riassunto

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Mento Marina
Matricola: 49839
Titolo tesi: La formazione dell’accordo contrattuale.Profili comparatistici
RIASSUNTO
La tesi analizza i diversi modelli di formazione dell’accordo contrattuale, nonché le
tecniche di regolazione apprestate dai diversi sistemi.
Il lavoro si compone di tre parti: la prima è interamente dedicata allo studio delle
questioni connesse all’accordo contrattuale così come sono emerse dal dibattito
dottrinale e dalle interpretazioni giurisprudenziali nell’ambito dell’ordinamento italiano.
La seconda è interamente dedicata alla comparazione con i corrispondenti istituti
operativi nell’ambito del contract law inglese. La terza si sofferma sulla considerazione
dei più recenti tentativi di armonizzazione delle discipline in amito europeo.
Più speficamente nella Prima parte si prende in considerazione, innanzitutto, la
qualificazione che dell’accordo è stata offerta dai giuristi italiani, a partire
dall’ermeneusi dell’art. 1321 c.c. – che è norma su cui è integralmente basato il sistema
contrattuale italiano – nel combinato disposto con l’art. 1325 c.c.. Così vengono
proposti gli argomenti principali sviluppati in seno alle diverse teorie che ora hanno
esaltato il dogma della volontà, ora hanno reso centrale il ruolo della dichiarazione. Di
tali teorie, in un’ottica di comprensione comparata delle soluzioni normative, si riscopre
la genesi e la derivazione dalla cultura giuridica francese e tedesca. L’attenzione è,
quindi, posta sui diversi “schemi tipici” di conclusione del contratto. Una particolare
indagine è sviluppata in ordine al coordinamento delle disposizioni dettate dagli artt.
1326, 1327 e 1333 c.c. Specifica considerazione riveste anche la questione della
rilevanza giuridica del silenzio. Il lavoro si concentra, quindi sulla questione della
revocabilità di proposta ed accettazione. A far da cornice a tali qestioni, subentra anche
il delicato problema della interpretazione della clausola generale della buona fede
oggettiva. Una breve analisi è rivolta ancora ai vizi del consenso che possono inficiare il
consenso raggiunto. Infine, si considera come il fenomeno della globalizzazione abbia
influenzato anche il nostro ordinamento: la nostra tradizione giuridica, si trova, infatti, a
fare i conti con nuovi strumenti, tra cui i “ contratti di massa” e gli “accordi telematici”.
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La seconda parte del lavoro considera i tratti salienti relativi alla disciplina contrattuale
nell’area di common law, così come significativamente incentrata sul valore
impegnativo della promessa. L’accordo,
espresso nell’ordinamento inglese con il
sostantivo agreement, viene definito come manifestazione delle parti di volersi
vincolare. E’ questo il classico principio della <<freedom of contract >> che sancisce la
libertà e l’autonomia della parti a concludere il contratto e a determinarne il contenuto.
Specifica attenzione viene prestata a quelli che sono gli obiettivi fondamentali
perseguiti dalla law of contract. In quest’ambito non può mancare una autonoma
trattazione della consideration, che individua il fondamento della vincolatività della
promessa. Essa viene, infatti e principalmente, definita come il requisito di reciprocità
per l’esigibilità delle promesse contrattuali. In stretta correlazione si pone la questione
della vincolatività delle cosiddette promesse “gratuite” e della configurabilità dei
contratti unilaterali.
In ordine ai modelli prescelti ai fini della conclusione del contratto una specifica
considerazione viene riservata alla c.d. mailbox rule, incentrata sul principio di
spedizione. Si nota ancora come anche i gentleman’s agreements e le “letters of intent”
vengano disciplinati con particolare attenzione. Autonoma trattazione viene riservata
alle diverse tipologie di implied terms ed alla funzione che essi assumono in sede di
interpretazione del testo contrattuale.
Il terzo ed ultimo capitolo si volge alla considerazione dell’incidenza del diritto
comunitario sui singoli diritti nazionali, individuandone le principali fasi e verificando
come l’armonizzazione abbia superato le formule iniziali e lo scarto che era possibile
trovare, nel contesto nazionale, tra declamazioni di principio e regole operazionali.
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