Lavoro Futuro di Andrea Torti per Proposta Lavoro Indice generale Chi sono – qualche informazione sull'autore........................................................................................1 Introduzione..........................................................................................................................................2 I nostri figli: Psicomarketer, Biosociologi o Econofisici?....................................................................3 Econofisica – dove vanno i Mercati?...................................................................................................5 Psicomarketing – nella mente del cliente.............................................................................................6 Sociobiologia – dai geni alle genti?......................................................................................................7 Medicina Narrativa – i pazienti protagonisti........................................................................................8 Storia Quantitativa – il passato in numeri............................................................................................9 Neurodiritto – la Scienza entra in Tribunale?.....................................................................................10 Geografia Medica – per un Mondo in salute......................................................................................11 Futurologia – guardando avanti..........................................................................................................12 Chi sono – qualche informazione sull'autore Il mio nome è Andrea Torti, sono nato nel 1990. Dopo il diploma in Lingue, ho affrontato la dura strada che mi ha condotto a conseguire la Laurea in Bioingegneria. A dispetto degli indirizzi di studio da me scelti, ho maturato alcune esperienze nei campi dell'Amministrazione e dell'Organizzazione di Eventi, opportunità che mi hanno permesso di sviluppare quelle capacità di ascolto e di relazione che solo l'ambito professionale può offrire. Approdato a Proposta Lavoro nel settembre 2015, cerco di mettere in pratica quanto appreso finora, sperando di aiutare chi, come me, affronta un Mercato del Lavoro sempre più fluido e dinamico. I miei contatti: LinkedIn – Andrea Torti Twitter - @andreatorti90 Google+ - AndreaTorti90 Blog personale: Opportunity Seekers 2.0 1 Introduzione Lavoro e Futuro. Un binomio che, nel bene o nel male, condiziona la nostra vita – e quella di chi ci circonda. Antichi mestieri, occupazione in crisi, professioni in apparenza frutto della fantasia di uno sceneggiatore o di un autore di Fantascienza... L'avvenire ci sembra incerto, e può essere fonte di preoccupazione. Dalle pagine di Proposta Lavoro, ho cercato di gettare nuova luce sul Futuro del Lavoro e sul Lavoro del Futuro - si tratta di ambiti ancora altamente specialistici, ma con il potenziale per cambiare in modo profondo la nostra quotidianità. Senza alcuna pretesa di esaustività, ho voluto condividere con voi quanto ho appreso sui campi professionali che più mi hanno colpito, nei quali ho intravvisto la maggiore capacità di Innovazione. E ora, completata la breve serie a essi dedicata, ho deciso di raccogliere gli articoli che la compongono in questo e-Book, che potrete sempre portare con voi – e consigliare a chi vi sta vicino, nella speranza che si riveli uno strumento utile per interpretare i cambiamenti del Mondo del Lavoro – e, chissà, essere di aiuto a chi tra voi sta seguendo un percorso di Orientamento. Andrea Torti 2 I nostri figli: Psicomarketer, Biosociologi o Econofisici? Sempre più spesso, ci si interroga sulle grandi trasformazioni di cui siamo testimoni: la Globalizzazione apre nuovi mercati, ma introduce anche nuovi concorrenti; i robot prendono sempre più piede in ambito industriale - e i loro "cugini" supercomputer e software non sembrano voler restare indietro. Scenari in rapida evoluzione, che spesso ci causano non poca preoccupazione. Infatti, se automi e calcolatori sono destinati a sostituirci in molte mansioni - e rendere ancora più duro il Mercato, viene spontaneo chiedersi: “E noi, cosa faremo?” Infatti, non è possibile parlare di Futuro del Lavoro... se non si parla anche di Lavoro del Futuro! Quali campi andremo a esplorare? Quali professioni nasceranno? Difficile dirlo; tuttavia, possiamo forse farci un'idea di ciò che ci attende prestando attenzione ad una tendenza che si fatta sempre più forte negli ultimi anni, ovvero l'approccio multidisciplinare. Si tratta di un percorso che nasce da una presa di coscienza fondamentale, ovvero dal riconoscimento della complessità di ogni fenomeno che ci circonda. E di fronte alla sfida... i vari rami del Sapere si intrecciano fra loro! Ecco quindi che nuove discipline iniziano a far parlare di sé, facendo capolino dall'ambiente accademico. Ad esempio, abbiamo lo Psicomarketing, che tenta di identificare le basi psicologiche delle nostre scelte come consumatori: cosa ci attira verso questo o quel prodotto? Quali strategie possono essere messe in campo per convincere nuovi clienti? Avvicinandoci al regno delle Scienze "dure", ecco la Biosociologia, che indaga sulle origini biologiche del comportamento sociale: quali tratti sono stati favoriti dall'evoluzione, e perché? Da dove arrivano le nostre modalità di interazione? 3 Infine, tra le più affascinanti, troviamo l'Econofisica, applicazione di metodi e teorie propri della Fisica all'interpretazione e previsione di dinamiche economica; la Medicina Narrativa, per sviluppare nuove vie per promuovere la rilevanza clinica dell'esperienza del malato; e infine la Futurologia, dove Scienze Umane e Filosofia tentano di anticipare il Domani. Un ampio ventaglio di possibilità, non c'è che dire! Come si suol dire, l'unione fa la forza; e il momento che ci troviamo ad affrontare ne richiede davvero molta. Pionieri coraggiosi e menti aperte non mancano: la vera sfida sarà quella di preparare il Mondo dell'Istruzione e della Cultura al cambiamento. Scuole, Università e Associazioni Culturali, i futuri Econofisici e Psicomarketer contano su di voi: non deludiamoli! 4 Econofisica – dove vanno i Mercati? Economia e Fisica. La prima è considerata tra le principali Scienze Umane, l'altra è la spesso ostica regina delle Scienze cosiddette "dure"; l'una è spesso legata ai comportamenti umani, non sempre razionali; l'altra è dominata da leggi deterministiche e da logica stringente. Appaiono, a prima vista, due mondi molto distanti; eppure c'è chi cerca di avvicinarli. Se i tentativi più antichi risalgono alla diciottesimo secolo con alcuni contributi del fisico e matematico svizzero Daniel Bernoulli, i primi passi veri e propri si possono trovare in alcuni studi condotti dal matematico franco-polacco Benoît Mandelbrot negli anni Sessanta del Novecento. L'interesse di tali pionieri ha aperto la strada all'Econofisica (o Statistica Finanziaria), ovvero all'applicazione in ambito economico di strumenti e modelli propri della Fisica e della Statistica. Tra gli i campi di studio econofisici più interessanti possiamo citare i Modelli Cinetici dei Mercati, tentativi di descrivere la distribuzione di ricchezza utilizzando le risorse della Fisica dei Gas Ideali e della Statistica meccanica, ed il ricorso alla Dinamica dei Fluidi per interpretare i flussi monetari. Benché ancora in fase di sviluppo e lontana dalla discussione mainstream, l'Econofisica presenta l'indubbio vantaggio di unire in sé due discipline sempre più ricercate nel Mondo del Lavoro, ovvero l'Economia e le materie STEM; e con la crescente attenzione ai Mercati finanziari e ai loro sviluppi, aumenta la richiesta di analisti in grado di padroneggiare metodi nuovi e più sofisticati. Pertanto, giovani talentuosi e interessati alle Scienze potrebbero prendere in considerazione tale strada, approfittando anche della nascente offerta formativa presso vari Atenei italiani: infatti, vari corsi di Economia e Fisica stanno introducendo insegnamenti specifici nei propri curriculum, mentre altre Università hanno puntato direttamente su Corsi di Laurea in Matematica Applicata. Ma anche professionisti già provvisti di esperienza possono trovare nuovi significativi sbocchi lavorativi, grazie ai sempre più numerosi seminari, corsi e Master dedicati all'argomento. Insomma, le "nozze" fra le due antiche discipline stanno dando origine a un campo d'indagine ancora quasi inesplorato, e l'ambiente accademico sembra averne preso atto. I "nuovi Fisici" e i "nuovi Economisti" si stanno preparando. 5 Psicomarketing – nella mente del cliente Benché diversissime per ambito, per dimensioni e per modello, tutte le forme di business sono accomunate da un obiettivo vitale: attrarre, conservare e ampliare una clientela che sia il più possibile vasta. A tale scopo, si è sviluppata nel tempo la disciplina (o arte?) del Marketing. Conoscere approfonditamente un dato prodotto o servizio, riconoscerne i punti di forza, individuarne il potenziale target e procedere con una promozione mirata. Si tratta di operazioni non sempre semplici, e se l'entrata in scena dei social media ha consentito la creazione e l'utilizzo di nuovi canali di comunicazione, anche la concorrenza si è fatta via via più aspra. In un simile contesto, si è data sempre maggiore attenzione a strumenti in grado di aiutare i professionisti del settore a comprendere più profondamente i processi in grado di influenzare i comportamenti dei consumatori: sforzo concretizzatosi nei primi studi di Psicomarketing. Possiamo rintracciare i prodromi di tale campo di studi nel lavoro svolto fra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso dallo psicologo statunitense Abraham Maslow, ancora oggi ricordato per la sua Teoria sulla Gerarchia delle Necessità. Da allora, ci si è concentrati sul legame fra acquisti e bisogni, analizzando le motivazioni culturali e sociali dei consumi, ma anche indagando sulle radici propriamente neurologiche dei comportamenti economici (Neuromarketing): anche dettagli all'apparenza banali quali il colore di un pulsante o l'ordine delle parole in una frase possono essere determinanti. Comprendere tali meccanismi per utilizzarli a proprio favore: questa la sfida da vincere. Considerando i cambiamenti imposti dalla globalizzazione, è lecito aspettarsi ulteriori sviluppi e rinnovato interesse per tali studi: lungi dall'essere attività di basso livello, Comunicazione e Marketing sembrano destinate a godere di lunga vita, e il livello di empatia e di creatività da esse richiesto le pone - almeno per il momento - al riparo dal rischio di una repentina automatizzazione. Armati di nuove conoscenze scientifiche, i comunicatori del futuro ben rappresentano l'approccio dell'Umanesimo 2.0, e si preparano a conquistare il proprio posto nel Mercato del Lavoro. 6 Sociobiologia – dai geni alle genti? Il mistero del comportamento umano? Risiederebbe - almeno in parte - nei nostri geni. Sebbene l'intuizione di un legame fra genotipo e interazioni sociali risalga almeno alla fine dell'Ottocento, la prima grande indagine su tale relazione risale al 1975, anno di pubblicazione dell'opera Sociobiologia: La Nuova Sintesi a opera del biologo statunitense Edward O. Wilson. Rifacendosi ai risultati raggiunti dall'Etologia, Wilson ipotizzò una vera e propria "evoluzione comportamentale", non dissimile da quella teorizzata da Darwin per le caratteristiche fisiche: i geni legati ad azioni fruttuose per l'individuo portatore hanno più probabilità di garantire la sopravvivenza di quest'ultimo, e di essere trasmessi alla prole, tendente a praticare gli stessi atti. Al contrario, condotte anti-conservative sono inclini a provocare l'estinzione dei soggetti coinvolti, e pertanto a portare il relativo lignaggio all'estinzione. La ricerca ha scatenato fin dall'inizio un acceso dibattito, incentrato non solo sui rispettivi ruoli della Natura e della Cultura sui processi decisionali, ma anche e soprattutto sul timore di una possibile deriva ideologica verso l'adesione ad un mero determinismo biologico, fino alla promozione del darwinismo sociale - una posizione tuttavia mai appoggiata dallo stesso Wilson. A distanza di oltre quarant'anni, la Sociobiologia fa ancora discutere, coinvolgendo esperti e studiosi da diversi campi, dall'Antropologia alla Filosofia in una prospettiva multi-disciplinare; gli interrogativi da essa sollevati, infatti, riguardano temi di grande importanza e attualità, quali lo sviluppo delle organizzazioni - lavorative, sociali o politiche - i modelli di governance, o le dinamiche dei consumi. Si tratta di argomenti scottanti, per affrontarli al meglio è necessario un equilibrio fra dati scientifici, comunicazione, e partecipazione dei cittadini. Un approccio non-dogmatico a tali risultati e riflessioni può sicuramente essere di aiuto come ulteriore strumento per tentare di interpretare una realtà sempre più dinamica e un Mondo coinvolto in trasformazioni sempre più rapide. Questo è il compito che ci viene affidato - anche con l'aiuto dei futuri Sociobiologi. 7 Medicina Narrativa – i pazienti protagonisti La nostra salute? Questione di dati: dalle cartelle cliniche ai più moderni database, il processo medico si è via via arricchito e perfezionato con l'evoluzione di sempre nuove modalità di raccogliere, elaborare e riutilizzare informazioni. Negli ultimi anni, in riconoscimento dell'unicità di ogni singolo individuo, si è prestata particolare attenzione allo sviluppo di approcci di diagnosi e cura patient-specific, non soltanto da un punto di vista fisiologico - peraltro importantissimo - ma anche sotto l'aspetto psicologico ed emotivo. Quest'ultimo, tuttavia, non può essere compreso e integrato correttamente nel percorso clinico senza il contributo attivo di coloro che vi sono maggiormente coinvolti, ovvero dei pazienti: e proprio la necessità di dar loro voce si è espressa nella nascita della Medicina Narrativa. Sviluppatasi inizialmente negli Stati Uniti, la nuova disciplina si pone l'obiettivo di far emergere la dimensione soggettiva, psico-sociale, delle diverse patologie e dei relativi trattamenti, che per sua natura soltanto il paziente - eventualmente con il supporto offerto da familiari e care-givers - può esprimere, avvalendosi di una vasta gamma di strumenti, dall'integrazione della cartella clinica alla redazione di questionari, dalla stesura diario personale al blogging, fino all'utilizzo di mezzi multimediali quali interviste, fotografie e video. Attraverso tali attività, si vogliono conseguire una maggiore e migliore comunicazione fra medici e pazienti, raccogliere maggiori dettagli potenzialmente di interesse clinico, e soprattutto rimettere il malato al centro del processo di cura, emancipandolo dalla condizione di oggetto passivo di trattamenti e indicazioni per renderlo al contrario soggetto attivo e in grado di fornire un contributo rilevante attraverso la propria esperienza. Si tratta quindi di una piccola "rivoluzione copernicana" in grado di trasformare i nostri concetti di Salute, Malattia, e Cura; un esperimento di Umanesimo 2.0 che si distingue tanto per la nobiltà d'intenti quanto per la complessità degli ambiti in cui trova applicazione. Un'infusione di empatia per i medici - spesso ritenuti troppo distanti dai drammi vissuti dai propri pazienti, e un'occasione concreta di empowerment per questi ultimi. Medicina per le Persone, Persone per la Medicina: questo il futuro che ci attende. 8 Storia Quantitativa – il passato in numeri Molte persone, ripensando agli anni trascorsi tra i banchi di scuola, ricordano con particolare intensità due discipline molto diverse fra loro, Storia e Matematica, accomunate al più dalla propria complessità, che non di rado toglie il sorriso agli studenti di tutto il Mondo. Impopolarità a parte, non sembrano davvero esserci molti legami tra date e addizioni, battaglie e funzioni, imperatori e algoritmi. Eppure, sfidando le apparenze, specialisti nei due rami del Sapere hanno avuto modo di apprezzare la collaborazione reciproca, dando vita, alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, alla Storia Quantitativa, ovvero allo studio dei fenomeni storici attraverso la raccolta e l'analisi di dati. Le principali fonti per gli esperti sono informazioni censitarie, registri e ricevute, mentre gli strumenti messi in campo sono test statistici, modellizzazioni e simulazioni mediante calcolatore. Grazie alla graduale organizzazione e apertura agli studiosi di un numero crescente di archivi, e ai progressi compiuti in ambito informatico, la Storia Quantitativa ha riscosso interesse soprattutto nella ricerca economica, demografica e sociale, fornendo delle importanti informazioni sui principali trend che hanno influenzato le vicende globali: conflitti, migrazioni, diffusione dell'istruzione e della tecnologia, pianificazione familiare, e molti altri. Si assume un punto di vista non incentrato sulle rapide gesta di pochi individui, dunque, bensì su spesso lente trasformazioni dovute all'azione più o meno consapevoli di ampie popolazioni. Una "narrazione sotterranea", che viene riportata a noi attraverso i numeri, e dalle ricadute potenzialmente molto utili anche per comprendere la realtà odierna: l'individuazione di tendenze negative già verificatesi in precedenza, infatti, potrebbe rivelarsi un campanello d'allarme in grado di spingere cittadini e Istituzioni a prendere tempestivi provvedimenti. Indubbiamente, si tratta di un approccio innovativo nei confronti della Storia, che potrebbe spingerci a rivedere anche il modo in cui essa viene insegnata, spesso inadeguato ai nuovi tempi. Insomma, ci troviamo di fronte ad un'ulteriore prova dell'estrema versatilità della Matematica, e ad una sorprendente rivalutazione di una materia considerata ormai arida e ostica. Armati di solide competenze in ambito STEM, gli storici di domani indagano sul Passato per interpretare il Presente, e per tutelare il Futuro. 9 Neurodiritto – la Scienza entra in Tribunale? Da diversi decenni, si discute con molto interesse sulle basi biologiche del comportamento umano; negli ultimi anni, si è prestata grande attenzione al legame fra condizioni neurologiche e devianza criminale, e sull'importanza di una maggiore integrazione fra le molte scoperte in ambito scientifico e il procedimento legale. Un primo importante passo in tal senso è rappresentato dallo studio "Neuropsychologists and neurolawyers" (1991), guidato dal neuroscienziato e avvocato statunitense J. Sherrod Taylor, al quale si deve, tra l'altro, l'adozione del termine Neurodiritto; in questo e in successivi studi, Taylor affermò la necessità d'un uso corretto della terminologia e delle prove di tipo medico nei Tribunali. Necessità quanto mai attuale, se si considera il numero sempre crescente di controversie in ambito giuridico, quali ad esempio l'effetto delle sostanze psicotrope, le conseguenze di gravi lesioni cerebrali e la loro possibile ammissibilità quali attenuanti in sede penale, nonché l'affidabilità e la liceità di tecniche diagnostiche via via più sofisticate, quali il Neuroimaging, le cui potenzialità sono tuttora compromesse da seri limiti operativi. Si tratta di questioni molto complesse, la cui gestione deve tenere conto sia dei pericoli di una scarsa conoscenza specifica da parte degli attori coinvolti (specie in presenza di giurie popolari), sia delle numerose implicazioni di carattere etico poste dall'eventuale introduzione di nuove tecnologie (basti pensare allo scenario descritto da opere quali 1984 o Minority Report). Cambiamenti così radicali potrebbero coinvolgere molti principi cardine dei nostri sistemi giuridici, tra i quali il concetto di responsabilità (della persona o del suo encefalo?) e di riabilitazione (come occuparsi di "criminali naturali"?); e se sul piano teoretico la discussione è vivificata anche dal contributo di studiosi provenienti dai campi della Psicologia, della Psichiatria e della Filosofia, dal punto di vista applicativo rimangono molti interrogativi; mentre negli Stati Uniti il ricorso a difese legali su basi neurobiologiche inizia a diffondersi, e l'Amministrazione Obama ha chiesto alla Bioethics Commission la stesura di norme ad hoc, in Italia, salvo alcune occasioni, il dibattito non ha ancora conquistato un ruolo di primo piano. In ogni caso, il progresso delle Neuroscienze non potrà che rendere sempre più pressante il bisogno d'una disciplina certa per accoglierne le implicazioni nei Tribunali; tale consapevolezza non potrà che spingere i nuovi legali a seguire la strada tracciata da Taylor, per divenire dei Neuroavvocati. 10 Geografia Medica – per un Mondo in salute La relazione fra Salute e Ambiente è nota fin dall'Antichità: a Ippocrate, padre della Medicina occidentale vissuto fra il V e il IV secolo a.C., viene attributo un trattato dal titolo Sulle Arie, le Acque e i Luoghi, mentre attraverso i secoli si fanno via via più frequenti i casi di migrazione temporanea dalle città alle campagne in caso di pestilenze. Tuttavia, i primi sforzi sistematici di integrazione fra pratiche sanitarie e dati geografici risalgono alla metà dell'Ottocento, e più precisamente al 1854, anno in cui il medico britannico John Snow individuò il probabile punto di inizio di un'epidemia di colera a Londra, grazie ad una dettagliata mappatura dei casi verificatisi in città. Da allora, l'incontro fra Epidemiologia, Geografia e Demografia si è fatto più forte, acquisendo un'ottica globale: dalle annuali malattie influenzali alla più temibile SARS, fino alla più recente preoccupazione per la diffusione del virus Zika, la Geografia Medica si è imposta come strumento essenziale per il monitoraggio di tali eventi, fornendo importanti indicazioni a Enti pubblici e privati impegnati nella previsione del contagio e nelle necessarie misure di sicurezza, mediante l'utilizzo di informazioni ambientali e di modelli statistici. Non solo: accogliendo un concetto di "Salute" ancora più ampio, i ricercatori si sono dedicati anche allo studio dell'interazione fra popolazione e ambiente, indagando i legami fra specifiche località e i rischi di natura psicologica e psichiatrica, quali stress, violenza interpersonale, eccetera. Inoltre, gli studiosi hanno rivolto la propria attenzione anche all'accesso dei cittadini e delle comunità alle strutture cliniche, sottolineando la disparità fra aree ad alta e a bassa densità, interrogandosi sui benefici che le nuove tecnologie - in particolare quelle legate alla Telemedicina potrebbero portare alle seconde. Sono diversi, quindi, i campi di applicazione di una disciplina in genere poco amata dagli studenti, ma portatrice di un grande potenziale: con il crescente movimento di persone e di merci da un capo all'altro del Pianeta, la collaborazione fra i Geografi di domani e i loro colleghi in campo medico ricoprirà un ruolo sempre più importante per la nostra tutela e per quella del Mondo che ci circonda. 11 Futurologia – guardando avanti Viviamo in tempi incerti: crescita economica globale ancora debole, appuntamenti elettorali dall'esito per niente scontato, tecnologie sempre più potenti e minacce terroristiche tolgono quiete ai giorni di miliardi di persone. In un contesto simile, in molti sarebbero lieti di conoscere in anticipo gli eventi che ci attendono. E non è detto che tale desiderio non possa essere, almeno in parte, realizzato: non parliamo di astrologi o veggenti, bensì di seri studiosi, impegnati in complesse analisi multidisciplinari – i Futurologi. Lungi dal costituire una pseudo-scienza, i Future Studies possono vantare padri illustri, tra cui il celebre scrittore di Fantascienza H. G. Welles (1866-1946) - primo ad utilizzare il termine Futurologia, nel 1932 - e hanno suscitato l'interesse di numerose Istituzioni accademiche, dall'introduzione dei primi programmi universitari dedicati negli Stati Uniti negli anni Settanta, fino all'inaugurazione di una vera e propria Laurea Magistrale in Future Studies da parte della Turku School of Economics, in Finlandia, nel 2012, e di un Master di II livello presso l'Università di Trento nel 2015. Come operano, in concreto, i Futurologi? Innanzitutto, partendo dai dati: le informazioni relative a fenomeni passati e presenti vengono raccolte, elaborate mediante modelli statistico-matematici, e infine utilizzate per delineare potenziali scenari politici, economici, sociali, culturali, ecc.; le possibili “strade” dell'Avvenire. Tuttavia, al contrario degli Storici Quantitativi, gli studiosi del Futuro affrontano in genere fenomeni ancor più complessi di quelli demografici: lo sviluppo e la rapida obsolescenza di nuove tecnologie, o l'improvvisa ascesa di figure-chiave nei campi della Politica, del Pensiero o delle Arti sono infatti avvenimenti non sempre prevedibili ma in grado di smentire le analisi più accurate. A titolo di esempio, negli anni Cinquanta si ipotizzava il trionfo del Turismo Spaziale di massa entro il 2000... ignorando invece del tutto la diffusione dei computer. Un altro aspetto da non sottovalutare è l'impatto dei media e delle personalità più influenti: chi non ricorda la preoccupazione seguita ai moniti di Stephen Hawking, Bill Gates ed Elon Musk sulla pericolosità dell'Intelligenza Artificiale, ormai protagonista di progressi incredibili? 12 Molti dati, moltissime variabili, dunque; si tratta di un compito certamente non facile, ma sempre più percepito come vitale dalle Istituzioni pubbliche e dalle Imprese, alle prese con rapidissime dinamiche di difficile interpretazione, e con la necessità di porre in essere procedure affidabili per il Risk Assessment e il Risk Management. Come abbiamo visto insieme, il Domani offre al Mondo del Lavoro grandi opportunità, ma allo stesso tempo lancia sfide impegnative. Si avverte davvero il bisogno di navigatori e timonieri capaci per navigare acque così agitate: e la nostra speranza è che gli esperti di oggi si dimostrino più abili - e affidabili - degli Oracoli di un tempo. 13