Lavoro Futuro - Proposta Lavoro

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Lavoro Futuro
di Andrea Torti per Proposta Lavoro
Indice generale
Chi sono – qualche informazione sull'autore........................................................................................1
Introduzione..........................................................................................................................................2
I nostri figli: Psicomarketer, Biosociologi o Econofisici?....................................................................3
Econofisica – dove vanno i Mercati?...................................................................................................5
Psicomarketing – nella mente del cliente.............................................................................................6
Sociobiologia – dai geni alle genti?......................................................................................................7
Medicina Narrativa – i pazienti protagonisti........................................................................................8
Storia Quantitativa – il passato in numeri............................................................................................9
Neurodiritto – la Scienza entra in Tribunale?.....................................................................................10
Geografia Medica – per un Mondo in salute......................................................................................11
Futurologia – guardando avanti..........................................................................................................12
Chi sono – qualche informazione sull'autore
Il mio nome è Andrea Torti, sono nato nel 1990.
Dopo il diploma in Lingue, ho affrontato la dura strada che mi ha
condotto a conseguire la Laurea in Bioingegneria.
A dispetto degli indirizzi di studio da me scelti, ho maturato alcune
esperienze nei campi dell'Amministrazione e dell'Organizzazione
di Eventi, opportunità che mi hanno permesso di sviluppare quelle
capacità di ascolto e di relazione che solo l'ambito professionale
può offrire.
Approdato a Proposta Lavoro nel settembre 2015, cerco di mettere
in pratica quanto appreso finora, sperando di aiutare chi, come me,
affronta un Mercato del Lavoro sempre più fluido e dinamico.
I miei contatti:

LinkedIn – Andrea Torti

Twitter - @andreatorti90

Google+ - AndreaTorti90
Blog personale:
Opportunity Seekers 2.0
1
Introduzione
Lavoro e Futuro.
Un binomio che, nel bene o nel male, condiziona la nostra vita – e quella di chi ci circonda.
Antichi mestieri, occupazione in crisi, professioni in apparenza frutto della fantasia di uno
sceneggiatore o di un autore di Fantascienza... L'avvenire ci sembra incerto, e può essere fonte di
preoccupazione.
Dalle pagine di Proposta Lavoro, ho cercato di gettare nuova luce sul Futuro del Lavoro e sul
Lavoro del Futuro - si tratta di ambiti ancora altamente specialistici, ma con il potenziale per
cambiare in modo profondo la nostra quotidianità.
Senza alcuna pretesa di esaustività, ho voluto condividere con voi quanto ho appreso sui campi
professionali che più mi hanno colpito, nei quali ho intravvisto la maggiore capacità di Innovazione.
E ora, completata la breve serie a essi dedicata, ho deciso di raccogliere gli articoli che la
compongono in questo e-Book, che potrete sempre portare con voi – e consigliare a chi vi sta
vicino, nella speranza che si riveli uno strumento utile per interpretare i cambiamenti del Mondo del
Lavoro – e, chissà, essere di aiuto a chi tra voi sta seguendo un percorso di Orientamento.
Andrea Torti
2
I nostri figli: Psicomarketer, Biosociologi o Econofisici?
Sempre più spesso, ci si interroga sulle grandi trasformazioni di cui siamo testimoni: la
Globalizzazione apre nuovi mercati, ma introduce anche nuovi concorrenti; i robot prendono
sempre più piede in ambito industriale - e i loro "cugini" supercomputer e software non sembrano
voler restare indietro.
Scenari in rapida evoluzione, che spesso ci causano non poca preoccupazione.
Infatti, se automi e calcolatori sono destinati a sostituirci in molte mansioni - e rendere ancora più
duro il Mercato, viene spontaneo chiedersi:
“E noi, cosa faremo?”
Infatti, non è possibile parlare di Futuro del Lavoro... se non si parla anche di Lavoro del Futuro!
Quali campi andremo a esplorare?
Quali professioni nasceranno?
Difficile dirlo; tuttavia, possiamo forse farci un'idea di ciò che ci attende prestando attenzione ad
una tendenza che si fatta sempre più forte negli ultimi anni, ovvero l'approccio multidisciplinare.
Si tratta di un percorso che nasce da una presa di coscienza fondamentale, ovvero dal
riconoscimento della complessità di ogni fenomeno che ci circonda.
E di fronte alla sfida... i vari rami del Sapere si intrecciano fra loro!
Ecco quindi che nuove discipline iniziano a far parlare di sé, facendo capolino dall'ambiente
accademico.
Ad esempio, abbiamo lo Psicomarketing, che tenta di identificare le basi psicologiche delle nostre
scelte come consumatori: cosa ci attira verso questo o quel prodotto? Quali strategie possono essere
messe in campo per convincere nuovi clienti?
Avvicinandoci al regno delle Scienze "dure", ecco la Biosociologia, che indaga sulle origini
biologiche del comportamento sociale: quali tratti sono stati favoriti dall'evoluzione, e perché? Da
dove arrivano le nostre modalità di interazione?
3
Infine, tra le più affascinanti, troviamo l'Econofisica, applicazione di metodi e teorie propri della
Fisica all'interpretazione e previsione di dinamiche economica; la Medicina Narrativa, per
sviluppare nuove vie per promuovere la rilevanza clinica dell'esperienza del malato; e infine la
Futurologia, dove Scienze Umane e Filosofia tentano di anticipare il Domani.
Un ampio ventaglio di possibilità, non c'è che dire!
Come si suol dire, l'unione fa la forza; e il momento che ci troviamo ad affrontare ne richiede
davvero molta.
Pionieri coraggiosi e menti aperte non mancano: la vera sfida sarà quella di preparare il Mondo
dell'Istruzione e della Cultura al cambiamento.
Scuole, Università e Associazioni Culturali, i futuri Econofisici e Psicomarketer contano su di voi:
non deludiamoli!
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Econofisica – dove vanno i Mercati?
Economia e Fisica.
La prima è considerata tra le principali Scienze Umane, l'altra è la spesso ostica regina delle Scienze
cosiddette "dure"; l'una è spesso legata ai comportamenti umani, non sempre razionali; l'altra è
dominata da leggi deterministiche e da logica stringente.
Appaiono, a prima vista, due mondi molto distanti; eppure c'è chi cerca di avvicinarli.
Se i tentativi più antichi risalgono alla diciottesimo secolo con alcuni contributi del fisico e
matematico svizzero Daniel Bernoulli, i primi passi veri e propri si possono trovare in alcuni studi
condotti dal matematico franco-polacco Benoît Mandelbrot negli anni Sessanta del Novecento.
L'interesse di tali pionieri ha aperto la strada all'Econofisica (o Statistica Finanziaria), ovvero
all'applicazione in ambito economico di strumenti e modelli propri della Fisica e della Statistica.
Tra gli i campi di studio econofisici più interessanti possiamo citare i Modelli Cinetici dei Mercati,
tentativi di descrivere la distribuzione di ricchezza utilizzando le risorse della Fisica dei Gas Ideali e
della Statistica meccanica, ed il ricorso alla Dinamica dei Fluidi per interpretare i flussi monetari.
Benché ancora in fase di sviluppo e lontana dalla discussione mainstream, l'Econofisica presenta
l'indubbio vantaggio di unire in sé due discipline sempre più ricercate nel Mondo del Lavoro,
ovvero l'Economia e le materie STEM; e con la crescente attenzione ai Mercati finanziari e ai loro
sviluppi, aumenta la richiesta di analisti in grado di padroneggiare metodi nuovi e più sofisticati.
Pertanto, giovani talentuosi e interessati alle Scienze potrebbero prendere in considerazione tale
strada, approfittando anche della nascente offerta formativa presso vari Atenei italiani: infatti, vari
corsi di Economia e Fisica stanno introducendo insegnamenti specifici nei propri curriculum,
mentre altre Università hanno puntato direttamente su Corsi di Laurea in Matematica Applicata.
Ma anche professionisti già provvisti di esperienza possono trovare nuovi significativi sbocchi
lavorativi, grazie ai sempre più numerosi seminari, corsi e Master dedicati all'argomento.
Insomma, le "nozze" fra le due antiche discipline stanno dando origine a un campo d'indagine
ancora quasi inesplorato, e l'ambiente accademico sembra averne preso atto.
I "nuovi Fisici" e i "nuovi Economisti" si stanno preparando.
5
Psicomarketing – nella mente del cliente
Benché diversissime per ambito, per dimensioni e per modello, tutte le forme di business sono
accomunate da un obiettivo vitale: attrarre, conservare e ampliare una clientela che sia il più
possibile vasta.
A tale scopo, si è sviluppata nel tempo la disciplina (o arte?) del Marketing.
Conoscere approfonditamente un dato prodotto o servizio, riconoscerne i punti di forza,
individuarne il potenziale target e procedere con una promozione mirata.
Si tratta di operazioni non sempre semplici, e se l'entrata in scena dei social media ha consentito
la creazione e l'utilizzo di nuovi canali di comunicazione, anche la concorrenza si è fatta via via più
aspra.
In un simile contesto, si è data sempre maggiore attenzione a strumenti in grado di aiutare i
professionisti del settore a comprendere più profondamente i processi in grado di influenzare i
comportamenti dei consumatori: sforzo concretizzatosi nei primi studi di Psicomarketing.
Possiamo rintracciare i prodromi di tale campo di studi nel lavoro svolto fra gli anni Quaranta e
Cinquanta del secolo scorso dallo psicologo statunitense Abraham Maslow, ancora oggi ricordato
per la sua Teoria sulla Gerarchia delle Necessità.
Da allora, ci si è concentrati sul legame fra acquisti e bisogni, analizzando le motivazioni culturali
e sociali dei consumi, ma anche indagando sulle radici propriamente neurologiche dei
comportamenti economici (Neuromarketing): anche dettagli all'apparenza banali quali il colore di
un pulsante o l'ordine delle parole in una frase possono essere determinanti.
Comprendere tali meccanismi per utilizzarli a proprio favore: questa la sfida da vincere.
Considerando i cambiamenti imposti dalla globalizzazione, è lecito aspettarsi ulteriori sviluppi e
rinnovato interesse per tali studi: lungi dall'essere attività di basso livello, Comunicazione e
Marketing sembrano destinate a godere di lunga vita, e il livello di empatia e di creatività da esse
richiesto le pone - almeno per il momento - al riparo dal rischio di una repentina automatizzazione.
Armati di nuove conoscenze scientifiche, i comunicatori del futuro ben rappresentano l'approccio
dell'Umanesimo 2.0, e si preparano a conquistare il proprio posto nel Mercato del Lavoro.
6
Sociobiologia – dai geni alle genti?
Il mistero del comportamento umano?
Risiederebbe - almeno in parte - nei nostri geni.
Sebbene l'intuizione di un legame fra genotipo e interazioni sociali risalga almeno alla fine
dell'Ottocento, la prima grande indagine su tale relazione risale al 1975, anno di pubblicazione
dell'opera Sociobiologia: La Nuova Sintesi a opera del biologo statunitense Edward O. Wilson.
Rifacendosi ai risultati raggiunti dall'Etologia, Wilson ipotizzò una vera e propria "evoluzione
comportamentale", non dissimile da quella teorizzata da Darwin per le caratteristiche fisiche: i
geni legati ad azioni fruttuose per l'individuo portatore hanno più probabilità di garantire la
sopravvivenza di quest'ultimo, e di essere trasmessi alla prole, tendente a praticare gli stessi atti.
Al contrario, condotte anti-conservative sono inclini a provocare l'estinzione dei soggetti coinvolti,
e pertanto a portare il relativo lignaggio all'estinzione.
La ricerca ha scatenato fin dall'inizio un acceso dibattito, incentrato non solo sui rispettivi ruoli
della Natura e della Cultura sui processi decisionali, ma anche e soprattutto sul timore di una
possibile deriva ideologica verso l'adesione ad un mero determinismo biologico, fino alla
promozione del darwinismo sociale - una posizione tuttavia mai appoggiata dallo stesso Wilson.
A distanza di oltre quarant'anni, la Sociobiologia fa ancora discutere, coinvolgendo esperti e
studiosi da diversi campi, dall'Antropologia alla Filosofia in una prospettiva multi-disciplinare;
gli interrogativi da essa sollevati, infatti, riguardano temi di grande importanza e attualità, quali lo
sviluppo delle organizzazioni - lavorative, sociali o politiche - i modelli di governance, o le
dinamiche dei consumi.
Si tratta di argomenti scottanti, per affrontarli al meglio è necessario un equilibrio fra dati
scientifici, comunicazione, e partecipazione dei cittadini.
Un approccio non-dogmatico a tali risultati e riflessioni può sicuramente essere di aiuto come
ulteriore strumento per tentare di interpretare una realtà sempre più dinamica e un Mondo coinvolto
in trasformazioni sempre più rapide.
Questo è il compito che ci viene affidato - anche con l'aiuto dei futuri Sociobiologi.
7
Medicina Narrativa – i pazienti protagonisti
La nostra salute?
Questione di dati: dalle cartelle cliniche ai più moderni database, il processo medico si è via via
arricchito e perfezionato con l'evoluzione di sempre nuove modalità di raccogliere, elaborare e
riutilizzare informazioni.
Negli ultimi anni, in riconoscimento dell'unicità di ogni singolo individuo, si è prestata particolare
attenzione allo sviluppo di approcci di diagnosi e cura patient-specific, non soltanto da un punto di
vista fisiologico - peraltro importantissimo - ma anche sotto l'aspetto psicologico ed emotivo.
Quest'ultimo, tuttavia, non può essere compreso e integrato correttamente nel percorso clinico senza
il contributo attivo di coloro che vi sono maggiormente coinvolti, ovvero dei pazienti: e proprio la
necessità di dar loro voce si è espressa nella nascita della Medicina Narrativa.
Sviluppatasi inizialmente negli Stati Uniti, la nuova disciplina si pone l'obiettivo di far emergere la
dimensione soggettiva, psico-sociale, delle diverse patologie e dei relativi trattamenti, che per sua
natura soltanto il paziente - eventualmente con il supporto offerto da familiari e care-givers - può
esprimere, avvalendosi di una vasta gamma di strumenti, dall'integrazione della cartella clinica
alla redazione di questionari, dalla stesura diario personale al blogging, fino all'utilizzo di mezzi
multimediali quali interviste, fotografie e video.
Attraverso tali attività, si vogliono conseguire una maggiore e migliore comunicazione fra medici e
pazienti, raccogliere maggiori dettagli potenzialmente di interesse clinico, e soprattutto rimettere il
malato al centro del processo di cura, emancipandolo dalla condizione di oggetto passivo di
trattamenti e indicazioni per renderlo al contrario soggetto attivo e in grado di fornire un contributo
rilevante attraverso la propria esperienza.
Si tratta quindi di una piccola "rivoluzione copernicana" in grado di trasformare i nostri concetti
di Salute, Malattia, e Cura; un esperimento di Umanesimo 2.0 che si distingue tanto per la nobiltà
d'intenti quanto per la complessità degli ambiti in cui trova applicazione.
Un'infusione di empatia per i medici - spesso ritenuti troppo distanti dai drammi vissuti dai propri
pazienti, e un'occasione concreta di empowerment per questi ultimi.
Medicina per le Persone, Persone per la Medicina: questo il futuro che ci attende.
8
Storia Quantitativa – il passato in numeri
Molte persone, ripensando agli anni trascorsi tra i banchi di scuola, ricordano con particolare
intensità due discipline molto diverse fra loro, Storia e Matematica, accomunate al più dalla
propria complessità, che non di rado toglie il sorriso agli studenti di tutto il Mondo.
Impopolarità a parte, non sembrano davvero esserci molti legami tra date e addizioni, battaglie e
funzioni, imperatori e algoritmi.
Eppure, sfidando le apparenze, specialisti nei due rami del Sapere hanno avuto modo di apprezzare
la collaborazione reciproca, dando vita, alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, alla Storia
Quantitativa, ovvero allo studio dei fenomeni storici attraverso la raccolta e l'analisi di dati.
Le principali fonti per gli esperti sono informazioni censitarie, registri e ricevute, mentre gli
strumenti messi in campo sono test statistici, modellizzazioni e simulazioni mediante calcolatore.
Grazie alla graduale organizzazione e apertura agli studiosi di un numero crescente di archivi, e ai
progressi compiuti in ambito informatico, la Storia Quantitativa ha riscosso interesse soprattutto
nella ricerca economica, demografica e sociale, fornendo delle importanti informazioni sui
principali trend che hanno influenzato le vicende globali: conflitti, migrazioni, diffusione
dell'istruzione e della tecnologia, pianificazione familiare, e molti altri.
Si assume un punto di vista non incentrato sulle rapide gesta di pochi individui, dunque, bensì su
spesso lente trasformazioni dovute all'azione più o meno consapevoli di ampie popolazioni.
Una "narrazione sotterranea", che viene riportata a noi attraverso i numeri, e dalle ricadute
potenzialmente molto utili anche per comprendere la realtà odierna: l'individuazione di tendenze
negative già verificatesi in precedenza, infatti, potrebbe rivelarsi un campanello d'allarme in grado
di spingere cittadini e Istituzioni a prendere tempestivi provvedimenti.
Indubbiamente, si tratta di un approccio innovativo nei confronti della Storia, che potrebbe
spingerci a rivedere anche il modo in cui essa viene insegnata, spesso inadeguato ai nuovi tempi.
Insomma, ci troviamo di fronte ad un'ulteriore prova dell'estrema versatilità della Matematica, e
ad una sorprendente rivalutazione di una materia considerata ormai arida e ostica.
Armati di solide competenze in ambito STEM, gli storici di domani indagano sul Passato per
interpretare il Presente, e per tutelare il Futuro.
9
Neurodiritto – la Scienza entra in Tribunale?
Da diversi decenni, si discute con molto interesse sulle basi biologiche del comportamento
umano; negli ultimi anni, si è prestata grande attenzione al legame fra condizioni neurologiche e
devianza criminale, e sull'importanza di una maggiore integrazione fra le molte scoperte in
ambito scientifico e il procedimento legale.
Un primo importante passo in tal senso è rappresentato dallo studio "Neuropsychologists and
neurolawyers" (1991), guidato dal neuroscienziato e avvocato statunitense J. Sherrod Taylor, al
quale si deve, tra l'altro, l'adozione del termine Neurodiritto; in questo e in successivi studi, Taylor
affermò la necessità d'un uso corretto della terminologia e delle prove di tipo medico nei Tribunali.
Necessità quanto mai attuale, se si considera il numero sempre crescente di controversie in ambito
giuridico, quali ad esempio l'effetto delle sostanze psicotrope, le conseguenze di gravi lesioni
cerebrali e la loro possibile ammissibilità quali attenuanti in sede penale, nonché l'affidabilità e la
liceità di tecniche diagnostiche via via più sofisticate, quali il Neuroimaging, le cui potenzialità
sono tuttora compromesse da seri limiti operativi.
Si tratta di questioni molto complesse, la cui gestione deve tenere conto sia dei pericoli di una
scarsa conoscenza specifica da parte degli attori coinvolti (specie in presenza di giurie popolari),
sia delle numerose implicazioni di carattere etico poste dall'eventuale introduzione di nuove
tecnologie (basti pensare allo scenario descritto da opere quali 1984 o Minority Report).
Cambiamenti così radicali potrebbero coinvolgere molti principi cardine dei nostri sistemi
giuridici, tra i quali il concetto di responsabilità (della persona o del suo encefalo?) e di
riabilitazione (come occuparsi di "criminali naturali"?); e se sul piano teoretico la discussione è
vivificata anche dal contributo di studiosi provenienti dai campi della Psicologia, della Psichiatria e
della Filosofia, dal punto di vista applicativo rimangono molti interrogativi; mentre negli Stati
Uniti il ricorso a difese legali su basi neurobiologiche inizia a diffondersi, e l'Amministrazione
Obama ha chiesto alla Bioethics Commission la stesura di norme ad hoc, in Italia, salvo alcune
occasioni, il dibattito non ha ancora conquistato un ruolo di primo piano.
In ogni caso, il progresso delle Neuroscienze non potrà che rendere sempre più pressante il bisogno
d'una disciplina certa per accoglierne le implicazioni nei Tribunali; tale consapevolezza non potrà
che spingere i nuovi legali a seguire la strada tracciata da Taylor, per divenire dei Neuroavvocati.
10
Geografia Medica – per un Mondo in salute
La relazione fra Salute e Ambiente è nota fin dall'Antichità: a Ippocrate, padre della Medicina
occidentale vissuto fra il V e il IV secolo a.C., viene attributo un trattato dal titolo Sulle Arie, le
Acque e i Luoghi, mentre attraverso i secoli si fanno via via più frequenti i casi di migrazione
temporanea dalle città alle campagne in caso di pestilenze.
Tuttavia, i primi sforzi sistematici di integrazione fra pratiche sanitarie e dati geografici risalgono
alla metà dell'Ottocento, e più precisamente al 1854, anno in cui il medico britannico John Snow
individuò il probabile punto di inizio di un'epidemia di colera a Londra, grazie ad una dettagliata
mappatura dei casi verificatisi in città.
Da allora, l'incontro fra Epidemiologia, Geografia e Demografia si è fatto più forte, acquisendo
un'ottica globale: dalle annuali malattie influenzali alla più temibile SARS, fino alla più recente
preoccupazione per la diffusione del virus Zika, la Geografia Medica si è imposta come strumento
essenziale per il monitoraggio di tali eventi, fornendo importanti indicazioni a Enti pubblici e
privati impegnati nella previsione del contagio e nelle necessarie misure di sicurezza, mediante
l'utilizzo di informazioni ambientali e di modelli statistici.
Non solo: accogliendo un concetto di "Salute" ancora più ampio, i ricercatori si sono dedicati
anche allo studio dell'interazione fra popolazione e ambiente, indagando i legami fra specifiche
località e i rischi di natura psicologica e psichiatrica, quali stress, violenza interpersonale, eccetera.
Inoltre, gli studiosi hanno rivolto la propria attenzione anche all'accesso dei cittadini e delle
comunità alle strutture cliniche, sottolineando la disparità fra aree ad alta e a bassa densità,
interrogandosi sui benefici che le nuove tecnologie - in particolare quelle legate alla Telemedicina potrebbero portare alle seconde.
Sono diversi, quindi, i campi di applicazione di una disciplina in genere poco amata dagli studenti,
ma portatrice di un grande potenziale: con il crescente movimento di persone e di merci da un capo
all'altro del Pianeta, la collaborazione fra i Geografi di domani e i loro colleghi in campo medico
ricoprirà un ruolo sempre più importante per la nostra tutela e per quella del Mondo che ci
circonda.
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Futurologia – guardando avanti
Viviamo in tempi incerti: crescita economica globale ancora debole, appuntamenti elettorali
dall'esito per niente scontato, tecnologie sempre più potenti e minacce terroristiche tolgono quiete ai
giorni di miliardi di persone.
In un contesto simile, in molti sarebbero lieti di conoscere in anticipo gli eventi che ci attendono.
E non è detto che tale desiderio non possa essere, almeno in parte, realizzato: non parliamo di
astrologi o veggenti, bensì di seri studiosi, impegnati in complesse analisi multidisciplinari – i
Futurologi.
Lungi dal costituire una pseudo-scienza, i Future Studies possono vantare padri illustri, tra cui il
celebre scrittore di Fantascienza H. G. Welles (1866-1946) - primo ad utilizzare il termine
Futurologia, nel 1932 - e hanno suscitato l'interesse di numerose Istituzioni accademiche,
dall'introduzione dei primi programmi universitari dedicati negli Stati Uniti negli anni Settanta,
fino all'inaugurazione di una vera e propria Laurea Magistrale in Future Studies da parte della Turku
School of Economics, in Finlandia, nel 2012, e di un Master di II livello presso l'Università di
Trento nel 2015.
Come operano, in concreto, i Futurologi?
Innanzitutto, partendo dai dati: le informazioni relative a fenomeni passati e presenti vengono
raccolte, elaborate mediante modelli statistico-matematici, e infine utilizzate per delineare
potenziali scenari politici, economici, sociali, culturali, ecc.; le possibili “strade” dell'Avvenire.
Tuttavia, al contrario degli Storici Quantitativi, gli studiosi del Futuro affrontano in genere
fenomeni ancor più complessi di quelli demografici: lo sviluppo e la rapida obsolescenza di nuove
tecnologie, o l'improvvisa ascesa di figure-chiave nei campi della Politica, del Pensiero o delle Arti
sono infatti avvenimenti non sempre prevedibili ma in grado di smentire le analisi più accurate.
A titolo di esempio, negli anni Cinquanta si ipotizzava il trionfo del Turismo Spaziale di massa
entro il 2000... ignorando invece del tutto la diffusione dei computer.
Un altro aspetto da non sottovalutare è l'impatto dei media e delle personalità più influenti: chi
non ricorda la preoccupazione seguita ai moniti di Stephen Hawking, Bill Gates ed Elon Musk sulla
pericolosità dell'Intelligenza Artificiale, ormai protagonista di progressi incredibili?
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Molti dati, moltissime variabili, dunque; si tratta di un compito certamente non facile, ma sempre
più percepito come vitale dalle Istituzioni pubbliche e dalle Imprese, alle prese con rapidissime
dinamiche di difficile interpretazione, e con la necessità di porre in essere procedure affidabili per il
Risk Assessment e il Risk Management.
Come abbiamo visto insieme, il Domani offre al Mondo del Lavoro grandi opportunità, ma allo
stesso tempo lancia sfide impegnative.
Si avverte davvero il bisogno di navigatori e timonieri capaci per navigare acque così agitate: e la
nostra speranza è che gli esperti di oggi si dimostrino più abili - e affidabili - degli Oracoli di un
tempo.
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