MODULO 7 I PRIMI GRANDI IMPERI DELL'UOMO a) SUMERI E SEMITI 1) SARGON I (2371-2316 a.C.) Sargon I è il primo dei grandi nomi semitici che la storia ci ha tramandato (fig. 104, scultura in bronzo di Sargon risalente al 2340 a.C.). Egli è un grande condottiero e fu il primo che dette vita ad un impero di vaste proporzioni, i cui confini superavano le terre della Mesopotamia per spingersi dal Golfo Persico alla Siria, da un lato. e al Mar Nero, dall'altro. Della sua vita sappiamo poco. Egli faceva parte di quelle genti semitiche che si erano riversate pacificamente nelle terre dei Sumeri e ne avevano accettato gli usi ed i costumi. Essi erano più numerosi nella parte settentrionale della Mesopotamia, dove i Sumeri avevano fondato delle colonie. Sappiamo che era di umili origini. Egli stesso fornisce una versione della sua vita che sembra anticipare di mille anni quella del Mosè della bibbia. Secondo questa versione, egli era figlio di una sacerdotessa che lo partorì in segreto. Appena nato, la madre lo mise in una cesta chiusa e siggillata e lo affidò alle acque del fiume. La sorte benigna volle che egli fosse raccolto da Akki, l'irrigatore, che l'adottò e ne fece un giardiniere. Fu nominato coppiere alla corte del re di Kish, una città sumera della Mesopotamia settentrionale con popolazione in maggioranza semitica, la quale era soggetta al dominio del re di Uruk, Lugal-Zaggisi. Sembra che, per le simpatie che si era saputo conquistare a corte, fu nominato governatore della città di Agade. Durante la guerra di Lugal-Zaggisi contro Kish, che si era ribellata, ne approfittò per autoproclamarsi re di Agade. 2) L'IMPERO DI ACCAD Con Sargon I, la città di Agade assunse il nome semitico di Akkad ed egli fu il primo grande uomo di questa stirpe. Le sue ambizioni, all'inizio, non andavano al di là del riconoscimento della sua sovranità su Akkad e Kish da parte di Lugal-Zaggisi, che era il più forte sovrano tra le città sumere della bassa pianura della Mesopotamia e aveva creato un impero in piccolo, stabilendo la sua supremazia su gran parte di esse. Lugal-Zaggisi non solo gli negò il riconoscimento, ma gli mosse anche guerra per eliminare una possibile minaccia alla sua supremazia nella regione. Sargon, però, aveva nuove idee sull'arte della guerra e queste idee dovevano dimostrarsi vincenti contro un avversario numericamente più forte. Egli usava la tattica del mordi e fuggi, tipica delle genti del deserto, mentre i Sumeri erano rimasti attaccati alla tattica tradizionale del posizionamento a schiera. Inoltre, i Semiti delle montagne avevano fatto fare un balzo in avanti alla tecnologia della guerra introducendo l'arco, che in battaglia si doveva dimostrare decisivo. I Sumeri della pianura combattevano ancora con la lancia e lo scudo. In successive battaglie, Sargon riuscì a sconfiggere Lugal-Zaggisi e a farlo prigioniero. 3) IL SIGNORE DELLA QUATTRO REGIONI DEL MONDO Con Lugal-Zaggisi terminava il predomio dei Sumeri sulla Mesopotamia e iniziava quello dei Semiti di Accad, di Babilonia e dell'Assiria. Solo per un breve periodo ancora i Sumeri ritorneranno al loro antico splendore. Poi PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com scompariranno definitivamente e di essi si perderà ogni traccia fino al secolo scorso, quando i resti delle loro città vennero riportati alla luce. Fino all'inizio del nostro secolo abbiamo creduto che la civiltà più antica fosse quella dei Semiti di Babilonia. Oggi sappiamo, per certo, che i Semiti furono in tutto debitori alla più avanzata civiltà dei Sumeri. La loro organizzazione dello stato, la loro religione, i loro usi e costumi furono sumeri prima di essere semitici. Appena diventato signore anche della parte meridionale della Mesopotamia, Sargon I si rese conto che per questa regione non ci sarebbe stata pace finchè le popolazioni meno evolute, che premevano ai suoi confini, non fossero stati messi in condizioni di non nuocere. Egli mosse guerra in tutte le direzioni: ad Est combattè e vinse gli Elamiti che erano stati sempre una minaccia per i Sumeri; a Nord-Ovest combattè e vinse gli Amorriti; a Nord si assicurò tutto il territorio dove sorgerà la potente e terribile civiltà assira; il Sud, con le città sumere, era suo. Egli era diventato il "re delle quattro regioni del mondo", anche se ufficialmente non si attribuì mai questo titolo. Egli aveva sottomesso la Foresta dei cedri (Libano attuale), la Montagna dell'argento (Tauro) e con il Paese dello stagno (Cipro), aveva stabilito dei rapporti commerciali. Il suo fu un vasto impero commerciale. Accad, la capitale dell'impero, divenne il centro di tutto il traffico di merci delle quattro regioni. 4) LA DINASTIA DI ACCAD La dinastia fondata da Sargon I durò 180 anni. Essa portò molti cambiamenti. Lo stato teocratico subì un'evoluzione in senso laico. Tra stato e religione ci fu una certa separazione, anche se quest'ultima, con la classe dei sacerdoti, rimaneva la spina dorsale dell'amministrazione dello stato. Il re, tuttavia, ormai potente, prendeva una timida distanza dalla divinità. Il re non era più lo strumento della divinità che combatteva e vinceva le guerre, come per i Sumeri, ma era il re che combatteva e vinceva in suo nome. Ma era solo una timida distanza perchè Sargon I si preoccupava sempre di affermare che le sue vittorie erano dovute al favore della divinità che lo aveva prescelto. Egli, infatti, affermava di essere il sovraintendente di Ishtar, il sacerdote di Anu e il grande amministratore di Enlil, le tre più potenti divinità del pantheon. Quando fece prigioniero Lugal-Zaggisi, lo portò in catene davanti al tempio di Enlil, a Nippur, per dimostrare al popolo sumero che egli lo aveva vinto grazie alla potenza del dio che fu tutta in suo favore. Il favore degli dei era essenziale per avere successo. Senza di esso, la rovina era irrimediabile. Quando l'impero di Sargon I crollò, sotto la pressione di una popolazione ferocissima dei monti Zagros, i Gutei, le cause furono fatte risalire ad un'offesa che Sargon aveva arrecato alla divinità 180 anni prima. Con Sargon I si conosce anche una nuova forma di economia. Non c'è più l'economia collettivistica del tempio dei Sumeri, ma c'è una certa privatizzazione di essa. Usciva lo stato imprenditore unico e subentrava l'economia privata, ma fino ad un certo punto. 5) I GUTEI E LA RINASCITA DEI SUMERI PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Al periodo sargonico subentrò la dominazione dei Gutei, i draghi della montagna, che durò quasi cento anni e portò alla totale distruzione di tutto quello che la civiltà sumero-accadica aveva costruito: templi, case, città. Nel 2130 i Sumeri ritrovarono la forza per rinascere, per l'ultima volta nella storia, all'antica potenza con Utukegal, l'Ensi di Uruk, e scacciare lo straniero. Ma la vera rinascita sumera si ebbe con Gudea (fig. 105, Statua di Gudea), l'Ensi di Lagash, antica e potente città distrutta da Lugal-Zaggisi 300 anni prima. Gudea fu un sovrano illuminato. Egli fece rinascere l'antico splendore dei Sumeri e arricchì la città di molte opere d'arte. L'epopea dei Sumeri, i primi fondatori di una civiltà, che pose le basi delle conoscenze dell'uomo, si chiude con la terza dinastia di Ur e dei Sumeri non se ne conserverà che una debole traccia nel lamento dello scriba: Il vento turbinoso rovesciò l'antico ordine di Sumer è passato il tempo dei buoni sovrani. Le città dello stato ora sono ridotte in macerie e gli ovili e gli stabbi sono deserti... Il sovrano è emigrato in terra straniera alla quale volgiamo lo squardo sottomessi... Si strappano gli uomini dalla loro patria trasferondoli in paesi nemici... Oh, Sumer, terra di paura, dove la gente trepida: il re se ne andato lontano e i suoi figli piangono. 6) LA LINGUA SUMERA RISTRETTA A LINGUA DELLA RELIGIONE Con la sparizione dei Sumeri, la lingua terminò la sua funzione di mezzo di comunicazione della popolazione. In questa funzione essa fu sostituita dall'accadico, ma essa sopravvisse come lingua colta e come lingua della religione, proprio come avverrà per il latino alla formazione delle lingue volgari nel medioevo. b) L'IMPERO BABILONESE 1) AMMURABI (1728-1686 a.C.) Ammurabi fu, forse, il più grande sovrano della Mesopotamia. Egli era semita amorita, cioè apparteneva a quelle genti che qualche secolo prima avevano posto fine alla storia dei Sumeri abbattendo gli ultimi regni della III dinastia di Ur. Ammurabi era il giovane sovrano di Babele, una città della +-----------------------------------+ media Mesopotamia. Con una serie | BABELE | di alleanze e con delle guerre | Letteralmente Babel significa | fortunate, egli riuscì a riunire | porta del cielo e deriva da bab | tutte le genti della Mesopotamia | (= porta) e el (= cielo). La | in un impero che includeva le | sommità della città doveva esse| quattro regioni del mondoo. Il | re una torre che si doveva per| suo impero, che prese il nome di | dere nel cielo. Per gli inter| Babilonia, si estendeva dal Gol| preti dei testi sacri, Babel | fo Persico alle porte della Si| potrebbe derivare anche dal | ria. Ma egli non era solo un | termine ebraico bËlal che si| guerriero. Era anche, e soprat| gnifica confondere, ingarbuglia| tutto, un grande uomo di stato | are (fig. 106, Rovine del palaz| che credeva nella giustizia e | zo di Ammurabi a Babilonia) | nella buona amministrazione. +-----------------------------------+ La sua politica era quella di rendere giustizia a tutti, di difendere i più deboli e di creare il benessere delle sue genti. Erano principi che egli aveva ereditato dai Sumeri, ma li portò alla massima espressione (fig. 107, Mura di Babilonia). PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com 2) Un nuovo stato, unitario e centralizzato Ammurabi (fig. 108, Ammurabi nella vecchiaia) riuscì a far convivere ed unificare in un solo popolo tutte le genti che vivevano nella Mesopotamia: Sumeri, Accadi, Cananei, Assiri, ecc. Egli riorganizzò lo stato e lo rese molto più centralizzato secondo lo stile dei Sumeri. La vecchia struttura di città-stato indipendente e sovrana fu abolita e tutta l'autorità fu concentrata nel nuovo stato unitario e centralizzato. Tutte le terre appartenevano allo stato, che le affidava ai grandi dello stato con l'impegno, da parte di questi, di fornire le milizie di cui lo stato aveva bisogno. Egli unificò tutte le lingue che si parlavano nella Mesopotamia e creò la lingua accadica-babilonese, che divenne la lingua di tutti. Divise anche la popolazione in classi: patriziato, borghesia, plebe e schiavi. Le sue leggi sono il primo esempio nell'antichità di una raccolta di norme che coprono tutti gli aspetti della giustizia (fig. 109, Particolare della stele del codice di Ammurabi. Il sovrano sta in piedi di fronte al dio del sole Shamash che gli consegna i segni del potere, lo scettro e l'anello col sigillo). 3) IL PANTHEON BABILONESE Con Babilonia la religione trova una sua prima forma di maturità. Il pantheon degli dei si è arricchito di nuovi dèi e si è precisato con maggiore chiarezza. Le tre maggiori divinità sono Anu, il dio del cielo; Enlil, il dio della terra; Ea, il dio delle acque dolci; Shamash, il dio del sole e della giustizia; Oshtar, la dea della guerra. Poi c'è tutta una serie di divinità minori. C'è Sin, il dio della Luna; Ishtar, il dio venere. A queste seguivano una miriade di divinità ancora minori che venivano elencate secondo l'importanza dei loro poteri. Tra gli dei non c'era una gerarchia. La loro era una forma di democrazia in cui Anu svolgeva il compito di colui che presiede. E questo crea un forte contrasto tra lo stato terreno e il regno degli dei. I Sumeri-babilonesi erano riusciti ad avere l'idea di un'uguaglianza tra gli dei ed a considerarli delle individualità autonome, ma non avevano saputo applicare questa idea di uguaglianza e di individualità agli uomini. Sulla terra, i Sumeri-babilonesi non conobbero mai una qualche forma di d emocrazia. In altri termini, in Mesopotamia non è mai esistito l'individuo con diritti propri ed inalienabili: è esistito solo l'uomo indistinto, l'uomo-massa. 4) MARDUK Tra gli dèi, Marduk, il dio di Babilonia, da dio minore, diventò potentissimo quando Babilonia, da piccola città-stato, divenne la capitale di tutta la Mesopotamia. Il grande dio Enlil dei Sumeri venne spogliato di tutti i poteri che tradizionalmente gli venivano attribuiti e vennero riconosciuti a Marduk: la potenza dello stato aveva fatto crescere anche la potenza del dio. Il mito della creazione, che vedeva Enlil come una figura principale, venne riscritto per tributare tutti gli onori a Marduk e fargli svolgere un ruolo fondamentale nel ciclo della creazione. 5) IL MITO E LA MITOLOGIA L'uomo ha sempre cercato di spiegarsi la sua esistenza e quella della natura in cui era inserito, ma, al tempo delle civiltà dell'Antico Oriente, egli non aveva ancora maturato le capacità intellettive che gli consentissero di darsi una spiegazione razionale del creato. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Egli sentiva confusamente e fantasticava. E con la fantasia si diede le prime giustificazioni del mondo attraverso il mito. Al tempo di Babilonia, il mito aveva raggiunto la sua sistemazione definitiva, anche se, in realtà, i miti babilonesi erano i vecchi miti sumerici rielaborati per essere adattati alla nuova situazione politica che vedeva Marduk, il dio della potenza vincitrice (Babele) assurgere al più alto posto nel pantheon della Mesopotamia unificata di Ammurabi. Secondo il poema epico della creazione, all'inizio esisteva solo un'immensa distesa d'acqua dolce, impersonata da Apsu (l'Oceano) incarnato da Tiamat e Mummu (l'unione tra acque dolci e salate). Apsu e Tiamat, marito e moglie, decisero di creare gli dei, ma presto ne furono scontenti perchè essi erano troppo rumorosi. Apsu, decide di annientarli, ma fu ucciso nel sonno. Tiamat radunò tutti gli elementi più mostruosi e mosse guerra agli dèi per vendicare il suo sposo. Gli dèi si rivolsero al giovane dio Marduk, figlio di Enki, e gli promisero i più grandi onori se sconfiggeva Tiamat, che rappresentava il caos primitivo. Marduk scinfisse Tiamat, il mostro potentissimo che nella bibbia assume il nome di Leviatano, e dai suoi pezzi ricavò l'ordine cosmico. Con la metà superiore creò il cielo (Anu) e con l'altra metà creò la terra (Ea). A Kingu, uno dei seguaci di Tiamat, strappò le tavole del destino, che lo rendevano dominatore dell'universo, e lo uccise. Col suo sangue, impastato con l'argilla, creò l'uomo, gli animali e le piante. E all'uomo assegnò il compito di servire gli dei. 6) IL MITO COME GIUSTIFICAZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE SOCIALE Accanto al mito della creazione, la mitologia babilonese includeva tutta una serie di miti che giustificavano ogni aspetto della vita. C'era il mito della creazione del lavoro, quello della ricerca dell'immortalità, quello della discesa nel regno dei morti, quello della vegetazione che muore e rinasce, ecc. Il mito, per il babilonese, non era un semplice racconto come lo è per noi. Era una verità in cui egli credeva fermamente. Era la spiegazione di come i fatti erano accaduti e come tutto era stato organizzato e creato per lui dalla divinità, sin dalle origini. Il dio aveva creato tutto e creava tutto. Il dio aveva creato la zappa. Il dio aveva creato la ruota del vasaio, ecc. L'uomo ne era solo il beneficiario. L'uomo era anonimo, indistinto. E lo rimarrà per tutta la storia della Mesopotamia. 7) IL CODICE DI AMMURABI Una società senza regole, che fissino i rapporti tra le persone e tra le persone e l'autorità, non può sopravvivere nell'ordine e nella giustizia. Senza regole si corre il rischio di essere assoggetati al sopruso del più forte, del più prepotente. E questo è vero di ogni comunità. Sia essa una famiglia, una scuola, una associazione o uno stato. Quando fu inventata la scrittura, queste regole, che prima erano affidate alla memoria dell'uomo e all'uso, divennero leggi scritte. Questo creò una maggiore certezza del diritto perchè ogni uomo poteva citarle e rivendicarne l'osservanza. Le leggi dei Sumeri, i primi legislatori dell'umanità, proteggevano i più deboli e facevano giustizia dei prepotenti. Esse erano leggi miti e giuste fin quanto possono essere giuste le leggi di una società che non ha carceri. Erano, PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com per necessità, leggi che stabilivano soltanto un prezzo da pagare per ogni tipo di offesa e questo prezzo, se non veniva pagato, includeva anche la perdita della propria libertà personale. Con la sparizione della civiltà sumerica, queste leggi non sparirono, ma furono adottate dai Semiti che vi aggiunsero anche leggi di loro produzione. Quando Ammurabi salì al trono si rese conto che la giustizia viveva nell'incertezza a causa di questa mescolanza e pensò di mettervi ordine adottando un proprio codice che fece incidere, con caratteri cuneiformi, su delle stele di pietra (fig. 110, Stele in basalto nero con il codice di Ammurabi trovato a Susa) e lo fece esporre in tutte le terre dell'impero e nei templi di modo che ogni uomo potesse conoscere la legge. Il codice era precedeuto da un preambolo ed era seguito da un epilogo, sulla scia di quanto avevano fatto i Sumeri con le loro leggi. 8) LA LEGGE DEL TAGLIONE Quando parliamo di leggi dobbiamo stare attenti a non confondere. Le leggi babilonesi non erano delle regole generali di comportamento che il giudice deve applicare ai casi concreti, come le nostre leggi di oggi, ma sono delle regole che prevedono e si applicano ad un solo caso concreto. Il codice di Ammurabi spaziava in tutti i settori della vita sociale: dalla difesa della proprietà al rapporto di locazione delle abitazioni; dal diritto matrimoniale a quello ereditario; dal crimine contro la persona al rapporto di schiavitù, ecc. Ma, in realtà, quello che noi chiamiamo il codice di Ammurabi è una raccolta di leggi basate sulla legge del taglione. Il reato veniva punito facendo all'imputato quello che egli aveva fatto alla vittima. Ad esempio, se il caso concreto era che "un uomo aveva rotto un osso ad un altro uomo", la punizione era "gli si rompeva l'osso anche a lui". 9) LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI Al contrario delle leggi sumere, che erano miti e giuste, le leggi di Ammurabi erano leggi dure che non garantivano una giustizia uguale per tutti. Le classi inferiori erano soggette a pene molto più severe e la pena di morte era comminata facilmente. I piedi e le mani erano tagliate con molta facilità per reati che oggi considereremmo di poco conto. Per avere un'idea più precisa del codice di Ammurabi medita sui seguenti esempi: 1^ esempio: la legge non è uguale per tutti: " Se un patrizio cava l'occhio ad patrizio gli si caverà un occhio, se lo cava ad un plebeo pagherà uma mina d'argento "; 2^ esempio: la durezza delle leggi: " se un figlio batte il padre, gli si tagli la mano "; 3^ esempio: la pena di morte imgiusta: " se un capomastro costruisce una casa e la casa crolla causando la morte del proprietario, il capomastro verrà ucciso. Se perde la vita anche il figlio del proprietario, si ucciderà anche il figlio del capomastro ". " Se un ladro commette un furto ed PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com è preso sarà messo a morte ". Le leggi di Ammurabi, almeno per quanto riguarda i rapporti all'interno di una stessa classe (patrizi con patrizi, plebei con plebei) erano basate sul principio della ritorsione, che la bibbia esprime nella formula dente per dente, occhio per occhio. Le altre parti del codice di Ammurabi erano più miti e cercavano di promuovere una certa moralità. L'uomo offeso aveva la passibilità di fare ricorso al sovrano se pensava che non gli si fosse stata fatta giustizia. Poteva ricorrere anche contro lo stesso sovrano. 10) ASTRONOMIA E ASTROLOGIA I Babilonesi, come i Sumeri, furono grandi osservatori della volta celeste e raccolsero molte informazioni sulle singole stelle. Essi avevano elaborato degli astrolabi attraverso i quali poterono dividere l'anno in dodici mesi (calendario solare). Secondo questi astrolabi, che erano divisi in 12 parti, ogni stella sorgeva nel mese ad essa attribuito. Questa tradizione di osservazione delle stelle contiL'ABACO nuerà per tutta la storia di queL'abaco è la prima calcolatrista civiltà e quando a questa osce inventata dall'uomo. Esso servazione essi abbineranno la consiste in un telaio in cui si matematica nascerà l'astronomia trovano tre astine su cui scormoderna, anche se per essi astrorono delle palline di argilla o nomia ed astrologia erano la stes di legno. sa cosa. Il concetto di scienza Le palline dell'astina supenon lo possedevano. riore rappresentano le unità, Tuttavia, i Babilonesi non si ser quella dell'astina centrale le vivano dell' osservazione delle decine e quelle della terza le stelle solo per il calendario. centinaia. Essi la usavano anche per fare L'abaco, come calcolatrice veprevisioni, per leggere in esse i loce, è scomparso solo di refuturi eventi, le future fortune cente (fig. 111, Abaco; da Tro) dei sovrani o i momenti proprizi per iniziare una grande opera, ma anche per prevedere il destino di un uomo. L'astrologia dei nostri giorni, da cui ricaviamo l'oroscopo, fu una loro invenzione. 11) LETTERATURA ED ARTI FIGURATIVE Della letteratura di queste civiltà sappiamo ancora troppo poco. Solo ora essa incomincia ad essere riportata alla luce attraverso gli scavi. Da quello che abbiamo, possiamo vedere che la letteratura di queste civiltà costituisce una vera e propria scuola per tutte le civiltà successive. In essa possiamo ritrovare molti antecedenti della letteratura greca che pensavamo fosse la prima al mondo. Troviamo le favole che credevamo fossero state inventate millenni più tardi dal greco Esopo. Troviamo i dialoghi sulla condizione dell'uomo e sulle sofferenze dell'uomo giusto. Troviamo la prosa che è espressa soprattutto nel campo della matematica, dell'astronomia e della lingua. Nelle arti figurative queste civiltà non hanno mai raggiunto l'altezza della pittura tombale degli egiziani o quella degli affreschi della civiltà cretese. Esse mostrarono un maggiore realismo nella scultura (fig. 112, da trovare). La loro caratteristica era la rappresentazione di animali con teste umane alle entrata di grande importanza (fig. 113, Leoni con teste umane). PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Essi raggiunsero un rilievo degno di nota solo nel bassorilievo (fig. 114, Bassorilievo raffigurante tre offerenti di mobili; Palazzo di Sargon II ). Le stele non raggiunsero mai una vera e propria forma d'arte, tranne alcune, la cui rilevanza per la storia dell'arte è fuori discussione, come quella del re accadico Naram-Sin (fig. 115, La stele di Naram-Sin) del terzo millennio a.C. Un'altra forma d'arte per noi è rappresentata dai sigilli cilindrici che essi usavano (fig. 116, da trovare). Ma essi non avevano nessuna concezione dell'arte. Quella che noi chiamiamo la loro arte, erano in realtà realizzazioni che avevano sempre uno scopo pratico, quasi sempre di tipo religioso o politico. 12) IL PROGRESSO DELLA MATEMATICA Il più grande lascito all'umanità dai Sumeri-babilonesi furono le avanzate conoscenze matematiche che essi avevano accumulato nei millenni. Erano talmente avanzati che erano in grado di sviluppare radici quadrate, elevare al quadrato e al cubo, calcolare equazioni di sesto grado, ecc. Queste conoscenze le avevano accumulate senza ordine. Senza una riflessione. Senza un supporto teorico. Essi ci hanno solo detto quale procedimento avevano seguito per raggiungere il risultato. Dalle operazioni matematiche che ci hanno lasciato possiamo vedere che essi erano arrivati alla conoscenza che il quadrato costruito sull'ipotenusa di un triangolo rettangolo è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti, ma non seppero enunciarne la regola. Per arrivare alla sua enunciazione dobbiamo aspettare Pitagora nel 600 a.C. Loro la conoscevano con qualche millennio di anticipo, ma non la seppero teorizzare. 13) LA MENTALITA' Il babilonese era un pessimista. Egli non era venuto sulla terra per trovare la felicità. Era venuto per servire la divinità, che lo teneva in uno stato di continuo terrore. Tutto intorno a lui era divino. Ogni forza della natura era animata e divinizzata. Il vento, le acque di un ruscello, un bosco, le nuvole, ecc., erano tutte delle divinità. Ma egli aveva a che fare non solo con grandi divinità. C'erano anche le piccole divinità che erano ancora più cattive. Solo poche erano buone e intervenivano a suo favore. Le altre erano la causa di tutti i suoi mali: a cominciare da un cattivo raccolto per finire ad una malattia personale. Erano gli dei che lo gestivano ed egli sapeva di essere impotente. Egli doveva lavorare per loro e accettare, come ricompensa, solo il cibo per la sopravvivenza e per la riproduzione di se stesso. Solo una classe ristrettissima godeva di maggiori benefici. LE COSE DA RICORDARE 1) I Semiti di Accad formarono il primo grande impero della storia nel III millennio a.C. 2) Sargon I è il primo grande nome semitico che la storia ci ha tramandato; 3) L'arco in querra fu usato per la prima volta dai Semiti contro i Sumeri; 4) Sargon era il re delle "quattro regioni del mondo"; 5) Le vittorie in guerra erano ottenute grazie al favore degli dèi di cui il sovrano era il rappresentante in terra; 6) Con Sargono i Sumeri conoscono la loro prima eclisse; 7) I Gutei si sostituiscono ai Semiti nel controllo della regione; 8) I Sumeri ritornano al loro antico splendore con Gudea, l'ensi di Lagash; PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com 9) I Sumeri scompaiono definitivamente dalla storia con la terza dinastia di Ur; 10) La lingua sumera fu sopraffatta e sopravvisse come lingua della religione; 11) Ammurabi fu il più grande sovrano che la Mesopotamia abbia mai conosciuto; 12) Ammurabi diede allo stato una struttura fortemente centralizzata; 13) Il primo codice della storia fu promulgato da Ammurabi, che assicurò al suo popolo la certezza della giustizia; 14) La giustizia di Ammurabi era fondata sulla legge del taglione ed era profondamente ingiusta; 15) La religione della Mesopotamia trova la prima forma di maturità durante l'impero babilonese; 16) Al centro del pantheon c'è Marduk, il nuovo e potente dio di Babele; 17) I babilonesi giustificavano l'ordine esistente con il mito; 18) Il mito era una verità in cui il babilonese credeva fermamente; 19) Ogni funzione sociale e ogni invenzione era giustificata col mito; 20) Il sumero-babilonese era totalmente annientato dalla potenza degli dèi che controllavano e determinavano ogni aspetto della sua vita. 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