SOCIOLOGIA IN MOVIMENTO

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SOCIOLOGIA IN MOVIMENTO
Teoria e ricerca sociale di Alain Touraine
a cura di Antimo Luigi Farro
Il percorso intellettuale di Alain Touraine si è sviluppato finora in tre fasi:
1° FASE: LAVORO E INDUSTRIA
STUDI SULLE TRASFORMAZIONI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E SULLA
COSCIENZA OPERAIA (1958 fondatore del Laboratorio di sociologia industriale e co-fondatore
della rivista Sociologia du travail)
SOCIETA’ INDUSTRIALE:
Indagine sull’evoluzione dell’organizzazione del lavoro alle officine Renault.
Espansione industriale avviata nel dopoguerra e sugli sviluppi organizzativi del taylorismo:
Passaggio dalla fase A (organizzazione incentrata sull’autonoma professionale dell’operaio di
mestiere rispetto ai dirigenti della produzione) alla B (perdita dell’autonomia del lavoratore con la
catena di montaggio) alla C (modelli organizzativi dell’automazione e dell’autonomia del sistema
tecnico a cui è ricondotto il lavoro umano)
EVOLUZIONE DELLA SOCIETA’ INDUSTRIALE
XVIII secolo: nascita della società industriale -> nascita della modernità
Modernità: credere all’ordine che la ragione mette nel caos apparente dell’universo, nella diversità
degli interessi e nel disordine delle passioni.
Illuminismo -> Evoluzione della società industriale -> media modernità: mette al centro lo sviluppo
e il progresso.
Centralità del conflitto tra imprenditori e lavoratori, che acquistano consapevolezza della centralità
del loro ruolo e della loro attività all’interno dei processi produttivi.
La coscienza operaia è la coscienza fiera degli operai di mestiere, la volontà di libertà e di lotta
contro l’alienazione.
Si tratta della coscienza di un soggetto storico, di attore che costruisce la propria identità
opponendosi agli imprenditori a cui contende, conscio del rivelo che ha nella vita sociale, il
controllo degli orientamenti di sviluppo dell’industrializzazione
POST-INDUSTRIALE
Tendenze in sociologia negli anni ‘60-‘70
- modello analitico strutturalista di critica del sistema capitalista, d’influenza marxista
- Bourdieu: evidenzia le determinanti culturali e sociali della divisione in classi della società e
della sua riproduzione
- Boudon: propone di ricercare la spiegazione dei fenomeni sociali al livello microsociologico
costituito dalle azioni individuali
- Crozier: analisi delle strategie degli attori nei contesti organizzativi a sottolineare il rilievo
che l’attore stesso ha rispetto alla costruzione sistemica
- AZIONALISMO DI TOURAINE
Per Touraine l’attore si definisce nel contesto dei rapporti sociali costitutivi di un dato tipo
di società.
Le azioni degli attori però non sono modellate dal sistema (Parsons).
Sono attori sociali collettivi che non il conflitto contendono il controllo degli orientamenti
della vita sociale in uno stesso campo (come gli operai e gli industriali che si contendono il
controllo degli orientamenti dell’industrializzazione).
Touraine si preoccupa di connettere l’analisi del senso dell’azione sociale individuale e
collettiva alle loro implicazioni e significati sistemici.
Ada Fiorenza
SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE
Daniel BELL:
Trasformazione della struttura sociale:
- passaggio dalla produzione di beni a un’economia di servizi
- prevalere degli addetti al terziario rispetto agli altri settori
- ridefinizione della stratificazione sociale per l’affermarsi di una nuova classe di
professionisti e di tecnici
- centralità del sapere teorico quale fonte dell’innovazione e delle idee direttrici a cui si ispira
la collettività
- affermazione di una nuova tecnologia dell’intelletto nei processi decisionali
Discrasia tra: etica e razionalità da un lato, nella sfera lavorativa, ed edonismo dall’altro, nella sfera
del consumo.
Touraine, Definizione di società post-industriale: “passaggio da una società in cui prevalgono le
attività di fabbricazione dei beni a una in cui primeggiano quelle di comunicazione”.
La produzione di beni perde importanza rispetto al ruolo che conoscenza ed elaborazione di
informazioni ricoprono nell’attivazione di nuove strutture organizzative che, come quelle
dell’istruzione e della salute, investono in misura crescente l’evoluzione dell’esistenza individuale e
della vita sociale.
Il movimento operaio perde l’importanza che aveva nella società industriale, sebbene le politiche
sindacali incentrate sul lavoro non perdano importanza e il sindacalismo resti uno dei principali
protagonisti della scena politica.
Il lavoro, d’altronde, rappresenta un fattore strutturante della vita individuale e di gruppo, anche
nella realtà della globalizzazione, in cui il soggetto stesso si costruisce come attore anche
combattendo la precarizzazione a cui è destinato l’uomo flessibile.
SOCIETA’ PROGRAMMATA:
Si riferisce al potere di gestione che consiste nel prevedere e modificare opinioni, orientamenti,
comportamenti, nel modellare la personalità e la cultura invece di limitarsi al campo dell’utilità.
Lo sviluppo dell’industria culturale consente cos’ di sostituire con nuovi meccanismi di governo
degli uomini, le forme tradizionali di controllo sociale.
QUESTIONE DEL SOTTOSVILUPPO
Il lavoro di Touraine si differenzia dalle analisi che riconducono il sottosviluppo di alcune società a
semplice conseguenza del dominio esterno, che riduce le società del Sud a rendere il loro
sottosviluppo funzionale alle esigenze del Nord.
Touraine sottolinea, invece, il rilievo che in questi contesti ricoprono gli attori politici e quelli
sociali.
Studio sull’America Latina con molti studiosi del posto:
1) occorre analizzare le classi sociali e gli attori politici dell’America Latina, le azioni e i loro
conflitti per individuare i percorsi da intraprendere per costruire società sviluppate.
- Negli anni 60-70 il rapporto tra le classi sociali e l’azione politica sono investiti dalle
conseguenze delle dittature, che crollano proprio in quegli anni
2) analizzare i complessi processi di cambiamento che portano al crollo delle dittature, l’avvio
di esperienze di democrazia politica e di lancio dello sviluppo economico
- si prospettano esperienze si sviluppo economico e di assetti politici sempre più differenziati
tra loro, come anche problematiche destrutturazioni statali e sociali.
Ada Fiorenza
2° FASE: MOVIMENTI SOCIALI E SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE
RICERCHE SULL’AVVENTO E I CONFLITTI DELLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE
A partire dal ’68, visto che i conflitti attorno al lavoro hanno ormai perso di senso, si affermano
nuovi movimenti conflittuali: studentesco, antinucleare, regionalista, delle donne.
Movimento sociale identificato come soggetto storico, capace di trasformare e incidere
sull’orientamento generale della società.
Movimento sociale: è una categoria analitica riferita a una condotta collettiva organizzata da un
attore che lotta contro il suo avversario per la direzione sociale della storicità in una collettività
concreta,per imprimere alle strutture sociali il diritto di ognuno di controllare l’evoluzione della
propria esistenza.
La strutturazione dei movimenti va ricercata nelle azioni conflittuali che mettono al centro necessità
culturali e affermazioni identitarie e soggettive.
Touraine analizza i movimenti introducendo un nuovo metodo di analisi e di ricerca incentrato sulla
conoscenza dei fattori soggettivi, a cui si deve la formazione di iniziative conflittuali promotrici di
rilevanti mutamenti degli orientamenti della vita sociale.
Perciò, i movimenti sociali rappresentano l’elemento in cui l’idea di attore e di soggetto trovano
senso, per poi elevarsi a fattori determinanti di trasformazione di questa stessa vita sociale.
L’attivazione di tali fenomeni (alterglobal, indignados, occupy wall street) è attribuita all’iniziativa
soggettiva di promozione dei valori universali dei diritti dell’uomo contro domini che si esercitano
nel contesto della vita sociale frammentata dalla globalizzazione di matrice neoliberista.
Concezione dell’azione collettiva in grado di superare le dicotomie tra logica degli interessi e
istanze critico-utopiche, per pervenire a una rappresentazione della società industriale incentrata
sulla nozione di conflitto sociale.
PROGETTO DI RICERCA
Il progetto di ricerca di Touraine sulla bassa modernità, effettuato presso il CEMS (Centro Studi sui
Movimenti Sociali) punta ad individuare gli attori che sono in grado di contendere al nuovo potere
di controllo degli orientamenti culturali della vita sociale, e dunque anche di individuare il
movimento sociale che occuperà nella società post-industriale il ruolo centrale occupato dal
movimento operaio nella società industriale.
METODO: in un contesto sperimentale, i sociologi condividono con i partecipanti del programma
di ricerca la formulazione delle ipotesi più adeguate per spiegare il senso e i significati del conflitto
e del movimento presi in esame.
Rottura con l’impostazione classica e oggettivistica della ricerca sociologia.
SOCIOLOGIA AZIONALISTA: il sociologo assume pienamente la sua soggettività e il suo
impegno che sottopone al vaglio degli attori e dello stesso lavoro di analisi.
Per poter intensificare le ricerche connesse al declino della società industriale e su quelle costitutive
della società programmata, Touraine lascia il CEMS e fonda il CADIS (Centro d’intervento e di
analisi sociologica). Queste ricerche puntano a perlustrare gli effetti dell’inversione dei movimenti
sociali che si ritrovano in esperienze come quelle del terrorismo politico e quelli del declino delle
integrazioni della società industriale che rimandano alle condotte degli esclusi dei quartieri difficili
delle grandi città.
Ada Fiorenza
3° FASE: SOGGETTIVAZIONE E DIFFERENZE
Progetto intellettuale di costruzione di una teoria volta a sostituire la sociologia del sistema con la
sociologia dell’attore.
TENSIONE TRA RAZIONALIZZAZIONE E SOGGETTIVAZIONE
La modernità è affermazione della razionalità, che rende possibile, attraverso il ricorso alle scienze
e alle tecniche, la conoscenza e l’organizzazione del mondo, difendendo la vita sociale dai
totalitarismi e dagli integralismi. Ma è anche affermazione del soggetto, che è affermazione di
libertà e creatività.
IL SOGGETTO
Il soggetto, animato da spinte etiche, è portato a costituirsi in attore capace di fronteggiare domini e
condizionamenti nella realtà del XXI secolo, al fine di perseguire l’affermazione del diritto di ogni
essere umano a divenire esclusivo controllore degli sviluppi della propria esistenza.
Per Touraine emerge la figura del soggetto quale promotore di libertà ed emancipazione
Il soggetto non si esprime solo nella costruzione dei movimenti, ma rappresenta anche la resistenza
e la capacità di farsi portatore dell’affermazione di diritti anche in contesti di fragilità.
Inteso come entità in trasformazione tra ricerca di senso e significazione del senso del vivere.
IDENTITA’ E SOGGETTIVAZIONE
Il soggetto consiste nello sforzo dell’individuo proteso a trasformare le esperienze vissute in una
costruzione di sé come attore.
Il soggetto che diventa attore, artefice del suo tempo e del suo spazio, della definizione di sé nel
riconoscimento dell’altro.
Tale sforzo implica la soggettivazione, il processo per cui l’individuo non si riduce ad accettare i
richiami del mercato o della chiusura nell’appartenenza comunitaria.
La soggettivazione implica la costruzione di un attore che si definisce per quel che fa e per come si
situa all’interno dei rapporti sociali, collocandosi nel campo della cultura, proprio quando si assiste
al rischio di de-modernizzazione della vita sociale, in cui si delinea uno stacco tra il mercato e la
cultura.
DE-MODERNIZZAZIONE
Nuova fase di riflessione teorica sulle conseguenze del passaggio alla società programmata, che si
delinea in termini di affermazione transnazionale dell’economia la cui espansione è, da un lato,
sottratta all’intervento politico degli stati, e, dall’altro, è esposta alle chiusure identitarie che si
possono determinare con l’affermarsi di fenomeni comunitaristi connessi al fondamentalismo.
L’analisi sociologica ha il compito di individuare i termini di questo stacco tra mercato e cultura, e
di definire i meccanismi che possano permetterne il superamento:
- rilievo assunto dall’economia liberista, che si estende a dimensioni planetarie al di fuori di
regole e in assenza di interventi politici appropriati
- dissociazione tra questa espansione economica e la sua razionalità strumentale, connessa alla
globalizzazione dell’economia, e all’affermarsi dei particolarismi culturali, con i rischi di
chiusure identitarie
ALTER
La ricerca di Touraine porta a interrogarsi sulla possibilità/capacità di soggettivazione legata alle
capacità di pensiero e immaginazione dell’attore che si fa soggetto, nonché sulle pre-condizioni che
presiedono a relazioni, umane e dunque sociali, fondate sul riconoscimento e il rispetto.
Da cui si profila la possibilità dell’alterità: sé come alter e alter come espressione di altri sé,
contrastando in questo modo il liberismo individualista, ma anche sostanziando un universalismo
dei diritti umani che sembra porsi come ideale riferimento.
Ada Fiorenza
IDENTITA’ E DIFFERENZE
La differenza richiama uno dei temi principi della sociologia: l’identità.
Gli attori parlano di sé, si propongono pubblicamente in nome dell’identità, per dare legittimazione
alla propria presenza, al proprio posizionamento, al discorso prodotto o al quale di aderisce.
Le chiusure identitarie possono accadere quando un’affermazione identitaria è definita in termini
esclusivi spesso tendenti a un rafforzamento interno.
Principio IOT (Identità, Opposizione, Totalità)
L’identità è assimilabile a un principio di azione, il potere dell’identità, come dinamica di
autoaffermazione positiva, autodeterminazione di un soggetto che intende essere protagonista della
propria esistenza, della definizione della propria storia e del proprio futuro.
Inflazione del termine identità
Identità non è solo definita dall’attore in maniera riflessiva, ma attribuita dall’esterno. Questo porta
al riduttivismo, ad esempio nella sociologia dell’immigrazione: i nuovi attori di origine immigrata
dimostrano quanto sia ibrido il senso di identità a cui fanno riferimento. I nuovi soggetti si
svincolano dalla definizione identitaria attribuitagli, esprimono affermazioni multiple, in un gioco
di coerenza e adattamento. Le nuove generazioni di immigrati compongono la propria appartenenza
in maniera molteplice e non lineare, attraverso andirivieni costruiti con originalità o reinterpretati in
base alla propria esperienza locale o transnazionale.
Il soggetto, differenza e democrazia
Dalla differenza all’uguaglianza alla democrazia, intesa come processo di perfezionamento e di
attuazione delle idealità di libertà, di riconoscimento, di affermazione, ma anche di comprensione
dell’altro, delle necessità di vivere insieme tra soggetti uguali ma non identici.
- inconciliabilità di eguaglianza e differenza in un contesto societario che si identifica con i
principi universalistici, qual è la democrazia di tipo repubblicano, sul modello francese o
americano.
Nelle società contemporanee si manifesta sempre più il bisogno di coniugare l’agire strumentale
con la particolarità culturale o identitaria del singolo.
La necessità di perseguire il principio di eguaglianza e differenza è centrale nella riflessione di
Touraine sul soggetto. Si tratta di comprendere le articolazioni che l’affermazione della particolarità
del singolo assume sia nell’esercizio della cittadinanza e della democrazia, sia nel processo di
soggettivazione.
I nuovi movimenti sociali assumono una dimensione culturale, accompagnata dalla necessità di
detenere e definire la propria vita, a volte di intervenire direttamente nell’organizzazione della vita
sociale e dei suoi orientamenti.
Individuo e potere
Il soggetto è capace sia, allo stesso tempo, di integrare le norme e forme strumentali elargite dal
potere, ma anche di opporsi a esse, di criticare il dominio e di agire per affermare altri orientamenti
culturali.
La peculiarità del singolo non è più mimetizzata e resiste ai tentativi di omologazione e
appiattimento di una maggioranza istituzionalizzata.
La differenza rappresenta una forza capace di aggregare e produrre processi di cambiamento e di
inclusione.
Ada Fiorenza
La questione razziale
Caso della Francia: l’universalismo e le politiche assimilazioniste si scontrano con la necessità di
una riformulazione che tenga conto delle espressioni della diversità.
Gli “indigeni della repubblica” in Francia portano avanti una critica post-colonialista: l’assenza di
un riconoscimento storico di condanna del colonialismo; la negazione che il centralismo e laicismo
francese opera nei confronti delle comunità etnico-razziali e religiose; la strategia geo-politica dello
stato.
La questione sociale, legata soprattutto alla depressione economica nella quale vessano i quartieri
ghetto delle grandi città, è profondamente intrecciata con la questione razziale e comunitaria Lo spazio pubblico
La differenza è una componente rivendicativa di un’azione e di un’affermazione soggettiva.
Il soggetto pone l’accento su una particolarità che necessita spazio e riconoscimento al pari delle
altre identità.
- Nancy Fraser riflette sulla creazione di spazi pubblici alternativi e antagonisti (controspazio).
DEMOCRAZIA
Si rende necessaria un ridefinizione della politica e della democrazia sia per fronteggiare lo stacco
tra strumentalità dell’economia e cultura, sia per agevolare la comunicazione tra specificità culturali
esposte ai rischi di chiusura nei particolarismi identitari.
Occorrono nuove regole per una politica del soggetto, attraverso il riconoscimento dell’altro quale
attore.
Concezione della democrazia intesa non semplicemente come partecipazione alla volontà generale,
ma come creatrice di istituzioni che agevolano la libertà del soggetto e le interrelazioni tra soggetti.
AUTONOMIA
L’autonomia del soggetto e del gruppo è da intendersi come volontà di districarsi dalle regole e
dalle attribuzioni imposte.
LA DIFFERENZA INCONCILIABILE
La differenza diventa un problema per l’unità e l’identità nazionale.
E’ difficile invocare il diritto alla differenza in una spera pubblica dominata dalla demonizzazione
del com’unitarismo, dove permangono le visioni universalistiche, centralistiche e laiciste.
L’islam ricopre senz’altro un ruolo principale, con un crescendo di isteria sui temi del velo islamico
e in generale sulla manifestazione delle differenze religiose.
Le nuove generazioni sono portatrici di una diversità religiosa e culturale composta giorno per
giorno con l’accoglimento di stili di vita ormai interpenetrati, nonostante essi siano rivisti attraverso
una lente religiosa (“doppia appartenenza” Ramadan – tali critiche rivelano l’imbarazzo nelfare i
conti con una generazione capace di affermare il proprio diritto alla cittadinanza e di esercitarlo in
riferimento a una molteplicità di appartenenze).
Francia:
- Occorre fare i conti con una società comunitarizzata di fatto, pur nel rifiuto repubblicano del
comunitarismo.
- Fallimento dell’assimilazionismo francese che non ha cancellato, ma semmai stigmatizzato,
la manifestazione della differenza e la moltiplicazione delle affermazioni identitarie tra le
nuove generazioni immigrate.
Ada Fiorenza
LA NAZIONE
La nazione è il volto politico del soggetto, un soggetto più complesso perché incorpora anche il
concetto di popolo.
Le identità etniche sono spesso svincolate da ogni discorso culturale e sono utilizzate come
strumenti politici nell’esercizio di rapporti egemonici, strumenti di lotta attraverso i quali si
definisce il noi, si negano le differenze e si ricerca una uniformità dentro il quadro dell’unità
nazione.
I LATI OSCURI DELLA MODERNITA’:
Derive di esclusione e di negazione delle differenze che nutre le politiche totalitarie, che non sono
solo una storia passata, ma rappresentano una minaccia concreta insita in quel costrutto “Noi-Loro”,
nella riproduzione del discorso sull’alterità e del nemico interno.
Ambivalenze della modernità: secolo di progresso, di guerra e di macchine da guerra, di ideologie
di predominio della purezza della razza, di genocidi.
Contraddizione: da un lato costruisce l’idea della razza a partire dalla ricerca di una purezza
esclusionista, dall’altro esalta il principio di libertà dell’uomo su cui fonda i diritti della
cittadinanza.
Il problema della differenza nasce dalla degenerazione dell’etnicizzazione.
Nel periodo della nascita dello Stato-nazione, l’agire coloniale, fondato sulle prassi di dominio
esercitata su un’alterità inferiore, è legittimato dalla teoria della razza, il darwinismo sociale.
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Rafforzamento dell’etnos nazionale puro a discapito delle minoranze interne
Il processo di integrazione si realizza attraverso l’egemonia di un gruppo su un altro
È un atto di superiorità che nga l’esistenza di una sostanza umana realmente altra
Egocentrismo, identificazione dei propri valori con i valori in generale
Spinge nel privato l’espressione delle differenze
L’idea-forza dello stato nazione egemone si fonda su un’omogeneità etnica, linguistica,
culturale e storica.
Semplificazioni identitarie che spesso provocano tensioni e conflitti interni (IRA in Irlanda,
Baschi in Spagna).
Olocausto: non il progetto di un’aberrante follia, ma il razionale disegno di un’efficiente
macchina burocratica che con la cura di un buon giardiniere ripulisce il suo giardino dalle
erbe infestanti.
Le politiche dell’odio organizzativo hanno potuto sperimentare tutto il loro potenziale
distruttivo grazie al connubio tra nazionalismo moderno e Stato post-grande guerra.
Ideologia di stato che cerca di trasformare la società in un organismo sano e ordinato,che
riflette un bisogno di ordine, di trasparenza e di responsabilità della sua leadership.
Genocidi e pulizia etnica, da eventi episodici a forme di distruzione razionale
Il totalitarismo si pone come attore storico dominante che purifica e omogeneizza la società
distruggendo ogni espressione del soggetto: personale, religioso, politico.
Per consolidarsi, ha bisognosi mantenere un’alterità finalizzata a definire la sua identità, la
costruzione di un nemico interno, richiamando l’impegno di tutti a difendere la propria
integrità contro la minaccia dell’agire del nemico interno.
Ada Fiorenza
DE-MODERNIZZAZIONE:
- svuotamento di contenuti e di significato di ciò che per due secoli è stato costruito come
nazionale
- la cittadinanza non è più definibile in termini di appartenenza territoriale, circoscritta ai
limiti del confine nazionale
- negazione dell’umanità (profilino dei migranti, individui spossessati del volto e
dell’identità).
- Nuove gerarchie e gradi di riconoscimento del “soggetto in formazione”: soggetti non
autorizzati eppure riconosciuti (immigrati irregolari che partecipano alla vita della comunità)
e soggetti autorizzati eppure non riconosciuti (cittadini appartenenti a minoranze interne).
- Le nuove maggioranze sono espressione di gruppi d’interesse (criminalità organizzata e
gruppi economici e finanziarie) mentre le nuove minoranze sono i milioni di diseredati
(diaspore, richiedenti asilo, ricerca di una migliore condizione economica, tratta di esseri
umani) che premono alle porte dell’Occidente alla ricerca di diritti, dignità e lavoro.
TOLLERANZA
La base per vivere insieme è la tolleranza.
L’esperienza americana del melting pot sembra ridare peso alla doppia appartenenza (italoamericano) come ricerca di un equilibrio tra due sfere identitarie, quella culturale-nativa e quella
politica senza rivendicazioni politiche.
Occorre superare le dicotomie privato/pubblico e attivo/passivo, nel concetto di cittadinanza.
La cittadinanza richiama nella sostanza la complessità identitaria del nostro stare insieme, e duqneu
deve essere un concetto stratificato che non contempli unicamente il rapporto con lo stato, ma che
faccia proprie anche le appartenenze sub-cross-supra nazionali.
Ada Fiorenza
CENTRALITA’ DEL FEMMINILE:
Questa separazione tra economia e cultura, al pari della difficoltà del rapporto tra le differenze, non
sono insuperabili. Lo è testimone il movimento delle donne, soprattutto per la sua componente postfemminista.
Se il soggetto diventa elemento centrale dell’affermazione di libertà dell’essere umano anche in
assenza dei movimenti sociali, è proprio nell’esperienza femminile che è possibile individuarlo.
Il tema del genere femminile è diventato centrale negli studi sociologici tourainiani, per la sua
sintonia con i cambiamenti sociali in corso e la sua potenziale capacità di farsi portatrice di istanze
che vanno ben oltre le rivendicazioni di genere.
La capacità di superare visioni dicotomiche, per tenere insieme aspetti diversi, ambivalenti, appare
infatti a Touraine come una capacità fondamentale della tarda modernità pluralista e globalizzata,
anche se oggi è una capacità ancora sottovalutata.
E’ la soggettività femminile, assai più di quella maschile, a essere in fase con i cambiamenti della
storia e con il passaggio da un lungo periodo in cui l’egemonia del pensiero binario si basava sulla
polarità e sulle opposizioni, a una nuova fase in cui invece ciò che conta è la capacità di ricostruire
l’esperienza individuale e collettiva, ovvero la capacità di riunificate, di tenere insieme, di
convivere con le ambivalenze.
“Le donne non sono solamente l’attore centrale, ma rappresentano la capacità e la volontà degli
individui e dei gruppi a costituirsi nel loro diritto ad agire liberamente”.
Le donne sono più vicine all’essere soggetti perché sono più famigliari con quelle forme di
sofferenza e di lotta, proprie agli esclusi, che permettono agli individui di mettersi in contatto con
l’ambivalenza tra fragilità e forza che caratterizza la loro soggettività.
Nell’analisi di Touraine, le donne appaiono impegnate in una marcia storica, non solo per il
riconoscimento dei loro diritti e delle loro potenzialità, ma anche e soprattutto nel riconoscimento
del salto di qualità che la loro differenza potrebbe costituire.
- Femminile e democrazia
Gli spazi conquistati dalla soggettività femminile e dai diritti delle donne vengono valorizzati come
l’affermarsi tout court della democrazia, piuttosto che come l’affermarsi di un diritto alla differenza.
Questo perché per Touraine la democrazia è lo spazio concreto dell’azione e dei diritti, quindi la
democrazia fa riferimento a inalienabili diritti individuali.
RISPETTO RECIPROCO DELLE DIFFERENZE
Il movimento femminile ha affrontato la questione della peculiarità femminile e di quella maschile,
affermando che la parità tra uomo e donna nella vita privata e in quella pubblica si definisce nel
rispetto reciproco delle differenze.
Si possono mantenere differenze culturali e, nel contempo, avere scambi, comunicare e vivere
insieme, solo attraverso il riconoscimento reciproco tra soggetti che, per essere perseguito, necessita
anche della ridefinizione di un quadro istituzionale volto a riconoscere le peculiarità soggettive
tanto nel campo lavorativo quanto nella famiglia e negli altri contesti della vita sociale.
Ada Fiorenza
- Il soggetto agente
Touraine è sempre stato contrario all’idea di attore ridotto al suo agire razionale e al calcolo di costi
e benefici.
Il soggetto agente invece è riflessivo rispetto al suo agire, l’azione non è separata dal sé. La
razionalità non è solo basata sul calcolo di costi e benefici, ma ha a che fare con la riflessività e la
capacità di trasformare attraverso l’agire.
Ancora una volta, per Touraine sono soprattutto le donne a essere in grado di dimostrare questo tipo
di razionalità, associata alla ragionevolezza e ai criteri di giustizia e di etica, che non sono solo
quelli delle “buone ragioni” basate sulla convenienza, e che si collegano invece a un pensiero
tradizionalmente maschile.
- Soggetto, femminile e condizione post-moderna
Nella fase storica della crisi della modernità, in cui viene meno l’unione tra industrializzazione e
nazione, in cui si affermano la globalizzazione, la consapevolezza dei rischi ambientali e nucleari,
Touraine vede l’affermarsi di uno scarto tra oggettivo e soggettivo, che pone l’individuo davanti a
una situazione nuova e complessa.
Per questo motivo, Touraine si concentra sui movimenti che meglio mettono in luce la dimensione
del soggetto, come il movimento delle donne.
Il soggetto individuale prevale definitivamente su quello storico, anche perché i problemi della vita
privata diventano sempre più centrali nella vita pubblica e l’individualità diventa fondamentale per
comprendere e tutelare la democrazia.
Quella di Touraine non è un’idea di soggettività intimista e autoreferenziale, al contrario è sempre
sostenuta da una portata critica orientata alla società e alla sfera pubblica.
La nozione di soggettività si avvicina a quella dell’idealismo kantiano che intende la libertà come
determinazione di un io totalmente basato su una volontà buona. Il soggetto è sempre in grado di
percepire l’ingiustizia e di lottare per la propria autodeterminazione.
Il processo che porta a essere soggetti prende avvio proprio dalla capacità di percepire l’ingiustizia.
Non si tratta quindi di un’affermazione di sé o di una volontà di potenza, ma di una consapevolezza
dell’esistenza dell’ingiustizia e del potere.
Touraine intende valorizzare quel versante della soggettività, storicamente subordinato e in ombra,
che oggi appare al contrario come il principale fattore di rinnovo della soggettività stessa e della sua
capacità creativa e di resistenza.
CONFRONTO CON I GENDER STUDIES
In Touraine, il tema del genere femminile si distingue da quello elaborato da altre prospettive, per il
fatto di essere associato a significati dell’affermazione soggettiva considerati come propri di un
agire non riferibile al concetto sistemico e strutturale di società. Un agire che si profila come
portatore del dialogo tra differenze e non come manifestazione di adesione conforme o di
integrazione sociale modulata attraverso l’acquisizione dei valori centrali della società.
Touraine non prende le mosse dalla classica critica dei gender studies (in particolare l’affermarsi
della differenza di genere), ma parte dalla sottolineature delle potenzialità a priori del genere
femminile, invece che dalle rivendicazioni nei confronti dell’egemonia del genere maschile.
La denuncia è indispensabile, ma la critica aspra e fine a se stessa (Judith Butler) non bastano.
Touraine parte da ciò che hanno affermato le sue intervistate: “Io sono un Donna”, che significa
contemporaneamente affermarsi come un soggetto e come una differenza, rispetto all’universalismo
maschile.
Ada Fiorenza
SFERA NON SOCIALE
L’essere donna viene ascritto alla sfera del naturale, il che dà alla donna una possibilità in una sfera
non sociale, che travalica valori, norme e rappresentazioni.
A differenza delle correnti di pensiero che ritengono la culturalizzazione del corpo un dato
predominante della modernità, per Touraine il definirsi come donna è un’affermazione diretta di
soggettività, di voler essere attrici della propria esistenza, che esiste indipendentemente dalla
relazione con l’alterità maschile.
Il tema del non sociale di un soggetto, che è anche altro rispetto al soggetto che lo socializza,
ricorda la “potenza di esistere” di Spinosa, aspetti (quello naturale e quello della potenza del vivere
e del dare vita) che Touraine associa più direttamente al genere femminile.
-
Simone di Beauvoir: il problema della soggettività femminile è legato alla difficoltà di
concepirsi in modo autonomo, ovvero all’incapacità di concepirsi come qualcuno che con
sia, a priori o per destino, alterità per qualcun altro, nella fattispecie per l’uomo.
Le donne sono state storicamente condannate a vivere nell’immanenza e nella contingenza
quotidiana, senza possibilità di scelta.
- Betty Friedan: “mistica della femminilità”, disagio esistenziale delle donne casalinghe di
classe media, la loro incapacità a concepirsi come soggetti autonomi, la difficoltà a trovare
una via d’uscita al loro malessere.
Touraine:
Oggi le donne non sono più costrette a vivere in un conformistico quotidiano, e inoltre sono più
attrezzate per superare la dicotomia tra mondo delle idee e della creatività e mondo pratico con le
sue routine e i suoi vincoli.
- Judith Butler: critica delle relazioni tra i generi, attraverso il monopolio dell’eterosessualità.
Interessa a Touraine perché non è una semplice polemica sulle relazioni di assoggettamento
del genere femminile, ma costituiscono una più generale riflessione intorno alla soggettività
e alla possibilità dell’autonomia.
Butler: il modello moderno di soggettività è un modello tutto declinato al maschile, fondato
su un’idea di autonomia personale data per scontata e che ignora invece l’inevitabilità di
forme originarie di assoggettamento. Il genere femminile è l’unico consapevole
dell’impossibilità di una completa autonomia e capace di lottare per l’autonomia a partire da
questa consapevolezza infelice.
“Queer theory”: cerca di guardare al di là dell’idea binaria del genere, basata sul principio
della complementarietà nella differenza e realizzati nella coppia eterosessuale. In realtà, le
categorie di genere non sono universali, ma sono strutturate storicamente in luoghi e tempi
diversi, determinate dall’appartenenza di classe, all’etnia, a una determinata sessualità.
Touraine condivide l’attacco nei confronti di una generica società unisex, dove una poarità
funzionale è stata ormai acquisita e condivide la critica nei confronti di un’identità di genere
basata su riferimenti deterministici a presunte specificità psicologiche e culturali.
Differenze con Touraine:
- Fiducia nell’autonomia originaria del soggetto
- Insistenza verso le differenze biologiche che fonderebbero il non-sociale della femminilità, a
sua volta associato all’aspetto biologico della corporeità:
o Problematicità di questa posizione:
 La discriminazione è sempre stata basata sulla differenza biologica
 Rifiuta tutta la riflessione sulla neutralità e naturalità del corporeo in una
società che ha ormai prodotto una profonda “culturalizzazione della natura”
Ada Fiorenza
Tradizione femminista sulla valorizzazione delle differenze
(Ghilligan, Chodorow)
- Adrienne Rich: difesa della funzione della maternità, considerata una risorsa e una ricchezza
della donna, purché sottratta alla logica patriarcale
- Luisa Muraro: contro il dominante ordine simbolico paterno, occorre costruire un ordine
simbolico materno, ispirato alla nostra prima relazione con la madre. Proprio la rimozione
culturale del nostro rapporto con la madre, causata dall’avvento della legge del patriarcato,
ha causato quella frattura del senso dell’essere.
Touraine: il tema della maternità è più strettamente legato alla capacità di comunicazione e di
riconoscimento, qualità insite nelle donne grazie alla loro potenzialità biologica di essere madri e
quindi di accogliere e comunicare con una differenza che si crea a partire dalla loro stessa essenza
biologica.
Critiche alla visione dicotomica dei generi
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-
Non mancano denunce di studiose che hanno fatto notare come la differenza biologica e la
potenzialità della maternità sia spesso stata utilizzata come un’esplicita arma di
intimidazione, basata sull’inevitabilità delle differenze biologico-anatomiche.
Wittig: sostiene che gli uomini e le donne costituiscono due classi separate solo a causa di
una divisione che ha origine unicamente politica, dunque storicamente relativa.
Donna Haraway: “cyborg manifesto”: i dati biologici potranno essere superati
dall’ibridazione tecnologica, che potrà offrire un mondo post-genere dove sono superate le
distinzioni tra naturale e artificiale.
CORPO E SOGGETTO
Per Touraine il tema del femminile assume particolare rilievo per due ragioni:
- mostrare la possibilità dell’autonomia, della creatività e della dissidenza, là dove invece si
immagina passività e assoggettamento
- possibilità di conforntarsi con il tema della soggettività come fondamento non sociale,
richiamandosi al tema pre-moderno della natura e del corpo
Touraine tende ad associare il non-sociale con la sessualità, a sua volta vista come elemento
naturale soprattutto quando si tratta di sessualità delle donne. Il richiamo al non-sociale, comunque,
assume un valore analitico, in quanto è importante soprattutto per sottolineare i limiti dei processi di
socializzazione, e pertanto per evidenziare le potenzialità dell’autonomia e dell’unicità personale.
La conseguenza è quella di una torsione verso un’idea della materia naturale come neutrale,
relativamente indipendente dalla cultura e dalle istituzioni, materia non-sociale nel quale il soggetto
radicherebbe la sua autonomia originaria, materia naturale tanto più visibile quando si parla del
soggetto-donna.
Il corpo è dunque ciò che resta al soggetto quando tutto il resto non è altro che condizionamento
culturale e sociale. Il naturale come ultima risorsa.
RAPPORTO CON SARTRE
Touraine è molto influenzato da Sartre, ciò è evidente nell’ambizione a dire cos’è il soggetto.
Tuttavia, se per Sartre il soggetto è definito innanzitutto dalle sue mancanze, per Touraine al
contrario è definito dalla sua capacità di resistenza. Se in Sartre il corpo in quanto materia è fonte di
alienazione, in Touraine è parte di quel non-sociale che aiuta il soggetto a esistere e a resistere.
Come Sartre tuttavia Touraine è convinto che il soggetto non si esaurisce nel sociale e nelle sue
determinazioni, anzi esiste principalmente nella lotta contro di esse.
Il soggetto dunque non è completamente autonomo, è qualcosa di finito, non può emanciparsi dalla
temporalità. Il soggetto è vuoto, nel senso che va riempito di contenuti della contingenza.
Il soggetto non è mai l’individuo concreto, piuttosto si può sostenere che un individuo può o meno
comportarsi in quanto soggetto.
Ada Fiorenza
POST-SOCIALE E GIUSNATURALISMO
Poiché stiamo ormai vivendo una fase di aprés-social, l’identificazione del soggetto con la sua parte
vitale sembra essere il tentativo di vedere nel soggetto l’atomo ultimo e naturale che sopravvive alla
scomposizione e alla frammentazione di tutto ciò che il pensiero moderno ha considerato come
dimensione sociale.
Aprés-social si riferisce alla necessità di guardare oltre l’idea di società e di natura come artefatti
culturali.
Le fondamenta del vivere comune vanno dunque ricercate non in una presunta razionalità intrinseca
dei soggetti o nella normatività condivisa, bensì in una sorta di nuovo giusnaturalismo umanistico
basato sull’idea di diritto ad avere diritti. Ogni individuo deve avere il diritto, e non solo la capacità,
di dare un senso e un fondamento ai suoi atti, di cui porta la totale responsabilità (Arendt).
RAPPORTO TRA NON-SOCIALE E DOPO-SOCIALE
In sostanza, i concetti di non-sociale e di dopo-sociale sono strettamente collegati e sono
indispensabili per comprendere l’interesse di Touraine nei confronti della soggettività femminile
considerata come la condizione potenzialmente più in armonia con questa nuova situazione, in cui
tutti i paradigmi maschili precedenti sono crollati. Di nuovo l’interesse per il femminile si concentra
sul doppio aspetto delle potenzialità di autonomia e sulle specificità del bios (la maternità) che
possono essere valorizzate in modo nuovo nel nuovo contesto.
LA SOCIOLOGIA DOPO LA SOCIETA’
Per Touraine il concetto di società deve essere superato in quanto assimilato, dal punto di vista
empirico, al concetto storico di stato-nazione e di istituzioni nazionali, e dal punto di vista analitico,
al concetto di sistema o di struttura.
La società non può più corrispondere alle istituzioni nazionali, che hanno perso la loro centralità e
la loro capacità di integrazione, né a uno stato-nazione fortemente ridimensionato dai processi di
globalizzazione.
I SOGGETTI SENZA SOCIETA’
Nell’epoca post-sociale, il focus della sociologia deve spostarsi dalla società agli attori, ovvero sugli
attori in quanto soggetti.
In questo contesto, il soggetto si trova senza società, e si trova davanti alla sfida di scoprire in se
stesso, nella difesa della sua libertà, nella capacità di agire in modo auto-referenziale.
LA SOCIETA’ DELLE DONNE
Le donne sono state escluse dall’elaborazione dei paradigmi precedenti, ma possono essere le
protagoniste di questa fase post-sociale. La soggettività femminile sembra rappresentare una risorsa
nuova, originale, meno contaminata dalle logiche del passato, più capace di gestire le contraddizioni
che caratterizzano il presente.
In sostanza, Touraine spera nel passaggio “dalla società degli uomini alla società delle donne”.
La sociologia delle donne dovrebbe essere considerata come una sociologia generale, il fulcro della
sociologia contemporanea, e non come una specializzazione.
Ada Fiorenza
SFIDE DELLA MODERNITA’
La reinterrogazione della modernità e il tentativo di ridefinirla costituiscono due tra i principali
contributi di Alain Touraine alla sociologia contemporanea.
L’approccio teorico tourainiano si caratterizza per la capacità di cogliere la strutturale ambivalenza
della modernità, in particolare, i rapporti di dominio le situazioni di alienazione e il loro continuo
rovesciamento in processi di emancipazione.
Prende le distanze dalla tradizione sociologia: che va da Durkheim a Parsons: improntata alla
nozione di società strettamente associata a quella di istituzione attraverso l’idea della funzione che
ogni istituzione ricopre per permettere la sopravvivenza della società.
Questa rappresentazione per Touraine perde di senso con la crisi dello stato-nazione e
dell’industrialismo, marcata dal declino delle istituzioni.
- rottura con il funzionalismo parsonsiano e con la tradizione durkheimiana
- ha accolto da Weber in necessario rigore metodologico in sede di analisi empirica
- un militante della alibertà personale e della democrazia
- temi come il lavoro operaio, i moviumenti sociali o le società dipendenti
Il sistema sociale analizzato da Touraine è sempre un sistema di attori e mai di forze impersonali.
Il delinearsi della centralità del soggetto personale nella riflessione di Touraine, a partire dagli anni
’90, si intreccia direttamente con l’esigenza di reinterrogazione di una modernità ormai minacciata e
bisognosa, per rafforzare le spinte sociali alla democrazia e all’emancipazione, di una ridefinizione
costante.
Così, nel momento in cui i rivoluzionari di un tempo sono ormai divenuti dirigenti, la
frammentazione della società e l’ondata montante dell’antimodernismo si affermano come tendenze
dominanti, emerge la necessità di una reinterrogazione della stessa categoria di modernità e non il
suo abbandono.
Touraine non crede nella decadenza e nell’inattualità dei valori “repubblicani” tipici del moderno.
Touraine non abbandona l’idea di modernità ma la reinterroga, chiarendo il suo concetto di
movimento sociale.
Il movimento è consapevolezza e coscienza, orientamento alla liberazione attraverso un percorso
conflittuale di cambiamento che passa sempre per l’individuo e per il suo rapporto con gli altri.
Il movimento esiste ed è radicato nel soggetto.
Metodo del rovesciamento concettuale: non valutare mai in maniera unidimensionale un problema,
ma scorge sempre il dritto e il rovescio del fenomeno analizzato. Il rovesciamento concettuale non
viene mai definito nei termini di una contraddizione da superare né in una sintesi.
DIALETTICA SOCIALE
Il processo evolutivo che caratterizza la trasformazione tecnologica in sé per sé diviene dialettica
sociale nel momento in cui viene chiamato in causa l’operaio come essere sociale.
Il contesto tecnologico plasma il lavoro e il lavoratore, dal momento che egli ne deve
necessariamente tener conto. Una tecnologia produttiva è così, sin dall’inizio, una tecnologia
sociale.
Teoria secondo cui a specifici fattori materiali corrispondono diversi tipi di coscienza operaia e di
movimento.
Ada Fiorenza
AMBIVALENZA: RAZIONALIZZAZIONE E SOGGETTIVAZIONE
Nella modernità vi è un’ambivalenza irrisolvibile: la razionalizzazione e la soggettivazione. Questo
problema emerge come sintesi di un lungo lavoro di riflessione volto a ridislocare costantemente il
problema dello sviluppo, del dominio e dell’alienazione (razionalizzazione) e quello
dell’emancipazione (soggettivazione) nelle diverse fasi della modernità.
La razionalizzazione è il processo alla base del successo materiale, organizzativo e tecnologico
della modernità. È sostenuto dall’azione dello stato e dalla conseguente concentrazione delle risorse
coercitive ed economiche nelle mani di un’élite sviluppista.
Conseguenza del processo di razionalizzazione è la costruzione e l’affermazione dell’Homo
Sociologicus, una dimensione in cui l’individualità viene tutta risolta nei ruoli normativamente
prescritti.
Le degenerazioni possibili sono l’alienazione e la reificazione, basi del dominio esercitato dalle
istituzioni e dai loro vertici sulla vita e sulla libertà delle persone.
La soggettivazione è una tendenza alla presa di distanza dal ruolo socialmente imposto, in nome del
proprio desiderio di auto-determinazione e di ri-appropriazione di sé.
Queste due facce della modernità sono una coppia ambivalente, perché l’uno ha permesso l’altro.
La fabbrica, ad esempio, è luogo di alienazione ma anche luogo che ha reso possibile il movimento
operaio e l’affermazione di nuovi diritti per i lavoratori.
Il consumo di massa, ad esempio, è guidato dagli interessi delle grandi multinazionali, quindi è
manipolatorio, ma allo stesso tempo rende possibile il ribaltamento dei significati attribuiti agli
oggetti di consumo e un’occasione per rendere visibile e riconoscibile le identità individuali e
collettive.
SOCIOLOGIA DELL’ATTORE: ha per oggetto l’azione degli attori sociali, i cui rapporti
conflittuali trovano traduzione istituzionale, si riflettono sul piano dell’organizzazione sociale e
danno vita alla produzione della società e dei suoi cambiamenti.
La sociologia dell’azione sociale ha per oggetto l’azione storica, radicata in una fase del moderno
dove il primato del lavoro, della fabbrica, delle azioni creative dell’uomo sulla natura sono assoluti.
In quanto sociale, l’azione storica è sempre condizionata e condizionante allo stesso tempo: doppio
orientamento verso la creazione delle opere e verso il loro controllo da parte dei creatori.
L’oggetto della sociologia azionalista è di comprendere l’impegno del soggetto nell’azione: non è
una sociologia dei valori, ma dell’azione. Il senso soggettale dell’azione deve essere trasformato in
valori sociali e in norme istituzionalizzate a cui individui e gruppi devono essere socializzati.
Ada Fiorenza
SOCIETA’ INDUSTRIALE:
Le potenzialità emancipatrici del progetto moderno si esprimevano attraverso un’idea e una pratica
di soggetto collettivo nel mondo contemporaneo.
La fabbrica è il luogo del dominio ma anche quello all’interno del quale possono costruirsi
autonomamente processi di soggettivazione e presa di coscienza (movimento operaio).
SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE:
Venuta meno la stessa idea di società ma non la forza della modernità, esse si esprimono attraverso
l’affermazione della potenzialità liberatrice dovuta a un soggetto personale.
POST-SOCIALE
Siamo di fronte alla frammentazione della realtà sociale, all’esplodere dell’individualismo
consumistico e alla diffusione di un’ideologia sociale tecnocratica e neo-liberista.
società tecnocratiche (dominate dal potere della tecnologia)
società programmate (per la natura del loro sistema di produzione e di organizzazione economica)
- la centralità della fabbrica e del movimento operaio viene sostituita dalla centralità dello
Stato-programmatore che, in stretta relazione con i grandi apparati economico-finanziari,
cerca di mettere al lavoro e di plasmare a proprio piacimento, per gli interessi dei gruppi
dirigenti, l’intera società.
CASTELLS: Individua i tratti costitutivi della società attuale:
- sviluppo scientifico e tecnologico
- comunicazione che contribuisce a conferirvi dimensioni globali
- società in rete animata dall’articolazione di fitti circuiti comunicativi, a cui individui e
gruppi danno vita ricorrendo soprattutto a internet.
SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE: GLOBALIZZAZIONE E COMUNICAZIONE
- le comunicazioni on line fungono da indispensabile supporto tanto ad attività dirigenziali i
cui effetti si dipanano su scala globale, quanto a iniziative conflittuali di movimenti sociali
che si sviluppano in varie parti del pianeta.
- Controversa globalizzazione della cultura
- Affermazioni di identità declinate sia alla costruzione di nuove forme di democrazia, sia
come chiusura identitaria in una comunità di appartenenza che nega l’alterità.
- Società del bowling alone
- Le reti comunicative si configurano come fattori sostitutivi di istituzioni in crisi
ASSENZA DI RELAZIONI
Per Touraine i “contatti” non sono relazioni sociali, e evidenziano la frammentazione di una realtà
la cui crisi istituzionale è sottolineata dallo stacco tra domini, come quello finanziario, e vita reale.
Realtà divenuta non sociale a causa dell’assenza sia di rapporti sociali tra gli attori, sia delle
istituzioni che dovrebbero fungere da fattore intermediario della loro integrazione.
Non c’è intermediazione tra il dominio e coloro che ne sono investiti individualmente.
GLOBALIZZAZIONE
La g. comporta un sistema economico finanziario e tecnologico non controllabile da nessun
organismo istituzionale.
Non vi è un luogo intermediario, istituzionale, in cui l’azione strumentale della finanza si trovi a
fronteggiare quella dell’economia reale
Ada Fiorenza
LA POLITICA, quale attività connessa alla creazione e allo sviluppo delle istituzioni, si è
trasformata identificandosi con l’economia, con la ragione strumentale.
PRIMA il diritto e le istituzioni costituivano i luoghi in cui l’azione strumentale, il lavoro e la
produzione, si incontravano con i valori, le norme, i giudizi morali e sociali. I rapporti sociali, anche
conflittuali, trovavano in questi luoghi la loro integrazione.
PASSAGGIO DAL SOCIALE AL POST-SOCIALE: scomparsa dell’istituzione perché il sistema
economico finanziario non è controllabile.
CONSEGUENZE SOCIALI DELL’ASSENZA DI CONTROLLO ISTITUZIONALE
- nelle aree sviluppate: intensificazione della precarizzazione della vita lavorativa e
relazionale
- nelle aree emergenti: diventa consuetudine il supersfruttamento
- nelle aree sottosviluppate: continuano ad esserci esistenze esposte all’incertezza economica
e ai rischi connessi all’insorgere di eventi naturali e di avvenimenti politici o bellici
-
l’individuo non ha più un rapporto con un gruppo di lavoro, con delle tradizioni con a una
cultura
-
siamo di fronte a un soggetto che può connettersi colo con se stesso, un soggetto
potenzialmente capace di farsi portatore di una spinta etica, promotore dei diritti universali
dell’essere umano di fronte a domini che pervadono e condizionano l’evoluzione
dell’esistenza individuale e collettiva.
COMUNISMO UTOPICO
E’ l’anticipazione di una spinta dal basso, proveniente da nuovi ceti sociali intellettuali, alla
ridefinizione della modernità in senso democratico radicale.
E’ cioè il tentativo di riappropriarsi della propria vita, della propria comunità del proprio ambiente,
contro un potere tecnocratico oscuro e lontano, sebbene anch’esso interno alla modernità come i
componenti della società.
Se nella società moderna il lavoro è la base della soggettivazione, nella post-modernità essa si trova
nel gruppo in movimento, quindi direttamente nell’individuo singolo.
E’ l’individuo che nel suo contatto diretto con l’Altro costruisce la sua presa di distanza dal ruolo in
nome di nuovi diritti e nuove possibilità di auto-determinazione.
LA MODERNITA’ ESPLOSA
In Critica della modernità Touraine indica 4 fattori alla base dell’esplosione della modernità:
- l’ascesa della sessualità come questione centrale nel rapporto dell’individuo con se stesso e con
l’altro
- il nazionalismo come principio di identificazione collettiva ma anche di tendenze imperialiste
- l’impresa e il consumo come elementi di frammentazione e disorganizzazione dell’economia
quanto di articolazione di nuovi livelli di benessere e di individuazione
questi processi aprono la fase di una tarda modernità:
- viene meno la capacità della società di auto-trasformarsi e auto-giustificarsi
- gli attori sociali sono deboli mentre i processi sistemi sono forti, sebbene privi di carisma
OBIETTIVO: costruire un sociale orientato a realizzare la felicità degli individui, la loro capacità di
auto-determinarsi e di affermarsi come persone.
Ada Fiorenza
FINE DELLA SOCIETA’
Alla fine Touraine parla di fine della società come orizzonte insuperabile di un mondo in cui cultura
ed economia si separano definitivamente mentre il sistema si evolve in sfere definitivamente autoreferenziali.
Non c’è nessuna possibilità di integrazione e riconciliazione tra soggetto e razionalizzazione, cioè la
ricostruzione della stessa società un quanto tale, in contesto di: globalizzazione, guerra al
terrorismo, multiculturalismo.
IL SOGGETTO
Il soggetto continua a essere l’unica possibilità positiva di riscatto dell’uomo.
Il soggetto, ora concepito come una dimensione estranea al sistema, in cui elementi pre-razionali
come il corpo, le emozioni e la sessualità, giocano un ruolo fondamentale, diviene una capacità di
auto-affermazione senza più un terreno. Il soggetto è ovunque e in nessun luogo, minacciato sia dal
comunitarismo (minaccia della libertà individuale) sia dalla completa reificazione a opera delle
forze sistemiche.
DONNE: Idea di un soggetto differenziato che rivendica e costruisce se stessa, promuovendo
cambiamenti e diritti che incidono su tutti (ad es. il tema della sessualità).
- esseri umani che negli interstizi della ultra-responsabilizzazione, dell’alienazione incombente e
dello sradicamento, affermano la loro dignità, la loro irriducibile specificità, l’affermazione di sé nel
mondo globalizzato.
C’è il tentativo di ridislocare il tema dell’emancipazione verso il basso, nella quotidianità.
Gli intellettuali, non più legislatori arroccati su una torre d’avorio, sono attori esperti incaricati di
favorire e mostrare l’emersione e la possibilità del soggetto agli altri attori sociali.
L’ottimismo della volontà, però, si contrappone al pessimismo dell’intelletto.
La proclamazione della fine della società polverizza l’ideale democratico stesso che, più di ogni
altro regime politico, ha bisogno di un tessuto collettivo pluralista, dinamico e strutturato.
POLITICA
Nel mondo di soggetti de-territorializzati e privi di radicamento, la politica finisce per divenire
inutile, la solidarietà organizzata impossibile, la sociologia una copia inferma della psicologia.
La modernità risulta così uccisa sia dal lato della sua potenza materiale che da quello emancipativi.
RIFORMISMO RADICALE
La nuova frontiera del moderno non può essere solo il soggetto, ma anche la società.
I lunghi processi di cambiamento della modernità, possono generare un nuovo assetto collettivo,
piuttosto che la catastrofe globale, solo se le istituzioni sapranno ripensarsi, su scala mondiale,
mettendo al centro i diritti universali di un soggetto opposto alla finanziarizzazione capitalistica,
secondo una pratica di finalmente ritrovato riformismo radicale.
INTERVISTA:
Emerge un’idea di un post-sociale in cui le istituzioni e i riferimenti della società sono spariti, e in
cui resta il soggetto, con la sua carica di significati esistenziali e con l’anelito di libertà e autonomia
che lo caratterizza.
Ada Fiorenza
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