Critiche e consensi sullo spot calabrese con i Bronzi di Riace

giovedì 9 giugno 2011 – pagina 25
Un’immagine dello spot pubblicitario dei Bronzi di Riace
Il governatore Scopelliti difende la scelta
Critiche e consensi
sullo spot calabrese
con i Bronzi di Riace
REGGIO. Il governatore Giuseppe Scopelliti è convinto della
bontà dello spot per promuovere il turismo dell’estate calabrese. Il progetto incontra critiche e
consensi. C’è chi mette in discussione la scelta di utilizzare i
Bronzi di Riace. Durante la presentazione, avvenuta una ventina di giorni fa a Palazzo Campanella, non ci sono state reazioni.
Adesso ci sono coloro, anche
esperti d’arte, i quali sostengono
che lo spot danneggia e non promuove la Calabria. L’ultimo a
lanciare critiche è l’industriale
Pippo Callipo, attuale commissario di Confindustra Reggio,
già candidato (e avversario di
Scopelliti) alla presidenza della
Giunta regionale. Anche il sindaco di Catanzaro Michele Traversa, che è dello stesso partito
di Scopelliti, aveva dichiarato di
non gradire questo spot. Ma ci
sono tanti che lo approvano.
Per Pippo Callipo si tratta «di un
filmato demenziale». Egli è più
che convinto che «una pubblicità più dissacrante e irriverente
non potesse essere ideata. È proprio vero che al peggio non c’è
mai fine». Per l’industriale calabrese bisogna «subito ritirare
questa vergognosa pubbicità». E
dà la sua spiegazione: «I Bronzi
di Riace rappresentano un valore inestimabile e noi, loro privilegiati custodi, non abbiamo
trovato di meglio che ridicolizzarli davanti a milioni di italiani». Anche Giuseppe Nucera, titolare di Reghion Travel è fortemente critico nei confronti dello
spot.
La pubblicità calabrese ha
scatenato il popolo dei blog: la
maggioranza però approva. Aldo Pecora, fondatore del movimento “Ammazzateci tutti”, trova la campagna «simpatica ed
efficace, certamente anni luce
rispetto a quella multimilionaria ideata da Oliviero Toscani».
Nico Pangallo, presidente provinciale dei Verdi reggini vede il
bicchiere mezzo pieno: «Il nuovo messaggio promozionale della Regione Calabria potrà anche
essere considerato poco elegante (anche se ci chiediamo cosa
sia oggi l’eleganza), ma sta pienamente raggiungendo i propri
obiettivi». E cioè «sta facendo
passare comunque l’importante
messaggio promozionale sulle
bellezze della nostra regione».
Giuseppe Scopelliti difende
la sua scelta con una nota diffusa
dall’Ufficio stampa della Giunta: «Sono francamente divertito
da queste polemiche. I blog sono
in queste ore intasati di commenti e, guarda caso, la stragrande maggioranza condivide
l'originalità del progetto e l’idea
innovativa, la concezione di trasmettere un messaggio che riesce ad attrarre l'attenzione». «La
creazione dello spot – aggiunge
– è frutto del lavoro di giovani
calabresi e vorrei sottolineare
che il costo dello stesso spot è di
appena cinquantamila euro,
un’autentica inezia rispetto ai
costi esorbitanti del passato, con
nessuna commissione pagata ad
agenzie intermediarie. Oggi lo
spot ha creato un dibattito e sicuramente tutto questo fa bene
alla Calabria e questo stesso dibattito dà anche più forza alla
nostra idea di lavorare per una
Calabria positiva e nuova».
Scopelliti difende così la scelta di utilizzare un’opera d’arte
come i Bronzi: «Mi domando:
della Gioconda liscia, gassata o
Ferrarelle chissà questi critici
cosa hanno pensato? Oppure sui
bagni d’autore a Milano, o meglio i bagni chimici creati da Oliviero Toscani sempre con la
stessa Gioconda di Leonardo? O
la Statua della Libertà con i jeans
della Levis? O ancora del David
di Michelangelo ciccione diffuso
via web dalla Federazione dei
Giochi olimpici della Germania?
O il David della Mc Donald’s? E
potrei continuare a lungo. Come
mai su questo non si è mai creato
scandalo? Al Museo Planning
Exhibition Hall di Pechino sarà
possibile ammirare dei capolavori artistici, quadri e sculture
che hanno fatto la storia dell’arte mondiale, animati con la tecnologia 3D, che si muovono e
parlano come persone in carne
ed ossa. Consiglierei a sovrintendenti, studiosi, archeologi e
critici di non andare a quella
mostra in Cina, magari potrebbero essere colti da malori».(to. lic.)
Pubblicato dall’Ufficio Stampa – Università Mediterranea