Mangiare di tutto non è la soluzione del problema ma il

Mangiare di tutto non è la soluzione del problema ma il problema
Di: Franco Libero Manco
Secondo i nutrizionisti dei canali televisivi e della carta stampata per stare in buona salute e
risolvere i problemi della cattiva alimentazione che giornalmente miete più vittime di tutte le
guerre in atto, occorre "mangiare di tutto, ma... con moderazione"cioè si può, anzi si deve,
consumare carne, pesce, affettati, fritti, cibi in scatola, burro, bere bibite zuccherate, gasate,
ecc.: praticamente continuare ad alimentarsi (come si alimenta normalmente la stragrande
maggioranza della gente e che è universalmente riconosciuto come causa di patologie) ma...
"con moderazione". E' come dire all'eroinomane di consumare meno eroina o al fumatore di
fumare meno sigarette. Questo sarebbe meglio di niente ma non è certo la soluzione del
problema. E quando, loro malgrado, sono costretti ad affrontare il tema del vegetarismo,
allarmano la gente facendo credere che per essere vegetariani è necessario non improvvisarsi,
essere esperti in materia, conoscere il valore dei nutrienti per non incorrere a carenze di vario
tipo e che è necessario consumare prodotti animali almeno due-tre volte alla settimana: le
paventate quanto strumentali carenze alle quali andrebbe incontro il vegetariano non tengono
conto dell'ottima salute dei vegetariani, tra questi anche molti personaggi noti.
Il quantitativo alimentare è solo uno dei problemi, non il problema: se così non fosse le
persone magre dovrebbero essere immuni alle tante malattie dovute appunto alla cattiva
alimentazione, invece risulta che siano anch'esse soggette ai malanni comuni. Il problema non
è solo l'eccedenza del cibo ma anche e soprattutto ciò che si mangia. Per stare in buona salute
è necessario non solo essere parsimoniosi nel mangiare e non mischiare troppi alimenti nello
stesso pasto ma soprattutto eliminare dalla propria dieta tutti gli alimenti
incompatibili
con la nostra natura di esseri frugivori. Mangiare di tutto non è la soluzione del problema ma la
causa del problema. Se uno ingerisce sistematicamente del veleno la soluzione non è la
riduzione del quantitativo ma l'eliminazione del veleno. Molto veleno molte malattie poco veleno
poche malattie.
Il concetto più o meno diffuso ed ampiamente assimilato dalla maggioranza delle persone che
ancora credono che i mezzi di informazione di massa siano al servizio della popolazione e non
delle multinazionali del settore che rappresentano, è che l'alimentazione vegetariana non sia
adeguata a garantire tutti i nutrienti che invece cono contenuti in una dieta onnivora e che è necessario consumare anche un pò di carne, di pesce, di formaggio, di latte, di uova,
naturalmente senza esagerare e con le misure da loro indicate.
In pratica, secondo le direttive dei nutrizionisti la specie umana (considerata onnivora) sarebbe
la sola ad aver bisogno di "mangiare di tutto" per stare in buona salute, mentre ogni altra specie
si nutre di ciò che è istintivamente attratta per compatibilità biologiche. Guardiamo i cavalli al
pascolo, i buoi, le pecore, i bisonti, gli elefanti ecc. mangiano quello per cui sono stati
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anatomicamente strutturati: come fanno questi animali a stare in ottima salute e a costruire le
loro possenti masse muscolari mangiando solo erba? Da dove prendono gli aminoacidi per le
loro proteine? Dall'erba. I panda mangiano quasi esclusivamente foglie di bambù: come fanno a
trarre tutti gli elementi di cui ha bisogno il loro organismo? Gli animali quando vivono in natura
non si ammalano mai, non subiscono infarti, non sviluppano il cancro. Perché gli uomini si? Gli
animali che vivono con gli umani, sottoposti a vaccini e a cure veterinarie e un'alimentazione
procurata dall'uomo sviluppano le nostre stesse malattie. Gli animali, anche se vivono tutto la
vita senza prendere farmaci, non sono mai in soprappeso anche se non fanno mai ginnastica,
non vanno mai dal medico eppure vivono ben oltre l'età adulta, non perdono i denti, non
soffrono di artrite, di diabete, non soffrono di stitichezza, di insonnia, ansia, asma, allergie e
raggiungono facilmente un'età che equiparata a quella umana è di 180 anni.
Ma a dire dei nutrizioniti l'uomo può mangiare di tutto perché è un essere onnivoro: anche se
l'anatomia comparata, l'istintologia, l'immunologia dimostrino chiaramente che non è tale. Ma
anche se lo fosse (e non lo è) ogni onnivoro mangia occasionalmente di tutto (e non
sistematicamente) cioè solo quando le condizioni naturali non gli consentono di nutrirsi secondo
la loro natura di carnivori, erbivori o frugivori, con gli alimenti specifici della specie.
La necessità di dover mangiare di tutto, ma nelle proporzioni dovute stabilite dai nutrizionisti, è
solo uno spauracchio per intimorire la gente e indurla a consegnare la propria salute nelle loro
mani. Questo non vuol dire che si debba fare a meno del medico, dal momento che vi sono
situazioni di emergenza difficilmente gestibili anche da chi si interessa di salute. Noi vegani che
non seguiamo le direttive dei nutrizionisti dovremmo avere una salute peggiore di coloro che
mangiano di tutto: invece la nostra salute è migliore della loro e i nostri esami ematici,
elettrolitici, e non solo, lo confermano.
Che cosa c'è in un cavolfiore che non sia contenuto nei legumi? Che cosa c'è in una mela che
non sia contenuto in una carota? Che cosa c'è in una noce che non è contenuto nelle
mandorle? Ognuno di questi alimenti può essere più o meno ricco di un determinato elemento:
non possiede proprietà che negli altri sono carenti (la legge del minimo vale per il mondo
animale come per quello vegetale). Questo non significa che l'uomo possa o debba mangiare
solo un tipo di alimento. Nessuno si sognerebbe di mangiare solo patate o solo insalata: se non
altro per variare il gusto e assaporare le tante varietà che la natura mette a nostra disposizione,
senza l'assillo di dover ingerire tutti i prodotti conosciuti.
Mangiare di tutto non è affatto un vantaggio perché si finisce con l'ingerire prodotti tra loro
incompatibili a livello digestivo creando fermentazione gastrica o putrefazione intestinale. Utile è
consumare poche qualità di alimenti per volta o in pasti separati tutto ciò che è compatibile con
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il nostro organismo. Il pasto dei nostri progenitori era sicuramente, e per la maggior parte dei
casi, fatto di un solo alimento: quando nella foresta intertropicale incontravano un albero da
frutta mangiavano fino a saziarsi e nel pasto successivo, probabilmente, sceglievano i frutti di
un altro albero.
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