lo scisma tra Chiesa d`Occidente e Chiesa d`Oriente

Interpretazioni
1054: lo scisma tra Chiesa d’Occidente e Chiesa d’Oriente (capitolo 3)
Tra il 1054 (anno in cui viene formalizzata la separazione tra Chiesa occidentale e Chiesa orientale) e la fine del secolo XI (quando
iniziano le crociate) la cristianità occidentale compie un decisivo balzo in avanti nella definizione della propria identità rispetto al
mondo, sia cristiano che «infedele». Lo storico francese J. Le Goff, presenta lo scisma del 1054 e i suoi effetti di lunga durata, ancora
oggi bene avvertibili.
Non ci si può impedire, accostandosi alla storia dell’Europa occidentale
alla metà del secolo XI, di pensare a
una data. La data è il 1054, ed è quella di un avvenimento […] che ai contemporanei apparve senza dubbio
come un semplice fatto di cronaca:
la disputa fra il papa di Roma e il
patriarca di Costantinopoli. Il pretesto sembra quasi futile, giacché la
controversia riguardava soprattutto
divergenze liturgiche […]. Nel 1054
i legati del papa […] depongono
sull’altare di Santa Sofia a Costantinopoli una bolla di scomunica contro [il patriarca] Michele Cerulario e
i suoi più importanti sostenitori […].
Il patriarca bizantino replica scomu-
nicando gli inviati di Roma. Questa
rottura non è una novità […]. Ma
questa volta la separazione sarà non
semplicemente duratura, bensì definitiva. […] Vi saranno, d’ora innanzi,
due cristianità, una occidentale e
l’altra orientale, ciascuna con un suo
complesso di tradizioni e un proprio
ambito geografico e culturale […].
Tagliati i legami con Bisanzio, la Cristianità occidentale si affretta ad affermare la sua individualità nuova.
Significativamente, quello stesso cardinale Umberto che è andato a Costantinopoli a consumare la rottura
è, presso la curia romana, l’animatore del gruppo che prepara la riforma
gregoriana; il suo trattato adversos
simoniacos, del 1057 o del 1058, denuncia attraverso «l’eresia simoniaca» l’eccessiva influenza dei poteri
laici sulla Chiesa. Ispira la politica
di papa Niccolò II che, in occasione
del primo Concilio Lateranense nel
1059, promulga il decreto che riserva
ai cardinali l’elezione del pontefice,
sottraensola così alle pressioni dirette dei laici.
L’imminente riforma gregoriana darà
all’Occidente cristiano […] una direzione spirituale che a partire dalla
fine del secolo si affermerà aggressivamente nelle Crociate, ufficialmente
dirette contro l’infedele musulmano,
ma che in realtà minacciano anche
[…] gli scismatici bizantini.
J. Le Goff, Il Basso Medioevo, Milano, Feltrinelli, 1989
Gli europei alle crociate: per affermare i diritti della fede e per espandere le proprie possibilità
di progresso materiale (capitolo 3)
Lo storico R.S. Lopez evidenzia la compresenza di motivi ideali e materiali nel sostegno e nella partecipazione alle crociate da parte
di migliaia di europei dell’Occidente cristiano.
Che durante le crociate vi sia stato un
notevole progresso in molte direzioni, nessuno lo mette in dubbio. Ma
di questo progresso le crociate furono la conseguenza, più che la causa. Influenze artistiche e letterarie,
traduzioni filosofiche e scientifiche,
idealismo religioso, scambi commerciali non presero le prime mosse con
Goffredo di Buglione. La prima crociata sbocciò sul tronco della riforma
gregoriana, nell’atmosfera arroventata delle denunce contro la corruzione del clero. Senza l’esperienza
degli Italiani nel commercio e nella
guerra navale, senza l’abbondanza
dei combattenti in cerca di una bandiera causata dall’incremento demografico e dall’esuberanza politica
della Francia, senza il prorompente
vigore dell’Europa intera, le crociate
sarebbero state inconcepibili. Esse
accelerarono e ampliarono la ripresa
di contatto col mondo orientale e offrirono agli occidentali un’esperienza
preziosa in un campo dove più tardi
avrebbero guadagnato ben altri allori: l’espansione e la colonizzazione di
là dai mari.
[…] Come avvenne dunque che quelle crociate che i contemporanei non
vollero mai chiamare altrimenti che
«viaggi a Gerusalemme» o «passaggi
in Terra Santa» (vale a dire pellegrinaggi) si trasformarono in guerre
spietate? Il problema, posto che sia
un problema, non merita i dibattiti
che ha provocato tra gli storici recenti. È vano cercare di distinguere i
motivi religiosi da quelli economici e
politici: la maggior parte dei crociati
non avrebbe saputo dire quale movente aveva il primo posto nel suo
animo, e fu appunto il coincidere degli ideali con gli interessi che scatenò
le crociate e le rese popolari.
R.S. Lopez, La nascita dell’Europa, Torino, Einaudi, 1970
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