Espressionismo - Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo

Espressionismo
• L'esasperazione dei temi, il miscuglio di tragedia e di
grottesco,, la struttura non lineare,, le contaminazioni con
g
l'universo dello spettacolo circense, le esplosioni
visionarie, sono tutti segni di diversità e di scarto rispetto
alla tradizione del teatro naturalista
naturalista, che hanno individuato
i scrittori come Wedekind e Strindberg con le “dramma a
tappe”, come gli ispiratori del movimento espressionista,
eppure dei primi testi teatrali di Brecht
Brecht. L’espressionismo
L espressionismo è
completamente diverso dallo naturalismo, perché è una
arte tutta tesa verso l’assoluto, l’essenziale, l’eterno, e
prorompente dall’unica realtà dello io soggettivo.
soggettivo Cioè che
importa è l’anima intera, e non i suoi singoli moti, la sue
fugaci impressioni—esaltata in un sentimento supremo
che
h culmina
l i nell’estasi
ll’ t i e ttrasfigura
fi
l’i
l’intero
t
universo.
i
• Il primato della soggettività, dunque, e di una soggettività
urlata e spesso monologante, talvolta predicatoria e
talvolta spezzata, l’ansia di assoluto calata nella
predilezione per le forme liriche e nel rifiuto della banalità
del dialogo verosimile,
verosimile l’esasperazione
l esasperazione di azione e dei
gesti che sfocia spesso nel grottesco, oppure, al contrario,
l’azzeramento dell’azione o la de-umanizzazione del corpo
e del volto con movimenti burattineschi o la fissità iperiper
significante della maschera; il rifiuto del personaggio come
individualità particolare, a favore di un personaggioantonomasia
t
i ffortemente
t
t caricato
i t di responsabilità
bilità
universali; un linguaggio concitato, rotto, bruscamente
ellittico, che si stende solo nei momenti lirici o nei
monologhi pieni di pathos; una struttura drammaturgica a
blocchi, spesso addirittura “a stazioni” secondo l’esempio
strindbergiano.
g
•
Sul piano dello spettacolo, una recitazione non realistica, o
aggressivamente sopra le righe o in movenze marionettistiche,
con toni di voci spesso sgradevoli e un dissonante variare di
timbri; una scenografia dai forti contrasti, violenta di colori
oppure molto giocata sul bianco e nero della contrapposizione
luce-ombra, a volte disastrata, a sghimbescio, quasi da incubo,
come ricorderà chi abbia visto qualche film espressionista; una
luce molto contrastata, spesso con ombre lunghe che
i
incombono
b
come una minaccia
i
i suii corpii che
h lle proiettano,
i tt
oppure con tagli inusuali che alterano la percezione consueta di
visi, persone e cose, cambiandone il senso, come sa chi prova
a guardare il proprio colto illuminato da basso
basso. Dalla tradizione
tedesca dell’espressionismo sociale esce pure Bertolt Brecht
(1898-1956) con una delle sue prime drammi, Baal (1918/19).
Brecht comincio a sviluppare quello che ha definito
come ‘dramma
dramma epico ’:: Lui ammetteva,
ammetteva che non
appena si comprende che il mondo moderno non è
più riconciliabile col dramma, allora il dramma non
può
ò più
iù essere conciliato
ili t coll mondo.
d B
Brecht
ht di
dichiara
hi
che il suo nuovo teatro epico si rivolge alla ragione,
anziché alla p
partecipazione
p
emotiva,, dato che i
sentimenti sono privati e limitati. Al contrario, la
ragione e abbastanza comprensibile e su di essa ci si
può basare
basare.
• Nella teoria di Brecht il problema è circolare, perché se è
vero che la società attuale ha bisogno
g di nuovi strumenti
di indagine e di espressione, è vero anche che “invocando
un nuovo teatro si invoca un nuovo ordinamento sociale,”
per cui “ilil teatro di questi decenni deve divertire
divertire,
ammaestrare ed entusiasmare le masse. Deve presentare
le opere dell’arte che mostrino la realtà in modo da
rendere possibile la costruzione del socialismo.
socialismo ” Dunque,
Dunque
il teatro è uno strumento di azione sociale, ma se si
limitasse a questo scivolerebbe in quella pratica agitprop
che lo espellerebbe da dominio dell’estetica
dell’estetica.
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Forma drammatica del teatro
Forma epica del teatro
attiva,
narrativa,
In olge lo spettatore in un’azione
Involge
n’a ione
fa dello spettatore un
n
scenica,
osservatore,
ne esaurisce l’attività,
pero ne stimola l’attività,
gli consente dei sentimenti delle
lo costringe a decisioni a una
emozioni,
visione generale,
lo spettatore viene immesso in
viene posto di fronte a qualcosa
qualcosa,
suggestioni,
argomenti,
le sensazioni vengono
spinte fino alla consapevolezza,
conservate,
lo spettatore sta nel mezzo,
mezzo
lo spettatore sta di fronte
fronte, partecipa
partecipa,
studia,
l’uomo si presuppone noto,
è oggetto di indagine,
l’uomo immutabile,
l’uomo mutabile e modificatore,
tensione riguardo all’esito, tensione riguardo all’andamento,
g scena sta p
per sè,
una scena serve all’altra, ogni
crescita,
montaggio,
corso lineare degli accadimenti, a curve,
determinismo evoluzionistico,
salti,
l’uomo come dato fisso,
l’uomo come processo,
il pensiero determina l’esistenza, l’esistenza sociale determina il
•
sentimento
»
pensiero,
ratio
• Gli strumenti espressivi devono dunque adeguarsi a
queste finalità,, ad esempio
q
p impedendo,
p
, con una
recitazione “straniata” e l’uso di v-effekt, che ostacoli
l’immedesimazione di attore e spettatore nel personaggio,
il transfert emotivo,
emotivo la delega passivizzante di azioni e
sentimenti dalla platea al palco; (cartelli, intermezzo, coro,
songs, poca scenografia, non occultamento delle fonti
delle luci
luci, musica che contraddice il testo)
testo), insomma una
struttura artificializzante dello spettacolo che sempre
ricorda lo spettatore di essere a teatro.
Teatro dialettico
• Il teatro di Brecht non è progettato per una futura società
socialista,, ma per
p la società borghese
g
del p
presente. Il suo
obiettivo e educativo: rilevare le contradizioni nascoste
all’interno di questa società. Una volta che il testo, la
musica e la messinscena siano liberi di assumere “un
un
comportamento”; una volta che “rinunciando all’illusione si
è creata la possibilità di discutere”; una volta che lo
spettatore sia “stato
stato messo in grado di dover per cosi dire
dare il proprio voto”, a quel punto si sarà dato il via ad un
mutamento che è il primo passo verso la realizzazione
della funzione vera e propria del teatro
teatro, la sua funzione
sociale.’
Gestualità e gestus
• Entrambi esteriorizzano qualcosa di altrimenti nascosto;
tuttavia la gestualità rivela le condizioni personali e
tuttavia,
soggettive, mentre il gestus è sempre sociale: rende
corporei e visibili i rapporti tra gli individui. Il compito di un
lavoratore, ad esempio, e un gestus sociale, poiché
l’attività umana diretta al dominio della natura è qualcosa
che interessa la società, i rapporti tra gli uomini. Il gestus
ha, dunque, la funzione di rendere costantemente presenti
allo spettatore le implicazioni sociali del teatro epico.
• In sua ‘La grande e la piccola pedagogià, 1930,
Brecht distingue tra la “pedagogia
pedagogia minore”
minore del
teatro epico, che “democratizzava
semplicemente
p
il teatro durante il p
periodo p
prerivoluzionario”, e la “pedagogia maggiore”, che
trasforma completamente il ruolo della
rappresentazione abolisce il sistema attore
rappresentazione,
attorespettatore, e trasforma “tutti gli interessi
individuali in interessi dello stato.”
stato.
Dramma didattico
• Brecht comincio, in questo stesso periodo, a lavorare con
un’ altro tipo di dramma
un
dramma, lehrstucke (dramma didattico).
didattico)
Nella produzione di lehrstucke, piccoli gruppi di lavoratori
prenderebbero parte ad un processo di reciproca
istruzione. Nelle note sull’esecuzione e la teoria dei
drammi didattici, Brecht afferma “che quando eseguite un
dramma didattico dovete recitare come scolari”:
scolari :
• In linea di principio lo spettatore non gli è necessario. In
breve, il dramma epico e fatto per l’istruzione dello
spettatore, il dramma didattico per quella dell’attore.
• Il saggio “Effetti di straniamento nell’arte scenica
cinese ” (1936) è la prima articolata discussione di
cinese,
Brecht sul concetto centrale di v-effect, o
straniamento. Brecht cita lo stile tradizionale cinese
come modello
d ll recitativo
it ti per glili attori
tt i nell tteatro
t epico,
i
i quali cercano di far riflettere il pubblico sul loro
lavoro rendendolo strano. Il teatro borghese
g
rappreseti gli eventi come universali, eterni e
inalterabili; il teatro epico, oppure “storicizzato”, usa
la vv-effect
effect per rendere anche gli eventi quotidiani
degni di nota, particolari e necessariamente oggetto
d’interrogativi.