EGITTO ZERZURA DREAMING Dal 19 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016 Grande ed ambiziosa spedizione in 4x4 nel “cuore” del deserto … El Alamein, Siwa, Great sand sea, Silica glass, Wadi Hamra, Aqaba Pass, Gilf Kebir, grotta Mestikawy/Foggini, Wadi Sura con la grotta dei nuotatori, Jebel Uweinat, 8 Bells, Kamil crater, Abu Ballas, Dakhla, il Deserto Bianco, Baharya … Siamo convinti che ciascuno di questi nomi, con le sue storie, le sue leggende, scateni in qualsiasi appassionato di deserto il desiderio di andarci. Il fatto di averli tutti assieme diventa “il viaggio”! E su tutto ZERZURA! E chissà che qualche evento improvviso e non preventivabile ce la mostrerà davanti… il viaggio – EGITTO, ZERZURA DREAMING “Fino a quando una qualunque parte del mondo rimarrà inesplorata, Zerzura sarà là, ancora da scoprire. Col trascorrere del tempo questa parte del mondo diverrà sempre più ristretta, più fragile e più particolare, ma sarà ancora li. Solo quando tutte le difficoltà di viaggio verranno superate, quando l'uomo potrà vagare a suo piacimento per periodi illimitati su tratti di territorio dove normalmente la vita non può esistere, allora Zerzura comincerà a decadere. Forse verrà il tempo in cui tutta la superficie della Terra sarà stata visitata e studiata, quando nulla sarà rimasto ancora da scoprire. Fantastichiamo di poter immaginarci lo scavatore che rivolta col suo piccone l'ultimo scampolo di suolo non ancora esaminato. Dietro di lui intravediamo un gruppo di esperti, con microscopi e quaderni di appunti, mentre di fronte a lui, adesso molto vicine, si ergono le porte serrate delle mura nebulose della città. Il piccone viene ritirato. E' giunto il tempo infine in cui gli esperti possono chiudere i loro quaderni di appunti poiché non rimane più nulla che non sia già stato trovato. Vediamo Zerzura crollare rapidamente in polvere. Piccoli uccelli si sollevano dal suo interno e volano via. Una nuvola copre il sole ed il mondo appare improvvisamente un luogo noioso ed incolore.“ La leggenda della città "perduta" di Zerzura, che appassionò viaggiatori ed esploratori tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento (ma la ricerca dell'oasi introvabile tuttora prosegue) prese corpo da un racconto arabo. Nel Livre des perles enfouies et du mystère précieux, pubblicato nel 1907 tra centinaia di capitoli magicamente sospesi tra realtà e leggenda, un padre narra al figlio come trovare gli immensi tesori custoditi in una città perduta tra le sabbie del GSS, il cui nome è “Zerzura”, ovvero “l'oasi dei piccoli uccelli” (dall'arabo zerzur che designa un passeraceo da noi comunemente noto come culbianco). il viaggio – EGITTO, ZERZURA DREAMING Il racconto inizia con una descrizione dell'itinerario da percorrere per arrivare a Zerzura: poche righe ma sufficienti a scatenare la fantasia dei viaggiatori dell'epoca e le nostre di oggi. § 369. – La città di Warda Nella città di Warda, situata dietro El-Qala a Essuri, voi vedrete delle palme, dei vigneti e delle sorgenti. Entrate nell’uadi e proseguite il cammino in salita; voi troverete un altro uadi che si estende verso l’ovest tra due montagne. Da quest’ultimo uadi parte una strada che vi condurrà alla città di Zerzura, di cui troverete una porta sbarrata; essa è una città bianca come una colomba e sopra la sua porta è scolpito un uccello. Prendete con la vostra mano la chiave che si trova nel becco dell’uccello, poi aprite la porta della città. Entrate, e lì troverete grandi ricchezze, e anche il re e la regina che dormono nel loro castello. Non avvicinatevi a loro, ma prendete pure il tesoro. Fine. il viaggio – EGITTO, ZERZURA DREAMING I PRINCIPALI “NUMERI” DEL VIAGGIO DURATA: 21 giorni e 20 notti in Egitto NOTTI IN CAMPO: 16 NOTTI IN HOTEL: 4 AUTONOMIA: 2500 km di deserto (vedi capitolo dedicato ai consumi) TIPOLOGIA DI DIFFICOLTÀ DI GUIDA: media E’ comunque un viaggio impegnativo, tanti giorni nel deserto, molti campi, bivacchi. Impossibilità di reperimento carburante che ci obbligherà a predisporre il trasporto di carburante con mezzi locali. Nelle specifiche e nei costi troverete informazioni e istruzioni sull’argomento. il programma – EGITTO, ZERZURA DREAMING Giorno 1 Alexandria – Siwa Oasis: Lasceremo Alexandria al mattino presto e ci dirigeremo verso El Alamein, visiteremo il cimitero che ancora ospita i nostri Caduti, poi proseguiremo verso l’oasi di Siwa, dove arriveremo nel tardo pomeriggio/sera. Cena e pernottamento in hotel. Giorno 2 Siwa Oasis: Giornata dedicata alla visita di Siwa, con i suoi siti archeologici e soprattutto alla preparazione delle auto, al carico di tutte le provviste, acqua e carburante prima di affrontare il lungo ed impegnativo viaggio. Svolgeremo anche le ultime pratiche per i permessi. Cena e pernottamento in Hotel. GSS (Great sand sea) o Grande mare di sabbia – Per descriverlo usiamo la descrizione dell’omonimo libro di Stefano Malatesta: «Il grande mare di sabbia» racchiude nelle sue pagine le avventure e gli avventurieri che hanno fatto l'epica delle grandi distese di sabbia. Malatesta narra di personaggi affascinanti: dal conte Laslo von Almasy (autore del più bel libro scritto sul Sahara “Sahara Sconosciuto“) a Fabrizio Mori, l'archeologo che ha rivelato il meraviglioso ciclo delle pitture rupestri della Libia; da Wilfred Thesiger, il primo uomo che ha attraversato il Rub al-Khali, il deserto più spaventoso del mondo, a Piero Laureano, la persona che conosce tutti i segreti delle oasi; da Winston Churchill, che combatté nel deserto del Sudan contro i seguaci del Mahdi, ad Alexander Korda, che con il suo film, ha impresso a tutta una generazione l'immagine coloniale del deserto. Giorno 3 – 4 – 5 Arriveremo poi nella zona del famoso Silica glass, una stupefacente meraviglia geologica. In nessun altro posto al mondo sono stati trovati gli stupefacenti frammenti che sembrano gioielli di colore giallo e verde, rinvenuti appunto in questo luogo. L'esatta origine di queste tectiti rimane sconosciuta e gli scienziati ritengono che esse siano state create dall'impatto di una meteorite risalente a diversi secoli fa, che con la sua temperatura elevatissima fece fondere la sabbia. Nel 1996 i nostri Giancarlo Negro e Vincenzo De Michele, durante una visita al museo del Cairo, notarono una forte somiglianza del materiale con il quale era stato realizzato lo scarabeo di un pettorale del faraone Tutankhamon ed il Silica Glass. Ottenute le necessarie autorizzazioni ed effettuate le analisi del caso, venne confermata la loro ipotesi: lo scarabeo era davvero in Silica Glass. il programma – EGITTO, ZERZURA DREAMING Giorno 6 Silica glass – Wadi Hamra. Wadi Hamra, detta anche “La Valle Rossa”, è una lunga valle orientale a nord di Aqaba pass. All’inizio del wadi resiste ancora un gruppo di acacie che rendono questa valle la più verde. Il suo nome deriva dal fatto che la sabbia che riempie il letto dell’antico fiume è di uno splendido colore rosso. A testimonianza di antichissimi insediamenti umani nella zona, nella parte centrale del wadi e nella parte superiore si possono ammirare tre siti di arte rupestre con incisioni che sono, forse, le più antiche della regione. Campo Wadi Hamra – Aqaba Pass – Gilf Kebir. Il versante ovest del Gilf Kebir è praticamente una ininterrotta stupenda falesia di ca 200 km che rende impossibile l'accesso a mezzi motorizzati. In un solo punto, conosciuto come il passaggio di Aqaba, l'accesso è consentito alle rare spedizioni motorizzate. Scoperto nel 1940 da Patrick Clayton e Laszo Almasy. Dall’alto si potranno ammirare i bellissimi paesaggi sottostanti del Gilf Kebir. Passeremo davanti al Monumento di Lama, memoriale eretto in ricordo dell’esploratore Samir Lama. Giorno 7 Il Gilf Kebir (la cui traduzione è “grande barriera”) si colloca in una regione difficilmente accessibile, in gran parte inesplorata e totalmente disabitata fra Egitto, Libia e Sudan. E' costituito prevalentemente di rocce calcaree e di arenaria. E' un vasto altopiano che si eleva per 300 metri dalle sabbie del deserto con ripide e scure pareti; si estende per circa 800 kmq e supera di poco i 1.000 metri di altezza. Nell'insieme, il Gilf occupa un'area di 12.000 chilometri quadrati. Le valli dei suoi antichi fiumi (wadi) nascondono i segni di antichi abitanti, pietre lavorate, macine, pitture e graffiti. Testimonianza di una antica era nella quale abbondavano gli animali e gli insediamenti umani. Totalmente sconosciuto fino alla seconda spedizione nel Deserto Libico del principe Kemal Al Din Hussein, che fu il primo a mapparlo nel 1926, seguito nel 1932 da quelle del mitico conte Laszo Almasy (protagonista del film “Il paziente inglese”) e poi nel 1938 da Ralph Bagnold, cartografo ed esploratore, che divenne famoso per avere ideato e costituito il LRDG (incursori inglesi operanti nel deserto nella Seconda Guerra Mondiale). Il Gilf Kebir è costituito da due grandi blocchi: quello a Nord (Gilf superiore) si estende fra il Grande Mare di Sabbia ed il Tropico del Cancro, e quello a Sud all'estremità sud occidentale dell'Egitto. Un'ampia valle nota come Wadi Assib separa i due blocchi. Fin dalla sua scoperta il suo isolamento, la sua posizione remota e l'inaccessibilità dell'area in una regione comunque lontana dalle piste carovaniere, hanno impedito una esplorazione completa dell'altopiano interno. Solo le spedizioni perfettamente equipaggiate sono infatti in grado di raggiungerlo a causa della complessità dei problemi logistici che vi sono nelle vie che conducono al suo interno. Il Gilf Kebir è una delle regioni della terra fra le meno conosciute a causa della sua lontananza, desolazione e totale assenza d'acqua. Campo. il programma – EGITTO, ZERZURA DREAMING Giorno 8 Aqaba Pass – Grotta Mestikawy/Foggini: Una spedizione del 2002 effettuata dal colonnello Mestikawy con il nostro Foggini portò alla scoperta di una grotta sconosciuta, non paragonabile alle altre per la bellezza e la complessità dei suoi reperti. Quello che si prova di fronte alle migliaia di pitture e di graffiti si può riassumere in 3 parole: incredulità, stupore e meraviglia. Sulla parete vi sono rappresentati danzatori, cacciatori, tuffatori, suonatori, personaggi che sembrano specchiarsi nell'acqua, scene di vita quotidiana che suggeriscono gli usi e costumi di un mondo scomparso e poi vi è un’insolita quantità d’impronte di mani, di piedi, e struzzi, gazzelle, giraffe e misteriosi animali acefali, il tutto eseguito con una straordinaria eleganza del segno. Campo. Giorno 9 Grotta Mestikawy/Foggini - Wadi Sura - Craters: Qui troveremo un‘altra meraviglia, una delle più famose: la Grotta dei Nuotatori, divenuta celebre grazie al film “Il Paziente Inglese”, scoperta nell'ottobre del 1933 proprio dall'esploratore ungherese László Almásy. In queste incisioni rupestri, che si pensa che siano state create 10'000 anni fa durante la più recente era glaciale, sono raffigurati alcuni nuotatori dalle forme sinuose, dipinti in posizione orizzontale, che sono le raffigurazioni più popolare dello Wadi Sura. Un altro motivo molto noto nel repertorio di Wadi Sura è quello dei “mostri” o “bestie”: figure ibride, con fattezze al tempo stesso umane e animali. Campo. Craters - Jebel Uweinat: Il massiccio del Jebel al-Uweinat si trova nell'angolo più lontano, a sud-ovest del Sahara egiziano dove si uniscono i confini di tre paesi: Egitto, Sudan e Libia. Giorno 10 Jebel Uweinat è la montagna più incredibile nel deserto libico generalmente piatta e informe, si distingue come un'isola dalla pianura circostante. La sua altezza è sufficiente a catturare un po‘ di pioggia dalle nuvole monsoniche estive della fascia del Sahel, che molto raramente, ogni 10 o 15 anni, possono raggiungere così il nord. Tuttavia, anche questa piccola pioggia è sufficiente per sostenere alcuni vegetazione e la fauna selvatica nelle valli più grandi. In epoca preistorica, la montagna era densamente popolata, come attestano le centinaia di pitture rupestri e incisioni che possono essere trovati nei rifugi lungo i lati di tutte le principali valli, e persino sugli altopiani. Più recentemente nomadi Tibou hanno abitato la montagna fino all'arrivo dei primi esploratori a metà degli anni Venti, per poi sparire a partire dal 1932 cacciati dalla crescente aridità. Fino al 1923 l’Uweinat era solo una delle “oasi perdute” delle quali solo le leggende ne parlavano. Solo grazie a grandi esploratori e studiosi come Sir Ahmed Hassanein Bey e il Principe Kemal el Din si scoprì che questa zona era abitata fin dall’inizio dei tempi. Divenne famoso negli anni ‘30 quando il Conte Almasy scoprì numerosi siti di arte rupestre con figure dipinte a più colori e ancora perfettamente conservate. Campo. il programma – EGITTO, ZERZURA DREAMING Giorno 11 Jebel Uweinat: Giornata interamente dedicata alla esplorazione delle valli magiche del Jebel Uweinat. Campo. Giorno 12 Jebel Uweinat - 8 Bells: Una grande piana utilizzata durante la seconda guerra mondiale dagli inglesi come campo d’aviazione, sfruttata per le incursioni a nord contro le truppe italo-tedesche. Per renderlo visibile ai piloti abbagliati dalla luce del deserto, avevano scritto con le taniche vuote del carburante e seminterrate: 8 B E L L S e vicino una grande freccia indicante la corretta direzione d’atterraggio. Campo 8 Bells – Kamil crater: Il Kamil crater è un cratere meteoritico da impatto che fu individuato per la prima volta nel 2008 dal mineralogista Vincenzo de Michele mentre stava svolgendo ricerche di reperti neolitici nella zona. E' in eccezionale stato di conservazione e si trova nella parte orientale del deserto di Uweinat. La sua scoperta ha un grandissimo valore in quanto ha fornito i dati per approfondire lo scenario catastrofico che viene prodotto dalla caduta di piccoli meteoriti sulla crosta terrestre, evento che si verifica ogni 10-100 anni. L'importanza di questa scoperta scientifica è dimostrata dall'ampia diffusione mediatica che le è stata riservata a livello nazione ed internazionale. Giorno 13 Addirittura la sua datazione dovrebbe risolvere anche la questione se l’abbondante ferro meteoritico, presente nel cratere, abbia fornito il materiale per la forgiatura del ferro trovato nei tesori dei Faraoni in un’epoca precedente allo sviluppo della metallurgia nell’antico Egitto. La meteorite che ha causato il Kamil Crater è stata classificata e il suo nome ufficiale è Gebel Kamil e può essere considerato il cratere da impatto di piccole dimensioni meglio conservato del nostro pianeta. Sono stati raccolti 800kg di frammenti di meteoriti, dei quali 20 kg sono conservati ed esposti al pubblico presso il Museo Nazionale dell’Antartide di Siena, 5 kg presso il Museo di Storia Nazionale dell’Università di Pisa e i rimanenti presso il Museo Geologico del Cairo. Campo nei pressi del cratere. Giorno 14 Kamil crater - East of Gilf el Kebir: Giornata di trasferimento... che sia la giornata in cui ci apparirà Zerzura?? Campo. il programma – EGITTO, ZERZURA DREAMING East of Gilf el Kebir - Abu Ballas: Abu Ballas era un'importante stazione lungo il sentiero per le carovane che collegava Wadi el Natroun all'Egitto sudoccidentale. Scoperta dal Principe Kamal el Din all'inizio del 1900 dove vi trovò frammenti sparsi di vasi e cocci in ceramica. Abu Ballas, che tradotto vuol dire Collina dei Vasi, era usata nei tempi antichi per assicurare una sicura scorta d'acqua agli invasori o ai convogli che avevano come destinazione le oasi. Giorno 15 Quando i primi esploratori visitarono questo luogo vi trovarono almeno 300 fra vasi ed anfore intatti e molte altre rotte da mano umana, a conferma della tesi secondo la quale questo era il deposito d'acqua che i nativi di Dakhla narravano di avere distrutto. Regenfeld è il luogo in cui la pioggia salvò la vita a Gerhard Rohlfs nel corso della sua spedizione nel deserto nel 1874. Qui potete vedere ancora il cairn (tumulo di pietre) che Rohlfs utilizzò per marcare l'area. Vi è anche una tavoletta in marmo posizionata nel 1933 da Almasy, in onore dell'esploratore egiziano, il Principe Kemal el Din. Campo Giorno 16 Abu Ballas – Dakhla Oasis: Trasferimento in direzione dell'oasi di Dakhla. Campo. Dakhla Oasis: Famosa fin dai tempi dei Faraoni, divenne importante per la ricchezza dei suoi pozzi. Oggi potremo fare rifornimento alle nostre auto e alle nostre cambuse. Si trova nel territorio del Governatorato di Wadi al Jadid, a 350 km dalla valle del Nilo, a circa metà strada fra le oasi di Farafra e Kharga. L'oasi misura circa 80 km da est a ovest e circa 25 km da nord a sud. Giorno 17 Dakhla è una delle più pittoresche oasi del Deserto Occidentale, nella quale si alternano rigogliosi frutteti e distese caratterizzate da imponenti dune di sabbia bianca e, a nord, da una lunga striscia di roccia rosata. Nei dintorni sono sparse sorgenti calde sulfuree, tra le quali la più facilmente raggiungibile è Mut Talata, 3 km a ovest dal centro abitato più importante dell'oasi: Mut, cittadina cosparsa di piccole casette. Cena e pernottamento in hotel. il programma – EGITTO, ZERZURA DREAMING Dakhla Oasis - White Desert: Si tratta di bianche e spettacolari formazioni erose dal vento, che con la sabbia, hanno modellato le rocce rendendole eccezionali sculture naturali. Giorno 18 Questo deserto unico è particolarmente affascinante e suggestivo all'alba e al tramonto, quando il sole trasforma il bianco in tonalità di rosa e arancio, oppure con la luna piena che conferisce al paesaggio un misterioso aspetto artico. In un remoto passato il White Desert fu un fondale marino, più tardi si trasformò anche in una savana con lussureggianti aree verdi e laghi pieni di pesci e dunque un terreno di caccia ideale per gli uomini della preistoria. Lo scenario che vediamo oggi è stato formato dalla rottura dell'altopiano che ha lasciato le rocce più dure in piedi, mentre quelle più morbide sono state modificate dal vento e dalla sabbia. Campo. White Desert - Baharya Oasis: L'Oasi di Bahariya è un rifugio lussureggiante in un deserto spietato, circondato da colline nere di quarzo. Si trova a 365km dal Cairo e fu una fiorente oasi nel passato che raggiunse cospicue dimensioni al tempo della dominazione romana. Vi si possono scovare rovine meravigliose come il Tempio di Alessandro Magno, tombe tolemaiche con bellissimi dipinti e antiche chiese. Giorno 19 Dal 1999 il turismo internazionale è tornato ad interessarsi fortemente all'Oasi a causa della scoperta di una grande quantità di mummie presenti in una necropoli ancora tutta da studiare. Questo assortimento di mummie presenti nella necropoli ha fatto battezzare il sito con il nome di “Valle delle Mummie d'oro”. Alcune di essere sono raccolte nel piccolo museo locale che visiteremo. Campo. Giorno 20 Baharya Oasis – Alexandria: Trasferimento verso Alexandria. Cena e pernottamento in hotel Giorno 21 Consegna delle auto in dogana per le operazioni di rientro. Volo per Italia. Abbiamo previsto la possibilità di estendere il tour di qualche giorno per visita a Il Cairo, Valle dei Templi, etc... in questi giorni faremo i “turisti”, con tanto di pullman, hotel, guide turistiche... con un programma ancora da definire!! Jebel Uweinat White Desert Abu Ballas 8 Bells il viaggio – EGITTO, ZERZURA DREAMING SPEDIZIONE MEZZI Come sapete al momento non esistono soluzioni per raggiungere l'Egitto via terra. Stiamo approntando quindi un servizio per il trasporto dei nostri mezzi via nave, con un servizio dedicato, e con la garanzia di uno sdoganamento “facilitato”. Prossimamente sapremo essere più precisi. Tra le cose che stiamo programmando di avere ci saranno: • allestimento del campo serale con tenda di protezione contro il vento e il freddo • utilizzo della nostra attrezzatura tavoli e sedie (così le auto potranno non caricarsi questi volumi, da dedicare a scorte di carburante) Un discorso fondamentale è il TRASPORTO CARBURANTE: Sono previsti 16 giorni di deserto, dall’Oasi di Siwa e fino all’oasi di Dahkla, i Km totali sono 2500 circa di deserto. Forse non tutti i veicoli potranno avere autonomia certa e garantita! Abbiamo quindi previsto di poter avere al seguito dei mezzi locali che ci trasporteranno il carburante che dovesse necessitare. Per quanto riguarda le auto a supporto per il trasporto del carburante il costo è di 250,00 € per auto al giorno. I giorni di noleggio saranno calcolati da luogo di presa in carico delle auto e fino al rientro nel medesimo luogo (es. dal Cairo e fino al rientro al Cairo delle auto noleggiate... ma questo lo stiamo trattando). Il costo delle auto sarà suddiviso tra coloro che necessiteranno di questo servizio, ovviamente cercheremo di contenere al massimo i costi. Ogni auto potrà trasportare per noi 3 bidoni da 200 litri. Il prezzo del carburante è a parte e anche questo ovviamente interamente a carico di chi lo prenota. E’ forse inutile che lo specifichi, ma non si sa mai, che il calcolo dei consumi andrà fatto per eccesso (nel senso di calcolare un 10-20% in abbondanza) e che ciascun equipaggio dovrà comunicarci in maniera preventiva se e di quanto carburante avrà bisogno. Il costo dello “spazio” dovrà essere corrisposto in maniera anticipata, pertanto ci raccomandiamo di fare per bene tutti i calcoli. Chi dovesse rimanere senza carburante per sua negligenza si accollerà tutti gli oneri derivanti dalla soluzione del problema. Due libri da non perdere – EGITTO, ZERZURA DREAMING SAHARA SCONOSCIUTO di Lazlo Almasy Questo volume, pubblicato per la prima volta nel 1938, è il più famoso dei suoi diari di viaggio: da Kufra a Zerzura, dalla Grotta dei Nuotatori al Grande Mare di sabbia, una testimonianza di viaggio negli anni Trenta. Se davvero ogni disciplina vive un'età eroica, quella delle avanguardie e dei precursori, Sahara sconosciuto può essere considerato l’Odissea dei viaggi nel deserto. Non a caso, questo libro resta il più amato e il più citato dagli appassionati del Grande Mare di Sabbia. Al fascino delle prime, pionieristiche esplorazioni del Sahara, si aggiunge quello dell’autore, enigmatica figura che in letteratura e nel cinema ha ispirato (in modo assai controverso) Il paziente inglese. I racconti di viaggio di Almásy, sulle tracce della leggendaria Zerzura, dell’oasi di Cufra o delle pitture rupestri, con l’aereo e in auto, facendosi guidare solo dalla bussola e dalle stelle, sono la sua autentica biografia. L’unico modo di conoscerlo è dunque quello di immergersi con lui nell’avventuroso clima di una spedizione nel deserto negli anni Trenta. IL GRANDE MARE DI SABBIA di Stefano Malatesta Chi non è mai stato nel deserto, e ha letto magari soltanto qualche libro sul Sahara, è convinto che il deserto sia un luogo straordinario ma monotono. “Un maledetto uadi dietro l`altro”, come rispose un viaggiatore inglese a chi gli chiedeva se la traversata era andata bene. In realtà, sono quasi sempre i libri, non il deserto, a essere monotoni. Perché non basta descrivere i bagliori violetto e arancio dei tramonti, la calde dune color dell`oro, le infinite distese pietrose, le depressioni ricoperte di sale e di gesso, le montagne nere con le cime merlettate e gli orizzonti che sembrano così vicini per la secchezza dell'aria, mentre sono molto più lontano di quanto si possa immaginare. Questo è soltanto lo scenario che va popolato con i protagonisti, uomini che portano il velo blu o il casco coloniale, donne con i morbidi occhi cerchiati dall'hennè, spiriti duri di militari e di predoni, spiriti santi che vegliano o digiunano. Solo allora, davanti a tutta questa folla, è possibile accorgersi che il deserto non è mai stato un vuoto, ma un pieno, e che quanto lo caratterizza non è la monotonia o la ripetizione, ma la varietà e l'imprevisto. Il deserto è pieno di storie. Il fascino e l'unicità del Grande Mare di Sabbia di Stefano Malatesta stanno esattamente nell'aver interpretato quest'anima multiforme del deserto, attraverso storie molto differenti tra loro, che hanno l`aspetto formale dei racconti di viaggio, ma che finiscono altrove. Stefano Malatesta è sempre alla ricerca di qualcuno o qualcosa: di un etnologo francese morto in strane circostanze, di un treno che si chiamava “Sahara Express”, dei soldati italiani in Libia e dei commandos inglesi, di audaci esploratori e di ancora più audaci viaggiatrici, di preziosi marmi e di oasi prive di sorgenti, di eremiti e di monasteri, di Italo Balbo e dell'architettura coloniale, di un eroico trasvolatore e di un grandissimo scrittore, del Cairo tra le due guerre mondiali e di una spia che diventerà presidente di una grande nazione, di un luogo che non c`è e di molte altre cose e persone. I personaggi – EGITTO, ZERZURA DREAMING Chi era il Conte Lazlo Almasy Lázlo Álmasy nacque il 22 agosto 1895 da padre ungherese e madre austriaca, nel castello di Bernstein, allora Ungheria occidentale e nel cuore della monarchia asburgica e divenne pilota collaudatore nella fabbrica di automobili della Steyr. Con questi veicoli compì vari collaudi nel deserto Egiziano. Parlava correntemente sei lingue: ungherese, tedesco, inglese, francese, italiano e arabo. A 17 anni sapeva già guidare gli aerei e come pilota partecipò alla Grande Guerra (1418) e fu decorato con diverse medaglie. All'epoca la parte est del Sahara era quasi del tutto inesplorata perché sostanzialmente impraticabile a causa delle grandi distanze e della scarsa accessibilità. Nel 26 Álmasy compì uno dei test risalendo il Nilo e tre anni dopo con altri veicoli percorse 12.000 km sulle piste dei nomadi berberi ed è proprio da questo loro incontro che venne a sapere della mitica Oasi di Zerzura. Da quel momento la vita d'Almasy ebbe come unico scopo Zerzura e la passione per questi panorami che si perdevano a vista d'occhio: Abu Ramla, il"padre della sabbia" così veniva chiamato dai beduini. Nel 1930, in compagnia dei piloti Robert Clayton, Pat Clayton e Penderel, scoprì osservandole dall’alto due valli all’interno di un complesso montuoso che non erano mai state raggiunte da terra. Queste ricerche si svolsero tutte al limite del confine italiano poiché vicine all' Oasi libica di Kufra. A sud del Gilf Kebir, al confine tra Egitto e Libia, scoprì infine la cosiddetta “grotta dei nuotatori”, importante scoperta in quanto fu una delle prove certe che dimostravano l'abbondante presenza di acqua nel Sahara prima della desertificazione. Mentre al Cairo stava completando la cartografia del Sahara dopo aver già pubblicato nel 1938 il suo libro “Sahara sconosciuto” che risulta il più famoso e affascinante dei suoi diari di viaggio, scoppiò la seconda guerra mondiale. Pur non simpatizzando per il nazismo, mise i propri servizi a disposizione dell'Asse per lealtà verso la monarchia ungherese e nel 1940 venne ingaggiato dal servizio segreto militare tedesco e in seguito, date le sue conoscenze di aeronautica, fu assegnato all'aviazione militare tedesca (Luftwaffe) e mandato in Libia con gli Afrika Korps. Fra il 41 e il 42 lavorò agli ordini di Erwin Rommel, distinguendosi per la conoscenza del territorio e portando a termine missioni di spionaggio come l'Operazione Salaam che si proponeva di far entrare due agenti del controspionaggio tedesco nel profondo delle linee britanniche in Egitto. Molti sono gli aneddoti che si legano al “personaggio” e tra questi ne citiamo uno che riassume la sua proverbiale freddezza e visione: un giorno, di perlustrazione in una valle isolata con la sua pattuglia di esploratori, trovò 3 autoblindo inglesi chiaramente ferme per mancanza di carburante. Accertatosi che non vi fossero nemici in giro e certo che sarebbero però tornati a riprenderle con del carburante, mise nel serbatoio della prima un pugno di sabbia, in quello della seconda due pugni di sabbia e in quello della terza tre pugni. In questo modo i tre mezzi si sarebbero fermati in 3 momenti differenti, senza potersi aiutare gli uni con gli altri. I personaggi – EGITTO, ZERZURA DREAMING Chi era Ralph Bagnold Il Brigadiere Ralph Alger Bagnold (3 aprile 1896-28 maggio 1990) è stato il fondatore e primo comandante del Long Range Desert Group dell'esercito britannico durante la seconda guerra mondiale. È anche generalmente considerato essere stato un pioniere dell'esplorazione del deserto per le sue attività nel corso del 1930. Di questi anni si ricorda la sua attraversata da est a ovest del deserto libico e le sue esplorazioni intraprese per la ricerca di Zerzura. Ha gettato le basi per la ricerca sul trasporto di sabbia dal vento nel suo autorevole libro “The Physics of Blown Sand and Desert Dunes” nel quale Bagnold studia come la sabbia è raccolta, trasportata e accumulata dal vento su di una superficie piana in mucchi organizzati che possono mantenere la propria identità e spostarsi. Il suo libro che è ancora un punto di riferimento principale nel campo: per esempio, la sua teoria è stata utilizzata anche dalla NASA per studiare le dune di sabbia su Marte. Chi era il Principe Kamal el Din Hussain Il Principe Kamal el Din Hussain (1923- 196) iniziò a esplorare e percorrere il deserto, con l'aiuto di automobili in cui credeva, in cerca di Oasi e per scoprire nuovi siti; inizialmente per cercare adeguati terreni di caccia ma ben presto si rivelò un esploratore appassionato, viaggiatore e collezionista di antichità orientali e opere d'arte. Tra il 1925 e il 1926 guidò spedizioni al Gilf Kebir, nominato così proprio dallo stesso Principe. Chi è Giancarlo Negro Giancarlo Negro insieme ai fratelli Castiglioni, Luigi Balbo e Manilo Sozzani scoprì Berenice Pancrisia nel 1989, un antico insediamento urbano, situato nel deserto nord-orientale del Sudan. Famoso anche per aver identificato, insieme a Vincenzo De Michele e il loro team, i resti di vetro siliceo, il famoso Silica Glas. Scoprì le cave di Ocra Rossa nel 1991 durante una ricognizione nel Deserto occidentale. Materiale utilizzato per decori e ornamenti dai Faraoni, e da Cheope in persona. Editore della rivista scientifica Sahara, co-autore di un bellissimo libro sul Sahara, Fiumi di Pietra. Ruvido Presidente nel nuovo Zerzura Club! Chi è Vincenzo De Michele Vincenzo De Michele è un geologo ed ex curatore della sezione di mineralogia del Museo di Scienze Naturali di Milano, famoso per aver scoperto il Kamil Crater. Era alla ricerca di villaggi preistorici su GoogleEarth, quando si è imbattuto in una strana formazione che a prima vista sembrava il cratere di un missile o di una bomba. Successivamente nel 2009 decise di partire per visitare il cratere insieme a Giancarlo Negro, esperto di deserto ed editore della rivista «Sahara», e Romano Serra dell'Università di Bologna; quando si avvicinarono e raccolsero delle pietre nere si resero conto che si trattava di meteoriti metalliche del corpo cosmico che disintegrandosi aveva prodotto il cratere. Quote individuali di partecipazione – EGITTO, ZERZURA DREAMING Conducente + auto propria Da definire Passeggero auto propria Da definire Passeggeri supplementari auto propria, oltre al primo Da definire Supplemento singola Da definire Passeggeri veicoli organizzazione Da definire Trasporto auto Italia – Egitto A/R Da definire Servizio trasporto carburante Da definire Volo Aereo – da quotare al momento della prenotazione Opzione periodo aggiuntivo Da definire LA QUOTA COMPRENDE: (valida per un minimo di 10 equipaggi) • • • • • • • • • • • • Trasporto dei passeggeri veicoli organizzazione su fuoristrada con autisti/guide, nei tratti desertici ed in minibus o taxi per i trasferimenti stradali. Tutti i pernottamenti in campeggi e in hotel previsti nel programma Pasti caldi serali e colazione; e per i soli passeggeri viaggianti su veicoli organizzazione anche pranzi al sacco sulle piste Allestimento campo serale con tendone, tavoli e sedie Acqua potabile, in genere acqua minerale, solo per i passeggeri su veicoli organizzazione Accompagnatore italiano al seguito. Utilizzo completamente gratuito del telefono satellitare in caso di emergenza. Visto e permessi vari Egitto Assicurazione sanitaria AMITOUR (o similare) Assistenza frontiera Assistenza tecnica (manutenzioni straordinarie e riparazioni impreviste, compatibilmente con il tempo, la gravità del guasto ed i ricambi a disposizione) e logistica per tutto il corso del viaggio con insegnamento delle nozioni basilari di orientamento e navigazione con uso di bussola e satellitare Road book completo LA QUOTA NON COMPRENDE: Tutto quanto non espressamente indicato nei precedenti paragrafi ed in particolare: • • • • • • • Tutti i tipi di bevande, da pagarsi direttamente laddove consumate. Con eccezione delle bevande ai pasti ai campi per i passeggeri veicoli organizzazione Carburante e pedaggi autostradali Eventuale trasporto carburante Biglietti di ingresso a musei Assicurazione per il rimpatrio dei veicoli guasti o incidentati. Manutenzione ordinaria e ricambi dei Vs. veicoli, anche se ci sarà sempre chi vi insegnerà come fare. Carte verde Prima di prenotare ricorda di consultare le CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO e le INFORMAZIONI GENERALI DI VIAGGIO sul sito www.desartica.com Organizzazione tecnica a cura di Desartica S.R.L., P.IVA: 08221570966 Autorizzazione nr. 20152 del 28 gennaio 2014 rilasciata dalla Provincia di Milano Assicurazione responsabilità civile: ALLIANZ Polizza n. 195118 Segreteria organizzativa: Tel. (+39) 345 4128701 Informazioni tecniche: Tel. (+39) 393 9753329 Eugenio email: [email protected]