La strada di Nocita
"Non radicarsi è struttura costitutiva dell’essere cristiano", dice Dario E. Viganò. Che
presenta ai Musei Vaticani Le inquietudini della fede, libro del regista di Paolo
"Il luogo perfetto per presentare un libro come questo sarebbe stata la Cappella Paolina,
nei suoi affreschi Michelangelo racconta uno degli episodi di conversione più famosi, la
conversione di Paolo".
Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, chiama in aiuto la pittura del Buonarroti per
presentare il contenuto metafisico del libro Le inquietudini della fede (Marcianum Press),
curato dal regista Salvatore Nocita, che raccoglie interviste di personalità eccellenti sugli
interrogativi della Fede: i Cardinali Gianfranco Ravasi e Angelo Scola, la storica Lucetta
Scaraffia, il cantautore Roberto Vecchioni e il filosofo Salvatore Natoli.
"Un libro denso e completo – continua Paolucci - che ha per titolo un ossimoro,
inquietudine e fede, quando la fede dovrebbe essere fermezza incrollabile". E certamente
la conversione è un viaggio attraverso mistero e ragione. Paradigma di tale percorso il film
di Nocita, nato dalle riflessioni contenute nel libro, La strada di Paolo, presentato all'ultimo
Festival di Roma e in onda su RaiUno a fine agosto, che racconta dell'esperienza
dell'autotrasportatore Paolo, diretto per lavoro in Terra Santa, e dell'incontro inaspettato
con il fascino mistico di quella terra. "L'inquietudine di Paolo camionista – dice Dario
Edoardo Viganò, autore dell'introduzione e presidente FedS - rappresenta l'essere in
cammino del pellegrino, che è tipico di un'antropologia cristiana. L'uomo Gesù era sempre
in cammino, come anche Paolo di Tarso. Non radicarsi è struttura costitutiva dell'essere
cristiano".La tematica del viaggio conduce inevitabilmente all'incontro: "Il cinema ci aiuta a
raccontarci – prosegue Viganò - e rieduca alle modalità del racconto che permette di
assumere con più forza la nostra identità e maggior rispetto affinché l'altro rimanga altro,
sapendo che il dialogo si dà solo nella distanza, così come i ponti si fanno solo se c'è una
distanza da colmare".
La strada cinematografica di Paolo l'ha percorsa anche chi di chilomertri se ne intende. La
federazione autotrasportatori italiani Fai Service, infatti, ha creduto e supportato il
progetto: "I privati devono investire nel cinema – sostiene il dott. Doriano Bendotti,
membro del Cda Fai Service - perché nulla meglio del cinema può aprire gli orizzonti
spingendo la gente a fare delle riflessioni necessarie in questo momento".
Per il dott. Francis Cosio, direttore generale di Fai Service, "la scelta di produrre il film è
stata una sfida, ma anche un'occasione per riscoprire il valore dell'uomo ora che si è perso
il senso del vivere". Scommessa che hanno accolto anche Nicola Salvi e Elisabetta Sola,
amministratori di Officina della Comunicazione, una piccola società di comunicazione che
ha prodotto la pellicola: "I nostri compagni di viaggio hanno avuto fede in noi anche
quando abbiamo deciso di giare in Israele e Palestina, luoghi non economici e difficili.
Siamo stati seguiti da una stella che ci ha accompagnato anche dopo, affinché il film
potesse avere la visibilità che merita".
Fonte: IlSole24ore.com