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Definizione di:
Veleno
Per veleno si intende una sostanza che, assunta da un
organismo vivente, ha effetti dannosi temporanei o
permanenti, fino ad essere letali.
Le piante velenose contengono nei propri tessuti sostanze tossiche che se
ingerite dall’uomo o dagli animali, anche in piccole quantità, possono
provocare disturbi ed intossicazioni a volte mortali. Il contatto diretto
con alcune piante può causare semplici irritazioni cutanee. Un esempio è
dato dalla pianta più diffusa del genere urtica: L’ortica
U
E’ una pianta erbacea perenne, di cui il nome
deriva dal latino urere (bruciare). Possiede peli
che, quando toccati, espellono un fluido che
causa bruciore e prurito a uomini e animali. E’
nota per le sue proprietà medicinali, per la
preparazione di pietanze e per l’uso nel campo
tessile.
Le piante producono veleno per difendersi dai predatori e
da altre piante.
Il fenomeno che vede le piante produrre alcune sostanze tossiche,
che successivamente vengono rilasciate nel terreno, si chiama: linea
di demarcazione . La linea di demarcazione delle piante consiste nel
rilascio di determinati ormoni dalle radici che sono velenosi per le
altre piante, sia della stessa specie che di diversa specie
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I vegetali tossici producono tossine per mezzo dei loro metabolismi secondari. Sono
molecole che vengono prodotte al di fuori delle vie metaboliche che assicurano la
sopravvivenza della pianta. Queste molecole sono:
I fenoli.
Gli azotati.
I terpeni.
I nitrati,
La belladonna deve il suo nome ha una pratica comune tra
le donne dell’antica Roma e del Rinascimento. Veniva
utilizzata per donare colorito al volto e per rendere le
loro pupille più dilatate e l’occhio più vistoso.
Tutte le parti di questa pianta sono velenose,
ma in special modo le bacche che venivano
spesso confuse con le ciliegie. Infatti in
Germania è conosciuta con il nome di “ciliegia
della pazzia”. La dose letale per un adulto è di
100 mg , ma per un bambino ne basta la metà.
La Datura Stramonio, la cosiddetta erba
delle streghe, è estremamente velenosa per
via dell'alto contenuto di alcaloidi che
variano in concentrazione e in tossicità
nelle diverse parti della pianta (radice,
fiori, fusti, foglie e semi) e nelle diverse
stagioni nonché da esemplare a esemplare.
Il nome erba delle streghe si riferiscono
alle sue proprietà narcotiche, sedative ed
allucinogene, utilizzate sia a scopo
terapeutico sia nei rituali magico-spirituali
dagli sciamani di molte tribù indiane.
Il nome del genere (“Aconitum”) deriva dal greco akòniton
(= “pianta velenosa”). La pianta infatti risulta conosciuta
per l'alta sua tossicità fin dai tempi dell'antichità omerica.
Questa pianta viene anche conosciuta come "l'erba del
diavolo" perchè tanto bella quanto velenosa.
Il principio attivo della pianta è l'aconitina, che si può ridurre
facilmente in una polvere di color bianco-giallo. Il suo sapore è
molto pungente e aspro. È uno dei veleni più potenti che si
conoscano. La dose letale per l'uomo è di 5mg/kg di massa
corporea.
Fine.
Realizzato da: Amelio Olga.