La famiglia. Un modello di "democrazia esistenziale" nel caos dei valori" Elisabetta Fernandez. Sociologa Presidente dell’Istituto di Studi sulle Relazioni Sociali-ISTRES In questa crepuscolare modernità, a causa della rapida obsolescenza che non riguarda solo l’immagine, ma l’intera esistenza, dell’accelerazione del tempo con lo scorrere veloce dei giorni ed il conseguente aumento, in modo esponenziale, delle possibilità di erosione dei rapporti, sembra ci sia poco spazio per il sentimento, per i legami affettivi. In risposta alla pervasiva precarietà relazionale, che potrebbe condurre all’autodistruzione, la famiglia può rappresentare l’elemento integrato ed integrante, in quanto fondamentale per la formazione dell’individuo, nell’ottica del suo inserimento nella collettività. In un clima di ridefinizione profonda dei modelli strutturali, di riconfigurazione paradigmatica, si colloca al centro di un ampio dibattito che ne riconosce il ruolo essenziale identificandola come una società in miniatura, fondata sulla connessione di sfere interagenti, un microcosmo che riflette le tensioni del sociale. Purtroppo, corre il rischio di non essere più un’oasi di tranquillità, nel tempestoso divenire di una realtà che rapidamente si trasforma e in cui il sistema valoriale ha connotazioni sempre più vaghe. Tutto ciò può dare luogo a un senso di isolamento e di instabilità, ma evitando pericolosi slittamenti verso semplificazioni poco risolutive, proprio la famiglia può essere la risposta a questa emergenza sociale. Necesse est partire dalla consapevolezza che, non soltanto in forma residuale, il senso della famiglia sia presente e profondamente radicato in ogni individuo. Ne è dimostrazione il fatto che al pensiero di avere avuto degli antenati si allontana il senso di precarietà, elemento caratterizzante dei nostri tempi stemperato dal pensiero di discendere da qualcuno che ci ha preceduti e, quindi, si faccia parte di una storia familiare; pur prescindendo da ogni pretesa di richiamo a illustri predecessori, quel che conta è che si possano individuare le proprie radici. La famiglia, agenzia di socializzazione primaria, deve rappresentare il luogo di privilegio per la formazione di un’identità individuale proiettata verso l’ordine sociale, confermandosi unità comunitaria che in sé racchiude il principio della societas. Nel villaggio globale, il confronto con realtà diverse può provocare frizioni, condanne, duri contrasti, opposizione ma anche riflessioni, ripensamenti, ridefinizioni; soltanto un solido sistema valoriale è presupposto essenziale per il buon funzionamento di una società. La famiglia, come recita l’art.29 della Costituzione è una “società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare". Prese le distanze dal quel diritto codificato nel 1942 che la concepiva fondata sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nella relazione di coppia sia nei riguardi dei figli, la Costituzione sancisce il principio di uguaglianza che rappresenta l’essenza di questo nucleo primigenio di ogni società. La famiglia è un organizzazione complessa, con una leadership, un suo stile di vita; è un sistema dinamico, le cui regole sono il frutto di negoziazioni che devono tendere all’equilibrio soddisfacente di ogni membro. Nell’attuale aspetto strutturale e nella sostanza, rappresenta l’esito di un lento processo che inizia con il cristianesimo ed a cui sottende quella tensione etica che ha dato impulso a espressioni corrispondenti nel diritto. Un diritto che, affermata l’unità del vincolo fra coniugi, ne ribadisce l’elemento fondante, quello della libera scelta, in una comunione di cuori e di anime che non poggia sull’ineguaglianza nell’indifferenza, ma supera le inutili forme di antagonismo che offrono spazio a contrapposizioni e producono effetti negativi. Fanno da sfondo quei principi di libertà che non devono essere confusi con un deprecabile permessivismo; ci si riferisce, infatti, a quella Libertà che consente di porre in essere l’idea di amore, rispetto per se stessi e per gli altri su basi ugualitarie, un’idea attuabile nella coscienza di una diversità che non generi conflitto e competizione. La famiglia, nella sua specifica dimensione strutturale e valoriale, attraverso modelli e forme di vita espressi lungo la sua evoluzione, risulta essere fondamentale per l’individuo che, nell’infanzia, ne riceve impronte che rimangono e determinano benessere o difficoltà di adattamento, serenità o squilibrio, turbamento, sofferenza. Esperienze storiche ed empiriche hanno sottolineato l’importanza della rete dei rapporti primari del bambino. Quando la famiglia diviene zona di conflitto insanabile, è opportuno aver chiare le priorità; importante è tutelare i figli che vengono travolti da situazioni che, nella maggior parte dei casi, sono di difficile gestione. In un divorzio, per i coniugi c’è la fine di un progetto di convivenza, di collaborazione, l’esaurimento di un certo tipo di sentimento; per i figli c’è la paura di un attacco alla propria sicurezza esistenziale, che invece non deve essere messa in discussione, c’è l’inquietudine dell’incertezza, la perdita di punti di riferimento. I figli hanno il diritto di essere amati, un diritto minacciato non solo dal divorzio e dalla separazione, ma a volte da conflitti continui vissuti da genitori non separati, che convivono proiettando le loro ansie all’interno della famiglia. È opportuno riuscire a mediare la conflittualità; questo vuol dire riconoscerla, non negarla ma trasformarla. L’impegno d’amore nei riguardi dei figli deve andare oltre il rapporto di coppia, deve resistere ed esistere sempre, oltre ogni cambiamento. È un impegno leale di stabilità e mantenerlo vuol dire aver acquisito la consapevolezza che ogni essere umano è il prodotto dei rapporti e delle relazioni nelle quali sin dalla nascita si costruisce la sua individualità. In Italia, sulla scia di una tendenza che riguarda i Paesi industriali più avanzati, separazioni e divorzi sono in aumento (dal 1998 al 2009 separazioni del 100% e divorzi del 61%); molti matrimoni hanno vita breve, le promesse d’amore eterno, con troppa frequenza, non vengono mantenute. La crisi è dovuta a molteplici fattori e il fenomeno va considerato quindi alla luce della sua multicausalità. Per costruire una relazione solida, il principio fondante risiede nella condizione di parità, nell’ambito della quale ognuno porti se stesso in piena autonomia e, in un’ottica di corresponsione, venga così a realizzarsi una donazione dell’uno all’altra, che non conduce all’annullamento in un’anonima situazione, ma al contrario amplia le potenzialità di ognuno, favorendo la crescita individuale e della coppia. Conferire priorità al codice affettivo, ponendo l’enfasi su sentimenti ed emozioni, aumenta le probabilità di un benessere pervasivo per i partner. Alcuni studiosi hanno, però, paventato dei rischi conseguenti a una vita di coppia legata da un sentimento totalizzante che procura una mobilitazione eccessiva delle aspettative le quali, se disattese, potrebbero provocare delusioni particolarmente forti, tipiche di un rapporto che, in una sorta di gioco al rialzo, tenda a spingersi sempre oltre. Invece è proiettandosi verso nuovi traguardi, nell’ambito di una relazione in cui ciascuno intenda trovare nell’altro una sintonia che accomuni in un profondo sentire, la realizzazione di una relazione Autentica. Questa si nutre di quella complicità che genera intimità profonda e gode di una stabilità dipendente dall’impegno dei due, dalla capacità di seguire insieme un percorso, realizzare un comune progetto di vita, di essere l’uno nell’altro riuscendo, però, a rimanere se stessi, arricchendo in modo crescente un discorso che si fa sempre più coinvolgente con la nascita dei figli. Il rapporto di coppia è work in progress: è necessario imparare a capire, conoscere, interpretare i cambiamenti legati al passare del tempo e se la modifica non è involuzione sarà parte di quella costruzione resa solida da un sentimento profondo e in continua crescita. La relazione si realizza, così, in una costruzione che non è costrizione, nell’ambito di una life in progress, e l’esistenza si dispiega in una situazione di benessere psichico che si estende a ogni aspetto della vita e si riflette sul contesto sociale. Uno stato emotivo implicante l’allontanamento dal quel senso della precarietà che destabilizza qualsiasi tipo di rapporto è basilare ai fini di ogni progettazione per il futuro; proprio la famiglia rappresenta l’idea morale che, nel superamento dell’individualismo egocentrico, realizzi un progetto che si riprogetta per vincere ogni sfida e, in una comunione di affetti, sia in grado di resistere alle insidie di un’avanzata modernità. In un’epoca in cui, nell’Occidente dai labili confini, si paventa la dissoluzione della famiglia, questa, invece, deve tendere non soltanto nella forma, ma nell’essenza ad essere sempre più solida e strutturata. All’insegna di un principio morale superiore, deve tornare ad essere il rifugio sicuro, affinché i giovani non siano estranei alla loro vita ed il futuro non rappresenti una dimensione sfuggente, un impervio percorso, ma un progetto a cui sottende quella forza eversiva in grado di trasformare il disagio di una società, in una situazione di benessere: l’amore.