Gruppo redazionale Malattie Rare Gruppo redazionale Genetica

Versione 29 gennaio 2007
GRUPPO REDAZIONALE RETI TEMATICHE: MALATTIE RARE E GENETICA
Nella nuova organizzazione del Sistema Sanitario Ligure viene previsto di istituire reti
integrate dei servizi sanitari e tra queste le “Reti tematiche” riguardanti “La rete delle
malattie rare e la rete della genetica”. Entrambi le reti sembrano afferire ad un unico gruppo
redazionale con due coordinatori (F.Dagna Bricarelli e M. Di Rocco). Si ritiene questa
impostazione utile sul piano operativo in quanto circa l’80-90% delle Malattie rare sono di
origine genetica e pertanto le due reti devono prevedere nodi comuni e forte integrazione per
rispondere alle necessità assistenziali delle persone con patologie rare. Ciò nonostante le reti
devono essere distinte in quanto la genetica non si occupa solo di malattie rare e viceversa.
Gruppo redazionale Malattie Rare
Dott.ssa Maja Di Rocco (IRCCS- Gaslini)
Dott. Giuliano Lo Pinto (E.O.Ospedali Galliera)
Prof. Gianluigi Mancardi (Neurologia Università)
Gruppo redazionale Genetica
Dott.ssa Franca Dagna Bricarelli (E.O.Ospedali Galliera)
Prof. Paola Mandich (Genetica Medica-Università)
Prof. Roberto Ravazzolo (Genetica Umana Università-IRCCS-Gaslini)
Dicembre 2006
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RETE MALATTIE RARE Æ 1° documento
Premessa
Sono definite malattie rare quelle con prevalenza non superiore a 5:10000 abitanti .
Nel loro insieme la malattie rare rappresentano il 10% delle patologie umane. e per gran parte
interessano l’eta’ pediatrica ( si stima che nel primo anno di vita la prevalenza delle malattie rare
sia da 10 a 20 volte piu’ alta che non nelle restanti eta’ ).
La maggior parte di queste patologie e’ geneticamente determinata : questo costituisce un
l’elemento di intersecazione della rete di malattie rare con quella della genetica. Tuttavia , a parte
l’aspetto diagnostico, esistono problematiche peculiari di ognuna delle due reti , costituite dalla
consulenza genetica e dalla diagnosi prenatale per la rete della genetica e dalla presa in carico
assistenziale del paziente per la rete delle malattie rare
Le malattie rare sono distribuite in un numero elevato di gruppi nosologici , ognuno dei quali
prevede un numero limitato di casi e questo rende ragione della difficolta’ di un approccio
complessivo al problema .
Il Ministero della Salute nel 2001 ha elaborato un regolamento di istituzione della rete nazionale
delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni per circa
350 malattie rare (DM 18 maggio 2001, n 279,GU 160, del 12.07.2001 Suppl Ord n 180/L).
La Giunta Regionale della Liguria con deliberazione 1413 del 22/11/2002 ha identificato i presidi
e centri di riferimento della rete regionale per la prevenzione sorveglianza, diagnosi e terapia delle
malattie rare.
Nella Regione Liguria ,tuttavia ,all’identificazione dei presidi non e’ seguita alcuna delle azioni
previste dal decreto ministeriale del 2001 ,ovvero:
-gestione il registro regionale delle malattie rare, coordinato con il registro nazionale
-coordinamento dei centri di riferimento con il territorio al fine di garantire la possibilita’ di una
diagnosi precoce e di un appropriato trattamento, attraverso l’adozione di protocolli concordati
- consulenza e supporto ai medici e pediatri del servizio Sanitario Nazionale e a tutti di operatori
sanitari relativamente alla diagnosi e al trattamento delle malattie rare
- collaborazione alle attivita’ formative
- informazioni sulle malattie rare alle Associazioni dei malati e dei loro familiari e ai cittadini in
genere.
Questo e’ derivato per gran parte dalla parcellizzazione dei centri di riferimento e dei presidi per le
malattie rare e dall’assenza di sistemi di verifica delle funzioni attribuite ai centri ed ai presidi.
E’ emersa quindi la necessita’ di un nuovo lavoro di ricognizione che interessi tutte le strutture
ospedaliere regionali per individuare quelle che presentano le necessarie caratteristiche di
qualificazione per la presa in carico delle malattie rare.
Un gruppo ristretto di tecnici esterni e dirigenti dell’Assessorato ha identificato negli scorsi mesi un
questionario per la valutazione delle attivita’ assistenziali e scientifiche delle strutture ospedaliere
in modo da poter procedere all’identificazione dei centri regionali
Programma di lavoro del gruppo redazionale
Il presupposto per l’identificazione dei centri regionali deve essere basato sull’opportunita’ di
concentrare le casistiche presso un numero limitato di strutture ospedaliere ad alta specializzazione
che posseggano risorse tecnologiche per la diagnostica , competenze specialistiche mediche ,
volume d’attivita’ adeguato, associato ad un’aggiornamento continuo delle conoscenze e delle
tecnologie . Inoltre alcune malattie rare comportano patologie multiorgano, che richiedono un
approccio multispecialistico possibile solo in centri ad alta specializzazione
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Deve essere sottolineato che alcuni dei centri ad alta specializzazione per le malattie rare presenti
nella Regione Liguria hanno una valenza sopra regionale e posseggono forte capacita’ di
attrazione per pazienti provenienti da altre regioni
Compito fondamentale dei centri ad alta specializzazione sara’ la costruzione dei registri :la
conoscenza delle dimensione del problema ovvero il numero di soggetti con malattie rare che
necessitano di assistenza in rapporto alle risorse in personale e tecnologie di cui la regione
dispone e’ premessa indispensabile per avviare la progettazione di un piano di assistenza per le
malattie rare. Inoltre, la tenuta di un registro regionale per le malattie rare ,da riversare nel registro
nazionale dell’Istituto Superiore di Sanita’ , diventera’ a breve condizione indispensabile perche’
la Regione ottenga dall’AIFA il rimborso dei costi delle terapie con farmaci orfani ( orphan drugs)
Intorno ai centri ad alta specializzazione ,che si prevede saranno concentrati nell’area
metropolitana, sara’ costruita una rete curante
L’organizzazione di una rete curante per le malattie rare ha diversi aspetti in comune con quella
di altre malattie croniche ,ma anche alcune peculiarita’ :
-impossibilita’ di EBM e EBHC in ragione della estrema rarita’ di molte di queste patologie
- consensus internazionali su percorsi diagnostici e terapeutici in rapida evoluzione in ragione di
continue innovazioni tecnologiche
-costi elevati degli orphan drugs che costituiscono un immediato problema di bilancio per le
aziende sanitarie, nonostante la possibilita’ di rimborso attraverso il File -F
- necessita’ di un’azione formativa del personale che opera nelle strutture territoriali e dei medici di
famiglia relativamente non solo alle problematiche cliniche delle malattie rare,ma anche agli
“orphan drugs” utilizzati nella terapia dei pazienti con malattie rare
-stretta interazione con le Associazioni di pazienti
Una rete curante per la presa in carico del soggetto affetto e della sua famiglia deve permettere di:
-assicurare a tutti i pazienti uniformita’ e qualita’ di cura
-assicurare l’assistenza piu’ vicino possibile al luogo di residenza,compatibilmente con l’alta
qualita’ ,la sicurezza e l’efficacia del trattamento
-centrare sul paziente il piano assistenziale
Nella rete curante i centri ospedalieri regionali ad alta specializzazione dovranno essere collegati
funzionalmente e culturalmente ai servizi ospedalieri , riabilitativi e socio-sanitari del territorio
ed ai medici di famiglia o ai pediatri di libera scelta, identificando una suddivisione di compiti
assistenziali
In considerazione del tipo di patologia potrebbero essere definiti diversi livelli di complessita’
d’assistenza e diversi modelli di rete :
-bassa complessita’ per malattie rare per cui esistono protocolli assistenziali e per cui il
responsabile terapeutico puo’ essere il medico di famiglia , in connessione con il centro ad alta
specializzazione
-media complessita’ per malattie rare per cui esiste un protocollo assistenziale ,ma sono necessari
interventi personalizzati o integrati che vedono interagire centro di alta specializzazione sia con i
servizi territoriali sia con il medico di famiglia.
-alta complessita’ per malattie rare per le quali non esiste un protocollo assistenziale o sono
presenti problemi assistenziali multipli che rendono necessari piani di assistenza individuale
Il livello di complessita’ ,tuttavia, potrebbe anche derivare dal contesto socio-culturale in cui e’
inserito il paziente : il bambino con malattia rara a bassa complessita’ se e’ inserito in una famiglia
multiproblematica puo’ necessitare di un’assistenza di alta complessita’.
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Il centro ad alta specializzazione deve essere in grado di coordinare l’assistenza erogata dalle
strutture periferiche identificando il responsabile dell’assistenza per quel singolo paziente in ogni
nodo della rete.
Il gruppo redazionale intende procedere alla costruzione di un modello di rete per alcune
specifiche malattie rare , in modo da esplicitare le problematiche peculiari nella costruzione di rete
di malattie rare.
Gruppo redazionale malattie rare Æ 2° documento
Come gia’ ribadito nel precedente documento del gruppo redazionale , appare prioritario procedere
alla ridefinizione dei presidi regionali di riferimento per le malattie rare.
I questionari per la verifica delle attivita’ assistenziali e scientifiche delle strutture a cui fanno
riferimento pazienti con malattie rare gia’ pervenuti all’assessorato regionale dovrebbero essere
valutati in tempi brevi in modo che, identificati i presidi, si possa dare attuazione alle altre azioni
previste dal decreto ministeriale 279 del 2001 ,ovvero:
- attivazione del registro regionale delle malattie rare, coordinato con il registro nazionale
- identificazione delle strutture terapeutiche di riabilitazione
- coordinamento delle strutture di riferimento con il territorio al fine di garantire la possibilita’ di
una diagnosi precoce e di un appropriato trattamento, attraverso l’adozione di protocolli concordati
- consulenza e supporto ai medici e pediatri del Servizio Sanitario Nazionale e a tutti gli operatori
sanitari relativamente alla diagnosi e al trattamento delle malattie rare
- collaborazione alle attivita’ formative
- informazioni sulle malattie rare alle Associazioni dei malati e dei loro familiari e ai cittadini in
genere.
Il gruppo redazionale si propone per una prima verifica dei dati pervenuti all’assessorato regionale
dalle strutture a cui fanno riferimento i pazienti con malattie rare , allo scopo di identificare i presidi
di riferimento.
Il gruppo redazionale si propone inoltre per continuare la sua attivita’ anche dopo la ratifica del
piano sanitario regionale, costituendo una sorta di coordinamento tecnico della rete delle malattie
rare, analogamente a quanto avviene in altre regioni.
Negli allegati 1- 2- 3 sono riportati due modelli di rete assistenziale per due diversi gruppi di
malattie rare e i presidi di riferimento per malattie neurologiche, esemplificativi di diverse
problematiche inerenti l’assistenza dei pazienti con malattia rare, elaborati dal gruppo redazionale
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RETE GENETICA Æ1° e 2° documento dicembre 2006
PREMESSA
Le Strutture di Genetica che afferiranno alla Rete regionale devono rispondere ai requisiti previsti
nel documento:“Linee guida per le attività di Genetica Medica” approvato dalla Conferenza StatoRegioni il 15 luglio 2004 e pubblicato sulla G.U. n. 224 del 23 sett. 2004 ove vengono chiariti
caratteristiche, ruoli e organizzazione delle strutture di genetica nell’ambito del SSN.
In particolare da dette linee guida vengono riportati alcuni punti che si ritengono utili per chiarire le
successive scelte operative che verranno proposte.
STRUTTURE di GENETICA MEDICA Æ caratteristiche e peculiarità
Le Strutture di Genetica Medica sono strutture specialistiche, alle quali si rivolgono le persone
affette da una patologia che può essere genetica, o sono a rischio di svilupparla o di trasmetterla.
Le attività svolte presso queste strutture sono rivolte ad aiutare le persone, che presentano o sono a
rischio di una patologia genetica, e le loro famiglie a:
- definire la diagnosi della malattia;
- conoscere gli interventi preventivi disponibili;
- effettuare scelte procreative responsabili;
- trovare il migliore adattamento possibile alla loro condizione;
- ottenere informazioni sugli sviluppi scientifici riguardanti la loro patologia;
- identificare i servizi terapeutici, riabilitativi e sociali di supporto.
Le attività delle Strutture di Genetica Medica si differenziano da quelle delle altre specialità
cliniche, che riguardano specifiche patologie genetiche, in quanto, si rivolgono non solo al singolo,
ma anche all’intera famiglia, nella costruzione di un percorso unitario.
La genetica è “trasversale” rispetto alle altre discipline mediche; pertanto i genetisti
collaborano e interagiscono con gli altri specialisti nell’inquadramento e nella gestione del
soggetto con malattia genetica e della sua famiglia.
Le Strutture di Genetica Medica hanno anche un ruolo importante nella formazione del
personale, nell’informazione del pubblico e nella pianificazione sanitaria regionale, specificamente
nella sorveglianza delle malattie genetiche.
Le strutture di Genetica Medica contribuiscono alle indagini epidemiologiche delle
patologie genetiche e delle malformazioni congenite ed alla gestione dei relativi registri
regionali e/o nazionali; contribuiscono a rilevare i dati di prevalenza delle malattie genetiche,
indispensabili per la pianificazione sanitaria regionale e per valutare l’efficacia dei programmi
sanitari…….
Le Strutture di Genetica Medica comprendono le Strutture Cliniche di Genetica
Medica e i Laboratori di Genetica Medica.
Questa suddivisione è in linea sia con la tipologia delle discipline sanitarie sia con quanto
previsto dalle norme concorsuali per l’accesso al SSN (DPR 483/97) e per la direzione di una
Struttura Complessa (DPR 484/97). Pertanto: i dirigenti sanitari devono possedere la
specializzazione in Genetica Medica o requisiti equipollenti, ai sensi di legge.
-
Le Strutture Cliniche di Genetica Medica hanno diversi compiti specifici:
eseguono la diagnosi delle malattie genetiche, in collaborazione con le altre specializzazioni
mediche;
interagiscono con i Laboratori di Genetica Medica;
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-
offrono la consulenza genetica;
preparano protocolli diagnostici e assistenziali per le malattie genetiche;
collaborano con i medici curanti nel controllo clinico e genetico longitudinale dei pazienti ai
quali hanno fornito la consulenza genetica;
collaborano all’istituzione e al mantenimento dei registri di patologie genetiche, in
collegamento con le strutture regionali e nazionali preposte (ISS);
interagiscono con le Associazioni delle famiglie e delle persone con patologie genetiche;
partecipano alla programmazione sanitaria regionale;
collaborano all’aggiornamento professionale del personale sanitario;
collaborano all’informazione della popolazione.
I Laboratori di Genetica Medica (citogenetica, genetica molecolare, genetica biochimica,
immunogenetica, citogenetica e genetica oncologica ed altri) sono le Strutture specializzate
competenti nello svolgimento di indagini specifiche (test genetici), ad elevato contenuto tecnologico
e professionale, per l’identificazione delle malattie genetiche.
Per la complessità tecnica e per le ricadute psicologiche e sociali, collegate ai test genetici,
sono necessarie particolari attenzioni e adeguati percorsi, sia nell’offerta, che nella comunicazione
dei risultati. Pertanto, in accordo con quanto previsto dalle linee-guida nazionali e internazionali,
la Consulenza Genetica deve costituire una parte integrante dei test genetici, sia di quelli prenatali,
che postnatali.
Le richieste di test genetici diagnostici rivolte alle Strutture di Genetica Medica devono
essere valutate dal Laboratorio di Genetica, e nel caso non vi siano sufficienti informazioni o
indicazioni, la richiesta va discussa con il medico che la formula. Le richieste di altri test genetici,
soprattutto quelli preclinici o di suscettibilità, devono essere regolamentate da criteri appropriati e
possibilmente effettuate nell’ambito di una consulenza genetica multidisciplinare, dedicata a
patologie specifiche (ad es. tumori, malattie neurologiche degenerative, ecc.).
ORGANIZZAZIONE delle STRUTTURE di GENETICA MEDICA Æ criteri di riferimento
Le Strutture di Genetica Medica, nelle diverse componenti e attività, si rivolgono a bacini
d’utenza regionale (parametri minimi europei 2.500.000 - 3.000.000 di abitanti), che consentono di
raggiungere criteri di efficienza, qualità e la razionalizzazione dei costi. Si propone un
coordinamento regionale e/o interregionale.
Il razionale della proposta può essere sintetizzato nei seguenti punti:
- le attività di Genetica Medica sono di natura specialistica e perciò necessitano di specifiche
professionalità e attrezzature;
le malattie genetiche sono spesso individualmente rare e quindi la loro diagnosi e gestione
richiedono competenze che sono garantite solo dall’esperienza nella specifica patologia;
- i costi delle indagini genetiche sono elevati e possono essere ammortizzati e ridotti solo in
rapporto al numero delle prestazioni;
- la qualità e l’efficienza dei servizi correlano con il parametro quantità.
Il coordinamento tra le Strutture di Genetica Medica, realizzato a livello regionale, ha lo
scopo di ottenere una razionalizzazione/suddivisione delle prestazioni che le diverse strutture
devono erogare, senza sovrapposizioni inutili. Questa organizzazione consente di offrire
l’assistenza per le patologie genetiche più frequenti e per quelle rare, e soprattutto garantire
collaborazioni interregionali o internazionali. Infatti, come per altre discipline mediche altamente
specialistiche, la dimensione regionale può essere insufficiente.
Devono pertanto essere previsti:
- punti di riferimento nazionale per le malattie genetiche particolarmente rare;
- controlli di qualità con valenza almeno nazionale (coordinati dall’ISS);
- protocolli specifici per l’uso dei test genetici, per le attività di laboratorio, per quelle cliniche e
di consulenza;
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-
specifici criteri di qualità delle Strutture di Genetica Medica, uniformati a quelli raccomandati
dall’Unione Europea;
- criteri di validazione dei test genetici e autorizzazioni all’uso dei prodotti di laboratorio;
- parametri di riferimento per i livelli essenziali di assistenza (LEA) offerti dal SSN.
Una rete di strutture, coordinata a livello nazionale, costituirà tra l’altro un efficace
approccio per prevenire il fenomeno della migrazione sanitaria, in Italia e all’estero.
Le Strutture di Genetica Medica devono attivarsi per cercare soluzioni, quando non
disponibili in loco, presso altre strutture capaci di fornire risposte allo specifico problema della
persona che ne ha la necessità.
FORMAZIONE e INFORMAZIONE
La continua espansione della Genetica Medica e la sua trasversalità, nei confronti delle altre
specializzazioni, richiedono il costante aggiornamento del personale sanitario. Altrettanto
importante è garantire livelli adeguati di conoscenza alla popolazione. Infatti, l’importanza della
Genetica Medica nel determinismo delle malattie umane richiede un’ampia e corretta divulgazione
delle informazioni, finalizzata al raggiungimento di scelte consapevoli sulle concrete possibilità
d’intervento nel controllo delle malattie ereditarie.
ASPETTI ETICI e RISERVATEZZA
Le applicazioni all’uomo delle potenzialità derivate dalla ricerca genetica pongono problemi etici
che coinvolgono non solo il singolo ma l’intera società.
. Allo scopo di garantire che le ricadute delle ricerche siano vantaggiose per l’uomo, è
necessario che siano rispettati alcuni principi fondamentali, come il diritto all’informazione, la
libertà di scelta, il rispetto della dignità e della vita d’ogni persona, il rispetto per le convinzioni
personali e religiose, la riservatezza dei dati, il raggiungimento dell’equità per ciascuno. Solo su
una base di valori forti e condivisi potranno essere costruite regole di comportamento giuste ed
efficaci per tutti.
I Comitati di Bioetica delle strutture del SSN, il Comitato Nazionale per la Bioetica, i Comitati di
Bioetica che operano all’interno di Organismi Internazionali (ad es. Consiglio d’Europa,
UNESCO, OMS, ecc.) e il Garante della Privacy rappresentano importanti riferimenti per un
dibattito responsabile.
ASSOCIAZIONI DELLE PERSONE/FAMIGLIE CON MALATTIE GENETICHE
L’Associazionismo, soprattutto quello delle persone affette da patologie genetiche e le loro
famiglie, svolge un ruolo rilevante nella società italiana.
Le Associazioni sono la “coscienza critica” della società civile, in quanto:
- inducono a riflettere sui problemi che quotidianamente affrontano i pazienti e le famiglie e
collaborano alla risoluzione di quelli pratici;
- stimolano i tecnici a studiare e a ricercare soluzioni per la diagnosi e la cura, soprattutto delle
malattie rare;
- svolgono attività d’informazione per i propri associati e per la popolazione;
Le Strutture di Genetica Medica collaborano con le Associazioni, offrendo loro aiuto umano e
professionale per il raggiungimento degli obiettivi che si prefiggono.
CONSENSO INFORMATO E PROBLEMATICHE ETICHE
Ai sensi dell’art. 11 della Convenzione sui Diritti dell’Uomo e la Biomedicina “ogni forma
di discriminazione nei confronti di una persona in ragione del suo patrimonio genetico è vietata”.
Ai sensi dell’art. 12 della Convenzione i test genetici predittivi (di suscettibilità) possono
essere utilizzati solo per finalità mediche o di ricerca scientifica. Ogni altro uso, per finalità
estranee a queste ultime, dovrà considerarsi illegittimo.
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Devono essere considerati parti integranti di un test genetico la comunicazione e
l'interpretazione del risultato e la consulenza relativa alle sue possibili implicazioni.
Il consenso informato relativo ad un test genetico è il risultato di un processo che deve
aiutare il soggetto a decidere se sottoporsi o meno a quella indagine.
LIGURIA e STRUTTURE DI GENETICA MEDICA
Come sottolineato nel I documento (agosto 2006) la Liguria è stata una delle prime Regioni
ad avere laboratori e servizi clinici che si sono occupati di patologie genetiche, pertanto esistono
importanti realtà che sono di riferimento per altre strutture italiane e estere.
Si ritiene che gli enti (AO, EO, IRCCS, Università) ove afferiscono le Strutture di Genetica
Medica, debbano costituire i POLI della RETE LIGURE di GENETICA in quanto referenti
istituzionali con l’Assessorato della Salute.
Pertanto vengono di seguito riportati gli Enti e segnalate solo le strutture di genetica di
riferimento e inquadrabili tra le Strutture complesse o le Strutture semplici. In concreto gli Enti
dovranno farsi carico della funzionalità delle Strutture di Genetica, in applicazione alle vigenti
normative nazionali (G.U. n.224 del 23 sett.2004) e regionali, al fine di offrire adeguate prestazioni
a chi necessita.
E.O. Ospedali Galliera - Genova
Dipartimento di Scienze Genetiche, Perinatali e Ginecologiche
- Struttura Complessa Laboratorio di Genetica con biobanca di patologie genetiche e annesso
Ambulatorio di Genetica Clinica.
- Struttura Complessa Laboratorio di Istocompatibilità con annesso IBMDR Registro Nazionale dei
donatori di midollo osseo
IRCCS G. Gaslini - Genova
- Struttura Complessa Servizio di Genetica Molecolare con annesso Ambulatorio di Genetica
Clinica e collegamento con laboratori diagnostici di patologie genetiche operanti in Strutture
cliniche dell’ Istituto
Università degli Studi – Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica-Azienda
Ospedaliera Universitaria San Martino - Genova
- Struttura Complessa U.O. di Genetica Medica con annessi Laboratorio di genetica e Ambulatorio
di genetica clinica
IRCCS IST - Genova
- Struttura Semplice dipartimentale Centro Tumori Ereditari, con annesso laboratorio e consulenza
genetica
ASL 5 La Spezia
- Struttura Semplice Modulo Dipartimentale di Genetica e Biologia Molecolare
Le Strutture che fanno parte della Rete Genetica entrano nell’organizzazione del SSR per
quanto riguarda le specifiche competenze: diagnosi pre e post natale, consulenza genetica, attività
cliniche di genetica medica e prevenzione delle malattie genetiche.
Pertanto nel percorso per definire il PSR dovranno essere previste le modalità operative per
offrire i servizi necessari alle persone che necessitano di assistenza pluridisciplinare (es. percorsi
per le gravidanze a rischio; soggetti con ritardo mentale seguiti dai servizi di neuropsichiatria e
territoriali ecc.).
STRUTTURE della RETE di GENETICA Æ RUOLI e FINALITÀ
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Le Strutture su indicate garantiscono, per i cittadini che usufruiscono del SSR, la diagnosi
clinica, le indagini di laboratorio, la consulenza genetica alla persona interessata e alla famiglia di
numerose patologie genetiche ed operano secondo le linee guida nazionali e internazionali e nel
rispetto delle norme della riservatezza dei dati.
Inoltre si segnala che la maggior parte delle Strutture di Genetica Liguri svolgono attività
per altre Regioni
Le Strutture Liguri di Genetica costituiscono una rete di strutture specialistiche che devono
operare in modo collaborativo al fine di evitare doppioni inutili sia per l’esecuzione di test genetici
sia per l’offerta di altre prestazioni.
Al fine di attuare quanto previsto all’art. 5 comma 2 del DM 279 del 18/5/2001 i Poli con
le Strutture afferenti alla Rete Ligure di Genetica vengono inseriti nella Rete delle Malattie Rare
per le specifiche competenze (diagnosi di laboratorio, consulenza e prestazioni cliniche di Genetica
Medica) . Questo per rendere più efficace il coordinamento tra le due reti regionali e per rendere
più gestibili i compiti istituzionali previsti per i pazienti affetti da malattie rare su base genetica
(circa l’ 85% del totale) e per i loro familiari. Infatti il D.M. n. 279/2001, all’ art. 2 comma 1 e 2 e
all’art. 5 comma 2, garantisce la specifica diagnosi genetica.
Per attivare ed integrare le due reti regionali (strutture di genetica e malattie rare), si rende
indispensabile monitorare le attività delle strutture stesse per applicare quanto previsto dalle norme
di riferimento; definire i percorsi e le procedure operative integrate al fine di facilitare l’ accesso,
la presa in carico corretta dei pazienti e dei familiari ma anche per garantire l’ economia di gestione
dei servizi e delle prestazioni rese.
Inoltre le Strutture di Genetica che costituiscono la Rete dovranno operare in concerto con
altre Reti Regionali, in particolare con: la Rete Pediatrica, la Rete Disabili e la Rete Prevenzione
Famiglia, al fine di preparare percorsi condivisi e protocolli operativi riguardanti ad es. la
diagnostica e la consulenza prenatale, la diagnostica delle persone con ritardo mentale, la
prevenzione delle patologie genetiche ecc.
Alla Rete di Genetica afferiranno strutture appartenenti a differenti aziende regionali,
pertanto si renderà necessario prevedere un budget dedicato per la gestione dei Livelli essenziali
di prestazioni da erogare ai cittadini liguri, per realizzare programmi mirati e condivisi, come
previsto dalle norme attuali e secondo i parametri di riferimento nazionale
Infine, l’apertura di nuove strutture regionali di genetica dovrà avvenire in modo coordinato
e con l’approvazione dell’Assessorato Regionale alla Salute.
In allegato 4 vengono elencate le diagnosi di patologie genetiche effettuate dalle strutture
genovesi
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Allegato 1
Rete Malattie lisosomiali
Premessa
Le malattie lisosomiali sono un gruppo di malattie metaboliche dovute a difetti di enzimi
lisosomiali.
La loro prevalenza globale si aggira su 1:5000.
Si tratta di malattie multisistemiche ad esordio a qualunque eta’ che determinano patologia severa
d’organo, spesso letale.
Per alcune di queste malattie esiste la possibilita’ di trattamento mediante “farmaci orfani”, altre ,
in particolare quelle che compromettono il sistema nervoso centrale ,sono malattie
neurodegenerative per le quali non e’ possibile alcuna terapia.
La rete per le malattie lisosomiali per le quali non e’ nota alcuna terapia eziologica non viene
considerata qui di seguito
Per quanto riguarda le malattie lisosomiali senza compromissione del sistema nervoso centrale al
momento attuale sono commercializzate due categorie di farmaci:
-enzima ottenuto mediante tecniche di DNA ricombinante, somministrato endovena a cadenza
mono- o di-settimanale
-inibitore del substrato , somministrabile per os.
La terapia con farmaci orfani ha costi elevati.
Il Cerezyme ,prodotto da Genzyme , che ha indicazione per la malattia di Gaucher ha un costo di
1.096 euro per flacone (200U) ; la posologia va da 30 U/Kg per le forme moderatamente severe a
60 U/Kg per le forme severe ogni due settimane ; la terapia di un adulto di 70 Kg costa
annualmente al SSN da 276192 a 552384.
Il Fabrazyme , prodotto da Genzyme ,che ha indicazione per la malattia di Fabry ha un costo di
5079 Euro per flacone (35 mg) ; la posologia va da 1 a 3 mg/Kg ogni due settimane ,
Il Replagal, prodotto da Shire ,che ha pure indicazione per la malattia di Fabry ha un costo circa
analogo.
L’Adurazyme, prodotto da Genzyme, che ha indicazione per la mucopolisaccaridosi I, ha un costo
di 1042 euro per flacone (500 U) ; la posologia per cui e’ stato registrato e’ 100 U/Kg una volta
alla settimana
L’Elaprase prodotto da Shire , che ha indicazione per la mucolpolisaccaridosi II ,ha un costo circa
analogo al precedente .
Anche il Naglazyme , prodotto da Biomarin , che ha indicazione per la mucopolisaccaridosi VI, ha
un costo parimenti elevato come i due precedenti.
Il Myozyme, prodotto da Genzyme, ed indicato per la glicogenosi II, viene somministrato alla
posologia di 20 mg/Kg ogni due settimane. Il costo per flacone (50 mg) e’ di 907.73 Euro
Lo Zavesca , prodotto da Actelion, ha indicazione per malattia di Gaucher lieve con un dosaggio di
100 mg 3 volte al giorno ; il costo e’ 9681 Euro per confezione ( 84 cp da 100 mg )
L’indicazione al trattamento viene definita in base a “raccomandazioni” validate a livello
internazionale . Il trattamento va proseguito per tutta la vita del paziente.
Organizzazione della rete
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La Rete e’ costituita da : Presidio di riferimento regionale; , Ospedali territoriali, Servizi di
assistenza domiciliare e Medico di famiglia .
Considerata la frequenza di somministrazione dell’enzima e’ indispensabile che venga identificata
una struttura ospedaliera piu’ vicina possibile al domicilio del paziente per l’infusione endovena
dell’enzima . In alcune regioni italiane e’ stata attivata un’assistenza domiciliare infermieristica
per la somministrazione di tale trattamento .Previo addestramento da parte del centro di riferimento,
un numero per ora limitato di pazienti italiani, e’ stato posto in grado di effettuare
l’autosomministrazione domiciliare.
-Funzioni del presidio di riferimento regionale
Le funzioni del presidio di riferimento sono le seguenti:
-accertare la diagnosi attraverso il dosaggio enzimatico e/o la ricerca delle mutazioni del gene
-identificare l’indicazione al trattamento
-definire la severita’ di malattia mediante score systems validati a livello internazionale .
- definire il piano terapeutico in base al severity score index.
- definire tempi e modalita’ di follow-up del paziente per valutare efficacia della terapia e necessita’
eventuale di adeguamento del dosaggio della stessa
-introdurre i dati del paziente in un registro regionale, che confluisca nel registro nazionale
dell’Istituto Superiore di Sanita’
-introdurre i dati del paziente nei registri di farmacovigilanza
-fornire all’ ospedale del territorio e al medico curante informazioni adeguate sulla malattia del
paziente
-fornire agli ospedali periferici informazioni adeguate sulle modalita’ di preparazione dell’enzima e
di somministrazione dello stesso; qualora venga attivato un servizio di assistenza domiciliare
trasferire le informazioni sulle modalita’ di somministrazione allo stesso.
-addestrare il paziente all’autosomministrazione, quando questo sia possibile
- organizzare seminari e corsi d’aggiornamento rivolti a medici operatori sanitari e associazioni
Funzioni degli ospedali periferici
-Effettuare la somministrazione e.v. del farmaco settimanalmente o ogni 2 settimane
-Monitorare effetti collaterali ,da comunicare al centro regionale
-Effettuare controlli clinici periodici del paziente
Funzioni dei servizi territoriali di assistenza infermieristica domiciliare
-Effettuare la somministrazione endovena del farmaco settimanalmente o ogni due settimane.
Funzioni del medico di famiglia
-Monitorare effetti collaterali quando la somministrazione e’ affidata al servizio d’assistenza
territoriale o al paziente
-Effettuare periodici controlli clinici.
Porte di accesso alla rete
La porta di accesso alla rete e’ costituita dal Presidio di riferimento regionale , che definisce la
diagnosi ed il piano terapeutico.
I pazienti vengono riferiti al Presidio di riferimento dagli specialisti territoriali o dagli ospedali del
territorio ; non e’ ovviamente prevedibile, date le caratteristiche della patologia lisosomiale alcun
accesso diretto del paziente.
Relazione tra nodi Il modello di rete per questo tipo di patologia e’ fortemente centralizzato.Il
case-manager e’ il medico del Presidio di riferimento regionale, che possiede competenze
specifiche sulle singole malattie lisosomiali
11
Allegato 2
Malattie rare: la malattia di Charcot Marie Tooth e neuropatie correlate
Premessa
Le neuropatie ereditarie rappresentano le malattie geneticamente determinate più frequenti del
Sistema Nervoso. Recentemente, in seguito ad una accurata classificazione clinica, neurofisiologica
e genetica, le neuropatie ereditarie sono state identificate come malattia di Charcot-Marie-Tooth
(CMT) e neuropatie correlate. La CMT, con una prevalenza di 1:2500, è inserita nella tabella delle
malattie rare e rappresenta, come tale, un problema assai rilevante per i soggetti affetti e i loro
familiari, essendo difficile trovare centri di riferimento, specialisti neurologi, fisiatri e genetisti
sufficientemente informati sulle caratteristiche delle diverse forme e, in generale, accedere a fonti di
informazione sulle strategie diagnostiche, terapeutiche e di sostegno per le famiglie. Nel 2004
presso il Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica (Dinog) dell’Università di Genova
è stato attivato un Ambulatorio Integrato per le Neuropatie Ereditarie, ove operano
contemporaneamente specialisti neurologi, neurofisiologi, genetisti e fisiatri per fornire al soggetto
affetto da CMT e alla sua famiglia una valutazione completa degli aspetti clinici, elettrofisiologici,
molecolari e riabilitativi, nonché una consulenza genetica ed una corretta informazione sulle
caratteristiche della malattia. Questo Ambulatorio integrato costituisce pertanto il punto di partenza
per lo sviluppo di un progetto più articolato e meglio distribuito sul territorio regionale per la
diagnosi e cura delle neuropatie ereditarie.
Progetto
1) Creazione di un registro regionale
Il registro è uno strumento che risponde ad esigenze amministrative, come il controllo delle
procedure di esenzione specifiche per questi soggetti, esigenze di informazione per la
programmazione sanitaria regionale e di supporto alla ricerca clinica attraverso la creazione di liste
di pazienti, la descrizione della storia naturale della malattia, al momento ancora non chiaramente
definita, e la valutazione dei bisogni dei soggetti affetti da neuropatia ereditaria.
Per costruire questo registro regionale di casi saranno utilizzate primariamente le informazioni a
nostra disposizione presso l’archivio dell’Ambulatorio Integrato per le Neuropatie Ereditarie
(Centro di II livello), che ha già dimostrato di avere una buona copertura regionale (ed
extraregionale). In un secondo tempo sarà effettuata una ricerca mediante analisi delle schede
nosologiche di dimissione ospedaliera di tutti gli ospedali pubblici della regione, che sarà facilitata
dal fatto che le neuropatie ereditarie hanno un codice specifico. Particolare attenzione sarà
focalizzata sugli ospedali dotati di Unità Operative di Neurologia e Fisiatria.
Questa fase potrebbe tuttavia fornire risultati assai parziali a seguito della moderata gravità di molte
forme di CMT, che solo raramente richiedono ospedalizzazione. Pertanto sarà necessario
raggiungere capillarmente tutti i neurologi e fisiatri ospedalieri e territoriali, fisiatri operanti in
12
strutture private e/o convenzionate, i genetisti della regione e infine i medici di medicina generale
per completare il registro. Inoltre, considerate le difficoltà oggettive a contattare ciascun specialista,
attiveremo uno spazio specifico sul sito web del Dinog ove, previa creazione di una protezione
adeguata mediante login e password individuali, le figure professionali che a diverso titolo seguono
pazienti affetti da neuropatia ereditaria potranno segnalare i casi e contribuire alla creazione di un
“database” che contenga caratteristiche cliniche, neurofisiologiche, diagnosi genetica e strategie
terapeutiche seguite in ciascun soggetto CMT ligure. A tale proposito va sottolineato che verrà
utilizzata una cartella clinica informatizzata e validata sul territorio nazionale (Cartella NEUROPA),
già in uso presso l’Ambulatorio Integrato per le Neuropatie Ereditarie.
2) Creazione di un coordinamento con gli ospedali pubblici della regione e con il territorio (Centri
di I livello)
Questo aspetto è strettamente legato al punto precedente. E’ infatti evidente che, in assenza di un
efficace coordinamento fra il Centro di Riferimento Regionale (Dinog) e le altre realtà neurologiche,
fisiatriche e genetiche della Liguria, e con i medici di medicina generale, non è possibile creare un
registro regionale. Inoltre la organizzazione di una rete regionale di specialisti e di medici di
famiglia, sufficientemente informati sulla CMT e sulle sue caratteristiche cliniche, genetiche e
riabilitative, garantisce la possibilità di una diagnosi precoce, di un appropriato trattamento, e di un
adeguato follow up, attraverso la adozione di protocolli diagnostici e terapeutici concordati.
L’attivazione di protocolli diagnostici consentirà un notevole risparmio di risorse economiche
garantendo una ottimizzazione della richiesta di test di genetica molecolare, che sono estremamente
dispendiosi in termini di tempo e di costi, e di studi neurofisiologici, che sono indicati nella fase di
diagnosi iniziale ma che possono essere omessi nel proseguio della assistenza del paziente, se non
in caso di improvvisi peggioramenti. Lo sviluppo di protocolli riabilitativi consentirà infine una
ottimizzazione delle risorse in termini di risparmio sulla prescrizione di ortesi e sulla scansione dei
tempi da dedicare alla fisioterapia.
A tale scopo, il centro di coordinamento, rappresentato dall’Ambulatorio integrato del Dinog,
chiederà a ciascun Responsabile di Struttura complessa in Neurologia, e di Struttura semplice in
Neurofisiologia di identificare uno specialista referente cui possono essere indirizzati i pazienti
affetti da neuropatia ereditaria sospetta o già diagnosticata. In una seconda fase organizzeremo uno
o più incontri con gli specialisti individuati e con i medici di medicina generale per condividere i
percorsi diagnostici e terapeutici già attivati presso l’Ambulatorio Integrato per le Neuropatie
Ereditarie e che si basano sulla applicazione delle linee guida nazionali emanate e pubblicate nel
1999 in collaborazione con altri gruppi italiani, attualmente in fase di revisione.
3) Consulenza e supporto ai medici neurologi e fisiatri e ai fisioterapisti del territorio, e ai medici
del SSN
Anche questo aspetto si correla con i precedenti, perché solo con una opera di informazione,
formazione e coinvolgimento di queste figure professionali sarà possibile creare un registro
regionale e coordinare efficientemente i rapporti fra il centro di riferimento regionale e le strutture
ospedaliere e territoriali.
Per raggiungere questo obiettivo, che vede come elemento fondamentale la conoscenza della
malattia da parte di specialisti, medici di base e operatori sanitari che meno frequentemente entrano
in contatto con soggetti affetti da neuropatia ereditaria, svilupperemo un programma specifico di
seminari e corsi di aggiornamento accreditati. La realizzazione di questa parte del progetto è
garantita dalla precedente esperienza del Dinog che ha già organizzato due Corsi di Aggiornamento
sulla CMT e Neuropatie correlate per neurologi, fisiatri e fisioterapisti.
Attiveremo inoltre, presso il Dinog, un numero verde a cui gli operatori sanitari che a diverso titolo
hanno rapporti professionali con pazienti CMT potranno accedere per avere informazioni sugli
13
specialisti di riferimento ospedaliero e territoriale (vedi punto 2) e sulle attività e modalità di
accesso dell’Ambulatorio Integrato per le Neuropatie Ereditarie.
Attraverso la formazione degli operatori interessati alla CMT e neuropatie correlate verra’ creata la
rete regionale di assistenza. Al centro l’Ambulatorio integrato del Dipartimento di Neuroscienze del
Dinog, ove operano neurologi e fisiatri dedicati, e genetisti in grado di effettuare la diagnosi
genetica delle diverse forme morbose, in stretto contatto di lavoro con i referenti delle diverse Unità
operative di Neurologia e di Fisiatria della regione Liguria. Ogni unita’ operativa inoltre si occuperà
di mantenere contatti con i medici di medicina generale, al fine di mantenere flussi informativi bidirezionali di informazioni, richieste e raccolta dati.
4) Rapporti con i pazienti affetti da Neuropatia ereditaria e con le Associazioni laiche
Il numero verde sarà reso disponibile anche ai pazienti della regione Liguria affetti da CMT, al fine
di garantire una conoscenza dei centri regionali di I e II livello coinvolti nella gestione del soggetto
con neuropatia ereditaria e di fornire informazioni di base sulla malattia. L’accesso a questi servizi
sarà anche facilitato dalla segnalazione del numero verde e dei centri regionali di I e II livello sui
siti web della associazioni del pazienti con neuropatia ereditaria: 1) Associazione Charcot-MarieTooth rete (ACMTrete) e 2) Associazione Italiana Charcot-Marie-Tooth (AICMT). Il
raggiungimento di questo obiettivo è garantito dal fatto che le informazioni sull’Ambulatorio
Integrato per le Neuropatie Ereditarie (organigramma, modalità di accesso etc) sono già presenti sui
siti delle due associazioni. Dovranno essere sviluppate le informazioni sui centri delle diverse
provincie attivi nel settore.
Infine saranno organizzati incontri annuali, con scopi eminentemente divulgativi, fra i consigli
direttivi delle due associazioni, i pazienti liguri affetti da CMT e gli operatori dell’Ambulatorio
Integrato per le Neuropatie Ereditarie e degli altri centri di I livello.
Compiti dei Centri
I Centri e gli Operatori sanitari a diverso titolo coinvolti nella realizzazione del presente progetto
sono i seguenti:
ƒ
Centro di II livello: Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica
ƒ
Centri di I livello: reparti di Neurologia ospedalieri, unità operative complesse o semplici di
Neurofisiopatologia, reparti ospedalieri di Genetica Medica, reparti di Fisiatria
ƒ
Specialisti neurologi e fisiatri territoriali
ƒ
Medici di Medicina generale
Il Centro di II livello avrà il compito di coordinare le attività dei centri di I livello, specialisti
neurologi e fisiatri territoriali e medici di medicina generale garantendo: 1) un servizio di
informazione continua mediante numero verde, 2) un servizio di consulenza neurologica e genetica
superspecialistica alla fine della quale il paziente verrà affidato nuovamente al centro di I livello di
provenienza e da questo riferito al medico di medicina generale o allo specialista ambulatoriale, 3)
l’esecuzione dei tests genetici diagnostici, 4) l’elaborazione di un programma riabilitativo che sarà
poi possibile effettuare in ambiente fisiatrico territoriale, 5) compilazione della cartella
NEUROPA ed inserimento del paziente nel registro regionale, 6) aggiornamento e mantenimento
del registro regionale, 7) organizzazione di seminari e corsi di aggiornamento.
14
I Centri di I livello avranno il compito di fungere da strutture di riferimento per specialisti
ambulatoriali e medici di base garantendo: 1) visita neurologica (nel caso il paziente venga inviato
dal medico di medicina generale), 2) studio neurofisiologico, 3) relazione per il Centro di II livello
con le indicazioni primarie per l’esecuzione degli esami successivi (tests genetici, inserimento del
paziente nel registro regionale), 3) visite di controllo periodico
Gli specialisti neurologi e fisiatri territoriali avranno il compito di fungere da struttura di
riferimento per i medici di medicina generale garantendo: 1) valutazione del paziente e richiesta,
quando necesrio, di esami neurofisiologici, da eseguirsi nei centri di I livello, 2) in pazienti già
adeguatamente studiati ma mai inseriti nel registro regionale, compito degli specialisti territoriali
sarà quello di segnalare il caso al centro di II livello per la registrazione, 3) visite di controllo
periodico.
I medici di medicina generale costituiranno il primo filtro di valutazione dei pazienti garantendo
loro: 1) adeguata preparazione nel riconoscimento di una sospetta neuropatia ereditaria, 2) richiesta
di consulenza neurologica agli specialisti territoriali o alle strutture di I livello, 3) assistenza dei
pazienti mediante visite periodiche di medicina generale, prescrizione di esami routinari di controllo
e di valutazioni neurologiche e/o fisiatriche annuali, 4) segnalazione di casi già studiati ma non
ancora noti al centro di II livello per l’inserimento nel registro regionale.
15
Allegato 3
Malattie rare
Presidio Regionale di riferimento
Corea di Huntington - RF0080
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Distonia di torsione idiopatica - RF0090
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Malattie spino-cerebellari:
Atassia di Friedreich - RFG040
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia
e Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Sclerosi laterale amiotrofica - RF0100
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Sclerosi laterale primaria - RF0110
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Narcolessia - RF0150
Cattedra di Neurofisiopatologia
Dipartimento Testa Collo, San Martino
Neuropatie ereditarie - RFG060
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Steele-Richardson-Olszewski sindrome - RF0170
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Polineuropatia cronica infiammatoria
progressiva demielinizzante - RF0180
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
16
Università San Martino
Eaton Lambert sindrome - RF0190
Distrofie miotoniche di Steinert - RFG090
Atrofia ottica di Leber – RF0300
Genova, 13/12/2006
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Clinica Neurologica I e II
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e
Genetica (DiNOG), Azienda Ospedale
Università San Martino
Gianluigi Mancardi
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Allegato 4
SC LABORATORIO DI GENETICA E.O. OSPEDALI GALLIERA GENOVA
TEST GENETICI EFFETTUATI
DICEMBRE 2006
CITOGENETICA PRE e POST NATALE
CARIOTIPO SU MATERIALE ABORTIVO
CARIOTIPO SU VILLI CORIALI I TRIMESTRE
CARIOTIPO FETALE SU AMNIOCITI II TRIMESTRE
CARIOTIPO SU SANGUE FETALE
CARIOTIPO SU SANGUE PERIFERICO
CARIOTIPO SU FIBROBLASTI O ALTRI TESSUTI
TEST AL DEB o ANEMIA DI FANCONI
CARIOTIPO SU LINFOCITI IRRADIATI E NON
CARIOTIPO AD ALTA RISOLUZIONE CON COLTURA
CITOGENETICA MOLECOLARE
IBRIDAZIONE IN SITU DELLE METAFASI CON SONDE MOLECOLARI A RICHIESTA
SU METAFASI
SU NUCLEI INTERFASICI
SINDROME DA MICRODELEZIONI
SINDROME DI GEORGE
S. PRADER WILLI-ANGELMAN
S. MILLER DIECKER
S. WOLF HIRCSHHORN
S. MOWAT WILSON
S. GREIG
S. LERI-WEILL
S. WILLIAMS
SOTOS CITOGENETICA MOLECOLARE
RIARRANGIAMENTI TELOMERICI:
CGH MICROARRAY
IN CASO DI REFERTO PATOLOGICO SONO PREVISTE ULTERIORI INDAGINI CON SONDE
COSMIDICHE
RIARRANGIAMENTI CROMOSOMICI:
TRASLOCAZIONI ROBERTSONIANE
TRASLOCAZIONI CON DEFINIZIONE PUNTO DI ROTTURA
DELEZIONI
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DUPLICAZIONI
INVERSIONI
DELEZIONI CON PUNTO DI ROTTURA
DUPLICAZIONI CON PUNTO DI ROTTURA
INVERSIONI CON PUNTO DI ROTTURA
MARKER DA IDENTIFICARE
CRI DU CHAT (5P-)
GENITORE CRI DU CHAT
NUCLEI INTERFASICI SU LIQUIDO AMNIOTICO
MICROCITEMIA
ESAMI 1° LIVELLO BASE
TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE
DOSAGGIO G6PD
ESAMI MOLECOLARI vedi elenco
GENETICA MOLECOLARE
MALATTIA
OMIM
GENE
MIM
IPEX
304790 FOXP3
300292
Sindrome di Aarskog
305400 FGD1
300546
Sindrome di BOR
113650 EYA1
601653
Sindrome di Sotos
117550 NSD1
606681
Malattia di Alzheimer
607822 PSEN1
104311
Malattia di Alzheimer
600759 PSEN2
600759
Malattia di Alzheimer
104300 APP
104760
Fibrosi Cistica
219700 CFTR
602421
Febbre Mediterranea Familiare
249100 MEFV
608107
Trombofilia ereditaria
188005 FV
227400
FII
176930
MTHFR
607093
Sindrome X Fragile
309550 FMR1
309550
Cardiomiopatia ipetrofica
192600 MYH7
160760
Cardiomiopatia ipetrofica
115997 MYBPC3
600958
FRAXE
Cardiomiopatia ipertrofica
TNNT2
Sindrome di Mowat-Wilson
235730 ZFHX1B
605802
Sindrome di Pendred
274600 SLC26A4
605645
19
Sindrome di Gilbert
143500 UGT1A1
191740
Acondroplasia
100800 FGFR3
134934
Ipocondroplasia
146000 FGFR3
134934
Displasia Tanatofora I
187600 FGFR3
134934
Displasia Tanatofora II
187601 FGFR3
134934
Sindrome di Muenke
602849 FGFR3
134934
Craniostenosi
218500 FGFR1
136350
FGFR2
176943
Sindrome di Apert
101200 FGFR2
176943
Sindrome di Beare-Stevenson
123790 FGFR2
176943
Sindrome di Jackson Weiss
123150 FGFR2
176943
Sindrome di Kallmann
147950 FGFR1
136350
Sindrome di Pfeiffer
101600 FGFR2
176943
FGFR1
136350
123500 FGFR2
176943
FGFR3
134934
101400 TWIST
601622
FGFR3
134934
Sindrome di Robinow Sozauf
180750 TWIST
601622
Sindrome di Leri Weill
127300 SHOX
312865
Displasia Mesomelica di Langer
249700 SHOX
312865
Bassa statura idiopatica
604271 SHOX
312865
Displasia campomelica
114290 SOX9
608160
Displasia campomelica acampomelica
602196 SOX9
608160
Pseudoacondroplasia
177170 COMP
600310
Displasia multipla epifisaria
132400 COMP
600310
Sinpolidattilia
186000 HOXD13
142989
Brachidattilia
113300 HOXD13
142989
Malformazioni degli arti
113200 HOXD13
142989
Sindrome di Grieg
174700 GLY3
165240
Sindrome di Pallister-Hall
146510 GLY3
165240
Sindrome acrocallosa
200990 GLY3
165240
Polidattilia postassiale A/B
174200 GLY3
165240
Craniosinostosi tipo Boston
604757 MSX2
123101
PFM1
168500 MSX2
123101
Sindrome di Crouzon
Sindrome di Saethre-Chotzen
20
DC
168550 MSX2
123101
Sindrome oculodentodigitale ( ODD )
164200 GJA1(Cx43)
121014
Sordità neurosensoriale profonda del30
220290 GJB6(Cx30)
604418
Sordità neurosensoriale profonda (DFNB1)
220290 GJB2(Cx26)
121011
Sordità neurosensoriale profonda (DFNA3)
601544 GJB6(Cx30)
604418
Sordità conduttiva con fissazione della staffa
304400 POU3F4
300039
Sordità indotta da aminoglicosidi
580000 MTRNR1
561000
MTTS1
590080
Insensibilità agli androgeni
313700 HAR
Sindrome di Kennedy
313200 HAR
Infertilità
415000 AZF regions
Epilessia mioclonica grave dell' infanzia
607208 SCN1A
182389
Epilessia mioclonica progressiva di Lafora
254780 EPM2A
607566
NHLRCA
313700
313200
608072
Epilessia mioclonica progressiva di Unverricht-Lundborg
254800 CSTB
601145
Epilessia notturna del lobo frontale
600513 CHRNA4
118504
Crisi infantili familiari benigne
607745 SCN2A
182390
Convulsioni neonatali familiari benigne
121200 KCNQ2
602235
Emocromatosi
235200 HFE
235200
Emocromatosi tipo 3
604250 TFR2
604760
Favismo ( e crisi emolitiche da farmaci )
134700 G6PD
305900
Anemia falciforme
603903 HBB
141900
HPFH
141749 HBG1
142200
HBG2
142250
Talassemia beta
141900 HBB
141900
Talassemia alfa
141800 HBA1
141800
141850 HBA2
141850
142000 HBD
142000
Talassemia delta
Emoglobinopatie alfa
HBA1
141800
HBA2
141850
Emoglobinopatie beta
HBB
141900
Emoglobinopatie gamma
HBG1
142200
HBG2
142250
HBD
142000
Emoglobinopatie delta
21
Sindrome do Prader Willi
Sindrome di Angelman
Sindrome di Silver Russel (UPD7)
UPD 14
UPD15
UPD6
Contaminazione materna per dp
SRY
CONSULENZA COLLEGATA AI TEST GENETICI
AMBULATORIO DI GENETICA CLINICA Æ Visite e consulenze genetiche
____________________________________________________________________
IRCCS G. GASLINI - GENOVA
U. O. GENETICA MOLECOLARE E CITOGENETICA
Consulenza Genetica
Consulenza di genetica medica
Consulenza Teratologia in collaborazione con U.O. Farmacia: priva di codice specifico
DIAGNOSTICA MOLECOLARE
1) Ricerca di mutazioni nei 21 esoni del gene RET (Malattia di Hirschsprung)
2) Ricerca di mutazioni in 6 esoni del gene RET (Neoplasie Endocrine Multiple di tipo sia 2A che
2B + Carcinoma midollare della tiroide sia sporadico che familiare)
3) Ricerca di mutazioni nei 3 esoni del gene SOX10 (Shah-Waarderburg + PCWH)
4) Ricerca di mutazioni negli 11 esoni del gene MVK (Sindrome da Iper-IgD)
5) Ricerca di mutazioni in 6 esoni del gene TNFRSF1A (Sindrome da febbre periodica associata al
recettore del TNF)
6) Ricerca di mutazioni nell’esone3 del gene CIAS1 (Chronic Infantile Neurological Cutaneous
and Articular Sindrome + Sindrome di Muckle-Wells + Orticaria da freddo)
7) Ricerca di mutazioni nei 9 esoni del gene GFAP (Malattia di Alexander)
8) Ricerca di mutazioni nei 9 esoni del gene GLRA1 (Startle disease)
9) Ricerca di mutazioni negli 8 esoni del gene LMX1B (Nail Patella syndrome)
10) Ricerca di mutazioni nei 3 esoni del gene PHOX2B (Ipoventilazione Centrale Congenita)
LABORATORIO DI CITOGENETICA – Servizio di Genetica Molecolare
CARIOTIPO SU COLTURA DI LINFOCITI
22
CARIOTIPO SU SANGUE FUNICOLARE
CARIOTIPO SU LIQUIDO AMNIOTICO
CARIOTIPO SU VILLI CORIALI
CARIOTIPO SU FIBROBLASTI
Indagini eseguite secondo le più recenti tecniche di riferimento:
IBRIDAZIONE IN SITU (FISH) IN INTERFASE PER CROMOSOMI 13, 21, X, Y, 18:
RICERCA RIARRANGIAMENTI SUBTELOMERICI
LAB. DIAGNOSI PRE-POSTNATALE MALATTIE METABOLICHE
ENZIMI LISOSOMIALI:
β-esosaminidasi (su cellule)
α-fucosidasi (su cellule)
α-galattosidasi (su cellule)
β-galattosidasi (su cellule)
β-glicuronidasi (su cellule)
α-glucosidasi (su cellule)
β-glucosidasi (su cellule)
α-iduronidasi (su cellule)
α-mannosidasi (su cellule)
β-mannosidasi (su cellule)
α-NAGA (su cellule)
AcCoA-glucososamina-N-transferasi (su cellule)
Arilsulfatasi A (su cellule)
Arilsulfatasi B (su cellule)
Eparina sulfamidasi (su cellule)
Galattocerebrosidasi (su cellule)
Galattoso -6 -sulfatasi (su cellule)
Iduronato -solfatasi (su cellule)
Lipasi acida (su cellule)
N-acetil -α -glucosaminidasi (su cellule)
N-acetilglucosamina -6 -sulfatasi (su cellule)
N-acetil-α-glucosaminidasi (su cellule)
Neuraminidasi (su cellule)
Palmitoil tioesterasi (su cellule)
Sfingomielinasi (su cellule)
Chitotriosidasi (su siero)
Iduronato -solfatasi (su siero)
β-esosaminidasi (su siero)
α-fucosidasi (su siero)
α-galattosidasi (su siero)
α-mannosidasi (su siero)
Arilsulfatasi A (su siero)
Screening MPS su carta
Cromatografia MPS
Dosaggio MPS
Dosaggio cheratansolfato
Sulfatidi
23
Screening acido sialico libero
Acido sialico
LABORATORIO DI PATOLOGIA NEURO-MUSCOLARE
1. Ricerca delle delezioni/duplicazioni del gene DYS (Distrofinopatie)
2. Ricerca delle delezioni degli esoni 7 e 8 del gene SMN (Atrofia Muscolare Spinale)
3. Analisi quantitativa delle delezioni del gene SMN (Atrofia Muscolare Spinale)
4. Analisi molecolare del gene SEPN (Miopatia Congenita e Spina Rigida)
5. Analisi molecolare del gene POMGnT1 (Distrofia Congenita Muscle-Eye)
6. Analisi molecolare del geneACTA1 (Miopatia Congenita)
7. Analisi molecolare del gene GNE (Miopatia da Corpi Inclusi)
8. Ricerca di mutazione del DNA mitocondriale per la malattia di Leber (Malattia di Leber)
9. Ricerca di delezione del DNA mitocondriale (Mitocondriopatie)
10. Dosaggio di mutazione puntiforme del DNA mitocondriale (Mitocondriopatie)
11. Analisi molecolare dei geni dei tRNA mitocondriali (Mitocondriopatie)
12. Analisi molecolare dei geni MTATP6/MTATP8 (Mitocondriopatie)
13. Analisi molecolare dei geni MTCO1/MTCO2/MTCO3 (Mitocondriopatie)
14. Analisi molecolare del complesso I mitocondriale (Mitocondriopatie)
15. Analisi molecolare del gene SURF1 (Mitocondriopatie)
16. Ricerca di Mutazioni del gene PYGM (Glicogenosi tipo V)
17. Analisi molecolare del gene PYGL (Glicogenosi tipo VI)
18. Analisi molecolare del gene GBE1 (Glicogenosi tipo IV)
19. Analisi molecolare del gene AGL (Glicogenosi tipo III)
20. Analisi molecolare del gene PHKG2 (Glicogenosi tipo VIII)
21. Analisi molecolare del gene PHKA1 (Glicogenosi tipo VIII)
22. Analisi molecolare del gene M-PFK (Glicogenosi tipo VII)
23. Ricerca di Mutazioni nel gene CPT2 (Deficit Carnitina Translocasi II)
24. Analisi molecolare del gene AMPD1 (Deficit Adenosina Deaminasi)
25. Analisi molecolare del gene CPT1 (Deficit Carnitina Translocasi I)
26. Analisi molecolare del gene GAN (Neuropatie Giganto-assonale)
27. Analisi molecolare del gene LAMP2 (Malattia di Danon)
28. Analisi molecolare del gene CGI-58 (Malattia di Canarin)
29. Analisi molecolare del gene LDH-A (Deficit di lattico deidrogenasi)
30. Analisi molecolare del gene PDH-A1 (Deficit di piruvato deidrogenasi)
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U.O. CLINICA PEDIATRICA
Direttore Prof. Renata Lorini
Laboratorio per lo Studio degli Errori Congeniti del Metabolismo – Coordinatore U. Caruso
Laboratorio di Diabetologiao – Coordinatore U. Caruso
Descrizione esame
Organico aciduria
Acidi organici liquido amniotico
Acidi grassi a catena molto lunga (VLCFA)
Tipizzazione genomica HLA-DQA1 ad alta
risoluzione
Tipizzazione genomica HLA-DQB1 ad alta
risoluzione
Acidi organici volatili
Potenziali di ossidoriduzione
Purine e pirimidine
Descrizione esame
Acidi organici sangue
Acidi organici liquor
Aminoacidi dosaggio singolo
Sudore (esame con determinazione Na+ e K+)
Acido orotico – dosaggio
Descrizione esame
Cromatografia degli aminoacidi **
Determinazione Na+ e Cl – nel sudore **
Plasmalogeni eritrocitari
Carnitina libera
Acil-carnitine
Dosaggio Succinilacetone
Guanidino acetato
Dosaggio attività biotinidasi plasmatica
Omocisteina totale
7 deidrocolesterolo
Acidi biliari non-coniugati
LABORATORIO SULLA FISIOPATOLOGIA DELL'UREMIA
diagnostica di Nefronoftisi tipoI (non codificata)
CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE PER LE MALATTIE
EMORRAGICHE e l’individuazione del Rischio Trombotico Pediatrico Ereditario
Patologie studiate: Emofilia A e B, Von Willebrand, coagulopatie minori, Trombofilie
ereditarie.
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Prestazione eseguita
Ricerca di mutazione con dHPLC
Dosaggio attività Fattore VIII:C
Dosaggio antigenico VWF:Ag
Attività Fattore Von willebrand (VWF:RCo)
FATTORE vWF ANALISI
MULTIMERICA ad alta risoluzione
3) Prestazioni eseguite ma non imputate:
Consulenza genetica per emofilia (diagnosi prenatale):
LABORATORIO U.O. NEUROCHIRURGIA
Responsabile: Dott.ssa Capra
DIAGNOSTICA MOLECOLARE
Analisi mutazionale del gene EMX-2 in pazienti affetti da schizencefalia
•
•
Analisi mutazionale del gene HLXB9 in pazienti affetti da Sindrome di Currarino
Analisi di varianti polimorfiche di geni coinvolti nel metabolismo del folato in pazienti affetti da
Difetti del Tubo Neurale e nei loro genitori (MTHFR C677T; MTHFR A1298C; RFC-1 A80G;
CBS 844ins 68; MTHFD1 G1958A)
Indagine molecolare effettuata mediante PCR-RFLP:
DIAGNOSTICA CLINICA
Consulenza genetica per famiglie con figli affetti da Difetti del Tubo Neurale, Craniostenosi,
Tumori del Sistema Nervoso Centrale, Sindromi Genetiche Tumorali e Disordini dello Sviluppo
Corticale.
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Università degli Studi – Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e GeneticaAzienda Ospedaliera Universitaria San Martino - Genova
Struttura Complessa U.O. di Genetica Medica
Diagnosi molecolare della corea di huntington.
Diagnosi molecolare delle atassie spinocerebellari (sca) tipo 1, 2, 3, 6 e 7.
Diagnosi molecolare dell’atassia di friedreich
Diagnosi delle neuropatie ereditarie.
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CENTRO TUMORI EREDITARI IST - GENOVA
•
Test genetici per la diagnosi molecolare di forme eredo-familiari:
- gene APC (Poliposi adenomatosa familiare-FAP/s. di Gardner)
- gene MYH (Poliposi multipla, FAP attenuata)
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- geni MSH2, MLH1, MSH6 (HNPCC/s. di Lynch) (di prossima attivazione)
- geni BRCA1 e BRCA2 (Tumore della mammella e/o dell’ovaio)
Test genetici su tessuto tumorale per l’individuazione di fenomeni associati ad una base eredofamiliare
- test MSI (test di instabilità dei microsatelliti nel sospetto di HNPCC/s. di Lynch
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