croazia - Aiuto alla Chiesa che Soffre

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CROAZIA
AREA
56.600 km2
CROAZIA
APPARTENENZA RELIGIOSA
Cristiani 93,4%
Cattolici 88,5% - Ortodossi 4,4% - Protestanti 0,5%
Non affiliati 5,1%
Musulmani 1,4%
Altre religioni 0,1%
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
4.396.000
703
49.987
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*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
Libertà religiosa e diritti religiosi sono definiti e tutelati negli artt. 14, 17, 39 e 40
della Costituzione che non prevede alcuna religione di Stato.
La Chiesa cattolica riceve un importante sostegno finanziario e altri benefici in base a quattro Concordati firmati dal Governo e dalla Santa Sede e nei quali si stabilisce, tra l’altro, che lo Stato paghi stipendi e pensioni di alcuni membri del clero, attraverso fondi pensione pubblici.
Attualmente, 44 comunità religiose sono registrate con uno status giuridico che
permette loro di usufruire di vantaggi fiscali e altri benefici. In base alla normativa
vigente – prima di essere registrato in quanto tale – un gruppo religioso deve raggiungere i 500 membri ed essere iscritto come associazione da almeno cinque
anni. La registrazione permette alle comunità religiose anche di concludere Accordi con il Governo, purché esse siano presenti in Croazia dal 1941 e i loro
membri siano almeno 6.000.
Esistono Accordi tra lo Stato e la Chiesa ortodossa-serba, la Chiesa ortodossabulgara, la Chiesa avventista cristiana, la Chiesa di Cristo, la Chiesa di Dio, il Coordinamento delle Comunità ebraiche di Croazia, la Chiesa vetero-cattolico croata, la Chiesa evangelica, la Comunità islamica della Croazia, la Chiesa ortodossa
macedone, la Chiesa pentecostale, la Chiesa cristiana riformata, l’Unione delle
Chiese battiste, il Movimento avventista del Settimo Giorno, l’Unione delle Chiese pentecostali di Cristo e Bet Israel (un gruppo ebraico).
Ogni gruppo religioso stabilisce propri accordi con il Governo per quanto riguarda
le pensioni dei membri del clero, i servizi religiosi nelle forze armate e nelle forze
di polizia e per il riconoscimento dei matrimoni religiosi.
Circa l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, esso è obbligatorio,
ma frequentarlo è facoltativo; i citati 16 gruppi religiosi che hanno siglato Accordi
con lo Stato, sono autorizzati a offrire corsi di religione, a condizione che almeno
sette studenti appartengano allo loro fede.
La Chiesa cattolica è attiva nel sistema d’insegnamento con asili e scuole. Le università statali di Zagabria e Spalato hanno una facoltà di teologia cattolica ed esi-
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CROAZIA
stono vari collegi ecclesiastici in tutto il Paese, essenzialmente per la formazione
dei sacerdoti. Nel 2005, la Chiesa ha fondato l’Università cattolica di Zagabria.
La Chiesa ortodossa serba (SPC) rappresenta la maggioranza degli appartenenti
al credo ortodosso; i suoi fedeli sono per lo più di etnia serba e vivono, soprattutto,
nelle città e nelle zone ai confini con Serbia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina.
Altre Chiese importanti sono quella ortodossa bulgara e quella ortodossa macedone. Tutte e tre queste Chiese sono riconosciute dallo Stato.
Sebbene negoziati siano in corso con il Governo, la Chiesa ortodossa serba non
ha ancora ottenuto la restituzione di una parte dei beni e terreni di cui subì la confisca nei decenni in cui la Croazia ha fatto parte della Jugoslavia. Tale restituzione dovrebbe riguardare edifici a Zagabria, a Vukovar e Vinkovci, la cappella della
Santa Trinità a Osijek, boschi e terreni agricoli presso i monasteri ortodossi nelle
città di Gomirje, Lepavina, Pakra e nella zona di Dalj. Anche la ricostruzione di
chiese serbo-ortodosse con fondi stanziati dal Governo, procede a rilento.
Nel 2013, il Patriarca Irineo Gavrilovic della Chiesa ortodossa-serba ha visitato la
Croazia per la prima volta dopo l’indipendenza del Paese e ha inaugurato una
nuova scuola ortodossa a Zagabria.
La comunità islamica è ufficialmente riconosciuta dallo Stato e i gruppi etnici di fede prevalentemente musulmana sono i bosniacchi (slavi musulmani), i turchi, gli
albanesi e i rom. Nella capitale Zagabria esiste una delle moschee d’Europa; a
Rijeka è stata inaugurata una moschea nel maggio 2013 ed è in programma la
costruzione di altre tre, a Osijek, a Sisak e a Karlovac. In Croazia, l’islam giunse
con l’impero ottomano che occupò una parte del Paese tra il XV e il XIX secolo e
lasciò tracce profonde nella società locale.
Nel 1992, la Santa Sede è stato il primo Stato a riconoscere la Croazia come Pae­se
indipendente e particolare significato ebbero le visite compiute da Papa Giovanni Paolo II. Furono tre: una durante il conflitto, le successive nel 1998 e, di nuovo, nel 2003.
Per la Chiesa cattolica, la guerra per l’indipendenza ha comportato la sospensione delle attività di molte parrocchie che si trovavano in zone dalle quali i cattolici
erano stati espulsi; liberamente accessibili erano solo quelle delle diocesi di Hvar
e di Krk, entrambe costituite da isole nel Mare Adriatico, e quella di Poreč-Pula,
nel Nord-Ovest del Paese. Durante i quattro anni di conflitto, oltre 1.400 chiese,
monasteri e altri edifici religiosi, sono stati completamente distrutti o danneggiati.
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