BRECHT Me-ti, il libro delle svolte Del dubbio Do, scolaro di Me-ti, sosteneva la tesi che bisogna dubitare di tutto quel che non si vede con i propri occhi. Egli fu rimproverato per questo punto di vista negativo e abbandonò insoddisfatto la casa. Dopo breve tempo tornò indietro e disse sulla soglia: "Devo correggermi. Bisogna dubitare anche di ciò che si vede con i propri occhi". Essendogli stato chiesto che cosa ponesse un limite ai dubbi, Do disse: Il desiderio di agire 1 "La defuturizzazione come caduta di progettualità derivante da − dipendenza protratta dalla famiglia, − difficoltà ad immaginare un percorso di inserimento nel lavoro − difficoltà a realizzare relazioni affettive" 2 Pedagogia "Qualsiasi attività svolta da una persona con lo scopo di sviluppare effettivi apprendimenti in un’altra persona” Raynal F., Rieunier A., Pédagogie: dictionnaire des concepts clés. ESF Ed,Paris,1997) 3 Differenza "E' ciò che − distingue, − fa diversi, − discrimina cose e soprattutto persone. Ci sono ovviamente delle differenze di tipo ...biologico, come quello sessuale...; ma ci sono anche e soprattutto differenze economiche, culturali e politiche, ecc. L'utilizzazione positiva della differenza, così, rappresenta oggi uno degli obiettivi pedagogici...di maggiore importanza e significatività " (Bertolini P., Dizionario di pedagogia e scienze dell'educazione. Zanichelli, Bologna, 1996) 4 pedagogia ed antropologia culturale pedagogia delle differenze "Ogni uomo che interagisca con un altro uomo si pone in un rapporto pedagogico d'insegnamento-apprendimento; ed ogni rapporto ha significato perché c'è sempre una antropologia che agisce da significante (p.48) La nostra epoca ... sembra votata ad esplorare le differenze (p.263) 5 Nella società occidentale contemporanea ...(sono) evidenti due tensioni opposte - da un Iato una tendenza a rendere universali valori, linguaggi, beni, significati; - dall'altro una tendenza specificare, separare." a riservare, (Callari Galli M.,Antropologia culturale e processi educativi. La Nuova Italia,Scandicci (FI), 1993) 6 La pedagogia delle differenze si occupa di ciò che, Ieri, rimaneva invisibile: - il bambino, - Ia donna, - il disabile, - Ia persona stigmatizzata. l'oggetto di studio della pedagogia delle differenze sono le situazioni di svantaggio sociale, oppure di vulnerabilità sociale. 7 Obiettivi formativi del corso 1. rinforzare la capacità di lettura dei fenomeni derivanti dalle "differenze" 2. individuare strategie pedagogiche che fanno un uso costruttivo delle differenze, 3. accrescere le proprie conoscenze sulle ricadute sociali della dimensione di genere, 4. concatenare i concetti di disagio con quelli della pedagogia delle differenze 8 4 moduli 1. Identità e differenze 2. Costruzione sociale del femminile e del maschile 3. Disagio, dimensione di genere e rapporti educativi 4. La pedagogia delle differenze può "fare la differenza"? Possiamo delineare delle buone pratiche per la promozione del benessere apprenditivo del/della preadoloescente? 9 I concetti base del corso In più dei concetti di differenza e di pedagogia altri termini puntellano le nostre riflessioni - la conoscenza, - sistema sociale - la rappresentazione sociale, - la decostruzione, - l'identità o più precisamente le identità plurime 10 La conoscenza L'idea di una reaItà in sé, consistente e separata dal processo conoscitivo, è stata messa fra parentesi la conoscenza non è più pensata come adeguazione al dato ma come costruzione ... intersoggettiva di significati Questa svolta metodologica riporta un indice di questionabilità alle conoscenze già acquisite e date per scontate Maria Armezzani, Esperienza e significato nelle scienze psicologiche, Laterza, Roma/Bari, 2002 11 sistema sociale (Secondo Luhmann) "il sistema sociale non viene visto come un insieme di individui ma come un insieme di azioni. L'agire è la cellula dell'organismo sistema sociale, non l'individuo". (Bisio c., Costruzione della realtà e formazione, FrancoAngeli, Milan, 1998,p.24) 12 Rappresentazione sociale Le rappresentazioni sociali sono "teorie ingenue, proprie del senso comune, che esprimono - sistemi di valori, - convinzioni - e norme di comportamento dotati della duplice funzione di organizzare la percezione del mondo e di servire da codice condiviso per la comunicazione sociale e gli scambi interpersonali" (Polmonari A., Atteggiamenti e rappresentazioni sociali, in Trenti R. ,Gli atteggiamenti sociali: teoria e ricerca, Bollati Boringhieri, Torino, 1991) "Le rappresentazioni sociali sono rappresentazioni che un gruppo, più o meno esteso, condivide circa un oggetto, una 13 persona, un evento, un'idea. Hanno una funzione di mediazione tra ciò che è il livello individuale nel rappresentare il mondo ed il livello collettivo. Esse si formano quando un gruppo deve attribuire un significato ad una cosa ignota, e ciò avviene facendo ricorso a ciò che è familiare -(si parla di) ancoraggio - e raffigurabile (processo denominato) oggettivazione" (Bisio C. Costruzione della realtà e formazione, FrancoAngeli, Milan, 1998,p.26) 14 Decostruzione (Derrida) designa un atteggiamento culturale "post-moderno". La decostruzione rappresenta uno strumento critico di smontaggio di termini "alti e gerarchici" (che ordinano gli altri termini) consolidati nel tempo attraverso un processo di relativizzazione, storicizzazione e contestualizzazione. 15 La decostruzione conviviale intesa come sospensione e/o relativizzazione del pregiudizio, dialogo e ricerca fondati su un comune non sapere iniziale e sulla molteplicità delle strade possibili da percorre insieme. .La decostruzione può introdurci verso nuovi fondamenti conviviali di solidarietà, attraverso i quali, nell'umiltà del molteplice, imparare ad esistere. ("La sfida della mondialità e della interculturalità. Contadini M., Bevilacqua G.. Elledici,2001) 16 Identità Con questo termine si intende definire l'autorappresentazione e la percezione di sé come un soggetto unitario, con caratteristiche e qualità .stabili, .permanenti .e diverse da quelle altrui Dizionario di pedagogia e scienze dell'educazione. P.Bertolini. Zanichelli, Bologna, 1996) 17 (Tuttavia oggi negli ambiti delle scienze umane) l'identità (ha perso) il suo valore di essenza, (è diventato) più un punto di riferimento che una realtà ... l'identità non è ...data, è ...soprattutto un processo, una meta da accertare e da acquistare, (non è) mai un valore statico e scontato. (Antropologia culturale e processi educativi. La Nuova Italia,Scandicci (A), 1993) 18 L'identità non è data una volta per sempre, ma si costruisce e si trasforma durante tutto l'arco della vita. Si parla oggi di identità plurima, non più di identità singola. Il meccanismo sottostante al modellamento continuo delle identità deriva dal senso di "appartenenza" 19