzioni del valore delle attività detenute, con un
potenziale impatto negativo sulla liquidità del Gruppo e sulla sua stessa solidità patrimoniale.
Il quadro macroeconomico è attualmente connotato da significativi profili di incertezze, in relazione: (a) ai recenti sviluppi
connessi al referendum del Regno Unito ad esito del quale quest’ultimo uscirà dall’Unione Europea (c.d. “Brexit”), non
risultando prevedibile, allo stato, l’impatto che la fuoriuscita dall’UE potrà produrre sull’economia del Regno Unito,
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FATTORI DI RISCHIO
sull’economia internazionale nel suo complesso, sui mercati finanziari nonché sulla situazione dello Stato Italiano e
dell’Emittente medesimo; (b) alle tendenze dell’economia reale con riguardo alle prospettive di ripresa e consolidamento
delle dinamiche di crescita economica nazionale e di tenuta delle economie in quei paesi, come Stati Uniti e Cina, che
hanno mostrato una crescita anche consistente negli ultimi anni; (c) ai futuri sviluppi della politica monetaria della BCE,
nell’area Euro, e della FED, nell’area del dollaro, ed alle politiche, attuate da diversi Paesi, volte a favorire svalutazioni
competitive delle proprie valute; (d) alla sostenibilità dei debiti sovrani di alcuni Paesi e alle connesse tensioni che si
registrano, in modo più meno ricorrente, sui mercati finanziari; (e) ai recenti sviluppi della crisi relativa al debito sovrano
della Grecia - che hanno posto rilevanti incertezze, non rientrate del tutto, sulla futura permanenza della Grecia nell’area
euro, se non, in una prospettiva estrema, per il possibile contagio, tra i mercati dei debiti sovrani, dei diversi paesi, sulla
stessa tenuta del sistema monetario europeo fondato sulla moneta unica; (f) alle recenti turbolenze sui principali mercati
finanziari asiatici, tra cui, in particolare quello cinese.
Sussiste pertanto il rischio che la futura evoluzione dei richiamati contesti possa produrre effetti negativi sulla situazione
patrimoniale, economica e finanziaria dell’Emittente.
3.1.18 Rischi connessi all’andamento del settore immobiliare
Il Gruppo Carige è esposto al rischio connesso all’andamento del settore immobiliare in relazione ai finanziamenti erogati a
controparti operanti nella costruzione, nella locazione e/o nella compravendita di immobili, la cui solvibilità è pertanto
legata alla dinamica del mercato immobiliare, che, riflettendosi sui prezzi di vendita e/o di locazione, condiziona gli
equilibri economico-finanziari delle imprese finanziate.
Il mercato immobiliare ha registrato negli anni recenti una flessione dei prezzi di mercato e nel numero delle operazioni
effettuate; di conseguenza, i soggetti attivi in tale settore hanno sperimentato una diminuzione dei volumi e dei margini
delle operazioni, un incremento degli impegni derivanti dagli oneri finanziari, nonché una maggiore difficoltà di
rifinanziamento, stante un generalizzato allungamento delle tempistiche necessarie al collocamento delle iniziative
realizzate.
Sebbene l’erogazione di finanziamenti di questa fattispecie siano usualmente assistiti da garanzie reali e sono state adottate
procedure per la valutazione delle garanzie ricevute in sede di concessione ed il loro successivo monitoraggio, il Gruppo
resta comunque esposto al rischio derivante dall’andamento dei prezzi del mercato immobiliare.
Al fine di una corretta valutazione del grado di copertura dei finanziamenti per la determinazione dei requisiti patrimoniali,
il valore degli immobili ipotecati è oggetto di rivalutazione periodica effettuata sulla base delle informazioni statistiche
acquisite da primario istituto specializzato in studi sull’economia reale (ultima valutazione eseguita in data 31 gennaio 2016
su informazioni riferite al secondo semestre 2015).
Tale processo prevede inoltre una nuova perizia nel caso si verifichi una diminuzione significativa del valore di mercato del
cespite, con lo scopo di attuare gli interventi gestionali più opportuni a tutela del credito erogato; analogo processo è
operativo sugli immobili oggetto di locazione finanziaria.
Ciò nonostante, le difficoltà e le criticità cui sono soggette le controparti nell’operare in condizioni di mercato deteriorate
potrebbero ridurre la capacità delle controparti di far fronte alle obbligazioni assunte nei confronti del Gruppo con
conseguente impatto negativo sulla capacità del Gruppo Carige di vedere rimborsate le somme finanziate.
Il verificarsi di tali circostanze potrebbe avere effetti negativi sui risultati, sull’attività e sulla situazione patrimoniale,
economica e/o finanziaria del Gruppo.
A tale proposito, nella gestione del rischio connesso all’andamento del mercato immobiliare, il Gruppo Carige identifica il
comparto immobiliare in base alla classificazione della clientela secondo i codici ATECO; l’aggregato comprende, oltre alle
attività propriamente immobiliari e di costruzioni, anche le esposizioni verso controparti operanti nel settore dell’ingegneria
civile e nella realizzazione di opere infrastrutturali, nonché verso soggetti attivi nel c.d. “indotto”, che include attività
differenti a vario titolo legate al mondo dell’edilizia.
66
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Al 30 giugno 2016, l’esposizione complessiva in bonis per cassa e per firma verso soggetti attivi nel settore immobiliare è
pari ad Euro 2,7 miliardi, in flessione di 154 milioni rispetto al 31 dicembre 2015, come illustrato nella seguente tabella(5).
Gruppo Bancario (importi in Euro milioni)
30/06/2016
31/12/2015 31/12/2014 (*) Δ% 06'16-'15 Δ% '15-'14
Attività immobiliari
1.358
1.436
1.682
-5%
-15%
Costruzioni
1.297
1.372
1.502
-5%
-9%
di cui costruzioni di edifici
837
903
1.020
-7%
-11%
di cui ingegneria civile e infrastrutture
182
193
259
-6%
-25%
di cui indotto costruzioni
279
276
222
1%
24%
Totale comparto immobiliare
2.655
2.809
3.184
-6%
-12%
Incidenza % su totale crediti a
clienti in
bonis (cassa e firma)
16,0%
16,1%
18,5%
Crediti bonis cassa + firma Gruppo Bancario
17.053
18.490
20.893
al netto PCT
16.555
17.413
17.194
(*) I dati al 31 dicembre 2014 non considerano i gruppi di attività in via di dismissione.
Al 30 giugno 2016, in particolare l’esposizione complessiva per cassa e per firma verso soggetti attivi nel settore
immobiliare è pari ad Euro 5,7 miliardi, come illustrato nella seguente tabella(6). Si evidenzia una incidenza dei crediti
deteriorati pari al 53,4% ed una incidenza delle sofferenze pari al 27,6%.
Gruppo Bancario (importi in €
milioni)
Attività Immobiliari
Costruzioni
di cui costruzioni di edifici
di cui ingegneria civile e
infrastrutture
di cui indotto costruzioni
Totale comparto immobiliare
Totale
comparto
2.411
3.289
2.584
30/06/2015
In
Crediti
bonis
deteriorati
1.358
1.054
1.297
1.992
837
1.748
Sofferenze
582
990
73
317
182
135
813
388
5.700
279
2.655
109
3.045
104
1.572
I dati sopra illustrati evidenziano una significativa riduzione dell’esposizione a questo specifico rischio settoriale, avvenuta
nel biennio 2013–2014, soprattutto per effetto dei consistenti volumi classificati tra i crediti deteriorati a causa
dell’emergere di specifiche problematiche su alcune iniziative finanziate.
Al 30 giugno 2016 l’aggregato rappresenta il 16% dei crediti lordi a clienti in bonis per cassa e firma (al netto dei pronti
contro termine attivi), quota stabile rispetto al 31 dicembre 2015, mentre al 31 dicembre 2014 l’incidenza era del 18,5%.
Volendo effettuare un confronto con il benchmark di Sistema – disponibile sulla sola componente per cassa, comprensiva
anche della quota deteriorata, relativamente agli operatori economici (società non finanziarie e famiglie produttrici) –, si
osserva un disallineamento rispetto al dato medio nazionale (42% per il Gruppo Carige al 31 dicembre 2015 a fronte di un
(5) Fonte: Elaborazioni interne.
(6) Fonte: Elaborazioni interne.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
dato medio di Sistema del 30%(7)), più accentuato sulle attività immobiliari in senso stretto rispetto alla componente
costruzioni.
Per completezza di informazione, si segnala che al 31 dicembre 2015 i mutui residenziali a privati ammontano a circa Euro
6 miliardi(8). Detti mutui sono soggetti al rischio di eventuali riduzioni di valore delle relative garanzie prestate a favore del
Gruppo, in caso di andamento negativo del mercato immobiliare, e/o al rischio che i rispettivi debitori non siano in grado di
rimborsare, o siano in grado di rimborsare solo parzialmente, il proprio debito nei confronti del Gruppo.
Al 30 giugno 2016, i mutui residenziali rappresentano circa il 32,2% dei crediti lordi dei clienti in bonis per cassa e firma
(circa il 30,9% al 30 Giugno 2015) mentre l’ammontare dei mutui in bonis del Gruppo costituiscono il 61,9% circa dei
crediti lordi dei clienti in bonis per cassa e firma.
Al 31 dicembre 2015, i mutui residenziali rappresentavano circa il 30,7% dei crediti lordi dei clienti in bonis per cassa e
firma (circa il 29,5% al 31 Dicembre 2014) mentre l’ammontare dei mutui in bonis del Gruppo costituiva il 59% circa dei
crediti lordi dei clienti in bonis per cassa e firma (circa il 51,6% al 31 dicembre 2014).
Per maggiori informazioni sulla distribuzione settoriale dei crediti vantati dall’Emittente si vedano le pagine 39 e seguenti
del Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet
dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf.
***
Un’ulteriore riduzione del valore dei beni e delle garanzie ricevute derivante dal riacutizzarsi della crisi economica potrebbe
inoltre determinare impatti negativi sui programmi di emissione di Covered Bond dell’Emittente.
La riduzione del valore del collateral costituito a garanzia di tali obbligazioni, infatti, potrebbe determinare la necessità, per
l’Emittente, di adottare ulteriori iniziative destinate ad incrementarne il valore nonché impatti negativi sulla capacità di
perfezionare, in futuro, nuove emissioni di Covered Bond.
Per maggiori informazioni sui programmi di emissione di Covered Bond dell’Emittente si veda il Capitolo 5, Paragrafo
5.1.2 del Documento di Registrazione.
Infine, una ulteriore contrazione del mercato immobiliare potrebbe rendere più difficoltosa la cessione, prevista nel Piano
Strategico 2016-2020, di selezionati asset immobiliari strumentali e non strumentali con conseguenti impatti negativi sui
tempi di realizzazione e gli effettivi risultati di tale operazione di dismissione e, quindi, sul raggiungimento degli obiettivi
del Piano Strategico 2016-2020.
Per maggiori informazioni sul Piano Strategico 2016-2020 si veda il Paragrafo 3.1.8 del presente Capitolo 3 del Documento
di Registrazione.
3.1.19 Rischi connessi al modello di organizzazione e gestione ai sensi del Decreto Legislativo 231
L’Emittente ha adottato il Modello di Organizzazione e Gestione (il “Modello”) previsto dal Decreto Legislativo dell’8
giugno 2001, n. 231 (il “Decreto Legislativo 231”), allo scopo di creare un sistema di regole atte a prevenire l’adozione di
comportamenti illeciti da parte di soggetti apicali, dirigenti o comunque dotati di poteri decisionali, o dipendenti, ritenuti
rilevanti ai fini dell’applicazione di tale normativa. Ai sensi del citato Decreto, il compito di vigilare sul funzionamento e
l’osservanza del Modello della Banca e di curarne l’aggiornamento, la revisione e/o l’affinamento è affidato ad un
Organismo di Vigilanza dell’Emittente, dotato di specifici poteri di iniziativa e di controllo.
(7) Fonte: Bollettino Statistico Banca d’Italia n. IV/2015. Dato al 31 dicembre 2015.
(8) Aggregato comprensivo anche dei finanziamenti non performing.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Per ulteriori dettagli in merito al Modello adottato dall’Emittente si rimanda al successivo Capitolo 9, Paragrafo 9.1 del
Documento di Registrazione.
Per quanto riguarda l’applicazione del Decreto Legislativo 231 nell’ambito del Gruppo Carige, si segnala che – in
attuazione delle direttive fornite in merito dalla Capogruppo – le banche del Gruppo, Creditis e Centro Fiduciario hanno
provveduto ad approvare un proprio Modello di Organizzazione e Gestione ai sensi del Decreto Legislativo 231, nonché
all’istituzione di propri Organismi di Vigilanza, sulla base delle indicazioni di carattere generale approvate dal Consiglio di
Amministrazione della Capogruppo, nel rispetto dell’autonomia decisionale di ogni società e ferma restando la piena ed
assoluta indipendenza operativa degli Organismi di Vigilanza.
Tuttavia non esiste alcuna certezza in merito al fatto che il modello adottato dalla Banca possa essere considerato adeguato
dall’autorità giudiziaria eventualmente chiamata alla verifica delle fattispecie contemplate nella normativa stessa.
Qualora si verificasse tale ipotesi, e non fosse riconosciuto, in caso di illecito, l’esonero dalla responsabilità per la Banca in
base alle disposizioni contenute nel decreto stesso, è prevista a carico della Banca, in ogni caso e per tutti gli illeciti
commessi, l’applicazione di una sanzione pecuniaria, oltre che, per le ipotesi di maggiore gravità, l’eventuale applicazione
di sanzioni interdittive, quali l’interdizione dall’esercizio dell’attività, la sospensione o la revoca di autorizzazioni, licenze o
concessioni, il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione, nonché, infine, il divieto di pubblicizzare beni e
servizi, con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o
del Gruppo.
Il Decreto Legislativo 231 prevede altresì l’eventuale responsabilità della società che esercita direzione o vigilanza sulla
società interessata dagli illeciti al ricorrere di determinati presupposti (tra cui, secondo un orientamento giurisprudenziale e
dottrinale, il fatto che l’illecito sia stato commesso anche nell’interesse del gruppo societario e con il concorso di un
soggetto riconducibile alla controllante).
Al riguardo, si segnala che in data 22 maggio 2014 è stata comunicata a Banca Carige l’iscrizione della stessa Banca nel
registro delle persone sottoposte ad indagine per illeciti amministrativi conseguenti ai reati ex articoli 2622, commi 3 e 4
(false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori), e 2637 (aggiotaggio) del Codice Civile, ascritti
all’ex Presidente dell’Emittente Dott. Giovanni Berneschi.
Si precisa che, indipendentemente da qualunque valutazione sulla fondatezza dell’addebito mosso all’Emittente stessa, i
rischi conseguenti al più grave trattamento sanzionatorio in astratto applicabile all’Emittente stessa per gli illeciti
amministrativi contestati sono stimabili in misura non superiore a Euro 2 milioni, mentre per tali illeciti non sono previste
sanzioni interdittive. L’Emittente confida di poter dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti contestati (al riguardo si
veda il Paragrafo 3.1.6 del presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione).
Per quanto di conoscenza dell’Emittente, tale procedimento è stato trasmesso per ragioni di competenza territoriale alla
Procura della repubblica presso il Tribunale di Roma: alla Data del Documento di Registrazione, il procedimento non risulta
ancora assegnato ad alcun magistrato di tale Procura.
3.1.20 Rischi connessi agli assetti proprietari della Banca
Alla Data del Documento di Registrazione, nessun socio esercita il controllo sull’Emittente ai sensi dell’articolo 93 del TUF
e il capitale sociale ordinario dell’Emittente risulta così suddiviso:
Dichiarante ovvero soggetto posto al vertice
della catena partecipativa
Quota %
di cui Senza Voto
17,588
0
VOLPI GABRIELE
6,001
0
TOSCAFUND ASSET MANAGEMENT LLP
5,119
0
71,292
0
MALACALZA INVESTIMENTI SRL
ALTRI AZIONISTI
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
L’attuale assetto proprietario della Banca risulta da numerosi avvenimenti che hanno coinvolto l’Emittente in particolare nel
corso degli ultimi due esercizi e sino alla Data del Documento di Registrazione, tra cui (i) il perfezionamento in data 7 e 8
maggio 2015 dell’Aumento di Capitale in Natura, liberato mediante conferimento delle partecipazioni di minoranza
detenute dalla Fondazione A. de Mari Cassa di Risparmio di Savona e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara
rispettivamente nelle banche controllate dall’Emittente Cassa di Risparmio di Savona e Cassa di Risparmio di Carrara; (ii) il
perfezionamento dell’acquisizione da parte di Malacalza Investimenti S.r.l. in data 8 maggio 2015 del 10,5% del capitale
sociale ordinario del’Emittente detenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e in data 27 maggio
2015 del 4,662% del capitale sociale dell’Emittente detenuto da BPCE International Et Outre-Mer S.A., (iii) il
perfezionamento dell’Aumento di Capitale in Opzione e (iv) l’ingresso significativo nella compagine societaria di The
Summer Trust e Tosca Fund Asset Managment LLP tra il 2015 e il 2016.
In data 10 febbraio 2016, l’Emittente ha ricevuto dal fondo Apollo Management International LLP (“Apollo”) una lettera,
non sollecitata, con la quale tale fondo ha presentato una proposta – non vincolante e confidenziale – a formulare, al
verificarsi di determinate condizioni preliminari e sospensive, un’offerta vincolante di acquisto del portafoglio di
crediti “in sofferenza” del Gruppo, compensandone gli effetti con un aumento di capitale da Euro 625 milioni (interamente
garantito da fondi affiliati ad Apollo), riservato a fondi riferibili ad Apollo per Euro 525 milioni, e offerto in opzione per i
restanti Euro 100 milioni agli azionisti della Banca. In data 23 marzo 2016, la Banca ha ricevuto da Apollo una revisione
della lettera del 10 febbraio 2016, con la quale Apollo ha confermato la propria proposta – non vincolante e
confidenziale – a formulare, al verificarsi di determinate e modificate condizioni preliminari e sospensive, un’offerta
vincolante di acquisto del portafoglio di crediti “in sofferenza” del Gruppo, a condizioni riviste (in particolare, la
previsione di un aumento di capitale - a compensazione degli effetti della cessione dei suddetti crediti “in sofferenza” – per
Euro 550 milioni, interamente garantito da fondi affiliati ad Apollo, e riservato a fondi riferibili ad Apollo per Euro 500
milioni e offerto in opzione per i restanti Euro 50 milioni agli azionisti dell’Emittente).
Le suddette lettere di Apollo sono state oggetto di esame del Consiglio di Amministrazione della Banca nel corso di varie
sessioni e da ultimo in occasione della riunione del 29 aprile 2016 nella quale detto Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente ha ritenuto, anche indipendentemente da ogni valutazione del merito della proposta non vincolante di Apollo,
non sussistenti le condizioni della sua concreta praticabilità (e ciò, in particolare, a ragione del carattere non vincolante della
proposta e della previsione nella stessa della concessione di esclusiva in favore di Apollo). Peraltro la Banca ha manifestato
la disponibilità a confrontarsi eventualmente anche con Apollo delle iniziative che assumerà con riguardo alla soluzione
delle problematiche connesse ai non performing loan del Gruppo.
Non si può quindi escludere che possano verificarsi in futuro eventuali modifiche degli assetti proprietari della Banca e che
dette eventuali modifiche (ove realizzatesi) possano influenzare le politiche e le strategie del Gruppo con possibili effetti
sulla governance, nonché indirettamente sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo Carige.
Per maggiori informazioni in merito alle predette operazioni si vedano il Capitolo 6 e il Capitolo 10 del Documento di
Registrazione.
3.1.21 Rischi connessi a verifiche e possibili contenziosi fiscali
Il Gruppo ha posto in essere nel corso degli ultimi anni operazioni di carattere straordinario consistenti in acquisizioni,
cessioni e conferimenti di rami di azienda, fusioni e scissioni di società. Tali operazioni rappresentano fattispecie sottoposte
a un particolare monitoraggio da parte dell’Amministrazione Finanziaria soprattutto quando effettuate dai c.d. “Grandi
contribuenti” quale è l’Emittente, tenuto inoltre conto che le stesse possono essere vigilate, oltre che sotto il profilo della
conformità alla normativa sostanziale, anche con riferimento alla possibile violazione delle disposizioni antielusive e/o
antiabusive.
La principale operazione straordinaria si è perfezionata nel dicembre 2012 con il conferimento da parte di Carige –
nell’ambito del Progetto di riorganizzazione del Gruppo – a favore della controllata Banca Carige Italia del ramo d’azienda
comprendente le attività e gli sportelli della rete Extra Liguria. L’operazione ha determinato l’iscrizione nel bilancio 2012 di
Banca Carige Italia di un nuovo avviamento pari a Euro 1.526,4 milioni. In ragione dell’esercizio dell’opzione per
l’affrancamento dei maggiori valori iscritti in bilancio e fiscalmente non riconosciuti prevista dall’articolo 15, comma 10,
del Decreto Legge n. 185 del 29 novembre 2008 e per effetto del conseguente pagamento (avvenuto nel giugno del 2013) di
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
un’imposta sostitutiva pari a Euro 244 milioni, Banca Carige Italia ha iscritto nel bilancio separato 2012 imposte differite
attive per Euro 505 milioni (integralmente soggette ai benefici previsti dalla Legge n. 214 del 22 dicembre 2011), con
correlata iscrizione a conto economico di un provento da imposte pari a Euro 261 milioni (quale differenziale tra
l’imposizione Ires e Irap ordinaria, pari complessivamente al 33,07%, e l’imposta sostitutiva versata del 16%). Si precisa,
infine, che l’operazione di conferimento sopra descritta è stata ritenuta dall’Agenzia delle Entrate, in risposta a specifico
interpello antielusivo presentato, come sorretta da valide ragioni economiche e non di per sé finalizzata ad ottenere vantaggi
fiscali indebiti. Per maggiori informazioni in merito all’operazione di conferimento del ramo d’azienda dell’Emittente a
Banca Carige Italia si veda il Capitolo 4, Paragrafo 4.1 del Documento di Registrazione.
L’avviamento iscritto in Banca Carige Italia – al quale corrispondeva una eguale posta dell’Attivo del bilancio consolidato
del Gruppo – è stato oggetto di impairment test al 31 dicembre 2012, al 30 giugno 2013, al 30 settembre 2013 e al 31
dicembre 2013 ai sensi di quanto previsto dal principio contabile IAS 36. Con riferimento alla data del 30 settembre 2013
tale avviamento è stato integralmente svalutato.
Consob ha assunto in data 10 gennaio 2014 la Delibera 18758, che è stata trasmessa in data 13 gennaio 2014 a Banca
Carige, avente ad oggetto l’accertamento della non conformità del bilancio consolidato e d’esercizio al 31 dicembre 2012 e
del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2013 di Banca Carige alle norme che ne disciplinano la
redazione e la conseguente richiesta alla medesima di rendere noti, ai sensi dell’articolo 154-ter, comma 7, del TUF, alcuni
elementi di informazione. Banca Carige ha fornito al mercato, in data 22 gennaio 2014, gli elementi di informazione
richiesti dalla Consob con uno specifico comunicato stampa. Le carenze e criticità rilevate da Consob hanno riguardato, con
riferimento al Bilancio Consolidato 2012, alcuni profili tra i quali l’impairment test dell’avviamento relativo alle CGU
bancarie Banca Carige Italia e Banca del Monte di Lucca. Tale delibera, pur avendo richiesto la pubblicazione da parte di
Banca Carige di un comunicato stampa contenente l’informativa relativa alle criticità rilevate, non ha peraltro indicato
alcuna rettifica del valore di iscrizione dei predetti avviamenti nei bilanci dell’esercizio 2012, assoggettati a revisione
contabile, la cui correttezza, già attestata dal soggetto incaricato della revisione contabile, è stata successivamente
confermata anche da esperti indipendenti di riconosciuta autorevolezza. Per maggiori informazioni in merito alla Delibera
Consob 18758 e all’informativa resa al riguardo da Banca Carige si veda il Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di
Registrazione.
Come reso noto al mercato con comunicato stampa diffuso il 9 gennaio 2015, la Consob ha citato la Banca ai sensi
dell’articolo 157, comma 2, del TUF, con atto di citazione, notificato in pari data, a mezzo del quale è stato instaurato
presso il Tribunale di Genova un procedimento civile avente ad oggetto la richiesta di declaratoria di nullità o di
annullamento della delibera assembleare del 30 aprile 2014 di approvazione del bilancio di esercizio di Banca Carige al 31
dicembre 2013, per asserita non conformità del predetto bilancio alle norme che ne disciplinano la redazione ed in
particolare ai Principi Contabili IAS 1, 8 e 36, nonché l’accertamento della asserita non conformità del Bilancio Consolidato
2013 ai suddetti Principi Contabili. Per maggiori informazioni al riguardo si veda il Paragrafo 3.1.4 del presente Capitolo 3
del Documento di Registrazione.
Le motivazioni individuate dalla Consob a fondamento della propria impugnativa sono riconducibili all’asserita erronea
applicazione delle disposizioni recate dai principi contabili IAS 1, 8 e 36. Secondo Consob, infatti, l’Emittente nel
rielaborare, in sede di bilancio 2013 l’impairment test dell’avviamento e delle partecipazioni iscritte nei bilanci consolidato
e separato 2012, avrebbe commesso una serie di violazioni delle prescrizioni del principio contabile IAS 36 che ne
disciplina l’effettuazione. Da ciò conseguirebbe la non corretta applicazione del principio contabile internazionale IAS 8,
che impone di correggere gli errori dell’esercizio precedente nel primo bilancio approvato dopo la loro scoperta e, quale
ripercussione ultima delle precedenti violazioni, il mancato rispetto del principio contabile internazionale IAS 1 laddove
afferma il fondamentale principio di attendibilità della presentazione della situazione patrimoniale-finanziaria, del risultato
economico e dei flussi finanziari.
In merito ai profili di rischio tributario correlati all’impugnativa da parte della Consob, si rileva che la stessa non comporta
di per sé alcuna modifica della posizione fiscale dell’Emittente, assunta la perdurante validità dei predetti bilanci
consolidato e di esercizio 2013 sino alla data di passaggio in giudicato di un’eventuale sentenza declaratoria della nullità dei
bilanci stessi; solo a quel punto, infatti, si potrebbero ipotizzare effetti fiscali con riferimento a fattispecie tributarie che
richiamano direttamente grandezze di bilancio, quali ad esempio la determinazione del provento da imposte iscritto nel
bilancio 2012 di Banca Carige Italia e nel bilancio consolidato di Banca Carige, costituito dalla differenza tra l’imposizione
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Ires e Irap ordinaria (pari complessivamente al 33,07%) e l’imposta sostitutiva versata (pari al 16%) sull’avviamento iscritto
ex novo nel bilancio della conferitaria Banca Carige Italia, oggetto di affrancamento ai sensi del D.L. 185/2008, la
determinazione dell’agevolazione ACE in capo alla conferitaria Banca Carige Italia (commisurata alla misura dell’utile di
esercizio portato a riserva) o la quantificazione della trasformazione di imposte differite attive in crediti di imposta
(commisurata all’incidenza di risultati economici negativi sul patrimonio netto).In proposito si precisa che, in data 5
febbraio 2015, nei confronti della controllata Banca Carige Italia, è iniziato un accesso mirato ai sensi degli articoli 57, 62 e
66 del D. Lgs. 30 luglio 1999 n. 300, nonché dell’articolo 4, comma 3, del Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia
delle Entrate, ai fini delle imposte dirette e IVA per i periodi d’imposta 2012 e 2013.
L’attività di verifica condotta dall’Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Liguria si è focalizzata sul riscontro
degli effetti dell’operazione di conferimento dei rami aziendali alla luce dell’affrancamento dei valori iscritti nella
conferitaria Carige Italia, della conseguente iscrizione della fiscalità differita attiva e della successiva trasformazione in
credito d’imposta.
Con riferimento a tale accesso mirato, si segnala che lo stesso si è concluso in data 26 febbraio 2016 con la consegna del
Processo Verbale di Constatazione (PVC) ad esito del quale l’Agenzia ha formulato n. 2 rilievi relativi, rispettivamente, alla
rideterminazione del credito da trasformazione di imposte differite attive per il periodo di imposta 2013 (Euro 82,4 milioni
di credito indebitamente trasformato, a giudizio dell’Agenzia) e all’errata determinazione dell’aiuto alla crescita economica
(ACE) (Euro 8 milioni di recupero a tassazione a seguito della riduzione della base ACE effettuata dall’Agenzia). Tali
rilievi discendono dalla rideterminazione (impairment test) effettuata dall’Agenzia del valore dell’avviamento iscritto al 31
dicembre 2012 nel bilancio della Società ad esito dell’operazione di conferimento effettuata da Banca Carige. In particolare
secondo l’Agenzia, la Società avrebbe dovuto preliminarmente svalutare parzialmente tale avviamento ed avrebbe, quindi,
avuto la facoltà di affrancare fiscalmente (ai sensi dell’articolo 15, comma 10, del D.L. 185/2008) solo il residuo valore del
predetto avviamento.
Gli effetti contabili e fiscali di tale rideterminazione della misura dell’affrancamento si tradurrebbero in una rettifica netta
del risultato 2012 pari a Euro 131 milioni, costituita dalla differenza tra le attività per imposte anticipate (“DTA”)che
dovrebbero essere eliminate e la corrispondente parte dell’onere per imposta sostitutiva. Poiché quota parte delle predette
DTA è stata oggetto di conversione in credito d’imposta nell’esercizio 2013 (in conformità alle previsioni recate
dall’articolo 2, commi da 55 a 58, del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225), detto credito d’imposta risulterebbe
conseguentemente rettificato, in relazione a detto periodo d’imposta, in diminuzione per un importo di Euro 82,4 milioni.
Inoltre, la rettifica del risultato di esercizio 2012 darebbe luogo, sempre secondo i verificatori, a un incremento della base
imponibile IRES relativa all’esercizio 2013 per un importo di Euro 8 milioni in dipendenza della rideterminazione delle
deduzioni ACE. Queste ultime, infatti, poiché commisurate all’incremento di patrimonio netto derivante
dall’accantonamento a riserva dell’utile 2012, dovrebbero essere proporzionalmente ridotte per effetto della svalutazione
dell'avviamento e della rettifica di Euro 131 milioni apportata al risultato di tale esercizio.
La Società, supportata dai qualificati pareri di autorevoli esperti indipendenti che hanno espresso in più occasioni un
giudizio pregiudiziale di correttezza e di conformità ai Principi Contabili Internazionali IAS/IFRS, dei legali incaricati di
assistere la controllante Banca Carige nel procedimento giudiziale incardinato da Consob, nonché dal giudizio
consequenziale di un primario consulente tributario italiano, non condivide le contestazioni e le conclusioni del PVC e
ritiene privi di fondamento i rilievi tributari in esso contenuti. In proposito merita di essere sottolineato che: i) il bilancio al
31 dicembre 2012 di Banca Carige Italia è stato assoggettato a revisione contabile da parte della Società di Revisione EY
S.p.A., la quale, in data 26 marzo 2013, ha espresso un giudizio senza rilievi; ii) il bilancio al 31 dicembre 2012 di Banca
Carige Italia, di Banca Carige ed il bilancio consolidato del Gruppo non sono stati oggetto di alcuna impugnativa per la
quale risultano, peraltro, decorsi i relativi termini; iii) i rilievi formulati dai verificatori, sulla base di rielaborazioni del test
di impairment dell’avviamento da essi autonomamente e discrezionalmente eseguite, discendono dal parziale
disconoscimento di una posta di natura integralmente valutativa sulla quale, come già evidenziato, autorevoli esperti
indipendenti hanno espresso, in più occasioni, un giudizio di correttezza e di conformità ai Principi Contabili Internazionali
IAS / IFRS.
La Società, nel formulare ampia riserva per ogni azione, produzione e tutela delle proprie ragioni e diritti nelle sedi
competenti per le questioni dedotte nel PVC e/o dipendenti dal suo contenuto e/o dagli effetti di esso, confida che verranno
riconosciute le proprie ragioni in sede amministrativa e/o giurisdizionale.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Si evidenzia, infine che, alla Data del Documento di Registrazione, il contenzioso fiscale passivo delle società facenti parte
del Gruppo ammonta a circa Euro 0,6 milioni in termini di imposta. Tale importo, che non include la stima delle
contestazioni potenzialmente derivanti dalle attività di verifica sopra descritte, si riferisce ai procedimenti contenziosi
incardinati nei precedenti esercizi, per la maggior parte dei quali sono intervenute sentenze favorevoli al contribuente. Il
rischio di soccombenza è stato classificato dai consulenti incaricati della difesa, di grado possibile, ma non probabile. In
ragione di tale valutazione, nel Bilancio Consolidato 2015 e nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 non
sono stati rilevati accantonamenti a fondi rischi.
Nonostante le valutazioni effettuate dalla Banca e dai propri consulenti, non è comunque possibile escludere che un esito
sfavorevole dei procedimenti in essere ovvero il sorgere di nuovi procedimenti possano determinare un incremento dei
rischi di natura fiscale con la conseguente necessità di eseguire ulteriori accantonamenti o esborsi tali da determinare effetti
negativi sulle attività e sulla situazione patrimoniale, economica e/o finanziaria dell’Emittente e del Gruppo.
Per ulteriori informazioni si veda il Capitolo 11, Paragrafo 11.6 e il Paragrafo 3.1.4 del presente Capitolo 3 del presente
Documento di Registrazione.
Per maggiori informazioni al riguardo si vedano il Bilancio Consolidato 2014, Parte A, pag. 96 e ss., incluso mediante
riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf,
il
Bilancio
Consolidato 2015, Parte A, pag. 92 e ss., incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito
internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf. e la Relazione
Finanziaria Semestrale inclusa mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet
dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf
3.1.22 Rischi connessi all’esposizione al debito sovrano
Il Gruppo risulta esposto nei confronti di governi centrali o altri enti pubblici interamente rappresentati da titoli di debito e
in particolare, nei confronti dello Stato Italiano.
Al 30 giugno 2016 il valore di bilancio delle esposizioni Sovrane (9) del Gruppo è pari a Euro 3.041 milioni. Dalle tabelle
sottostanti si evidenzia come il valore nominale di tali esposizioni risultava pari a Euro 2.612 milioni, mentre il fair value
risultava essere pari a Euro 3.041 milioni: l’esposizione è costituita da obbligazioni governative emesse o garantite
principalmente dallo Stato italiano.
(9) Per esposizioni Sovrane si intendono i titoli obbligazionari emessi/garantiti dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti erogati
agli stessi; sono escluse le eventuali posizioni detenute tramite ABS (Asset Backed Securities) e le partite fiscali.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione totale nei confronti degli Stati Sovrani al 30 giugno 2016(10)
Valore nominale
Esposizione verso Paesi UE
ITALIA
Totale vs Paesi UE
Esposizione verso altri paesi
ARGENTINA
Totale vs altri paesi
Totale Gruppo Carige
Dati in migliaia di Euro
Valore di bilancio
Fair Value
2.612.770
2.612.770
3.041.237
3.041.237
3.041.236
3.041.236
50
50
51
51
51
51
2.612.820
3.041.288
3.041.287
Al 31 dicembre 2015 il valore di bilancio delle esposizioni Sovrane ( 11) del Gruppo è pari a Euro 3.809 milioni. Dalle
tabelle sottostanti si evidenzia come il valore nominale di tali esposizioni risultava pari a Euro 3.472 milioni, mentre il fair
value risultava essere pari a Euro 3.809 milioni (Euro 6.879 milioni al 31 dicembre 2014 di cui Euro 3.031 milioni relativi
al solo gruppo Bancario ed i restanti Euro 3.848 milioni relativi all’insieme delle due compagnie assicurative del Gruppo
(Carige Assicurazioni (oggi Amissima Assicurazioni) e Carige Vita Nuova (oggi Amissima Vita) cedute durante il 2015):
l’esposizione è costituita da obbligazioni governative emesse o garantite da Stati Sovrani, principalmente dallo Stato
italiano.
Esposizione totale nei confronti degli Stati Sovrani al 31 dicembre 2015 (12)
(Dati in Euro migliaia)
Valore nominale Valore di bilancio
Fair Value
Esposizione verso Paesi UE
ITALIA
3.471.954
3.808.983
3.808.984
GRECIA
44
0
0
3.471.998
3.808.983
3.808.984
Totale vs Paesi UE
Esposizione verso altri paesi
ARGENTINA
Totale vs altri paesi
Totale Gruppo Carige
99
77
77
99
77
77
3.472.097
3.809.061
3.809.061
Alla data del 30 giugno 2016, l’esposizione del Gruppo Bancario in titoli di debito nei confronti dello Stato italiano
rappresenta il 10,8% del totale dell’attivo del Gruppo Carige rispetto al 19,4% del 31 dicembre 2015 (il 17,7% al 31
dicembre 2014). Tali titoli sono per la maggior parte allocati al portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita”.
(10) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
(11) Per esposizioni Sovrane si intendono i titoli obbligazionari emessi/garantiti dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti
erogati agli stessi; sono escluse le eventuali posizioni detenute tramite ABS (Asset Backed Securities) e le partite fiscali.
(12) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Il Gruppo è pertanto esposto ai movimenti dei titoli governativi in generale e, in modo particolare, dei titoli del debito
pubblico italiano. Il persistere di tensioni sul mercato dei titoli di Stato o la volatilità degli stessi potrebbero comportare
effetti negativi, anche rilevanti, sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del
Gruppo. Inoltre, un peggioramento del merito creditizio della Repubblica Italiana, unito a una conseguente diminuzione del
valore dei titoli, genererebbe un impatto negativo della Riserva AFS. Inoltre, un’ulteriore riduzione della parte a breve dei
rendimenti dei titoli di Stato italiano comporterebbe una conseguente riduzione sulla performance economica del Gruppo.
Per maggiori informazioni al riguardo si vedano il Bilancio Consolidato 2014, incluso mediante riferimento nel Documento
di
Registrazione
e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf,
nonché il Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
e la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
3.1.23 Risk management
Il Gruppo dispone di una struttura organizzativa, di processi aziendali, di risorse umane e di competenze e
metodologie/strumenti per l’identificazione, il monitoraggio, il controllo e la gestione dei diversi rischi che ne caratterizzano
l’attività (quali in particolare modo, il rischio di credito, il rischio di mercato, il rischio di liquidità, il rischio operativo, il
rischio commerciale, il rischio strategico, il rischio reputazionale, il rischio immobiliare, il rischio relativo ad operazioni di
cartolarizzazione, il rischio di avviamento ed il rischio riferito ai fondi pensione a prestazioni definite). L’intero processo di
gestione e controllo del rischio è coordinato da Banca Carige, nella duplice veste di Capogruppo e di società presso cui sono
accentrate funzioni di interesse comune per il Gruppo. Alcune delle metodologie utilizzate per monitorare e gestire tali
rischi comportano l’osservazione dell’andamento storico del mercato e l’utilizzo di modelli statistici per l’identificazione, il
monitoraggio, il controllo e la gestione dei rischi.
Qualora le osservazioni storiche e le suddette metodologie non dovessero rivelarsi adeguate, il Gruppo potrebbe essere
esposto a possibili effetti pregiudizievoli sulla propria situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici. Anche
a tale scopo, il Gruppo si è dotato di un Risk Appetite Framework (RAF) al fine di definire un insieme di obiettivi di
rischio/rendimento e contestualmente definirne limiti (trigger, tolerance, capacity) che in caso di superamento determinino
l’avvio di procedure di escalation finalizzate ad intraprendere le necessarie azioni gestionali per riportare il Gruppo verso gli
obiettivi definiti ex-ante.
Nonostante la presenza delle summenzionate procedure interne volte all’identificazione, misurazione, monitoraggio,
mitigazione e reporting dei rischi, il verificarsi di determinati eventi, allo stato non preventivabili, ovvero l’insufficienza di
tali procedure a limitare l’esposizione del Gruppo ai suddetti rischi in tutte le condizioni di mercato o nei confronti di tutte
le tipologie di rischio potrebbero comportare effetti negativi sulla propria situazione economica, patrimoniale e finanziaria
del Gruppo.
3.1.24 Rischio di mercato
Il Gruppo è esposto al rischio di mercato rappresentato dai potenziali effetti negativi sulla situazione economica e/o
patrimoniale del Gruppo dovuti a variazioni inattese dei livelli dei tassi di interesse e della relativa volatilità. L’andamento
dei tassi di interesse risulta a propria volta influenzato da diversi fattori che non sono sotto il controllo del Gruppo, quali le
politiche monetarie, l’andamento macro-economico e le condizioni politiche nei paesi di riferimento.
Il Gruppo, per la sua attività, non è soggetto ai rischi di cambio e ai rischi della quotazione delle merci, in quanto opera
marginalmente su tali mercati non assumendo posizioni speculative, ma operando attraverso coperture dei medesimi rischi.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Infine il Gruppo è soggetto a rischi marginali con riferimento ai corsi azionari, atteso che gli investimenti in azioni, alla data
del 30 giugno 2016 sono pari a Euro 14 milioni (Euro 27 milioni al 31 dicembre 2015), al netto dell’interessenza detenuta in
Banca d’Italia e rappresentano lo 0,5% del portafoglio titoli del Gruppo.
Il rischio di mercato si manifesta sia relativamente al portafoglio di negoziazione (trading book), comprendente gli
strumenti finanziari di negoziazione e gli strumenti derivati ad essi collegati, sia al portafoglio bancario (banking book), che
comprende le attività e passività finanziarie diverse da quelle costituenti il trading book.
L’attività di gestione del portafoglio di investimento in titoli del Gruppo è svolta secondo un indirizzo sostanzialmente
conservativo, nell’ottica di mantenere un equilibrato rapporto rischio/rendimento e rivolgendo particolare attenzione ai
profili di liquidità del Gruppo, privilegiando quindi strumenti di natura obbligazionaria in grado di generare una
remunerazione superiore a quella del mercato monetario e potenzialmente utilizzabili quali collaterali per ottenere liquidità.
L’attività di trading e/o investimento viene svolta sulla base di deleghe operative statuite dal Consiglio di Amministrazione,
che definisce altresì gli obiettivi dimensionali, di rendimento e di rischiosità a livello di Gruppo.
Le strategie delineate dal Consiglio di Amministrazione sono dunque indirizzate verso un portafoglio titoli mediamente con
bassa duration e quindi meno sensibile alla volatilità del mercato.
I risultati delle operazioni bancarie e di finanziamento dipendono inoltre dalla gestione dell’esposizione del Gruppo ai tassi
di interesse, ossia del rapporto esistente tra le variazioni dei tassi di interesse dei mercati di riferimento e quelle del margine
d’interesse. In particolare, l’incremento dei tassi di interesse può comportare un aumento del costo del finanziamento del
Gruppo in misura più rapida ed elevata rispetto al rendimento degli attivi a causa, ad esempio, di una mancata
corrispondenza tra le scadenze delle attività e delle passività che sono influenzate dalla variazione dei tassi di interesse,
oppure di una mancata corrispondenza tra il grado di sensibilità alle variazioni dei tassi tra attività e passività con scadenza
simile. Allo stesso modo, il decremento dei tassi di interesse potrebbe comportare una riduzione del rendimento delle
attività detenute dal Gruppo a cui potrebbe non corrispondere un equivalente decremento del costo del funding.
Tali eventi, nonché il continuato protrarsi di uno scenario con tassi di interesse ai livelli attuali e una significativa volatilità
degli stessi, combinato con la situazione di incertezza sui mercati della raccolta, potrebbero comportare effetti negativi sul
margine di interesse nonché effetti negativi sul valore delle attività e delle passività detenute dal Gruppo e di conseguenza
sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Carige.
Al 31 dicembre 2015 il VaR dell’intero portafoglio titoli di trading book del Gruppo era pari a Euro 41 mila, in relazione
alle componenti di rischio tasso e azionario. Alla stessa data l’esposizione del Gruppo al rischio tasso del banking book,
misurato secondo i riferimenti normativi della Circolare 285, mostrava sempre un livello inferiore alla soglia del 20% del
Patrimonio di Vigilanza.
Al 30 giugno 2016 il VaR dell’intero portafoglio titoli di trading book del Gruppo è pari a Euro 11,9 mila, in relazione alle
componenti di rischio tasso e azionario. Alla stessa data l’esposizione del Gruppo al rischio tasso del banking book,
misurato secondo i riferimenti normativi della Circolare 285, mostra un livello inferiore alla soglia del 20% del Patrimonio
di Vigilanza.
L’Emittente analizza sistematicamente l’impatto, in termini di margine di interesse, margine di intermediazione, di utile e di
patrimonio netto derivante dalla variazione dei tassi di interesse di mercato. Con riferimento al valore al 31 dicembre 2015,
un incremento di 100 basis point dei tassi di interesse di mercato implica in media, sul banking book, un aumento del
margine di interesse annuo del Gruppo di circa Euro 68,59 milioni e dell’utile annuo del Gruppo di circa Euro 45,91
milioni e una diminuzione del patrimonio netto del Gruppo di circa Euro 7,25 milioni. Una diminuzione di 100 punti base
dei tassi di interesse di mercato corrisponde in media, sul banking book, a una diminuzione del margine di interesse annuo
del Gruppo di circa Euro 4,8 milioni e dell’utile annuo del Gruppo di circa Euro 3,21 milioni e un aumento del patrimonio
netto del Gruppo di circa Euro 42,6 milioni.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Con riferimento al 30 giugno 2016, un incremento di 100 basis point dei tassi di interesse di mercato implica in media, sul
banking book, un aumento del margine di interesse annuo del Gruppo di circa Euro 45,07 milionie dell’utile annuo del
Gruppo di circa Euro 30,17 milioni e una diminuzione del patrimonio netto del Gruppo di circa Euro 21,42 milioni. Una
diminuzione di 100 punti base dei tassi di interesse di mercato corrisponde in media, sul banking book, a una diminuzione
del margine di interesse annuo del Gruppo di circa Euro 2,96 milioni e dell’utile annuo del Gruppo di circa Euro 1,98
milioni e un aumento del patrimonio netto del Gruppo di circa Euro 13,77 milioni.
Per maggiori informazioni al riguardo si vedano il Bilancio Consolidato 2014, incluso mediante riferimento nel Documento
di
Registrazione
e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://carige.reportingcenter.it/sites/carige2012.annualreporting.it/files/allegati/relazione_finanziaria_annuale_2014.pdf
nonché il Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
e
la
Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
3.1.25 Rischio di tasso di interesse: portafoglio bancario
Il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario è il rischio che variazioni dei tassi di interesse di mercato impattino
negativamente sul valore economico del patrimonio (rischio in ottica patrimoniale) e sul contributo al margine di interesse
(rischio in ottica reddituale) delle attività e passività di bilancio che non sono allocate nel portafoglio di negoziazione a fini
di vigilanza. L’esposizione a tale tipologia di rischio, con riferimento alle operazioni a tasso di interesse variabile, nasce
come diretta conseguenza di strutture di bilancio disallineate in termini sia di scadenze (maturity gap), sia di caratteristiche
e tempi di revisione delle condizioni di remunerazione (refixing gap). Con riferimento alle operazioni a tasso di interesse
fisso, l’esposizione dipende dal maturity gap.
Dal punto di vista patrimoniale l’obiettivo del monitoraggio del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario consiste
nel misurare l’impatto di variazioni dei tassi di interesse sul fair value del patrimonio al fine di preservarne la stabilità. La
variabilità del valore economico del patrimonio a seguito di uno shock sui tassi di interesse di mercato viene misurata
secondo due approcci distinti:
-
modello standard Vigilanza (duration analysis): la variazione del valore economico del patrimonio è approssimata
mediante la metrica della duration applicata ad aggregati di operazioni classificate in un time bucket di riferimento sulla
base della data di scadenza o riprezzamento; al 30 giugno 2016 l’indicatore si conferma inferiore alla soglia di
attenzione fissata al 20% dei fondi propri;
-
modello interno (sensitivity analysis): la variazione del valore economico del patrimonio è misurata, a livello di singola
operazione, come differenza di fair value prima e dopo lo shock indicato; 30 giugno 2016 l’indicatore si conferma
inferiore alla soglia di attenzione fissata al 15% dei fondi propri.
Dal punto di vista reddituale l’obiettivo del monitoraggio del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario consiste
nel misurare l’impatto di variazioni dei tassi di interesse sul margine di interesse atteso su un orizzonte temporale
predefinito (gapping period).
La variabilità del margine di interesse a seguito di uno shock sui tassi di interesse di mercato viene misurata secondo un
approccio di gap analysis, secondo il quale tale variabilità dipende sia dal reinvestimento (rifinanziamento) a nuove
condizioni di mercato non conosciute ex ante dei flussi di cassa in conto capitale in scadenza nel periodo di riferimento, sia
dalla variazione dei flussi di cassa in conto interessi (per la operatività a tasso di interesse variabile).
77
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Sono di seguito analizzati gli impatti di bilancio, in termini di margine di interesse, di margine di intermediazione, di utile e
patrimonio netto di movimenti paralleli della curva (+100 basis point in aumento e -100 basis point in diminuzione) con
riferimento al 30 giugno 2016.
La tabella riporta l’impatto complessivo e il dettaglio sul portafoglio bancario al 30 giugno 2016 (i dati sono in milioni di
euro):
+100 bp
Margine di interesse
-100 bp
43,1
-3,0
43,0
-3,0
43,1
-3,0
- di cui Banking book
43,0
-3,0
Utile
- di cui Banking book
28,8
28,8
-2,0
Patrimonio netto
-22,8
13,8
-22,8
13,8
- di cui Banking book
Margine di intermediazione
- di cui Banking book
-2,0
Nonostante il Gruppo monitori i rischi derivanti dall’andamento dei mercati finanziari, non è possibile escludere che la
volatilità dei mercati, l’eventuale scarsa liquidità degli stessi, nonché il mutamento delle preferenze degli investitori verso
determinate tipologie di prodotti possano avere effetti negativi rilevanti sui risultati operativi e sulla situazione economica,
patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo Carige.
Per maggiori informazioni al riguardo si veda il Bilancio Consolidato 2015, Parte E, Sezione F, pag. 311 e ss., incluso
mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf.
Per maggiori informazioni sul risk management si rinvia al precedente Paragrafo 3.1.22 del presente Capitolo 3 del
Documento di Registrazione.
3.1.26 Rischio operativo
Il Gruppo Carige è soggetto al rischio operativo che connatura le attività tipiche svolte dal Gruppo stesso; detto rischio
consiste, tra l’altro, nel rischio di subire perdite derivanti da frodi interne o esterne, dall’inadeguatezza o dal non corretto
funzionamento delle procedure aziendali, da errori o carenze delle risorse umane e dei sistemi interni, interruzioni o
malfunzionamenti dei servizi o dei sistemi (compresi quelli di natura informatica), errori o omissioni nella prestazione dei
servizi offerti, oppure da eventi esogeni. Il rischio operativo include altresì il rischio legale (ad esempio, reclami della
clientela e rischi connessi alla distribuzione dei prodotti non in conformità alle normative a presidio delle prestazione dei
servizi bancari, di investimento e assicurativi, e a sanzioni derivanti da violazioni normative nonché al mancato rispetto
delle procedure relative all’identificazione al monitoraggio e alla gestione dei rischi stessi), ma non il rischio strategico e
reputazionale. Tra le fonti principali del rischio operativo rientrano statisticamente l’instabilità dei processi operativi, la
scarsa sicurezza informatica, il crescente ricorso all’automazione, l’outsourcing di funzioni aziendali, l’utilizzo di un
numero ridotto di fornitori, i cambiamenti di strategia, le frodi, gli errori, il reclutamento, l’addestramento e la
fidelizzazione del personale e, infine, gli impatti sociali e ambientali. Non è possibile identificare una fonte di rischio
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
operativo stabilmente prevalente: il rischio operativo si differenzia dai rischi di credito e di mercato perché non viene
assunto dalla società del Gruppo sulla base di scelte strategiche, ma è insito nella sua operatività.
Il Gruppo Banca Carige con l’intento di rafforzare il presidio su tali rischi, in occasione della revisione della struttura
organizzativa della capogruppo, ha istituito, a partire dall’ultimo quadrimestre del 2014, l’ufficio Operational Risk
Management collocato all’interno della struttura Risk Management a diretto riporto dell’Amministratore delegato; ha
avviato, inoltre, uno specifico progetto con l’obiettivo di implementare un framework di misurazione, gestione e
monitoraggio dei rischi operativi allineato alle best practice di sistema.
Nel corso del 2015, sono stati effettivamente definiti, strutturati e normati i processi del framework di Operational Risk
Management (ORM) che sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nel luglio 2015. Nel
corso dei mesi successivi sono stati avviati operativamente i principali processi del framework ORM, consentendo
l’assolvimento dei requisiti minimi (art. 320 Regolamento CRR) per l’adozione del metodo standardizzato per la
quantificazione dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi operativi, tra cui, l’avvio operativo del nuovo processo di
Historical Data Collection (HDC) di Risk Self Assessment con l’avvio e conclusione della prima campagna di assessment e
di reporting direzionale.
Per ciò che attiene al nuovo processo di raccolta delle perdite operative – Historical data collection (HDC) – è stata avviata,
nel corso del 2016, una graduale evoluzione dalla modalità di censimento accentrata, utilizzata in precedenza, a favore di
una raccolta decentrata come previsto dal framework ORM con il coinvolgimento di tutte le strutture aziendali e, in
particolare, delle figure alle quali è stato attribuito un ruolo specifico (es. Referente ORM, Risk Owner).
Sotto il profilo quantitativo, si segnala che l’impatto13 in termini di perdite operative nette, alla data del 30 giugno 2016 a
livello consolidato risulta pari a Euro 3,34 milioni mentre alla data del 31 dicembre 2015 a livello consolidato era pari a
Euro 18,0 milioni.
In riferimento ai rischi di cui sopra, nonostante le iniziative intraprese dalla Banca in tema di minimizzazione del rischio
operativo e, più in generale, di Risk Management, si segnala che Banca d’Italia ha mosso rilievi e contestazioni
all’Emittente con riferimento ai sistemi di controllo interno e di gestione dei rischi. Per informazioni al riguardo si veda il
Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione.
Si segnala altresì che qualora le politiche e le procedure interne volte all’identificazione, monitoraggio e gestione dei rischi
e adottate dal Gruppo non dovessero rivelarsi adeguate, l’Emittente e il Gruppo potrebbero essere esposti a rischi non
preventivati ovvero non correttamente quantificati, con conseguenti possibilità di subire perdite, anche rilevanti, ed effetti
potenzialmente pregiudizievoli sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo.
Inoltre, indipendentemente dall’adeguatezza dei sistemi e delle procedure interne di Risk Management, in ragione delle
attuali condizioni di mercato, non è possibile escludere il verificarsi, in futuro, di eventi pregiudizievoli derivanti da
circostanze imprevedibili e al di fuori del controllo del Gruppo.
Per ulteriori informazioni in merito si rinvia il Bilancio Consolidato 2015, Parte E, pag. 339 e ss., e disponibile sul sito
internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf.,
nonché nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, pag 68 disponibile sul sito dell’Emittente all’indirizzo
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf , inclusi mediante
riferimento nel presente Documento di Registrazione.
Per maggiori informazioni in merito al risk management si rinvia al Paragrafo 3.1.22 del presente Capitolo 3 del Documento
di Registrazione.
13
I dati si riferiscono a importi già contabilizzati e al netto dei recuperi avvenuti nel periodo di riferimento
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3.1.27 Rischio di controparte dell’operatività in contratti derivati
L’operatività in derivati del Gruppo è essenzialmente legata all’attività di copertura del rischio tasso di interesse di
specifiche attività (titoli, mutui, ecc.) e passività (obbligazioni emesse) del Gruppo o a flussi finanziari futuri associati a
poste del bilancio o a transazioni future.
Più limitata è invece l’operatività in derivati di negoziazione con controparte clientela (in parte retail, in parte corporate)
costituita da contratti stipulati da quest’ultima con finalità di copertura.
Quanto ai contratti derivati di negoziazione, alla data del 30 giugno 2016, i controvalori positivi ammontano a Euro 8,3
milioni e quelli negativi a Euro 3 milioni (rispettivamente Euro 9,8 milioni e Euro 4,8 milioni al 31 dicembre 2015).
I suddetti contratti derivati di negoziazione sono, per la maggior parte, contratti c.d. “plain vanilla” con la clientela, che
vengono pareggiati stipulando un contratto analogo di segno contrario con controparti istituzionali.
Tali operazioni espongono il Gruppo al rischio che la controparte dei contratti derivati sia inadempiente alle proprie
obbligazioni o divenga insolvente prima della scadenza del relativo contratto, quando la Banca, ovvero altra società del
Gruppo, vanti ancora un diritto di credito nei confronti di tale controparte.
Tale rischio, acuitosi a seguito della volatilità dei mercati finanziari, può manifestarsi anche in presenza di garanzie
collaterali, allorquando tali garanzie eventualmente prestate dalla controparte a favore di Banca Carige, o di altra società del
Gruppo, a fronte delle esposizioni in strumenti finanziari derivati non vengano realizzate o liquidate a un valore sufficiente a
coprire l’esposizione rispetto alla relativa controparte.
I rischi di controparte associati all’operatività in derivati sono presidiati dal Gruppo attraverso la definizione di linee guida e
policy per la gestione, misurazione e controllo dei rischi. Peraltro, non si può escludere che l’eventuale inadempimento delle
controparti alle obbligazioni assunte ai sensi dei contratti derivati stipulati con Banca Carige o altra società del Gruppo, e/o
il realizzo o la liquidazione delle relative garanzie collaterali, ove presenti, a valori non sufficienti, possano avere effetti
negativi sull’attività, sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo.
Per maggiori informazioni si rinvia al Bilancio Consolidato 2015, Parte E, pag. 273 e ss. e alla Relazione Finanziaria
Semestrale 2016 pag 52 e ss. inclusi mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet
dell’Emittente agli indirizzi:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf.
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
3.1.28 Rischi connessi alle attività fiscali differite
Conformemente ai Principi Contabili Internazionali, il Gruppo Carige ha proceduto alla rilevazione in bilancio di attività
fiscali differite (Deferred Tax Assets – DTA).
Si ricorda che la Legge n. 22 dicembre 2011, n. 214 ha previsto la trasformazione in credito d’imposta delle DTA riferite a
svalutazioni e/o perdite su crediti e di quelle relative al valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali (c.d. DTA
trasformabili) qualora il soggetto rilevi nel proprio bilancio individuale una perdita di esercizio o nella propria dichiarazione
dei redditi, per la parte riferita a dette poste, una perdita fiscale.
Le attività per imposte anticipate per le quali è prevista a certe condizioni la trasformazione in crediti di imposta, non
necessitano, a differenza delle altre, di test per la valutazione della possibilità di recupero e vengono quindi
automaticamente iscritte. Questa specifica tipologia di attività per imposte anticipate non rientra tra gli elementi negativi di
patrimonio ai fini del riscontro dei requisiti di adeguatezza patrimoniale cui è soggetto il Gruppo ed è inclusa tra i Risk
Weighted Asset (RWA) con una ponderazione del 100%.
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FATTORI DI RISCHIO
Eventuali modifiche alla normativa Europea di riferimento potrebbero determinare il venir meno totale o parziale
dell’attuale trattamento più favorevole ai fini prudenziali e, conseguentemente, potrebbero manifestarsi effetti negativi,
anche rilevanti, sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo.
Alla data del 30 giugno 2016 l’ammontare delle DTA iscritto ammonta a complessivi Euro 1.010 milioni (Euro 959 milioni
al 31 dicembre 2015) di cui:



Euro 615 milioni che non dipendono dall’esistenza di futuri imponibili fiscali e per le quali è prevista a certe
condizioni la trasformazione in crediti d’imposta; tali DTA sono ponderate tra i Risk Weighted Asset (RWA) con un
fattore di ponderazione del 100%;
Euro 123 milioni che derivano da differenze temporanee e dipendono dall’esistenza di futuri imponibili fiscali; tali
DTA sono dedotte dal CET1r con applicazione di franchigia e meccanismi di Phase-In;
Euro 272 milioni che non derivano da differenze temporanee e dipendono dall’esistenza di futuri imponibili fiscali; tali
DTA sono dedotte dal CET1 Ratio senza applicazione di franchigia, ma con meccanismi di Phase-In.
Le DTA convertite in crediti d’imposta ai sensi della disposizione sopra citata e riclassificate pertanto nella voce attività per
imposte correnti, ammontano a circa Euro 899,0 milioni residui. Nel corso del 2016 le attività per imposte anticipate
convertite in crediti d’imposta risultano Euro 32 milioni (Euro 139,3 milioni nel 2015).
Si segnala che in data 3 maggio 2016 è stato pubblicato il Decreto Legge n. 59/2016, convertito dalla Legge n. 119/2016,
che prevede, all’articolo 11, disposizioni in materia di Attività per imposte anticipate (“DTA”) in base alle quali le società
potranno continuare ad applicare le norme vigenti in materia di conversione di tali attività in crediti, a condizione che
esercitino apposita opzione obbligandosi così a versare un canone annuo dell’1,5% sino al 2029. Il Gruppo ha esercitato tale
opzione effettuando il versamento, per l’annualità 2015, di un importo di circa Euro 13,9 milioni. Tale onere (deducibile sia
ai fini delle imposte sul reddito che dell’Irap) è già stato contabilizzato al 30 giugno 2016 insieme alla quota di competenza
per l’annualità 2016. L’onere totale contabilizzato nella semestrale 2016 risulta pertanto di circa Euro 20,8 milioni.
3.1.29 Rischi connessi ad assunzioni e metodologie di valutazione degli attivi, alle perdite di valore dell’avviamento
(c.d. impairment test) e alla determinazione del fair value su base ricorrente degli strumenti finanziari
La predisposizione delle relazioni finanziarie richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare
significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle
attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime richiede l’utilizzo delle informazioni
disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione
di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Per la loro stessa natura, le stime e le assunzioni utilizzate
possono variare di esercizio in esercizio e, pertanto, non è possibile escludere che, già nel prossimo esercizio, gli attuali
valori iscritti in bilancio possano differire anche in misura significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive
utilizzate.
Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’utilizzo di stime e assunzioni sono la valutazione della
congruità del valore dell’avviamento e dei valori iscritti relativi alle attività finanziarie disponibili per la vendita ed ai
crediti verso la clientela e la quantificazione dei fondi del personale, dei fondi rischi ed oneri e la valutazione delle poste
fiscali.
Le rettifiche di valore a fronte dei crediti erogati sono stimate sulla base delle evidenze emergenti a seguito dell’attento e
continuo monitoraggio dell’evoluzione dei rapporti in essere con la clientela affidata e della relativa situazione economicofinanziaria. La determinazione delle rettifiche di portafoglio è basata sull’esperienza storica registrata in termini di
probabilità di insolvenza e di percentuale di perdita dei crediti deteriorati a fronte di classi di crediti che presentano
caratteristiche omogenee rispetto a quelli oggetto di valutazione alla data di redazione del bilancio. Le rettifiche di valore a
fronte delle attività finanziarie non valutate al fair value sono stimate sulla base delle evidenze emergenti a seguito
dell’attento e continuo monitoraggio della situazione economico finanziaria degli emittenti. A tale proposito si evidenzia
che il prolungamento o l’eventuale peggioramento dell’attuale crisi economico-finanziaria potrebbe comportare un ulteriore
deterioramento delle condizioni finanziarie della clientela debitrice e delle controparti emittenti che potrebbe trovare
manifestazione in perdite a fronte dei crediti erogati o delle attività finanziarie acquistate superiori a quelle attualmente
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stimabili e conseguentemente considerate in sede di redazione del bilancio. Anche la storica fase di cambiamento che il
sistema bancario si trova ad affrontare in relazione all’avvio del Single Supervisory Mechanism e anche a seguito del
Comprehensive Assessment Exercise del sistema bancario europeo, comporta modifiche dei processi di valutazione
utilizzati.
Con riferimento alle fattispecie sopra indicate e in considerazione dell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica,
nel Bilancio Consolidato 2015 viene fornita adeguata informativa in ordine alle motivazioni sottostanti le decisioni assunte,
le valutazioni svolte ed i criteri di stima adottati nell’applicazione dei principi contabili internazionali nelle suddette
relazioni finanziarie.
Con riferimento alle attività immateriali della Capogruppo, al 31 dicembre 2015, era iscritto un avviamento per un valore
pari, ante impairment, a circa Euro 57 milioni, in precedenza iscritto solo nel bilancio consolidato con riferimento alla Cassa
di Risparmio di Savona, rilevato nel bilancio individuale a seguito dell’operazione di fusione di Cassa di Risparmio di
Savona nella Capogruppo, sulla base delle indicazioni dell’OPI 2 “Trattamento contabile delle fusioni nel bilancio
d’esercizio”. Sulla base di quanto richiesto dallo IAS 36 è stato effettuato un impairment per testare la tenuta di tale
avviamento.
Nel corso dell’anno 2015 gli avviamenti sono stati sottoposti ad impairment test, secondo quanto previsto dallo IAS 36 e in
osservanza delle indicazioni contenute nel documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010 e della
Comunicazione Consob del 19 gennaio 2015. I risultati degli impairment test riferiti al 31 dicembre 2015 hanno evidenziato
la necessità di operare rettifiche di valore per Euro 57,1 milioni che hanno interessato la CGU Banca Carige, comportando
l’azzeramento dell’avviamento ad essa allocato.
Alla data del 31 dicembre 2015 le attività immateriali del Gruppo sono pari a circa Euro 78,1 milioni (di cui Euro 19,9
milioni relativi all’avviamento allocato alla CGU Banca Cesare Ponti) e rappresentano il 3,2% del patrimonio netto
consolidato di Gruppo mentre alla data del 31 dicembre 2014 le stesse, escludendo il contributo dei gruppi di attività in via
di dismissione, risultavano pari a circa Euro 116,1 (di cui Euro 57,1 relativi ad avviamenti) e rappresentavano il 6,6% del
patrimonio netto consolidato di Gruppo.
Con riferimento alla CGU Banca Cesare Ponti, l’Emittente, alla data del 30 giugno 2016, pur ribadendo la volontà di
rafforzare e sviluppare il Wealth Management mediante il rinnovamento dell’attenzione ai portafogli del segmento private,
l’ampliamento della gamma prodotti offerta e la rifocalizzazione dei gestori sui clienti ad alto valore, ha effettuato
un’analisi su possibili indicatori di impairment che ha individuato nel semestre un peggioramento significativo nelle
condizioni macroeconomiche generali, nel recente andamento del mercato bancario, che ha tra l’altro condizionato
negativamente il previsto trasferimento in Banca Cesare Ponti di masse intermediate delle altre banche del Gruppo, e
nell’andamento della performance finanziaria ed economica della Banca.
Il risultato di tale test, in conseguenza dell’attuale persistente crisi economica, ha evidenziato la necessità di operare delle
significative rettifiche di valore che, in linea con le disposizioni dello IAS 36, sono state imputate integralmente al valore
dell’avviamento di Banca Cesare Ponti con la completa svalutazione dell’avviamento per la CGU Banca Cesare Ponti (Euro
19,9 milioni).
La metodologia utilizzata per l’impairment test si è basato sul modello del Dividend Discount Model (DDM), nella versione
Excess Capital. In tale modello, il valore recuperabile è pari al valore attuale dei flussi di cassa distribuibili da ogni CGU,
vale a dire all’ammontare massimo di dividendi che possono essere teoricamente distribuiti, rispettando determinati requisiti
di capitalizzazione (Common equity ratio).
Alla data del 30 giugno 2016, pertanto, le attività immateriali del Gruppo sono pari a Euro 54,4 milioni e rappresentano il
2,4% del patrimonio netto consolidato del Gruppo.
Con riferimento alla valutazione al fair value di attività e passività finanziarie del Gruppo Carige, si segnala che, ai fini
della predisposizione della Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, le seguenti voci sono influenzate dalla
stima del valore del fair value: (i) attività finanziarie detenute per la negoziazione (pari a Euro 9,7 milioni); (ii) attività
finanziarie disponibili per la vendita (pari a Euro 3.017,6 milioni); (iii) attività finanziarie relative a derivati di copertura
(pari a Euro 52,6 milioni); (iv) passività finanziarie detenute per la negoziazione (pari a Euro 3,0 milioni); (v) passività
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finanziarie valutate al fair value (pari a Euro 495,8 milioni); e (vi) passività relative a derivati di copertura (pari a Euro
244,9 milioni).
La ripartizione al 30 giugno 2016 per livelli di fair value di tali esposizioni evidenzia:
-
attività classificate come “Livello 1” per Euro 2.674,7 milioni, come “Livello 2” per Euro 60,9 milioni e come
“Livello 3” per Euro 344,2 milioni; e
-
passività classificate come “Livello 1” per Euro 495,8 milioni, come “Livello 2” per Euro 247,9 milioni e come
“Livello 3” per Euro 0 milioni.
Con riferimento, infine, alla valutazione al fair value di attività e passività finanziarie del Gruppo Carige, si segnala che, ai
fini della predisposizione del Bilancio Consolidato 2015, le seguenti voci sono influenzate dalla stima del valore del fair
value: (i) attività finanziarie detenute per la negoziazione (pari a Euro 15,1 milioni); (ii) attività finanziarie disponibili per la
vendita (pari a Euro 3.803,8 milioni); (iii) attività finanziarie relative a derivati di copertura (pari a Euro 54,7 milioni); (iv)
passività finanziarie detenute per la negoziazione (pari a Euro 4,8 milioni); (v) passività finanziarie valutate al fair value
(pari a Euro 557,8 milioni); e (vi) passività relative a derivati di copertura (pari a Euro 220,6 milioni).
La ripartizione al 31 dicembre 2015 per livelli di fair value di tali esposizioni evidenzia:
-
attività classificate come “Livello 1” per Euro 3.470,8 milioni, come “Livello 2” per Euro 64,6 milioni e come
“Livello 3” per Euro 338,2 milioni; e
-
passività classificate come “Livello 1” per Euro 557,8 milioni, come “Livello 2” per Euro 225,5 milioni e come
“Livello 3” per Euro 0 milioni.
Con riferimento, infine, alla valutazione al fair value di attività e passività finanziarie del Gruppo Carige, si segnala che, ai
fini della predisposizione del Bilancio Consolidato 2014, le seguenti voci sono influenzate dalla stima del valore del fair
value: (i) attività finanziarie detenute per la negoziazione (pari a Euro 67,8 milioni); (ii) attività finanziarie disponibili per la
vendita (pari a Euro 3.037,4 milioni); (iii) attività finanziarie relative a derivati di copertura (pari a Euro 201,5 milioni); (iv)
passività finanziarie detenute per la negoziazione (pari a Euro 11,7 milioni); (v) passività finanziarie valutate al fair value
(pari a Euro 964,7 milioni); e (vi) passività relative a derivati di copertura (pari a Euro 515,3 milioni).
La ripartizione al 31 dicembre 2014 per livelli di fair value di tali esposizioni evidenzia:
-
attività classificate come “Livello 1” per Euro 2.675,8 milioni, come “Livello 2” per Euro 293,3 milioni e come
“Livello 3” per Euro 337,6 milioni; e
-
passività classificate come “Livello 1” per Euro 949,7 milioni, come “Livello 2” per Euro 542,0 milioni e come
“Livello 3” per Euro 0 milioni.
Non può escludersi che (i) future variazioni del fair value degli strumenti finanziari e/o della loro classificazione; (ii) la
necessità di liquidare prima della scadenza attività non valutate al fair value; e, più in generale (iii) l’emergere di circostanze
o eventi che possano rendere le stime e le valutazioni effettuate non più attuali rispetto al periodo cui le stesse si riferiscono,
potrebbero comportare effetti negativi, anche rilevanti, sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o
finanziaria della Banca e/o del Gruppo.
Per maggiori informazioni sui criteri di valutazione adottati e sulle relative politiche contabili si rinvia al Bilancio
Conslidato 2015, “Parte A – Politiche contabili”, pag. 92 e ss., incluso mediante riferimento nel Documento di
Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf.
nonchè alla Relazione Finanziaria Semestrale 2016 pag 38 e ss. inclusi mediante riferimento nel Documento di
Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
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FATTORI DI RISCHIO
3.1.30 Rischi connessi all’operatività svolta attraverso titoli strutturati di credito
Il Gruppo opera sul mercato dei titoli strutturati di credito, rispetto ai quali ricopre il ruolo di originator (cedente) e
investitore. Al fine della valutazione dei portafogli di titoli strutturati di credito, il Gruppo Carige opera un monitoraggio
periodico del fair value di tali titoli (il cui livello di fair value è 3).
Nonostante tale attività di monitoraggio non si può tuttavia escludere che possa essere effettuata un’eventuale dismissione
di tali posizioni sulla base di una valorizzazione economica inferiore a quella contabile, ovvero – con riferimento agli
strumenti appartenenti al portafoglio bancario – che il Gruppo sia tenuto a operare una svalutazione di tali titoli al verificarsi
delle condizioni previste dai Principi Contabili Internazionali o nel caso in cui il valore economico dovesse risultare
inferiore rispetto a quello contabile. In tali situazioni si potrebbero determinare effetti negativi rilevanti sulla situazione
economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo, tanto più significativa quanto più ampio sia il divario tra il valore
contabile e il valore di mercato/valore economico.
Cartolarizzazioni originate dal Gruppo
Il Gruppo riveste il ruolo di originator (cedente) di un’operazione di cartolarizzazione di crediti in bonis realizzata nel 2004,
tramite il veicolo Argo Mortgage 2 S.r.l.
L’operazione ha riguardato la cessione pro soluto alla società veicolo Argo Mortgage 2 S.r.l. (attualmente partecipata
direttamente da Banca Carige per una quota del 60%) di n. 13.272 mutui ipotecari per un valore complessivo al 30 giugno
2004 di Euro 864,5 milioni al prezzo di Euro 925,6 milioni (di cui Euro 61,1 milioni pari al prezzo differito determinato
mediante un meccanismo di “profit extraction” che ha tenuto conto in particolare dell’excess spread al netto dei costi
dell’operazione ad ogni data di pagamento, della rischiosità dei crediti ceduti e delle possibili estinzioni anticipate).
L’operazione di cartolarizzazione Argo Mortgage 2 S.r.l., non riflettendo appieno le condizioni del sostanziale trasferimento
a terzi dei rischi e benefici connessi, è stata riscritta nella situazione patrimoniale a partire dall’1 gennaio 2005; i crediti
ceduti non sono stati, pertanto, cancellati dal bilancio consolidato. Di conseguenza, il rischio relativo a tale operazione è
rappresentato in bilancio per effetto del mantenimento tra le attività dello stato patrimoniale dei crediti oggetto di cessione,
che continuano ad essere oggetto di valutazione nella loro interezza.
Alla data del 30 giugno 2016, l’esposizione netta per cassa derivante dalle operazioni di cartolarizzazione di proprie attività
è pari a Euro 49,9 milioni ed è così ripartita per grado di subordinazione:

titoli junior per Euro 40,6 milioni (Euro 42,0 milioni al 31 dicembre 2015);

titoli mezzanine per Euro 3,8 milioni (Euro 3,8 milioni al 31 dicembre 2015); e

titoli senior per residui Euro 4,7 (Euro 6,1 milioni al 31 dicembre 2015).
Nel mese di ottobre 2015 è stata posta in essere un’altra operazione di cartolarizzazione di finanziamenti ipotecari
e chirografari “non deteriorati” per complessivi Euro 716,8 milioni, originati dalle banche del Gruppo, denominata
Lanterna Finance S.r.l.; tale operazione si qualifica come “auto-cartolarizzazione” in quanto le banche originators hanno
sottoscritto, al momento della loro emissione, la totalità dei titoli ABS emessi dalla società veicolo in proporzione agli attivi
ceduti come evidenziato nella tabella sottostante:
Dati in milioni di Euro
Titolo
Categoria
Banca
Carige
Banca
Carige
Italia
Banca del
Monte di
Lucca
Importi
€/mil
Rating atteso
Moody’s
/DBRS
Scadenza
legale
Margine su Euribor
interpolated 3/6 mesi
CLASSE A
Senior
226,30
127,80
30,90
385,00
Aa2/AA
Ottobre
2065
Bps 120
CLASSE B
Junior
194,90
110,10
26,80
331,80
=
Ottobre
2065
Bps 220
421,20
237,90
57,70
716,80
Totale
84
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FATTORI DI RISCHIO
Nel corso del primo semestre del 2016, anche al fine di garantire al Gruppo un adeguato livello di liquidità e collaterale
anche nel medio periodo perseguendo una strategia di diversificazione delle fonti di finanziamento del Gruppo, ha
realizzato due ulteriori operazioni di cartolarizzazione.
La prima operazione è stata perfezionata dalla controllata Creditis che ha ceduto un portafoglio costituito da prestiti
personali e da cessioni del quinto dello stipendio e delle pensioni “non deteriorati” per complessivi Euro 434,6 milioni ad
una società veicolo costituita ai sensi della Legge 130/99 denominata Lanterna Consumer S.r.l. che ha emesso titoli ABS
come da tabella sottostante.
Titolo
Categoria
Importi
€/mil
Scadenza legale
Margine su Euribor
interpolated 3/6 mesi
CLASSE A1
Senior
158,4
Gennaio 2041
Bps 90
CLASSE A2
Senior
158,4
Gennaio 2041
Bps 90
CLASSE Z
Junior
117,9
Gennaio 2041
-
Totale
434,7
Le due tranche di titoli di Classe Senior sono stati collocati presso investitori istituzionali non appartenenti al Gruppo
mentre i titoli di Classe Junior sono stati sottoscritti dalla controllata Creditis.
La seconda operazione ha riguardato la cessione di un portafoglio di contratti di locazione finanziaria (leasing) “non
deteriorati” per complessivi Euro 277 milioni, originati da Banca Carige, ad una società veicolo costituita ai sensi della
Legge 130/99 denominata Lanterna Lease S.r.l. che ha emesso titoli ABS come da tabella sottostante.
Titolo
Categoria
Importi
€/mil
Scadenza legale
Margine su Euribor
interpolated 3/6 mesi
CLASSE A
Senior
120,0
Gennaio 2051
Bps 105
CLASSE Z
Junior
157,0
Gennaio 2051
-
Totale
277,0
I titoli di Classe Senior sono stati collocati presso investitori istituzionali non appartenenti al Gruppo mentre i titoli di Classe
Junior sono stati sottoscritti da Banca Carige.
Sulla base delle caratteristiche delle due operazioni di cartolarizzazione, i crediti oggetto delle due cessioni non sono stati
cancellati in quanto sia Banca Carige sia Creditis hanno mantenuto sostanzialmente tutti i rischi e i benefici delle attività
cedute, ai sensi dello IAS 39.
Altri prodotti strutturati di credito in cui il Gruppo agisce come investitore
Alla data del 30 giugno 2016, il Gruppo non presenta esposizioni derivanti da strumenti strutturati di credito di terzi.
Per maggiori informazioni al riguardo si vedano il Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento
di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
e la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e
disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
85
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FATTORI DI RISCHIO
3.1.31 Rischi connessi all’evoluzione e interpretazione della normativa fiscale
L’attività esercitata dalle diverse società del Gruppo le rende soggette a diverse imposte e tasse, tra cui l’Ires, l’Irap,
l’imposta sulle rendite finanziarie, la tassa sulle transazioni finanziarie, l’imposta di bollo, le imposte sostitutive sui proventi
finanziari. I livelli di tassazione a cui è soggetta l’attività del Gruppo potrebbero essere incrementati in futuro. Eventuali
modifiche, anche retroattive, alle normative fiscali o di altro genere potrebbero avere effetti negativi sui modelli di business
attualmente adottati dall’Emittente e dalle società del Gruppo. Tale eventuale aumento del livello di tassazione o
l’introduzione di nuove imposte a cui l’attività del Gruppo potrebbe essere soggetta potrebbero avere effetti negativi sulla
situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo.
In aggiunta a ciò, si segnala che le normative fiscali sono complesse e spesso ci si trova obbligati ad effettuare valutazioni e
scelte interpretative soggettive. Il Gruppo è periodicamente soggetto a indagini da parte delle autorità fiscali, tra cui
verifiche relative all’applicazione delle imposte dirette ed indirette e sugli adempimenti posti in essere in qualità di sostituto
d’imposta. Le autorità fiscali potrebbero non concordare riguardo alle valutazioni o posizioni assunte o che il Gruppo
intende assumere riguardo a specifiche operazioni di carattere straordinario ovvero all’operatività ordinaria. Il Gruppo
potrebbe altresì, inavvertitamente o per ragioni al di fuori dal suo controllo, non aver adempiuto o non adempiere a tutte le
normative e regolamentazioni relative al trattamento fiscale di svariate transazioni o accordi finanziari, che potrebbero
generare conseguenze fiscali sfavorevoli ed eventualmente far emergere rilevanti sanzioni. Eventuali contestazioni
potrebbero originare inoltre lunghe dispute legali e, in ultima analisi, il pagamento di un rilevante ammontare per imposte,
sanzioni e interessi, che potrebbero avere effetti negativi sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Società
o del Gruppo.
Da ultimo si segnala che le società del Gruppo che svolgono attività bancaria hanno istituito un presidio specialistico cui
sono affidate le verifiche di conformità in ambito fiscale. Tale presidio è in corso di adeguamento per il pieno rispetto delle
previsioni dalla Circolare 263 (15° aggiornamento del 2 luglio 2013), Il processo di gestione del rischio comporta la
definizione di procedure volte a prevenire violazioni o elusioni della normativa fiscale, nonché la pianificazione di verifiche
periodiche circa l’adeguatezza delle stesse procedure e la loro idoneità alla prevenzione del rischio di non conformità.
3.1.32 Rischi connessi alla concorrenza nel settore bancario e finanziario
La Banca e le società del Gruppo operano all’interno di un mercato altamente concorrenziale e sono pertanto esposte ai
rischi derivanti dalla concorrenza propria del mercato bancario nella realtà italiana.
Il settore bancario in Italia è caratterizzato da un’elevata competitività dovuta ai seguenti fattori: (i) il recepimento delle
direttive comunitarie tese a liberalizzare il settore bancario dell’Unione europea; (ii) la deregolamentazione del settore
bancario in tutta l’Unione europea, e in modo particolare in Italia, che ha incentivato la concorrenza nel comparto
tradizionale bancario con l’effetto di ridurre progressivamente il differenziale tra i tassi attivi e passivi; (iii) il focus del
settore bancario italiano sui ricavi da commissione, che induce ad una maggiore concorrenza nel campo del risparmio
gestito e nelle attività di corporate banking e di investment banking; (iv) la modifica della normativa fiscale e bancaria; e
(v) l’evoluzione di servizi aventi una forte componente di innovazione tecnologica, quali internet banking, phone banking e
mobile banking.
Il quadro è reso più complesso dall’ingresso sul mercato di operatori, anche stranieri, specializzati in alcuni servizi e
prodotti che, avvalendosi di piattaforme tecnologiche evolute e di filiere produttive e distributive più leggere, risultano
altamente competitivi, grazie a strutture di costo più efficienti e flessibili.
Inoltre, tale pressione competitiva potrebbe aumentare per effetto degli interventi regolamentari, del comportamento
dei concorrenti, della domanda dei consumatori, dei cambiamenti tecnologici, di eventuali processi di aggregazione che
coinvolgono operatori finanziari, dell’entrata di nuovi concorrenti e del concorso di altri fattori non necessariamente
sotto il controllo del Gruppo. Peraltro, il peggioramento dello scenario macroeconomico potrebbe comportare un ulteriore
incremento della pressione competitiva per effetto, ad esempio, dell’incremento della pressione sui prezzi e dei minori
volumi di attività.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
FATTORI DI RISCHIO
Inoltre, il Decreto Legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito in data 24 marzo 2015, in base al quale le 10 maggiori banche
popolari italiane dovranno convertirsi, entro 18 mesi, in Società per azioni potrebbe migliorare gli standard competitivi
delle banche coinvolte oppure comportare cambiamenti nel panorama competitivo del sistema bancario italiano anche a
seguito di eventuali aggregazioni tra banche popolari (o ex-popolari) ovvero tra tali banche e altri istituti di credito, con
conseguente rafforzamento della posizione competitiva degli istituti risultanti da tali aggregazioni. Il verificarsi di tale
ipotesi potrebbe aumentare ulteriormente la pressione competitiva nel mercato, già altamente concorrenziale, in cui opera il
Gruppo.
Infine, un peggioramento dello scenario macroeconomico potrebbe comportare un aumento della pressione
competitiva quale effetto, tra gli altri, della pressione sui prezzi e dei minori volumi di attività.
Nel caso in cui il Gruppo non fosse in grado di rispondere alla crescente pressione competitiva mediante, tra le altre cose,
l’offerta di prodotti e servizi innovativi e remunerativi capaci di soddisfare le esigenze della clientela, potrebbe perdere
quote di mercato in diversi settori di attività con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica,
patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo.
3.1.33 Rischi connessi al deterioramento della situazione economica-patrimoniale del Gruppo al 30 settembre 2016
Il conto economico dei primi nove mesi del 2016 chiude con un risultato netto negativo per 244,9 milioni (sul quale
incidono le importanti svalutazioni su crediti e l’azzeramento dell’avviamento di Banca Cesare Ponti, registrati nel primo
semestre) a fronte di un risultato negativo per 0,4 milioni del settembre 2015 che, tuttavia, includeva una componente oneoff positiva per 68,1 milioni connessa alla cessione delle Compagnie Assicurative.
La raccolta diretta da clientela si attesta a 21,1 miliardi (-2,3 miliardi rispetto a dicembre 2015); il deflusso è riconducibile
prevalentemente al primo trimestre dell’anno, caratterizzato da forti tensioni di mercato, innescate dal recepimento della
normativa Bank Recovery and Resolution Directive.
Gli impieghi a privati e imprese registrano una contrazione di Euro 0,6 miliardi (-2,4%) su giugno 2016: il credito alle
imprese diminuisce nella componente a breve (conti correnti), mentre il credito a privati si contrae per effetto delle normali
scadenze dei mutui, i quali registrano un andamento positivo in relazione alle nuove erogazioni (Euro 334 milioni nei nove
mesi, di cui Euro 118 milioni nel terzo trimestre).
Gli indicatori di solidità patrimoniale si mantengono al di sopra della media di Sistema, compensando l’aumento del
coverage con la riduzione delle attività ponderate per il rischio: il CET1 Ratio Phased-in è stabile rispetto a dicembre 2015,
al 12,3% ; Leverage Ratio al 7,4%14.
Il profilo di liquidità risulta in miglioramento rispetto a giugno 2016, nonostante l’incerto contesto di mercato: il Liquidity
Coverage Ratio (LCR) si colloca al 137% - superiore al target SREP richiesto da BCE del 90% - con la cassa e le attività
libere stanziabili presso la BCE che ammontano a 2,3 miliardi (dopo il rimborso di due titoli subordinati Lower Tier2
avvenuto in giugno per complessivi 423,0 milioni).
Nel corso del terzo trimestre, il Gruppo ha attivamente perseguito la realizzazione del Piano Strategico approvato e
presentato in data 29 giugno 2016, focalizzandosi, in particolare, su iniziative funzionali alla riduzione dei costi operativi e
sulla cessione di un primo portafoglio di crediti deteriorati.
In particolare, l’attuazione del Piano Strategico si è incentrata sulle seguenti iniziative: a) la stipula di accordi di facility
management dell’ICT (Information and Communications Technology), b) la conclusione delle trattative sindacali per la
14
In attesa della segnalazione ufficiale dell’11 novembre 2016 gli indicatori patrimoniali al 30 settembre 2016 sono calcolati sulla base di stime gestionali
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FATTORI DI RISCHIO
revisione del contratto integrativo, c) la fusione per incorporazione di Banca Carige Italia in Banca Carige nel prossimo
mese di dicembre 2016 e d) la chiusura di circa 40 sportelli entro l’anno 2016.
Il portafoglio crediti deteriorati si mantiene sostanzialmente stabile, attestandosi a 7,1 miliardi lordi, con il coverage in
aumento di 3,5 punti percentuali sul dato di dicembre 2015, al 45,9%, al di sopra della media di Sistema 15 (45,4%), e
ulteriormente rafforzato rispetto a giugno 2016 (+30 bps). Il rafforzamento del presidio del credito problematico recepisce le
risultanze della verifica condotta da BCE nel corso del primo semestre, che ha interessato oltre un quarto del portafoglio
crediti.
Per maggiori informazioni sui risultati del trimestre si veda il Paragrafo 3.2 “Dati finanziari e patrimoniali selezionati
riferiti all’Emittente”e il Capitolo 11 del Documento di Registrazione.
15
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2015
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3.2 Dati finanziari e patrimoniali selezionati riferiti all’Emittente
Le informazioni di seguito riportate fanno riferimento ai dati relativi alla Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno
2016, nonchè al Bilancio Consolidato 2015 ed al Bilancio Consolidato 2014 (i “Bilanci Consolidati”) che sono incorporati
mediante riferimento al presente Documento di Registrazione e sono messi a disposizione del pubblico sul sito internet
dell’Emittente ai seguenti indirizzi:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf, ,
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf,
http://carige.reportingcenter.it/sites/carige2012.annualreporting.it/files/allegati/relazione_finanziaria_annuale_2014.pdf.
I Bilanci Consolidati, in applicazione del Decreto Legislativo 28 febbraio 2005 n. 38, sono stati redatti secondo i principi
contabili IAS/IFRS emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB), omologati dalla Commissione Europea
ed in vigore alla data di chiusura dei rispettivi bilanci, nonché alle connesse interpretazioni (SIC/IFRIC), come stabilito dal
Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.
Il Bilancio Consolidato 2015 e il Bilancio Consolidato 2014, sono stati entrambi assoggettati a revisione contabile completa.
La Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 è stata sottoposta a revisione contabile limitata. I Bilanci
Consolidati presentano dati di raffronto riesposti in applicazione di specifici principi contabili.
Si segnala che in sede di predisposizione del Bilancio Consolidato 2015, la Banca ha provveduto alla riesposizione degli
schemi del conto economico, del prospetto della redditività complessiva e del rendiconto finanziario relativi all’esercizio al
31 dicembre 2014 a seguito delle delibere assunte dal Consiglio di Amministrazione di non considerare tra gli asset in
vendita le partecipazioni detenute in Banca Cesare Ponti e Creditis, in precedenza iscritte tra le attività in via di dismissione
ai sensi dell’IFRS 5 – Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate (“IFRS 5”), confermando le
stesse nell’ambito del perimetro del Gruppo Banca Carige.
I saldi economici dell’esercizio 2014 sono stati riesposti nel Bilancio Consolidato 2015, rispetto ai dati storici pubblicati nel
Bilancio Consolidato 2014, per riflettere gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5 (il “Bilancio Consolidato 2014
Riesposto”).
Con riferimento ai dati patrimoniali inoltre, pur non essendo prevista dall’IFRS 5 la riesposizione dei saldi comparativi al 31
dicembre 2014, per consentire un confronto omogeneo, in aggiunta ai dati storici pubblicati nel Bilancio Consolidato 2014
sono stati riportati, esclusivamente nella relazione sull’andamento della gestione al 31 dicembre 2015, anche taluni dati
patrimoniali comparativi riesposti. La Banca ha provveduto, nella relazione sull’andamento della gestione, ad illustrare la
natura delle riesposizioni ed a presentare i prospetti di raccordo tra i dati storici pubblicati nel Bilancio Consolidato 2014 ed
i dati riesposti.
Le informazioni che derivano dalla riclassificazione dei dati in quanto contenute nella relazione sull’andamento della
gestione del Gruppo non sono state assoggettate a revisione contabile ma sono state oggetto della verifica di coerenza con il
bilancio consolidato. Nella relativa relazione di revisione, la Società di Revisione ha espresso, così come previsto dalle
norme vigenti, il giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione del bilancio. A tal fine sono state svolte le procedure
indicate dal principio di revisione 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
e raccomandato dalla Consob per l’esercizio 2014 e dal principio di revisione (SA Italia) n.7208 per l’esercizio 2015.
Pertanto, in talune circostanze, potrebbero riscontrarsi, all’interno del Documento di Registrazione, diverse rappresentazioni
numeriche delle medesime voci di bilancio. Potrebbe, inoltre, risultare difficile confrontare i dati finanziari dei bilanci
assoggettati a revisione e quelli riclassificati e riesposti non assoggettati a revisione. Gli investitori sono, pertanto, invitati a
prestare particolare attenzione in relazione a tali confronti.
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Tabella 1: Patrimonio di Vigilanza e coefficienti patrimoniali consolidati
(milioni di Euro)
Livelli minimi previsti secondo
le regole di Basilea 3
30-giu-16
31-dic-15
31-dic-14
Basilea 3 Phase-in
Basilea 3 Phase-in
Basilea 3 Phase-in
2015
1)
2014
Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier
CET1)
2.204,6
2.435,1
1.723,6
Capitale di classe 1 (Tier 1)
2.220,0
2.548,5
1.783,4
Capitale di classe 2 (Tier 2)
358,3
421,7
517,9
2.578,3
2.970,2
2.301,3
17.960,2
19.976,6
20.473,7
15,4
113,4
59,8
Capitale primario di classe 1/Totale attivo ponderato
(Common Equity Tier 1 Ratio) (**)
12,3%
12,2%
8,4%
non inferiore al
7%
non inferiore al
7%
Capitale di classe 1/Totale attivo ponderato (Tier 1
Ratio) (***)
12,4%
12,8%
8,7%
non inferiore
all'8,5%
non inferiore
all'8%
Fondi Propri /Totale attivo ponderato (Total Capital
Ratio) (****)
14,4%
14,9%
11,2%
non inferiore al
10,5%
non inferiore al
10,5%
Attività ponderate per il rischio (RWA)/Totale attivo
63,7%
65,9%
53,4%
Fondi Propri
Totale attivo ponderato (RWA)
Additional Tier 1
(**) Le regole di Basilea 3 prevedono un livello minimo di Common Equity T ier 1 Ratio non inferiore al 7% (4,5% + Capital Conservation Buffer: “CCB” pari al
2,5%). La BCE ha richiesto in data 10 marzo 2015 un indice pari almeno all’11,50% e in data 27 novembre 2015, a seguito della SREP Decision, un indice pari almeno
all’11,25%.
(***) Le regole di Basilea 3 prevedono un livello minimo di T ier 1 Ratio non inferiore all’8% (5,5% + “CCB” pari al 2,5%) per l’anno 2014 e all’8,5% (6% + “CCB”
pari al 2,5%) a decorrere dal 2015.
(****) Le regole di Basilea 3 prevedono un livello minimo di T otal Capital Ratio non inferiore al 10,5% (8% + “CCB” pari al 2,5%).
1) La BCE ha richiesto, in data 10 marzo 2015, all'Emittente di detenere un livello minimo di CET 1 Ratio pari all’11,50% ridotto in data 27 novembre 2015, a seguito
della SREP Decision, all’11,25%.
La Tabella 1 illustra gli aggregati patrimoniali e i coefficienti di vigilanza del Gruppo Bancario, su base consolidata, alle
date del 31 dicembre 2015 e del 31 dicembre 2014, riportati rispettivamente nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30
giugno 2016, nel Bilancio Consolidato 2015 e nel Bilancio Consolidato 2014 (Nota Integrativa, Parte F – Informazioni sul
Patrimonio Consolidato).
Il Gruppo presenta – alla data del 30 giugno 2016 – indicatori di Total Capital Ratio phased-in (14,4%), Tier I Ratio
phased-in (12,4%) e Common Equity Tier 1 Ratio – CET1R phased-in (12,3%) superiori ai limiti minimi di Vigilanza. Il
CET1R risulta al di sopra dei limiti regolamentari dell’11,25% che la BCE ha richiesto.
Al 31 dicembre 2015 il Gruppo presentava indicatori superiori ai limiti minimi di vigilanza: il Total Capital Ratio phased-in
era pari a 14,9%, il Tier I Ratio phased-in era pari al 12,8% e il Common Equity Tier 1 Ratio – CET1R phased-in era pari al
12,2%. La dotazione patrimoniale del Gruppo risulta in aumento rispetto a fine 2014 principalmente a seguito dell’Aumento
di Capitale in Opzione e alla dismissione delle partecipazioni detenute dall’Emittente in Carige Assicurazioni (ora
Amissima Assicurazioni) e Carige Vita Nuova (ora Amissima Vita). Il CET1R risulta al di sopra dei limiti regolamentari e
superiore sia del CET1 Ratio dell’11,25%, che la BCE ha richiesto a seguito della SREP Decision del 27 novembre 2015,
sia del CET1 Ratio dell’11,50%, che la BCE ha richiesto in data 10 marzo 2015.
L’Emittente, nell'elaborare le proiezioni utilizzate per la stima del valore d'uso, per il calcolo degli RWA ha applicato il
proprio modello Standard in quanto, alla luce delle rilevanti novità introdotte dalla normativa CRR e del passaggio del
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Gruppo Banca Carige sotto la vigilanza della BCE (c.d. Single Supervisory Mechanism - SSM) non è – ad oggi –
determinabile il periodo in cui potrà essere ufficialmente validato il modello AIRB.
I coefficienti patrimoniali sono stati determinati in base alla nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di
investimento contenuta nel Regolamento CRR e nella Direttiva CRD IV che traspongono nell’Unione europea gli standard
definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Si è tenuto conto delle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia
con la Circolare 285 e la Circolare 286 e relativi aggiornamenti con particolare riferimento all’esercizio delle discrezionalità
nazionali.
Si precisa altresì che, in seguito alla cessione delle società assicurative avvenuta nel corso del 2015 non vi sono differenze
tra il perimetro di consolidamento utilizzato per la redazione del bilancio e perimetro di consolidamento utilizzato ai fini
prudenziali. Si segnala, infine, che sulla base dell’articolo 467 paragrafo 2 della CRR, recepito dalla Banca d’Italia nella
Circolare 285, il Gruppo Banca Carige ha adottato l’opzione di escludere dai fondi propri i profitti o le perdite non realizzati
relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria “Attività finanziarie disponibili per la
vendita” (AFS).
A partire dal 1° gennaio 2014 sono operative le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi
bancari, finalizzate ad adeguare la normativa nazionale alle novità intervenute nel quadro regolamentare internazionale con
particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza bancaria dell’Unione europea.
Il nuovo assetto normativo è funzionale a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni
finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a migliorare la gestione del rischio e la governance, a
rafforzare la trasparenza e l'informativa delle banche, tenendo conto degli insegnamenti della crisi finanziaria. Le riforme
sono di due ordini: microprudenziali, ossia concernenti la regolamentazione a livello di singole banche; macroprudenziali,
cioè riguardanti i rischi a livello di sistema, amplificati dall’interconnessione tra istituzioni.
E’ stato mantenuto l’approccio basato su tre pilastri anche alla base del precedente accordo sul capitale noto come “Basilea
2”, accordo che è stato integrato e rafforzato con misure che accrescono la quantità e qualità della dotazione di capitale degli
intermediari, introducono strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento
della leva finanziaria.
In particolare, il Primo Pilastro è stato rafforzato attraverso una definizione maggiormente armonizzata del capitale e più
elevati requisiti di patrimonio. A fronte di requisiti patrimoniali generalmente più rigidi per riflettere in modo più accurato
la potenziale rischiosità di talune attività (ad esempio, cartolarizzazioni e trading book), come detto si aggiunge dal lato
delle risorse proprie una definizione di patrimonio di qualità più elevata essenzialmente incentrata sul common equity; a cui
si aggiungono riserve patrimoniali che ricoprono la funzione di conservazione del capitale primario, la funzione di riserva
anticiclica ed in fine la funzione di copertura delle maggiori perdite per le istituzioni a rilevanza sistemica. Tali riserve
saranno previste a discrezione delle Autorità di Supervisione, al netto della riserva per la conservazione del capitale che
dovrà essere sempre presente e pari al 2,5%.
In aggiunta al sistema dei requisiti patrimoniali volti a fronteggiare i rischi di credito, controparte, mercato e operativo, è ora
prevista l’introduzione di un limite alla leva finanziaria (incluse le esposizioni fuori bilancio) con funzione di backstop del
requisito patrimoniale basato sul rischio e per contenere la crescita della leva a livello di sistema.
“Basilea 3” introduce, altresì, nuovi requisiti e sistemi di supervisione del rischio di liquidità, incentrati su un requisito di
liquidità a breve termine (Liquidity Coverage Ratio - LCR) e su una regola di equilibrio strutturale a più lungo termine (Net
Stable Funding Ratio - NSFR), oltre che su principi per la gestione e supervisione del rischio di liquidità a livello di singola
istituzione e di sistema.
Il Secondo Pilastro richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza
patrimoniale, attuale e prospettica, rimettendo all’autorità di vigilanza il compito di verificare l’affidabilità e la coerenza dei
relativi risultati e di adottare, ove la situazione lo richieda, le opportune misure correttive. Crescente importanza è attribuita
agli assetti di governo societario e al sistema dei controlli interni degli intermediari come fattore determinante per la
stabilità delle singole istituzioni e del sistema finanziario nel suo insieme. In quest’area sono stati rafforzati i requisiti
regolamentari concernenti il ruolo, la qualificazione e la composizione degli organi di vertice; la consapevolezza da parte
di tali organi e dell’alta direzione circa l’assetto organizzativo e i rischi della banca e del gruppo bancario; le funzioni
aziendali di controllo, con particolare riferimento all’indipendenza dei responsabili della funzione, alla rilevazione dei rischi
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delle attività fuori bilancio e delle cartolarizzazioni, alla valutazione delle attività e alle prove di stress; i sistemi di
remunerazione e di incentivazione.
Il Terzo Pilastro – riguardante gli obblighi di informativa al pubblico sull’adeguatezza patrimoniale, sull’esposizione
ai rischi e sulle caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo, al fine di favorire la disciplina di mercato
– è stato rivisto per introdurre, fra l’altro, requisiti di trasparenza concernenti le esposizioni verso cartolarizzazioni,
maggiori informazioni sulla composizione del capitale regolamentare e sulle modalità con cui la banca calcola i ratios
patrimoniali.
L’introduzione delle regole di Basilea 3 è soggetta ad un regime transitorio che proietterà l’ingresso delle regole a regime
(fully application) al 2019 (2022 per il phase-out di taluni strumenti patrimoniali) e durante il quale le nuove regole saranno
applicate in proporzione crescente.
Il patrimonio di vigilanza, elemento del Pillar 1, è pertanto calcolato secondo le regole di Basilea 3 recepite in Europa
attraverso un’articolata normativa rappresentata dalla Capital Requirements Regulation (CRR), Regolamento europeo n.
575/2013, dai relativi supplementi, dalla Capital Requirements Directive (CRD IV), dai Regulatory Technical Standards e
dagli Implementing Technical Standards emanati dall’EBA e dalle istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca d’Italia (in
particolare le Circolari 285 e 286).
Tabella 2: Principali indicatori di rischiosità creditizia
Principali Indicatori di rischiosità creditizia
Sofferenze Lorde su Impieghi Lordi per Cassa
V/Clientela
Sofferenze Nette su Impieghi Netti per Cassa
V/Clientela
Rettifiche di Valore sofferenze / sofferenze
lorde (Coverage)
Rettifiche di Valore Deteriorati / Deteriorati
lordi (Coverage)
Crediti deteriorati lordi su Impieghi Lordi per
cassa vs clientela
Crediti deteriorati nette su Impieghi Netti per
cassa vs clientela
30/06/2016
31/12/2015
31/12/2014
(1)
Banche Grandi
31/12/2015 (2)
Banche Grandi
31/12/2014 (3)
15,6%
14,3%
11,5%
9,5%
8,3%
7,2%
6,5%
5,3%
4,8%
60,7%
60,4%
58,6%
58,6%
56,9%
45,6%
42,4%
40,1%
43,4%
40,8%
30,0%
27,8%
24,0%
17,7%
15,8%
19,0%
18,3%
16,1%
10,8%
"(4)
"(4)
4,5%
10,8%
"(5)
"(5)
(1) Bilancio Consolidato 2014 Riesposto
(2) Fonte: Bankit - Rapporto sulla stabilità finanziaria Aprile 2016 (tavola 4.1); il dato sulle partite anomale comprende le sofferenze, gli incagli, le esposizioni ristrutturate, scadute e/o
sconfinanti;
(3) Fonte: Bankit - Rapporto sulla stabilità finanziaria Aprile 2015 (tavola 3.1); il dato sulle partite anomale comprende le sofferenze, gli incagli, le esposizioni ristrutturate, scadute e/o
sconfinanti;
(4) Fonte: Relazione annuale Banca d'Italia 2015 - Appendice statistica - Tabella A.13.13 (si segnala che i dati si riferiscono al totale del sistema bancario)
(5) Fonte: Relazione annuale Banca d'Italia 2014 - Appendice statistica - Tabella A.13.14 (si segnala che i dati si riferiscono al totale del sistema bancario)
Si evidenzia in particolare un peggioramento dell’incidenza dei crediti deteriorati lordi e netti nonché delle sofferenze lorde
e nette sul totale degli impieghi, rispettivamente lordi e netti, sia rispetto all’anno precedente che ai dati medi di sistema; e
tali indici risultano quindi superiori rispetto al corrispondente dato settoriale; i rapporti di copertura di sofferenze e crediti
deteriorati risultano peraltro in linea con quelli del sistema.
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Tabella 3: Valori relativi all’indice “Sofferenze nette su Patrimonio Netto”
30/06/2016
Importi in milioni di euro
31/12/2015
31/12/2014
(1)
Sofferenze Nette
1.438
1.390
1.287
Patrimonio netto
2.253
2.456
1.765
Sofferenze nette / Patrimonio netto
63,8%
56,6%
72,9%
(1) Bilancio Consolidato 2014 Riesposto
Tabella 4: Dettaglio crediti verso clientela al 30 giugno 2016
Q ualità del credito: Gruppo Bancario
(*)
crediti per cassa verso clienti (30 giugno 2016) (1)
importo in migliaia di Euro
CREDIT O
LORDO
incidenza al
lordo delle RET T IFICHE
rettifiche
CREDIT O
NET T O
incidenza al
netto delle
rettifiche
Coverage
Ratio
Totale crediti deteriorati
7.010.931
30,0%
3.195.335
3.815.596
19,0%
45,6%
Sofferenze
3.658.166
15,6%
2.220.007
1.438.159
7,2%
60,7%
Inadempienze probabili
3.121.698
13,3%
939.119
2.182.579
10,2%
30,1%
231.067
1,0%
36.209
194.858
0,9%
15,7%
Esposizioni scadute
Crediti in bonis
16.378.070
70,0%
136.126
16.241.944
81,0%
0,8%
Totale crediti a clientela
23.389.001
100,0%
3.331.461
20.057.540
100,0%
14,2%
(*) Informazioni presentate nel Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016.
(1) Al netto dei titoli di debito classificati L&R, pari rispettivamente al 30 giugno 2016 ad Euro 567 migliaia.
Le precedenti tabelle riportano le principali informazioni sulla qualità del credito del Gruppo Bancario alla data del 30
giugno 2016 (i corrispondenti dati di settore non sono disponibili a tale data).
Si segnala che, per effetto degli arrotondamenti, la somma di alcuni importi di dettaglio potrebbe non quadrare con il
relativo aggregato; la variazione percentuale è calcolata sui dati non arrotondati.
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Tabella 5: Dettaglio crediti verso clientela al 31 dicembre 2015
Q ualità de l cre dito: Gruppo Bancario
cre diti pe r cassa ve rso clie nti (31 dice mbre 2015) (1)
importo in migliaia di Euro
CREDIT O
LORDO
incidenza al
lordo delle RET T IFICHE
rettifiche
CREDIT O
NET T O
incidenza al
netto delle
rettifiche
Coverage
Ratio
Incidenza
percentuale
Sistema
31/12/2015
(**)
Incidenza
percentuale
Coverage
Banche
Sistema
Grandi
31/12/2015
(**)
31/12/2015
Coverage
Banche
Grandi
31/12/2015
(*) (**)
(*) (**)
Totale cre diti de te riorati
6.823.590
27,8%
2.895.721
3.927.869
18,3%
42,4%
- di cui Forborne
1.825.848
7,4%
400.872
1.424.976
6,6%
22,0%
Sofferenze
3.510.846
14,3%
2.120.375
1.390.471
6,5%
60,4%
Inadempienze probabili
3.034.622
12,4%
734.041
2.300.581
10,7%
24,2%
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Esposizioni scadute
Cre diti in bonis
- di cui Forborne
Totale cre diti a clie nte la
278.122
1,1%
41.305
236.817
1,1%
14,9%
17.690.306
72,2%
146.188
17.544.118
81,7%
0,8%
592.334
2,4%
11.801
580.533
2,7%
2,0%
24.513.896
100,0%
3.041.909
21.471.987
100,0%
12,4%
18,1%
n.d.
10,6%
81,9%
17,7%
n.d.
45,4%
n.d.
9,5%
82,3%
n.d.
n.d.
100,0%
100,0%
43,4%
n.d.
58,7%
58,6%
0,6%
n.d.
0,7%
n.d.
8,8%
8,2%
(*) “Banche grandi”, indica banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale dei fondi intermediati superiori a Euro 21,5 miliardi e che costituiscono insieme ai “Primi 5
Gruppi” il gruppo delle 15 banche soggette al Comprehensive Assessment.
(**) Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria, 1/2016, pag.34.
(1) Al netto dei titoli di debito classificati L&R, pari rispettivamente al 31 dicembre ad Euro 629 migliaia.
Tabella 6: Dettaglio crediti verso clientela al 31 dicembre 2014
Q ualità del credito: Gruppo Bancario
Crediti per cassa verso clienti (31 dicembre 2014) (1) (2)
importo in migliaia di Euro
CREDIT O
LORDO
incidenza al
lordo delle RET T IFICHE
rettifiche
CREDIT O
NET T O
incidenza al
netto delle
rettifiche
Coverage
Ratio
Incidenza
Incidenza
Coverage
percentuale Coverage
percentuale
Banche
Banche
Sistema
Sistema
Grandi
Grandi
31/12/2014
31/12/2014
31/12/2014
31/12/2014
(**)
(**)
(*)(**)
(*)(**)
Totale crediti deteriorati
6.512.886
24,0%
2.608.806
3.904.080
16,1%
40,1%
- di cui Forborne
1.247.729
4,6%
225.999
1.021.730
4,2%
18,1%
Sofferenze
3.108.610
11,5%
1.822.078
1.286.532
5,3%
58,6%
Inadempienze probabili
3.230.392
11,9%
761.567
2.468.825
10,2%
23,6%
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Esposizioni scadute
Crediti in bonis
- di cui Forborne
Totale crediti a clientela
173.884
0,6%
25.161
148.723
0,6%
14,5%
20.606.200
76,0%
211.120
20.395.080
83,9%
1,0%
958.429
3,5%
30.457
927.972
3,8%
3,2%
27.119.086
100,0%
2.819.926
24.299.160
100,0%
10,4%
17,7%
n.d.
10,0%
82,3%
15,8%
n.d.
8,3%
84,2%
n.d.
n.d.
100,0%
100,0%
44,4%
n.d.
58,7%
0,7%
n.d.
8,4%
40,8%
n.d.
56,9%
0,6%
n.d.
6,9%
(*)“Banche grandi”, indica banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale dei fondi intermediati superiori a Euro 21,5 miliardi e che costituiscono insieme ai “Primi 5
Gruppi” il gruppo delle 15 banche soggette al Comprehensive Assessment.
(**) Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria, 1/2015, pag.21.
(1) Analisi predisposte dall'Emittente sulla base delle risultanze contabili che fanno riferimento a dati riesposti e presentate nella Relazione sulla Gestione al 31 dicembre 2015.
(2) Al netto dei titoli di debito classificati L&R, pari al 31/12/2014 riesposto ad Euro 3.228 migliaia.
Le precedenti tabelle riportano le principali informazioni sulla qualità del credito del Gruppo Bancario alla data del 31
dicembre 2015, raffrontate con i corrispondenti dati di settore e le analoghe informazioni alla data del 31 dicembre 2014.
Si segnala che, per effetto degli arrotondamenti, la somma di alcuni importi di dettaglio potrebbe non quadrare con il
relativo aggregato; la variazione percentuale è calcolata sui dati non arrotondati.
Con riferimento ai Crediti Deteriorati, inoltre, si segnala che a partire dal trimestre chiuso al 31 marzo 2015, trova
applicazione la nuova nozione di Crediti Deteriorati che recepisce le nuove definizioni di Non Performing Exposures (NPE)
introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate armonizzate
definite dall’EBA e approvate dalla Commissione Europea in data 9 gennaio 2015.
94
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Pertanto, i Crediti Deteriorati vengono ora ripartiti nelle seguenti categorie: a) sofferenze; b) inadempienze probabili e c)
esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.
L’EBA ha anche fornito la definizione di una ulteriore categoria di crediti sotto osservazione, i così detti “forborne” (legati
alla definizione di “forbearance”) per la cui definizione si rimanda al Glossario del presente Documento di Registrazione.
Il Gruppo Carige ha recepito tale nuova categoria nel proprio processo di gestione delle posizioni e prevedendo altresì
l’impiego di un rating minimo per tutte le controparti appartenenti a tale comparto, con un conseguente aumento del
coverage ratio. L’introduzione della nuova categoria ha determinato significativi effetti sulle procedure e sui sistemi
informativi dell’Emittente.
Tuttavia, alla Data del Documento di Registrazione non è possibile escludere che, sulla base della definizione della specifica
normativa, degli orientamenti dei regulator e delle prassi che si consolideranno nel sistema bancario europeo, saranno
necessari ulteriori affinamenti a livello di sistemi e procedure interne per una sempre più efficace rilevazione e gestione di
tali tipologie di credito.
Al 30 giugno 2016 l’esposizione lorda dei crediti forborne deteriorati ammontava a Euro 1.842,4 milioni (Euro 1.825,8
milioni al 31 dicembre 2015). Al 30 giugno 2016 l’esposizione lorda dei crediti forborne in bonis ammontava a Euro 507,2
milioni (Euro 592,3 milioni al 31 dicembre 2015).
Tabella 7: Grandi rischi
Importi in Euro migliaia
30-giu-16
31 dicembre 2015 (*)
31-dic-14
Grandi esposizioni / Grandi rischi (ammontare
nominale)
8.898.966
9.604.345
14.300.054
Grandi esposizioni/ Grandi rischi (ammontare
ponderato) (**)
1.615.326
1.643.527
1.883.370
7
7
8
Numero delle grandi esposizioni / Grandi rischi
(*) Fonte: segnalazione di vigilanza Base 1 – Grandi esposizioni al 31 dicembre 2015
(**) Le esposizioni sono ponderate al fine di tener conto della rischiosità connessa con la natura della controparte debitrice e
dell’eventuale esistenza di determinate forme di protezione del credito come previsto dal regolamento CRR. Si applicano inoltre
i fattori percentuali di ponderazione agevolati previsti dalle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale (Circolare 285, Parte II,
Capitolo 10, Sezione V).
Nella Tabella 7 si riporta l’informativa sulle “grandi esposizioni” (in precedenza denominate “grandi rischi”) come
disciplinate dal Regolamento CRR; in particolare, l’articolo 392 del Regolamento CRR fornisce la seguente definizione
“L'esposizione di un ente verso un cliente o un gruppo di clienti connessi è considerata una grande esposizione quando il
suo valore è pari o superiore al 10 % del capitale ammissibile dell'ente”.
L’ammontare nominale delle grandi esposizioni include quanto indicato all’articolo 389 e segg. del Regolamento CRR.
Si segnala che al 30 giugno 2016 e al 31 dicembre 2015 non erano in essere “grandi esposizioni” il cui valore ponderato
risultava superiore al limite di incidenza del 25% sul Patrimonio di Vigilanza.
95
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 8: Incidenza rettifiche nette
(Dati in Euro migliaia)
Rettifiche di valore nette dei crediti verso
clientela
Crediti verso clientela esposizioni nette
Rettifiche
clientela
nette/Crediti
netti
verso
3 0 / 0 6 / 2 0 16 ( *)
3 1- d ic - 15
3 1- d ic - 14
344.534
286.718
651.799 (**)
20.057.540
21.471.987
24.299.160 (***)
1,7(1)
1,3%
2,7%
(1) Dato di bilancio, il dato gestionale annualizzato è pari al 3,2%. Elaborazioni interne dell'Emittente
(*) Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016.
(**) Bilancio Consolidato 2014 Riesposto
(***) Informazioni presentate nella Relazione sulla gestione 2015
La Tabella 8 indica infine il costo del rischio, espresso dal rapporto tra le rettifiche su crediti verso la clientela e
l’ammontare dei crediti netti verso la clientela. I dati sono riferiti al Gruppo. In particolare le rettifiche di valore per crediti
per cassa sono pari a Euro 344,5 milioni, per effetto di svalutazioni su alcune posizioni rilevanti, rispetto ad un valore di
Euro 286,7 milioni del 2015 che in rapporto ai crediti netti verso clientela portano, a giugno, ad un indice di costo del
credito annualizzato pari a 3,2% rispetto al dato relativo al 2015 pari a 1,3%.
Nonostante l’Emittente presidi il rischio di credito mediante procedure volte a gestire e monitorare il medesimo, non si può
escludere che un peggioramento della situazione economico-finanziaria, in particolare dell’Italia, con conseguente ulteriore
peggioramento della qualità del credito, possa comportare la necessità di incrementare ulteriormente i suddetti fondi a
copertura del credito deteriorato, con conseguente impatto negativo sulla situazione economico-patrimoniale dell’Emittente
e potenzialmente risultante in una minore capacità di autofinanziamento del Gruppo Carige, in generale.
Strettamente connesso al rischio di credito è il rischio di concentrazione inteso come esposizione verso controparti o gruppi
di controparti tra loro connesse che appartengono al medesimo settore economico, esercitano medesime attività o
provengono dalla medesima area geografica.
Al riguardo, si segnala che le esposizioni in bonis verso i primi cento gruppi di clienti, alla data del 30 giugno 2016,
ammontano complessivamente a circa Euro 3,76 miliardi, pari al 23 % circa dei crediti in bonis a clientela per cassa e per
firma (Euro 3,6 miliardi al 31 dicembre 2015).
Il Gruppo Carige presenta, rispetto al resto del Sistema, una struttura degli impieghi in bonis maggiormente orientata verso
il settore immobiliare e il comparto dei trasporti, in parte riferibile al mondo dello shipping (16) e alle attività ad esso
correlate: questi ultimi, comunque, costituiscono una quota residuale degli assets creditizi del Gruppo (inferiore al 4%).
Con specifico riferimento alla concentrazione del portafoglio crediti verso il settore immobiliare si veda il Paragrafo 3.1.17
del presente Capitolo 3 del Documento di Registrazione.
Con riferimento ai profili di concentrazione nominativa, si segnala che le esposizioni per cassa e per firma verso gruppi di
clienti (ove per gruppo si intende un insieme di soggetti tra loro collegati all’interno di articolazioni proprietarie e
organizzative), esposti per oltre Euro 100 milioni costituiscono, alla data del 30 giugno 2016, il 7,3% circa degli impieghi in
bonis (8,7% al 31 dicembre 2015); tale quota, in buona parte riconducibile a soggetti di matrice pubblica, risulta in
progressiva flessione nel corso dell’ultimo triennio.
(16)
96
Attività armatoriale ed altre attività ad essa correlate.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Circa la distribuzione territoriale al 30 giugno 2016, la Liguria assorbe il 51,6% dei crediti verso clientela rispetto al 52,6%
del dato a dicembre 2015. La Toscana è la seconda regione con una quota del 10,3% allineato al dato di dicembre 2015, la
Lombardia è la terza con una quota del 10,0% (9,9% il valore a dicembre 2015). Le altre regioni presentano quote inferiori
al 7%.
Da un punto di vista economico patrimoniale, il deterioramento del quadro macroeconomico e finanziario degli ultimi anni
e l’esigenza di ridurre il profilo di rischio del Gruppo hanno reso necessario adeguare il valore degli attivi iscritti a bilancio
al nuovo contesto, determinando la contabilizzazione nel conto economico, in particolare nell’esercizio 2014, di rilevanti
poste rettificative non ricorrenti e principalmente inerenti ai crediti deteriorati.
Ai fini della valutazione della solidità/solvibilità dell’Emittente, l’investitore deve tener presente che il conto economico del
primo semestre 2016 si è chiuso con un risultato netto negativo di Euro 206,1 milioni, scontando rettifiche di valore nette su
crediti per Euro 344,5 milioni su posizioni creditizie già in essere a fine 2015, a fronte di un risultato positivo di Euro 16,4
milioni a giugno 2015, che includeva una componente positiva non ricorrente per Euro 68,1 milioni connessa alla cessione
delle Compagnie Assicurative, e un esercizio 2015 chiuso con una perdita netta di Euro 101,7 a livello consolidato(perdita
di Euro 543,6 milioni nell’esercizio 2014).
Tabella 9: Principali dati di conto economico consolidato I semestre 2016 e 2015
Importi in Euro migliaia
I sem. 2015 (*)
I sem. 2016
Variazione
assoluta
2016/2015
Variazione %
2016/2015
MARGINE DI INTERESSE
161.747
170.735
(8.988)
(5,3)
COMMISSIONI NETTE
125.603
130.217
(4.614)
(3,5)
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
332.009
323.587
8.422
2,6
(213.895)
…
(339.599)
(125.704)
(7.590)
197.883
(205.473)
…
(269.135)
(282.108)
12.973
(4,6)
(294.372)
(80.089)
(214.283)
…
(208.406)
(55.746)
(152.660)
…
-
72.271
(72.271)
(100,0)
(206.056)
16.397
(222.453)
…
RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO DI CREDITI E
ALTRE ATTIVITA' FINANZIARIE:
RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
COSTI OPERATIVI
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL NETTO DELLE IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DELLE ATTIVITA' NON CORRENTI IN VIA DI DISMISSIONE
AL NETTO DI IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DI PERIODO DI PERTINENZA DELLA CAPOGRUPPO
(*) Conto Economico Consolidato per il periodo chiuso al 30 giugno 2015 Riesposto
Nella Tabella 9 sono riportati i principali indicatori economici per i semestri chiusi al 30 giugno 2016 e al 30 giugno 2015.
Il risultato netto di periodo di pertinenza della Capogruppo è negativo per Euro 206,1 milioni (positivo di Euro 16,4 milioni
a giugno 2015) ed è stato influenzato dal protrarsi di una pressione sistemica su margine di interesse e commissioni da
servizi nonché da rettifiche di valore per quasi Euro 340 milioni che consentono d’altro canto di rafforzare in modo
significativo il presidio sui crediti problematici, con il coverage dei crediti deteriorati per cassa portato al 45,6%, contro il
42,4% di inizio anno. Si evidenzia inoltre che sul risultato incidono Euro 19,9 milioni di rettifiche di valore dell’avviamento
dalla controllata Banca Cesare Ponti ad esito del test di impairment che ne ha comportato l’integrale svalutazione.
97
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Per maggiori informazioni in merito ai rischi connessi all’utilizzo di informazioni finanziarie riclassificate e/o riesposte e
relative ai dati comparativi si vedano il Paragrafo 3.1.11 del presente Capitolo 3 e il Capitolo 11 del Documento di
Registrazione.
Nel corso del primo semestre del 2016 l’attività del Gruppo è stata caratterizzata da una prima parte, fino a marzo
2016, nella quale si sono manifestate evidenti tensioni dal lato della liquidità e dal secondo trimestre nel quale il Gruppo ha
operato al fine di rimuovere tali criticità, emerse a partire da dicembre 2015, nel mentre le strutture interessate operavano
alla predisposizione del Piano Industriale 2016-2020, approvato in data 29 giugno 2016.
Nella valutazione dei risultati del primo semestre 2016 occorre anche considerare che il Gruppo ha operato in un contesto di
mercato che, specie nei primi mesi dell’anno, ha evidenziato tensioni sul fronte della raccolta, gradualmente rientrate alla
fine del primo trimestre, invertendo il trend ad aprile e maggio; al progressivo rientro alla normalità del fenomeno hanno
contribuito anche una serie di misure straordinarie introdotte dalle Autorità quali la garanzia statale sulle tranche senior
delle cartolarizzazioni di sofferenze (GACS) e l’iniziativa privata che ha portato alla creazione del fondo Atlante,
prevalentemente finalizzato a supportare gli aumenti di capitale delle banche popolari in quotazione.
Le commissioni nette sono pari a Euro 125,6 milioni e risultano inferiori al valore registrato nel primo semestre del 2015
(Euro 130,2 milioni, -3,5%) principalmente a causa della riduzione delle masse intermediate con la clientela, sia di impiego
che di raccolta.
La componente finanza contribuisce con un utile di Euro 44,7 milioni (Euro 22,6 milioni nel primo semestre 2015) in larga
parte riconducibile alla negoziazione titoli. Il margine di intermediazione è, pertanto, superiore rispetto al precedente
esercizio del 2,6%.
Per quanto riguarda le rettifiche di valore su crediti ed altre attività ed operazioni finanziarie, nel primo semestre 2016 si
evidenziano accantonamenti netti per complessivi Euro 339,6 milioni, che si comparano con Euro 125,7 milioni del primo
semestre del 2015. Nel semestre sono state contabilizzate significative rettifiche che hanno comportato l’aumento del
coverage del credito deteriorato adeguando il valore degli attivi iscritti a bilancio, riducendo il profilo di rischio. Queste
risultanze sono in linea con le indicazioni dell’Organo di Vigilanza che recentemente ha svolto una visita ispettiva.
I costi operativi sono pari a Euro 269,1 milioni e risultano in calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio
precedente, pur scontando la contabilizzazione di fattori non ricorrenti quali: Euro 9,2 milioni di contributi annuali al Fondo
Nazionale di Risoluzione, Euro 20,8 milioni relativi ai canoni per imposte anticipate (DTA) e Euro 22,3 milioni di risparmi
sulle spese del personale, al netto dei quali la diminuzione sarebbe del 7,3%, con un cost/income che scende all’80,4%
dall’87,2% dal primo semestre 2015.
Infine, il margine di interesse a giugno 2016 (Euro 161,7 milioni), in un contesto di tassi di sistema ai minimi storici, mostra
una flessione annua del 5,3% causata da un effetto tasso negativo sugli impieghi a clientela solo parzialmente compensato
dal calo dei volumi di raccolta e da un effetto tasso positivo dovuto a meno onerose forme di raccolta a breve come
rappresentato nella tabella seguente che confronta i dati al 30 giugno 2016 con quelli al 31 dicembre 2015 e al 31 dicembre
2014.
La seguente tabella riporta i principali dati economici per il terzo trimestre 2016 e 2015.
98
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 10: Principali dati di conto economico consolidato al 30 settembre 2016 e 2015
Importi in Euro migliaia
1.1.2016 30.9.2016
1.1.2015 30.9.2015 *
Variazione assoluta
2016/2015
Variazione %
2016/2015
MARGINE DI INTERESSE
233.163
246.016
(12.853)
(5,2)
COMMISSIONI NETTE
184.640
196.446
(11.806)
(6,0)
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
479.235
478.494
741
0,2
(413.325)
(191.127)
(222.198)
…
RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO
DI CREDITI E ALTRE ATTIVITA' FINANZIARIE:
RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
COSTI OPERATIVI
RETTIFICHE DI VALORE DELL'AVVIAMENTO
65.910
287.367
(221.457)
(77,1)
(408.669)
(414.293)
5.624
(1,4)
(19.942)
-
(19.942)
…
(120.081)
(235.986)
…
(72.951)
(174.930)
…
72.271
(72.271)
(100,0)
(370)
(244.561)
…
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO
(356.067)
DELLE IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL NETTO
(247.881)
DELLE IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DELLE ATTIVITA' NON CORRENTI IN VIA DI
DISMISSIONE AL NETTO DI IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DI PERIODO DI PERTINENZA DELLA
(244.931)
CAPOGRUPPO
(*) Conto Economico Consolidato per il periodo chiuso al 30 Settembre 2015 Riesposto
Il conto economico dei primi nove mesi del 2016 chiude con un risultato netto negativo per Euro 244,9 milioni (sul quale
incidono le importanti svalutazioni su crediti e l’azzeramento dell’avviamento di Banca Cesare Ponti, registrati nel primo
semestre) a fronte di un risultato negativo per Euro 0,4 milioni del settembre 2015 che includeva una componente one-off
positiva per Euro 68,1 milioni connessa alla cessione delle Compagnie Assicurative. Nel dettaglio, il margine di interesse
(Euro 233,2 milioni) mostra una flessione del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2015, influenzato dal persistente contesto
di tassi di mercato in continuo calo e dalla contrazione dei volumi intermediati, solo parzialmente compensati dalla
diminuzione del costo medio della raccolta.
Le commissioni nette (Euro 184,6 milioni) si attestano su valori inferiori rispetto ai primi nove mesi 2015 (-6,0%), per
effetto della contrazione delle masse intermediate da clientela e del contesto di mercato. Nel terzo trimestre si evidenzia un
andamento positivo delle commissioni rivenienti dall’attività bancaria commerciale.
La finanza contribuisce con un utile di Euro 61,4 milioni (+70,4% rispetto ai primi nove mesi del 2015), di cui Euro 16,8
milioni riconducibili al terzo trimestre, grazie all’attività di negoziazione titoli. Il risultato include componenti non ricorrenti
per Euro 6,6 milioni (cessioni CartaSì nel primo trimestre e Visa Europe nel secondo trimestre).
Nonostante il perdurare di condizioni di contesto macroeconomiche e del settore di riferimento non favorevoli, il margine di
intermediazione mostra una buona tenuta attestandosi a Euro 479,2 milioni, in crescita dello 0,2% sullo stesso periodo
dell’esercizio precedente.
Le rettifiche su crediti per cassa a clientela dei primi nove mesi del 2016 sono pari a Euro 417,2 milioni (Euro 198,5 milioni
nei nove mesi del 2015) per effetto delle importanti svalutazioni, effettuate in larga parte nel secondo trimestre, anche a
seguito di una ampia verifica condotta da BCE nel primo semestre, che hanno comportato l’aumento del coverage del
credito deteriorato. Il costo del rischio di credito annualizzato è pari a 291 bps (121 bps nei primi nove mesi del 2015).
Le azioni di contenimento dei costi si sono tradotte in una riduzione del 7,0% rispetto ai nove mesi 2015, al netto di
componenti reddituali derivanti da modifiche normative e oneri di sistema (costi pari a Euro 9,2 milioni di contributi annuali
al Fondo Nazionale di Risoluzione, Euro 9,1 milioni per contributo al Sistema di Garanzia dei Depositi e Euro 24,3 milioni
relativi ai canoni per imposte anticipate (DTA) nonché componenti positive una tantum sulle spese del personale per Euro
19,4 milioni). Il rapporto cost/income normalizzato scende all’81,5% dall’86,6% dello stesso periodo dell’esercizio
precedente.
99
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Le spese del personale sono pari a Euro 226,1 milioni, in calo del 13,0% rispetto ai nove mesi 2015 anche per la
contabilizzazione di componenti non ricorrenti, al netto delle quali la riduzione è comunque del 5,5%. Nel terzo trimestre
sono stati contabilizzati gli impatti del nuovo accordo sindacale per Euro 2,9 milioni, mentre nel secondo trimestre erano
state contabilizzate poste positive per Euro 22,3 milioni collegate alla definizione degli accordi sul Fondo Integrativo
Pensionistico aziendale. Le altre spese amministrative ammontano a Euro 211,2 milioni, in riduzione dell’11,4% rispetto a
dati omogenei; risultano in crescita dell’11,0% rispetto ai nove mesi 2015, includendo Euro 42,6 milioni di oneri derivanti
da modifiche normative e oneri di sistema.
Il risultato lordo si attesta a Euro -356,1 milioni (Euro -120,1 milioni al 30 settembre 2015); al netto di recuperi di imposte
sul reddito per Euro 108,2 milioni e del risultato di pertinenza di terzi (Euro -3,0 milioni), il risultato netto di periodo di
pertinenza della Capogruppo è negativo per Euro 244,9 milioni (Euro -0,4 milioni a settembre 2015 che incorporava il
risultato netto delle attività non ricorrenti in via di dismissione).
Tabella 11: Dettaglio andamento margine d'interesse
(Importi in Euro
migliaia)
30/06/2016
31/12/2015
31/12/2014
T asso medio crediti vs.
clientela (1)
2,84%
3,05%
3,42%
Costo medio della raccolta
(1)
0,84%
1,05%
1,54%
- Impieghi (1)
-3,60%
-1,40%
-12,00%
- Raccolta (1)
-9,10%
-7,10%
-5,00%
Variazione volumi
intermediati
(1) Dati gestionali;il tasso medio degli impieghi e il costo medio della raccolta è stato
ottenuto quale rapporto tra le competenze dei singoli periodi analizzati e la giacenza
media corrispondente rispettivamente degli impieghi con clientela e raccolta con clientela
100
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 12: Principali dati di conto economico consolidato 2015 e 2014
Importi in Euro migliaia
2015
2014 (*)
Variazione
assoluta
2015/2014
Variazione %
2015/2014
MARGINE DI INTERESSE
334.432
397.645
(63.213)
(15,9)
COMMISSIONI NETTE
263.845
255.021
8.824
3,5
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
685.803
769.360
(83.557)
(10,9)
(271.672)
(674.383)
402.711
414.131
94.977
319.154
…
(621.410)
(631.036)
9.626
(1,5)
(57.145)
(15.919)
(41.226)
…
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE
(257.755)
(547.217)
289.462
(52,9)
UTILE ( PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL NETTO DELLE IMPOSTE
(175.500)
(384.119)
208.619
(54,3)
71.216
(162.823)
234.039
…
(101.741)
(543.591)
441.850
(81,3)
RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO DI CREDITI E
ALTRE ATTIVITA' FINANZIARIE:
RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
COSTI OPERATIVI
RETTIFICHE DI VALORE DELL'AVVIAMENTO
UTILE ( PERDITA) DELLE ATTIVITA' NON CORRENTI IN VIA DI DISMISSIONE
AL NETTO DI IMPOSTE
UTILE ( PERDITA) DI PERIODO DI PERTINENZA DELLA CAPOGRUPPO
(59,7)
(*) Bilancio Consolidato 2014 riesposto
Nella precedente tabella si riportano i principali indicatori economici per gli esercizi chiusi il 31 dicembre 2015 e il 31
dicembre 2014. Per maggiori informazioni in merito ai rischi connessi all’utilizzo di informazioni finanziarie riclassificate
e/o riesposte e relative ai dati comparativi si vedano il Paragrafo 3.1.11 del presente Capitolo 3 e il Capitolo 11 del
Documento di Registrazione.
Nel 2015 il Gruppo Carige presenta un risultato netto negativo di pertinenza della Capogruppo pari a Euro 101,7 milioni,
rispetto alla perdita di Euro 543,6 milioni del 2014. Il risultato netto negativo 2015 è in gran parte determinato
dall’andamento negativo del margine d’interesse, che risente ancora di tassi di sistema ai minimi storici ed include
l’integrale svalutazione dell’avviamento residuo iscritto in Banca Carige pari a Euro 57,1 milioni.
Rispetto all’esercizio 2014 si evidenzia un minor costo del rischio di credito, frutto del percorso di normalizzazione
intrapreso su questo comparto, commissioni nette in crescita ed emergono anche i risultati delle azioni di contenimento dei
costi. Il risultato dell’operatività corrente evidenzia ancora valori negativi seppur in progressivo miglioramento.
Nel dettaglio il margine d’interesse è pari a Euro 334,4 milioni inferiore del 15,9% rispetto allo scorso esercizio,
prevalentemente per un minore apporto del portafoglio titoli (strutturalmente differente da un punto di vista della
dimensione e della duration), per la presenza di maggiori sofferenze in termini medi sull’esercizio e per gli effetti di
accordi di ristrutturazione dei crediti.
Le commissione nette crescono del 3,5% a Euro 263.8 milioni, riflettendo l’incremento registrato nel comparto servizi di
gestione, intermediazione e consulenza, compensato, in parte, da minori recuperi spese su conti correnti e da minori
commissioni su incasso e pagamento.
La gestione delle poste finanziarie fornisce un contributo positivo per Euro 87,6 milioni, inclusivo di una componente non
ricorrente di Euro 29,4 milioni relativa alla cessione del 2,2% del capitale sociale di ICBPI (Istituto Centrale delle Banche
Popolari Italiane) che si confronta con un valore di Euro 114,1 milioni di fine 2014.
101
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Le rettifiche di valore su crediti e altre attività finanziarie sono pari a 271,7 milioni, in riduzione di circa il 60% sul dato del
2014, dove aveva inciso sia l’integrale recepimento dell’esito dell’esercizio AQR, sia gli effetti derivanti dall’affinamento
dei processi, delle metodologie e dei parametri applicativi per la classificazione e valutazione dei crediti anche conseguenti
alle osservazioni formulate dalla BCE a seguito dello svolgimento dell’AQR.
I costi operativi ammontano a Euro 621,4 milioni e si comparano con Euro 631 milioni a dicembre 2014 (-1,5%) riflettendo
gli effetti delle azioni di contenimento messe in atto nel periodo trascorso. In dettaglio, le spese di personale ammontano a
Euro 354,2 milioni e sono in riduzione di Euro 65,3 milioni rispetto a dicembre 2014. Tali spese scontano, sia nel 2014 che
nel 2015 l’inclusione di oneri non ricorrenti pari, rispettivamente a Euro 63,2 milioni nel 2014 e a Euro 21,3 milioni nel
2015 prevalentemente riconducibili ad incentivazioni all’esodo per il personale dipendente. Le altre spese amministrative
sono pari a Euro 306,4 milioni e includono Euro 42,2 milioni di contributi ordinari e straordinari versati al Fondo Nazionale
di Risoluzione e al Sistema di Garanzia dei Depositi.
Il risultato netto include, da ultimo, l’apporto non ricorrente di circa Euro 68,0 milioni connesso alla cessione delle
compagnie assicurative del Gruppo (Amissima Assicurazioni e Amissima Vita) perfezionata in data 5 giugno 2015,
derivante principalmente dal rigiro a conto economico ai sensi dell’IFRS 10, nell’ambito del deconsolidamento, delle
relative riserve da valutazione su attività finanziarie disponibili per la vendita.
102
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 13: Principali dati di stato patrimoniale consolidato
STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO
Importi in Euro migliaia
ATTIVO
10 - CASSA E DISPONIBILITA' LIQUIDE
ATTIVITA' FINANZIARIE DETENUTE PER LA
20 - NEGOZIAZIONE
ATTIVITA' FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA
40 - VENDITA
60 - CREDITI VERSO BANCHE
70 - CREDITI VERSO CLIENTELA
80 - DERIVATI DI COPERTURA
100 - PARTECIPAZIONI
120 - ATTIVITA' MATERIALI
130 - ATTIVITA' IMMATERIALI
di cui:
- avviamento
140 - ATTIVITA' FISCALI
a) correnti
b) anticipate
- di cui alla Legge 214/2011
ATTIVITA' NON CORRENTI E GRUPPI DI
150 - ATTIVITA' IN VIA DI DISMISSIONE
160 - ALTRE ATTIVITA'
TOTALE DELL'ATTIVO
PASSIVO E PATRIMONIO NETTO
10 - DEBITI VERSO BANCHE
20 - DEBITI VERSO CLIENTELA
30 - TITOLI IN CIRCOLAZIONE
40 - PASSIVITA' FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE
PASSIVITA' FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR
50 - VALUE
60 - DERIVATI DI COPERTURA
80 - PASSIVITA' FISCALI
(a) correnti
(b) differite
PASSIVITA' ASSOCIATE A GRUPPI DI ATTIVITA'
90 - IN VIA DI DISMISSIONE
100 - ALTRE PASSIVITA'
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DEL
110 - PERSONALE
120 - FONDI PER RISCHI ED ONERI:
a) quiescenza e obblighi simili
b) altri fondi
140 - RISERVE DA VALUTAZIONE
170 - RISERVE
180 - SOVRAPPREZZI DI EMISSIONE
190 - CAPITALE
200 - AZIONI PROPRIE (-)
210 - PATRIMONIO DI PERTINENZA DI TERZI (+/-)
220 - UTILE ( PERDITA) D'ESERCIZIO (+/-)
TOTALE DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO
(1) Relazione semestrale al 30 giugno 2016
(2) Bilancio Consolidato 2015
(3) Bilancio Consolidato 2014 Riesposto
103
30/06/2016
(1)
31/12/2015
(2)
31/12/2014
(3)
Variazione %
2016/ 2015
Variazione %
2015/ 2014
300.847
324.395
331.506
(7,3)
(2,1)
9.658
15.065
67.836
(35,9)
(77,8)
3.017.553
1.305.035
20.058.107
52.635
91.572
775.120
54.540
3.803.770
1.220.489
21.472.616
54.730
92.536
783.816
78.062
3.078.017
756.561
24.302.388
201.525
92.482
779.072
137.525
(20,7)
6,9
(6,6)
(3,8)
(1,0)
(1,1)
(30,1)
23,6
61,3
(11,6)
(72,8)
0,1
0,6
(43,2)
0
2.181.701
1.171.791
1.009.910
615.164
19.942
2.145.389
1.186.602
958.787
647.443
77.087
2.060.004
1.047.247
1.012.757
762.985
…
1,7
(1,2)
5,3
(5,0)
(74,1)
4,1
13,3
(5,3)
(15,1)
327.310
28.174.078
307.988
30.298.856
6.121.877
380.767
38.309.560
…
6,3
(7,0)
(100,0)
(19,1)
(20,9)
30/06/2016
(1)
31/12/2015
(2)
31/12/2014
(3)
Variazione %
2016/ 2015
2.975.772
14.375.126
6.888.209
3.024
2.824.957
15.536.566
7.327.427
4.824
1.877.100
17.697.378
8.121.888
11.667
5,3
(7,5)
(6,0)
(37,3)
Variazione %
2015/ 2014
50,5
(12,2)
(9,8)
(58,7)
495.806
244.855
62.363
50.330
12.033
557.795
220.628
18.303
6.735
11.568
964.726
515.252
24.887
13.004
11.883
(11,1)
11,0
…
…
4,0
(42,2)
(57,2)
(26,5)
(48,2)
(2,7)
0
676.613
0
922.239
6.099.679
649.390
…
(26,6)
(100,0)
42,0
70.882
97.152
42.437
54.715
(149.743)
(342.745)
175.954
2.791.422
(15.572)
31.016
(206.056)
28.174.078
72.235
324.830
244.932
79.898
(198.017)
(832.387)
811.949
2.791.422
(15.572)
33.398
(101.741)
30.298.856
83.435
446.615
393.563
53.052
(190.025)
(426.348)
368.856
2.576.863
(20.283)
52.071
(543.591)
38.309.560
(1,9)
(70,1)
(82,7)
(31,5)
(24,4)
(58,8)
(78,3)
…
…
(7,1)
…
(7,0)
(13,4)
(27,3)
(37,8)
50,6
4,2
95,2
…
8,3
(23,2)
(35,9)
(81,3)
(20,9)
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Si evidenzia in particolare che, con riferimento alle “Attività immateriali” è stata effettuata l’integrale svalutazione
dell’avviamento della controllata Banca Cesare Ponti pari, a Euro 19,9 milioni ad esito del test di impairment.
L’intermediazione registra una contrazione delle Attività Finanziarie Intermediate (AFI), pari a giugno 2016 a circa Euro
43 miliardi con una diminuzione, rispetto a fine anno, per Euro 2,3 miliardi, diminuzione prevalentemente ascrivibile al
primo trimestre dell’anno.
Tale diminuzione delle AFI è imputabile per oltre l’80% alla raccolta diretta (- Euro 1,6 miliardi, di cui Euro 0,7 miliardi
relativi alla raccolta diretta a medio-lungo termine). Gli impieghi risultano in diminuzione di circa Euro 1,1 miliardi rispetto
al 31 dicembre 2015.
104
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 14: Principali dati di stato patrimoniale consolidato al 30 settembre 2016
STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO
Importi in Euro migliaia
ATTIVO
10 - CASSA E DISPONIBILITA' LIQUIDE
ATTIVITA' FINANZIARIE DETENUTE PER LA
20 - NEGOZIAZIONE
ATTIVITA' FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA
40 - VENDITA
60 - CREDITI VERSO BANCHE
70 - CREDITI VERSO CLIENTELA
80 - DERIVATI DI COPERTURA
100 - PARTECIPAZIONI
120 - ATTIVITA' MATERIALI
130 - ATTIVITA' IMMATERIALI
di cui:
- avviamento
140 - ATTIVITA' FISCALI
a) correnti
b) anticipate
- di cui alla Legge 214/2011
ATTIVITA' NON CORRENTI E GRUPPI DI
150 - ATTIVITA' IN VIA DI DISMISSIONE
160 - ALTRE ATTIVITA'
TOTALE DELL'ATTIVO
30/09/2016
PASSIVO E PATRIMONIO NETTO
DEBITI VERSO BANCHE
DEBITI VERSO CLIENTELA
TITOLI IN CIRCOLAZIONE
PASSIVITA' FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE
PASSIVITA' FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR
50 - VALUE
60 - DERIVATI DI COPERTURA
80 - PASSIVITA' FISCALI
(a) correnti
(b) differite
PASSIVITA' ASSOCIATE A GRUPPI DI ATTIVITA'
90 - IN VIA DI DISMISSIONE
100 - ALTRE PASSIVITA'
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DEL
110 - PERSONALE
120 - FONDI PER RISCHI ED ONERI:
a) quiescenza e obblighi simili
b) altri fondi
140 - RISERVE DA VALUTAZIONE
170 - RISERVE
180 - SOVRAPPREZZI DI EMISSIONE
190 - CAPITALE
200 - AZIONI PROPRIE (-)
210 - PATRIMONIO DI PERTINENZA DI TERZI (+/-)
220 - UTILE ( PERDITA) D'ESERCIZIO (+/-)
TOTALE DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO
(1) Bilancio Consolidato 2015
105
Variazione
assoluta
2016/ 2015
Variazione %
2016/ 2015
284.714
324.395
39.681
(12,2)
8.111
15.065
6.954
(46,2)
2.048.420
2.612.174
19.113.363
49.318
94.236
771.278
53.463
3.803.770
1.220.489
21.472.616
54.730
92.536
783.816
78.062
1.755.350
(1.391.685)
2.359.253
5.412
(1.700)
12.538
24.599
(46,1)
…
(11,0)
(9,9)
1,8
(1,6)
(31,5)
0
2.132.744
1.100.302
1.032.442
615.112
19.942
2.145.389
1.186.602
958.787
647.443
19.942
12.645
86.300
(73.655)
32.331
…
(0,6)
7,3
7,7
(5,0)
337.117
27.504.938
307.988
30.298.856
(29.129)
2.793.918
…
9,5
(9,2)
30/09/2016
10 20 30 40 -
31/12/2015
(1)
31/12/2015
(1)
Variazione
Variazione %
assoluta
2016/ 2015
2016/ 2015
(175.327)
6,2
1.697.806
(10,9)
523.885
7,1
2.747
(56,9)
3.000.284
13.838.760
6.803.542
2.077
2.824.957
15.536.566
7.327.427
4.824
488.209
249.195
66.244
52.147
14.097
557.795
220.628
18.303
6.735
11.568
69.586
(28.567)
(47.941)
(45.412)
(2.529)
(12,5)
12,9
…
…
21,9
0
643.776
0
922.239
0
278.463
…
(30,2)
68.013
95.914
40.788
55.126
(145.620)
(342.745)
175.954
2.791.422
(15.572)
30.416
(244.931)
27.504.938
72.235
324.830
244.932
79.898
(198.017)
(832.387)
811.949
2.791.422
(15.572)
33.398
(101.741)
30.298.856
4.222
228.916
204.144
24.772
(52.397)
(489.642)
635.995
0
0
2.982
143.190
2.793.918
(5,8)
(70,5)
(83,3)
(31,0)
(26,5)
(58,8)
(78,3)
0,0
0,0
(8,9)
…
(9,2)
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
La raccolta diretta da clientela si attesta a Euro 21,1 miliardi (- Euro 2,3 miliardi rispetto a dicembre 2015); il deflusso è
riconducibile prevalentemente al primo trimestre dell’anno, caratterizzato da forti tensioni di mercato, innescate dal
recepimento della normativa Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD). Rispetto al semestre, si è registrata una
contrazione per Euro 0,7 miliardi, che ha coinvolto soprattutto la componente institutional (-9,0%) e in minima parte la
componente retail (-0,9%), quest’ultima in ripresa da ottobre. La dinamica della componente institutional è legata alla
riduzione dei PCT passivi, finalizzata al contenimento del costo del funding.
La raccolta indiretta nel terzo trimestre è rimasta stabile a Euro 21,2 miliardi (-2,9% su dicembre 2015 e +0,2% su giugno
2016). Il risparmio gestito (+0,4% rispetto a giugno 2016) registra variazioni positive sia per i prodotti bancassurance
(+0,8%) sia per le gestioni patrimoniali (+2,6%), mentre è in lieve contrazione la dinamica dei fondi comuni (-0,3%).
Gli impieghi a privati e imprese registrano una contrazione di Euro 0,6 miliardi (-2,4%) su giugno 2016: il credito alle
imprese diminuisce nella componente a breve (conti correnti), mentre il credito a privati si contrae per effetto delle normali
scadenze dei mutui, i quali registrano un andamento positivo in relazione alle nuove erogazioni (Euro 334 milioni nei nove
mesi, di cui Euro118 milioni nel terzo trimestre).
Il portafoglio titoli governativi mantiene un basso profilo di rischio sia in termini di dimensione (67,4% dei fondi propri
contro una media di Sistema del 176,6%) che di duration (2,2 anni).
Escludendo la partecipazione detenuta in Banca d’Italia, il 97% circa del portafoglio è costituito da titoli governativi italiani.
Gli indicatori di solidità patrimoniale si mantengono al di sopra della media di Sistema, compensando l’aumento del
coverage con la riduzione delle attività ponderate per il rischio: il CET1 Ratio Phased-in è stabile rispetto a dicembre 2015,
al 12,3%; Leverage Ratio Phased-in al 7,4%.
Il profilo di liquidità risulta in miglioramento rispetto a giugno 2016, nonostante l’incerto contesto di mercato: il Liquidity
Coverage Ratio (LCR) si colloca al 137% - superiore al target SREP richiesto da BCE del 90% - con la cassa e le attività
libere stanziabili presso la BCE che ammontano a Euro 2,3 miliardi (dopo il rimborso di due titoli subordinati Lower Tier 2
avvenuto in giugno per complessivi Euro 423,0 milioni).
Il portafoglio crediti deteriorati si mantiene sostanzialmente stabile, attestandosi a Euro 7,1 miliardi lordi, con il coverage in
aumento di 3,5 punti percentuali sul dato di dicembre 2015, al 45,9%, al di sopra della media di Sistema (45,4%), e
ulteriormente rafforzato rispetto a giugno 2016 (+30 bps). Nello spaccato, il portafoglio sofferenze è stabile a Euro 3,7
miliardi lordi (Euro 1,4 miliardi netti) e registra un elevato coverage al 61,1% (60,4% a dicembre 2015, 58,7% la media di
Sistema), le inadempienze probabili ammontano a 3,3 miliardi lordi (2,3 miliardi netti) con un coverage al 30,0% stabile
rispetto a giugno 2016 (24,2% a dicembre 2015, 27,5% la media di Sistema).
106
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 15: Raccolta diretta Gruppo Carige (1) – dinamica
Variazione
2014
dicembre
CONTI CORRENTI
DEPOSITI A RISPARMIO
2015
Giugno
dicembre
2016
Giugno
annua
ass.
%
da inizio anno
ass.
%
12.238.457
12.874.513
12.519.180
11.607.592
-1.266.921
-9,8
-911.587
-7,3
2.733.969
2.575.346
2.198.815
2.013.906
-561.440
-21,8
640.121
368.083
444.001
727.996
359.913
97,8
-184.909
283.995
64,0
- di cui partite vincolate breve t.
C/EURO ESTERO
-8,4
8.782
4.751
7.109
3.981
-770
-16,2
-3.128
-44,0
135.520
137.346
131.823
92.820
-44.527
-32,4
-39.003
-29,6
OBBLIGAZIONI
7.904.488
6.719.668
6.709.684
6.637.767
-81.901
-1,2
-71.917
-1,1
PRESTITI SUBORDINATI
PCT
1.149.064
2.400.028
1.160.231
707.627
1.147.397
527.683
733.893
491.664
-426.338
-215.963
-36,7
-30,5
-413.504
-36.019
-36,0
-6,8
DEPOSITI IN VALUTA
ASSEGNI CIRCOLARI
TOTALE RACCOLTA DA CLIENTELA
87.086
82.396
76.766
66.477
-15.919
-19,3
-10.288
-13,4
26.657.394
24.261.878
23.318.457
21.648.100
-2.613.778
-10,8
-1.670.356
-7,2
MUTUI PASSIVI DA ORGANI COMUNITARI
ALTRA RACCOLTA
7.699
7.266
5.894
5.915
-1.351
-18,6
21
0,4
118.899
133.680
97.437
105.126
-28.554
-21,4
7.688
7,9
TOTALE RACCOLTA DIRETTA
26.783.992
24.402.824
23.421.788
21.759.141
-2.643.683
-10,8
-1.662.647
-7,1
di cui: - a breve termine
- a medio/lungo termine
16.456.148
10.327.844
15.244.204
9.158.620
14.560.305
8.861.483
13.616.239
8.142.902
-1.627.964
-1.015.719-
-10,7
-11,1
…
-944.066
-718.581-
-6,5
-8,1
…
26.643.621
140.371
24.265.478
137.346
23.289.965
131.823
21.666.321
92.820
-2.599.156
-44.527
-10,7
-32,4
-1.623.644
-39.003
-7,0
-29,6
7.263.435
19.520.557
5.118.484
19.284.340
5.310.193
18.111.595
5.274.618
16.484.523
156.134
-2.799.817
3,1
-14,5
-35.575
-1.627.072
-0,7
-9,0
* in euro
* in valuta
Raccolta institutional
Raccolta retail
(1) Comprende le voci di bilancio "Debiti verso clientela", "Debiti rappresentati da titoli" e "Passività finanziarie valutate al fair value".
Fonte: Dati gestionali Contabilità Direzionale e Generale. Importi in migliaia di euro.
La riduzione della raccolta diretta (-7,1% rispetto al 31 dicembre 2015) è ascrivibile quasi esclusivamente alla raccolta
retail, che ha visto una significativa contrazione della componente dei conti correnti che diminuisce di oltre Euro 900
milioni (-7,3%); tale riduzione è solo parzialmente compensata dall’andamento delle partite vincolate (+64% e pari a Euro
0,7 miliardi). La raccolta a medio/lungo termine retail ammonta a Euro 3.359,9 milioni e diminuisce del 17,6% (Euro 0,7
miliardi) a causa principalmente della diminuzione dei prestiti subordinati (- 36% rispetto al 31 dicembre 2015).
Tabella 16: Attivita' finanziarie intermediate per prodotto
Variazioni
da inizio anno
ass.
%
Giugno
dicembre
2016
Giugno
RACCOLTA DIRETTA (a)
26.783.992
24.402.824
23.421.788
21.759.141
-2.643.683
-10,8
-1.662.647
-7,1
RACCOLTA INDIRETTA (b)
22.859.259
22.650.925
21.854.703
21.172.596
-1.478.329
-6,5
-682.106
-3,1
RISPARMIO GESTITO
11.353.550
11.623.218
11.044.575
10.682.389
-940.829
-8,1
-362.186
-3,3
GESTIONI PATRIMONIALI
2015
Variazione
annua
ass.
2014
dicembre
%
752.068
667.078
510.266
517.783
-149.294
-22,4
7.517
1,5
FONDI COMUNI E SICAV
6.046.451
6.097.570
5.406.760
4.833.122
-1.264.448
-20,7
-573.639
-10,6
PRODOTTI BANCARIO - ASSICURATIVI
4.555.031
4.858.571
5.127.549
5.331.484
472.913
9,7
203.935
4,0
RISPARMIO AMMINISTRATO
11.505.709
11.027.707
10.810.127
10.490.207
-537.499
-4,9
-319.920
-3,0
TOTALE AFI (a+b)
49.643.251
47.053.749
45.276.491
42.931.737
-4.122.012
-8,8
-2.344.753
-5,2
Fonte: Dati gestionali Contabilità Direzionale e Generale. Importi in migliaia di euro.
107
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
La raccolta indiretta è in contrazione del 6,5% rispetto a giugno 2015 e del 3,1% da inizio anno sia nel risparmio
amministrato, sia nel gestito. In particolare, nel risparmio gestito i fondi comuni ammontano a Euro 4,8 miliardi e sono in
calo da inizio anno di Euro 0,6 miliardi, i prodotti bancario assicurativi sono pari a Euro 5,3 miliardi, in crescita di Euro 0,2
miliardi e le gestioni patrimoniali si attestano a Euro 0,5 miliardi (+1,5% da dicembre 2015). Il risparmio amministrato, che
include i rapporti con Amissima (circa Euro 5,5 miliardi), diminuisce nel semestre del 3%.
Tabella 17: Gruppo Carige - Impieghi a clientela per prodotto – Dinamica
Variazione
2014
dicembre
CREDITO AI PRIVATI
di cui conti correnti attivi
di cui prestiti
di cui mutui a clientela
CREDITO ALLE IMPRESE
ass.
%
da inizio anno
ass.
%
7.177.063
7.044.612
6.965.972
6.685.409
-359.203
-5,1
-280.563
-4,0
140.154
740.991
136.819
737.098
121.560
724.254
121.635
720.408
-15.184
-16.690
-11,1
-2,3
75
-3.846
0,1
-0,5
6.170.695
6.120.159
5.843.367
-327.329
-5,3
-276.792
-4,5
11.919.724
11.834.342
11.415.851
-503.873
-4,2
-418.491
-3,5
5.462.525
5.626.780
5.588.447
5.521.100
-105.679
-1,9
-67.346
-1,2
4.941.148
3.052.359
2.202.735
1.629.575
-1.422.784
-46,6
-573.160
-26,0
24.010.476
22.016.695
21.003.049
19.730.835
-2.285.860
-10,4
-1.272.214
-6,1
3.108.610
3.287.980
3.510.847
3.658.166
370.186
11,3
147.319
4,2
27.119.086
25.304.676
24.513.896
23.389.001
-1.915.675
-7,6
-1.124.895
-4,6
SOFFERENZE
Impieghi institutional
Impieghi retail
dicembre
annua
6.295.918
di cui mutui a impresa
TOTALE IMPIEGHI
Giugno
2016
Giugno
11.892.265
ALTRI CREDITI
TOTALE IMPIEGHI A CLIENTELA (ESCL. SOFF.)
2015
4.439.936
2.491.682
1.701.253
1.130.715
-1.360.967
-54,6
-570.538
-33,5
22.679.150
22.812.994
22.812.643
22.258.286
-554.707
-2,4
-554.357
-2,4
Fonte: Dati gestionali Contabilità direzionale. Importi in migliaia di euro.
Al 30 giugno 2016 gli impieghi a clientela sono in contrazione (Euro -2,3 miliardi nell’anno, Euro -1,3 miliardi rispetto al
31 dicembre 2015), mentre la riduzione degli impieghi totali (-7,6% nell’anno e -4,6% rispetto al 31 dicembre 2015) è
principalmente spiegata dalla componente institutional (Euro -1,4 miliardi nell’anno e Euro -0,6 miliardi rispetto al 31
dicembre 2015). Il credito a privati diminuisce da inizio anno del 4% (Euro -281 milioni) mentre quello alle imprese
diminuisce del 3,5% (Euro -418,5 milioni); in particolare nell’ambito dei crediti ai privati diminuiscono i mutui (-4,5%;
Euro -276,8 milioni) i prestiti (-0,5%, Euro -3,8 milioni) ed i conti correnti (-0,1%; Euro -75 milioni).
Tabella 18: Esposizione totale nei confronti degli Stati Sovrani al 30 giugno 2016 (17)
Valore nominale
Esposizione verso Paesi UE
ITALIA
Totale vs Paesi UE
Esposizione verso altri paesi
ARGENTINA
Totale vs altri paesi
Totale Gruppo Carige
Dati in migliaia di Euro
Valore di bilancio
Fair Value
2.612.770
2.612.770
3.041.237
3.041.237
3.041.236
3.041.236
50
50
51
51
51
51
2.612.820
3.041.288
3.041.287
Il Gruppo risulta esposto nei confronti di governi centrali o altri enti pubblici interamente rappresentati da titoli di debito ed
in particolare, nei confronti dello Stato italiano.
(17)
Elaborazioni interne dell’Emittente
108
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Al 30 giugno 2016 il valore di bilancio delle esposizioni Sovrane ( 18) del Gruppo è pari a Euro 3.041 milioni. Dalle tabelle
sottostanti si evidenzia come il valore nominale di tali esposizioni risultava pari a Euro 2.613 milioni, mentre il fair value
risultava essere pari a Euro 3.041 milioni: l’esposizione è costituita da obbligazioni governative emesse o garantite
principalmente dallo Stato italiano.
Tabella 19: Esposizione totale nei confronti degli Stati Sovrani al 31 dicembre 2015(19)
Valore nominale Valore di bilancio
Fair Value
Esposizione verso Paesi UE
ITALIA
3.471.954
GRECIA
Totale vs Paesi UE
3.808.983
3.808.984
44
0
0
3.471.998
3.808.983
3.808.984
Esposizione verso altri paesi
ARGENTINA
Totale vs altri paesi
Totale Gruppo Carige
99
77
77
99
77
77
3.472.097
3.809.061
3.809.061
Dati in migliaia di Euro
Al 31 dicembre 2015 il valore di bilancio delle esposizioni Sovrane ( 20) del Gruppo è pari a Euro 3.809 milioni. Dalla
Tabella 17 si evidenzia come il valore nominale di tali esposizioni risultava pari a Euro 3.472 milioni, mentre il fair value
risultava essere pari a Euro 3.809 milioni (Euro 6.879 milioni al 31 dicembre 2014, di cui Euro 3.031 milioni relativi al solo
Gruppo Bancario ed i restanti Euro 3.848 milioni relativi all’insieme delle due compagnie assicurative del Gruppo
(Amissima Assicurazioni e Amissima Vita) cedute durante il 2015): l’esposizione è costituita da obbligazioni governative
emesse o garantite da Stati Sovrani, principalmente dallo Stato italiano.
(18) Per esposizioni Sovrane si intendono i titoli obbligazionari emessi/garantiti dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti erogati
agli stessi; sono escluse le eventuali posizioni detenute tramite ABS (Asset Backed Securities) e le partite fiscali.
(19) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
(20) Per esposizioni Sovrane si intendono i titoli obbligazionari emessi/garantiti dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti erogati
agli stessi; sono escluse le eventuali posizioni detenute tramite ABS (Asset Backed Securities) e le partite fiscali.
109
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 20: Esposizione totale nei confronti degli Stati Sovrani al 31 dicembre 2014 (21)
(Dati in Euro migliaia)
V a l o r e n o m in a l e
V a lo r e d i b ila n c io
F a ir V a lu e
IT A L IA
6 .2 1 3 .7 3 6
6 .8 7 9 .3 2 7
6 .8 8 1 .3 6 8
G R E C IA
44
0
0
T o ta le v s p a e s i U E
6 .2 1 3 .7 8 0
6 .8 7 9 .3 2 7
6 .8 8 1 .3 6 8
A R G E N T IN A
99
63
63
T o ta le v s a ltr i p a e s i
99
63
63
T o ta le G r u p p o C a r ig e
6 .2 1 3 .8 7 9
6 .8 7 9 .3 9 0
6 .8 8 1 .4 3 1
E s p o s iz io n e v e r s o p a e s i U E
E s p o s iz io n e v e r s o a ltr i p a e s i
Tabella 21: Esposizione in titoli di debito nei confronti degli Stati Sovrani al 30 giugno 2016 (22)
(Dati in Euro migliaia)
HFT
Esposizione vs Paesi UE
ITALIA
Totale vs Paesi UE
Esposizione vs altri paesi :
ARGENTINA
Totale vs altri paesi
Totale Gruppo Carige
(21) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
(22) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
110
AFS
Totale Valore di
Bilancio
L&R
111
2.657.536
383.589
3.041.237
111
2.657.536
383.589
3.041.237
51
51
0
0
0
0
51
51
162
2.657.536
383.589
3.041.288
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 22: Esposizione in titoli di debito nei confronti degli Stati Sovrani al 31 dicembre 2015 (23)
HFT
AFS
Totale Valore
di Bilancio
L&R
Esposizione vs Paesi UE
ITALIA
3.893,1
3.431.551,0
373.539,3
3.808.983,4
GRECIA
0,1
0,0
0,0
0,0
3.893
3.431.551
373.539
3.808.983
77
0
0
77,2
Totale vs altri paesi
77
0
0
77
Totale Gruppo Carige
3.970
3.431.551
373.539
3.809.061
Totale vs Paesi UE
Esposizione vs altri paesi :
ARGENTINA
Valori di bilancio in migliaia di Euro
Tabella 23: Esposizione in titoli di debito nei confronti degli Stati Sovrani al 31 dicembre 2014 (24)
HFT
AFS
Totale Valore
di Bilancio
L&R
Esposizione vs Paesi UE
ITALIA
3.305
6.496.886
379.137
6.879.327
GRECIA
0
0
0
0
3.305
6.496.886
379.137
6.879.327
63
0
0
63,0
Totale vs altri paesi
63
0
0
63
Totale Gruppo Carige
3.368
6.496.886
379.137
6.879.390
Totale vs Paesi UE
Esposizione vs altri paesi :
ARGENTINA
(Valori di bilancio in Euro migliaia)
(23) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
(24) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
111
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Nelle tabelle precedenti si riepilogano i valori al 30 giugno 2016, al 31 dicembre 2015 e al 31 dicembre 2014 delle
esposizioni verso il debito sovrano del Gruppo – rappresentate esclusivamente da titoli di debito – suddivise per portafoglio
contabile e per paese.
Tabella 24: Esposizione in titoli di debito nei confronti degli Stati Sovrani suddivisi per durata residua (al 30 giugno
2016) (25)
Valore Nominale
Valore di Bilancio
Valore al Fair
Value
ITALIA
- entro 1 anno
- tra 1 e 5 anni
- tra 5 e 10 anni
- oltre i 10 anni
2.612.770
1.236.100
540.569
586.004
250.098
3.041.237
1.237.969
549.515
866.666
387.087
3.041.236
1.237.969
549.514
866.666
387.087
ARGENTINA
- tra 1 e 5 anni
- oltre i 10 anni
50
0
50
51
0
51
51
0
51
2.612.820
1.236.100
540.569
586.004
250.148
3.041.288
1.237.969
549.515
866.666
387.138
3.041.287
1.237.969
549.514
866.666
387.138
TOTALE GRUPPO CARIGE:
di cui: entro 1 anno
di cui: tra 1 e 5 anni
di cui: tra 5 e 10 anni
di cui: oltre i 10 anni
Dati in migliaia di Euro
(25) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
112
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Tabella 25: Esposizione in titoli di debito nei confronti degli Stati Sovrani suddivisi per durata residua (al 31
dicembre 2015) (26)
Valore
Nominale
ITALIA
Valore di
Bilancio
Valore al
Fair Value
3.471.954
3.808.986
3.808.984
- entro 1 anno
2.091.658
2.096.665
2.096.662
- tra 1 e 5 anni
491.632
499.966
499.967
- tra 5 e 10 anni
165.064
185.711
185.711
- oltre i 10 anni
723.600
1.026.645
1.026.645
GRECIA
44
0
0
- tra 1 e 5 anni
44
0
0
ARGENTINA
99
77
77
- tra 1 e 5 anni
84
67
67
- tra 5 e 10 anni
0
0
0
- oltre i 10 anni
16
10
10
3.472.097
3.809.064
3.809.061
TOTALE GRUPPO CARIGE:
di cui: entro 1 anno
2.091.658
2.096.665
2.096.662
di cui: tra 1 e 5 anni
491.760
500.033
500.034
di cui: tra 5 e 10 anni
165.064
185.711
185.711
di cui: oltre i 10 anni
723.615
1.026.655
1.026.655
Le Tabelle 22 e 23 espongono la ridistribuzione delle esposizioni per scadenze al 30 giugno 2016 ed al 31 dicembre 2015.
Al 30 giugno 2016 il valore di bilancio delle esposizioni del Gruppo Bancario in titoli di Stato con durata residua inferiore a
5 anni ammonta ad Euro 1.787 milioni pari al 58,77% dell’esposizione verso i titoli del debito sovrano. Alla stessa data le
esposizioni in titoli di Stato con durata residua compresa fra i 5 e i 10 anni ammontano ad Euro 867 milioni pari al 28,5%
del totale; la rimanente parte, con durata residua oltre i 10 anni, presenta un ammontare pari a Euro 387 milioni pari al
12,73%.
Al 31 dicembre 2015 invece il valore di bilancio delle esposizioni del Gruppo Bancario in titoli di Stato con durata residua
inferiore a 5 anni ammontava ad Euro 2.597 milioni (Euro 3.986 milioni al 31 dicembre 2014), pari al 68,2% del totale
dell’esposizione verso i titoli del debito sovrano. Alla stessa data le esposizioni in titoli di Stato con durata residua compresa
fra i 5 e i 10 anni ammontavano ad Euro 186 milioni (Euro 1.901 milioni al 31 dicembre 2014), pari al 4,9% del totale; la
rimanente parte, con durata residua oltre i 10 anni, presentava un ammontare pari a Euro 1.027 milioni (Euro 992,7 milioni
al 31 dicembre 2014), 26,9% del totale.
(26) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
113
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
L’esposizione del Gruppo Bancario in titoli di debito nei confronti dello Stato italiano, alla data del 30 giugno 2016,
rappresenta il 10,8% del totale dell’attivo del Gruppo Carige rispetto al 19,4% del dicembre 2015 (il 17,7% al 31 dicembre
2014). Tali titoli sono per la maggior parte allocati al portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita”.
I titoli detenuti in portafoglio del Gruppo Bancario emessi dallo Stato italiano sono unicamente obbligazioni plain vanilla
(27).
Tabella 26: Confronto rating per gli Stati Sovrani
ITALIA
GRECIA
ARGENTINA
MOODY'S
STANDARD & POOR’S
FITCH
Baa2
BBB-
BBB+
Outlook: STABILE
Outlook: STABILE
Outlook: STABILE
Caa3
B-
Outlook: STABILE
Outlook: STABILE
CCC
Outlook: N.D.
Caa1
B-
WD
Outlook: POSITIVO
Outlook: STABILE
Outlook: STABILE
Nella tabella precedente viene fornito un confronto sintetico dei rating, alla data del 30 giugno 2016 assegnati dalle agenzie
di rating Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s per gli Stati Sovrani in relazione ai quali il Gruppo era esposto al 31 dicembre
2015.
Il Gruppo è pertanto esposto ai movimenti dei titoli governativi in generale e, in modo particolare, dei titoli del debito
pubblico italiano. Il persistere di tensioni sul mercato dei titoli di Stato o la volatilità degli stessi potrebbero comportare
effetti negativi, anche rilevanti, sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del
Gruppo. Inoltre, un peggioramento del merito creditizio della Repubblica Italiana, unito a una conseguente diminuzione del
valore dei titoli, genererebbe un impatto negativo della Riserva AFS. Inoltre, un’ulteriore riduzione della parte a breve dei
rendimenti dei titoli di Stato italiano comporterebbe una conseguente riduzione sulla performance economia del Gruppo.
Tabella 27: Principali indicatori di liquidità
30/06/2016
31/12/2015
31/12/2014
Liquidity Coverage Ratio (ITS)
114%
140%
157%
Net Stable Funding Ratio (Basilea 3)
104%
110%
107%
135%
126%
116%
Loan To Deposit Ratio
(*)
(*) Iindicatore gestionale: Impieghi commerciali / raccolta commerciale
La dinamica del Loan To Deposit Ratio è influenzata in particolare dalla maggiore riduzione della raccolta diretta rispetto
alla contrazione degli impieghi rilevata nei periodi considerati.
(27) Fonte: elaborazioni interne dell’Emittente.
114
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
La nuova normativa armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento UE n. 573/2013 ha
introdotto i seguenti nuovi indicatori di liquidità:
-
Liquidity Coverage Ratio (LCR): indicatore di copertura della liquidità a breve termine, ha l’obiettivo di vincolare
le banche a detenere sufficienti attività facilmente liquidabili e di elevata qualità, al fine di fronteggiare uno
scenario di forte stress nella raccolta su un arco temporale di trenta giorni. L’indicatore è vincolante a partire dal 1°
ottobre 2015 con soglia minima al 60% per l’anno 2015, 70% per l’anno 2016, 80% per l’anno 2017 fino a
raggiungere il 100% a gennaio 2018 (entrata in vigore a regime);
-
Net Stable Funding Ratio (NSFR): indicatore di tipo strutturale di lungo periodo, è rilevato con l’intento di
segnalare l’esistenza di eventuali squilibri tra attività e passività liquide aziendali. L’indicatore di liquidità stabile
entrerà in vigore nel 2018 con soglia minima al 100%.
Alla data del 30 giugno 2016, la Banca mantiene una solida posizione di liquidità con disponibilità liquide e attività libere
stanziabili per circa Euro 2 miliardi di Euro e un Liquidity Coverage Ratio pari al 114%, e quindi al di sopra del target
minimo SREP richiesto da BCE (pari al 90%). A fronte del deflusso di raccolta diretta da clientela ordinaria per 1,7 miliardi
verificatosi nel primo semestre del 2016, Banca Carige ha approntato numerose misure per alimentare le riserve di liquidità,
che hanno generato nel loro insieme riserve di liquidità per circa Euro 1,8 miliardi. Le principali azioni perfezionate nel
corso del 2016 sono rappresentate da due operazioni di cartolarizzazioni di crediti con un beneficio in termini di liquidità
pari a circa Euro 400 milioni ed emissioni nell’ambito dei programmi OBG dell’Emittente per Euro 850 milioni.
Si fa inoltre presente che il Gruppo Carige ha partecipato alle prime due aste di T-LTRO per nominali Euro 1.130 milioni
(rispettivamente, Euro 700 milioni ed Euro 430 milioni), a fronte di un ammontare massimo richiedibile pari a Euro 1.140
milioni (c.d. initial allowance). Inoltre, il Gruppo ha ottenuto finanziamenti per Euro 160 milioni a giugno 2015, per Euro
710 milioni a settembre 2015 e per Euro 300 milioni a dicembre 2015 per un ammontare dell’esposizione al programma TLTRO, a fine 2015, pari a Euro 2,3 miliardi. Nel mese di marzo 2016 non è stato chiesto alcun finanziamento a valere sul
programma mentre nel corso del mese di giugno 2016 si è proceduto al rimborso anticipato del finanziamento in essere sul
programma T-LTRO per Euro 2,3 miliardi, in considerazione della possibilità di partecipare al nuovo programma T-LTRO
II di seguito descritto.
Stante il perdurare dell’assenza della dinamica inflattiva nell’economia europea, nel mese di aprile 2016, il Consiglio
Direttivo della BCE ha deliberato un secondo programma di finanziamento straordinario rivolte alle banche europee,
denominato “Second series of targeted longer-term refinancing operations” (c.d. “T-LTRO II”), con la finalità di sostenere
il processo di erogazione del credito all’economia reale, con particolare riferimento alle società non finanziarie. Nel mese di
giugno 2016 la Banca si è avvalsa della facoltà di accedere al programma di finanziamento T-LTRO II per un importo di
Euro 2,5 miliardi (scadenza prevista 2020).
Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia al Capitolo 5, Paragrafo 5.1.2 ed al Paragrafo 3.1.10 “Rischio di liquidità
dell’Emittente”del Documento di Registrazione.
Esposizione del portafoglio di Gruppo ai rischi di mercato
Il Gruppo è esposto al rischio di mercato rappresentato dai potenziali effetti negativi sulla situazione economica e/o
patrimoniale del Gruppo dovuti a variazioni inattese dei livelli dei tassi di interesse e della relativa volatilità. L’andamento
dei tassi di interesse risulta a propria volta influenzato da diversi fattori che non sono sotto il controllo del Gruppo, quali le
politiche monetarie, l’andamento macro-economico e le condizioni politiche nei paesi di riferimento.
Il Gruppo, per la sua attività, non è soggetto ai rischi di cambio e ai rischi della quotazione delle merci, in quanto opera
marginalmente su tali mercati non assumendo posizioni speculative, ma operando attraverso coperture dei medesimi rischi.
Infine il Gruppo è soggetto a rischi marginali con riferimento ai corsi azionari, atteso che gli investimenti in azioni, alla data
del 30 giugno 2016 sono pari a Euro 14 milioni (Euro 27 milioni al 31 dicembre 2015), al netto dell’interessenza detenuta
in Banca d’Italia e rappresentano lo 0,5% del portafoglio titoli del Gruppo.
Il rischio di mercato si manifesta sia relativamente al portafoglio di negoziazione (trading book), comprendente gli
strumenti finanziari di negoziazione e gli strumenti derivati ad essi collegati, sia al portafoglio bancario (banking book), che
comprende le attività e passività finanziarie diverse da quelle costituenti il trading book.
115
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
L’attività di gestione del portafoglio di investimento in titoli del Gruppo è svolta secondo un indirizzo sostanzialmente
conservativo, nell’ottica di mantenere un equilibrato rapporto rischio/rendimento e rivolgendo particolare attenzione ai
profili di liquidità del Gruppo, privilegiando quindi strumenti di natura obbligazionaria in grado di generare una
remunerazione superiore a quella del mercato monetario e potenzialmente utilizzabili quali collaterali per ottenere liquidità.
L’attività di trading e/o investimento viene svolta sulla base di deleghe operative statuite dal Consiglio di Amministrazione,
che definisce altresì gli obiettivi dimensionali, di rendimento e di rischiosità a livello di Gruppo.
Le strategie delineate dal Consiglio di Amministrazione sono dunque indirizzate verso un portafoglio titoli mediamente con
bassa duration e quindi meno sensibile alla volatilità del mercato.
A fini gestionali, il rischio di mercato viene monitorato utilizzando una misura di Value at Risk (VaR), che rappresenta la
perdita massima realizzabile in un determinato orizzonte temporale in un intervallo di confidenza specificato.
Al 31 dicembre 2015 il VaR dell’intero portafoglio titoli di trading book del Gruppo era pari a Euro 41 mila, in relazione
alle componenti di rischio tasso e azionario. Alla stessa data l’esposizione del Gruppo al rischio tasso del banking book,
misurato secondo i riferimenti normativi della Circolare 285, mostrava sempre un livello inferiore alla soglia del 20% del
Patrimonio di Vigilanza.
Al 30 giugno 2016 il VaR dell’intero portafoglio titoli di trading book del Gruppo è pari a Euro 11,9 mila, in relazione alle
componenti di rischio tasso e azionario. Alla stessa data l’esposizione del Gruppo al rischio tasso del banking book,
misurato secondo i riferimenti normativi della Circolare 285, mostra un livello inferiore alla soglia del 20% del Patrimonio
di Vigilanza.
L’Emittente analizza sistematicamente l’impatto, in termini di margine di interesse, margine di intermediazione, di utile e di
patrimonio netto derivante dalla variazione dei tassi di interesse di mercato. Con riferimento al valore al 31 dicembre 2015,
un incremento di 100 basis point dei tassi di interesse di mercato implica in media, sul banking book, un aumento del
margine di interesse annuo del Gruppo di circa Euro 68,59 milioni e dell’utile annuo del Gruppo di circa Euro 45,91
milioni e una diminuzione del patrimonio netto del Gruppo di circa Euro 7,25 milioni. Una diminuzione di 100 punti base
dei tassi di interesse di mercato corrisponde in media, sul banking book, a una diminuzione del margine di interesse annuo
del Gruppo di circa Euro 4,8 milioni e dell’utile annuo del Gruppo di circa Euro 3,21 milioni e un aumento del patrimonio
netto del Gruppo di circa Euro 42,6 milioni.
Con riferimento al 30 giugno 2016, un incremento di 100 basis point dei tassi di interesse di mercato implica in media, sul
banking book, un aumento del margine di interesse annuo del Gruppo di circa Euro 45,07 milioni e dell’utile annuo del
Gruppo di circa Euro 30,17 milioni e una diminuzione del patrimonio netto del Gruppo di circa Euro 21,42 milioni. Una
diminuzione di 100 punti base dei tassi di interesse di mercato corrisponde in media, sul banking book, a una diminuzione
del margine di interesse annuo del Gruppo di circa Euro 2,96 milioni e dell’utile annuo del Gruppo di circa Euro 1,98
milioni e un aumento del patrimonio netto del Gruppo di circa Euro 13,77 milioni.
116
Banca CARIGE S.p.A.
4.
4.1
Documento di Registrazione
INFORMAZIONI SULL'EMITTENTE
Storia ed evoluzione dell'Emittente
A partire dall’inizio degli anni novanta Carige ha vissuto un profondo cambiamento, evolvendo da Cassa di Risparmio di
dimensione interprovinciale a gruppo bancario privato nazionale.
Nel dicembre 1991, infatti, la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia è stata tra le prime banche pubbliche a sfruttare le
opportunità della Legge n. 218 del 1990 (c.d. legge Amato – Carli) attraverso il conferimento dell’azienda bancaria in una
società per azioni di nuova costituzione (Banca Carige), e la ridefinizione dell’oggetto sociale e dell’organizzazione
dell’ente conferente Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.
Per finanziare il processo di crescita nel pieno rispetto degli equilibri patrimoniali, Carige, in data 17 gennaio 1995, ha
realizzato la quotazione in borsa e ha avviato un processo di rafforzamento patrimoniale attraverso aumenti di capitale –
realizzati in più tranche, a titolo gratuito e a pagamento – nonché l’emissione di prestiti obbligazionari convertibili e
subordinati, con cui ha perseguito l’obiettivo prioritario dell’espansione e della diversificazione territoriale e produttiva, allo
scopo di trasformare Carige da banca a connotazione locale a intermediario di rilevanza nazionale attraverso una politica di
nuove aperture e acquisizioni di banche e reti di sportelli nelle aree fuori Liguria (da 136 sportelli a fine esercizio 1990 a
678 a fine esercizio 2013).
Al rafforzamento patrimoniale si è accompagnata un’evoluzione della struttura societaria, che ha visto la riduzione
progressiva del peso della Fondazione nel capitale della Banca e l’ingresso nella compagine azionaria di un nucleo stabile di
azionisti, italiani ed esteri, oltre ad un elevato numero (oltre 50.000) di azionisti privati.
Il 21 maggio 2012 il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha approvato il progetto di riorganizzazione del
Gruppo, al fine di valorizzare le potenzialità della rete c.d. Extra Liguria (il “Progetto di Riorganizzazione”).
In attuazione di quanto previsto dal Progetto di Riorganizzazione, in data 23 maggio 2012 è stata costituita dall’Emittente la
società Banca Carige Italia con un capitale sociale di Euro 7.000.000, interamente versato da Banca Carige. Con
provvedimento di Banca d’Italia protocollo n. 1076495/12 del 18 dicembre 2012 Banca Carige Italia è stata autorizzata
all’esercizio dell’attività bancaria. Conseguentemente, in data 21 dicembre 2012 è stato stipulato l’atto di conferimento dal
socio unico Banca Carige a Carige Italia del ramo di azienda costituito da n. 353 sportelli nazionali della rete Extra Liguria
di Carige, con effetto dalle ore 23:59 del 31 dicembre 2012. Per effetto di tale conferimento, Carige Italia ha aumentato il
proprio capitale sociale dagli iniziali Euro 7 milioni a Euro 700 milioni. Dal 1° gennaio 2013 Banca Carige Italia opera
pertanto come “banca rete”, al pari delle altre banche del Gruppo.
Nell’ambito delle iniziative previste previste dal Piano Strategico 2016 – 2020, in data 5 agosto 2016, i Consigli di
Amministrazione di Banca Carige e della controllata Banca Carige Italia hanno approvato il progetto di fusione per
incorporazione di Banca Carige Italia nell’Emittente.
Tale fusione costituisce una operazione straordinaria finalizzata ad ottenere un incremento di efficienza mediante la
semplificazione della struttura organizzativa del Gruppo.
4.1.1
Denominazione legale e commerciale dell’Emittente
La denominazione dell’Emittente è “Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia” o, in forma
abbreviata, “Carige S.p.A.”.
4.1.2
Luogo di registrazione dell’Emittente e suo numero di registrazione
L’Emittente è registrato presso l’Albo delle Banche e presso l’Albo dei Gruppi Bancari in qualità di Capogruppo del
Gruppo Bancario Banca Carige al numero 6175.4. L’Emittente è registrato presso il Registro delle Imprese di Genova, P.
IVA e codice fiscale n. 03285880104.
117
Banca CARIGE S.p.A.
4.1.3
Documento di Registrazione
Data di costituzione e durata dell’Emittente
Banca Carige è stata costituita nella forma di società per azioni a seguito del conferimento dell’azienda bancaria effettuato
(ai sensi della Legge del 30 luglio 1990, n. 218 e del Decreto Legislativo 20 novembre 1990, n. 356) da parte della Cassa di
Risparmio di Genova e Imperia ed approvato con Decreto del Ministro del Tesoro del 10 ottobre 1991, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 254 del 29 ottobre 1991.
Essa trova quindi le proprie radici storiche nella predetta Cassa di Risparmio, fondata il 18 marzo 1846 dal Monte di Pietà
di Genova, a sua volta istituito dal Doge della Repubblica di Genova con Decreto del 10 marzo 1483.
La durata della Società è fissata, ai sensi dell’articolo 3 dello Statuto, sino al 31 dicembre 2050 e può essere prorogata con
deliberazione dell’Assemblea Straordinaria.
4.1.4
Domicilio e forma giuridica dell’Emittente, legislazione in base alla quale opera, paese di costituzione,
nonché indirizzo e numero di telefono della sede sociale
Banca Carige è stata costituita in Italia in forma di società per azioni e opera in base alla normativa italiana.
Banca Carige ha sede legale in Genova, Via Cassa di Risparmio 15, telefono 010.5791, sito internet www.gruppocarige.it..
4.1.5
Fatti importanti nell’evoluzione dell’emittente
Di seguito sono descritti i fatti più recenti verificatesi nella vita dell’Emittente sostanzialmente rilevanti per la valutazione
della sua solvibilità.
A)
Aumento di capitale 2014
In data 4 luglio 2014 si è conclusa l’offerta in opzione delle massime n. 7.992.888.534 Azioni Carige di nuova emissione
rivenienti dall’aumento di capitale in opzione deliberato dal Consiglio di Amministrazione nelle sedute del 27 marzo 2014 e
del 12 giugno 2014. Ad esito dell’offerta in opzione e della successiva offerta in borsa, sono state sottoscritte n.
7.981.703.982 Azioni (pari al 99,9% del totale delle Azioni offerte) per un controvalore complessivo di Euro
798.170.398,20.
Comprehensive Assessment 2014 e misure assunte dall’Emittente a seguito dei risultati del Comprehensive
Assessment
B)
In data 26 ottobre 2014 il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha esaminato e preso atto dei risultati del
Comprehensive Assessment pubblicati in pari data dalla Banca Centrale Europea, all’esito di un’attività istruttoria che è stata
effettuata di concerto con l’Autorità Bancaria Europea e Banca d’Italia, da cui è emerso:
118
-
un CET 1 Ratio pari a 8,1% (sui dati al 31 dicembre 2013) considerando le misure di patrimonializzazione già
realizzate, pari a complessivi Euro 1.021,2 milioni (aumento di capitale concluso a luglio 2014 per Euro 800
milioni, plusvalenza di circa Euro 222 milioni derivante dalla contabilizzazione delle nuove quote di
partecipazione in Banca d’Italia);
-
l’esigenza, evidenziata dall’esercizio di Stress Test, di una supplementare dotazione di capitale (“shortfall”) per un
ammontare di Euro 813,4 milioni (nello scenario avverso in cui è stata valutata la capacità delle banche di far
fronte a condizioni estreme, particolarmente sfavorevoli). L’esito del Comprehensive Assessment ha determinato
un coefficiente patrimoniale CET 1 Ratio del Gruppo Carige pari al 3,88% a seguito dell’Asset Quality Review, con
un fabbisogno di capitale (“shortfall”) pari a Euro 951,6 milioni, rispetto al requisito minimo dell’8,00%, e pari al
2,34% e a -2,36%, rispettivamente, nello Scenario base e nello Scenario avverso dello Stress Test, corrispondenti a
uno shortfall rispettivamente pari a Euro 1.321,1 ed Euro 1.834,6 milioni. Includendo nei risultati l’importo di Euro
1.021,2 milioni afferenti le principali misure sul capitale già realizzate nei primi 9 mesi del 2014 (in particolare: (i)
l'aumento di capitale concluso a luglio 2014 per circa Euro 800 milioni e (ii) una plusvalenza di circa Euro 222
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
milioni da contabilizzazione delle nuove quote di partecipazione in Banca d’Italia), emerge un’eccedenza di
capitale rispetto ai requisiti richiesti all’esito dell’AQR di Euro 69,6 milioni, mentre il fabbisogno di capitale
ammonta, nello “Scenario base” e nello “Scenario avverso” dello Stress Test, rispettivamente, a Euro 299,9 milioni
e a Euro 813,4 milioni.
Al fine di far fronte a detto shortfall, il Consiglio di Amministrazione della Banca, nella predetta seduta del 26 ottobre 2014,
ha deliberato all’unanimità di porre in essere una serie di iniziative previste nel Capital Plan e, più precisamente:

un aumento di capitale sociale a pagamento per un importo non inferiore a Euro 500 milioni, da offrirsi in opzione
agli azionisti, e successivamente incrementato a Euro 850 milioni;

la dismissione delle attività del Gruppo operanti nel comparto assicurativo (Amissima Vita e Amissima
Assicurazioni) e nei settori del private banking e del credito al consumo (Banca Cesare Ponti e Creditis);

l’acquisto delle minorities delle banche controllate.
In data 5 novembre 2014 Banca Carige ha presentato il Capital Plan per la relativa approvazione della BCE, la quale,
nell’ambito della sua attività di revisione e valutazione prudenziale dei requisiti patrimoniali (“Supervisory Review and
Evaluation Process” o “SREP”) con decisione del 10 marzo 2015 ha richiesto all’Emittente di detenere - a livello
consolidato - un livello minimo di CET 1 Ratio target, da raggiungere entro la fine del mese di luglio 2015, pari all’11,5%.
Inoltre la BCE ha comunicato all’Emittente il divieto di distribuire dividendi (da rispettare fino alla nuova comunicazione
derivante dal periodico processo di SREP).
A seguito dell’approvazione del Capital Plan da parte di BCE, l’Emittente ha posto in essere gli adempimenti necessari per
dare esecuzione al programmato aumento di capitale e alle altre misure di patrimonializzazione entro il termine richiesto
dall’Autorità (ossia entro nove mesi dalla data di pubblicazione dei risultati del Comprehensive Assessment che, come sopra
ricordato, è avvenuta il 26 ottobre 2014).
Vengono di seguito illustrate le misure assunte dall’Emittente a seguito dei risultati del Comprehensive Assessment
comunicati dalla Banca Centrale Europea.
Si segnala infine che da aprile 2015 fino a luglio 2015, nell’ambito del processo di Supervisory Review and Evaluation
Process (c.d. SREP) è stata condotta un’ispezione on site in merito a governo dei rischi e propensione al rischio, che ha
riguardato la valutazione del funzionamento del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e la valutazione del
Risk Appetite Framework dell’Emittente. Gli esiti della verifica tematica sono pervenuti in data 11 febbraio 2016. Le aree
individuate che necessitano di miglioramento riguardano il monitoraggio dei processi creditizi, il Risk Appetite Framework,
l’informativa al Consiglio di Amministrazione, il ruolo del Risk Management e l’organizzazione della funzione Compliance.
In data 30 marzo 2016, Banca Carige ha inviato alla BCE il piano di lavoro con le attività di remediation attualmente in
corso di implementazione. Sono state condotte le attività di remediation relative alle aree Risk Appetite Framework,
informativa al Consiglio di Amministrazione, ruolo del Risk Management e organizzazione della Compliance. Sono in corso
di completamento le attività di remediation relative al miglioramento del monitoraggio dei processi creditizi.
Piano Industriale 2015-2019
Nella seduta del 19 marzo 2015, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha approvato il Piano Industriale 2015-2019
che, coerentemente con il Capital Plan, prevedeva, fra l’altro, il rafforzamento della base patrimoniale della Banca, da
realizzarsi attraverso (i) l’Aumento di Capitale in Opzione e l’Aumento di Capitale in Natura, che sono stati eseguiti nel
corso del 2015, nonché (ii) la dismissione delle controllate Creditis e Banca Cesare Ponti.
Nella medesima riunione del 19 marzo 2015, il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha deliberato, inter alia, di
sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria del 23 aprile 2015, le proposte di:
-
119
aumento di capitale sociale, a pagamento e in denaro, per un importo massimo complessivo di Euro 850 milioni,
mediante emissione di nuove azioni ordinarie da offrire in opzione ai titolari di azioni ordinarie e di risparmio, ai
sensi dell’articolo 2441, comma 1, del Codice Civile (l’“Aumento di Capitale in Opzione”). Detto Aumento di
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Capitale in Opzione è stato deliberato dall’Assemblea Straordinaria della Banca del 23 aprile 2015 e si è perfezionato
in data 2 luglio 2015 con la sottoscrizione di numero 726.216.456 nuove azioni per un controvalore di Euro
849.673.253,52 senza l’intervento del consorzio di garanzia all’uopo costituito;
-
raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio nel rapporto di n. 1 nuova azione ordinaria ogni n. 100 azioni
ordinarie esistenti e di n. 1 nuova azione di risparmio ogni n. 100 azioni di risparmio esistenti (il
“Raggruppamento”). Detto Raggruppamento, deliberato dall’Assemblea Straordinaria della Banca del 23 aprile
2015, è stato eseguito in data 18 maggio 2015 mediante raggruppamento delle n. 10.393.917.760 azioni ordinarie
(esistenti a detta data) in n. 103.939.177 nuove azioni ordinarie, previo annullamento di n. 60 azioni ordinarie
detenute da Banca Carige; e delle n. 2.554.218 azioni di risparmio (esistenti a detta data) in n. 25.542 nuove azioni di
risparmio, previo annullamento di n. 18 azioni di risparmio sulla base della rinuncia manifestata da Equita SIM
S.p.A., intermediario incaricato da Banca Carige di effettuare un servizio di quadratura; e
-
aumento di capitale sociale a pagamento per un importo massimo di Euro 15.822.885,75, con esclusione del diritto di
opzione, ai sensi dell’articolo 2441, comma 4, primo periodo, del Codice Civile, mediante emissione di nuove azioni
ordinarie da liberare mediante conferimento delle partecipazioni di minoranza detenute dalla Fondazione A. De Mari
Cassa di Risparmio di Savona e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, rispettivamente, nelle partecipate
Cassa di Risparmio di Savona e Cassa di Risparmio di Carrara (l’“Aumento di Capitale in Natura”). Detto
Aumento di Capitale in Natura, deliberato dall’Assemblea Straordinaria della Banca del 23 aprile 2015, è stato
integralmente eseguito per un importo complessivo di Euro 15.822.885,75 di cui Euro 3.955.721,43 da imputare a
capitale ed Euro 11.867.164,32 quale sovrapprezzo, con emissione di complessive n. 226.364.603 nuove azioni
ordinarie di Banca Carige, a un prezzo di sottoscrizione pari a Euro 0,0699 (comprensivo del sovrapprezzo), liberate:
(a) per n. 136.744.506 azioni ordinarie, mediante conferimento in data 7 maggio 2015, da parte della Fondazione
Cassa di Risparmio di Carrara, della partecipazione dalla stessa detenuta nella Cassa di Risparmio di Carrara, pari a
n. 10.230 azioni ordinarie corrispondenti al 10% del capitale sociale; e (b) per n. 89.620.097 azioni ordinarie,
mediante conferimento in data 8 maggio 2015, da parte della Fondazione A. de Mari Cassa di Risparmio di Savona,
della partecipazione dalla stessa detenuta nella Cassa di Risparmio di Savona, pari a n. 8.760.929 azioni ordinarie
corrispondenti al 4,1% del capitale sociale.
Con riferimento alla dismissione della controllata Creditis si segnala che, nel corso del 2015, il Consiglio di
Amministrazione di Banca Carige ha avviato trattative che hanno condotto alla concessione di una esclusiva in favore di
Apollo per la cessione della partecipazione totalitaria detenuta dall’Emittente in Creditis. Successivamente, anche a seguito
dell’interruzione delle trattative con Apollo per la cessione di Creditis, il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha
deliberato, in data 3 dicembre 2015, di reinserire Creditis nel perimetro degli asset strategici del Gruppo Carige, con la
conseguente esposizione e valutazione nel bilancio al 31 dicembre 2015.
Quanto alla cessione di Banca Cesare Ponti, anch’essa prevista dal Piano Industriale 2015 - 2019, dopo una fase di
trattative, in data 30 giugno 2015 il Consiglio di Amministrazione di Carige - valutata anche l’importanza di valorizzare
adeguatamente l’attività nel private banking usufruendo del marchio Banca Cesare Ponti - ha deliberato di non accettare
l’offerta presentata da Banca Finnat S.p.A. per l’acquisizione del 100% del capitale sociale della stessa Banca Cesare Ponti.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha quindi deliberato di non considerare più Banca Cesare Ponti tra gli asset
in vendita, confermando la stessa nell’ambito del perimetro del Gruppo Banca Carige, con l’obiettivo di meglio definire lo
sviluppo di un suo ruolo quale banca private del Gruppo. In data 13 ottobre 2015 ed in data 16 ottobre 2015,
rispettivamente, il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ed il Consiglio di Amministrazione della Banca Cesare
Ponti hanno approvato le linee guida del nuovo piano industriale 2016-2020 della controllata Banca Cesare Ponti,
finalizzato a valorizzare al meglio il brand di player specialistico “stand alone”, andando a focalizzare le proprie attività
sulla gestione degli investimenti.
Cessione di Amissima Vita e Amissima Assicurazioni
In data 5 giugno 2015. Banca Carige e una società organizzata e detenuta da fondi di investimento gestiti da società affiliate
di Apollo Global Management, LLC (unitamente alle controllate consolidate, “Apollo”) hanno perfezionato la cessione da
parte dell’Emittente delle partecipazioni da essa detenute in Amissima Vita e Amissima Assicurazioni, secondo quanto
previsto nell’accordo di cessione sottoscritto dalle medesime parti in data 28 ottobre 2014.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
L’accordo ha determinato la cessione da parte di Banca Carige delle partecipazioni da essa detenute in Amissima Vita e
Amissima Assicurazioni ad un prezzo complessivo di Euro 310 milioni, e la sottoscrizione da parte dell’Emittente,
unitamente ad altre banche del Gruppo, di accordi di lungo termine con Apollo per la distribuzione di prodotti assicurativi
del ramo vita e danni.
Si segnala inoltre che il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige, nella seduta del 17 giugno 2016, ha deliberato di
agire in giudizio nei confronti del Dott. Cesare Castelbarco Albani, già Presidente di Banca Carige, del Rag. Piero Montani,
già Amministratore Delegato della medesima, e di alcuni soggetti di Apollo per ottenere il risarcimento dei danni
conseguenti alla cessione delle partecipazioni di Banca Carige in tali società e ad altri comportamenti successivamente
tenuti dai soggetti del suddetto Gruppo.
Tale decisione è maturata a seguito di un’approfondita analisi delle cause che, unitamente a quelle di contesto e di sistema,
hanno, nel recente passato, negativamente influito sui risultati economici e sulla vita dell’Emittente. Tale analisi è stata
svolta nell’ambito delle attività di ricognizione effettuate dal Consiglio di Amministrazione in merito alla situazione di
Banca Carige.
Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia al Capitolo 12 del Documento di Registrazione.
Fusioni per incorporazione di Cassa di Risparmio di Savona, Cassa di Risparmio di Carrara, Columbus Carige
Immobiliare e Immobiliare Carisa in Banca Carige
In linea con quanto previsto dal Piano Industriale 2015 - 2019, in data 16 novembre 2015 è stato stipulato l’atto di fusione
per incorporazione delle società Cassa di Risparmio di Savona, Cassa di Risparmio di Carrara e Columbus Carige
Immobiliare nell’Emittente: gli effetti civilistici della fusione per incorporazione decorrono dal 23 novembre 2015 per la
Cassa di Risparmio di Savona, dal 14 dicembre 2015 per la Cassa di Risparmio di Carrara e dal 31 dicembre 2015 per la
Columbus Carige Immobiliare, mentre gli effetti contabili e fiscali decorrono per tutte le predette società dal 1° gennaio
2015. Inoltre, in data 2 dicembre 2015 a seguito del prodursi degli effetti civilistici dell’atto di fusione di Cassa di
Risparmio di Savona in Banca Carige, è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione di Immobiliare Carisa in Banca
Carige.
Cessione della partecipazione detenuta in Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane
In data 18 dicembre 2015, a seguito delle autorizzazioni ricevute dalle autorità di vigilanza competenti, è stata perfezionata
la cessione a Mercury Italy S.r.l. del 2,204% del capitale sociale di Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane S.p.A.
(“ICBPI”) detenuto da Banca Carige ad un prezzo di Euro 47,6 milioni; detta cessione è avvenuta in conformità e in
esecuzione di quanto previsto dal contratto preliminare di compravendita stipulato in data 19 giugno 2015 tra Mercury Italy
S.r.l. (veicolo indirettamente partecipato dai fondi Bain Capital, Advent International e Clessidra Sgr) e alcune banche tra
cui Banca Carige, avente ad oggetto l’85,29% del capitale sociale complessivamente detenuto in ICBPI dalle stesse banche.
Per effetto di detta cessione la Banca ha registrato una plusvalenza lorda di Euro 29,7 milioni.
Cessione della partecipazione detenuta in CartaSi
In data 18 gennaio 2016 l’Emittente ha perfezionato con Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane S.p.A. la cessione
dell’intera partecipazione azionaria detenuta in CartaSi S.p.A. pari allo 0,237% del capitale sociale, per il prezzo
complessivo di Euro 2.999.250, pari ad un corrispettivo unitario di Euro 13,33 per azione, con conseguimento di una
plusvalenza lorda pari ad Euro 2.370.950.
C)
Supervisory Review and Evaluation Process – SREP 2015
In data 27 novembre 2015, Banca Carige ha comunicato di aver ricevuto la decisione finale di BCE avente ad oggetto gli
esiti del processo annuale di SREP svolto dall’Autorità di Vigilanza ai sensi della Direttiva Comunitaria 2013/36/UE.
Nella SREP decision, BCE ha richiesto alla Banca il mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di
Common Equity Tier 1 Ratio (CET1 Ratio) su base consolidata pari all’11,25%, in diminuzione rispetto al precedente
requisito dell’11,50% comunicato nel mese di marzo 2015, che potrà essere oggetto di un’ulteriore revisione al verificarsi di
una strutturale riduzione del peso dei crediti deteriorati rispetto alla consistenza degli attivi del Gruppo bancario.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Oltre al citato requisito patrimoniale minimo, la SREP decision ha previsto:
(i) il mantenimento su base consolidata di un indicatore di liquidità pari al 90% in termini di Liquidity Coverage Ratio;
(ii) la restrizione al pagamento di dividendi agli azionisti.
Al riguardo, si segnala che, al 31 dicembre 2015, entrambi i requisiti patrimoniali e di liquidità risultavano soddisfatti in
quanto il CET1 Ratio era pari al 12,19% in termini phased-in e al 11,71% in termini fully loaded, e il Liquidity Coverage
Ratio era pari al 140%, mentre al 30 giugno 2016 il CET1 Ratio è pari al 12,2% in termini phased-in e all’11,12% in termini
fully loaded mentre il Liquidity Coverage Ratio si attesta al 114%.
In data 19 febbraio 2016, è pervenuta a Banca Carige la c.d. draft decision di BCE con la quale detta Autorità ha
comunicato l’intenzione di adottare una decisione relativamente a “The reduction of risks and the presentation of a plan to
restore compliance with supervisory requirements” (“La riduzione dei rischi e la presentazione di un piano in conformità ai
requisiti di vigilanza”). Pur a fronte delle azioni che Banca Carige ha posto in essere, e riconosciute dalla medesima BCE, al
fine, in particolare, del rafforzamento del patrimonio, del miglioramento della governance e dei controlli e della maggiore
efficienza della gestione, nella draft decision BCE ha richiesto all’Emittente di predisporre:
-
un nuovo funding plan, entro il 31 marzo 2016;
-
un nuovo piano industriale che tenesse conto del deterioramento dell’attuale scenario rispetto alle originarie previsioni,
entro il 31 maggio 2016;
-
un piano che riflettesse nuove considerazioni sulle opzioni strategiche del Gruppo, sempre entro il termine del 31
maggio 2016.
La draft decision fa esplicito riferimento alle tensioni, soprattutto dal lato della raccolta, che si sono manifestate nel sistema
bancario italiano a partire dalla fine di novembre 2015 e contiene la richiesta alla Banca di predisporre un nuovo funding
plan. Tale documento delinea il percorso di mantenimento di un adeguato indicatore, misurato dal Liquidity Coverage Ratio
(LCR) su profili convenientemente al di sopra della soglia minima di riferimento, sia nello scenario base delineato
nell’esercizio che in uno scenario stressato che ipotizza il permanere di condizioni di contesto non favorevoli per un periodo
di tempo prolungato.
Inoltre, la draft decision, muovendo dalla constatazione che i risultati economici conseguiti devono essere considerati
ancora deboli, malgrado alcuni miglioramenti soprattutto nell’area del costo del credito e dei costi operativi, conteneva la
richiesta alla Banca di un nuovo piano industriale adattato al corrente scenario di mercato e di un piano a medio termine che
rifletta nuove considerazioni sulle opzioni strategiche del Gruppo, entrambi i piani da presentarsi alla BCE entro il 31
maggio 2016.
Banca Carige ha provveduto, entro i termini richiesti dalla BCE, all’inoltro del funding plan in data 31 marzo 2016.
In data 31 marzo 2016, inoltre, è pervenuta all’Emittente, da parte di BCE, la c.d. final decision e, avverso tale final
decision, la Banca ha presentato ricorso amministrativo presso la Commissione Amministrativa del Riesame in data 11
aprile 2016. In data 27 aprile 2016, la Commissione Amministrativa del Riesame ha proposto che, considerato il
rinnovamento di due terzi del Consiglio di Amministrazione della Banca, inclusi il Presidente e l’Amministratore Delegato,
verificatosi dopo l'adozione della final decision contestata, il Consiglio di Vigilanza della BCE rivedesse i termini finali per
la presentazione del piano industriale e del piano a medio termine.
In data 4 maggio 2016, la BCE ha fatto pervenire alla Banca una nuova draft decision che ha modificato parzialmente le
decisioni contenute nella final decision.
In particolare, tale nuova decisione specificava che la Banca era tenuta a presentare a BCE:
−
entro il 31 maggio 2016, le linee guida dei suddetti piano industriale e piano a medio termine, oltre ad un
aggiornamento del funding plan presentato il 31 marzo 2016;
−
entro il 30 giugno 2016, il piano industriale e il piano a medio termine dettagliati, a valere sulle linee guida presentate
il 31 maggio 2016.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
In data 17 maggio 2016, l’Emittente ha ricevuto la final decision di BCE che ha confermato la draft decision ricevuta in
data 4 maggio 2016.
D)
Funding plan e Piano Strategico 2016-2020
In riscontro alle richieste di BCE e nei termini dalla stessa richiesti (di cui al precedente paragrafo C), Banca Carige ha
presentato a BCE l’aggiornamento del funding plan presentato in data 31 marzo 2016 e il Piano Strategico 2016 – 2020 che
include il piano a medio termine.
Nell’aggiornamento del funding plan vengono sostanzialmente confermate le linee strategiche già contenute nel funding
plan del 31 marzo 2016 finalizzate alla gestione della liquidità ed al mantenimento dell’indicatore di vigilanza LCR
(Liquidity Coverage Ratio) al di sopra del 90% (richiesto da BCE nell’ambito dello SREP), calcolato come il minimo
regolamentare del 70% incrementato dell’add-on del 20%.
L’aggiornamento del funding plan (così come il funding plan presentato il 31 marzo 2016) prevede uno scenario base e uno
scenario stressato al fine di testare la robustezza del funding plan 2016 e quindi la capacità del Gruppo Carige di garantire
livelli di LCR superiori al livello minimo richiesto dalla BCE (come ricordato, pari al 90%) anche in presenza di shock
inattesi.
In data 29 giugno 2016, anche in considerazione di quanto contenuto nella final decision di BCE ricevuta dall’Emittente in
data 17 maggio 2016, il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha approvato all’unanimità il Piano Strategico 20162020, illustrato in pari data dall’Emittente alla comunità finanziaria, che sostituisce integralmente il precedente Piano
Industriale 2015 – 2019, contenente gli obiettivi economici, finanziari e patrimoniali per il periodo 2016-2020.Il Piano
Strategico 2016-2020 si basa su assunzioni macroeconomiche che stimano una crescita economica dell’Italia di dimensione
contenuta, il persistere di un contesto di bassi tassi di interesse e una crescita contenuta nella concessione di nuovo credito;
il Piano Strategico 2016-2020 mira a rilanciare l’attività del Gruppo nei prossimi cinque anni rafforzandone il ruolo di
banca commerciale di riferimento del territorio attraverso il rinnovamento dell’offerta alla clientela e del modello di
servizio.
Il nuovo Piano si basa su assunzioni macroeconomiche conservative che stimano una crescita contenuta (PIL italiano +0,9%
nel 2020), il persistere di un contesto di bassi tassi di interesse (Euribor 3 mesi negativo fino al 2019 e 0,7% nel 2020), un
tasso di inflazione che, in orizzonte di piano, è previsto in crescita fino all’1,9% e la contenuta crescita nella concessione di
nuovo credito (+2,9% al 2020) e della raccolta diretta.
In particolare, il Piano Strategico 2016-2020 si basa sulle seguenti quattro aree di intervento: (i) il rafforzamento del
bilancio, con particolare riferimento all’attuazione di una serie di misure, tra cui, in particolare, la dismissione di una parte
del portafoglio NPL per circa Euro 1,8 miliardi; (ii) l’aumento dell’efficienza tramite diverse iniziative che interesseranno la
rete territoriale, la struttura organizzativa, l’infrastruttura tecnologica e la gestione delle risorse umane, (iii) la
rifocalizzazione della Banca a vantaggio delle aree storicamente core del Gruppo quali la Liguria e la Toscana, (iv) la
rinnovata offerta commerciale ai clienti. La dismissione di una parte del portafoglio NPL verrà attuata cercando di
minimizzare gli impatti a conto economico e massimizzando la riduzione delle RWA in un ottica di significativa riduzione
del peso del credito deteriorato sul totale del credito. La cessione di selezionati portafogli avverrà esplorando tutti gli
strumenti ad oggi disponibili e sviluppando una modalità di dismissione ricorrente al fine di ridurre l’impatto di nuovi
ingressi sullo stock di sofferenze.
Il Piano prevede in particolare la dismissione di una tranche di NPL per non meno di Euro 900 milioni entro la fine del
2016 e di ulteriori Euro 900 milioni nel 2017; tali misure verranno attuate cercando di minimizzare gli impatti a conto
economico e massimizzando la riduzione delle RWA. Il Piano prevede anche un forte rafforzamento dell’unità dedicata alla
gestione degli NPL, che sarà dotata di maggiore autonomia e potenziata con l’incremento di circa 60 risorse, al fine di
migliorare le capacità operative.
Con particolare riferimento al programmato piano di dismissione di una parte del portafoglio NPL nonché degli ulteriori
accantonamenti su crediti previsti nel corso del 2016 è stata ipotizzata, nell’orizzonte di Piano, la riduzione del requisito
regolamentare del CET1. Il piano di dismissione di detto portafoglio è previsto determinare un impatto negativo nell’ordine
del 10% del valore nominale lordo dei crediti ceduti e un calo dei fondi propri. In particolare, il Piano prevede che
l’Emittente, a conclusione dell’operazione straordinaria di dismissione di una parte del portafoglio NPL, si attesti, al 2017,
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
ad un CET1 pari al 10,3% (che si confronta con il requisito patrimoniale minimo richiesto da BCE in termini di CET 1 Ratio
su base consolidata pari all’11,25%) con un progressivo miglioramento negli esercizi successivi sino a raggiungere un
livello di CET1 pari all’11,5% a fine Piano.
Il rafforzamento del bilancio passerà anche attraverso il miglioramento del mix delle fonti di finanziamento, che
contribuiranno a diminuire il costo medio del funding. È prevista inoltre la partecipazione al programma T-LTRO2 fino a
circa Euro 3,4 miliardi e l’incremento delle emissioni di strumenti di debito wholesale.
Infine, il Piano prevede che ulteriori operazioni di rafforzamento patrimoniale verranno proposte solo se ritenute necessarie
per il conseguimento degli obiettivi in esso previsti.
Per quanto riguarda le iniziative di miglioramento dell’efficienza, le principali iniziative saranno orientate a:
- ottimizzazione della rete distributiva con la chiusura di 106 filiali che porterà il Gruppo ad allinearsi alla media di
mercato in termini di intermediato e numero di addetti per filiale;
- evoluzione del modello distributivo basata su una maggiore automazione e digitalizzazione dei processi che libereranno
risorse da dedicare alla clientela e all’attività commerciale;
- parziale outsourcing delle attività di ICT e relativi nuovi investimenti nell’orizzonte del piano a supporto della revisione
dei sistemi multicanale e del miglioramento dei sistemi di risk management.
- interventi organizzativi riferiti a circa 700 risorse ed iniziative finalizzate al ricambio generazionale, con l’ingresso di
circa 270 risorse che apporteranno nuove professionalità utili alla realizzazione del Piano.
In relazione alla rifocalizzazione del Gruppo, si segnala che la stessa avrà carattere innanzitutto geografico, a vantaggio
delle aree storicamente core del Gruppo come Liguria e Toscana, con la rivisitazione della presenza nelle regioni meno
strategiche quali quelle con una minor market-share o con minori economie di scala e con la focalizzazione dell’attività di
sviluppo della clientela sul segmento retail, attraverso un modello di servizio dedicato, e la riduzione dell’esposizione al
segmento large corporate.
Infine, l’attività commerciale verrà rivista ricercando una migliore copertura dei segmenti mass market e small business
supportata da un’offerta multiservizio digitale che consentirà l’incremento del cross- selling e lo sviluppo delle commissioni
nette. La rivisitazione della gestione del segmento private avverrà attraverso l’incremento dell’offerta di servizi di wealth
management dedicati, con focus sui clienti a maggior valore aggiunto. Una maggiore spinta commerciale sui prodotti del
credito al consumo verrà perseguita anche attraverso l’ampliamento del servizio a nuove fasce di clientela.
In data 27 ottobre 2016 l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di
decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca da sottoporsi alla BCE entro il 3
novembre 2016.
Nell’ambito delle suddette bozze di decisione, BCE, pur accogliendo positivamente l’enfasi sulla riduzione dei costi,
definisce “sfidante” l’attuazione del nuovo Piano Strategico per le ragioni di seguito sintetizzate: (i) il target annuale di
crescita dell’utile ricorrente è ritenuto piuttosto ambizioso; (ii) l’effettiva attuazione delle economie di costo proposte
risultano non certe; (iii) il livello-obiettivo degli NPL non è sufficiente per affrontare le questioni inerenti la qualità degli
attivi e (iv) le previsioni di perdita connesse alle cessioni di NPL sono valutate da BCE ottimistiche e potrebbero richiedere
ulteriori misure patrimoniali.
La seconda bozza prevede che entro il 31 gennaio 2017 la Banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come intervento
precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione degli NPL, valutandone anche gli impatti in termini di
adeguatezza patrimoniale. I requisiti relativi alla riduzione quantitativa dei crediti problematici sono rappresentati, senza
differenziazione tra le diverse classi di crediti, come segue:
NPL lordi (miliardi euro)
Coverage ratio
31-12-2017
max 5,5
min 45%
31-12-2018
max 4,6
min 43%
31-12-2019
max 3,7
min 42%
La Banca ha formulato , entro il termine fissato per il 3 novembre, alla BCE le proprie osservazioni concernenti sia il
merito dei contenuti delle bozze che il quadro normativo al quale esse si riferiscono.
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
La Banca comunica inoltre di avere comunque già in corso, anche in relazione ai recenti favorevoli sviluppi relativi a
cartolarizzazioni di NPL, analisi volte alla definizione, nei più brevi tempi possibili, di più incisive opzioni, rispetto a
quelle individuate nel piano industriale 2016-2020 approvato lo scorso giugno ed attualmente in fase di implementazione,
per conseguire una rilevante riduzione dell’incidenza degli NPL sul bilancio.
Per maggiori informazioni si veda il comunicato stampa pubblicato in data 29 giugno 2016 e il documento di presentazione
denominato “2016-2020 Piano Strategico”, entrambi disponibili sul sito internet dell’Emittente:
http://www.gruppocarige.it/wpsgrp/portal/istituzionale/carige-ist-ita/investor-relations.
E)
Impugnativa dei bilanci 2013
Come reso noto al mercato con comunicato stampa diffuso il 9 gennaio 2015, Consob ha citato la Banca ai sensi
dell’articolo 157, comma 2, del TUF, con atto di citazione, notificato in pari data, a mezzo del quale è stato instaurato
presso il Tribunale di Genova un procedimento civile avente ad oggetto la richiesta di declaratoria di nullità o di
annullamento della delibera assembleare del 30 aprile 2014 di approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013 di
Banca Carige, per asserita non conformità del predetto bilancio alle norme che ne disciplinano la redazione ed in particolare
ai Principi Contabili IAS 1, 8 e 36, nonché l’accertamento della non conformità del bilancio consolidato di Banca Carige al
31 dicembre 2013, ai suddetti Principi Contabili.
Nell’atto di citazione, in particolare, Consob ha contestato a Banca Carige le modalità di recepimento delle osservazioni
formulate nella propria Delibera n. 18758 del 10 gennaio 2014, riguardanti la rideterminazione, ai sensi del Principio
Contabile Internazionale IAS 8, dei valori degli avviamenti e delle partecipazioni nelle controllate bancarie e assicurative
per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. Secondo Consob, le violazioni contestate avrebbero conseguentemente
comportato anche una violazione del principio generale di competenza economica.
La Banca si è costituita in giudizio con comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata presso il Tribunale
di Genova - Sezione IX, contestando le deduzioni, pretese e allegazioni avversarie. La prima udienza di comparizione si è
tenuta in data 19 maggio 2015. All’udienza del 19 maggio 2015, un azionista della Banca fino al 16 aprile 2014, ha
depositato una comparsa di intervento volontario ai sensi dell’articolo 105, comma 2, del codice di procedura civile. Il
Collegio, al quale la causa è stata rimessa per la decisione dal Giudice Istruttore, dopo aver accertato, con sentenza n. 3772
del 22 dicembre 2015, la carenza di interesse ad intervenire nella causa dell’azionista, ha dichiarato l’inammissibilità
dell’intervento ed ha rimesso la causa in istruttoria, fissando l’udienza di trattazione per il 22 gennaio 2016. Nel corso di
tale ultima udienza il Giudice, su concorde richiesta delle parti, ha concesso loro i termini di cui all’articolo 183, comma 6,
del codice di procedura civile, fissando l’udienza del 5 maggio 2016 per l’eventuale assunzione dei mezzi di prova. Nel
corso di detta udienza il Giudice, su concorde richiesta delle parti, ha concesso i termini di cui all’articolo 183, comma 6,
del codice di procedura civile. A seguito del deposito delle memorie istruttorie, all’udienza tenutasi in data 5 maggio 2016
entrambe le parti hanno insistito per la fissazione dell’udienza di precisazione delle conclusioni. Con ordinanza emessa fuori
udienza, il Giudice, a scioglimento della riserva assunta, ha ritenuto l’opportunità di sentire un Consulente Tecnico in ordine
ad alcuni dei rilievi formulati da Consob e ha quindi fissato l’udienza del 6 giugno 2016 per sentire i difensori delle parti sul
quesito da formulare al CTU nonché sull’eventuale individuazione di un CTU (o di una rosa di CTU) di comune fiducia.
Nel corso di tale udienza, le parti hanno sottoposto al Giudice una rosa di CTU di comune fiducia, suggerendo altresì che la
formulazione del quesito peritale venga discussa e concordata tra il – ovvero, i – Consulente/i Tecnico/i d’Ufficio ed i
consulenti di parte. Il Giudice si è riservato di portare al Collegio la proposta e di provvedere quindi in merito con separata
ordinanza. A scioglimento della riserva, il Giudice ha nominato quale CTU il prof. Mario Massari (scelto nella predetta rosa
di comune fiducia) e ha rinviato l’udienza al 19 luglio 2016 per il conferimento dell’incarico e la formulazione del quesito.
All’udienza del 19 luglio 2016 è stata demandata al CTU prof. Mario Massari, che ha prestato rituale giuramento, la
risoluzione del quesito formulato concordemente tra le parti. Il Giudice ha quindi assegnato i termini per lo svolgimento
delle operazioni peritali fissando al 16 febbraio 2017 il termine per il deposito della versione definitiva dell'elaborato
peritale e rinviando la causa all’udienza del 22 febbraio 2017 per l’esame delle relative risultanze.
Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia al successivo Capitolo 11, Paragrafo 11.6 del Documento di Registrazione.
125
Banca CARIGE S.p.A.
F)
Documento di Registrazione
Assemblea degli azionisti del 31 marzo 2016
In data 31 marzo si è tenuta l’Assemblea degli azionisti dell’Emittente che, in sede ordinaria, ha nominato il nuovo
Consiglio di Amministrazione, composto da 15 membri, nonché il suo Presidente ed il Vice Presidente per il triennio 2016 2018, con scadenza alla data dell’Assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018, sulla base di cinque liste
presentate dai soci ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto e in conformità a quanto previsto dal medesimo articolo in merito al
rispetto dell’equilibrio tra i generi.
Per maggiori informazioni sulla composizione del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente si veda il Capitolo 9,
Paragrafo 9.1 del Documento di Registrazione.
Sempre in sede ordinaria l’Assemblea:
•
ha approvato il bilancio d’esercizio 2015 di Banca Carige deliberando di portare a nuovo la perdita netta pari a Euro
164.936.618,65 (Euro 101.741.079 la perdita netta 2015 consolidata) e ha deliberato di coprire la perdita d’esercizio
2014, portata a nuovo per Euro 657.786.161,92 mediante utilizzo dei sovrapprezzi di emissione (per Euro
635.964.554,93) e di riserve da fusione (per Euro 21.821.606,99);
•
ha approvato la politica retributiva del Gruppo Banca Carige per l’esercizio 2016, i piani di compensi basati su strumenti
finanziari e i criteri per la determinazione del compenso da accordare in caso di conclusione anticipata del rapporto di
lavoro o di cessazione anticipata dalla carica. L’Assemblea ha inoltre preso atto dell’informativa sull’attuazione delle
politiche di remunerazione vigenti nel corso dell’esercizio 2015;
•
ha integrato, ai sensi dell’articolo 2401 del Codice Civile e in conformità a quanto previsto dall’articolo 26 dello Statuto,
il Collegio Sindacale nominando quale Sindaco supplente Remo Dominici, con scadenza della carica unitamente agli
altri membri del Collegio Sindacale, in occasione dell’Assemblea che verrà convocata per l’approvazione del bilancio al
31 dicembre 2016.
Per maggiori informazioni sulla composizione del Collegio Sindacale si veda il Capitolo 9, Paragrafo 9.1, del Documento di
Registrazione.
In sede straordinaria l’Assemblea ha approvato le proposte di modifica al testo dello Statuto sociale, volte all’adeguamento
del testo statutario alle vigenti disposizioni di vigilanza sul governo societario per le società bancarie. Dette modifiche
integrano le modifiche statutarie approvate dall’Assemblea del 23 aprile 2015 (per maggiori informazioni al riguardo si
rinvia alla pag. 18 della relazione sulla gestione al Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento
di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
"http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf"
G)
Apollo Management International LLP
In data 10 febbraio 2016, l’Emittente ha ricevuto dal fondo Apollo Management International LLP (“Apollo”) una lettera,
non sollecitata, con la quale tale fondo ha presentato una proposta – non vincolante e confidenziale – a formulare, al
verificarsi di determinate condizioni preliminari e sospensive, un’offerta vincolante di acquisto del portafoglio di crediti “in
sofferenza” del Gruppo, compensandone gli effetti con un aumento di capitale da Euro 625 milioni (interamente garantito
da fondi affiliati ad Apollo), riservato a fondi riferibili ad Apollo per Euro 525 milioni, e offerto in opzione per i restanti
Euro 100 milioni agli attuali Azionisti.
In data 23 marzo 2016, l’Emittente ha ricevuto da Apollo una revisione della lettera del 10 febbraio 2016, con la quale
Apollo ha confermato la propria proposta – non vincolante e confidenziale – a formulare, al verificarsi di determinate e
modificate condizioni preliminari e sospensive, un’offerta vincolante di acquisto del portafoglio di crediti “in sofferenza”
del Gruppo, a condizioni riviste (in particolare, la previsione di un aumento di capitale – a compensazione degli effetti della
cessione dei suddetti crediti “in sofferenza” – per Euro 550 milioni interamente garantito da fondi affiliati ad Apollo,
riservato a fondi riferibili ad Apollo per Euro 500 milioni e offerto in opzione per i restanti Euro 50 milioni agli attuali
Azionisti dell’Emittente.
Le suddette lettere di Apollo sono state oggetto di esame del Consiglio di Amministrazione della Banca nel corso di varie
sessioni e, da ultimo, in occasione della riunione del 29 aprile 2016, nella quale il Consiglio di Amministrazione medesimo
ha ritenuto, anche indipendentemente da ogni valutazione del merito della proposta non vincolante di Apollo, non
126
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
sussistenti le condizioni della sua concreta praticabilità (e ciò, in particolare, a ragione del carattere non vincolante della
proposta e della previsione nella stessa della concessione di esclusiva in favore di Apollo). Peraltro, la Banca ha manifestato
la disponibilità a confrontarsi eventualmente anche con Apollo delle iniziative che assumerà con riguardo alla soluzione
delle problematiche connesse ai non performing loans del Gruppo.
H)
Sottoscrizione delle quote del Fondo “Atlante”
In data 15 aprile 2016, il Comitato Esecutivo dell’Emittente, valutate positivamente le iniziative programmatiche del Fondo
“Atlante” finalizzate a fornire supporto ad operazioni di ricapitalizzazione di alcune banche italiane e alla gestione dei
crediti in sofferenza, ha deliberato l’impegno vincolante della Banca alla sottoscrizione di quote del Fondo stesso per
l’importo di 20 milioni di Euro. Detto Fondo è un fondo di investimento alternativo mobiliare di tipo chiuso denominato
“Atlante”, gestito da Quaestio Capital Management SGR S.p.A.
In data 29 aprile 2016, con riferimento alla prima operazione di investimento avente ad oggetto la sottoscrizione, da parte di
Fondo Atlante, di azioni di nuova emissione di Banca Popolare di Vicenza S.p.A., l’Emittente ha eseguito un primo
versamento a valere sull’impegno vincolante alla sottoscrizione sopra indicato per complessivi Euro 7,895 milioni.
Nel corso del mese di giugno 2016, infine, con riferimento alla sottoscrizione, da parte di Fondo Atlante, di azioni di nuova
emissione di Veneto Banca S.p.A., l’Emittente ha eseguito un ulteriore versamento a valere sull’impegno vincolante alla
sottoscrizione sopra indicato per complessivi Euro 4,024 milioni.
I)
Supervisory Review and Evaluation Process – SREP 2016
In data 27 ottobre 2016 l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di
decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca da sottoporsi alla BCE entro il 3
novembre 2016.
La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and
Evaluation Process – cd. SREP) e contiene la richiesta della BCE alla Banca di mantenere, su base consolidata, un requisito
patrimoniale complessivo (Total SREP Capital Requirement, TSCR) dell'11,25%, che include il requisito minimo di fondi
propri dell'8% ed un requisito aggiuntivo di fondi propri del 3,25%.
La BCE precisa che il TSCR dell'11,25% potrebbe essere rivisto - tenendo conto di eventuali evoluzioni future delle
condizione economiche e finanziarie dell’ente creditizio su base consolidata - una volta che le esposizioni deteriorate (nonperforming) saranno riportate ad un livello sostenibile.
La Banca è altresì soggetta al requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement, OCR), che prevede, oltre al
TSCR, il requisito combinato di riserva di capitale fissato dalla Banca d’Italia all’1,25% per il 2017.
La BCE richiede inoltre alla Banca di mantenere in qualsiasi momento, a livello consolidato, un requisito di liquidità pari al
90% in termini di coefficiente di copertura della liquidità (Liquidity Coverage Ratio).
La BCE richiede poi alla Banca, a livello consolidato, di fornire alla BCE informazioni integrative in merito ai crediti
deteriorati (Non-Performing Loan, NPL) e di non effettuare distribuzioni ai soci.
Con riferimento alla raccomandazione sulle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la BCE si
aspetta che la Banca, a livello consolidato, si attenga alle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital
guidance) del 2,25%, da detenere in aggiunta al requisito del Common Equity Tier I del 9% (composto da coefficiente
minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di riserva di capitale dell’1,25%). La
BCE segnala che: “il mancato rispetto delle indicazioni di capitale di secondo pilastro non costituisce di per sé violazione
dei requisiti di fondi propri. Tuttavia, qualora il capitale della Banca su base consolidata scendesse, o fosse previsto
scendere al di sotto del livello delle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la Banca dovrà
avvertire immediatamente la BCE e spiegare nel dettaglio le motivazioni del mancato rispetto delle indicazioni di ‘Pillar 2
capital guidance’. La BCE esaminerà le motivazioni per cui il capitale della Banca è sceso o è previsto scendere e si
considererà l’adozione di commisurate ed opportune misure specifiche per l’ente creditizio, compresa, in via esemplificativa
e non esaustiva, la richiesta di presentazione di un piano di ripristino patrimoniale (capital restoration plan), sulla base
dell’art. 16(2) del regolamento (UE) n. 1024/2013.”
127
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
PANORAMICA DELLE ATTIVITA'
4.2 Principali attività
4.2.1 Breve descrizione delle principali attività dell’emittente con indicazione delle principali categorie di prodotti
venduti e/o servizi prestati
Il Gruppo Carige è uno dei principali poli bancari e creditizi del panorama finanziario italiano, il cui settore prevalente è
l’attività bancaria, che opera principalmente nei seguenti ambiti:
–
–
–
–
attività bancaria, che comprende le attività di erogazione del credito, di raccolta e amministrazione del risparmio, di
raccolta ordini su titoli e valute;
distribuzione da parte degli sportelli bancari di prodotti di risparmio gestito, assicurativi e previdenziali;
servizi finanziari, quali leasing, factoring e credito al consumo;
gestione della tesoreria e del portafoglio di proprietà, nonché delle negoziazioni sui mercati mobiliari e valutari.
Banca Carige svolge il ruolo di capogruppo e ha accentrato presso di sé le funzioni di coordinamento e controllo quali la
pianificazione, il marketing, i controlli gestionali, amministrativi e sui rischi finanziari e creditizi relativamente alle società
bancarie e strumentali. Banca Carige gestisce inoltre la tesoreria e il portafoglio titoli delle banche del Gruppo.
L’attività bancaria è svolta dalle banche del Gruppo – Banca Carige, Banca Carige Italia, Banca del Monte di Lucca e
Banca Ponti – caratterizzate da un forte radicamento territoriale in Liguria (Banca Carige), Toscana (Banca Carige e Banca
del Monte di Lucca) e Lombardia (Banca Ponti). Per maggiori informazioni in merito a Banca Carige Italia si veda il
Capitolo 4, Paragrafo 1 del Documento di Registrazione.
Alla Data del Documento di Registrazione, il Gruppo opera, tramite accordo di lungo termine, anche nel settore
assicurativo, previdenziale e della Bancassicurazione attraverso Amissima Vita, che esercita il ramo vita, e Amissima
Assicurazioni, che esercita il ramo danni. Per maggiori informazioni in merito a tale accordo di distribuzione con Apollo si
veda il successivo Capitolo 12 del Documento di Registrazione.
Il Gruppo esercita altresì l’attività finanziaria nel settore del credito al consumo attraverso la società Creditis e nel risparmio
gestito tramite la collaborazione commerciale con Arca SGR S.p.A., società che a fine dell’esercizio 2013 ha acquisito
dall’Emittente la società interamente controllata Carige AM SGR.
Il Gruppo è inoltre presente nell’attività fiduciaria tramite la società Centro Fiduciario.
Completano il Gruppo le società veicolo per i Programmi di Emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (Carige Covered
Bond S.r.l. e Carige Covered Bond 2 S.r.l.) e le società veicolo per le operazioni di cartolarizzazione Argo Mortgage 2 S.r.l.,
Lanterna Finance S.r.l., Lanterna Consumer S.r.l. e Lanterna Lease S.r.l..
Al 30 giugno 2016, le filiali tradizionali del Gruppo sono 624 (n. 258 di Banca Carige, n. 335 di Banca Carige Italia, n. 24
di Banca del Monte di Lucca e n. 7 di Banca Cesare Ponti).
Il servizio di consulenza finanziaria personale dedicata alla clientela di più alto profilo conta su un totale di 107 consulenti
private e su 482 consulenti affluent mentre quello dedicato alle imprese conta su 179 consulenti corporate (di cui 6 large
corporate, 173 mid corporate) e 333 consulenti small business.
Gli sportelli ATM-Bancomat operativi a fine giugno 2016 sono 735, mentre il numero di sportelli Bancacontinua è rimasto
invariato a 19, al fine di diminuire il carico di lavoro delle filiali e velocizzare le operazioni dei correntisti allo sportello il
Gruppo può contare su 168 cash in predisposti al versamento contanti/assegni distribuiti in 166 filiali. Nelle filiali coinvolte,
nel primo semestre 2016, la percentuale di trasferimento di versamenti migrabili è stata pari al 36,2%.
128
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
L’offerta dei prodotti alla clientela
L’offerta dei prodotti del Gruppo Carige è sviluppata dalle Strutture “Finanza”, “Retail”, “Private”, “Corporate” e
“Multicanalità integrata” ed è in grado di coprire le esigenze finanziarie e previdenziali di privati e imprese, con una
particolare attenzione per la clientela retail e per le piccole e medie imprese.
La Struttura Finanza sviluppa l’offerta dei prodotti dedicati alla gestione attiva del risparmio della clientela, quali
obbligazioni, fondi comuni, gestioni patrimoniali, prodotti bancario-assicurativi e previdenziali, pronti contro termine.
Completano l’offerta i servizi di intermediazione mobiliare, di custodia valori e di cambio valuta.
La Struttura Retail cura l’offerta ai segmenti privati e piccole imprese (Small business e Piccoli Operatori economici) sia dei
prodotti di tesoreria (principalmente, il conto corrente, sia dei mutui ipotecari finalizzati all’acquisizione e alla
ristrutturazione di immobili. Inoltre gestisce anche il comparto dei servizi di pagamento, tradizionali ed elettronici, che
sviluppa sia internamente al perimetro del Gruppo, sia esternamente, in collaborazione con le principali società italiane ed
internazionali nella gestione dei circuiti elettronici (principalmente Cartasì, VISA, Mastercard, American Express, Diners).
La Struttura Private banking definisce la strategia per la clientela private, sovraintende la struttura rete di private bankers e
si avvale di un’ampia gamma di offerta che prevede l’utilizzo dell’architettura aperta.
La Struttura Corporate si occupa dell’offerta di finanziamenti a breve e medio-lungo termine, sia ipotecari che chirografari
alle piccole/medie imprese (Mid e large corporate). L’offerta copre anche la gamma dei finanziamenti agevolati, il credito
agrario, i mutui edilizi, il leasing ed il factoring, unitamente alla componente di tutti i servizi alle imprese focalizzata su
estero, coperture finanziarie e assicurative e canali telematici.
La Struttura Multicanalità integrata cura l’offerta legata al mondo del remote banking, costituita dal Contact center,
dall’Internet banking, dal Mobile banking e dai servizi automatici tramite ATM.
Il Gruppo completa la propria offerta con la concessione di prestiti personali chirografari e di prodotti di credito al consumo,
realizzata tramite la controllata Creditis, e con il collocamento di prodotti assicurativi delle compagnie Amissima
Assicurazioni e Amissima Vita.
Informativa per settori operativi
Il modello di business del Gruppo Carige viene sviluppato ed analizzato secondo la dimensione territoriale che rispecchia la
configurazione societaria del Gruppo, suddivisa in Banche reti territoriali relative alla Liguria ed all’Extra Liguria.
Coerentemente a quanto previsto dal “management approach” definito dall’IFRS 8, si è scelto, pertanto, di adottare quale
modello di riferimento per l’esposizione dell’informativa di settore la logica “territoriale”.
La logica territoriale, adeguata alla struttura civilistica, scompone i risultati e le attività tra i seguenti settori operativi:
-
“Liguria”: clientela operativa presso gli sportelli della Capogruppo, localizzata prevalentemente in tale regione. Viene
incluso in questo settore operativo anche il Centro Fiduciario;
-
“Extra Liguria”: comprende al proprio interno Banca Carige Italia unitamente ai risultati delle banche controllate
localizzate nelle aree geografiche fuori Liguria (Banca del Monte di Lucca e Banca Cesare Ponti);
-
“Altri settori operativi”: include le altre società del Gruppo che svolgono attività finanziaria e strumentale;
-
“Elisioni”: settore residuale previsto esplicitamente dalla normativa per dare evidenza delle eli-sioni infra-gruppo.
I settori operativi territoriali conseguono, al 30 giugno 2016, i seguenti risultati:
-
129
la rete Liguria presenta un margine di intermediazione pari a Euro 184 milioni (55,4% del totale di Gruppo), il risultato
della gestione finanziaria ed assicurativa è pari a Euro -88,6 milioni ed i costi operativi ammontano a Euro 142,4
milioni (52,9% del totale di Gruppo). Questi valori si rispecchiano in una perdita dell’operatività corrente di Euro 231
milioni e in un cost income del 77,4% (81,1% per il Gruppo Carige). Con riferimento ai volumi, i crediti verso
clientela ammontano a Euro 11.636 milioni (58% del totale di Gruppo), i debiti verso clientela ammontano a Euro
8.003 milioni (55,7% del totale di Gruppo) ed i titoli in circolazione e le passività finanziarie valutate al fair value si
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
attestano a Euro 5.790 milioni; la raccolta indiretta è pari a Euro 13.777 milioni. Complessivamente, le Attività
Finanziarie Intermediate sono pari a Euro 27.571 milioni e rappresentano il 64,2% del totale di Gruppo.
-
130
la rete Extra - Liguria consegue un margine di intermediazione di Euro 167,7 milioni (50,5% del totale di Gruppo), un
risultato della gestione finanziaria ed assicurativa pari a Euro 55,7 milioni e costi operativi per Euro 129,92 milioni
(48,3% del totale di Gruppo): tali valori conducono ad una perdita dell’operatività corrente di Euro 74,1 milioni. Il cost
income è pari a 77,5% (81,1% per il Gruppo Carige). Per quanto riguarda l’andamento delle quantità patrimoniali, i
crediti verso clientela sono pari a Euro 8.524 milioni, i debiti verso clientela ammontano a Euro 6.092 milioni, i titoli
in circolazione si attestano a Euro 3.659 milioni, la raccolta indiretta ammonta a Euro 8.398 milioni (39,7% del totale
di Gruppo). Complessivamente le Attività Finanziarie Intermediate sono pari a Euro 18.149 milioni e rappresentano il
42,3% del totale di Gruppo.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Aree geografiche di attività (Importi in migliaia di euro)
Liguria
Extra
Liguria
Altri settori
operativi
Elisioni
TOTALE
Margine di intermediazione
1^ sem 2016
1^ sem 2015
(1)
Risultato netto della gestione finanziaria
e assicurativa (2)
1^ sem 2016
183.984
167.675
4
-19.654
332.009
172.944
175.400
-62
-24.695
323.587
-88.641
55.764
4
7.636
-25.237
87.187
135.081
-62
-20.188
202.019
-142.385
-129.874
-65
3.190
-269.135
-158.644
-126.250
-19
2.805
-282.108
-231.026
-74.110
-61
10.826
-294.372
-71.457
8.832
-81
-17.383
-80.089
77,4
77,5
1.492,6
81,1
91,7
72,0
-30,0
87,2
30/06/2016
11.636.491
8.524.043
497.788
-600.214
20.058.107
31/12/2015
12.554.331
8.695.592
1.077.384
-854.691
21.472.616
30/06/2016
8.003.824
6.092.360
491.664
-212.722
14.375.126
31/12/2015
8.619.789
6.505.904
527.683
-116.810
15.536.566
Titoli
in
circolazione
e
passività
finanziarie valutate al fair value (b)
30/06/2016
5.790.199
3.659.137
405.732
-2.471.053
7.384.015
31/12/2015
6.643.950
3.579.923
98.366
-2.437.017
7.885.222
30/06/2016
13.777.116
8.398.095
0
-1.002.615
21.172.596
31/12/2015
14.575.236
8.431.588
0
-1.152.121
21.854.703
27.571.140
18.149.592
897.396
-3.686.390
42.931.737
29.838.975
18.517.415
626.049
-3.705.949
45.276.491
1^ sem 2015
(1)
Costi operativi
1^ sem 2016
1^ sem 2015
(1)
Utile (perdita) della operatività corrente
1^ sem 2016
1^ sem 2015
(1)
Cost income (%)
1^ sem 2016
1^ sem 2015
(1)
Crediti verso clientela
Debiti verso clientela (a)
Altre Attività Finanziarie (c)
Attività Finanziarie
(d= a+b+c)
30/06/2016
31/12/2015
Intermediate (AFI)
(l) I saldi comparativi riflettono, rispetto a quelli pubblicati, gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5 (“Attività non correnti possedute per la
vendita e attività operative cessate” e da una migliore definizione dei settori operativi.
(2) Inclusi gli utili (perdite) delle partecipazioni e da cessione degli investimenti e le rettifiche di valore sugli avviamenti.
131
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Aree geografiche di attività (Importi in migliaia di euro)
Liguria
Extra
Liguria
Altri settori
operativi
Elisioni
TOTALE
Margine di intermediazione
12 mesi 2015
12 mesi 2014
(1)
Risultato netto della gestione finanziaria
e assicurativa (2)
12 mesi 2015
366.101
348.471
-75
-28.693
685.803
384.214
411.536
452
-26.842
769.360
135.636
227.939
-75
156
363.655
-441.963
201.645
452
323.685
83.819
-364.728
-262.317
-73
5.707
-621.410
-365.334
-273.420
-52
7.770
-631.036
-229.092
-34.378
-148
5.863
-257.755
-807.298
-71.774
400
331.455
-547.217
99,6
75,3
-96,7
90,6
95,1
66,4
11,5
82,0
31/12/2015
12.554.331
8.695.592
1.077.384
-854.691
21.472.616
31/12/2014
11.606.297
8.921.888
3.699.294
-544.648
23.682.831
31/12/2015
8.619.789
6.505.904
527.683
-116.810
15.536.566
31/12/2014
8.213.311
7.104.619
2.395.867
-380.811
17.332.987
Titoli
in
circolazione
e
passività
finanziarie valutate al fair value (b)
31/12/2015
2.014.545
3.569.922
4.737.772
-2.437.017
7.885.222
31/12/2014
3.137.744
4.876.634
4.867.144
-3.794.909
9.086.614
31/12/2015
14.575.236
8.431.588
0
-1.152.121
21.854.703
31/12/2014
14.201.794
8.722.566
0
-2.006.219
20.918.141
25.209.571
18.507.413
5.265.455
-3.705.949
45.276.491
25.552.850
20.703.820
7.263.012
-6.181.939
47.337.742
12 mesi 2014
(1)
Costi operativi
12 mesi 2015
12 mesi 2014
(1)
Utile (perdita) della operatività corrente
12 mesi 2015
12 mesi 2014
(1)
Cost income (%)
12 mesi 2015
12 mesi 2014
(1)
Crediti verso clientela
Debiti verso clientela (a)
Altre Attività Finanziarie (c)
Attività Finanziarie
(d= a+b+c)
31/12/2015
31/12/2014
Intermediate (AFI)
(l) I saldi comparativi riflettono, rispetto a quelli pubblicati, gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5 (“Attività non correnti possedute per la
vendita e attività operative cessate” e da una migliore definiizone dei settori operativi. Le informazioni sui crediti e i debiti verso la clientela non
comprendono gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5.
(2) Inclusi gli utili (perdite) delle partecipazioni e da cessione degli investimenti e le rettifiche di valore sugli avviamenti.
I settori operativi territoriali conseguono, nell’anno 2015, i seguenti risultati:

132
la rete Liguria presenta un margine di intermediazione pari a Euro 366,1 milioni (53,4% del totale di Gruppo), il
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
risultato della gestione finanziaria ed assicurativa è pari a Euro 135,6 milioni di Euro (37,3% del totale di Gruppo)
ed i costi operativi ammontano a Euro 364,7 milioni (58,7% del totale di Gruppo). Questi valori si rispecchiano in
una perdita dell’operatività corrente di Euro 229,1 milioni e in un cost income del 99,6% (90,6% per il Gruppo
Carige). Con riferimento ai volumi, i crediti verso clientela ammontano a Euro 12.554 milioni (58,5% del totale di
Gruppo), i debiti verso clientela ammontano a Euro 8.620 milioni (55,5% del totale di Gruppo) ed i titoli in
circolazione e le passività finanziarie valutate al fair value si attestano a Euro 2.015 milioni; la raccolta indiretta è
pari a Euro 14.575 milioni. Complessivamente, le Attività Finanziarie Intermediate sono pari a Euro 25.210 milioni
e rappresentano il 55,7% del totale di Gruppo.

4.2.2
la rete Extra - Liguria consegue un margine di intermediazione di Euro 348,5 milioni (50,8% del totale di
Gruppo), un risultato della gestione finanziaria ed assicurativa pari a Euro 227,9 milioni e costi operativi per Euro
262,3 milioni (42,2% del totale di Gruppo): tali valori conducono ad una perdita dell’operatività corrente di Euro
34,4 milioni. Il cost income è pari a 75,3% (90,6% per il Gruppo Carige). Per quanto riguarda l’andamento delle
quantità patrimoniali, i crediti verso clientela sono pari a Euro 8.696 milioni, i debiti verso clientela ammontano a
Euro 6.506 milioni, i titoli in circolazione si attestano a Euro 3.570 milioni, la raccolta indiretta ammonta a Euro
8.432 milioni (38,6% del totale di Gruppo). Complessivamente le Attività Finanziarie Intermediate sono pari a
Euro 18.507 milioni e rappresentano il 40,9% del totale di Gruppo.
Indicazione dei nuovi prodotti e/o delle nuove attività, se significativi.
Il Gruppo Carige, nel corso del 2016, ha ulteriormente rafforzato il processo di conversione del comportamento di
versamento della clientela verso i canali automatici. La rete di ATM dedicati al versamento è cresciuta grazie
all’installazione di nuove macchine ed il Gruppo conta 168 ATM Cash In distribuiti su 166 filiali, raggiungendo una
diffusione territoriale di oltre 1 filiale su 4 dotata di ATM Cash In. In queste filiali, grazie ad iniziative commerciali mirate,
la percentuale di trasferimento dei versamenti su ATM Cash In nel 2015 ha raggiunto quota 35%.
Sul fronte internet, la piattaforma a disposizione dei privati per accedere ai servizi del Gruppo via web (Carige on line) e
smartphone (Carige mobile) è stata progressivamente unificata e implementata. La penetrazione dei servizi online è in
continua crescita. A partire dal 2015 il Gruppo ha lanciato sul mercato una soluzione di pagamenti istantanei che consente il
trasferimento di denaro, da persona a persona in tempo reale, tramite il semplice utilizzo del numero di telefono.
L’obiettivo di sviluppare la multicanalità ha interessato profondamente anche il segmento imprese: nel 2014 è stata
implementata l’offerta e migliorata la fruibilità della nuova piattaforma di internet banking denominata Carige OnDemand,
il collegamento telematico per accedere contemporaneamente alla banca online e al Corporate Banking Interbancario, per
soddisfare via web esigenze informative e operative. A fine 2015 le imprese con Carige OnDemand hanno superato le
80.000 unità.
È continuata l’attività di sviluppo del private banking, sotto l’aspetto sia dell’acquisizione di nuovi clienti, sia dell’offerta
dedicata alla clientela esistente non ancora private. In ottica di multicanalità è attivo il servizio Io Ponti, primo progetto di
consulenza live a distanza nel private banking che coniuga la tecnologia con la relazione; si tratta di un servizio esclusivo e
innovativo nel panorama nazionale che consente la comunicazione a distanza tra il cliente e il private banker grazie ad un
sistema Cisco riservato e criptato che garantisce i migliori standard di sicurezza e riservatezza. Nel private banking è
proseguita l’attività di integrazione della gamma degli strumenti finanziari offerti in architettura aperta su piattaforma
AllFunds, mediante la selezione di prodotti di eccellenza di primarie case internazionali. Con specifico riferimento a questo
segmento di clientela è proseguito il collocamento delle gestioni di portafoglio individuale articolate su 10 linee.
Nell’ambito dei prodotti di bancassicurazione ramo danni, è proseguito il collocamento dei prodotti di Amissima
Assicurazioni. In particolare, nell’ambito del comparto RC Auto, è proseguita per i clienti di tutte le dipendenze la
possibilità di acquistare la polizza con convenzione GPS (Guido Più Sereno) che prevede l’installazione, a bordo del veicolo
assicurato, di un meccanismo elettronico per la rilevazione di informazioni utili a consentire l’assistenza tempestiva alle
persone ed al veicolo oltre alla ricostruzione della dinamica di eventuali incidenti.
Per i prodotti di bancassicurazione ramo vita, è proseguito il collocamento dei prodotti di Amissima Vita: per la parte di
ramo I sono collocabili le polizze Carige Soluzione Rendimento, Carige Soluzione Assicurata e Carige per 5, e, per il ramo
3, è continuato il collocamento della polizza Unit Linked Carige UnitPiù. Il catalogo di offerta è stato inoltre ampliato con
l’introduzione delle polizze multiramo Carige Multisoluzione e Multisoluzione Più.
133
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Nel 2015 è stato realizzato il Progetto Consulenza, che consente al Gruppo di allineare l’erogazione della consulenza in
materia di investimenti alle best practices di mercato anche in vista della prossima entrata in vigore della Direttiva Mifid 2.
Il servizio prevede un nuovo modello di tutela, basato su un cosiddetto approccio “multivariato di portafoglio” articolato sul
duplice confronto tra più indicatori relativi ai prodotti finanziari/portafoglio del cliente, da un lato, e le diverse
caratteristiche ed esigenze del cliente stesso, dall’altro. Tramite la piattaforma di consulenza, i consulenti che gestiscono il
rapporto di clientela sono supportati nella costruzione dei portafogli dall’attività delle strutture centrali di Advisory, che
predispongono e propongono portafogli modello e bouquets di prodotti selezionati coerenti ed adeguati ai differenti profili
di rischio.
In tema di risparmio gestito è proseguita la collaborazione commerciale con Arca SGR, fund house di riferimento del
Gruppo dal 2014, con accesso ad un catalogo di prodotti completo e diversificato che comprende fondi aperti e fondi a
cedola con periodo di collocamento definito. In seguito, la gamma dei fondi aperti è stata ulteriormente ampliata con
l’introduzione del fondo azionario Arca Economia Reale Equity Italia e dei fondi bilanciati Arca Multiasset Balanced e
Arca Multiasset Aggressive. Inoltre sono stati effettuati alcuni interventi sulla gamma: le fusioni del fondo Arca Cash Plus
in Arca Strategia Globale Crescita e del fondo Arca MM Euro Short Term in Arca RR Diversified Bond Euro e la
trasformazione del fondo Arca RR Bond Euro in Arca RR Diversified Bond Euro. Ad inizio 2016 è stato inoltre introdotto il
fondo Arca Risparmio, fondo obbligazionario che investe in titoli governativi e corporate con vita residua massima di 3
anni, senza rischio cambio, tale fondo è stato introdotto per soddisfare le esigenze dei clienti di gestione della liquidità in un
momento di forte volatilità dei mercati finanziari. Nell’ambito della gamma dei fondi a cedola è proseguita la distribuzione
“a finestra” del fondo del fondo bilanciato flessibile Arca Reddito Multivalore, e, per i fondi obbligazionari, sono stati
introdotti i fondi Arca Cedola Plus e Arca Reddito Valore Globale.
Relativamente alla previdenza complementare è proseguito il collocamento del Fondo Pensione Aperto Arca Previdenza, la
cui gamma è stata razionalizzata con la fusione del comparto Garanzia nella linea Obiettivo TFR.
Nell'ambito dei prodotti di raccolta diretta, il Gruppo Carige ha iniziato un percorso di revisione della propria gamma di
depositi vincolati attraverso la rivisitazione del prodotto Carige RendiOltre, partite di liquidità vincolata in conto corrente,
non rientranti nel perimetro rilevante ai fini del cosiddetto “bail-in”.
Nell'ambito dei mutui a privati, il Gruppo ha mantenuto costante il presidio del posizionamento competitivo della gamma,
che si è concretizzato con due repricing a maggio e dicembre 2015. Al prodotto di punta denominato Mutuo Miglior Casa,
destinato a finanziare acquisti o ristrutturazioni con rapporto LTV fino al 50%, si sono affiancati Carige Mutuo 70, per
finanziamenti con LTV fino al 70%, e Mutuo Carige RistrutturaFacile, finanziamento a tasso misto specifico per gli
interventi di ristrutturazione.
Programmi di emissione di Covered Bond
L’Emittente ha in essere due Programmi di Emissione di Covered Bond.
Nell’ambito del primo programma avviato nel corso del 2008 e successivamente rinnovato (ultimo rinnovo effettuato nel
luglio del 2015), Banca Carige, Banca Carige Italia e Banca del Monte di Lucca hanno ceduto alla società veicolo Carige
Covered Bond S.r.l. (società controllata da Carige con una partecipazione pari al 60% del capitale sociale), anche ai sensi
degli articoli 7-bis e 7-ter della Legge 130, un portafoglio di mutui ipotecari residenziali e commerciali per un ammontare di
Euro 8,1 miliardi. A fronte di questi crediti, alla Data del Documento di Registrazione risultano emesse Obbligazioni
Bancarie Garantite per complessivi Euro 5,8 miliardi, di cui Euro 3,4 miliardi non ancora rimborsate, quotate alla Borsa del
Lussemburgo e sulle quali le agenzie di rating Fitch Ratings, Moody’s e DBRS esprimono la propria valutazione del merito
di credito.
Nell’ambito del secondo programma, avviato nel corso del 2011, Banca Carige e le altre banche del Gruppo hanno ceduto
alla società veicolo Carige Covered Bond 2 S.r.l. un portafoglio di mutui ipotecari commerciali per un ammontare di Euro
1,3 miliardi. A fronte di questi crediti, alla data del Documento di Registrazione risultano emesse Obbligazioni Bancarie
Garantite per complessivi Euro 1,15 miliardi, di cui Euro 0,35 miliardi non ancora rimborsate (scadenza prevista febbraio
2021), quotate alla Borsa del Lussemburgo, sulle quali l’agenzia di rating Moody’s esprime la propria valutazione del
merito di credito e utilizzate dalla Capogruppo per operazioni di rifinanziamento a medio e lungo termine presso la Banca
Centrale Europea.
134
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Al riguardo, si fa presente che, nel corso dell’anno 2016, andranno in scadenza covered bond emessi dall’Emittente
nell’ambito del primo programma per complessivi Euro 1.180 milioni e che il Consiglio di Amministrazione di Banca
Carige, nella seduta dell’11 febbraio 2016, al fine di garantire al Gruppo un adeguato livello di liquidità e collaterale anche
nel medio periodo perseguendo una strategia di diversificazione delle proprie fonti di finanziamento, ha deliberato la
realizzazione di un’operazione di cartolarizzazione ai sensi della Legge 130/99, mediante la cessione di un portafoglio di
contratti di locazione finanziaria nonché di esprimere parere favorevole in ordine alla realizzazione da parte della
controllata Creditis di un’operazione di cartolarizzazione mediante la cessione di un portafoglio costituito da prestiti
personali e cessioni del quinto dello stipendio e della pensione.Inoltre, nel mese di febbraio 2016, Banca Carige ha emesso
due nuovi covered bond retained per complessivi nominali Euro 850 milioni di Euro.
4.2.3 Principali mercati
Alla data del 30 giugno 2016 (ultima data disponibile) Banca Carige detiene in Liguria, a livello di Gruppo, una posizione
leader con una quota di mercato pari al 19,1% del totale dei depositi, 24,3% del totale degli impieghi e 26,5% del totale
della rete di sportelli(28).
A livello nazionale il Gruppo detiene una quota di mercato pari allo 0,9% del totale dei depositi, 1,2% del totale degli
impieghi e 2,1% del totale della rete di sportelli(29).
4.2.4 Posizione concorrenziale dell’Emittente
Le dichiarazioni sulla posizione concorrenziale dell’Emittente contenute nel presente Documento di Registrazione sono
state formulate dall’Emittente sulla base di elaborazioni interne, secondo quanto comunicato a Banca d’Italia, ove richiesto
in ottemperanza agli obblighi di segnalazione periodica previsti dalla vigente normativa in materia di vigilanza prudenziale,
nonché sulla scorta delle fonti citate.
(28) Fonte: Banca d’Italia, matrice dei conti BASTRA 1, giugno 2016. (Dati per residenza clientela).
(29) Fonte: Banca d’Italia, matrice dei conti BASTRA 1, giugno 2016. (Dati per residenza clientela).
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Banca CARIGE S.p.A.
5.
Documento di Registrazione
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Banca Carige, non facente capo ad alcun gruppo di riferimento, è la società capogruppo del Gruppo Carige e svolge, oltre
all’attività bancaria, le funzioni di indirizzo, governo e controllo unitario sulle società finanziarie e strumentali controllate.
Banca Carige, quale banca che esercita l’attività di direzione e coordinamento del Gruppo Carige, ai sensi dell'articolo 61,
quarto comma, del TUB, emana, nell’esercizio dell’attività di direzione e di coordinamento, disposizioni alle componenti
del Gruppo, e ciò anche per l’esecuzione delle istruzioni impartite dalle autorità di vigilanza e nell’interesse della stabilità
del Gruppo.
L’Emittente è capogruppo del Gruppo Banca Carige, iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari, tenuto da Banca d’Italia, al n.
6175.4.
Il seguente grafico illustra la struttura del Gruppo alla Data del Documento di Registrazione.
Si ricorda che nell’ambito delle iniziative previste dal Piano Strategico 2016 – 2020, in data 5 agosto 2016, i Consigli di
Amministrazione di Banca Carige e della controllata Banca Carige Italia hanno approvato il progetto di fusione per
incorporazione di Banca Carige Italia nell’Emittente. L’operazione, che potrà essere definitivamente deliberata una volta
conclusa la prevista procedura autorizzativa nei confronti dell’Autorità di Vigilanza, avverrà nelle forme semplificate
previste dalla vigente normativa per le società interamente controllate e non darà luogo ad alcun concambio
Per informazioni in merito alle operazioni straordinarie che hanno di recente interessato il Gruppo Carige (tra cui le cessioni
delle controllate assicurative Amissima Vita e Amissima Assiucurazioni e la fusione per incoporazione in Banca Carige di
Cassa di Risparmio di Savona, Cassa di Risparmio di Carrara, Columbus Carige Immobiliare e Immobiliare Carisa) che
hanno portato il Gruppo ad assumere la struttura sopra descritta, si rinvia al Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 del Documento di
Registrazione.
136
Banca CARIGE S.p.A.
6.
Documento di Registrazione
INFORMAZIONI SULLE TENDENZE PREVISTE
7.1 Cambiamenti negativi nelle prospettive dell’Emittente
Il 2015 si è svolto in un quadro macroeconomico non favorevole, ma in leggero miglioramento, indotto soprattutto dalle
politiche monetaria e fiscale espansive, dal deprezzamento dell’Euro e dalla riduzione del prezzo del petrolio. Lo scenario
finanziario di riferimento ha scontato tuttavia la presenza di tassi d’interesse ai minimi storici e una rischiosità del credito
ancora elevata, ancorché in diminuzione.
In questo contesto il Gruppo ha evidenziato una perdita netta di competenza della Capogruppo di Euro 101,7 milioni.
Anche se la ripresa dell’economia italiana, avviatasi all’inizio del 2015, appare ancora debole ed incerta, nel corso del 2016
è prevista una crescita del PIL italiano superiore a quella del 2015, principalmente per il contributo della domanda interna,
che beneficia delle politiche fiscali e monetarie e del miglioramento del mercato del lavoro, a fronte di un saldo estero
lievemente negativo, che sconta la flessione dell’export verso i Paesi Extra-Ue.
In particolare, dal miglioramento degli investimenti produttivi ci si attende un impatto positivo in termini di redditività,
qualità e volumi intermediati dal Sistema bancario.
Con riferimento ai primi nove mesi del 2016, la gestione del Gruppo ha evidenziato un risultato netto negativo di Euro
244,9 milioni, a fronte di un risultato negativo di Euro 0,4 milioni del settembre 2015.
In particolare, il conto economico dei primi 9 mesi evidenzia un margine d’intermediazione, pari a Euro 479,2 milioni, in
crescita dello 0,2% sullo stesso periodo dell’esercizio precedente, nonostante il perdurare di condizioni di contesto
macroeconomiche e del settore di riferimento non favorevoli, un livello di rettifiche di valore nette ancora elevato (Euro
417,2 milioni contro Euro 198,5 milioni nei primi nove mesi del 2015) e costi operativi in diminuzione (da Euro 414,3
milioni a Euro 408,7 milioni).
Fermo restando quanto sopra riportato l’Emittente dichiara che, in base alle informazioni allo stato disponibili, non si sono
verificati cambiamenti negativi sostanziali delle proprie prospettive dalla data dell’ultimo bilancio pubblicato sottoposto a
revisione.
7.2 Informazioni su tendenze, incertezze, richieste, impegni o fatti noti che potrebbero avere ripercussioni
significative sulle prospettive dell’Emittente almeno sull’esercizio in corso
Fermo restando quanto indicato nel Capitolo 3 del Documento di Registrazione, si evidenzia che in data 31 marzo 2016
l’Emittente ha ricevuto la “Decision on the presentation of a plan to restore compliance with supervisory requirements”
(“La riduzione dei rischi e la presentazione di un piano in conformità ai requisiti di vigilanza”) di BCE con la quale tale
Autorità di Vigilanza ha richiesto, come già indicato nella draft decision della BCE del 19 febbraio 2016:
(a)
(b)
(c)
un nuovo piano di finanziamento (funding plan) per affrontare i propri problemi di finanziamento e liquidità, da
sottoporre alla BCE entro e non oltre cinque giorni lavorativi dalla data di ricezione della comunicazione;
un nuovo piano industriale, che prevedesse una valutazione maggiormente realistica della sostenibilità del proprio
business, adeguata alle attuali circostanze di mercato e che rifletta le deviazioni già registrate rispetto alle stime del
Piano Industriale 2015-2019, da sottoporre all’Autorità di Vigilanza Europea entro e non oltre il 31 maggio 2016; e
un piano a medio termine contenente una rivalutazione delle opzioni strategiche di Banca Carige. Secondo la
richiesta di BCE, detto piano, da sottoporre all’Autorità di Vigilanza Europea entro e non oltre il 31 maggio 2016,
avrebbe dovuto includere le spiegazioni necessarie ad agevolare la comprensione del processo seguìto e le principali
conclusioni raggiunte.
A seguito di ricorso presentato dalla Banca avverso tale final decision di BCE, ricorso presentato dalla Banca a seguito
dell’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione nominato dall’Assemblea dei Soci in data 31 marzo 2016, in
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
data 4 maggio 2016 è pervenuta all’Emittente una nuova draft decision dell’Autorità di Vigilanza Europea in cui, a parziale
modifica delle decisioni contenute nella final decision del 31 marzo 2016, BCE ha chiesto alla Banca di presentare:
−
entro il 31 maggio 2016, le linee guida del piano industriale e del piano a medio termine, oltre ad un aggiornamento
del funding plan presentato il 31 marzo 2016; e
−
entro il 30 giugno 2016, il piano industriale e il piano a medio termine dettagliati, a valere sulle linee guida
presentate il 31 maggio 2016.
In data 17 maggio 2016, l’Emittente ha ricevuto la final decision di BCE che ha confermato la draft decision ricevuta in
data 4 maggio 2016.
Alla Data del Documento di Registrazione, Banca Carige ha presentato alla BCE, nei termini dalla stessa richiesti,
l’aggiornamento del funding plan presentato in data 31 marzo 2016 e il Piano Strategico 2016 – 2020 che include il piano a
medio termine. Per maggiori informazioni al riguardo si rinvia al Capitolo 4, Paragrafo 4.1.5 del Documento di
Registrazione.
In data 27 ottobre 2016 l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di
decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca da sottoporsi alla BCE entro il 3
novembre 2016.
Nell’ambito delle suddette bozze di decisione, BCE, pur accogliendo positivamente l’enfasi sulla riduzione dei costi,
definisce “sfidante” l’attuazione del nuovo Piano Strategico per le ragioni di seguito sintetizzate: (i) il target annuale di
crescita dell’utile ricorrente è ritenuto piuttosto ambizioso; (ii) l’effettiva attuazione delle economie di costo proposte
risultano non certe; (iii) il livello-obiettivo degli NPL non è sufficiente per affrontare le questioni inerenti la qualità degli
attivi e (iv) le previsioni di perdita connesse alle cessioni di NPL sono valutate da BCE ottimistiche e potrebbero richiedere
ulteriori misure patrimoniali.
La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and
Evaluation Process – cd. SREP) e contiene la richiesta della BCE alla Banca di mantenere, su base consolidata, un requisito
patrimoniale complessivo (Total SREP Capital Requirement, TSCR) dell'11,25%, che include il requisito minimo di fondi
propri dell'8% ed un requisito aggiuntivo di fondi propri del 3,25%.
La BCE precisa che il TSCR dell'11,25% potrebbe essere rivisto - tenendo conto di eventuali evoluzioni future delle
condizione economiche e finanziarie dell’ente creditizio su base consolidata - una volta che le esposizioni deteriorate (nonperforming) saranno riportate ad un livello sostenibile.
La Banca è altresì soggetta al requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement, OCR), che prevede, oltre al
TSCR, il requisito combinato di riserva di capitale fissato dalla Banca d’Italia all’1,25% per il 2017.
La BCE richiede inoltre alla Banca di mantenere in qualsiasi momento, a livello consolidato, un requisito di liquidità pari al
90% in termini di coefficiente di copertura della liquidità (Liquidity Coverage Ratio).
La BCE richiede poi alla Banca, a livello consolidato, di fornire alla BCE informazioni integrative in merito ai crediti
deteriorati (Non-Performing Loan, NPL) e di non effettuare distribuzioni ai soci.
Con riferimento alla raccomandazione sulle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la BCE si
aspetta che la Banca, a livello consolidato, si attenga alle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital
guidance) del 2,25%, da detenere in aggiunta al requisito del Common Equity Tier I del 9% (composto da coefficiente
minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di riserva di capitale dell’1,25%). La
BCE segnala che: “il mancato rispetto delle indicazioni di capitale di secondo pilastro non costituisce di per sé violazione
dei requisiti di fondi propri. Tuttavia, qualora il capitale della Banca su base consolidata scendesse, o fosse previsto
scendere al di sotto del livello delle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la Banca dovrà
avvertire immediatamente la BCE e spiegare nel dettaglio le motivazioni del mancato rispetto delle indicazioni di ‘Pillar 2
capital guidance’. La BCE esaminerà le motivazioni per cui il capitale della Banca è sceso o è previsto scendere e si
considererà l’adozione di commisurate ed opportune misure specifiche per l’ente creditizio, compresa, in via esemplificativa
e non esaustiva, la richiesta di presentazione di un piano di ripristino patrimoniale (capital restoration plan), sulla base
dell’art. 16(2) del regolamento (UE) n. 1024/2013.”
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
La seconda bozza prevede che entro il 31 gennaio 2017 la Banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come intervento
precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione degli NPL, valutandone anche gli impatti in termini di
adeguatezza patrimoniale. I requisiti relativi alla riduzione quantitativa dei crediti problematici sono rappresentati, senza
differenziazione tra le diverse classi di crediti, come segue:
31-12-2017
31-12-2018
31-12-2019
NPL lordi (miliardi euro)
max 5,5
max 4,6
max 3,7
Coverage ratio
min 45%
min 43%
min 42%
La Banca ha formulato , entro il termine fissato per il 3 novembre, alla BCE le proprie osservazioni concernenti sia il
merito dei contenuti delle bozze che il quadro normativo al quale esse si riferiscono.
La Banca comunica inoltre di avere comunque già in corso, anche in relazione ai recenti favorevoli sviluppi relativi a
cartolarizzazioni di NPL, analisi volte alla definizione, nei più brevi tempi possibili, di più incisive opzioni, rispetto a
quelle individuate nel piano industriale 2016-2020 approvato lo scorso giugno ed attualmente in fase di implementazione,
per conseguire una rilevante riduzione dell’incidenza degli NPL sul bilancio.
Sulla base dei più recenti dati a disposizione, l’Emittente dichiara che, per quanto a sua conoscenza, non risultano tendenze,
incertezze, richieste, impegni o fatti noti che potrebbero ragionevolmente avere ripercussioni significative sulle sue
prospettive almeno per l’esercizio in corso.
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Banca CARIGE S.p.A.
7.
PREVISIONI O STIME DEGLI UTILI
Il presente Documento di Registrazione non contiene previsioni o stime di utili.
140
Documento di Registrazione
Banca CARIGE S.p.A.
8.
Documento di Registrazione
ORGANI DI AMMINISTRAZIONE, DI DIREZIONE E DI VIGILANZA
9.1. Consiglio di Amministrazione, Amministratore Delegato, Comitato Esecutivo, Direttore Generale e Collegio
Sindacale
Ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, la Società è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un
minimo di sette ad un massimo di quindici membri, secondo quanto stabilito dall’Assemblea degli azionisti dell’Emittente.
Il Consiglio di Amministrazione in carica è stato nominato dall’Assemblea ordinaria del 31 marzo 2016, la quale ha
determinato in quindici il numero dei Consiglieri componenti il Consiglio di Amministrazione, con scadenza del mandato
alla data dell’Assemblea che verrà convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018. In data 1° agosto 2016, il
Dott. Beniamino Anselmi ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Consigliere e di Presidente del Comitato
Esecutivo in relazione a nuove scelte professionali. Nella seduta dell’11 ottobre 2016, Il Consiglio di Amministrazione della
Banca Carige, in relazione alle dimissioni rassegnate dal Dott. Beniamino Anselmi, ha cooptato quale Consigliere di
Amministrazione della Banca, ai sensi dell’art. 2386 del Codice Civile, il Prof. Avv. Giuseppe Pericu. Nel contempo il
Consiglio di Amministrazione ha altresì nominato il Prof. Avv. Pericu quale membro del Comitato Nomine, con indicazione
ad assumerne la presidenza. Infine in in data 21 ottobre 2016 il Dott. Giampaolo Provaggi ha rassegnato le dimissioni con
decorrenza immediata dalla carica di Consigliere di Amministrazione e componente del Comitato Esecutivo.
I componenti del Consiglio di Amministrazione sono indicati nella tabella che segue.
Carica
Nome e Cognome
Luogo e data di nascita
Presidente
Prof. Avv. Giuseppe Tesauro (1)
Napoli – 15 novembre 1942
Vice Presidente
Ing. Vittorio Malacalza (1)
Bobbio (PC) – 17 settembre 1937
Amm. Delegato
Dott. Guido Bastianini (*)
Gavorrano (GR) – 10 aprile 1958
Consigliere
Avv. Sara Armella
Savona – 20 novembre 1969
Consigliere
Dott. Claudio Calabi
Torino – 20 aprile 1948
Consigliere
Rag. Remo Angelo Checconi
Genova – 25 marzo 1932
Consigliere
Dott. Giulio Gallazzi (1) (2)
Bologna – 8 gennaio 1964
Consigliere
Prof.ssa Paola Girdinio (1) (2)
Genova – 11 aprile 1956
Consigliere
Dott. Alberto Mocchi (1) (2)
Milano – 2 luglio 1954
Consigliere
Dott. Luciano Pasquale
San Sebastiano Curone (AL) - 22
febbraio 1950
Consigliere
Prof. Avv. Giuseppe Pericu (3)
Genova, 20 ottobre 1937
Consigliere
Avv. Elisabetta Rubini (1) (2)
Milano – 22 ottobre 1956
Consigliere
Dott.ssa Maurizia Squinzi (1) (2)
Pero (MI), 23 maggio 1950
Consigliere
Avv. Lucia Venuti (1) (2)
Carrara (MS) – 7 marzo 1964
(*)
(1)
(2)
(3)
141
Svolge le funzioni di Direttore Generale, anche ai sensi dell’art. 27 dello Statuto
Amministratore non esecutivo.
Amministratore indipendente ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto (che declina gli inerenti requisiti, mutuati sia dalle
previsioni di cui all’articolo 148, comma 3, del TUF, sia dal Codice di Autodisciplina delle società quotate, il tutto ai sensi
dell’articolo 147-ter, comma 4, del TUF) come verificato dal Consiglio di Amministrazione del 29 aprile 2016.
Amministratore nominato per cooptazione dal Consiglio di Amministrazione dell’11 ottobre 2016 in sostituzione del Consigliere
dimissionario Dott. Beniamino Anselmi.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
I membri del Consiglio di Amministrazione sono tutti domiciliati per la carica presso la sede sociale della Banca in Genova,
Via Cassa di Risparmio 15.
Viene di seguito riportato un breve curriculum vitae di ogni Amministratore, dal quale emergono la competenza e
l’esperienza maturate in materia di gestione aziendale.
– Giuseppe TESAURO (Presidente dell’Emittente), laureato in Giurisprudenza, è stato Professore di diritto internazionale
e di diritto delle Comunità Europee presso varie Università italiane; ha ricoperto gli incarichi di Presidente della Corte
Costituzionale, Presidente dell’Autorità Antitrust ed Avvocato Generale della Corte di Giustizia delle Comunità
Europee. Attualmente è Presidente di Banca Carige Italia e membro del Consiglio di Amministrazione della Piaggio
S.p.A., membro del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro San Carlo di Napoli e Garante del Codice Etico
dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas ed il sistema idrico.
– Vittorio MALACALZA (Vice Presidente dell’Emittente), laureato in Ingegneria Civile, opera nelle diverse realtà
industriali delle aziende di famiglia con oltre quarant’anni di esperienza imprenditoriale e ha ricoperto incarichi di
Amministrazione in varie società tra le quali Camfin S.p.A., Pirelli & C. S.p.A., Cassa di Risparmio della Spezia, RCS
Mediagroup S.p.A.; attualmente è, tra l’altro, Presidente di Malacalza Investimenti S.r.l., Hofima S.p.A., Stuarta
Immobiliare S.p.A. e Consigliere di Columbus Superconductors S.r.l., ASG Superconductors S.p.A. e Sima & Tectubi
S.p.A.
– Guido BASTIANINI (Amministratore Delegato dell’Emittente), laureato in Economia e Commercio, iscritto nel
Registro dei Revisori legali, ha iniziato la propria carriera professionale presso l’Ufficio Studi e Pianificazione di Banca
Nazionale dell’Agricoltura S.p.A., ricoprendo in seguito, incarichi di crescente responsabilità nel settore del Controllo di
Gestione e della Pianificazione Strategica presso Banco di Santo Spirito S.p.A., Banco di Roma, Capitalia ed Unicredit;
tra i numerosi incarichi ricoperti in società bancarie e finanziarie, è stato Vice Direttore Generale e Dirigente preposto
alla redazione dei documenti contabili societari di Capitalia S.p.A., Vice Presidente di Banco di Sicilia e Bipop-Carire,
Consigliere di Capitalia Solutions, Capitalia Partecipazioni, Sator S.p.A., Sator Immobiliare SGR S.p.A., Arepo BP
S.p.A., Direttore Generale di Sator S.p.A. , Presidente di Banca Profilo S.p.A. e Consigliere del Centro Europa Ricerche
S.r.l.; è stato inoltre Presidente del Collegio Sindacale di Rusky S.p.A. Attualmente ricopre gli incarichi di Consigliere
di Banca Carige Italia, Consigliere di Banca Cesare Ponti, e di Sindaco Effettivo di Edil Tre Costruzioni S.p.A. e di
Mondo Convenienza Holding S.p.A.
– Sara ARMELLA, laureata in Giurisprudenza, iscritta all’Albo degli Avvocati e all’Albo dei Cassazionisti, svolge
l’attività professionale presso lo Studio legale da lei fondato occupandosi di consulenza e assistenza nei settori della
fiscalità internazionale e nazionale, del diritto doganale, del diritto delle società e dei gruppi. Svolge attività didattica
presso l’Università degli Studi di Genova e l’Università Bocconi di Milano. Ha ricoperto l’incarico di Presidente di
Società per il Patrimonio Immobiliare - S.P.IM. S.p.A., San Bartolomeo S.r.l., Fiera di Genova S.p.A., Marina Fiera
S.p.A. e Consigliere di Marina Fiera di Genova S.p.A.
– Claudio CALABI, laureato in Economia e Commercio, ha ricoperto l’incarico di Amministratore Delegato e/o Direttore
Generale in varie società, tra le quali RCS Editori S.p.A., Camuzzi Gazometri S.p.A., Camuzzi International S.p.A., I
Viaggi del Ventaglio S.p.A., Livingston Aviation Group S.p.A., Lauda Air S.p.A. e Il Sole 24 Ore S.p.A.; è stato inoltre
Vice Presidente dell’Agenzia giornalistica ANSA. Attualmente ricopre, tra gli altri, gli incarichi di Presidente con
deleghe di Risanamento S.p.A., di cui è stato Amministratore Delegato; è inoltre Presidente di Milano Santa Giulia
S.p.A., Pandette S.r.l., Eurocotec S.r.l., Vice Presidente di Banca Cesare Ponti e Consigliere di Ospedale San Raffaele
S.r.l. e CISFI S.p.A.
– Remo Angelo CHECCONI, ha ricoperto, tra le altre, la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di
BANEC – Banca dell’Economia Cooperativa S.p.A. (Unipolbanca S.p.A.), di Ligur Part S.p.A. e di UNICARD S.p.A.,
Vice Presidente di Amissima Assicurazioni e Consigliere di Amissima Vita nonché Consigliere di Banca Carige Italia;
già Presidente e Legale Rappresentante di Coop Liguria Società Cooperativa di Consumo a r.l., ne ricopre oggi la carica
di Presidente Onorario e Consigliere.
– Giulio GALLAZZI, laureato in Economia Aziendale, già senior consultant di un importante gruppo statunitense di
Management Consulting, è stato partner, azionista e Consigliere di Valdani & Vicari Associati; ha fondato SRI S.p.A.,
142
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
trasformatasi successivamente in SRI Group, di cui è Presidente e Amministratore Delegato. Attualmente è Consigliere
di Ansaldo STS S.p.A. e della Fondazione Benedetto XVI Pro Matrimonio et Familia, svolge inoltre attività di docenza
presso autorevoli business school europee sui temi della strategia dello sviluppo internazionale del business,
dell’organizzazione dei gruppi complessi e della finanza sostenibile.
– Paola GIRDINIO, laureata in Scienze Fisiche, ha ricoperto diversi incarichi professionali presso l’Università degli Studi
di Genova, divenendo quindi Professore ordinario di “Elettrotecnica” presso la Facoltà di Ingegneria, di cui è stata anche
Preside, ove è attualmente inquadrata. Ha ricoperto l’incarico di Consigliere di RINA Check S.r.l., Ansaldo STS S.p.A.,
Ansaldo Energia S.p.A. e Università degli Studi di Genova; attualmente è Consigliere di Enel S.p.A., D’Appolonia
S.p.A. e Fondazione Costa Crociere.
– Alberto MOCCHI, laureato in Scienze Economiche e Bancarie, tra i numerosi incarichi ricoperti in società bancarie e
finanziarie, è stato Direttore Risorse di Banca Regionale Europea, Direttore Generale (già Direttore Risorse e Vice
Direttore Generale) di Banco di Desio e della Brianza S.p.A., Vice Presidente di Fides S.p.A., Consigliere di Chiara
Assicurazioni S.p.A., Anima SGR e del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, Amministratore Delegato di Credito
Industriale Sammarinese e Direttore Generale di Cassa di Risparmio di Rimini. Attualmente è Consigliere di Banca
Cesare Ponti e Amministratore Unico della S&A Partner S.r.l.
– Luciano PASQUALE, laureato in Scienze Politiche, Cavaliere al merito della Repubblica, è stato Direttore dell’Unione
Industriali della Provincia di Savona, Presidente di Cassa di Risparmio di Savona S.p.A., Fondazione De Mari Cassa di
Risparmio di Savona e Unioncamere Liguria, Consigliere dell’Università degli Studi di Genova; attualmente ricopre, tra
gli altri, gli incarichi di Presidente di Camera di Commercio Riviere di Liguria - Imperia La Spezia Savona, Fondazione
Istituto G. Tagliacarne, Savona Terminals S.p.A. e Finutenti del Porto di Savona Vado S.r.l., Consigliere di Autostrada
dei Fiori S.p.A., componente del Comitato portuale dell’Autorità portuale di Savona-Vado e Amministratore Unico di
Labcam S.r.l.
– Giuseppe PERICU: laureato in Giurispredenza e titolare della Cattedra di Diritto Amministrativo presso le facoltà di
Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Genova e di Milano. E’ professore emerito di Diritto Amministrativo.
Deputato del Parlamento della Repubblica Italiano nel periodo 1994 – 1996 e ha ricoperto l’incarico di Sindaco del
comune di Genova nel periodo 1997-2007. E’ stato membro del Consiglio di Amministrazione della Cassa Depositi e
Prestiti dal 2008 al 2013. Attualmente è Presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti e del Conservatorio Niccolò
Paganini. E’ membro del Comitato Esecutivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Consigliere della Fondazione Teatro
Carlo Felice.
– Elisabetta RUBINI, laureata in Giurisprudenza, iscritta all’Albo degli Avvocati e all’Albo dei Cassazionisti, svolge
l’attività professionale presso lo Studio legale da lei fondato occupandosi, tra l’altro di diritto civile, commerciale,
societario, diritto della concorrenza, responsabilità civile. Attualmente è Consigliere di Banca Cesare Ponti, Consigliere
di Metro5 S.p.A., Presidente dell’Organismo di Vigilanza di Barclays Italia, A.T.M. - Azienda Trasporti Milanesi S.p.A.
e ricopre l’incarico di Organismo di Vigilanza monocratico di ATM Servizi S.p.A.; è inoltre Consigliere della Onlus
TOG-TogetherToGo e membro del consiglio direttivo di AODV231-Associazione degli Organismi di Vigilanza.
– Maurizia SQUINZI, laureata in Economia e Commercio, ha svolto ruoli di manager apicale in varie imprese, ricoprendo,
tra l’altro, gli incarichi di Responsabile Pianificazione e Controllo del Gruppo Montedison, Chief Financial Officer di
Gruppo Latina, Poste Italiane S.p.A., RCS Mediagroup S.p.A., Seat Pagine Gialle S.p.A., Aedes Group, Direttore
Generale per l’area del CFO di Kerself Group, Direttore Risorse della Fondazione Centro S. Raffaele del Monte Tabor,
Direttore Generale della Mittel S.p.A.; ha ricoperto inoltre incarichi di amministrazione presso varie società, tra i quali,
Consigliere di La Previdente Assicurazioni, Previdente Vita S.p.A., Milano Assicurazioni, La Fondiaria Assicurazioni,
Postecom, SDA Express Courier, Thomson Ltd, Castello SGR S.p.A., Sorin Group S.p.A., Presidente di NovaRè S.p.A.,
Presidente ed Amministratore Delegato di Earchimede S.p.A. e di Fashion District Group S.r.l.; attualmente è
Consigliere di Maire Tecnimont S.p.A.
– Lucia VENUTI, laureata in Giurisprudenza, ha conseguito un Master in Bilancio e Amministrazione aziendale e
l’abilitazione all’esercizio della professione forense; attualmente è Direttore Generale di AMIA S.p.A., di cui è stata
Capo servizio affari generali e personale; inoltre è Consulente di Direzione di Cermec S.p.A. - Consorzio Ecologia e
143
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Risorse Massa e Carrara e Liquidatore di AMIATEL S.r.l.
Nessuno dei membri del Consiglio di Amministrazione ha rapporti di parentela con gli altri membri del Consiglio di
Amministrazione, con i componenti del Collegio Sindacale, con il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili
societari e con i principali Dirigenti.
La seguente tabella indica, alla Data del Documento di Registrazione, le principali società di capitali o di persone in cui i
membri del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente siano membri degli organi di amministrazione, direzione o
vigilanza. I membri del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente non indicati nella seguente tabella non sono membri,
alla Data del Documento di Registrazione, di organi di amministrazione, direzione o vigilanza di altre società di capitali o di
persone.
Nome e Cognome
Cariche ricoperte
Giuseppe Tesauro
Presidente
Banca Carige Italia S.p.A.
Consigliere
Piaggio & C. S.p.A.
Consigliere
Fondazione Teatro di San Carlo in
Napoli
Presidente e Socio
Malacalza Investimenti S.r.l.
Presidente
Hofima S.p.A.
Presidente
Hofima Real Estate S.r.l.
Presidente e Socio
Stuarta Immobiliare S.p.A.
Consigliere
Columbus Superconductors S.r.l.
Consigliere
ASG Superconductors S.p.A.
Consigliere
Sima & Tectubi S.p.A.
Amministratore Unico e Socio
Stuarta Finance S.r.l.
Socio
AVM Private Equity 1 S.p.A. in
liquidazione
Consigliere
Banca Carige Italia S.p.A.
Consigliere
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Sindaco
Edil Tre Costruzioni S.p.A.
Sindaco
Mondo Convenienza Holding S.p.A.
Vice Presidente
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Presidente
Eurocotec S.r.l.
Presidente
Milano Santa Giulia S.p.A.
Presidente
Pandette S.r.l.
Presidente
Risanamento Europa S.r.l.
Presidente
Risanamento S.p.A.
Vice Presidente
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Amministratore Unico
Immobiliare Cascina Rubina S.r.l.
Amministratore Unico
MSG Comparto Primo S.r.l.
Vittorio Malacalza
Guido Bastianini
Claudio Calabi
144
Banca CARIGE S.p.A.
Amministratore Unico
MSG Comparto Secondo S.r.l.
Amministratore Unico
Ri.Estate S.r.l.
Amministratore Unico
Ri.Progetti S.r.l.
Consigliere
Ospedale San Raffaele S.r.l.
Consigliere
CISFI S.p.A.
Liquidatore
Camuzzi S.p.A.
Liquidatore
Sinergia Holding di partecipazioni
S.p.A.
Socio
Tucla S.s.
Remo Angelo Checconi
Presidente Onorario e Consigliere
Coop Liguria Società Cooperativa di
Consumo a r.l.
Giulio Gallazzi
Consigliere
Ansaldo STS S.p.A.
Amministratore Unico
Incitatus S.r.l.
Amministratore Unico
Social Housing Italia S.r.l.
Presidente e Amministratore Delegato
SRI Group - NPV Europe S.r.l.
Presidente
SRI Group Italia S.r.l.
Amministratore Unico
SRI Real Estate S.r.l.
Socio e Liquidatore
Headquarter S.r.l. in liquidazione
Consigliere
D’Appolonia S.p.A.
Consigliere
Enel S.p.A.
Consigliere
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Amministratore Unico e Socio
S&A Partner S.r.l.
Consigliere
Autostrada dei Fiori S.p.A.
Presidente
Finutenti del Porto di Savona-Vado
S.r.l.
Presidente
Istituto Guglielmo Tagliacarne
Amministratore Unico
Labcam S.r.l.
Presidente
Savona Terminals S.p.A.
Presidente
Accademia Ligustica di Belle Arti
Presidente
Conservatorio Niccolò Paganini
Membro Comitato Esecutivo
Consigliere
Istituto Italiano di Tecnologia
Fondazione Teatro Carlo Felice
Consigliere
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Consigliere
Metro 5 S.p.A.
Maurizia Squinzi
Consigliere
Maire Tecnimont S.p.A.
Lucia Venuti
Direttore Generale
AMIA S.p.A.
Paola Girdinio
Alberto Mocchi
Luciano Pasquale
Giuseppe Pericu
Elisabetta Rubini
145
Documento di Registrazione
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Comitato Esecutivo
Ai sensi dell’articolo 25 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione, in casi di motivate esigenze dimensionali o
complessità operative, può nominare un Comitato Esecutivo, determinandone il numero dei membri, la durata in carica e le
attribuzioni, nel rispetto della normativa di legge e regolamentare tempo per tempo vigente e tenuto conto dell’eventuale
nomina dell’Amministratore Delegato. Il Comitato Esecutivo è composto dall’Amministratore Delegato, ove nominato,
quale membro di diritto, nonché da un numero di altri membri variabile da due a quattro.
Nella seduta del 4 aprile 2016, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di determinare in 4 (oltre all’Amministratore
Delegato Guido Bastianini, membro di diritto) il numero dei membri elettivi del Comitato Esecutivo, fissando la durata
della relativa carica fino all’Assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018. A seguito delle dimissioni
rassegnate in data 1° agosto 2016 da Beniamino Anselmi dalla carica di Consigliere e di Presidente del Comitato Esecutivo,
nella seduta del 5 agosto 2016, il Consiglio di Amministrazione ha integrato la composizione del Comitato medesimo
nominando il Consigliere Claudio Calabi quale Membro effettivo, con indicazione ad assumere la carica di Presidente
dell’Organo.
In forza delle citate delibere consiliari, l’attuale composizione del Comitato Esecutivo della Banca risulta essere la seguente:
-
Claudio Calabi – Presidente del Comitato
-
Guido Bastianini
-
Sara Armella
-
Remo Angelo Checconi
Comitato Crediti
Nella seduta del 20 febbraio 2014, il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di costituire, con decorrenza 3
marzo 2014, il Comitato Crediti  composto da uno o due membri del Consiglio di Amministrazione e da membri del
management aziendale  con facoltà deliberative delegate in materia di affidamenti e compiti di supporto agli Organi
aziendali nella gestione del rischio di credito, al quale sono esposte le singole componenti del Gruppo e il Gruppo nel suo
insieme, in termini di definizione della politica creditizia, assunzione del rischio di credito e controllo del rischio di credito,
attraverso lo svolgimento di specifiche attività propositive, di verifica, di intervento, deliberative e informative.
Alla Data del Documento di Registrazione, il Comitato Crediti è composto oltre che dal Consigliere Luciano Pasquale,
nominato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 4 aprile 2016, da membri del management aziendale.
Comitati con funzioni consultive costituiti all’interno del Consiglio di Amministrazione
In conformità alle disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche e al Codice di
Autodisciplina, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha istituito al proprio interno il Comitato Rischi, il Comitato
Remunerazione e il Comitato Nomine, adottando i rispettivi regolamenti organizzativi.
Si riporta di seguito la descrizione della composizione e delle attribuzioni dei predetti Comitati endoconsiliari.
Comitato Rischi
Il Comitato Rischi è stato costituito all’interno del Consiglio di Amministrazione con finalità di supporto al Consiglio stesso
in materia di controllo e rischi.
Al Comitato Rischi sono inoltre attribuite le competenze che il “Regolamento recante disposizioni in materia di operazioni
con parti correlate” adottato dalla Consob e la normativa di Vigilanza emanata dalla Banca d’Italia in tema di “Attività di
rischio e conflitti d’interesse nei confronti di soggetti collegati” e di “Partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi
bancari” prevedono in capo agli Amministratori indipendenti.
Il Comitato Rischi è costituito da Amministratori non esecutivi ed in maggioranza indipendenti, includendo i componenti
eletti dalle minoranze, il cui numero (da un minimo di tre ad un massimo di cinque) è definito dal Consiglio di
146
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Amministrazione in sede di nomina in maniera coerente alla complessità del mandato conferito dallo stesso Consiglio al
Comitato. I membri del Comitato devono possedere le professionalità richieste per svolgere il proprio ruolo. In particolare, i
citati membri devono possedere le conoscenze in materia di governo e gestione dei rischi al fine di esaminare e monitorare
gli orientamenti e le strategie al riguardo definite dagli Organi competenti.
Il Comitato Rischi nomina tra i componenti indipendenti il proprio Presidente, che ne coordina i lavori.
In relazione agli specifici compiti attribuitigli in tema di operazioni con parti correlate e soggetti collegati e di
partecipazioni, il Comitato Rischi adotta peraltro una composizione “variabile”, componendosi alternativamente:
–
dei soli membri indipendenti (per l’approvazione o la modifica delle procedure in materia di operazioni con parti
correlate e soggetti collegati o delle inerenti proposte di modifiche statutarie da sottoporre all’Assemblea, nonché per il
ruolo di valutazione, supporto e proposta in materia di organizzazione e svolgimento dei controlli interni sulla
complessiva attività di assunzione e gestione di partecipazioni e per la generale verifica di coerenza dell’attività svolta
nel comparto partecipazioni con gli indirizzi strategici e gestionali);
–
dei soli membri non correlati, in maggioranza indipendenti (per esprimere un motivato parere non vincolante
sull’interesse della società al compimento di un’operazione con parti correlate o soggetti collegati di “minore
rilevanza”, nonché sulla convenienza e sulla correttezza sostanziale delle relative condizioni);
–
dei soli membri indipendenti non correlati (per partecipare alla fase delle trattative ed alla fase istruttoria di
un’operazione con parti correlate o soggetti collegati di “maggiore rilevanza” e per esprimere un parere sull’interesse
della società al compimento dell’operazione, nonché sulla convenienza e sulla correttezza sostanziale delle relative
condizioni), nel numero minimo di tre componenti, intendendosi “correlato” l’Amministratore che sia la controparte di
una determinata operazione o una delle sue parti correlate o dei suoi soggetti collegati o che comunque abbia interessi
nell’operazione ai sensi dell’articolo 2391 del Codice Civile.
Gli attuali membri del Comitato Rischi sono Consiglieri tutti non esecutivi e indipendenti e risultano in possesso di
un’adeguata esperienza in materia contabile e finanziaria o di gestione dei rischi. Nella tabella seguente si riporta la
composizione del Comitato Rischi alla Data del Documento di Registrazione come deliberato dal Consiglio di
Amministrazione del 4 aprile 2016.
Carica
Nome e Cognome
Componente
Maurizia Squinzi – Presidente del Comitato
Componente
Alberto Mocchi
Componente
Elisabetta Rubini
Ai lavori del Comitato Rischi partecipa almeno uno dei componenti del Collegio Sindacale.
Il Presidente ha facoltà di invitare alle riunioni del Comitato Rischi altri esponenti e responsabili delle funzioni aziendali
nonché consulenti esterni.
Il Comitato Rischi - anche sulla base dei flussi informativi trasmessi dall’Amministratore Delegato, dal Collegio Sindacale,
dagli altri Comitati consiliari e direzionali, dall’Organismo di Vigilanza 231/2001 nonché dalle funzioni aziendali e, in
particolare, dalle competenti funzioni di controllo - supporta il Consiglio di Amministrazione:
–
nella definizione dei principi da adottare nella predisposizione del sistema dei controlli interni ovvero
dell’organizzazione aziendale;
–
nella definizione della propensione ai singoli rischi aziendali e dei relativi limiti (risk appetite, risk tolerance, risk
capacity, risk limits);
–
nella verifica del rispetto dei predetti limiti, previo accertamento della corretta misurazione/valutazione dei rischi ai
quali fanno riferimento gli stessi limiti;
147
Banca CARIGE S.p.A.
–
Documento di Registrazione
nella verifica circa l’adeguatezza del capitale a coprire i complessivi rischi aziendali in termini attuali, prospettici ed in
ipotesi di stress (ICAAP).
Il Comitato Rischi propone al Consiglio di Amministrazione:
–
i principi generali per la definizione del sistema dei controlli interni e dell’organizzazione aziendale ed in particolare
per la definizione dei requisiti che devono possedere le funzioni aziendali di controllo;
–
avvalendosi del contributo del Comitato Nomine, i responsabili delle funzioni aziendali di controllo da nominare
nonché i requisiti (esperienza e professionalità) che gli stessi responsabili devono possedere;
–
il documento per il coordinamento delle funzioni di controllo (Organi, Comitati, funzioni di controllo, Organismo di
Vigilanza 231/2001);
–
la politica aziendale in materia di esternalizzazione di funzioni operative importanti e/o di funzioni di controllo nonché
in materia di valutazione delle attività aziendali;
–
gli indirizzi strategici e le politiche di governo dei rischi al fine di consentire la definizione della propensione ai singoli
rischi aziendali (RAF), coerentemente al piano strategico ed al modello di business. Inoltre, propone: a) il massimo
rischio che può essere assunto (risk capacity) con riferimento alle capacità tecniche aziendali rispettando i requisiti
regolamentari e gli altri provvedimenti assunti al riguardo dagli azionisti e/o dalle Autorità di Vigilanza; b) il rischio
complessivo e per singola tipologia di rischio che può essere assunto per il conseguimento degli obiettivi fissati nel
citato piano (obiettivo di rischio o propensione al rischio); c) il debordo massimo (devianza massima) dal rischio
obiettivo che può essere tollerato (risk tolerance) per operare anche in condizioni di stress entro il limite massimo di
rischio che può essere assunto;
–
i limiti operativi di rischio (risk limits) tenendo conto degli obiettivi di rischio (risk appetite) i quali possono essere
stabiliti per tipologia di rischio, per unità e/o per linea di business, per linea di prodotti e per tipologie di clienti;
–
gli interventi da assumere, tenendo conto anche delle proposte formulate dall’Amministratore Delegato, che condivide
con il Consiglio di Amministrazione lo svolgimento della funzione di gestione, al fine di rimuovere eventuali criticità
emerse in merito al mancato rispetto dei principi assunti per la definizione del sistema dei controlli interni e in merito
ai requisiti delle funzioni di controllo;
–
le informazioni (flussi informativi) da fornire dalle funzioni competenti e dalle funzioni di controllo allo stesso
Comitato in materia dei rischi (oggetto, formato, frequenza, ecc.).
Il Comitato Rischi verifica:
–
almeno semestralmente, la conformità normativa e la conformità operativa del processo svolto dallo stesso Comitato
rispetto a quanto previsto dalle disposizioni di legge e di vigilanza recepite nel presente regolamento e, per tale via,
accerta l’adeguatezza dei singoli componenti a svolgere il proprio ruolo, anche sotto il profilo del permanere nel
complesso delle professionalità e delle conoscenze richieste;
–
almeno semestralmente, il grado di aderenza dei principi assunti per la definizione del sistema dei controlli interni e
dell’organizzazione rispetto a quelli al riguardo stabiliti dalle disposizioni di legge e di vigilanza;
–
almeno semestralmente, il grado di aderenza dei requisiti da possedere da parte delle funzioni di controllo rispetto a
quelli stabiliti dalle disposizioni di legge e di vigilanza e dal Consiglio di Amministrazione;
–
almeno annualmente, verifica i programmi di attività e le relazioni predisposti dalle funzioni aziendali di controllo,
prima che gli stessi vengano sottoposti all’approvazione del Consiglio. In tale contesto, il Comitato può richiedere alle
funzioni di controllo per quanto di loro competenza di porre in essere verifiche di specifiche aree operative;
–
almeno trimestralmente, la corretta attuazione delle strategie, delle politiche di governo e gestione dei rischi e del
RAF;
–
nel continuo, che il prezzo e le condizioni delle operazioni con la clientela siano coerenti con il modello di business e
le strategie di gestione dei rischi della banca;
148
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
–
almeno annualmente, fermo restando le competenze del Comitato Remunerazione, che gli incentivi sottesi al sistema
di remunerazione ed incentivazione della banca siano coerenti con il risk appetite framework (RAF);
–
la corretta applicazione dei criteri per la misurazione/valutazione di rischi ed il resoconto ICAAP, da sottoporre al
Consiglio di Amministrazione, al fine di accertare l’adeguatezza dello stesso rispetto alle linee generali fissate dal
medesimo Consiglio, prima che il citato resoconto venga inviato alla Banca d’Italia;
–
coordinandosi con il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e con il Collegio Sindacale, il corretto
utilizzo dei principi contabili per la redazione del bilancio di esercizio e del bilancio consolidato.
Infine il Comitato Rischi svolge le funzioni previste del Regolamento Consob in materia di operazioni con parti correlate,
dalla normativa di Vigilanza emanata dalla Banca d’Italia in tema di “Attività di rischio e conflitti d’interesse nei confronti
di soggetti collegati” e di “Partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari”, nonché dal Regolamento aziendale
in tema di operazioni con parti correlate e soggetti collegati.
Comitato Remunerazione
Il Comitato Remunerazione è stato costituito all’interno del Consiglio di Amministrazione con finalità di supporto al
Consiglio stesso in materia di politiche e prassi di remunerazione ed incentivazione del Personale.
Il Comitato è costituito da Amministratori non esecutivi ed in maggioranza indipendenti, includendo i componenti eletti
dalle minoranze, il cui numero (da un minimo di tre ad un massimo di cinque) è definito dal Consiglio di Amministrazione
in sede di nomina in maniera coerente alla complessità del mandato conferito dallo stesso Consiglio al Comitato. I membri
del Comitato devono possedere le professionalità richieste per svolgere il proprio ruolo. Almeno uno dei componenti del
Comitato - da valutarsi da parte del predetto Organo al momento della nomina - deve possedere un’adeguata conoscenza in
materia di politiche e prassi di remunerazione ed incentivazione ed, in particolare, in tema di gestione del rischio, capitale e
liquidità affinché gli incentivi sottesi al sistema di remunerazione siano coerenti con la gestione aziendale di tali profili. Alle
riunioni del Comitato possono partecipare i componenti del Collegio Sindacale.
Il Comitato Remunerazione nomina tra i propri componenti indipendenti il proprio Presidente, che ne coordina i lavori.
Il Presidente ha facoltà di invitare alle riunioni del Comitato altri esponenti e responsabili delle funzioni aziendali nonché
consulenti esterni purché non in conflitto con gli argomenti posti all’ordine del giorno concernenti le politiche di
remunerazione.
Gli attuali membri del Comitato Remunerazione sono Consiglieri non esecutivi e indipendenti e risultano in possesso di
un’adeguata conoscenza ed esperienza in materia finanziaria o di politiche retributive. Nella tabella seguente si riporta la
composizione del Comitato Remunerazione alla Data del Documento di Registrazione come deliberata dal Consiglio di
Amministrazione del 4 aprile 2016
Carica
Nome e Cognome
Componente
Elisabetta Rubini – Presidente del Comitato
Componente
Maurizia Squinzi
Componente
Giulio Gallazzi
Il Comitato Remunerazione - anche sulla base dei flussi informativi trasmessi dall’Amministratore Delegato, dal Collegio
Sindacale, dai Comitati consiliari e direzionali e dalle funzioni aziendali ed in particolare dalle competenti funzioni di
controllo - supporta il Consiglio di Amministrazione in occasione della definizione delle politiche di remunerazione e
incentivazione del Personale del Gruppo, assicurando la coerenza di tali politiche con gli obiettivi di lungo periodo nonché
con il complessivo assetto di governo societario e dei controlli interni.
Il Comitato Remunerazione fornisce raccomandazioni e pareri al Consiglio di Amministrazione in materia di
remunerazione. In particolare, il Comitato:
–
149
propone gli ulteriori compensi, rispetto a quelli fissati dall’Assemblea dei soci, per il Presidente, il Vice Presidente,
l’Amministratore Delegato, i componenti del Comitato Esecutivo e dei Comitati interni al Consiglio di
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Amministrazione;
–
propone i compensi dei responsabili delle funzioni aziendali di controllo della Capogruppo;
–
propone i criteri da seguire per la determinazione delle politiche di remunerazione del Personale del Gruppo nonché
dei collaboratori esterni non legati da rapporti di lavoro subordinato, con compiti consultivi in materia di
determinazione dei relativi criteri;
–
propone i criteri da seguire per la determinazione, per ciascuna delle categorie di Personale della Capogruppo,
dell'importo del “bonus annuale” spettante ai singoli beneficiari appartenenti a tali categorie;
–
propone i criteri da seguire per la determinazione, con riferimento al Personale della Capogruppo, delle erogazioni
attribuite in via eccezionale ai neo-assunti solamente per il primo anno di impiego (“welcome bonus”) e dei compensi
riconosciuti nel caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro;
–
formula raccomandazioni in ordine all’utilizzo degli altri sistemi di incentivazione del personale basati su strumenti
finanziari (es. stock option). Nello specifico, il Comitato Remunerazione formula proposte in merito al sistema di
incentivazione ritenuto maggiormente opportuno, monitorandone l’evoluzione e l’applicazione nel corso del tempo;
–
formula proposte circa la remunerazione degli Amministratori investiti di particolari cariche nonché del Direttore
Generale e dei Dirigenti con responsabilità strategiche delle altre componenti del Gruppo.
Il Comitato Remunerazione verifica:
–
almeno semestralmente, la conformità normativa e la conformità operativa del processo svolto dallo stesso Comitato
rispetto a quanto previsto dalle disposizioni di legge e di vigilanza recepite nel presente Regolamento e, per tale via,
accerta l’adeguatezza dei singoli componenti a svolgere il proprio ruolo;
–
la corretta applicazione delle regole relative alla remunerazione degli Esponenti aziendali e dei responsabili delle
funzioni aziendali di controllo, in stretto raccordo con il Collegio Sindacale e con le stesse funzioni di controllo;
–
la sussistenza delle condizioni di accesso al bonus annuale per ciascuna categoria di Personale della Capogruppo.
Comitato Nomine
Il Comitato Nomine è stato costituito all’interno del Consiglio di Amministrazione con finalità di supporto al Consiglio
stesso in materia di nomine.
Il Comitato è costituito da Amministratori non esecutivi ed in maggioranza indipendenti. I componenti del Comitato
includono quelli eletti dalle minoranze, il cui numero (da un minimo di tre ad un massimo di cinque) è definito dal
Consiglio di Amministrazione in sede di nomina in maniera coerente alla complessità del mandato conferito dallo stesso
Consiglio al Comitato. I membri del Comitato devono possedere le professionalità richieste per svolgere il proprio ruolo.
Alle riunioni del Comitato possono partecipare i componenti del Collegio Sindacale. Il Comitato nomina tra i propri
componenti indipendenti il proprio Presidente, che ne coordina i lavori.
La composizione del Comitato Nomine è stata deliberata al Consiglio di Amministrazione nella seduta del 4 aprile 2016,
con la nomina di Consiglieri tutti non esecutivi ed indipendenti. Risultando Consigliere esecutivo e non indipendente ai
sensi di Statuto a seguito della propria nomina, in data 5 agosto 2016, quale membro del Comitato Esecutivo, il Presidente
del Comitato Nomine Claudio Calabi ha lasciato il proprio incarico nel Comitato stesso. In data 11 ottobre 2016 il Consiglio
di Amministrazione ha cooptato quale Consigliere di Amministrazione, ai sensi dell’art. 2386 del Codice Civile, il Prof.
Avv. Giuseppe Pericu. Nel contempo, il Consiglio di Amministrazione nominato il Prof. Avv. Giuseppe Pericu quale
membro del Comitato Nomine, con indicazione ad assumerne la presidenza.
Nella tabella seguente si riporta la composizione del Comitato Nomine alla Data del Documento di Registrazione
150
Carica
Nome e Cognome
Componente
Giuseppe Pericu – Presidente del Comitato
Componente
Paola Girdinio
Componente
Lucia Venuti
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Il Comitato Nomine supporta - anche sulla base dei flussi informativi trasmessi dall’Amministratore Delegato, dal Collegio
Sindacale, dai Comitati consiliari e direzionali e dalle funzioni aziendali ed in particolare dalle competenti funzioni di
controllo - il Consiglio di Amministrazione in occasione della nomina o della cooptazione dei componenti del predetto
Consiglio. Per lo svolgimento delle proprie attribuzioni, il Comitato può avere libero accesso a tutte le informazioni
aziendali fornite dalle funzioni aziendali competenti, coinvolgendole di fatto nei processi che riguardano le proprie
decisioni.
Il Comitato Nomine effettua proposte al Consiglio di Amministrazione in merito:
1.
alla nomina o alla cooptazione dei Consiglieri di Amministrazione. Al riguardo il Comitato propone il numero dei
componenti del Consiglio di Amministrazione, tenendo conto dei limiti previsti nello Statuto, delle dimensioni
operative del Gruppo e della complessità dell’assetto organizzativo della Capogruppo. A tal fine, il Comitato
considera:
-
le caratteristiche gestionali ed operative delle singole società che compongono il Gruppo, assicurando la
presenza, per ciascuna di queste, di Amministratori professionalmente adeguati alle predette caratteristiche;
-
il numero degli Amministratori non esecutivi, stabilito in relazione alla presenza di eventuali Comitati interni al
Consiglio di Amministrazione ed agli incarichi agli stessi attribuiti e tale da controbilanciare il numero di
Amministratori esecutivi e di manager eventualmente presenti all’interno del Consiglio di Amministrazione al
fine di favorire la dialettica interna al medesimo Consiglio;
-
il numero minimo di Amministratori indipendenti previsti dalle disposizioni di legge e di vigilanza, stabilito in
relazione alla presenza degli eventuali Comitati interni al Consiglio di Amministrazione, al fine di agevolarne
l’attività deliberativa e contenere il rischio degli eventuali conflitti di interesse;
-
il numero di componenti necessario ad assicurare la rappresentanza, all’interno del Consiglio di
Amministrazione, delle diverse compagini sociali (investitori istituzionali e minoranze qualificate; fissazione del
target di quota di genere meno rappresentate);
-
un adeguato grado di diversificazione in termini di età, genere, provenienza geografica, esperienze professionali
dei Consiglieri di Amministrazione al fine di assicurare una pluralità di approcci e di analisi delle problematiche
poste all’ordine del giorno e, per tale via, garantire un governo efficace dei rischi in tutte le aree della banca.
Il numero complessivo dei Consiglieri di Amministrazione proposto deve, quindi, garantire agli stessi di svolgere i
propri compiti in maniera efficace ed efficiente, anche relativamente alle prassi operative da eseguire (procedure di
convocazione, periodicità delle riunioni, partecipazione alle sedute);
2.
al numero delle cariche che possono essere assunte dai Consiglieri di Amministrazione in società non concorrenti,
secondo quanto previsto dalle disposizioni di legge e di vigilanza e tenendo conto del grado di coinvolgimento
richiesto agli stessi nell’ambito dell’ordinaria attività del Gruppo ed in quella delle società non concorrenti;
3.
al profilo teorico professionale che devono possedere i candidati alla carica di Consiglieri di Amministrazione. A tal
fine, il Comitato, dopo un esame approfondito e formalizzato, deve:
151
-
esprimersi ex ante sulle competenze giuridiche, tecniche, amministrative ed economiche che i candidati devono
possedere ai fini del corretto svolgimento delle mansioni cui sono proposti;
-
definire ex ante lo schema del questionario da sottoporre a ciascun candidato per la relativa compilazione. Tale
schema dovrà contenere i campi relativi agli aspetti qualitativi che si richiedono per la mansione, il grado di
conoscenza e le esperienze lavorative maturate (ciò a prescindere ed in aggiunta ai requisiti di professionalità
previsti, ai fini della carica, dalle vigenti disposizioni);
-
assistere il Consiglio di Amministrazione nell’analisi ex post dei profili teorici e dei questionari compilati dai
candidati, ai fini della verifica di adeguatezza della composizione qualitativa come innanzi individuata nonché ai
fini di individuare i candidati da eleggere;
Banca CARIGE S.p.A.
-
Documento di Registrazione
esprimere un parere sull’idoneità dei candidati da eleggere individuati dal Consiglio di Amministrazione.
I risultati delle predette analisi svolte dal Comitato a supporto del Consiglio di Amministrazione, essendo la nomina
dei Consiglieri di competenza dell’Assemblea, devono essere portati a conoscenza dei soci al fine di consentire agli
stessi di scegliere i candidati a consigliere tenendo conto delle professionalità che devono possedere i medesimi
candidati.
La proposta dei candidati formulata dai soci o dal Consiglio di Amministrazione deve essere accompagnata da un
curriculum necessario per individuare il profilo teorico adeguato a ciascun candidato e per consentire al Comitato
Nomine di formulare il proprio parere.
I soci possono svolgere proprie valutazioni e, quindi, definire la composizione ottimale del Consiglio di
Amministrazione presentando candidature coerenti con le suddette valutazioni.
I risultati delle analisi svolte, unitamente ai pareri del Comitato Nomine, sono trasmessi alla Banca d’Italia. Infine, in
caso di cooptazione degli amministratori, il procedimento svolto dal Consiglio per individuare preventivamente il
profilo teorico degli amministratori da cooptare e quello successivo per verificare la rispondenza qualitativa del
Consiglio devono essere portati a conoscenza, unitamente al parere del Comitato Nomine, alla Assemblea nella prima
seduta utile dopo la cooptazione;
4.
alla nomina ed alla revoca dell’Amministratore Delegato;
5.
alla designazione degli Esponenti aziendali (Amministratori e Sindaci) nelle società del Gruppo;
6.
alla nomina dei soggetti cui affidare i ruoli e le responsabilità di Dirigente e di funzioni aziendali (comprese quelle di
controllo), secondo quanto al riguardo previsto dalle disposizioni di legge e di vigilanza nelle diverse materie
aziendali;
7.
alle eventuali sostituzioni dei componenti del Comitato Esecutivo e dei Comitati istituiti nell’ambito del Consiglio di
Amministrazione, che si rendano necessarie durante la permanenza in carica del Comitato;
8.
al piano da redigere in materia di formazione dei componenti del Comitato e del Consiglio di Amministrazione nel suo
insieme proponendo al riguardo specifici piani;
9.
al piano da definire per la successione dei Vertici dell’Esecutivo prevedendo al riguardo il procedimento da seguire.
In tale contesto, il Comitato Nomine effettua attività istruttoria nel caso in cui il Consiglio di Amministrazione decidesse di
adottare i piani di successione dei Vertici dell’Esecutivo (Amministratore Delegato e Dirigenti) ed in caso di loro cessazione
per scadenza di mandato o per qualsiasi altra causa al fine di garantire la continuità aziendale ed evitare ricadute
economiche e di reputazione.
Il Comitato Nomine supporta gli Organi aziendali nell’autovalutazione dei processi di pertinenza degli stessi e verifica:
-
almeno semestralmente, la conformità normativa e la conformità operativa del processo svolto dallo stesso Comitato
rispetto a quanto previsto dalle disposizioni di legge e di vigilanza recepite nel presente regolamento e, per tale via,
accerta l’adeguatezza dei singoli componenti a svolgere il proprio ruolo;
-
la presenza in capo ai componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale dei requisiti richiesti
dalle disposizioni di legge e di Vigilanza, prima e dopo la loro nomina;
-
la sussistenza, in capo ai candidati alla carica di Consigliere di Amministrazione, del profilo teorico (professionalità,
conoscenze ed esperienze) ritenuto ottimale per coprire le predette cariche.
Modello di organizzazione e gestione ex Decreto Legislativo 231 e Organismo di Vigilanza
Il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha approvato il documento “Modelli di organizzazione e gestione della
Banca Carige S.p.A.Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, ai sensi del D. Lgs. 231/2001”, (il “Modello”) nel quale
viene descritta l’articolazione dei modelli di organizzazione e gestione della Banca (poteri delegati, regolamento dei servizi,
codici di comportamento, ecc.) e vengono esaminate nel dettaglio le diverse fattispecie di reato, individuando per ciascuna
(o gruppo di fattispecie analoghe) le aree a rischio e le specifiche misure di prevenzione previste dai modelli suddetti.
152
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Il Modello è volto a prevenire il compimento, nell’interesse o a vantaggio della Banca, sia da parte di soggetti apicali sia da
parte di dipendenti, delle fattispecie di reato ritenute rilevanti ai sensi della normativa di riferimento e viene tempo per
tempo aggiornato in virtù di eventuali modifiche intervenute alla legislazione applicabile in materia.
Il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei Modelli di organizzazione e gestione della Banca e di curarne
l’aggiornamento, la revisione e/o l’affinamento è affidato all’Organismo di Vigilanza dell’Emittente, costituito ai sensi del
Decreto Legislativo 231. Nello svolgimento dei propri compiti, attribuitigli in via esclusiva al fine di garantire una maggiore
obiettività ed imparzialità di giudizio e valutazione, l’Organismo di Vigilanza dispone di specifici poteri di iniziativa e di
controllo. Attraverso la propria continuità di azione l'Organismo, quale struttura dedicata all’attività di vigilanza sul
Modello, deve garantire il monitoraggio costante sulla concreta attuazione dello stesso.
L’Organismo di Vigilanza è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 10 maggio 2016, con durata
coincidente a quella del Consiglio stesso (e quindi fino alla data di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2015) e
comunque fino alla nomina di un nuovo Organismo di Vigilanza.
Alla Data del Documento di Registrazione, l’Organismo di Vigilanza è composto da due esperti in materia di diritto civile
e/o penale e/o in materia bancaria, finanziaria e assicurativa (Prof. Adalberto Alberici, che riveste il ruolo di Presidente e
Avv. Massimo Leandro Boggio), nonché dal Responsabile pro tempore della Funzione di Internal Audit della Banca.
L’Organismo di Vigilanza ha inoltre il compito di presiedere all'aggiornamento, alla revisione e/o all'affinamento dei
Modelli di organizzazione e gestione, anche effettuando, se necessario, specifiche segnalazioni al Consiglio di
Amministrazione.
L'Organismo di Vigilanza dovrà inoltre proporre e verificare le iniziative più idonee a diffondere presso gli Organi di Banca
Carige, tra il personale e i fornitori di beni e servizi della stessa società, la conoscenza ed il rispetto del Codice Etico
aziendale e dei Modelli di organizzazione e gestione.
L'Organismo di Vigilanza dispone di autonomi poteri di iniziativa e di controllo da esercitare secondo il principio
dell’indipendenza. Per quanto riguarda, in particolare, i poteri di iniziativa, l’Organismo di Vigilanza si avvale della
Funzione di Internal Audit anche attribuendole, se valutato utile o necessario, mandati generali o specifici di verifica per
proprio conto.
Per l’autonomia e l’indipendenza che caratterizzano il suo mandato, l’Organismo di Vigilanza di Banca Carige risponde
esclusivamente al Consiglio di Amministrazione della Società, risultando quindi collocato come unità di staff allo stesso in
una posizione assolutamente svincolata da altre linee di riporto gerarchico.
Ciascun dipendente o collaboratore è tenuto a segnalare all’Organismo di Vigilanza per iscritto e in forma non anonima
ogni ritenuta violazione del Codice Etico, nonché dei Modelli di organizzazione e gestione di Banca Carige. Devono essere
assicurati la riservatezza della procedura ed il diritto degli interessati che devono essere ascoltati dall'Organismo in merito
alla segnalazione, prima che vengano assunte specifiche determinazioni contro di essi.
All’Organismo di Vigilanza spetta anche il compito di segnalare al Consiglio di Amministrazione l'opportunità di procedere
a revisioni o affinamenti del Codice Etico.
Delle violazioni del Codice Etico e/o dei modelli di organizzazione e gestione emerse a seguito della sua attività di
monitoraggio, ovvero a motivo delle segnalazioni pervenute, l’Organismo di Vigilanza informa con tempestività i
competenti Organi o Funzioni Aziendali nonché, ove del caso, il Consiglio di Amministrazione, ciò anche in vista
dell’adozione di eventuali provvedimenti sanzionatori sollecitati alla Banca e che essa potrà eventualmente assumere
secondo le modalità previste dalla legge e/o dal contratto.
L'Organismo di Vigilanza riferisce direttamente del proprio operato al Consiglio di Amministrazione al quale rassegna
Relazioni semestrali, indicativamente in previsione delle sedute del Consiglio di Amministrazione di gennaio e di luglio di
ogni anno. La mancata redazione di una relazione semestrale determina ipso facto la decadenza dell’Organismo.
L'Organismo di Vigilanza, a mezzo del suo Presidente, potrà comunque riferire anche verbalmente, eventualmente anche
tramite un suo delegato membro dell’Organismo di Vigilanza, al Consiglio di Amministrazione ed eventualmente al
Collegio Sindacale ove valutato necessario e ogniqualvolta ritenuto utile.
153
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Collegio Sindacale
Ai sensi dell’articolo 26 dello Statuto, il Collegio Sindacale è composto da tre Sindaci effettivi e due supplenti nominati
dall’Assemblea.
Tutti i componenti del Collegio Sindacale sono in possesso dei requisiti di indipendenza, onorabilità e professionalità
richiesti dalla disciplina applicabile. Il Collegio Sindacale ha verificato con esito positivo il possesso dei requisiti di
onorabilità professionalità e indipendenza in capo ai propri membri in conformità a quanto previsto dal Codice di
Autodisciplina.
Il Collegio Sindacale in carica è stato nominato dall’Assemblea ordinaria del 30 aprile 2014, fatto salvo per il Sindaco
effettivo Remo Dominici, nominato dall’Assemblea ordinaria del 31 marzo 2016. Il mandato di tutti i membri del Collegio
Sindacale scadrà alla data dell’Assemblea che verrà convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2016. In data
15 maggio 2014 il Dott. Vittorio Rocchetti, nominato Sindaco supplente dall’Assemblea del 30 aprile 2014, è subentrato
nella qualifica di Sindaco effettivo al Dott. Diego Maggio, dichiarato decaduto dalla carica, ai sensi dell’articolo 148 del
TUF, dal Consiglio di Amministrazione del 15 maggio 2014. L’Assemblea ordinaria del 23 aprile 2015 ha quindi deliberato
la necessaria integrazione del Collegio Sindacale, ai sensi dell’articolo 2401 del Codice Civile e in conformità a quanto
previsto dall’articolo 26 dello Statuto, nominando quale Sindaco effettivo il Dott. Vittorio Rocchetti e quale Sindaco
supplente il Dott. Diego Maggio (per il quale era nel frattempo venuta meno la causa di decadenza a suo tempo accertata dal
Consiglio di Amministrazione del 15 maggio 2014), il quale ha rassegnato le dimissioni dalla carica in data 18 settembre
2015. L’Assemblea ordinaria dei soci del 31 marzo 2016 ha da ultimo deliberato la necessaria integrazione del Collegio
Sindacale ai sensi dell’art. 2401 del Codice Civile, nominando quale Sindaco supplente l’Avv. Remo Dominici. In data 22
aprile 2016 l’Avv. Remo Dominici è subentrato nella qualifica di Sindaco effettivo al Dott. Vittorio Rocchetti, che ha
rassegnato le dimissioni dalla carica in data 22 aprile 2016.
I componenti del Collegio Sindacale sono indicati nella tabella che segue.
Carica
Nome e Cognome
Luogo e data di nascita
Presidente
Dott. Stefano Lunardi
Genova – 23 dicembre 1971
Sindaco effettivo
Dott.ssa Maddalena Costa
Genova – 15 ottobre 1964
Sindaco effettivo
Avv. Remo Dominici
Palermo – 27 aprile 1957
Sindaco supplente
Dott. Francesco Isoppi
Carrara (MS) – 7 giugno 1968
I membri del Collegio Sindacale sono tutti domiciliati per la carica presso la sede sociale della Banca in Genova, Via Cassa
di Risparmio 15.
Viene di seguito riportato un breve curriculum vitae di ogni Sindaco, dal quale emergono la competenza e l’esperienza
maturate in materia di gestione aziendale.
–
Stefano Lunardi, laureato in Economia e Commercio, iscritto all’albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
e al registro dei Revisori Contabili, ricopre incarichi di amministrazione e controllo in numerose società: attualmente è,
tra l’altro, Presidente del Collegio Sindacale di Banca Carige Italia S.p.A., di Banca Cesare Ponti S.p.A., di Creditis
Servizi Finanziari S.p.A., di Italiana Editrice S.p.A. (La Stampa - Il Secolo XIX), di Nexta S.r.l., di PubliKompass
S.p.A. e di Casasco & Nardi S.p.A., Sindaco effettivo di diverse società del Gruppo ERG (Erg Power S.r.l., Erg Renew
Operations & Maintenance S.r.l., diverse società-veicolo attive nella produzione di energia da fonte rinnovabile), di
ulteriori società del Gruppo Banca Carige (Carige Covered Bond s.r.l., Centro Fiduciario C.F. S.p.A.), di Bombardier
Transportation Italy S.p.A., di Bombardier Transportation (Holdings) Italy S.p.A., di CIFA S.p.A., Beintoo S.p.A.,
SedApta s.r.l. e Centro S.p.A. partecipate da fondi di investimento, di Ga.Ma. S.p.A. e Il Quadrifoglio S.p.A., di
Infinity Technology Solutions S.p.A. E' inoltre stato amministratore indipendente in società quotate, in società di
revisione, e amministratore in procedure ai sensi dell’art. 2409 del Cod. Civ.
–
Maddalena Costa, laureata in Scienze Politiche, indirizzo Politico-Economico, iscritta all’albo dei Dottori
Commercialisti ed Esperti Contabili e al registro dei Revisori Contabili, attualmente è Partner dello Studio Tributario e
154
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Societario associato al network internazionale Deloitte e ricopre incarichi di controllo in numerose società. In
particolare è Sindaco effettivo di Banca Carige Italia, di Creditis Servizi Finanziari S.p.A., del Centro Fiduciario CF
S.p.A., di Carige Covered Bond S.r.l. nonché in altre primarie società appartenenti a gruppi nazionali e internazionali,
tra le quali Costa Crociere S.p.A., D’Appolonia S.p.A., Galleria Cinisello S.r.l., Politeama S.p.A., Premuda S.p.A.,
Rina Services S.p.A. e Soa Rina Organismo di Attestazione S.p.A., nonché Presidente del Collegio Sindacale di
società tra le quali Interporto Rivalta Scrivia S.p.A., Rivalta Terminal Europa S.p.A. e Francesco Panarello – Biscotti e
Panettoni S.p.A.
–
Remo Dominici, laureato in giurisprudenza, avvocato iscritto all’Albo degli avvocati e procuratori legali di Palermo e
successivamente di Genova, ha esercitato la professione legale presso primario studio italiano specializzato in diritto
fiscale e tributario ed è stato titolare di diversi incarichi di docenza di diritto finanziario e tributario presso Università
italiane e nell’ambito di master di specializzazione: attualmente è Membro del Consiglio di Amministrazione della
Viglienzone Adriatica S.p.A.. Attualmente è Sindaco effettivo di Banca Carige Italia S.p.A., di Banca Cesare Ponti
S.p.A. e di Creditis Servizi Finanziari S.p.A..
–
Francesco Isoppi, laureato in Economia aziendale, iscritto all’albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e al
registro dei Revisori Contabili, ricopre incarichi di amministrazione e controllo in diverse società: attualmente è, tra
l’altro, Presidente del Collegio Sindacale di Carige Covered Bond S.r.l., Sindaco effettivo della Argo Mortgage 2
S.r.l., della R.E.D. Graniti S.p.A. e della Marmi Carrara S.r.l., Presidente del Collegio Sindacale della D.Wire S.r.l.
Nessuno dei membri del Collegio Sindacale ha rapporti di parentela con gli altri componenti del Collegio Sindacale, con i
membri del Consiglio di Amministrazione, con il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e con i
principali Dirigenti dell’Emittente.
La seguente tabella indica, alla Data del Documento di Registrazione, le principali società di capitali o di persone in cui i
membri del Collegio Sindacale dell’Emittente siano stati membri degli organi di amministrazione, direzione o vigilanza,
ovvero soci, negli ultimi cinque anni, con l’indicazione circa la permanenza nella carica stessa e della partecipazione alla
Data del Documento di Registrazione.
155
Nome e Cognome
Cariche ricoperte
Stefano Lunardi
Presidente C.S.
Banca Carige Italia S.p.A.
Presidente C.S.
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Presidente C.S.
Creditis Servizi Finanziari S.p.A.
Presidente C.S.
BMI S.r.l.
Presidente C.S.
Casasco e Nardi S.p.A.
Presidente C.S.
Italiana Editrice S.p.A.
Presidente C.S.
Nexta S.r.l.
Presidente C.S.
PubliKompass S.p.A.
Presidente C.S.
Radio 19 S.r.l.
Sindaco effettivo
Centro Fiduciario C.F. S.p.A.
Sindaco effettivo
BEINTOO S.p.A.
Sindaco effettivo
Bombardier Transportation Italy S.p.A.
Sindaco effettivo
Bombardier Transportation (Holdings) Italy S.p.A.
Sindaco effettivo
Centro S.p.A.
Sindaco effettivo
C.I.F.A. S.p.A.
Banca CARIGE S.p.A.
Nome e Cognome
Maddalena Costa
156
Documento di Registrazione
Cariche ricoperte
Sindaco effettivo
ERG Eolica Adriatica S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica Amaroni S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica Basilicata S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica Campania S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica Faeto S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica Fossa del Lupo S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica Ginestra S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica San Cireo S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Eolica San Vincenzo S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Power S.r.l.
Sindaco effettivo
ERG Renew Operations & Maintenance S.r.l.
Sindaco effettivo
GA.MA S.p.A.
Sindaco effettivo
Green Vicari S.r.l.
Sindaco effettivo
Il Quadrifoglio S.p.A.
Sindaco effettivo
Infinity Technology Solutions S.p.A.
Sindaco effettivo
Sedapta S.r.l.
Amm. Unico
Immobiliare Genuensis S.r.l.
Presidente e Socio
Closing Selesta S.r.l.
Amministratore e
Socio
Immobiliare Macaggi S.r.l.
Presidente C.S.
Francesco Panarello - Biscotti e Panettoni - S.p.A.
Presidente C.S.
Fuorimuro Servizi Portuali e Ferroviari S.r.l.
Presidente C.S.
Interporto Rivalta Scrivia S.p.A.
Presidente C.S.
Rivalta Terminal Europa S.p.A.
Sindaco effettivo
Banca Carige Italia S.p.A.
Sindaco effettivo
Creditis Servizi Finanziari S.p.A.
Sindaco effettivo
Carige Covered Bond S.r.l.
Sindaco effettivo
Centro Fiduciario CF S.p.A.
Sindaco effettivo
Blufin S.p.A.
Sindaco effettivo
Costa Crociere S.p.A.
Sindaco effettivo
D’Appolonia S.p.A.
Sindaco effettivo
Ecocat Italia S.r.l.
Sindaco effettivo
Galleria Cinisello S.r.l.
Banca CARIGE S.p.A.
Nome e Cognome
Remo Dominici
Francesco Isoppi
Documento di Registrazione
Cariche ricoperte
Sindaco effettivo
Halley Partecipazioni S.p.A.
Sindaco effettivo
Marsupio S.p.A.
Sindaco effettivo
Patrimonio Real Estate S.p.A.
Sindaco effettivo
Politeama S.p.A.
Sindaco effettivo
Premuda S.p.A.
Sindaco effettivo
Rina Services S.p.A.
Sindaco effettivo
S. Andrea S.p.A.
Sindaco effettivo
S.I.L.T. - S.r.l. - Sistemi Integrati di Logistica e Trasporto
Sindaco effettivo
Soa Rina Organismo di Attestazione S.p.A.
Sindaco effettivo
GEO S.p.A.
Sindaco effettivo
Banca Cesare Ponti S.p.A.
Sindaco effettivo
Banca Carige Italia S.p.A.
Sindaco Effettivo
Creditis Servizi Finanziari S.p.A.
Consigliere
Viglienzone Adriatica S.p.A.
Amministratore e
Socio
I.De.A. S.r.l.
Consigliere
Società Apuana Marmi - S.A.M. S.r.l.
Presidente C.S.
D.Wire S.r.l.
Presidente C.S.
Carige Covered Bond S.r.l.
Sindaco effettivo
Argo Mortgage 2 S.r.l.
Sindaco effettivo
Marmi Carrara S.r.l.
Sindaco effettivo
Massarosa Golf S.r.l. in liq.
Sindaco effettivo
RED Graniti S.p.A.
Sindaco effettivo
S.T.A. S.r.l.
I principali Dirigenti
La seguente tabella riporta le informazioni concernenti i principali Dirigenti dell’Emittente alla Data del Documento di
Registrazione.
157
Nome e Cognome
Luogo e data di nascita
Anzianità di servizio
Rag. Gabriele Delmonte
(Chief Lending Officer)
Dott. Claudio Gargiullo
(Chief Commercial Officer)
Dott.ssa Sofia Maranini
(Chief Operating Officer)
Parma – 18 maggio 1961
11 maggio 1993
Roma – 17 novembre 1954
1° ottobre 2014
Genova – 17 agosto 1963
3 giugno 1986
Banca CARIGE S.p.A.
Dott. Mauro Mangani
(Dirigente preposto alla redazione
dei documenti contabili societari)
Documento di Registrazione
Genova – 27 marzo 1974
5 marzo 2016
Detti Dirigenti sono domiciliati per la carica presso la sede sociale di Banca Carige in Genova, Via Cassa di Risparmio 15.
9.2 “Conflitti di interesse”
Si segnala che, alla data del 30 aprile 2016, alcuni membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale,
nonché dei principali Dirigenti dell’Emittente detengono, direttamente o indirettamente, Azioni ordinarie della Società e/o
ricoprono cariche sociali in società che detengono una partecipazione nell’Emittente.
In particolare: (i) il Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione, Vittorio Malacalza, detiene direttamente,
n. 1.250.000 azioni ordinarie dell’Emittente 30; (ii) il Consigliere Remo Angelo Checconi detiene direttamente n. 2.208
azioni ordinarie dell’Emittente; (iii) il Consigliere Alberto Mocchi detiene direttamente n. 500 azioni ordinarie
dell’Emittente; (iv) il Consigliere Luciano Pasquale detiene direttamente n. 50.000 azioni ordinarie dell’Emittente; (v) il
Consigliere Lucia Venuti detiene direttamente n. 8.000 azioni ordinarie dell’Emittente; (vi) il Presidente del Collegio
Sindacale, Stefano Lunardi, detiene direttamente n. 5.030 azioni ordinarie dell’Emittente.
Fatto salvo quanto indicato, alla Data del Documento di Registrazione, per quanto a conoscenza dell’Emittente, nessun
membro del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, né alcuno dei principali Dirigenti è portatore di
interessi in potenziale conflitto con gli obblighi derivanti dalla carica o dalla qualifica ricoperta all’interno dell’Emittente o
del Gruppo.
Al riguardo si evidenzia che i soggetti sopra indicati, nei casi di deliberazione e/o esecuzione di operazioni in potenziale
conflitto di interessi e/o con parti correlate o soggetti collegati, sono tenuti all’osservanza sia delle disposizioni normative
applicabili, sia dei regolamenti interni emanati ai sensi della disciplina di settore e del Codice di Autodisciplina delle società
quotate.
In particolare:
30

ai sensi dell’articolo 2391 del Codice Civile e dell’articolo 53, comma 4, del TUB, ogni Amministratore deve dare
notizia agli altri Amministratori e al Collegio Sindacale di ogni interesse che, per conto proprio o di terzi, abbia in
una determinata operazione della Società, precisandone la natura, i termini, l’origine e la portata; la deliberazione
del Consiglio di Amministrazione deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la Società
dell’operazione;

ai sensi dell’articolo 2391-bis del Codice Civile, del Regolamento Parti Correlate e della normativa Banca d’Italia
sui soggetti collegati, la Società si è dotata di un Regolamento aziendale del processo parti correlate e soggetti
collegati, da ultimo aggiornato nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 3 marzo 2015. Il predetto
regolamento individua: (i) procedure che assicurano la trasparenza e la correttezza sostanziale e procedurale delle
operazioni con parti correlate, ai sensi di quanto previsto dal “Regolamento recante disposizioni in materia di
operazioni con parti correlate” adottato dalla Consob e (ii) procedure da applicarsi da parte delle banche del
Gruppo dirette a preservare l’integrità dei processi decisionali nelle operazioni con soggetti collegati, ai sensi della
normativa in materia di “Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati” emanata dalla
Banca d’Italia;

la Banca ha inoltre approvato, ai sensi della normativa Banca d’Italia sui soggetti collegati, il documento “Politiche
interne in materia di controlli sulle attività di rischio e sui conflitti di interesse nei confronti dei soggetti collegati”,
che individua: (i) in relazione alle caratteristiche operative e alle strategie della Banca e del Gruppo, i settori di
Come da comunicazione al mercato del 27 settembre 2016, in data 23 settembre il Vice Presidente Vittorio Malacalza ha acquistato ulteriori n. 50.000
azioni ordinarie dell’Emittente ad un prezzo di Euro 0,286.
158
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
attività e le tipologie di rapporti di natura economica, anche diversi da quelli comportanti assunzione di attività di
rischio, in relazione ai quali possono determinarsi conflitti d’interesse; (ii) livelli di propensione al rischio coerenti
con il profilo strategico e le caratteristiche organizzative della Banca o del Gruppo Bancario Banca Carige; (iii)
processi organizzativi atti a identificare e censire in modo completo i soggetti collegati e a individuare e
quantificare le relative transazioni in ogni fase del rapporto; (iv) processi di controllo atti a garantire la corretta
misurazione e gestione dei rischi assunti verso soggetti collegati e a verificare il corretto disegno e l’effettiva
applicazione delle politiche interne;

Banca Carige ha definito, ai sensi della normativa stabilita dall’articolo 136 del TUB, una specifica procedura per
l’approvazione di operazioni che comportino obbligazioni di esponenti aziendali: la procedura è attualmente
applicata dalle banche del Gruppo per la deliberazione delle pratiche concernenti i rispettivi esponenti
(Amministratore, Sindaco o Direttore Generale), che configurino una obbligazione di qualsiasi natura, diretta o
indiretta, degli esponenti medesimi nei confronti della banca di appartenenza.
Al 30 giugno 2016 risultavano in essere crediti per cassa e garanzie rilasciate in favore dei componenti del Consiglio di
Amministrazione, del Collegio Sindacale e dei principali Dirigenti da parte di Banca Carige e dalle società da essa
controllate, ripartite come indicato nella seguente tabella.
(dati in Euro migliaia)
30/06/2016
Amministratori
crediti per cassa
garanzie
1.690
Sindaci
crediti per cassa
garanzie
621
Principali Dirigenti
crediti per cassa
garanzie
199
-
Si riporta di seguito un dettaglio della tipologia di operazioni alla medesima data, riportate complessivamente nella tabella
precedente con la dicitura “crediti per cassa”.
(dati Euro
migliaia)
Conti
correnti
(senza
garanzie)
Smobilizzo
di crediti
Leasing
Mutui
chirografari
Mutui e
conti
correnti
ipotecari
Amministratori
Sindaci
Principali
Dirigenti
-
-
-
-
-
56
Totale
crediti per
cassa
Incidenza sul
corrispondente
aggregato di
bilancio consolidato
1.690
1.690
621
621
n.s.
143
199
n.s.
Per completezza informativa in merito alle alle operazioni con parti correlate, si rinvia alla nota integrativa consolidata parte
H pag. 395 e ss del Bilancio Consolidato 2014, incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile
sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2014/bilancio-2014.pdf, e alla nota integrativa
consolidata parte H pag. 362 e ss del Bilancio Consolidato 2015, incluso mediante riferimento nel Documento di
Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf
159
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
10. PRINCIPALI AZIONISTI
10.1 “Informazioni relative agli assetti proprietari”
Alla Data del Documento di Registrazione, il capitale sociale interamente sottoscritto e versato dell’Emittente è pari a Euro
2.791.421.761,37, suddiviso in n. 830.181.175 azioni prive dell’indicazione del valore nominale, di cui n. 830.155.633
Azioni Ordinarie e n. 25.542 Azioni di Risparmio convertibili in Azioni Ordinarie.
Sulla base delle risultanze del libro soci, delle comunicazioni ricevute ai sensi della normativa applicabile e delle altre
informazioni a disposizione della Società, gli azionisti che, direttamente o indirettamente, detengono partecipazioni
superiori al 3% del capitale sociale ordinario sono i seguenti:
Dichiarante ovvero soggetto posto al vertice
della catena partecipativa
Quota %
di cui Senza Voto
17,588
0
VOLPI GABRIELE
6,001
0
TOSCAFUND ASSET MANAGEMENT LLP
5,119
0
71,292
0
MALACALZA INVESTIMENTI SRL
ALTRI AZIONISTI
Gli aggiornamenti relativi alle informazioni sui principali azionisti sono pubblicati sul sito internet dell’Emittente http://www.gruppocarige.it/wpsgrp/portal/istituzionale/carige-ist-ita/investor-relations/azionariato.
10.2 Eventuali accordi dalla cui attuazione possa scaturire ad una data successiva una variazione dell'assetto di
controllo dell'emittente
Fatto salvo quanto di seguito indicato con riferimento al Patto Parasociale (come infra definto), alla Data del Documento di
Registrazione, l’Emittente non è a conoscenza della presenza di accordi o altri patti parasociali tra gli azionisti che abbiano
ad oggetto le azioni dell’Emittente dalla cui attuazione possa scaturire in futuro una variazione dell’assetto di controllo della
stessa, che pongano limiti al trasferimento delle azioni, che prevedano l’acquisto delle azioni o di strumenti finanziari che
attribuiscano diritti di acquisto o di sottoscrizione delle stesse o che, comunque, abbiano per oggetto o per effetto
l’esercizio, anche congiunto, di un’influenza dominante sull’Emittente.
Per quanto a conoscenza dell’Emittente (i) in data 8 maggio 2015 la Fondazione Carige e Malacalza Investimenti S.r.l.
(“Malacalza Investimenti”), società interamente posseduta dalla famiglia Malacalza, hanno sottoscritto un contratto avente
ad oggetto il trasferimento in favore di Malacalza Investimenti di n. 1.067.593.081 Azioni Carige (31) detenute dalla
32
Fondazione rappresentative di circa il 10,5% ( ) del capitale sociale ordinario dell’Emittente, a favore di Malacalza
Investimenti, e hanno contestualmente sottoscritto un patto parasociale rilevante ai sensi dell’articolo 122, commi 1 e 5,
lettera a) del TUF (il “Patto Parasociale”). Il prezzo di vendita della suddetta partecipazione è stato fissato in complessivi
Euro 66.190.771,022 (pari a Euro 0,062 per azione) e non è soggetto a revisioni o aggiustamenti di sorta.
Alla Data del Documento di Registrazione sono conferite al Patto Parasociale, complessivamente, n. 162.272.704 Azioni
Carige, pari a circa il 19,547% del capitale sociale ordinario con diritto di voto dell’Emittente, di cui: (i) n. 16.268.080
(31)
Si segnala che il numero di azioni sopra riportato, oggetto del contratto dell’8 maggio 2015 tra la Fondazione e Malacalza Investimenti, non tiene
conto del Raggruppamento eseguito, successivamente alla stipula di detto contratto, in data 18 maggio 2015.
(32) Le Azioni Carige cedute a Malacalza Investimenti a seguito del perfezionamento dell’aumento di capitale in natura corrispondono al 10,3% del
capitale sociale ordinario dell’Emittente.
160
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
azioni ordinarie di titolarità della Fondazione Carige, pari a circa l’1,96% del capitale sociale con diritto di voto
dell’Emittente e (ii) n. 146.004.624 azioni ordinarie di titolarità di Malacalza Investimenti, pari a circa il 17,588% del
capitale sociale con diritto di voto dell’Emittente.
Il Patto Parasociale ha ad oggetto la nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente e obblighi di
consultazione tra i paciscenti e prevede, in particolare:
(a) l’impegno di Malacalza Investimenti a presentare e votare una lista nella quale sarà indicato, nella terza posizione, il
nominativo di un candidato consigliere designato dalla Fondazione, a condizione che la Fondazione medesima
detenga, al momento della presentazione della lista, una partecipazione in Banca Carige superiore allo 0,30% del
capitale sociale; nonché l’impegno della Fondazione a votare detta lista. La persona designata al suddetto fine dalla
Fondazione dovrà possedere caratteristiche di adeguata onorabilità, competenza e professionalità e dovrà ricevere il
gradimento di Malacalza Investimenti, gradimento che potrà essere negato solo per comprovate circostanze che
evidenzino l’assenza di una o più delle caratteristiche sopra indicate. Al riguardo si segnala che la nomina del
Consiglio di Amministrazione da parte dell’Assemblea Ordinarie della Banca tenutasi lo scorso 31 marzo 2016 è
avvenuta in conformità a quanto previsto dal Patto Parasociale (per maggiori informazioni al riguardo si veda il
precedente Capitolo IX, Paragrafo 9.1 del Documento di Registrazione).
(b) l’impegno dei paciscenti a consultarsi preventivamente con riguardo alle seguenti materie oggetto di delibera,
rispettivamente, dell’Assemblea o del Consiglio di Amministrazione di Banca Carige: (i) linee strategiche e piani
industriali; (ii) fusione o scissione; (iii) trasferimento di partecipazioni in società controllate; (iv) cessione di rami
d’azienda; (v) modifiche statutarie; (vi) aumenti del capitale sociale; (vii) nomina dell’Amministratore Delegato.
Il Patto Parasociale avrà una durata pari a tre anni dalla data di sottoscrizione dello stesso e sarà automaticamente
etacitamente rinnovato alla scadenza per ulteriori periodi di tre anni, salva la facoltà di disdetta di ciascuno dei paciscenti,
da esercitarsi con almeno sei mesi di preavviso rispetto alla scadenza.
Si segnala che, ai sensi del Patto Parasociale, qualora una delle parti raggiunga accordi o intese, di qualsiasi natura, con
soggetti terzi tali da determinare l’insorgere di un obbligo solidale delle parti medesime di promuovere l’offerta pubblica
d’acquisto totalitaria sulle Azioni Carige ai sensi della normativa di volta in volta vigente, le disposizioni del Patto
Parasociale cesseranno automaticamente di ogni efficacia.
Per maggiori informazioni in merito al Patto Parasociale si rimanda all’estratto e alle informazioni essenziali aggiornate,
disponibili sul sito internet di Consob www.consob.it, nonché sul sito internet dell’Emittente www.gruppocarige.it, sezione
Governance/Azionariato.
***
Per completezza si segnala che, per quanto a conoscenza dell’Emittente:
(i)
in data 7 luglio 2015 Coop Liguria S.c.c., Talea Società di Gestione Immobiliare S.p.A., Fondazione A. de Mari Cassa
di Risparmio di Savona e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara hanno sottoscritto un patto parasociale rilevante ai
sensi dell’articolo 122, commi 1 e 5, lettera b) del TUF.
Alla Data del Documento di Registrazione sono conferite a detto patto parasociale, complessivamente, n. 34.578.539
Azioni Carige, pari a circa il 4,17% del capitale sociale ordinario dell’Emittente, di cui: (i) n. 3.281.800 Azioni
Ordinarie di titolarità di Coop Liguria S.c.c., pari a circa lo 0,40% del capitale sociale con diritto di voto
dell’Emittente; (ii) n. 11.016.912 Azioni Ordinarie di titolarità di Talea Società di Gestione Immobiliare S.p.A., pari a
circa l’1,33% del capitale sociale con diritto di voto dell’Emittente; (iii) n. 10.542.979 Azioni Ordinarie di titolarità di
Fondazione A. de Mari Cassa di Risparmio di Savona, pari a circa l’1,27% del capitale sociale con diritto di voto
dell’Emittente e (iv) n. 9.736.848 Azioni Ordinarie di titolarità di Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, pari a
circa l’1,17% del capitale sociale con diritto di voto dell’Emittente. Nessuno tra i paciscenti è titolare di Azioni Carige
non apportate al patto parasociale.
Il predetto patto parasociale ha ad oggetto l’impegno dei paciscenti a: (i) presentare una lista per il rinnovo del
Consiglio di Amministrazione in cui indicare un numero di candidati compreso tra 2 (due) e 4 (quattro), designati di
comune accordo tra i paciscenti, (ii) presentare una lista per il rinnovo del Collegio Sindacale in cui indicare un
161
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
candidato alla carica di Sindaco effettivo e un candidato alla carica di Sindaco supplente, su cui dovrà esservi il
comune accordo dei paciscenti, (iii) votare a favore delle liste di candidati presentate in conformità a quanto indicato
sub (i) e (ii).
Il patto prevede, inoltre, un reciproco diritto di prelazione dei paciscenti in caso di alienazione delle Azioni Carige
detenute.
Il patto avrà una durata pari a tre anni dalla data di sottoscrizione dello stesso e sarà tacitamente rinnovato alla
scadenza per un ulteriore periodo di tre anni, salva la facoltà di disdetta da esercitarsi con almeno tre mesi di preavviso
rispetto alla scadenza: il patto non potrà più essere rinnovato tacitamente decorso il secondo triennio.
Per maggiori informazioni in merito al predetto patto parasociale si rimanda all’estratto e alle informazioni essenziali
disponibili sul sito internet di Consob www.consob.it, nonché sul sito internet dell’Emittente www.gruppocarige.it,
sezione Governance/Azionariato.
Al riguardo si segnala che, in occasione dell’Assemblea Ordinaria della Banca tenutasi in data 31 marzo 2016 e
convocata, tra l’altro, per la nomina degli organi sociali, risulta essere stata presentata una lista in conformità a detto
patto, dalla quale è stato nominato il Consigliere Remo Angelo Checconi. Per maggiori informazioni in merito al
Consiglio di Amministrazione si rinvia al precedente Capitolo 9, Paragrafo 9.1. del Documento di Registrazione;
(ii) in data 3 marzo 2016, Compania Financiera Lonestar SA, Spininvest S.r.l., Aldo Spinelli, Leila Cardellini e Roberto
Spinelli hanno sottoscritto un patto parasociale rilevante ai sensi dell’articolo 122, comma 1, del TUF, avente efficacia
fino al 31 marzo 2016 e ad oggetto l’impegno a presentare una lista congiunta per la nomina del Consiglio di
Amministrazione di Banca Carige e a votare tale lista nell’Assemblea dei soci del 31 marzo 2016. Al patto risultano
conferite complessivamente n. 62.867.520 Azioni Carige, pari al 7,5727% circa del capitale sociale ordinario
dell’Emittente, così suddivise: (i) n. 49.817.520 Azioni detenute da Lonestar, pari al 6,0008% circa del capitale
sociale; (ii) n. 4.400.000 Azioni detenute da Spininvest, pari allo 0,5300% circa del capitale sociale; (iii) n. 4.000.000
Azioni detenute da Aldo Spinelli, pari allo 0,4818% circa del capitale sociale; (iv) n. 4.300.000 Azioni detenute da
Leila Cardellini, pari allo 0,5179% circa del capitale sociale; (v) n. 350.000 Azioni detenute da Roberto Spinelli, pari
allo 0,0421% circa del capitale sociale.
Al riguardo si segnala che, in occasione dell’Assemblea Ordinaria della Banca tenutasi in data 31 marzo 2016 e
convocata, tra l’altro, per la nomina degli organi sociali, risulta essere stata presentata una lista in conformità a detto
patto, dalla quale sono stati nominati i Consiglieri Claudio Calabi, Alberto Mocchi e Sara Armella. Per maggiori
informazioni il merito al Consiglio di Amministrazione si rinvia al precedente Capitolo 9, Paragrafo 9.1. del
Documento di Registrazione.
Per maggiori informazioni in merito al predetto patto parasociale si rimanda all’estratto e alle informazioni essenziali
disponibili sul sito internet di Consob www.consob.it, nonché sul sito internet dell’Emittente www.gruppocarige.it,
sezione Governance/Azionariato.
162
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
11. INFORMAZIONI FINANZIARIE
11.1 Informazioni finanziarie relative agli esercizi passati
Il Bilancio Consolidato 2015 e il Bilancio Consolidato 2014 sono incorporati mediante riferimento al presente Documento
di Registrazione e sono messi a disposizione del pubblico sul sito internet dell’Emittente agli indirizzi:
http://carige.reportingcenter.it/sites/carige2012.annualreporting.it/files/allegati/relazione_finanziaria_annuale_2014.pdf,
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf,
come indicato nel successivo Capitolo 14 "Documentazione a disposizione del pubblico", cui si fa rinvio.
L’Emittente si avvale del regime di inclusione mediante riferimento dei documenti sopra indicati ai sensi dell’articolo 11
della Direttiva 2003/71/CE e dell’articolo 28 del Regolamento (CE) n. 809/2004 nonché dell’articolo 7, comma 5, del
Regolamento Emittenti.
I Bilanci Consolidati, in applicazione del Decreto Legislativo 28 febbraio 2005 n. 38, sono stati redatti secondo i principi
contabili IAS/IFRS emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB), omologati dalla Commissione Europea
ed in vigore alla data di chiusura dei rispettivi bilanci, nonché alle connesse interpretazioni (SIC/IFRIC), come stabilito dal
Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.
I Bilanci Consolidati presentano dati di raffronto riesposti in applicazione di specifici principi contabili.
Si segnala che in sede di predisposizione del Bilancio Consolidato 2015, la Banca ha provveduto alla riesposizione degli
schemi del conto economico, del prospetto della redditività complessiva e del rendiconto finanziario relativi all’esercizio al
31 dicembre 2014 a seguito delle delibere assunte dal Consiglio di Amministrazione di non considerare tra gli asset in
vendita le partecipazioni detenute in Banca Cesare Ponti e Creditis, in precedenza iscritte tra le attività in via di dismissione
ai sensi dell’IFRS 5 – Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate (“IFRS 5”), confermando le
stesse nell’ambito del perimetro del Gruppo Banca Carige.
I saldi economici dell’esercizio 2014 sono stati riesposti nel Bilancio Consolidato 2015, rispetto ai dati storici pubblicati nel
Bilancio Consolidato 2014, per riflettere gli effetti derivanti dall’applicazione dell’IFRS 5 (il “Bilancio Consolidato 2014
Riesposto”).
Con riferimento ai dati patrimoniali inoltre, pur non essendo prevista dall’IFRS 5 la riesposizione dei saldi comparativi al 31
dicembre 2014, per consentire un confronto omogeneo, in aggiunta ai dati storici pubblicati nel Bilancio Consolidato 2014
sono stati riportati, esclusivamente nella relazione sull’andamento della gestione al 31 dicembre 2015, anche taluni dati
patrimoniali comparativi riesposti. La Banca ha provveduto, nella relazione sull’andamento della gestione, ad illustrare la
natura delle riesposizioni ed a presentare i prospetti di raccordo tra i dati storici pubblicati nel Bilancio Consolidato 2014 ed
i dati riesposti.
Le informazioni che derivano dalla riclassificazione dei dati in quanto contenute nella relazione sull’andamento della
gestione del Gruppo non sono state assoggettate a revisione contabile ma sono state oggetto della verifica di coerenza con il
bilancio consolidato. Nella relativa relazione di revisione, la Società di Revisione ha espresso, così come previsto dalle
norme vigenti, il giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione del bilancio. A tal fine sono state svolte le procedure
indicate dal principio di revisione 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
e raccomandato dalla Consob per l’esercizio 2014 e dal principio di revisione (SA Italia) n.7208 per l’esercizio 2015.
Pertanto, in talune circostanze, potrebbero riscontrarsi, all’interno del Documento di Registrazione, diverse rappresentazioni
numeriche delle medesime voci di bilancio. Potrebbe, inoltre, risultare difficile confrontare i dati finanziari dei bilanci
assoggettati a revisione e quelli riclassificati e riesposti non assoggettati a revisione. Gli investitori sono, pertanto, invitati a
prestare particolare attenzione in relazione a tali confronti.
11.2 Bilanci
La presente sezione riporta ed incorpora mediante riferimento i dati del conto economico, dello stato patrimoniale e del
rendiconto finanziario contenuti nel Bilancio Consolidato 2015 e Bilancio Consolidato 2014.
163
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Ulteriori informazioni sono fornite nei documenti finanziari messi a disposizione del pubblico secondo le modalità indicate
nel successivo Capitolo 14 "Documenti a disposizione del pubblico".
Per comodità di consultazione dei Bilanci Consolidati e delle relative relazioni sulla gestione inclusi per riferimento nel
Documento di Registrazione, si riporta di seguito una tabella contenente indicazione delle pagine delle principali sezioni
degli stessi.
Bilancio Consolidato 2015
Relazione sulla gestione
Stato patrimoniale consolidato
Conto economico consolidato
Prospetto della redditività consolidata complessiva
Prospetto delle variazioni di patrimonio netto
consolidato
Rendiconto finanziario consolidato
Politiche contabili
Nota integrativa consolidata
Relazione della Società di Revisione
N. di pagina
12-75
78-79
80
81
82-83
84-85
92
93-374
378-380
Bilancio Consolidato 2014
Relazione sulla gestione
Stato patrimoniale consolidato
Conto economico consolidato
Prospetto della redditività consolidata complessiva
Prospetto delle variazioni di patrimonio netto
consolidato
Rendiconto finanziario consolidato
Politiche contabili
Nota integrativa consolidata
Relazione della Società di Revisione
N. di pagina
12-79
82-83
84
85
86-87
88-89
92
93-407
410-413
L’Emittente redige il bilancio individuale e il bilancio consolidato.
I dati richiamati nel presente Capitolo del Documento di Registrazione, così come i dati contenuti negli altri Capitoli, sono
quelli del bilancio consolidato in quanto i dati individuali della Banca non forniscono alcuna informazione aggiuntiva
rispetto a quelli consolidati.
11.3 Revisione delle informazioni finanziarie relative agli esercizi passati
11.3.1. Revisioni delle informazioni finanziarie annuali relative agli esercizi passati
Il Bilancio Consolidato 2015, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente del 3 marzo 2016, è stato
assoggettato a revisione contabile da EY S.p.A., la quale ha emesso la propria relazione senza rilievi in data 8 marzo 2016.
In tale relazione della Società di Revisione relativa al Bilancio Consolidato 2015 è presente il seguente richiamo
d’informativa: “Si richiama l’attenzione su quanto indicato nella nota integrativa in merito alle iniziative di rafforzamento
patrimoniale attuate al fine di rispettare i requisiti prudenziali fissati dalla Banca Centrale Europea (“BCE”) e ricomprese
nell’ambito del Capital Plan sottoposta alla BCE ad esito del Comprehensive Assessment. Come descritto in nota
integrativa, inoltre, la BCE in data 19 febbraio 2016 ha comunicato alla Banca, nella forma di draft decision, l’intenzione
di adottare una decisione contenente la richiesta ai sensi del Regolamento UE 1024/2013 di predisporre un nuovo funding
plan per far fronte alle esigenze di liquidità, un nuovo piano industriale che tenga conto del deterioramento dell’attuale
scenario rispetto alle originarie previsioni nonché un piano a medio termine che rifletta nuove considerazioni sulle opzioni
strategiche del Gruppo. Sulla base delle valutazioni effettuate, pur tenendo in considerazione il contenuto della citata draft
decision, gli amministratori hanno redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Il nostro giudizio non
contiene rilievi con riferimento a tali aspetti.”
Il Bilancio Consolidato 2014, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente del 3 marzo 2015, è stato
assoggettato a revisione contabile da EY S.p.A. la quale ha emesso la propria relazione senza rilievi in data 26 marzo 2015.
In tale relazione della Società di Revisione relativa al Bilancio Consolidato 2014 è indicato quanto segue: “Il bilancio
consolidato presenta ai fini comparativi i dati dell’esercizio precedente. Come illustrato nella nota integrativa, gli
Amministratori hanno riesposto alcuni dati comparativi rispetto ai dati presentati nel bilancio consolidato al 31 dicembre
2013 da noi assoggettato a revisione contabile e sul quale avevamo emesso la relazione di revisione in data 3 aprile 2014.
Le modalità di rideterminazione dei dati comparativi e la relativa informativa presentata nella nota integrativa sono state
da noi esaminate ai fini dell’espressione del giudizio sul bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2014”. Nella
medesima relazione della Società di Revisione è presente il seguente richiamo d’informativa “Gli Amministratori
descrivono nella relazione sulla gestione ed in nota integrativa le iniziative di rafforzamento patrimoniale del Gruppo, che
164
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
includono la proposta di aumento di capitale a pagamento da offrire in opzione agli Azionisti per un importo massimo di
Euro 850 milioni, volte a rispettare gli specifici obblighi in materia di fondi propri aggiuntivi imposti dalla Banca Centrale
Europea”.
Nella relazione della Società di Revisione relativa alla Relazione Finanziaria Semestrale è presente il seguente richiamo di
informativa: “Si richiama l’attenzione sull’informativa fornita nel paragrafo “Politiche contabili – Continuità
aziendale”delle note illustrative, nel quale sono illustrati gli elementi utilizzati dagli Amministratori ai fini della
valutazione della continuità aziendale, inclusa l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, in data 29 giugno
2016, del Piano Strategico 2016 – 2020 in adesione alla richiesta formulata dalla Banca Centrale Europea (“BCE”).
Sulla base delle valutazioni effettuate, pur tenendo in considerazione il fatto che non è possibile escludere ulteriori richieste
da parte della BCE e le incertezze conseguenti all’attuale contesto, gli Amministratori hanno redatto il bilancio consolidato
semestrale abbreviato nel presupposto della continuità aziendale.”
Le relazioni sopra richiamate sono inserite all’interno del Bilanci Consolidati dei relativi esercizi e della Relazione
Finanziaria Semestrale ed incorporate mediante riferimento al presente Documento di Registrazione.
11.3.2 Altre informazioni finanziarie contenute nel Documento di Registrazione controllate dai revisori dei conti
Nel Documento di Registrazione non vi sono altre informazioni che siano state sottoposte a revisione legale dei conti da
società incaricate da Banca Carige, ulteriori rispetto al Bilancio Consolidato 2015 e al Bilancio Consolidato 2014 riportati
nel precedente Paragrafo 11.2 del presente Capitolo 11, cui si rinvia.
La Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente in data
10 maggio 2016, è stata sottoposta a revisione contabile limitata.
11.3.3 Indicazioni di informazioni finanziarie contenute nel Documento di Registrazione non estratte dai bilanci
dell’Emittente sottoposti a revisione
Il Documento di Registrazione contiene informazioni estratte dal Bilancio Consolidato 2015 e dal Bilancio Consolidato
2014, entrambi assoggettati a revisione contabile, e della Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, la quale è
stata sottoposta a revisione contabile limitata. Inoltre il Documento di Registrazione include altre informazioni finanziarie
riclassificate e riesposte, nonché informazioni derivanti dalla contabilità della Banca, elaborate dall’Emittente e non
sottoposte a revisione.
11.4 Data delle ultime informazioni finanziarie
Le informazioni finanziarie più recenti riportate nel presente documento sono state tratte dalla Relazione Finanziaria
Semestrale al 30 giugno 2016, sottoposta a revisione contabile limitata. Tale documentazione è incorporata mediante
riferimento al presente Documento di Registrazione e messa a disposizione del pubblico.
11.5 Informazioni finanziarie infrannuali
Le informazioni finanziarie riguardanti le attività e le passività, la situazione finanziaria e i profitti e le perdite
dell’Emittente, relative ai dati consolidati del Gruppo per il semestre chiuso al 30 giugno 2016 sono ricavabili dalla
Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016.
La Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 approvato dal Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in
data 10 maggio 2016, incorporato mediante riferimento nel Documento di Registrazione, è disponibile sul sito internet di
Banca Carige all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf.
L’Emittente si avvale del regime di inclusione mediante riferimento del documento sopra indicato ai sensi dell’articolo 11
della Direttiva 2003/71/CE e dell’articolo 28 del Regolamento (CE) n. 809/2004 nonché dell’articolo 7, comma 5 del
Regolamento Emittenti.
165
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Per comodità di consultazione della Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016, incluso per riferimento nel
Documento di Registrazione, si riporta di seguito una tabella contenente indicazione delle pagine delle principali sezioni.
Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016
Relazione sulla gestione
N. di pagina
8-20
Stato patrimoniale consolidato
23
Conto economico consolidato
Prospetto della redditività consolidata
complessiva
Prospetto delle variazioni di patrimonio
netto consolidato
24
Rendiconto finanziario consolidato
28
Politiche contabili
30
Nota integrativa consolidata
Relazione della Società di Revisione
25
26
-98
La Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 presenta dati di raffronto riesposti in applicazione di specifici
principi contabili.
Si segnala, infine, che nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 si è provveduto a riesporre i dati di conto
economico, della redditività complessiva e del rendiconto finanziario relativi al primo semestre 2015, a seguito della
delibera assunta dal Consiglio di Amministrazione in data 3 dicembre 2015 di non considerare tra gli asset in vendita la
partecipazione detenuta in Creditis al 30 giugno 2015 iscritta in bilancio quale gruppo di attività in via di dismissione ai
sensi dell’IFRS 5.
In data 8 novembre 2016, il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha approvato il Resoconto intermedio di
Gestione al 30 settembre 2016. Le informazioni finanziarie riguardanti le attività e le passività, la situazione finanziaria e i
profitti e le perdite dell’Emittente, relative ai dati consolidati del Gruppo per il trimestre chiuso al 30 settembre 2016 sono
disponibili sul Comunicato Stampa emesso dall’Emittente in pari data e disponibile sul sito internet di Banca Carige
all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/comunicatistampa/2016/11_08
11.6. Procedimenti giudiziari e arbitrali
L’Emittente ha costituito nel proprio bilancio consolidato un fondo per contenziosi legali destinato a coprire, tra l’altro, le
passività che potrebbero derivare, secondo le indicazioni dei legali interni ed esterni, dalle vertenze giudiziali e da altro
contenzioso in cui le banche del Gruppo sono parte (escluse le controversie di competenza dei gruppi di attività dismessi).
Alla data del 30 giugno 2016, a fronte di un petitum di Euro 67,1 milioni e n. 470 contenziosi pendenti, il fondo per le
controversie legali, ricompreso nei fondi per rischi ed oneri, era pari a Euro 21,5 milioni (Euro 22,5 milioni al 31
dicembre 2015, Euro 19,7 milioni al 31 dicembre 2014); detto fondo comprende quello appostato a fronte delle
controversie in materia di anatocismo.
Benché l’Emittente ritenga che il fondo rischi e oneri stanziato nel Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 e nel
Bilancio Consolidato 2015 sia congruo e idoneo a coprire il potenziale rischio di soccombenza nelle cause passive in cui
una o più banche del Gruppo sono parte, non si può escludere che le medesime possano essere in futuro tenute a far fronte a
oneri e obblighi di risarcimento non coperti da detto fondo ovvero che l’importo accantonato possa non essere sufficiente a
far fronte interamente agli oneri e alle richieste risarcitorie e restitutorie connesse al contenzioso pendente.In ogni caso,
166
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
l’Emittente non ritiene che le eventuali passività correlate all’esito delle vertenze in corso alla Data del Documento di
Registrazione possano avere un impatto rilevante sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria del Gruppo.
Di seguito si fornisce una sintetica descrizione dei procedimenti più significativi.
Accertamenti ispettivi e procedimenti sanzionatori da parte di Banca d’Italia
Nel 2012 la Banca d’Italia ha avviato un programma di ispezioni su gruppi bancari italiani di medie e grandi dimensioni, tra
cui il Gruppo Carige, finalizzate alla valutazione delle politiche messe in atto dagli intermediari a fronte dell’aumento dei
prestiti deteriorati, delle procedure interne per la determinazione delle rettifiche di valore su tali prestiti e dell’adeguatezza
delle rettifiche stesse.
In particolare l’accertamento nei confronti di Banca Carige è stato condotto dalla predetta Autorità di Vigilanza nel periodo
dal 3 dicembre 2012 al 13 marzo 2013. In data 11 giugno 2013 Banca d’Italia ha consegnato al Consiglio di
Amministrazione dell’Emittente il rapporto ispettivo contenente le risultanze dell’accertamento in cui venivano evidenziate
per l’Emittente, in particolare, “risultanze parzialmente sfavorevoli, da iscrivere nel quadro del periodico processo di
revisione prudenziale, riconducibili in sintesi a debolezze nella regolamentazione, nei presidi, nelle prassi in uso nonché
all’esigenza di maggiori accantonamenti” a presidio del rischio di credito.
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, esaminati gli interventi correttivi adottati o in corso di adozione
relativamente ai vari profili oggetto delle risultanze ispettive, ha formulato, nei termini, le proprie considerazioni a Banca
d’Italia con comunicazione dell’11 luglio 2013. Al riguardo si segnala che i maggiori accantonamenti richiesti, pari a Euro
238,1 milioni, erano stati integralmente recepiti nel Bilancio Consolidato 2012; di conseguenza la copertura dei fondi
svalutativi dei crediti del Gruppo risultava pertanto significativamente irrobustita.
Completato tale accertamento mirato al credito deteriorato, Banca d’Italia ha sottoposto l’Emittente e l’intero Gruppo
Carige, dal 14 marzo 2013 al 26 luglio 2013, a una visita ispettiva ad ampio spettro rientrante nelle forme di controllo
esercitate in base alle vigenti norme di legge in materia di vigilanza sulle banche.
***
In data 2 settembre 2013 la Banca d’Italia ha consegnato al Consiglio di Amministrazione di Banca Carige il verbale della
suddetta visita ispettiva che ha fatto emergere “risultanze in prevalenza sfavorevoli”, relative, in sintesi, ai seguenti profili
di conformità:
–
–
–
–
–
–
–
167
governo aziendale e in particolare: (i) funzionalità del Consiglio di Amministrazione; (ii) valutazione degli avviamenti
delle controllate bancarie e di strumenti finanziari c.d. “available for sale”; (iii) processo di valutazione delle
partecipazioni nelle compagnie controllate ai fini dell’impairment test nel bilancio individuale 2012 della Banca anche
con riguardo al soggetto a cui è stato conferito l’incarico di valutazione delle compagnie; (iv) politiche di distribuzione
dei dividendi;
organizzazione e controlli interni e in particolare: (i) carenze nella gestione del rischio di non conformità, nelle
funzioni di audit interno e Risk Management; (ii) carenze nella gestione e monitoraggio dei rischi insiti nel settore
assicurativo; (iii) aspetti relativi alle verifiche svolte dal Collegio Sindacale;
rischio di credito e in particolare: (i) carenze nelle procedure di assunzione, gestione e monitoraggio del rischio
creditizio; (ii) eccessivo sostegno assicurato a un ristretto novero di posizioni; (iii) maggiori sofferenze e incagli, con
conseguenti maggiori svalutazioni richieste per Euro 197 milioni; (iv) politiche di concessione del credito poco
selettive e con eccessivo supporto a grandi prenditori, tra cui soci e altre parti correlate dell’Emittente;
rischi finanziari e di liquidità e, in particolare, debolezze nei processi di governo e gestione di tali rischi;
elevata esposizione ai rischi strategici, creditizi, reputazionali e legali;
inadeguatezza della dotazione patrimoniale della Banca rispetto alle nuove regole sul capitale delle banche;
antiriciclaggio e in particolare carenze: (i) nei processi aziendali in materia di antiriciclaggio; (ii) nella supervisione
della controllata Centro Fiduciario; (iii) nell’assolvimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela e di
registrazione nell’Archivio Unico Informatico e (iv) assenza di forme di coordinamento idonee a garantire la
condivisione del patrimonio informativo e di omogeneità dei criteri valutativi.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Alla luce delle risultanze del verbale ispettivo, la Banca d’Italia ha richiesto a Banca Carige di porre in essere in tempi
rapidi una serie di azioni volte, in sintesi, a:
–
–
–
–
–
attuare, in occasione del prossimo rinnovo degli organi sociali, una netta discontinuità nella governance aziendale, in
particolare, attraverso l’individuazione di nuovi Presidenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale,
un ampio ricambio degli amministratori, valorizzando il ruolo di garanzia degli amministratori indipendenti, e dei
sindaci nonché un rafforzamento dell’esecutivo tramite la nomina di un amministratore delegato che sovraintenda alla
gestione aziendale nel quadro degli indirizzi strategici formulati dal Consiglio e di una sana dialettica con il nuovo
Presidente;
dare corso tempestivamente a tutte le iniziative di Capital Management necessarie per adempiere, al rafforzamento
patrimoniale di complessivi Euro 800 milioni richiesto dalla Banca d’Italia, approvato dal Consiglio di
Amministrazione nelle sedute del 25 febbraio e 19 marzo 2013 e deliberato dall’Assemblea straordinaria degli
azionisti del 29 aprile 2013;
approvare entro il 31 ottobre 2013 un nuovo piano industriale nell’ambito del quale dovrà essere attentamente valutata
la presenza in ambiti operativi diversi da quello del core business della Banca e, in particolare, procedere all’uscita dal
settore assicurativo attraverso la cessione delle partecipazioni di controllo in Amissima Assicurazioni e Amissima
Vita, nonché migliorare l’efficienza della struttura operativa, preservando un livello di investimenti adeguato ad
assicurare la revisione del sistema dei controlli;
rivedere e rafforzare l’assetto organizzativo del processo di concessione del credito, valutazione e monitoraggio del
merito creditizio, in particolare attraverso l’introduzione di nuovi limiti di concentrazione dei rischi, la revisione del
sistema di rating interni, la revisione del sistema delle deleghe e il rafforzamento delle procedure di monitoraggio e
gestione delle operazioni con parti correlate;
rafforzare il sistema dei controlli interni  funzioni Internal Audit, Risk Management e Compliance – in relazione alla
complessità raggiunta dal Gruppo.
Banca Carige ha predisposto le proprie considerazioni e controdeduzioni alle risultanze del verbale ispettivo, che sono state
approvate dal Consiglio di Amministrazione in data 26 settembre 2013 e trasmesse il giorno seguente a Banca d’Italia.
L’Emittente, in riscontro ai rilievi e alle richieste di Banca d’Italia, ha avviato le misure che ha ritenuto idonee e opportune a
tal fine.
In particolare, con riferimento alla registrazione delle operazioni nell’Archivio Unico Informatico, il Gruppo, anche a
seguito di specifica richiesta di chiarimento dell’UIF, ha proseguito nella realizzazione di attività, in parte tuttora in corso,
finalizzate a migliorare i presidi in materia di antiriciclaggio; in merito a tale fattispecie non sono stati effettuati
accantonamenti a fondo rischi ed oneri non ricorrendo i requisiti previsti dallo IAS 37.
In particolare, in ottemperanza a quanto richiesto da Banca d’Italia in relazione alla governance, in data 30 settembre 2013
l’Assemblea Ordinaria degli azionisti ha provveduto al rinnovo del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente per il
triennio 2013-2015. Successivamente alla chiusura dell’Assemblea, il Presidente del Collegio Sindacale ed un Sindaco
effettivo hanno rassegnato le proprie dimissioni dalla carica, con conseguente subentro dei Sindaci supplenti.
Inoltre, nella seduta del 7 ottobre 2013, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di approvare le linee di indirizzo
aventi ad oggetto la situazione aziendale del Gruppo Carige in conformità a quanto indicato da Banca d’Italia nella nota del
28 agosto 2013. In particolare, il Consiglio di Amministrazione ha assunto l’impegno di attuare gli interventi necessari al
fine di adeguarsi alle suddette linee di indirizzo riguardanti:
–
–
–
–
–
168
il rafforzamento patrimoniale dell’esecutivo tramite la nomina di un Amministratore Delegato;
l’avvio tempestivo delle iniziative di Capital Management necessarie ad adempiere al rafforzamento patrimoniale del
Gruppo per l’importo di Euro 800 milioni;
l’approvazione di un nuovo piano industriale che definisca la mission del Gruppo;
la revisione dell’assetto organizzativo del processo relativo alla gestione dei rischi creditizi;
il significativo rafforzamento del sistema dei controlli interni.
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
In conformità a dette linee di indirizzo, nella seduta del 29 ottobre 2013, il Consiglio di Amministrazione ha cooptato il
Rag. Piero Luigi Montani, con consolidate esperienze professionali in posizioni apicali presso intermediari di adeguate
dimensioni, nominandolo Amministratore Delegato con decorrenza dal 5 novembre 2013, in adeguamento alle indicazioni
fornite a Banca d’Italia (per maggiori informazioni in merito all’attuale composizione del Consiglio di Amministrazione e
del Collegio Sindacale si veda il Capitolo 9, Paragrafo 9.1 del Documento di Registrazione).
In data 31 ottobre 2013 Banca Carige ha pertanto trasmesso a Banca d’Italia un’integrazione delle proprie controdeduzioni
al verbale ispettivo del 2 settembre 2013, portando all’attenzione della Banca d’Italia il contenuto delle ulteriori
determinazioni assunte dal nuovo Consiglio di Amministrazione nella suddetta seduta del 29 ottobre 2013 (ossia la
realizzazione di una netta discontinuità nella governance aziendale, la nomina dell’Amministratore Delegato e la
definizione più puntuale delle linee dell’azione di riordino aziendale).
Con riferimento alle iniziative di Capital Management richieste da Banca d’Italia, si segnala in particolare che il Consiglio
di Amministrazione dell’Emittente nella seduta del 27 marzo 2014, in esecuzione delega ad esso conferita dall’Assemblea
straordinaria del 29 aprile 2013, ha deliberato di aumentare il capitale sociale a pagamento, anche in via scindibile, per Euro
800 milioni, comprensivi dell’eventuale sovrapprezzo, mediante emissione di azioni ordinarie da offrire in opzione a titolari
di azioni ordinarie e di risparmio, in proporzione al numero di azioni ordinarie e di risparmio possedute.
Quanto alla richiesta di Banca d’Italia di approvazione da parte dell’Emittente di un nuovo piano industriale il Consiglio di
Amministrazione di Banca Carige in data 27 marzo 2014 ha approvato il piano industriale 2014-2018 che traccia le linee del
profilo evolutivo del Gruppo Bancario Banca Carige con l’obiettivo di riconfermare la sua storica vocazione di “banca
commerciale”, posizionandosi come banca solida di riferimento per il territorio, le famiglie e le piccole-medie imprese.
In particolare si segnala che detto piano industriale 2014-2018, quanto alla gestione del credito e dell’assetto organizzativo a
esso connesso, prevedeva principalmente interventi nei seguenti ambiti da realizzarsi progressivamente nell’arco di detto
piano:

governance: definizione del Risk Appetite Framework (RAF) con integrazione nei processi di pianificazione e
revisione dei sistemi dei controlli interni e dei meccanismi di governance creditizi attraverso l’introduzione del
Comitato Crediti e del nuovo sistema delle deleghe;

gestione del portafoglio non performing: riorganizzazione dell’attività di recupero mediante un’attività di
segmentazione del portafoglio e la revisione dei sistemi incentivanti; focalizzazione su un numero contenuto di
posizioni a incaglio e infine, eventuale considerazione di iniziative strategiche tese alla cessione del portafoglio crediti
non performing di piccolo importo;

gestione del portafoglio in bonis: in primis tramite le direttrici delle risorse umane (rafforzamento delle competenze
interne dedicate alla gestione del credito), e quelle organizzative (ridisegno delle politiche del credito, accentramento
del processo creditizio e del monitoraggio del credito), nonché focalizzazione sull’erogazione dei crediti alle PMI con
il graduale passaggio dal segmento Large Corporate ai segmenti Small Business e Mid Corporate e l’introduzione di
meccanismi “risk-adjusted” per cliente/prodotto. Eventuale valutazione di cessioni di selezionati portafogli in bonis.
In relazione al processo di concessione del credito, nonché di valutazione e monitoraggio del merito creditizio, si segnala
che con delibera del Consiglio di Amministrazione del 20 febbraio 2014 (e decorrenza 3 marzo 2014) è stato costituito il
Comitato Crediti con poteri deliberativi delegati in materia di affidamenti e compiti di supporto agli organi aziendali nella
gestione del rischio di credito al quale sono esposte le singole componenti del Gruppo ed il Gruppo nel suo insieme in
termini di definizione della politica creditizia, assunzione del rischio di credito e controllo del rischio di credito. A ulteriore
rafforzamento del presidio nella gestione delle posizioni che denotano i primi segnali di anomalia (c.d. credito preproblematico) è stato attivato un nuovo processo di monitoraggio del credito al fine della che la qualificazione delle
posizioni che denotano perduranti segnali di anomalia. Sono stati inoltre definiti presidi organizzativi delle posizioni
problematiche, nonché è stata prevista l’integrazione delle linee guida di politica creditizia con l’individuazione di limiti
operativi, che discenderanno dalla definizione del Risk Appetite Framework e ne costituiranno la declinazione operativa.
Quanto al rafforzamento del sistema dei controlli interni, Carige ha effettuato un’autovalutazione, sia a livello di
Capogruppo che di Gruppo, rispetto alle recenti disposizioni al riguardo contenute nella Circolare 263 i cui risultati sono
stati illustrati a Banca d’Italia con relazione approvata dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 14 gennaio 2014
nella quale sono state altresì indicate le misure che saranno adottate e la relativa tempistica per assicurare il pieno rispetto
delle nuove disposizioni di vigilanza entro i termini di adeguamento fissati dalle stesse.
169
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Inoltre, il sistema dei controlli interni dell’Emittente è periodicamente soggetto a ricognizione e adeguamento in relazione
all’evoluzione dell’operatività aziendale e al contesto di riferimento, ed è incentrato su un insieme di regole, procedure e
strutture organizzative che mirano ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali e l’equilibrio gestionale.
Nel corso del 2015 sono proseguiti gli interventi di potenziamento quali-quantitativo delle funzioni di Internal Auditing,
Compliance e Risk management e le attività finalizzate al rafforzamento del sistema informativo a supporto.
Procedimenti sanzionatori di Banca d’Italia
Si segnala che Banca d’Italia, valutate unitariamente le risultanze degli accertamenti ispettivi condotti presso Banca Carige
dal 3 dicembre 2012 al 13 marzo 2013 e dal 14 marzo 2013 al 26 luglio 2013, con protocollo n. 0798659 del 30 agosto 2013
notificato, tra gli altri, all’Emittente in data 2 settembre 2013, ha avviato un procedimento sanzionatorio amministrativo, ai
sensi dell’articolo 144 del TUB, a carico degli Amministratori, dei Sindaci e del Direttore Generale della Banca in carica al
momento dei fatti oggetto dei rilievi e delle osservazioni formulati. In particolare, Banca d’Italia ha contestato: (i) la
violazione delle disposizioni di vigilanza del 4 marzo 2008 in materia di organizzazione e governo societario delle banche;
(ii) violazione delle disposizioni di Banca d’Italia in materia di contenimento del rischio, nonché governo societario,
organizzazione amministrativa e contabile, controlli interni e sistemi di remunerazione e di incentivazione (articolo 53,
comma 1, lettere b) e d), del TUB e relative disposizioni attuative), e (iii) la violazione delle disposizioni in materia di
vigilanza regolamentare della capogruppo (articolo 67 del TUB). A fondamento di tali presunte violazioni l’Autorità di
Vigilanza avrebbe rilevato, tra l’altro, l’esercizio da parte del Presidente (in carica nel periodo delle ispezioni di Banca
d’Italia) di un ruolo egemonico in assenza di specifiche deleghe e adeguati contrappesi, un inefficace reporting al plenum
consiliare e ritardi nell’informativa ai consiglieri, nonché l’assenza di un robusto e indipendente assetto dei controlli interni
e di gruppo (con particolare riferimento al Risk Management, alle controllate assicurative, alla gestione delle relazioni
creditorie con parti correlate e soggetti collegati, ecc.). In caso di accertata violazione delle suddette norme, l’articolo 144
del TUB prevede una sanzione amministrativa pecuniaria (da Euro 2.580 a Euro 129.110).
Inoltre, Banca d’Italia, tenuto conto delle risultanze delle suddette ispezioni da essa condotte, limitatamente ai rilievi e alle
osservazioni relativi agli aspetti antiriciclaggio, con protocollo n. 0797721 del 30 agosto 2013 notificato alla Banca in data 2
settembre 2013, ha avviato un procedimento amministrativo sanzionatorio nei confronti dell’Emittente per violazione delle
previsioni di cui al Decreto Legislativo Antiriciclaggio (articoli 7, comma 2 e 37, comma 7). I rilievi dell’Autorità di
Vigilanza che hanno determinato l’avvio di detto procedimento da parte di Banca d’Italia attengono, in particolare,
all’assenza di forme di coordinamento all’interno del Gruppo idonee a garantire la condivisione del patrimonio informativo
e l’omogeneità dei criteri valutativi, assenza di idonei scambi informativi con le unità che intrattengono rapporti con
l’Autorità Giudiziaria e insufficiente supervisione sull’operato della controllata Centro Fiduciario, nonché carenze
nell’assolvimento degli obblighi di adeguata verifica e registrazione nell’Archivio Unico Informatico (quali l’obbligo di
identificazione del titolare effettivo). Banca Carige ha presentato a Banca d’Italia proprie considerazioni e controdeduzioni
alle contestazioni sollevate dall’Autorità di Vigilanza con comunicazione del 26 settembre 2013.
Il procedimento sanzionatorio si è concluso con l’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie, ai sensi dell’articolo
144 del TUB, notificate a Banca Carige in data 7 agosto 2014.
In particolare, Banca d’Italia ha accertato le irregolarità di seguito indicate:
1. violazione delle disposizioni sulla governance da parte del Presidente del Consiglio di Amministrazione in carica al
momento dei fatti oggetto dei rilievi, di componenti ed ex componenti il Consiglio di Amministrazione e del Direttore
Generale allora in carica;
2. carenze nell'organizzazione e nei controlli interni da parte del Presidente del Consiglio di Amministrazione in carica al
momento dei fatti oggetto dei rilievi, di componenti ed ex componenti il Consiglio di Amministrazione e del Direttore
Generale allora in carica;
3. carenze nella gestione e nel controllo del credito da parte del Presidente del Consiglio di Amministrazione in carica al
momento dei fatti oggetto dei rilievi, di componenti ed ex componenti il Consiglio di Amministrazione e del Direttore
Generale allora in carica;
4. carenze nei controlli da parte dei componenti il Collegio Sindacale in carica al momento dei fatti oggetto dei rilievi.
170
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Per le irregolarità di cui sub (1), (2) e (3), sono state irrogate sanzioni amministrative pecuniarie di importo compreso tra
Euro 117.000,00 ed Euro 387.330,00 ad alcuni Consiglieri di Amministrazione e al Direttore Generale in carica al momento
dei fatti.
Per le irregolarità di cui sub (1) e (2) sono state irrogate sanzioni amministrative pecuniarie di importo compreso tra Euro
78.000,00 ed Euro 121.000,00 ad alcuni Consiglieri di Amministrazione in carica al momento dei fatti.
Per le irregolarità di cui sub (4), sono state irrogate sanzioni amministrative pecuniarie di importo compreso tra Euro
52.000,00 ed Euro 129.110,00 ai componenti il Collegio Sindacale in carica al momento dei fatti:
Banca Carige è obbligata in solido al pagamento delle sanzioni ed è tenuta a esercitare il regresso verso i responsabili.
Tenuto conto che alcuni dei soggetti sanzionati hanno manifestato l’intenzione di impugnare il provvedimento e di non
pagare la sanzione e che l’eventuale impugnazione del provvedimento non ne sospende l’esecuzione, Banca Carige ha
provveduto al pagamento delle sanzioni entro i termini, onde evitare l’applicazione degli interessi per ritardato pagamento.
In particolare, Banca Carige ha pagato sanzioni per complessivi Euro 1.105.330 e ha esercitato il proprio diritto di regresso,
inviando ai soggetti interessati lettere di intimazione alla restituzione delle somme versate da Carige in qualità di
coobbligata in solido.
Il procedimento sanzionatorio in materia di antiriciclaggio si è concluso con l’irrogazione di una sanzione direttamente a
carico della Banca di Euro 113.500, ai sensi dell’articolo 56 del Decreto Legislativo Antiriciclaggio, notificata all’Emittente
in data 7 agosto 2014.
Tra il 21 settembre 2015 e il 10 dicembre 2015 si è svolta un’ispezione on site avente ad oggetto il rischio di liquidità e di
tasso di interesse del portafoglio bancario dell’Emittente. In data 2 giugno 2016, sono pervenuti gli esiti in bozza di tale
ispezione, ai quali Banca Carige ha risposto con propri commenti in data 17 giugno 2016. In data 11 luglio 2016 sono
pervenuti all’Emittente gli esiti finali di tali ispezione. Le raccomandazioni pervenute da BCE sono relative agli aspetti
organizzativi e di processo di entrambi i rischi. In data 9 settembre 2016, Banca Carige ha inviato alla BCE il piano di
lavoro con le attività di remediation attualmente in corso di implementazione. Il piano è oggetto di monitoraggio periodico.
Le attività di remediation per le quali il completamento è richiesto perla fine del mese di dicembre 2016 sono in corso di
svolgimento come da piano. Il monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività per le quali il completamento è
richiesto per la fine del mese di giugno 2017 verrà avviato successivamente “
Dal marzo 2016 fino a luglio 2016, nell’ambito del processo di Supervisory Review and Evaluation Process (c.d. SREP), è
stata condotta un’ispezione on site avente ad oggetto il rischio di credito con focalizzazione su garanzie reali,
accantonamenti e cartolarizzazioni. Alla Data del Documento di Registrazione, l’Emittente è in attesa degli esiti definitivi,
tuttavia, le valutazioni dei crediti effettuate in sede di predisposizione del bilancio consolidato semestrale intermedio,
stimate sulla base delle evidenze emergenti a seguito del monitoraggio dell’evoluzione dei rapporti in essere con la clientela
affidata e della loro situazione economico finanziaria, hanno tenuto altresì conto delle indicazioni dell’Organo di Vigilanza
in sede ispettiva con particolare riferimento alla determinazione delle rettifiche di valore analitiche.
Anche alla luce di ulteriori evidenze preliminari attinenti a talune criticità emerse nell’ambito dell’ispezione con riferimento
al profilo di rischio ed alle strategie, alla struttura organizzativa ed ai processi di affidamento, monitoraggio, classificazione,
gestione delle garanzie ed altre tecniche di mitigazione del rischio, recupero, determinazione delle rettifiche di valore su
base statistica, validazione dei dati e controllo ai diversi livelli della Banca, nonché delle connesse indicazioni qualitative e
preliminari fornite dall’Organo di Vigilanza, il Gruppo ha avviato alcuni progetti, tuttora in corso, per apportare alcuni
affinamenti alle policy, alle procedure ed ai parametri utilizzati nella valutazione degli asset creditizi.
Sempre nell’ambito del programma di valutazione prudenziale è stata avviata il 28 settembre 2016 un’ispezione in loco da
parte di BCE avente per oggetto la valutazione della governance e della gestione dei rischi del Gruppo.
Nell’ambito del programma di valutazione prudenziale in data 11 ottobre 2016 è stata inoltre avviata un’ispezione da parte
di BCE avente per oggetto la valutazione dell’internal governance inclusa la compliance.
In data 27 ottobre 2016 l’Emittente ha comunicato di avere ricevuto da BCE una lettera di trasmissione di due “bozze” di
decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della Banca da sottoporsi alla BCE entro il 3
novembre 2016.
171
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and
Evaluation Process – cd. SREP) e contiene la richiesta della BCE alla Banca di mantenere, su base consolidata, un requisito
patrimoniale complessivo (Total SREP Capital Requirement, TSCR) dell'11,25%, che include il requisito minimo di fondi
propri dell'8% ed un requisito aggiuntivo di fondi propri del 3,25%.
La BCE precisa che il TSCR dell'11,25% potrebbe essere rivisto - tenendo conto di eventuali evoluzioni future delle
condizione economiche e finanziarie dell’ente creditizio su base consolidata - una volta che le esposizioni deteriorate (nonperforming) saranno riportate ad un livello sostenibile.
La Banca è altresì soggetta al requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement, OCR), che prevede, oltre al
TSCR, il requisito combinato di riserva di capitale fissato dalla Banca d’Italia all’1,25% per il 2017.
La BCE richiede inoltre alla Banca di mantenere in qualsiasi momento, a livello consolidato, un requisito di liquidità pari al
90% in termini di coefficiente di copertura della liquidità (Liquidity Coverage Ratio).
La BCE richiede poi alla Banca, a livello consolidato, di fornire alla BCE informazioni integrative in merito ai crediti
deteriorati (Non-Performing Loan, NPL) e di non effettuare distribuzioni ai soci.
Con riferimento alla raccomandazione sulle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la BCE si
aspetta che la Banca, a livello consolidato, si attenga alle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital
guidance) del 2,25%, da detenere in aggiunta al requisito del Common Equity Tier I del 9% (composto da coefficiente
minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di riserva di capitale dell’1,25%). La
BCE segnala che: “il mancato rispetto delle indicazioni di capitale di secondo pilastro non costituisce di per sé violazione
dei requisiti di fondi propri. Tuttavia, qualora il capitale della Banca su base consolidata scendesse, o fosse previsto
scendere al di sotto del livello delle indicazioni di capitale di secondo pilastro (Pillar 2 capital guidance), la Banca dovrà
avvertire immediatamente la BCE e spiegare nel dettaglio le motivazioni del mancato rispetto delle indicazioni di ‘Pillar 2
capital guidance’. La BCE esaminerà le motivazioni per cui il capitale della Banca è sceso o è previsto scendere e si
considererà l’adozione di commisurate ed opportune misure specifiche per l’ente creditizio, compresa, in via esemplificativa
e non esaustiva, la richiesta di presentazione di un piano di ripristino patrimoniale (capital restoration plan), sulla base
dell’art. 16(2) del regolamento (UE) n. 1024/2013.”
La seconda bozza prevede che entro il 31 gennaio 2017 la Banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come intervento
precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione degli NPL, valutandone anche gli impatti in termini di
adeguatezza patrimoniale. I requisiti relativi alla riduzione quantitativa dei crediti problematici sono rappresentati, senza
differenziazione tra le diverse classi di crediti, come segue:
31-12-2017
31-12-2018
31-12-2019
NPL lordi (miliardi euro)
max 5,5
max 4,6
max 3,7
Coverage ratio
min 45%
min 43%
min 42%
La Banca ha formulato , entro il termine fissato per il 3 novembre, alla BCE le proprie osservazioni concernenti sia il
merito dei contenuti delle bozze che il quadro normativo al quale esse si riferiscono.
La Banca comunica inoltre di avere comunque già in corso, anche in relazione ai recenti favorevoli sviluppi relativi a
cartolarizzazioni di NPL, analisi volte alla definizione, nei più brevi tempi possibili, di più incisive opzioni, rispetto a
quelle individuate nel piano industriale 2016-2020 approvato lo scorso giugno ed attualmente in fase di implementazione,
per conseguire una rilevante riduzione dell’incidenza degli NPL sul bilancio.
Ulteriori iniziative di vigilanza Consob in merito alla concentrazione di titoli emessi dall’Emittente nei portafogli detenuti
dalla propria clientela al dettaglio
In data 1° luglio 2016, in relazione alle complessive evidenze di vigilanza in merito alla prestazione dei servizi di
investimento da parte della Banca scrivente, Consob ha richiesto, ai sensi dell’articolo 8 comma 1° del D. Lgs. n. 58/1998,
di fornire i seguenti chiarimenti:
172
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione

in relazione al previsto controllo di concentrazione nell’ambito della valutazione di adeguatezza degli investimenti
della clientela, eventuale conferma che il medesimo, allo stato, risulta operativo per i titoli di debito, illustrazione delle
motivazioni alla base di tale scelta ed indicazione dei prossimi passaggi evolutivi tesi alla valorizzazione complessiva
del rischio emittente; conferma che le modalità di calcolo del rischio di credito adottate dalla Banca consentono di
cogliere le correlazioni fra i diversi strumenti nel portafoglio del cliente, integrando di fatto il controllo di
concentrazione;

numero dei clienti che risultano possessori di prodotti finanziari emessi dalla banca e relativo controvalore,
opportunamente ripartiti per classi di concentrazione in detti prodotti, per fasce di patrimonio riferibili ai menzionati
clienti e per profilo assegnato agli stessi ai fini delle valutazioni di adeguatezza/appropriatezza con separata evidenza
di tali dati per le obbligazioni subordinate.
Con nota del 29 luglio 2016, l’Emittente ha fornito le informazioni richieste segnalando, inoltre, che è in corso
l’aggiornamento della propria policy volto all’introduzione del controllo di concentrazione sugli strumenti finanziari ad
elevata complessità.
Procedimenti penali
Per quanto a conoscenza dell’Emittente, alla Data del Documento di Registrazione, la Procura della Repubblica di Genova,
sta svolgendo indagini in relazione al procedimento penale n. 10688/2013 r.g. n.r., nell’ambito delle quali l’ex Presidente
dell’Emittente Giovanni Berneschi è indagato per i reati di cui agli articoli 2622, commi 3 e 4 (false comunicazioni sociali
in danno della società, dei soci o dei creditori), e 2637 (aggiotaggio) del Codice Civile, appropriazione indebita ex articolo
646 del Codice Penale; alla Data del Documento di Registrazione, l’Emittente è in attesa di conoscere l’esito delle indagini
preliminari condotte dalla Procura della Repubblica. A quanto consta, i fatti oggetto dell’imputazione sarebbero stati in
parte desunti dai rilievi di Banca d’Italia e della Consob. A quanto consta, tale procedimento è stato trasmesso per ragioni di
competenza territoriale alla Procura della repubblica presso il Tribunale di Roma: allo stato il procedimento non risulta
ancora assegnato ad alcun magistrato di tale Procura.
Nel contesto del ricordato procedimento penale n. 10688/13, erano stati altresì contestati altri reati, in particolare i reati di
associazione a delinquere aggravato dalla natura transnazionale della associazione medesima (ex articolo 416 del Codice
Penale e articolo 4 della legge 146/06), truffa aggravata (ex articoli 640 e 61 n. 11 del Codice Penale), appropriazione
indebita (ex articolo 646 del Codice Penale), riciclaggio (ex articolo 648-bis del Codice Penale), trasferimento fraudolento
di valori aggravato dalla natura transnazionale del gruppo criminale organizzato (ex articolo 12-quinquies della legge
356/1992 e articolo 4 della legge 146/2006), in relazione ai quali, per quanto a conoscenza dell’Emittente, sono state emesse
misure cautelari personali e reali, tra l’altro, nei confronti dell’ex Presidente dell’Emittente: tutti questi reati sono stati
oggetto di uno stralcio e sono confluiti nel procedimento penale n. 17008/14 che, alla Data del Documento di Registrazione,
è nella fase dibattimentale.
Per quanto attiene ai reati costituenti presupposto della responsabilità dell’ente ex Decreto Legislativo 231 ed essendo tali
illeciti ascritti ad un soggetto apicale, l’Emittente è stata iscritta nel registro degli indagati per l’illecito amministrativo
dipendente da reato ex articolo 25-ter del Decreto Legislativo 231, per i reati di false comunicazioni sociali in danno della
società, dei soci o dei creditori (articolo 2622 del Codice Civile) e di aggiotaggio (articolo 2637 del Codice Civile). Le
indagini hanno ad oggetto, tra l’altro, anche la regolarità nella concessione di fidi e nella complessiva gestione dei rapporti
creditori nonché la conformità dei modelli organizzativi interni inerenti l’affidamento e la gestione dei fidi e la redazione
dei bilanci alla normativa di settore. Si precisa che, indipendentemente da qualunque valutazione sulla fondatezza
dell’addebito mosso all’Emittente stessa, i rischi conseguenti al più grave trattamento sanzionatorio in astratto applicabile
all’Emittente stessa per gli illeciti amministrativi contestati sono stimabili in misura non superiore a Euro 2 milioni, mentre
per tali illeciti non sono previste sanzioni interdittive. L’Emittente confida di poter dimostrare la propria assoluta estraneità
ai fatti contestati.
Si segnala inoltre che, per quanto a conoscenza dell’Emittente, nell’ambito del procedimento penale r.g. n. 10688/2013,
oltre al Centro Fiduciario stesso ai sensi degli articoli 25-ter e 25-octies del Decreto Legislativo 231, sono stati indagati e
destinatari di misure cautelari personali e reali anche tre dipendenti distaccati con mansioni direttive presso il Centro
Fiduciario per i reati di ostacolo all’esercizio delle funzioni della autorità pubbliche di vigilanza ex articolo 2638 del Codice
Civile, di riciclaggio ex articolo 648-bis del Codice Penale e concorso nell’evasione delle imposte sui redditi ex articolo 4
del Decreto Legislativo n. 74/2000 ed è stata disposta la prosecuzione della società suddetta da parte del Commissario
173
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Giudiziale di Centro Fiduciario per la durata di sei mesi dal 17 luglio 2014, ex articoli 13, commi 1 e 2, 15 e 45, comma 3,
del Decreto Legislativo 231. Al riguardo si segnala che in data 17 gennaio 2015 è cessato il predetto periodo di
commissariamento e che il Centro Fiduciario ha ripreso la piena operatività. Nell'udienza preliminare del 23 maggio 2016,
il Centro Fiduciario ha presentato istanza per la definizione della propria posizione ai sensi dell'articolo 63 Decreto
Legislativo 231 (c.d. patteggiamento) e il Giudice dell’udienza preliminare ha provveduto ad effettuare uno stralcio della
posizione del Centro Fiduciario riservandosi di decidere in ordine all’accoglimento dell’istanza all’esito dell’udienza
preliminare che prosegue nei confronti degli indagati persone fisiche e la cui prosecuzione è fissata per il 12 ottobre 2018.
Qualora l’istanza dovesse essere accolta, i costi complessivi cui il Centro Fiduciario andrebbe incontro per i diversi titoli
(sanzioni pecuniarie, risarcimento del danno e profitto da sottoporre a confisca) ammonterebbero a non oltre 650.000,00
Euro a fronte dei quali la controllata ha prudenzialmente accantonato 620.000,00 Euro.
Per quanto a conoscenza dell’Emittente, si segnala tuttavia che la Banca non può escludere che lo sviluppo delle indagini
possa far emergere ulteriori condotte penalmente rilevanti anche a carico di altri soggetti o che dai fatti oggetto di indagine
possano derivare situazioni in cui sia possibile congetturare la richiesta di danni e/o risarcimenti a carico del Gruppo da
parte di terzi quali persone offese e/o danneggiate. Tali eventuali azioni risarcitorie costituiscono una mera ipotesi e,
pertanto, non ne è in alcun modo valutabile l’eventuale fondatezza: in ogni caso, anche ove esperite, tali azioni difficilmente
potrebbero comportare esborsi a carico dell’Emittente prima della definizione dei relativi giudizi, definizione che è
ragionevole aspettarsi possa avere luogo in un orizzonte temporale valutabile in termini di anni a decorrere dalla Data del
Documento di Registrazione. L’Emittente si riserva di esperire ogni azione a tutela dei propri diritti e interessi danneggiati
dalle condotte lesive che sono emerse all’esito delle indagini penali in corso.
Si segnala che nell’ambito del procedimento penale r.g.n. 17008/2014 in essere presso il Tribunale di Genova, in data 15
giugno 2015 il Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Genova ha disposto il rinvio a giudizio, eccezion fatta per
le posizioni di alcuni imputati, per i quali il GUP ha pronunciato, rispettivamente, (i) sentenza di non doversi procedere
perché il fatto non costituisce reato limitatamente ad una delle fattispecie contestate, (ii) sentenza di patteggiamento, con
annesso provvedimento di confisca e (iii) provvedimento di stralcio, dichiarando la propria incompetenza territoriale a
favore del Tribunale di Milano. A seguito dell’avvenuta sostituzione del Collegio giudicante all’udienza del 5 ottobre 2015,
il procedimento ha subito due successivi rinvii per le decisioni sulle questioni preliminari sollevate. Il Giudice, nell’udienza
del 19 novembre 2015 si è espresso negativamente in merito alla richiesta di costituzione di parte civile presentata da parte
di alcuni azionisti e nell’udienza del 9 dicembre 2015 ha respinto le richieste presentate dai difensori degli imputati.
Alla Data del Documento di Registrazione, tale procedimento è nella fase dibattimentale: la Banca si è costituita parte civile
e segue l'andamento del processo in attesa della fase finale, nella quale assumerà le proprie conclusioni. A seguito di
un’eccezione di incompetenza territoriale presentata nell’ambito del predetto procedimento oggetto di stralcio da parte della
difesa di uno degli imputati, la posizione di quest’ultimo è stata ulteriormente stralciata e trasferita in un nuovo
procedimento penale aperto presso il Tribunale di Milano, attualmente nella fase dibattimentale.
Inoltre, risulta all’Emittente l’esistenza di ulteriori procedimenti che attualmente non vedono parte in causa né la Banca né
altre società del Gruppo Carige, relativi alla concessione di crediti ad alcune società e/o persone fisiche che sarebbero
successivamente risultate non solvibili, nell’ambito dei quali risulterebbero indagati alcuni dirigenti del Gruppo. Poiché
l’Emittente non è parte di tali indagini e, quindi, non è a conoscenza degli atti processuali, Banca Carige non è in grado, allo
stato, di fornire valutazioni maggiormente analitiche sulla vicenda citata.
Alla Data del Documento di Registrazione e con riferimento alle complessive vicende penali che hanno avuto ampio risalto
sugli organi di stampa, non è pertanto possibile fornire valutazioni maggiormente analitiche sulle predette vicende
processuali, che tuttavia l’Emittente segue con la massima attenzione come persona offesa ovvero danneggiata da reato.
Accertamenti ispettivi in materia di antiriciclaggio
Centro Fiduciario
Si segnala che dal 19 settembre 2013 al 14 gennaio 2014 è stato condotto presso la controllata Centro Fiduciario un
accertamento ispettivo da parte di Banca d’Italia – Unità di Informazione Finanziaria, ai sensi dell’articolo 47, comma 1, del
Decreto Legislativo Antiriciclaggio.
174
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Ad esito di detti accertamenti, con comunicazione del 25 marzo 2014 notificata in data 31 marzo 2014, l’Unità di
Informazione Finanziaria di Banca d’Italia, ha contestato al Direttore di Centro Fiduciario all’epoca dei fatti contestati,
nonché a Centro Fiduciario (chiamata a rispondere in solido) l’asserita violazione degli obblighi di segnalazioni sospette (ai
sensi della disciplina in materia di antiriciclaggio), in relazione a un mandato fiduciario finalizzato alla gestione di liquidità
per complessivi Euro 700.000, acceso il 22 dicembre 2011. In particolare, secondo l’Autorità di Vigilanza dall’analisi della
documentazione presso il Centro Fiduciario, sarebbe emerso come il rapporto fiduciario, dopo l’accensione, non sia stato
oggetto di valutazione, né monitoraggio da parte della società.
Ai sensi dell’articolo 57, comma 4, del citato Decreto Legislativo Antiriciclaggio la violazione contestata è punibile con una
pena pecuniaria dall’1% (ossia Euro 7.000) al 40% (ossia Euro 280.000) del valore dell’operazione (ossia Euro 700.000).
Ciascuna delle parti destinatarie del procedimento può presentare al Ministero dell’Economia e delle Finanze scritti
difensivi e documentazione a supporto entro il termine di 30 giorni dalla notificazione della violazione. In data 29 aprile
2014 Centro Fiduciario ha trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze la propria memoria difensiva. Alla Data
del Documento di Registrazione detto procedimento è ancora in corso e, ai sensi della normativa vigente, il Ministero
dell’Economia e delle Finanze deve notificare l’eventuale provvedimento sanzionatorio entro il termine di cinque anni dal
momento dell’avvenuta notifica della contestazione agli autori della violazione.
In data 27 gennaio 2016 il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente in relazione alla predetta contestazione, preso atto
che Centro Fiduciario potrebbe non disporre di riserve finanziarie e riserve patrimoniali sufficienti per coprire l’onere
derivante dal provvedimento in argomento, ha deliberato l’impegno di accollarsi - nei limiti della propria quota di
partecipazione al capitale - il futuro obbligo di pagamento dell’eventuale sanzione amministrativa, con presa d’atto che:
-
la concreta attivazione degli obblighi di copertura degli oneri derivanti dall’eventuale sanzione, oltre a lasciare
impregiudicati i doveri del Centro Fiduciario di agire in via di regresso nei confronti di coloro che fossero individuati
quali autori delle violazioni, rimane soggetta alla previa valutazione, da parte delle Funzioni aziendali competenti, dei
profili di rischio, anche rilevanti ai fini del Decreto Legislativo 231, della situazione economico-patrimoniale e delle
prospettive della Controllata;
-
posto che, alla Data del Documento di Registrazione, la partecipazione di Banca Carige in Centro Fiduciario è pari al
96,95% del capitale sociale e che la sanzione massima ipotizzabile (pari al 40% del valore dell’operazione sospetta non
segnalata) è pari ad Euro 4.986.169,34, l’impegno assunto da Banca Carige deve intendersi limitato all’importo massimo
di Euro 4.834.091,18.
Banca Carige
Si segnala che con verbale di contestazione del 23 gennaio 2015, notificato in data 5 febbraio 2015, la Guardia di Finanza
ha contestato al direttore di un’agenzia di Banca Carige e alla Banca medesima, in qualità di obbligato solidale, la
violazione dell’articolo 41 del Decreto Legislativo Antiriciclaggio per omessa segnalazione di operazioni sospette per un
importo complessivo di Euro 502.237,00.
Ai sensi dell’articolo 57, comma 4, del Decreto Legislativo Antiriciclaggio la violazione contestata è punibile con una pena
pecuniaria dall’1% (ossia Euro 5.022,37) al 40% (ossia Euro 200.894,80) del valore dell’operazione. Ciascuna delle parti
destinatarie del procedimento può presentare al Ministero dell’Economia e delle Finanze scritti difensivi e documentazione
a supporto entro il termine di 30 giorni dalla notificazione della violazione.
In data 3 marzo 2015, Banca Carige ha trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze la propria memoria difensiva.
Alla Data del Documento di Registrazione il procedimento è in corso e, ai sensi della normativa vigente, il Ministero
dell’Economia e delle Finanze deve notificare l’eventuale provvedimento sanzionatorio entro il termine di cinque anni dal
momento dell’avvenuta notifica della contestazione agli autori della violazione.
***
Procedimenti Consob ex articoli 157, comma 2, e 154-ter del TUF
Procedimento Consob ex articolo 154-ter del TUF
175
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Con nota dell’8 novembre 2013 Consob ha comunicato a Banca Carige, in esito all’attività istruttoria svolta di aver
riscontrato talune ipotesi di non conformità ai principi contabili applicabili del Bilancio Consolidato 2012 e del bilancio di
esercizio della Banca al 31 dicembre 2012 nonché del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2013, con
specifico riguardo alla modalità di valutazione delle seguenti poste di bilancio;
(i)
gli avviamenti attribuiti alle Cash Generating Unit bancarie (di seguito le “CGU bancarie”),
(ii)
le partecipazioni nelle società bancarie controllate,
(iii)
le partecipazioni detenute dall’Emittente nelle compagnie assicurative (Amissima Vita e Amissima Assicurazioni),
e
(iv)
la partecipazione detenuta da Banca Carige in Banca d’Italia.
Nello specifico, le carenze e criticità rilevate da Consob riguardavano:
–
con riferimento al Bilancio Consolidato 2012:
(i)
(ii)
–
–
l’impairment test relativo alle CGU bancarie e, in particolare:
(a)
l’utilizzo di un arco temporale di 10 anni per la valutazione della redditività delle CGU Banca
Carige Italia e Banca del Monte di Lucca, che non sarebbe conforme al principio contabile IAS
36 perché non sarebbe dimostrata la capacità dell’Emittente, fondata sulle passate esperienze, di
prevedere accuratamente flussi finanziari per un periodo superiore a 5 anni;
(b)
le ipotesi di crescita delle quantità patrimoniali ed economiche e dei tassi contenute nelle
previsioni, le quali non troverebbero fondamento in presupposti affidabili e verificabili e non
troverebbero riscontro in fonti esterne;
(c)
l’adozione del modello Advanced Internal Rating Based (AIRB) per la stima degli attivi
ponderati per il rischio, che costituirebbe un’ipotesi non ragionevole e non dimostrabile; essa
inoltre non sarebbe ammissibile perché rappresenterebbe un’ottimizzazione o miglioramento dei
flussi di cassa attesi;
la valutazione della partecipazione nella Banca d’Italia che avrebbe dovuto essere iscritta al costo e
pro-quota del patrimonio netto, in quanto non ritenuto espressivo del fair value;
non
con riferimento al bilancio di esercizio della Banca al 31 dicembre 2012:
(a)
le medesime criticità evidenziate per il bilancio consolidato in relazione al valore di iscrizione
delle partecipazioni nelle banche;
(b)
la valutazione delle controllate assicurative (Amissima Vita e Amissima Assicurazioni), la quale
sarebbe stata effettuata applicando tassi di attualizzazione che non considererebbero
adeguatamente i rischi specifici associati ai flussi finanziari stimati;
(c)
la valutazione della partecipazione nella Banca d’Italia che avrebbe dovuto essere iscritta al costo
e non pro quota del patrimonio netto in quanto non ritenuto espressivo del fair value;
con riferimento al bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2013, i medesimi rilievi e criticità
formulati per il Bilancio Consolidato 2012.
Banca Carige, avvalendosi del supporto di autorevoli esperti, ha trasmesso a Consob con nota del 2 dicembre 2013 le
proprie considerazioni in ordine ai fatti ed alle circostanze di cui sopra, evidenziando la non condivisione dei rilievi di
Consob, integrando altresì la predetta nota con documentazione trasmessa il 13 e il 20 dicembre 2013.
Successivamente, in data 10 gennaio 2014, Consob ha assunto la Delibera n. 18758 (Delibera 18758) avente ad oggetto
l’accertamento della non conformità del Bilancio Consolidato 2012 e del bilancio di esercizio dell’Emittente al 31 dicembre
2012, nonché del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2013 di Banca Carige alle norme che ne
disciplinano la redazione. Tale delibera, pur avendo richiesto la pubblicazione da parte di Banca Carige di un comunicato
176
Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
stampa contenente l’informativa relativa alle criticità rilevate, non ha peraltro indicato alcuna rettifica del valore di
iscrizione dei predetti avviamenti nei bilanci dell’esercizio 2012, assoggettati a revisione contabile, la cui correttezza, già
attestata dal soggetto incaricato della revisione contabile, è stata successivamente confermata anche da esperti indipendenti
di riconosciuta autorevolezza.
In tale delibera Consob ha inoltre richiesto alla Banca di rendere noti, ai sensi dell’articolo 154-ter, comma settimo, del
TUF, i seguenti elementi di informazione:
–
le carenze e criticità rilevate dalla Consob in ordine alla correttezza contabile dei bilanci di cui sopra;
–
i principi contabili internazionali applicabili e le violazioni riscontrate al riguardo;
–
l’illustrazione in un’apposita situazione economico-patrimoniale consolidata pro-forma – corredata dei dati
comparativi – degli effetti che una contabilizzazione conforme alle regole avrebbe prodotto sulla situazione
patrimoniale, sul conto economico e sul patrimonio netto dell’esercizio 2012 e del primo semestre 2013, per i quali
sarebbe stata fornita un’informativa errata.
Banca Carige ha fornito al mercato gli elementi di informazione richiesti dalla Consob con uno specifico comunicato
stampa diffuso in data 22 gennaio 2014. In detto comunicato Banca Carige ha espresso la propria non condivisione del
giudizio di non conformità reso da Consob, ricordando di aver già proceduto alla svalutazione integrale dell’avviamento
delle due CGU Bancarie in occasione del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2013, con conseguente
recepimento nelle scritture contabili e sottolineando che le ipotesi di non conformità sono essenzialmente relative a poste di
bilancio di natura interamente valutativa, la cui eventuale rettifica non produrrebbe alcun effetto monetario né inciderebbe
sul patrimonio di vigilanza della Banca e del Gruppo. Al fine, peraltro, di prevenire l'insorgere di eventuali divergenze con
Consob in ordine all'interpretazione e applicazione dei principi contabili, tenuto conto della rilevanza della Banca sui
mercati dei capitali e in segno di continua cooperazione con le Autorità, Banca Carige ha ritenuto di applicare nel bilancio
consolidato dell’Emittente al 31 dicembre 2013 il principio contabile IAS 8, con riferimento a:
(a)
la valutazione della partecipazione nella Banca d’Italia, iscrivendo la medesima al costo nel bilancio al 31 dicembre
2012 e precedenti e non al valore pro-quota del patrimonio netto (in quanto ritenuto dalla Consob - nella delibera del
10 gennaio 2014 - non espressivo del fair value);
(b)
l’informativa fornita nella nota integrativa al Bilancio Consolidato 2012, con riferimento all’impairment test
dell’avviamento relativo alle CGU Banca Carige Italia e Banca del Monte di Lucca.
Con comunicazione del 4 marzo 2014 Consob ha ipotizzato l’esistenza di ulteriori profili di non conformità ai principi
contabili internazionali IAS/IFRS dei bilanci d’esercizio e consolidato dell’Emittente al 31 dicembre 2012, rispetto a quelli
già indicati nella Delibera 18758, attinenti alle integrazioni delle riserve contabilizzate da Amissima Assicurazioni nel
bilancio 2012. In particolare la mancata rivalutazione delle riserve tecniche del bilancio 2011 di Amissima Assicurazioni, ad
avviso della Consob, ricadrebbe nell’applicazione del principio contabile IAS 8 e, pertanto, la stessa compagnia avrebbe
dovuto procedere ad una correzione di quello che secondo la Consob configurerebbe un “errore” ai sensi del predetto
principio contabile. Conseguentemente, sia il bilancio consolidato di Banca Carige al 31 dicembre 2012, sia il bilancio
d’esercizio al 31 dicembre 2012 di Banca Carige rifletterebbero erroneamente la circostanza che la Amissima Assicurazioni
“ha imputato la rivalutazione delle riserve tecniche (..) al conto economico dell’esercizio piuttosto che procedere ad una
rettifica retroattiva delle poste interessate”, come invece richiederebbe lo IAS 8. Con comunicazione del 18 marzo 2014
Banca Carige ha inviato alla Consob proprie deduzioni a detta contestazione rilevando, in particolare, come essa, per sua
natura, non inciderebbe sulla consistenza patrimoniale di Amissima Assicurazioni alla data di chiusura dell’esercizio 2012
ma solo sui tempi della sua formazione in quanto, secondo l’impostazione seguita dalla Consob avrebbero dovuto essere
rilevati nel bilancio relativi all’esercizio 2011 e non in quello relativo al 2012. Peraltro, in tale comunicazione, tenendo
conto della Delibera 18758 e della comunicazione Consob del 4 marzo 2014, la Banca anticipava alla Commissione che in
sede di redazione del bilancio relativo all’esercizio 2013, avrebbe proceduto ai sensi dello IAS 8 alla rideterminazione dei
relativi saldi.
Successivamente, con comunicazione del 26 marzo 2014, Consob ha richiesto all’Emittente di fornire informazioni, nel
bilancio consolidato dell’Emittente al 31 dicembre 2013 e nel comunicato stampa con cui vengono diffusi i relativi risultati,
in relazione, tra l’altro, a:
177
Banca CARIGE S.p.A.
a)
Documento di Registrazione
le circostanze alla base della rideterminazione retroattiva dei valori di bilancio con riferimento all’insufficienza della
riserva sinistri dei rami RCA ed alle modalità con cui sono stati determinati gli effetti dei suddetti errori;
b) le circostanze per cui la rideterminazione retroattiva dei valori di bilancio con riferimento all’insufficienza della riserva
sinistri del ramo RCG non risulta fattibile, evidenziando in particolare quanto rilevato dall’IVASS nella nota di
contestazione del 3 agosto 2012 relativamente ai criteri adottati per la determinazione della riserva a “costo ultimo”
iscritta al passivo del bilancio 2011;
c)
gli esiti delle verifiche ispettive recentemente svolte dall’IVASS su Amissima Vita e Amissima Assicurazioni,
indicando altresì i riflessi contabili dei rilievi formulati dalla predetta autorità sul bilancio consolidato del Gruppo,
nonché sul ripristino e mantenimento delle condizioni di esercizio dell’attività assicurativa delle predette compagnie
assicurative.
In riscontro alle richieste della Consob Banca Carige nel comunicato stampa del 28 marzo 2014 ha fornito informazioni in
merito a:
a)
la rideterminazione retroattiva dei valori di bilancio con riferimento all’insufficienza della riserva sinistri dei rami
RCA;
b) l’impossibilità di rideterminazione retroattiva dei valori di bilancio con riferimento all’insufficienza della riserva
sinistri del ramo RCG;
c)
gli esiti delle verifiche ispettive svolte dall’IVASS su Amissima Vita e Amissima Assicurazioni (per ulteriori
informazioni in relazione alle verifiche ispettive dell’IVASS, si vedano il comunicato stampa del 28 marzo 2014).
Come anche precisato nel documento di registrazione relativo all’Emittente pubblicato in data 13 giugno 2014, nel contesto
dell’operazione di aumento di capitale sociale di Banca Carige realizzata nel mesi di giugno-luglio 2014, i bilanci di
esercizio e consolidato del Gruppo Carige relativi all’esercizio 2013 erano oggetto di approfondimenti da parte della
Consob finalizzati a verificare la correttezza contabile degli stessi.
In particolare, i principali temi oggetto di esame riguardavano i seguenti aspetti:
a)
le modalità con cui l’Emittente ha inteso recepire le censure avanzate dalla Consob con delibera n. 18758 del 10
gennaio 2014;
b) la correzione di errore relativo all’insufficienza delle riserve sinistri di Amissima Assicurazioni, effettuata a seguito dei
rilievi formulati dalla Consob con nota di avvio procedimento ex articolo 154-ter del D.Lgs. 58/1998 datata 4 marzo
2014;
c)
gli impatti sui conti derivanti dalle vicende penali di cui si riferisce nel precedente Capitolo 3, Paragrafo 3.1.6 cui si
rinvia per maggiori informazioni.
In proposito la Società, dando conto dell’esame complessivo in corso da parte di Consob osservava che, per quanto
concerne gli effetti sui bilanci 2013 derivanti dai temi sopra indicati: (i) con riferimento a quanto indicato alla lettera a), la
perdita del conto economico dei bilanci d’esercizio e consolidato 2013 risulterebbe minore, se le rettifiche di valore rilevate
a seguito degli impairment test, rispettivamente, delle partecipazioni nelle controllate bancarie e assicurative e degli
avviamenti relativi alle CGU bancarie, effettuati nel 2013, venissero considerate (in tutto o in parte) di competenza dei
bilanci d’esercizio e consolidato 2012. In ogni caso, le suddette eventuali rettifiche non comporterebbero alcuna modifica
dei saldi patrimoniali al 31 dicembre 2013; (ii) con riferimento a quanto indicato alla lettera b), l’eventuale rideterminazione
dell’insufficienza delle riserve sinistri di Amissima Assicurazioni imputata agli esercizi precedenti il 2012 e che ha
comportato la riesposizione dei bilanci d’esercizio e consolidato 2012 del Gruppo Carige, determinerebbe un risultato 2012
diverso rispetto a quello esposto a fini comparativi nei bilanci di esercizio e consolidato 2013 del Gruppo Carige, senza
alcun effetto sui medesimi bilanci 2013; (iii) con riferimento a quanto indicato alla lettera c), allo stato delle peraltro
limitate e preliminari informazioni a disposizione della Società, non si aveva evidenza di possibili significativi impatti a
livello economico e patrimoniale sui bilanci 2013.
In relazione agli approfondimenti di cui sopra, non era possibile escludere l’avvio da parte di Consob di un’istruttoria
finalizzata all’accertamento della non conformità dei bilanci di esercizio e consolidato 2013 del Gruppo Carige alle norme
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
che ne disciplinano la redazione con riferimento peraltro, all’applicazione dei criteri valutativi relativi alle poste sopra
richiamate.
Al riguardo si segnala che i rilievi formulati nella Delibera 18758 sono stati oggetti di informativa al pubblico da parte
dell’Emittente in occasione, tra l’altro, della relazione finanziaria semestrale di Banca Carige al 30 giugno 2014 nella quale
sono indicate e illustrate le rettifiche ai saldi e all’informativa relativi al primo semestre 2013 che l’Emittente Carige ha
ritenuto di apportare, in applicazione delle disposizioni dello IAS 8, allo scopo di tener conto di quanto prospettato dalla
Consob nella predetta Delibera 18758.
Si ricorda, inoltre, che i rilevi formulati dalla Consob nella predetta Delibera n. 18758 del 10 gennaio 2014 sono stati
oggetto di ampia ed approfondita informativa al pubblico da parte dell’Emittente, oltre che nelle occasioni richiamate, anche
nella relazione finanziaria semestrale di Banca Carige al 30 giugno 2014, nei comunicati stampa diffusi dalla Banca in data
28 aprile 2014 e 1° agosto 2014, nonché nel documento di registrazione relativo all’aumento del capitale sociale della Banca
realizzato nel corso del 2014, pubblicato in data 13 giugno 2014.
Procedimento Consob ex articolo 157, comma 2, TUF
Come reso noto al mercato con comunicato stampa diffuso il 9 gennaio 2015, Consob, ai sensi dell’articolo 157, comma 2,
del TUF, ha convenuto in giudizio la Banca avanti il Tribunale di Genova con atto di citazione, notificato in pari data,
chiedendo al Tribunale adito la declaratoria di nullità o di annullamento della delibera assembleare del 30 aprile 2014 di
approvazione del bilancio di esercizio di Banca Carige al 31 dicembre 2013, per asserita non conformità del predetto
bilancio alle norme che ne disciplinano la redazione ed in particolare ai Principi Contabili IAS 1, 8 e 36, nonché
l’accertamento della asserita non conformità del bilancio consolidato dell’Emittente al 31 dicembre 2013 ai suddetti Principi
Contabili.
Nell’atto di citazione, in particolare, Consob ha contestato a Banca Carige la non condivisione delle modalità di
recepimento delle osservazioni formulate nella propria Delibera 18758, riguardanti la rideterminazione, ai sensi del
Principio Contabile Internazionale IAS 8, dei valori degli avviamenti e delle partecipazioni nelle controllate bancarie e
assicurative per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. Secondo Consob, le violazioni contestate avrebbero
conseguentemente comportato anche una violazione del principio generale di competenza economica.
La Banca si è costituita in giudizio con comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata presso il Tribunale
di Genova - Sezione IX, contestando le deduzioni, pretese e allegazioni avversarie. La prima udienza di comparizione si è
tenuta in data 19 maggio 2015. All’udienza del 19 maggio 2015, un azionista della Banca fino al 16 aprile 2014, ha
depositato una comparsa di intervento volontario ai sensi dell’articolo 105, comma 2, del codice di procedura civile. Il
Collegio, al quale la causa è stata rimessa per la decisione dal Giudice Istruttore, dopo aver accertato, con sentenza n. 3772
del 22 dicembre 2015, la carenza di interesse ad intervenire nella causa dell’azionista, ha dichiarato l’inammissibilità
dell’intervento ed ha rimesso la causa in istruttoria, fissando l’udienza di trattazione per il 22 gennaio 2016. Nel corso di
tale ultima udienza il Giudice, su concorde richiesta delle parti, ha concesso loro i termini di cui all’articolo 183, comma 6,
del codice di procedura civile , fissando l’udienza del 5 maggio 2016 per l’eventuale assunzione dei mezzi di prova. Nel
corso di detta udienza il Giudice, su concorde richiesta delle parti, ha concesso i termini di cui all’articolo 183, comma 6,
del codice di procedura civile. A seguito del deposito delle memorie istruttorie, all’udienza tenutasi in data 5 maggio 2016
entrambe le parti hanno insistito per la fissazione dell’udienza di precisazione delle conclusioni. Con ordinanza emessa fuori
udienza, il Giudice, a scioglimento della riserva assunta, ha ritenuto l’opportunità di sentire un Consulente Tecnico in ordine
ad alcuni dei rilievi formulati da Consob e ha quindi fissato l’udienza del 6 giugno 2016 per sentire i difensori delle parti sul
quesito da formulare al CTU nonché sull’eventuale individuazione di un CTU (o di una rosa di CTU) di comune fiducia.
Nel corso di tale udienza, le parti hanno sottoposto al Giudice una rosa di CTU di comune fiducia, suggerendo altresì che la
formulazione del quesito peritale venga discussa e concordata tra il – ovvero, i – Consulente/i Tecnico/i d’Ufficio ed i
consulenti di parte. Il Giudice si è riservato di portare al Collegio la proposta e di provvedere quindi in merito con separata
ordinanza. A scioglimento della riserva, il Giudice ha nominato quale CTU il prof. Mario Massari (scelto nella predetta rosa
di comune fiducia) e ha rinviato l’udienza al 19 luglio 2016 per il conferimento dell’incarico e la formulazione del quesito.
All’udienza del 19 luglio 2016 è stata demandata al CTU prof. Mario Massari, che ha prestato rituale giuramento, la
risoluzione del quesito formulato concordemente tra le parti. Il Giudice ha quindi assegnato i termini per lo svolgimento
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
delle operazioni peritali fissando al 16 febbraio 2017 il termine per il deposito della versione definitiva dell'elaborato
peritale e rinviando la causa all’udienza del 22 febbraio 2017 per l’esame delle relative risultanze.
Al riguardo, si segnala che, a giudizio dell’Emittente, gli effetti contabili dell’eventuale accoglimento dell’impugnativa
promossa da Consob sarebbero di carattere storico-informativo; inoltre, tali eventuali conseguenze sui bilanci di Banca
Carige si produrrebbero solo per effetto di una sentenza che accogliesse le domande formulate dalla Consob nel proprio atto
di citazione e al momento del passaggio in giudicato di detta sentenza. In caso di passaggio in giudicato della declaratoria di
nullità o di annullamento della delibera di approvazione del bilancio di esercizio di Banca Carige al 31 dicembre 2013 e
dell’eventuale accertamento della non conformità del bilancio consolidato dell’Emittente al 31 dicembre 2013, infatti,
Banca Carige sarebbe tenuta – in linea con l’orientamento prevalente in dottrina e giurisprudenza – ad applicare il Principio
Contabile IAS 8 nel bilancio al 31 dicembre 2013 senza approvare un nuovo bilancio in luogo di quello invalidato, bensì
provvedendo ad operare le necessarie rettifiche nel bilancio dell’esercizio nel corso del quale si dispiegano gli effetti della
pronuncia di invalidità (ossia nel corso dell’esercizio in cui venisse pronunciata la sentenza definitiva). L’eventuale
applicazione dello IAS 8 nel bilancio 2013 non produrrebbe alcuna conseguenza sui saldi patrimoniali di Banca Carige,
bensì solo sul risultato economico 2013, in quanto la ripartizione in parte all’esercizio 2012 e in parte all’esercizio 2013
delle svalutazioni operate da Banca Carige nel corso dell’esercizio 2013 determinerebbe solamente un miglioramento del
risultato economico dell’esercizio 2013 e simmetricamente un peggioramento del risultato economico dell’esercizio 2012.
L’eventuale sentenza di accoglimento delle domande formulate dalla Consob produrrebbe, pertanto, conseguenze dal punto
di vista contabile di carattere storico-informativo, atteso che la diversa competenza economica di parte delle svalutazioni
non si riverbererebbe sui bilanci successivi a quelli al 31 dicembre 2013.
Tenuto conto delle ragioni addotte dalla Banca nel corso delle interlocuzioni con la Consob e dell’informativa tempo per
tempo fornita alla stessa e al mercato, la Banca ritiene – anche sulla base delle considerazioni sviluppate da autorevoli
professionisti incaricati - non probabile il rischio di soccombenza nel procedimento civile instaurato dalla Consob e non ha,
pertanto, provveduto alla rideterminazione dei dati comparativi 2013. Tale valutazione è, altresì, suffragata da ulteriori
elementi quali lo stadio preliminare del giudizio, l’assenza – nell’atto di citazione – di qualsiasi indicazione circa l’entità
delle rettifiche richieste e la natura delle contestazioni, aventi a oggetto scelte rientranti nella discrezionalità tecnico
valutativa dell’estensore del bilancio.
Alla luce di quanto sopra, la Banca confida che l’Autorità Giudiziaria confermi la correttezza del proprio operato e la
conformità dei bilanci alle norme che ne disciplinano la redazione.
Contestazione Consob ex articoli 115, 193 e 195 TUF
Consob, ai sensi dell’articolo 115, comma 1, del TUF, ha richiesto informazioni e documentazione a Amissima
Assicurazioni (in data 8 novembre 2013, 3 e 10 dicembre 2013), a Banca Carige (in data 8 novembre 2013 e 17 gennaio
2014), nonché al Collegio Sindacale dell’Emittente (in data 23 dicembre 2013 e 28 marzo 2014) in relazione all’azione
sociale di responsabilità deliberata dall’Assemblea di Amissima Assicurazioni nei confronti di due precedenti
amministratori delegati della compagnia.
Con comunicazione del 28 marzo 2014, notificata in pari data, Consob ha contestato a Amissima Assicurazioni la
violazione dell’articolo 115, comma 1, del TUF per non aver fornito un compiuto riscontro alle suddette richieste
documentali e informative dalla essa formulate. Ai sensi dell’articolo 193 del TUF, la suddetta violazione, ove accertata, è
punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria (da Euro 5.000 a Euro 500.000).
In data 24 aprile 2014 Amissima Assicurazioni ha trasmesso a Consob le proprie deduzioni scritte avverso l’atto di
contestazione di Consob del 28 marzo 2014. In particolare Amissima Assicurazioni ha rappresentato alla Consob come, in
ragione della complessità e delicatezza della vicenda oggetto delle richieste informative e documentali dell’Autorità di
Vigilanza, che potrebbe avere anche risvolti di natura penalistica, abbia ritenuto opportuno vagliare con il massimo rigore
(anche attraverso l’ausilio di esperti in diritto civile, diritto penale e diritto del lavoro) la documentazione a propria
disposizione prima dell’invio della stessa alla Consob, al fine di fornire “la più compiuta, corretta ed esauriente
informativa”. Nelle proprie deduzioni, Amissima Assicurazioni ha inoltre rilevato come, in ogni caso, la stessa Compagnia
aveva fornito a Banca Carige, in qualità di capogruppo, ogni elemento utile al fine di dare riscontro alle richieste
informative della Consob indirizzate alla stessa Banca Carige, nella piena convinzione di adempiere, attraverso l’invio
effettuato dalla controllante Banca Carige, al disposto dell’articolo 115, comma 1, TUF. La documentazione di cui Consob
contesta il mancato invio a Amissima Assicurazioni è stata, difatti, trasmessa all’Autorità di Vigilanza da Banca Carige in
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
data 28 gennaio 2014, in riscontro a richieste formulate dalla Consob all’Emittente, in qualità di soggetto controllante la
compagnia, ai sensi del citato articolo 115 del TUF.
In ragione delle argomentazioni suesposte, Amissima Assicurazioni ha, pertanto, chiesto all’Autorità di Vigilanza di
disporre l’archiviazione del procedimento.
Con delibera n. 19015 del 27 agosto 2014, la Consob, riscontrando “la lievità della condotta illecita accertata, sotto il profilo
sia oggettivo che soggettivo” e tenuto conto della circostanza che le informazioni richieste sono state comunque portate a
sua conoscenza da parte della Capogruppo, ha applicato la sanzione amministrativa pecuniaria nell'importo minimo, pari a
Euro 5.000,00. Con lettera del 18 settembre 2014, Amissima Assicurazioni, a conclusione del procedimento, ha trasmesso a
Consob la ricevuta di avvenuto pagamento della sanzione.
Procedimenti civili
Banca Toscana S.p.A.
Il contenzioso in oggetto riguarda l’acquisto da parte di Banca Carige del pacchetto azionario di controllo di Cassa di
Risparmio di Savona, all’epoca controllata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Savona (alla Data del Documento di
Registrazione Fondazione A. De Mari; la “Fondazione Carisa”) e il tentativo di Banca Toscana S.p.A. (“Banca
Toscana”), alla Data del Documento di Registrazione Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.) di impedire tale operazione,
in violazione del diritto di prelazione spettante a Banca Carige in forza di apposita clausola statutaria di Cassa di Risparmio
di Savona. Al riguardo si segnala che il contratto di compravendita del pacchetto di controllo di Cassa di Risparmio di
Savona, stipulato in data 20 maggio 1999, tra la Fondazione Carisa e l’Emittente, prevedeva l’obbligo di quest’ultima di
tenere indenne la Fondazione Carisa da qualsiasi danno potesse derivarle dalle pretese azionate da Banca Toscana in
relazione al suddetto acquisto.
Con atto di citazione dell’8 giugno 1999, Banca Toscana ha convenuto avanti al Tribunale di Savona l’Emittente e la
Fondazione Carisa, chiedendo che il Tribunale accertasse: (i) la perdurante esistenza e vincolatività degli accordi stipulati in
date 12 novembre 1996 e 29 aprile 1997 tra Banca Toscana e la Fondazione Carisa, aventi ad oggetto l’acquisto da parte di
Banca Toscana del controllo di Carisa (rispettivamente, il “Primo Accordo” e il “Secondo Accordo”); (ii) il diritto di
acquisto del pacchetto azionario in capo a Banca Toscana, rispetto a Banca Carige, previo accertamento della
nullità/inefficacia della clausola statutaria di prelazione; (iii) l’inadempimento della Fondazione Carisa a detti accordi, per
avere la stessa venduto il pacchetto azionario a Banca Carige, anziché a Banca Toscana e, per l’effetto, dichiarasse la
risoluzione del Primo e del Secondo Accordo e conseguentemente condannasse la Fondazione Carisa, in solido con Banca
Carige (quest’ultima a titolo di co-responsabile per concorso e induzione all’inadempimento), al risarcimento dei pretesi
danni subiti da Banca Toscana, pari al complessivo importo di oltre Euro 28 milioni.
Banca Carige si è costituita in giudizio, contestando le domande attoree e proponendo, in via riconvenzionale, domanda di
risarcimento per i danni subiti a causa della violazione da parte di Banca Toscana del diritto di prelazione spettante a Banca
Carige in forza della clausola statutaria di Cassa di Risparmio di Savona.
Il Tribunale di Savona, con sentenza del 9 maggio 2002: (i) ha accertato la validità e l’efficacia del Secondo Accordo
(sostitutivo del Primo Accordo) all’epoca in cui la Fondazione Carisa aveva venduto il pacchetto azionario in questione a
Banca Carige; (ii) per l’effetto, ha dichiarato la risoluzione del Secondo Accordo per asserito inadempimento della
Fondazione; (iii) ha respinto sia la domanda risarcitoria formulata da Banca Toscana nei confronti della Fondazione e di
Banca Carige, sia la domanda riconvenzionale di risarcimento danni proposta dall’Emittente.
La Corte d’Appello di Genova, adita da Banca Toscana con atto di citazione del 29 ottobre 2002, con sentenza del 21
dicembre 2004, in parziale riforma della decisione di primo grado, ha dichiarato: (i) la nullità del Secondo Accordo, con
conseguente rigetto dell’appello principale di Banca Toscana, teso all’accoglimento della domanda di risarcimento dei danni
asseritamente subiti dalla stessa; (ii) la validità e l’efficacia della clausola di prelazione statutaria (accertamento che, ai sensi
del Codice di Procedura Civile doveva ritenersi ormai definitivo, poiché Banca Toscana non impugnato il relativo capo
della sentenza di primo grado); (iii) la violazione da parte di Banca Toscana del diritto statutario di prelazione previsto in
favore di Carige per aver stipulato il Secondo Accordo, con conseguente condanna di Banca Toscana a risarcire i relativi
danni subiti da Banca Carige, da liquidarsi in un separato giudizio. Tale giudizio è stato instaurato avanti al Tribunale di
Savona dall’Emittente con atto di citazione dell’11 dicembre 2006, con cui si è chiesta la condanna di Banca Toscana a
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
risarcire i danni patiti da Banca Carige per la violazione del suo diritto di prelazione per un importo pari a oltre Euro 22
milioni. Con successiva ordinanza del 26 maggio 2008, il giudizio è stato sospeso in attesa della definizione del giudizio nel
frattempo promosso da Banca Toscana avanti alla Suprema Corte di Cassazione.
Su ricorso della Banca Toscana, la Suprema Corte di Cassazione, con sentenza del 17 marzo 2009, ha cassato parzialmente
la sentenza della Corte di Appello di Genova, rinviando la decisione ad altra sezione della medesima Corte. Con tale
sentenza la Cassazione (i) escludeva la nullità del Secondo Accordo per il motivo accolto dalla Corte d’Appello; (ii)
confermava la definitività dell’accertamento sull’esistenza e validità del diritto di prelazione vantato da Banca Carige e (iii)
con riguardo alla domanda riconvenzionale di risarcimento danni proposta da Banca Carige, rilevava che la Corte d’Appello
non aveva spiegato i motivi per cui il Secondo Accordo avrebbe inciso sul diritto di prelazione in capo a Carige, né a quale
titolo la violazione di detta clausola di prelazione potesse imputarsi anche Banca Toscana (parte acquirente), anziché solo
alla Fondazione Carisa (parte alienante).
Con atto di citazione del 5 marzo 2010, Banca Carige ha riassunto il giudizio avanti alla Corte di Appello di Genova (quale
giudice del rinvio) riproponendo sia le difese svolte nei precedenti gradi di giudizio avvero la domanda di risarcimento
danni di Banca Toscana, sia la domanda riconvenzionale di risarcimento danni nei confronti di Banca Toscana per avere
quest’ultima violato il diritto di prelazione.
Alla Data del Documento di Registrazione sono in corso trattative tra le parti per la definizione transattiva della vertenza a
spese compensate, mediante un accordo che prevede, in particolare, il totale abbandono della pretesa risarcitoria da parte
della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (nella quale Banca Toscana è stata fusa per incorporazione) a fronte della
contestuale rinuncia da parte di Banca Carige a coltivare la propria domanda riconvenzionale.
Comitato “Tutela del Risparmio – Banca Carige”
Con atto di citazione notificato in data 4 aprile 2013, il Comitato “Tutela del Risparmio – Banca Carige” (il “Comitato”),
costituito da piccoli azionisti della Banca, ha promosso avanti al Tribunale di Genova un’azione di classe nei confronti di
Carige, ai sensi dell’articolo 140-bis del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 (c.d. Codice del consumo, il “Cod.
Cons.”).
Il Comitato lamenta che i suoi componenti avrebbero subito danni in conseguenza di asserite pratiche commerciali scorrette
della Banca che avrebbe fornito loro pretese inesatte e/o false informazioni sull’investimento azionario dagli stessi
effettuato.
L’attore non ha quantificato l’ammontare dei danni asseritamente subiti, chiedendone la determinazione nella misura che
risulterà dovuta in corso di causa, ovvero in quella ritenuta equa e che, comunque, dipenderà innanzitutto dal numero di
soggetti che eventualmente aderiranno all’azione promossa, ove dichiarata ammissibile, ai sensi dell’articolo 140-bis,
comma 3, Cod. Cons.
La Banca si è ritualmente costituita in giudizio con comparsa di costituzione e risposta in data 13 maggio 2014, nella quale,
in primo luogo, ha eccepito l’inammissibilità di detta azione di classe per la mancanza di tutti i requisiti di esperibilità
individuati dall’articolo 140-bis, comma 6, Cod. Cons., in primis per carenza di legittimazione ad agire, manifesta
infondatezza e non omogeneità dei diritti azionati, considerato, tra l’altro, che né dall’atto di citazione, né dai documenti ad
esso allegati, è possibile individuare i componenti del Comitato; in secondo luogo, Carige ha eccepito l’infondatezza nel
merito delle pretese avversarie.
Alla prima udienza di comparizione del 26 maggio 2014, le parti non hanno discusso il merito della causa in quanto il
Collegio ha sollevato un tema preliminare, concernente la correttezza dell'assegnazione della causa alla sesta Sezione del
Tribunale. Il Collegio si è quindi riservato di decidere al riguardo. Una volta assegnata la causa alla sezione competente,
verrà fissata una nuova udienza di comparizione delle parti. La causa è stata successivamente assegnata alla nona Sezione
del Tribunale di Genova. Infine il Collegio, a scioglimento della riserva assunta all’udienza dell’11 giugno 2014, con
ordinanza del 13 giugno 2014, n. 4829/2014 R.G., a conclusione del procedimento, ha dichiarato inammissibile l’azione per
difetto di legittimazione ad agire del Comitato.
Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
In data 28 gennaio 2015 è inoltre iniziata un’attività di verifica su Banca Carige ai fini delle imposte sui redditi per l’anno
2012 ai sensi e per gli effetti degli articoli 2 del D. Lgs. 68/2001, 32 e 33 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, nonché
dell’articolo 35 della Legge n. 4/1929 da parte della Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Tributaria di Genova. In esito
all’attività di verifica in corso alla data di predisposizone del presente Documento di Registrazione, i processi verbali
giornalieri predisposti dai verificatori evidenziano taluni rilievi, prevalentemente correlati alla deduzione di oneri
asseritamente non imputabili al periodo d’imposta oggetto della verifica. Le maggiori imposte e sanzioni potenzialmente
derivanti dai suddetti rilievi risultano essere di ammontare non significativo.
In data 23 luglio 2015 la Guardia di Finanza ha notificato a Banca Carige il Processo verbale di Constatazione, dal quale
sono emersi rilievi per circa complessivi Euro 1.000.000 di reddito imponibile (rilevanti sia ai fini IRES sia IRAP).
Al fine di minimizzare l'onere complessivo per la Banca, in data 4 agosto 2015 il Consiglio di Amministrazione di Banca
Carige ha deliberato il pagamento di quanto dovuto sulla base del Processo Verbale di Constatazione.
In data 22 settembre 2015, l'Agenzia delle Entrate ha, in risposta alla richiesta di definizione della Banca, liquidato le
somme dovute per un importo, tenuto conto dei benefici di legge, di 365.000 per imposte e 61.000 per sanzioni e 29.000 per
interessi (455.000 in totale) che la Banca ha provveduto a versare in data 5 ottobre 2015.
Si segnala, inoltre, che in data 5 febbraio 2015 è iniziato un accesso mirato ai sensi degli articoli 57, 62 e 66 del D. Lgs. 30
luglio 1999 n. 300, nonché dell’articolo 4, comma 3 del Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia delle Entrate, nei
confronti di Banca Carige Italia ai fini delle imposte dirette e IVA per i periodi d’imposta 2012 e 2013.
L’attività di verifica condotta dall’Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Liguria è focalizzata al riscontro degli
effetti dell’operazione di conferimento dei rami aziendali alla luce dell’affrancamento dei valori iscritti nella conferitaria
Carige Italia, della conseguente iscrizione della fiscalità differita attiva e della successiva trasformazione in credito
d’imposta. Si precisa che alla Data del Documento di Registrazione non è stato formulato alcun rilievo.
In data 26 febbraio 2016 si è conclusa l’attività di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, relativa ai periodi d’imposta
2012-2013, iniziata in data 5 febbraio 2015 sulla Banca Carige Italia, ad esito del quale è stato emesso processo verbale di
constatazione (PVC) col quale l’Agenzia ha formulato n. 2 rilievi relativi, rispettivamente, alla rideterminazione del credito
da trasformazione di imposte differite attive per il periodo di imposta 2013 (Euro 82,4 milioni di credito indebitamente
trasformato, a giudizio dell’Agenzia) e all’errata determinazione dell’aiuto alla crescita economica (ACE) (Euro 8 milioni di
recupero a tassazione a seguito della riduzione della base ACE effettuata dall’Agenzia). Tali rilievi discendono dalla
rideterminazione (impairment test) effettuata dall’Agenzia delle Entrate del valore dell’avviamento iscritto al 31 dicembre
2012 nel bilancio della Società ad esito dell’operazione di conferimento effettuata da Banca Carige. In particolare, secondo
l’Agenzia delle Entrate, Banca Carige Italia avrebbe dovuto preliminarmente svalutare parzialmente tale avviamento ed
avrebbe, quindi, avuto la facoltà di affrancare fiscalmente (ai sensi dell’art. 15, comma 10, del DL. 185/2008) solo il residuo
valore del predetto avviamento.
La Società, supportata dai qualificati pareri di autorevoli esperti indipendenti che hanno espresso in più occasioni un
giudizio pregiudiziale di correttezza e di conformità ai Principi Contabili Internazionali IAS/IFRS, dai legali incaricati di
assistere la controllante Banca Carige nel procedimento giudiziale incardinato da Consob, nonché dal giudizio
consequenziale di un primario consulente tributario italiano, non condivide le contestazioni e le conclusioni del PVC e
ritiene privi di fondamento i rilievi tributari in esso contenuti.
La Società nel formulare ampia riserva per ogni azione, produzione e tutela delle proprie ragioni e diritti nelle sedi
competenti per le questioni dedotte nel PVC e/o dipendenti dal suo contenuto e/o dagli effetti di esso, confida che verranno
riconosciute le proprie ragioni in sede amministrativa e/o giurisdizionale.
Disciplina in materia di anatocismo
Con la sentenza n. 2374 del 1999, la Corte di Cassazione, mutando il proprio precedente indirizzo, ha ritenuto che l’uso
bancario che prevede la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi a carico del cliente abbia natura negoziale e non
normativa: pertanto, considerato che il divieto dell’anatocismo di cui all’articolo 1283 del Codice Civile è derogabile solo
da un uso normativo, sono nulle le clausole contrattuali che prevedono la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi
a debito del correntista, stipulate anteriormente all’entrata in vigore del Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 342 (il
“D.Lgs. 342/1999”) e della delibera attuativa CICR del 9 febbraio 2000 (ossia del 22 aprile 2000), il quale Decreto
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Banca CARIGE S.p.A.
Documento di Registrazione
Legislativo, nel ridisciplinare la materia, ha consentito la capitalizzazione infra-annuale degli interessi nei conti correnti
bancari, purché siano conteggiati con pari periodicità gli interessi passivi e quelli attivi.
Il contenzioso sorto in seguito a tale pronuncia giurisprudenziale riguarda quindi principalmente i contratti stipulati
anteriormente alla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 342/1999 e della delibera CICR del 9 febbraio 2000.
Le Sezioni Unite della Cassazione, con la sentenza n. 24418 del 2 dicembre 2010, hanno riconosciuto, tra l’altro, che il
termine di prescrizione decennale dell’azione di ripetizione di quanto indebitamente pagato dal correntista alla banca per
anatocismo decorresse dalla data di estinzione del conto corrente.
L’articolo 2, comma 61, del Decreto Legge 29 dicembre 2010, n. 225 (c.d. “Mille proroghe”), convertito, con modificazioni,
dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10, in materia di anatocismo bancario, aveva introdotto una norma di interpretazione
autentica dell’articolo 2935 del Codice Civile che, per quanto riguarda la prescrizione delle azioni legali relative al
rimborso degli interessi indebitamente pagati, faceva decorrere il termine decennale di prescrizione dal momento
dell’annotazione della relativa operazione sul conto corrente, anziché dal giorno della chiusura del conto stesso.
Tale articolo è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 78 del 5 aprile
2012, con la quale è stato anche ribadito il principio affermato dalle citate Sezioni Unite, con la sentenza n. 24418 del 2010,
in punto di decorrenza della prescrizione in tema di anatocismo dalla data di chiusura del conto corrente: tale pronuncia ha
quindi dato nuovo impulso al contenzioso in materia di anatocismo.
Si segnala, inoltre, che il Tribunale di Milano, Sezione VI, in due recenti ordinanze rispettivamente del 25 marzo 2015 e del
3 aprile 2015, ha ritenuto che l’articolo 120, comma 2, del TUB (così come modificato dall’articolo 1, comma 629, della
Legge 27 dicembre 2013, n. 147, entrata in vigore il 1° gennaio 2014) sancisca un divieto assoluto di anatocismo nei
rapporti bancari e che detta disposizione sia operante a partire dal 1° gennaio 2014, a prescindere da un intervento di
normazione secondaria da parte del CICR. Pertanto, il Tribunale ha riconosciuto che, in relazione ai contratti di conto
corrente oggetto del ricorso, fosse vietata qualsiasi forma di anatocismo a partire dal 1° gennaio 2014 e, in accoglimento del
reclamo presentato dalle associazioni di consumatori, ha inibito alle banche resistenti di dare corso a qualsiasi ulteriore
forma di anatocismo degli interessi passivi con riferimento ai contratti oggetto di ricorso e ha ordinato alle banche di
pubblicare a proprie spese il dispositivo dell’ordinanza su quotidiani a diffusione nazionale e sul “homepage” del sito, e di
comunicare a ciascun correntista consumatore il contenuto del dispositivo dell’ordinanza.
Alla Data del Documento di Registrazione, il numero complessivo delle cause pendenti nei confronti del Gruppo Carige in
materia di anatocismo si mantiene, in termini assoluti, su livelli fisiologici.
Tuttavia, alla luce delle pronunce in merito al dies a quo relativo alla decorrenza del termine di prescrizione delle azioni
legali per il rimborso degli interessi indebitamente pagati (fermo restando che l’applicazione dei suddetti principi è
circoscritta ai contratti stipulati anteriormente alla data di entrata in vigore dei menzionati Decreto Legislativo n. 342/99 e
delibera CICR del 9 febbraio 2000), nonché in considerazione del recente orientamento del Tribunale di Milano sopra
menzionato, non può escludersi un ulteriore incremento del contenzioso in materia di anatocismo, avente ad oggetto gli
interessi indebitamente pagati successivamente al 1° gennaio 2014.
11.7 Cambiamenti significativi nella situazione finanziaria o commerciale dell’Emittente
Successivamente al 30 settembre 2016, data della più recente informativa consolidata pubblicata, non si sono verificati
ulteriori cambiamenti significativi nella situazione finanziaria o commerciale dell’Emittente.
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12. CONTRATTI IMPORTANTI
Cessione delle partecipazioni detenute in Amissima Vita (già Carige Vita Nuova) e Amissima Assicurazioni (già Carige
Assicurazioni)
In data 5 giugno 2015 Banca Carige e Primavera Holdings s.r.l., una società controllata da fondi affiliati a Apollo Global
Management, LLC (di seguito, unitamente alle proprie società controllate, “Apollo”), hanno perfezionato la cessione della
totalità del capitale sociale detenuto da Banca Carige in Amissima Vita e Amissima Assicurazioni (già, rispettivamente,
Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni), secondo quanto previsto nell’accordo di cessione sottoscritto dalle medesime
parti in data 28 ottobre 2014 (“l’Accordo”).
L’Accordo ha determinato la cessione da parte di Banca Carige delle partecipazioni da essa detenute in Amissima Vita e
Amissima Assicurazioni (le “Compagnie Assicurative” o le “Compagnie”) ad un prezzo complessivo di Euro 310 milioni,
e la sottoscrizione da parte dell’Emittente, unitamente ad altre banche del Gruppo, di accordi di lungo termine con Apollo
per la distribuzione di prodotti assicurativi del ramo vita e danni.
Nell’Accordo, l’Emittente ha rilasciato in favore dell’Acquirente dichiarazioni e garanzie, alla data di sottoscrizione
dell’Accordo medesimo e alla data del closing; la cui violazione o inesattezza può comportare eventuali obblighi di
indennizzo a carico di Banca Carige, prevalentemente riguardanti le riserve sinistri di Amissima Assicurazioni e le cause
passive pendenti in capo alle Compagnie, soggetti a determinate limitazioni e, in particolare, a un cap complessivo pari al
32% del prezzo di acquisto, ossia pari a circa Euro 99 milioni.
Nell’ambito di tale operazione sono stati sottoscritti accordi di lungo termine (l’“Accordo Distributivo”) per la
distribuzione di prodotti assicurativi del ramo vita e danni da parte delle banche del Gruppo Banca Carige.
L’Accordo Distributivo prevede: (i) quanto al ramo danni, l’impegno dell’Emittente a garantire, per tutta la durata
dell’Accordo Distributivo medesimo, che i Distributori collochino nel territorio italiano, i prodotti di Amissima
Assicurazioni per un importo non inferiore al 75% (con una soglia di tolleranza sino al 70%) della distribuzione assicurativa
generata su base aggregata dai Distributori medesimi (da calcolarsi in termini di premi lordi), e (ii) quanto al ramo vita, per
tutta la durata dell’Accordo Distributivo medesimo, la distribuzione in esclusiva dei prodotti di Amissima Vita da parte dei
Distributori i quali, fatta eccezione per determinati prodotti, non potranno distribuire prodotti assicurativi di terzi oltre il 2%
(con una soglia di tolleranza sino al 5%) della distribuzione assicurativa generata su base aggregata dai Distributori stessi
(da calcolarsi in termini di premi lordi), e l’impegno dell’Emittente a far sì che non si verifichi il mancato rispetto di
determinati target minimi di distribuzione pari al 30% degli obiettivi previsti contrattualmente in ciascun anno per tre anni
consecutivi. In caso di violazione dell’impegno di collocamento dei prodotti del ramo danni sub (i) e/o dell’impegno di
esclusiva per i prodotti del ramo vita sub (ii), è prevista la possibilità per le Compagnie di risolvere l’Accordo Distributivo,
previa diffida ad adempiere ex articolo 1454 del Codice Civile, a determinate condizioni e fatta salva la possibilità di sanare
detti inadempimenti. In caso di risoluzione dell’Accordo Distributivo, le Compagnie hanno inoltre la facoltà di richiedere a
Banca Carige il pagamento di una somma onnicomprensiva (a titolo di penale e/o risarcimento danni) decrescente nel
tempo, in relazione alla durata residua dell’Accordo Distributivo, che, in ogni caso, non potrà eccedere l’importo (x) di Euro
200 milioni relativamente alla distribuzione dei prodotti assicurativi del ramo vita e (y) di Euro 10 milioni in relazione alla
distribuzione dei prodotti assicurativi del ramo danni. Per il ramo vita è previsto, inoltre, nel primo periodo di durata
dell’Accordo Distributivo (ossia fino al 31 dicembre 2024), un meccanismo di compensazione annua delle commissioni
generate dalla distribuzione dei prodotti assicurativi in applicazione del quale è stabilito che, al di sotto di una franchigia
pari al 10% degli obiettivi annui previsti contrattualmente, siano calcolate penali crescenti in proporzione allo scostamento
dai medesimi obiettivi sino ad un ammontare massimo su base annua di Euro 20 milioni (Euro 16 milioni per i prodotti
tradizionali e Euro 4 milioni per i prodotti unit-linked).
Si evidenzia che, con riferimento ai suddetti obblighi di indennizzo e alle penali l’importo da corrispondere a carico
dell’Emittente non potrà eccedere complessivamente Euro 200 milioni.
Infine, nell’ambito dell’Accordo, Banca Carige ha concesso all’acquirente un finanziamento “revolving”, di tipo senior,
(c.d. vendor loan) della durata di 5 anni e dell’importo di Euro 77.523.935,00, garantito da un pegno (collateral) sulle azioni
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delle Compagnie, da utilizzare per il pagamento del prezzo di acquisto delle Compagnie e con corresponsione degli interessi
con cadenza annuale e rimborso del capitale al quinto anniversario dalla data di stipula del contratto di cessione.
Oltre a quanto sopra indicato, l’Accordo e l’Accordo Distributivo non prevedono ulteriori ipotesi di recesso e/o risoluzione.
Nonostante l’Emittente abbia assunto i suddetti impegni nel presupposto di rispettare gli stessi per l’intera durata degli
accordi sottoscritti, non è possibile escludere a priori che uno o più dei predetti impegni non siano rispettati dall’Emittente
e/o dagli altri Distributori, con conseguente risoluzione dell’Accordo Distributivo, e/o che le performance realizzate siano
inferiori agli obiettivi stabiliti dal Piano di Distribuzione, con conseguente obbligo per l’Emittente del pagamento di somme
a titolo di penali o in forza dell’applicazione del meccanismo di aggiustamento delle commissioni, con conseguenti effettivi
negativi sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’Emittente e/o del Gruppo.
Nel corso del 2015 (primo anno rilevante ai fini dell’Accordo) gli obiettivi degli accordi di distribuzione risultano
conseguiti. La Banca, alla luce del raggiungimento degli obiettivi previsti per il 2015, dei dati di mercato e delle valutazioni
operate ritiene raggiungibili gli obiettivi di produzione anche per gli esercizi successivi al 2015; non sono, quindi,
soddisfatte le condizioni previste dal par. 14 dello IAS 37 per la rilevazione di un accantonamento.
Con riferimento alle cause passive di entrambe le compagnie, la Relazione Finanziaria Semestrale contiene un
accantonamento ai sensi dello IAS 37 a fondi per rischi ed oneri per Euro 1,1 milioni circa.
In relazione alle garanzie prestate dalla Banca sulle riserve sinistri della compagnia danni, relative ai sinistri antecedenti il
2013, si segnala che, in data 27 maggio 2016, Amissima Assicurazioni S.p.A. e Amissima Holdings S.r.l. hanno richiesto
un indennizzo di Euro 12,5 milioni. La Banca, effettuate le dovute analisi di merito, non ha ritenuto fondata la richiesta ed
ha pertanto rifiutato l’indennizzo. Al riguardo, in relazione alla richiesta contestata dalla Banca, non è stato rilevato alcun
accantonamento nel Bilancio intermedio al 30 giugno 2016 in quanto non ricorrono le condizioni richieste dal paragrafo
14 dello IAS37.
Con particolare riferimento alla cessione delle partecipazioni di Carige in Amissima Assicurazioni e Amissima Vita si
segnala che il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige, nella seduta del 17 giugno 2016, ha deliberato di agire in
giudizio nei confronti del Dott. Cesare Castelbarco Albani, già Presidente di Banca Carige, del Rag. Piero Montani, già
Amministratore Delegato della medesima, e di alcuni soggetti di Apollo per ottenere il risarcimento dei danni conseguenti
alla cessione delle partecipazioni di Banca Carige in tali società e ad altri comportamenti successivamente tenuti dai
soggetti del suddetto Gruppo. Tale decisione è maturata a seguito di un’approfondita analisi delle cause che, unitamente a
quelle di contesto e di sistema, hanno di recente influito negativamente sui risultati economici e sulla vita dell’Emittente.
Tale analisi è stata svolta nell’ambito delle attività di ricognizione effettuate dal Consiglio di Amministrazione in merito
alla situazione di Banca Carige.
Per maggiori informazioni in merito ai rischi connessi alla cessione delle partecipazioni detenute dall’Emittente in
Amissima Vita e Amissima Assicurazioni si veda il Bilancio Consolidato 2015, Nota Integrativa Consolidata Parte A, pag.
143 e ss., incluso mediante riferimento nel Documento di Registrazione e disponibile sul sito internet dell’Emittente
all’indirizzo:http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/bilancio_2015/bilancio-2015.pdf nonché alla
Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 pag 37-38 incluso anch’esso mediante riferimento nel Documento di
Registrazione
e
disponibile
sul
sito
internet
dell’Emittente
all’indirizzo:
http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/investor_relations/pdf/semestre_2016/semestre-2016.pdf
* * *
Oltre a quanto sopra esposto e al di fuori del normale svolgimento dell'attività, Carige non ha concluso alcun contratto
importante che possa comportare per i membri del Gruppo un'obbligazione o un diritto tale da influire in misura rilevante
sulla capacità dell'Emittente di adempiere alle proprie obbligazioni nei confronti dei possessori degli Strumenti Finanziari
che intende emettere.
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Documento di Registrazione
13. INFORMAZIONI PROVENIENTI DA TERZI, PARERI DI ESPERTI E DICHIARAZIONI
DI INTERESSI
13.1 Relazioni e pareri di esperti
Ai fini della redazione del presente Documento di Registrazione non è stato rilasciato alcun parere o relazione di esperti, ad
eccezione delle relazioni delle Società di Revisione che hanno effettuato la revisione contabile del bilancio di esercizio e
consolidato per l’anno 2015, del bilancio di esercizio e consolidato per l’anno 2014 e della relazione a seguito di revisione
contabile limitata alla Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016.
Per maggiori dettagli si rinvia al Capitolo 11 del Documento di Registrazione. Le relazioni delle società di revisione sono
messe a disposizione del pubblico come indicato al successivo Capitolo 14 del Documento di Registrazione.
13.2 Informazioni provenienti da terzi
Il presente Documento di Registrazione non contiene informazioni provenienti da terzi, ad eccezione di quelle relative alle
quote di mercato, al posizionamento competitivo del Gruppo Carige, ai dati di sistema nonché a quelle relative al rating
dell’Emittente riportate nel Capitolo 3, Paragrafo 3.1.7 del Documento di Registrazione.
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Documento di Registrazione
14. DOCUMENTI A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO
Per l'intera validità del Documento di Registrazione, l'Emittente si impegna a mettere a disposizione del pubblico per la
consultazione presso la propria sede in Via Cassa di Risparmio, n. 15, 16100 Genova, la seguente documentazione:
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atto costitutivo e statuto della Banca;
Bilancio Consolidato 2015, comprensivo della relazione della società di revisione;
Bilancio individuale dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, comprensivo della relazione della società di
revisione;
Bilancio Consolidato 2014, comprensivo della relazione della società di revisione;
Bilancio individuale dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2014, comprensivo della relazione della società di
revisione;
Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016 comprensiva della relazione della società di revisione a
seguito della revisione contabile limitata;
verbale dell’Assemblea degli azionisti dell’Emittente tenutasi in data 31 marzo 2016;
presentazione del Piano Industriale 2015-2019 approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente in data
19 marzo 2015;
presentazione del Piano Strategico 2016-2020 approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente in data
29 giugno 2016;
comunicati stampa dell’Emittente;
 comunicato stampa dell’Emittente del 22 gennaio 2014
 comunicato stampa dell’Emittente del 27 marzo 2014
 comunicato stampa dell’Emittente del 6 luglio 2015
 comunicato stampa dell’Emittente del 27 novembre 2015
 comunicato stampa dell’Emittente del 18 gennaio 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 26 gennaio 2016
 comunicato stampa dell’Emittente dell’11 febbraio 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 3 marzo 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 29 marzo 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 31 marzo 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 4 aprile 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 15 aprile 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 22 aprile 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 29 aprile 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 10 maggio 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 30 maggio 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 17 giugno 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 29 giugno 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 5 agosto 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 11 ottobre 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 21 ottobre 2016
 comunicato stampa dell’Emittente del 27 ottobre 2016
 comunicato stampa dell’Emittente dell’8 novembre 2016
estratto ed informazioni essenziali aggiornate sul patto parasociale rilevante ai sensi dell’articolo 122 del TUF,
stipulato da Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e Malacalza Investimenti in data 8 maggio 2015;
estratto ed informazioni essenziali sul patto parasociale rilevante ai sensi dell’articolo 122 del TUF, stipulato da
Coop Liguria S.c.c., Talea Società di Gestione Immobiliare S.p.A., Fondazione A. de Mari Cassa di Risparmio di
Savona e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara in data 7 luglio 2015;
Banca CARIGE S.p.A.
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−
Documento di Registrazione
estratto ed informazioni essenziali sul patto parasociale rilevante ai sensi dell’articolo 122 del TUF, stipulato da
Compania Financiera Lonestar SA, Spininvest S.r.l., Aldo Spinelli, Leila Cardellini e Roberto Spinelli in data 3
marzo 2016;
una copia del presente Documento di Registrazione.
Tali documenti possono altresì essere consultati sul sito internet dell'Emittente “www.gruppocarige.it” ad eccezione dell'atto
costitutivo che sarà disponibile, su richiesta, presso la Segreteria Generale dell'Emittente.
L’Emittente, inoltre, renderà disponibile al pubblico, con le medesime modalità di cui sopra, ogni altro documento che
dovrà rendere noto in ottemperanza alle disposizioni sull’informativa relativa alle società quotate.
Si invitano i potenziali investitori a leggere la documentazione a disposizione del pubblico e quella inclusa mediante
riferimento nel Documento di Registrazione al fine di ottenere maggiori informazioni in merito alle condizioni economicofinanziarie e all’attività dell’Emittente.
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