Corso di laurea in Scienze Internazionali e diplomatiche Corso di Macroeconomia a.a 2016- 2017 L’OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO Saveria Capellari a.a. 2016-2017 L’OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO • Fattori della produzione – CAPITALE K – LAVORO L – materie prime e altri INPUT… • Tecnologia INPUT OUTPUT • Funzione di produzione • Y= f(K,L) Il prodotto marginale del lavoro (PmL) La produttività marginale di un fattore decresce al crescere delle quantità di fattore utilizzate (date tutte le altre variabili). Se K è costante ma L cresce: Meno impianti disponibili per ogni lavoratore Minore produttività (Grafici: funzione di produzione e curva di prodotto marginale del lavoro) La produttività marginale del lavoro Concretamente La PML La produttività marginale del lavoro è la quantità di prodotto ottenibile con una unità aggiuntiva di lavoro (data la quantità di capitale): Matematicamente: La PML è rappresentata dalla derivata parziale della funzione di produzione rispetto al lavoro: Graficamente: La PML è rappresentata dalla pendenza della funzione di produzione L’impresa massimizza il profitto Mercati di concorrenza perfetta, prezzi e salari sono determinati dal mercato. L’ impresa massimizza il profitto: rende massima la differenza tra ricavi e costi – W salario nominale – R rendita del capitale (K) I COSTI totali sono la somma dei costi del lavoro e del capitale dunque WL+ RK I RICAVI sono costituiti della quantità venduta moltiplicata per il prezzo PY Il profitto (simbolo P) sarà) P= PY- WL-RK Una regola per massimizzare il profitto Il profitto è massimo quando la VARIAZIONE del profitto è 0 Profitto P= PY- WL-RK Variazione del profitto al variare del lavoro di un’unità DP= P*PmL-W dove PmL è il prodotto marginale del lavoro posto DP=0 otteniamo P*PmL= W oppure Curva di domanda di lavoro PmL = W/P In altri termini …. Una impresa richiede unità di lavoro fino al punto in cui il costo marginale è pari al beneficio marginale. In particolare quindi fino al punto in cui il il salario reale (W/R) è uguale alla produttività del lavoro Dal punto di vista della singola impresa il salario è dato(dipende dal mercato), ma la produttività del lavoro dipende da quanto fattore si sta usando nella produzione. In qualunque punto della curva di domanda di lavoro l’ impresa massimizza il profitto (quindi la curva di domanda non è sufficiente per determinare quale sarà il livello di occupazione scelto) Il mercato del lavoro • Per determinare il livello di equilibrio dell’occupazione è necessario guardare al mercato del lavoro • E’ quindi necessario, dopo aver costruito la domanda di lavoro, definire l’offerta • In questo modello l’offerta di lavoro viene considerata fissa e non funzione del salario come nei modelli più tradizionali (nei quali si assume che l’offerta di lavoro cresca al crescere del salario) ( Grafico domanda e offerta di lavoro, e determinazione del livello del prodotto aggregato) In conclusione… • Funzione di produzione • Equilibrio nel mercato del lavoro e dei servizi del capitale • Prodotto aggregato di lungo periodo Esercizi di statica comparata Miglioramenti della tecnologia Crescita di Y e crescita dei salari reali (W/P) Crescita dell’offerta di lavoro Crescita di Y e riduzione dei salari reali (W/P) Distribuzione del reddito Le condizioni efficienti di produzione determinano PMgL = W/P PMgK = R/P PML*L ( quota distributiva attribuita al lavoro) PMK*K (quota distributiva attribuita al capitale) ( funzione di produzione Cobb Doulgas; rendimenti di scala costanti; profitti compresi nella quota del capitale) La domanda aggregata Yd = C+I+G Economia chiusa C= Consumi I= Investimenti G= Spesa pubblica T= Imposte – Trasferimenti Consumo Il consumo delle famiglie dipende dal reddito disponibile, il reddito al netto delle imposte. (Y – T ) La funzione di consumo : C = C(Y – T ) Consumo Il consumo delle famiglie dipende dal reddito disponibile (Y – T ), il reddito al netto delle imposte. C = C(Y – T ) in forma esplicita diviene C= a+b(Y-T) a= consumo indipendente dal reddito b = propensione marginale al consumo La propensione marginale al consumo è la variazione di C indotta da una variazione unitaria del reddito disponibile . Investimenti Il volume della spesa per investimenti dipende dal costo di prendere a prestito fondi, costo dato dal tasso di interesse reale r Maggiore è il tasso di interesse reale e minore è il numero di investimenti profittevoli (ovvero con redditività non inferiore al costo). Perciò se il tasso di interesse cresce gli investimenti totali si riducono I=I(r) r è anche il costo-opportunità di utilizzare i fondi propri, invece di destinarli a impieghi alternativi Investimenti Trattandosi di una proiezione verso il futuro, gli investimenti dipendono anche da altri fattori, in particolare dalle aspettative sull’andamento dell’economia e sul rendimento futuro dei progetti di stessi di investimento Per tenere conto di questi aspetti, l’equazione degli investimenti include una componete esogena, c. I= c-dr c= variabile esogena che comprende tutto ciò che non dipende dal tasso di interesse d= sensibilità degli investimenti alle variazioni del tasso di interesse Il settore pubblico G= Spesa pubblica, entità della spesa decisa dal Governo La spesa pubblica include tutte le spese pubbliche per l’acquisto di beni e servizi ed esclude i pagamenti per trasferimenti T= Imposte – trasferimenti Il saldo del bilancio pubblico è dato da (G – T) G e T sono considerate variabili ESOGENE G =G T =T Equilibrio domanda-offerta Offerta aggregata Y = F ( K , L) poiché L e K vengono considerati dati esogenamente Equilibrio domanda- offerta aggregata Il mercato di beni e servizi è in equilibrio quando la domanda aggregata è uguale al prodotto totale (offerta) Yo=Yd • Y= C(Y-T)+I(r)+G • Y- C(Y-T)- G = I(r) S =I(r) Y C (Y T ) G = I (r ) S = I (r ) Risparmio pubblico e risparmio privato S= Y-C-G Il risparmio totale è dato dalla somma del risparmio privato, (Y – T) – C, e del risparmio pubblico G – T: S= (Y-T)-C +T –G Risparmio privato Risparmio pubblico I mercati dei fondi mutuabili (i mercati finanziari) Investimenti e risparmio come domanda e offerta di prestiti S = I (r ) La domanda di fondi corrisponde alla quantità di investimenti totali La domanda di investimenti è dipendente da r ( tasso di interesse reale, che rappresenta il costo di prendere a prestito). L’offerta di fondi corrisponde all’entità del risparmio. S è considerato costante (poiché dipende dal reddito e il reddito è determinato da tecnologia e fattori della produzione) (Nota: più realisticamente l’offerta di fondi dipende dalle scelte di risparmio delle famiglie, dipendenti (a loro volta) in modo direttamente proporzionale da r) Statica comparata: effetti un cambiamento nella domanda di investimenti autonoma La domanda di investimenti e quindi la domanda di fondi in prestito può cambiare, per esempio, in seguito a cambiamenti • • • nelle aspettative degli imprenditori, ad innovazioni tecnologiche che stimolano la domanda di nuovi macchinari o anche provvedimenti di politica economica come, ad esempio, cambiamenti nella tassazione degli investimenti o dei profitti delle imprese … Grafico fondi mutuabili Settore pubblico e risparmio Le decisioni del settore pubblico su Spesa pubblica (G)e Imposte (T) modificano Il risparmio (S) In particolare - se aumenta G o se si riduce T (manovra fiscale espansiva) S si riduce Il risultato è un nuovo equilibrio, nel quale il tasso di interesse è più alto e il volume di investimenti è più basso. Il risultato opposto si ottiene riducendo la spesa pubblica o aumentando le imposte Grafico fondi mutuabili • Una prima conclusione sulla politica fiscale L’aumento del tasso di interesse che si determina sul mercato finanziario genera uno SPIAZZAMENTO TOTALE (crowding out) degli investimenti. Cambia la composizione della domanda aggregata ma la sua entità complessiva resta inalterata Si può quindi affermare che lungo periodo la POLITICA FISCALE NON influenza il reddito di equilibrio è “INEFFICACE”