La somma di infiniti zero è Uno

Queste sono le principali scoperte matematiche del Cabalista Leon.
Leon aveva dato la seguente risposta alla domanda legittima : a cosa servono?
dicendo: “Il mio problema è di capire. Come tanti assiomi e teoremi matematici,
non servono a gran cosa tranne a rispondere alla domanda antica:
chi è Dio ? “
Ma ecco le sue scoperte, descritte qui di seguito dallo stesso Leon.
La somma di infiniti zero è = 1. ( da : Il Talmud di Scicli )
“ Nello studio delle strane proprietà dell’infinito, Cantor utilizzò le coordinate
cartesiane per identificare l’insieme dei punti geometrici che costituiscono una retta
e, mettendo in corrispondenza per ogni punto della retta un punto del piano, scoprì
che non solo vi sono tanti punti nel piano quanti ve ne sono sulla retta, ma
adottando un procedimento analogo giunse a concludere che il numero dei punti
della retta è uguale a quello contenuto anche in uno spazio tridimensionale o a più
dimensioni. Ogni spazio continuo, si tratti di una retta o di un piano o di uno spazio
ad n dimensioni, ha tanti punti quanti ne contiene una linea continua. Questi spazi,
purtroppo però, come si rese conto ben presto Cantor, non sono contabili. Per anni
Cantor si ruppe la testa per tentare di contare il continuo, fino al punto di essere
internato a più riprese in un manicomio, e non vi riuscì. (Amir D. Aczel, il mistero
dell’Alef)
Io invece, senza tentare l’impossibile, mi sono cimentato nell’impresa di contare i
“logoni” ( gli atomi dello spazio-tempo che costituiscono la Sostanza di Dio )
partendo non dall’infinito continuo, che è impossibile da contare, ma dall’infinito più
semplice che è contabile, cioè dall’insieme infinito dei numeri naturali e dei numeri
razionali che formano le frazioni comprese tra i numeri naturali. Cantor chiamò
questo tipo di infinito Alef (zero) per indicare che è l’insieme infinito più semplice e
l’unico veramente facile da capire. Non solo i numeri naturali 0, 1, 2, 3, ..., …, etc.
sono facilmente contabili, ma anche i numeri razionali, cioè le frazioni comprese tra
due consecutivi numeri naturali, sono facilmente contabili anche se infiniti, come
dimostrato da Cantor.
Tra 0 e 1 c’è la serie infinita dei numeri frazionari 1/n, cioè 1/1, 1/2, 1/3, ..., …,
1/100, che diventano sempre più piccoli fino ad arrivare per n = infinito a zero.
Partendo dal teorema di Bolzano-Weierstrass che dice che ogni successione infinita
in uno spazio limitato contiene un punto di accumulazione (ad esempio, la
successione dei punti 1/n, per n=1, 2, 3, ..., e così via fino all’infinito converge al
punto di accumulazione 0) ho cominciato a pormi il problema di come contare i
“logoni” del piano di Dio, quel piano infinito che interseca l’origine dell’Universo al
tempo zero, cioè il piano d’azione di Dio all’istante della creazione. Bolzano era uno
dei primi matematici che avesse affrontato il problema dell’infinito. Tra l’altro aveva
scoperto una proprietà misteriosa e imbarazzante dell’infinito: un intervallo di
numeri chiuso, cioè che contiene i propri estremi, come per esempio l’intervallo tra
0 e 1, contiene tanti numeri quanti ne sono contenuti in ogni altro intervallo chiuso
di numeri, indipendentemente dalla grandezza di quest` ultimo. Questo teorema fu
poi utilizzato cinquant’anni più tardi da Cantor per generalizzare il concetto ed
estenderlo a ogni spazio continuo ad n dimensioni (Amir D. Aczel, il mistero
dell’Alef). Bolzano dimostrò dunque che l’intervallo tra 0 e 2 contiene lo stesso
numero di numeri di quello tra 0 e 1 o di quello tra 0 e 78 e che questi intervalli
hanno lo stesso punto di accumulazione, cioè lo 0.
Io però mi sono reso conto, studiando i diagrammi illustrativi di Amir D. Aczel,
(vedere disegno qui sotto) che c’era una differenza nella velocità di accumulazione
verso lo zero dei vari intervalli. Infatti 1/n si avvicina allo zero, per n=2, più
velocemente di 2/n o di 3/n, in quanto se indichiamo i punti 0, 1, 2, 3 sulla stessa
retta, vediamo che sulla retta X, ( asse dell’ ascissa ) 1/2 si trova alla distanza 0.5 da
zero, mentre sulla retta Y ( asse dell’ordinata ) 2/2 si trova ad una distanza doppia 1
da zero e 3/2 si trova alla distanza tripla 1.5 da zero, per lo stesso n=2 al divisore
della frazione. Ho pensato quindi che avrei potuto usare questa proprietà delle serie
convergenti allo zero per contare i “ logoni “, partendo dal punto zero, l’origine degli
assi cartesiani, che è nel caso dell’Universo anche l’origine del Big Bang.
Il teorema di Cantor mi consentiva di usare per semplicità la retta che parte da 0
lungo l’asse X e va fino all’infinito, poiché essa contiene tanti punti quanti quelli di
tutto lo spazio infinito. Il teorema di Bolzano-Weierstrass mi consentiva di
accumulare verso lo zero dell’origine tutti i punti della serie infinita: 1/n, 2/n, 3/n, ...,
fino all’infinito..., infinito/infinito.
I numeratori della serie sono 1, 2, 3, ..., infinito e mi consentono di contare i punti di
accumulazione allo 0 quando n al denominatore diventa infinito. La definizione data
al “ logone” di essere un punto di dimensione 0+, dotato non di estensione spaziale
ma soltanto di “esistenza”, comporta che la successione dei logoni sull’asse X sia un
insieme infinito continuo di zero a contatto tra di loro, senza lasciare spazi vuoti. Ma
all’altro capo dell’asse X, cioè all’infinito, infinito/infinito non è 0, ma essendo per
definizione matematica un numero diviso per se stesso uguale a 1, il numero diventa
improvvisamente e paradossalmente 1, cioè la somma degli zero converge ad 1
all’infinito! L’infinito non è divisibile per un numero qualsiasi, poiché rimane sempre
infinito, tranne quando si divide per se stesso, nel qual caso diventa uguale a 1.
Quindi una somma infinita di zero converge a 1 all’infinito.
Questa è la dimostrazione che la Sostanza infinita di Dio è 1. Dio è Tutto in Tutto e si
può contare soltanto con l’Unità.“
Dio è un numero primo.
Il numero
( En Sof ) che corrisponde all’infinita sostanza di Dio, è un numero
primo. Questa è un’altra scoperta di Leon.
Ecco perché:
Dalla matematica di Leon spiegata nel Talmud di Scicli appare chiaro che l’infinito
non è formato dal prodotto di due o più numeri più piccoli, perché due o più numeri
finiti non possono formare l’infinito. L’infinito, per quanto si divida, rimane sempre
infinito, perché una distanza sulla retta 0 – X , per piccola che sia, contiene tutto
l’infinito. Quindi l’infinito può essere descritto solo come la somma di infiniti zero a
contatto tra loro, senza lasciare vuoti. Ogni numero che non sia infinito, quando è
diviso per infinito diventa zero, ma infinito diviso per infinito diventa 1, l’unità di
tutte le cose.
Leon aveva scritto : “ Oggi apprendo che il Dottor Samuel I. Krieger, dopo aver
passato una vita a fare dei calcoli, aveva pubblicato che questo numero colossale:
231.584.178.474.632.390.847.141.970.017.375.815.706.539.969.331.281.128.078.9
15.826.259.279.871 era il più grande numero primo mai trovato.
Ironia della sorte: successivi calcoli hanno provato che quel numero non è primo,
perché è divisibile per 47. Come tutti sanno i numeri primi sono divisibili solo per sé
stessi o per 1. Pensate come c'è rimasto male il povero Dottor Krieger.
Apro una parentesi per dirvi che con i miei studi ho potuto dimostrare che la
Sostanza di Dio è un numero primo, perché è divisibile soltanto per sé stesso e per 1.
Se lo dividete per qualsiasi altro numero, rimane sempre infinito. ( il Cabalista ) “
Dimostrazione.
Un numero è primo quando non può essere il risultato del prodotto di due numeri
più piccoli o quando, per la proprietà reciproca tra moltiplicazione e divisione, non
può essere diviso esattamente da alcun numero tranne sé stesso o 1.
Esempio:
6 non è primo perché si può scrivere come il prodotto di
2 X 3 = 6 e questa equazione rimane valida anche ruotando i suoi termini in modo
che il lato sinistro del segno = sia uguale a quello destro.
La prova è che 6 è reciprocamente divisibile per 2 e per 3:
6/2=3 e 6/3= 2
Se invece prendiamo il numero 17, che è un numero primo, non esistono numeri più
piccoli che moltiplicati tra loro diano come risultato esattamente 17.
Reciprocamente 17 non è esattamente divisibile per nessun numero eccetto sé
stesso, 17 / 17 che in realtà non è una divisione ma una “ tautologia “, o per 1, che
non significa altro che 17 è proprio 17.
Ora i numeri primi sono infiniti e si susseguono in maniera disordinata e
imprevedibile, partendo da 2, 3, 5, 7, 11, 13, 17…..fino all’infinito saltando da palo in
frasca, così per dire. Man mano che ci si avvicina all’infinito, la distanza tra due
numeri primi consecutivi diventa sempre maggiore e sempre più imprevedibile.
Notate che tranne 2, i numeri primi sono tutti numeri dispari.
Logicamente 1 non è un numero primo anche se è un numero speciale.
Il numero 1 si può ottenere moltiplicando due numeri negativi più piccoli:
( -1 ) X ( -1 ) = 1 quindi non è primo, per la definizione dei numeri primi.
Lo 0 invece è un numero speciale, per queste ragioni. Per essere primo un numero
dev’essere divisibile per sé stesso o per 1. Anche 0 non si può ottenere
moltiplicando due numeri più piccoli tra di loro, che è uno dei requisiti per essere
primo e può soddisfare il criterio di essere divisibile per sé stesso, perché 0 / 0 = 1
come tutti i numeri primi divisi per sé stessi e può anche essere divisibile per 1,
cioè 0 / 1 = 0 rimanendo uguale a sé stesso come tutti i numeri primi divisi per 1.
Ma allora 0 è anch’esso un numero primo, come
.
Allora la serie dei numeri primi dev’essere modificata includendo lo zero e partendo
da esso, fino ad arrivare all’infinito così:
0, 2, 3, 5, 7, 11, 13, 17 ………
Ne segue che l’infinita Sostanza di Dio è compresa tra due numeri primi : 0 e
pur includendo tutti i numeri possibili.
Abbiamo visto comunque che 0 e 1 sono due numeri divini, e quindi speciali che
assieme all’equazione della Relatività speciale (
x 0 = 1 ) e alle equazioni di
Brahmagupta riportate qui sotto, formano la matematica di Dio:
1/
=0
Il terzo numero divino è l’infinito
, che a sua volta è un numero primo.
La domanda è : l’infinito, che conclude la serie all’infinito, è un numero dispari ?
Se è vero che è un numero primo, come dimostrato, dovrebbe logicamente anche
essere un numero dispari, altrimenti si potrebbe dividere almeno per due. Non c’è
ragione di dubitare che l’infinito sia un numero dispari, dal momento che Leon ha
dimostrato che è un numero primo.
C’è però un problema di logica matematica: come la mettiamo coi numeri negativi,
che pur fanno parte della realtà ? Dio sarebbe soltanto la somma di tutti i numeri
positivi, prediligendo quelli dispari?
A queste domande imbarazzanti Leon aveva risposto: “ Non ci sono problemi per
Dio. Come sai lo zero è la somma di tutti i numeri negativi, più i numeri positivi,
secondo l’equazione :
+ N - N = 0 dove N rappresenta la totalità di tutti i numeri presi col loro segno.
Siccome Dio è Tutto in Tutto e la sua Sostanza è 1, cioè la somma di infiniti zeri, e
siccome lo zero contiene in sé anche la sua negazione, ne segue che Dio include
Tutto. Dico tutto. Positivo e negativo, pari o dispari che sia. “
E così sia!