MICROECONOMIA Riassunti tratti dal libro di testo "Microeconomia" Katz & Rosen, III Edizione anno accademico 2012-2013 Capitolo 1 L'economia politica spiega il risultato delle azioni di individui o di altri soggetti economici, all'interno di un contesto istituzionale anch'esso di natura individuale, detto mercato. Il problema della scarsità delle risorse presenti sul nostro pianeta, implica una scelta da parte degli individui e della società ed un comportamento economico dei singoli operatori. Innanzitutto gli economisti si pongono tre importanti domande: Che cosa si deve produrre? Come si deve produrre? A chi destinare il prodotto finito? Questi interrogativi possono essere riassunti nel concetto di allocazione delle risorse, inteso come il modo in cui le risorse che la società ha a disposizione vengono impiegate e distribuite. Ogni governo deve scegliere che cosa produrre in condizioni di scarsità in base al concetto di costo-opportunità, inteso come il valore della migliore alternativa a cui si rinuncia per avere un determinato bene. Questo concetto è valido sia individualmente che collettivamente. Dal momento che tutte le risorse sono scarse, la società deve scegliere quali fra queste destinare alla produzione di beni. Nessuno può ottenere tutto ciò che vorrebbe, perciò ogni società deve mettere a punto un meccanismo di distribuzione di beni e servizi più o meno equo. In sistemi economici non pianificati (di mercato), l'allocazione delle risorse dipende dalle dicisioni autonome dei consumatori e dei produttori. Marginale = Aggiuntivo. Se il costo marginale è superiore al beneficio marginale significa che vi è un eccesso di azione X (spreco). Al contrario, se il costo marginale è inferiore al beneficio marginale si presenta un difetto di azione X (mancanza). Di conseguenza MB = MC. Questa condizione di equilibrio è detta principio equimarginale. In un sistema di mercato, se si sta producendo una quantità eccessiva di un bene il suo prezzo diminuisce, mentre se se ne sta producendo una quantità insufficiente il suo prezzo aumenta. Prezzo stabile = Equilibrio fra (il prezzo della) quantità prodotta e (il prezzo della) quantità desiderata dai consumatori. Quali fattori influiscono sulle decisioni delle famiglie rispetto al consumo di un certo bene? • Prezzo • Reddito • Prezzo dei beni collegati • Gusti Quali fattori determinano la quantità di un bene che le imprese offrono sul mercato? • Prezzo • Prezzo degli input • Sistema di produzione (teconologia) 1. Scheda (o curva) di domanda D: indica la relazione tra prezzo di mercato di un bene e quantità domandata di quel bene, ceteris paribus. Ha pendenza negativa. 2. Scheda (o curva) di offerta S: indica la relazione tra prezzo di mercato e quantità del bene che i produttori sono disposti ad offrire, ceteris paribus. Ha pendenza positiva. Quando un qualunque fattore di queste due curve varia la curva parallelamente verso destra o verso sinistra, mentre per quanto riguarda il prezzo, la sua variazione determina uno spostamento lungo la curva stessa. E = Situazione che perdura nel tempo perché nessuno ha motivo di modificare il proprio comportamento (punto di equilibrio). Al contempo, si ha un'efficienza allocativa, in quanto tutti i soggetti economici che intervengono sul mercato realizzano il massimo vantaggio possibile dallo scambio. Capitolo 2 La teoria economica delle scelte presuppone che le preferenze dei consumatori rispondano a tre condizioni o assiomi. Assioma di completezza: proposte due combinazioni qualsiasi al consumatore, egli è sempre in grado di dire quale delle due preferisce, o se le considera equivalenti. Assioma di transitività: le preferenze del consumatore sono tali che, se il paniere X è preferibile al paniere Y e il paniere Y preferibile al paniere Z, allora il paniere X è preferibile al paniere Z. Assioma di non sazietà: una combinazione contenente una quantità maggiore di uno dei due beni verrà sempre preferita ad una contenente una quantità minore. Non è un assioma fondamentale. Curva di indifferenza = l'insieme di tutte le combinazioni di due o più beni considerate equivalenti dal consumatore. Il valore assoluto della pendenza di una curva di indifferenza indica in base a quale rapporto il consumatore è disposto a scambiare un bene con un altro ed è detto MRS = Marginal Rate of Substitution (Saggio Marginale di Sostituzione). Essendo il MRS decrescente, la curva di indifferenza generica è detta convessa rispetto all'origine. Essistono, tuttavia, altri tipi di curve: • Beni perfetti sostituti (beni intercambiabili): le curve di indifferenza saranno delle rette poiché il MRS è costante. • Beni perfetti complementi: vengono utilizzati proporzionalmente, perciò le curve di indifferenza formano un angolo retto. • Mali: dato che non vale l'assioma di non sazietà per i mali, le curve di indifferenza e il MRS sono crescenti. Il vincolo di bilancio lineare è la curva che rappresenta le combinazioni di beni tra cui il consumatore può scegliere, dati i prezzi e il reddito. I = PxX + PyY • Intercetta verticale = I / Py • Intercetta orizzontale = I / Px • Pendenza = - Px / Py Quando il reddito del consumatore varia, ma il rapporto tra prezzi rimane costante, il vincolo di bilancio si sposta parallelamente a se stesso. Quando il prezzo di uno dei due beni varia e gli altri elementi rimangono costanti, l'intercetta del vincolo sull'asse corrispondente al bene il cui prezzo è cambiato, si sposta. Vincoli di bilancio non lineari: • Razionamento, non è possibile ottenere più di un tot di un certo bene indipendentemente dal suo prezzo, quindi il prezzo del bene in questione è infinito. • Sconti di quantità (prezzi decrescenti), il vincolo è una linea spezzata. Affinché via sia equilibrio nella scelta del consumatore MRSxy = Px/Py. In una soluzione d'angolo, però, MRSxy ≤ Px/Py perché il punto di equilibrio si trova in corrispondenza di un'intercetta. Soluzione d'angolo = Paniere dal quale è escluso uno dei beni a disposizione. Capitolo 3 Statica comparata: confronto di due situazioni di equilibrio. Una variazione del prezzo di uno dei due beni determina uno spostamento del vincolo di bilancio; cambia, perciò, l'insieme dei panieri di consumo ammissibili. Il consumatore, quindi, deve scegliere una nuova combinazione ottimale. Le sue preferenze, tuttavia, rimangono invariate, Curva prezzo-consumo: l'insieme di panieri di equilibrio individuati, facendo variare il prezzo di un bene, ceteris paribus. I beni sostituti sono beni che soddisfano bisogni simili. L'aumento del prezzo di un bene determina un incremento della quantità domandata di un suo sostituto. I beni complementari si comportano al contrario. Beni non correlati sono indipendenti l'uno dall'altro. Variazione della scheda di domanda: spostamento dell'intera curva. Variazione della quantità domandata: spostamento lungo la curva. Bene normale: bene il cui consumo aumenta all'aumentare del reddito, ceteris paribus. Bene inferiore: bene il cui consumo diminuisce all'aumentare del reddito, ceteris paribus. Curva reddito-consumo: l'insieme dei panieri di equilibrio individuati facendo variare il reddito del consumatore. Curva di domanda individuale: tutti i punti di equilibrio, dati quantità e prezzo. Dal punto di vista del beneficiario, un trasferimento in natura può essere, sì, equivalente ad uno monetario, ma non potrà mai essere preferibile. Potrebbe essere, però, meno soddisfacente. Un bene si dice fungibile se può essere scambiato liberamente con qualsiasi altro bene, per esempio il denaro. L'elasticità della domanda al prezzo è il valore assoluto del rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo. ε = - %ΔX/%ΔP, dalla quale deriviamo ε = -ΔX/X : ΔP/P. Conoscendo l'elasticità della domanda al prezzo possiamo prevedere di quanto varierà la somma spesa per l'acquisto di un certo bene, al variare del suo prezzo. Spesa totale: numero di unità acquistate X per il loro prezzo unitario p. Spesa totale = X x p. Una curva di domanda per la quale ε < 1, in prossimità di un certo prezzo, si dice anelastica a quel prezzo. La spesa totale aumenta quando il prezzo del bene aumenta. La quantità domandata non risente molto delle variazioni di prezzo. Dal momento che la quantità domandata diminuisce di poco quando il prezzo aumenta, i consumatori finiscono per spendere di più. Una curva di domanda per la quale ε > 1, in prossimità di un certo prezzo, si dice elastica a quel prezzo. Il calo % delle quantità domandata è maggiore dell'aumento % del prezzo, perciò la spesa totale diminuirà. La curva di domanda è estremamente sensibile alle variazioni di prezzo. Nel caso in cui ε = 1, si parla di elasticità unitaria della domanda al prezzo. L'incremento % del prezzo coincide con il calo % della quantità domandata perciò la spesa totale per l'acquisto del bene rimane invariata, al variare del prezzo di quel bene. • Casi particolari: Curva di domanda verticale: quando la curva è verticale, la quantità domandata non cambia al variare del prezzo. Si tratta di una curva di domanda perfettamente anelastica. 3. Curva di domanda orizzontale: quando la curva è orizzontale, i consumatori sono disposti ad acquistare la massima quantità possibile del bene al prezzo corrente. Tuttavia, non appena il prezzo aumenta, la quantità domandata scende a zero. Si tratta di una curva di domanda infinitamente elastica. 4. Elasticità incrociata della domanda. εxy = %ΔX/%ΔPy, indica in che misura due beni sono sostituti o complementari. εxy > 0, X e Y beni sostituti; εxy < 0, X e Y beni complementari; εxy = 0, X e Y beni non correlati. Elasticità della domanda al reddito. ε = %ΔX/%ΔI ε < 0, X bene inferiore; 0 < ε < 1, X bene normale; ε > 1, X bene di lusso. Capitolo 4 Legge della domanda: le curve di domanda sono decrescenti perché all'aumentare del prezzo di un bene, la quantità domandata di quel bene diminuisce, ceteris paribus. Effetto sostituzione: l'effetto di una variazione di prezzo sulla quantità domandata di un bene, dovuto esclusivamente al fatto che il suo prezzo relativo è cambiato. Effetto reddito: l'effetto di una variazione di prezzo sulla quantità domandata di un bene, dovuto esclusivamente al fatto che il reddito reale del consumatore è cambiato. Variazione compensativa (CV): la somma di denaro con cui bisognerebbe compensare un consumatore dopo una variazione di prezzo, in modo che il suo livello iniziale di utilità rimanga invariato. Variazione equivalente (EV): una variazione del reddito che produce, sul livello di utilità del consumatore, un effetto equivalente a quello di una determinata variazione di prezzo. N.B. Queste variazioni avvengono sull'asse y. La curva di domanda può essere interpretata come una scheda del valore marginale, in quanto, per ogni unità del bene consumata, indica il valore che l'individuo attribuisce a quella ulteriore unità. Surplus del consumatore: la differenza tra il prezzo che il consumatore sarebbe disposto a pagare per un bene e quanto effettivamente questo bene gli costa. Capitolo 5 Input forniti dalle famiglie: • Lavoro L (1) • Capitale K (2) Dotazione di tempo = il numero massimo di ore che un individuo può dedicare al lavoro e al tempo libero, in un determinato periodo di tempo. Tuttavia, non accade sempre così: quando si tratta di beni venduti, anziché comprati, effetto reddito ed effetto sostituzione si indeboliscono a vicenda, dando luogo a reazioni imprevedibili. Surplus del produttore: l'eccesso di reddito che un individuo percepisce, rispetto a quello minimo che richiederebbe per fornire un certo numero di unità di un dato input. 2. Capitale: • Capitale fisico. • Capitale finanziario. Il vincolo di bilancio intertemporale, in un modello del ciclo vitale, rappresenta la relazione che intercorre tra i livelli di consumo relativi a periodi diversi. La combinazione detta paniere delle dotazioni è la posizione in cui non si effettuano scambi con il mercato. E' il paniere che l'individuo può consumare se non risparmia, né prende in prestito, denaro. La mappa di indifferenza intertemporale. In conclusione si verificano i seguenti effetti: • Effetto sostituzione: costo-opportunità Co cala, Co aumenta, il risparmio diminuisce. • Effetto reddito: il reddito diminuisce, perché, essendo risparmiatori, l'interesse scende e ci rende più poveri. Tuttavia, essendo Co un bene normale, Co diminuisce ed aumenta il risparmio. Curva di offerta di risparmio di mercato: scheda indicante la quantità complessiva di risparmio che tutti gli individui sono disposti ad offrire, in corrispondenza di ciascun tasso di interesse, ceteris paribus. Il capitale umano. Capitolo 6 L'incertezza. Probabilità: misura delle possibilità che un certo stato del mondo si realizzi. Valore atteso (expected value): il valore che assume in media una variabile, che dipende da quale stato del mondo si verifica. Valore atteso di X = ρx X1 + (1 - ρ)x X2. Scommessa equa:scommessa per la quale il guadagno monetario previsto è pari a zero. La condizione di equilibrio e un'applicazione del modello di incertezza in un caso reale: l'evasione fiscale. Capitolo 7 Obiettivo delle imprese → MASSIMIZZARE I PROFITTI L'impresa è un'organizzazione che acquista e vende beni e servizi. • Cosa produrre? • Come produrlo? • In che quantità e a quale prezzo? • Come pubblicizzarlo? • … Profitto economico = Ricavo totale – Costo economico totale Il profitto economico è, dunque, il reddito che rimane ai proprietari dell'impresa, dopo che questi hanno pagato tutti gli input che utilizzano nella produzione. Costo imputato = il costo-opportunità che il proprietario di un fattore produttivo sostiene, se impiega il fattore diversamente rispetto al suo migliore uso alternativo. Il costo economico totale è dato dalla somma tra il costo imputato e la spesa complessiva per l'acquisto degli input. Spesa irrecuperabile = spesa per un fattore produttivo che una volta sostenuta, non può essere recuperata in alcun modo. Valore d'uso del capitale = il costo-opportunità che si sostiene per il fatto di possedere ed utilizzare i servizi di un fattore fisso (ammortamento&interessi passivi). 1. Ricavo totale: la relazione fra il prezzo al quale l'impresa può vendere i suoi prodotti e il numero di unità vendute si definisce curva di domanda dell'impresa. 2. Costo totale: la curva di costo totale è la scheda indicante la relazione tra il costo totale dell'impresa e il suo volume di produzione. Il costo totale di produzione della quantità X è la spesa minima, in termini di costo-opportunità, che l'impresa deve sostenere per produrre X unità. 3. Massimizzazione del profitto: per massimizzare i suoi profitti, un'impresa dovrebbe espandere la produzione fino al punto in cui la distanza verticale tra la curva del ricavo totale e quella del costo totale, al di sotto di essa, sia massima. Capitolo 8 Una funzione di produzione è una scheda indicante il massimo volume di produzione che un'impresa può ottenere con una determinata combinazione di input. Un isoquanto è una curva indicante tutte le combinazione di due input che consentono di ottenere lo stesso volume di produzione. → Affinità con le curve di indifferenza del capitolo 2. N.b. Una mappa degli isoquanti è l'insieme di tutti gli isoquanti corrispondenti ad una determinata funzione di produzione. Breve periodo (SR) = un intervallo di tempo entro il quale solo uno degli input utilizzati dall'impresa è variabile, e tutti gli altri sono fissi. Lungo periodo (LR) = un intervallo di tempo sufficiente affinché tutti i fattori siano variabili. Fattore fisso = fattore fattore produttivo del quale non è possibile modificarne la quantità disponibile entro l'orizzonte di pianificazione considerato. Fattore variabile = input di cui è possibile modificarne la quantità disponibile, entro l'orizzonte di pianificazione considerato. Proprietà della funzione di produzione. Prodotto marginale = la quantità addizionale di beni che l'impresa può produrre utilizzando una unità aggiuntiva di un input. Algebricamente, MPl (MPk) = ΔQ/ΔL(ΔK) in unità di prodotto per unità di input. Rendimenti marginali crescenti: Una tecnologia è caratterizzata da rendimenti marginali crescenti se il prodotto marginale di un input aumenta al crescere della quantità utilizzata di quell'input. Rendimenti marginali costanti: Una tecnologia è caratterizzata da rendimenti marginali costanti se il prodotto marginale di un input rimane costante al crescere della quantità utilizzata di quell'input. Rendimenti marginali decrescenti: Una tecnologia è caratterizzata da rendimenti marginali decrescenti se il prodotto marginale di un input diminuisce all'aumentare della quantità utilizzata di quell'input. Il saggio marginale di sostituzione tecnica. Esso indica in quale rapporto una data tecnologia consente di sostituire un fattore produttivo con un altro. E' paria all'opposto della pendenza dell'isoquanto. Fattori perfetti sostituti: Due input per i quali il saggio marginale di sostituzione tecnica è costante. Gli isoquanti sono linee rette. Fattori non sostituibili tra loro: Due input utilizzati in proporzioni fisse; gli isoquanti sono curve ad angolo retto i cui vertici appartengono ad una retta passante per l'origine che ha pendenza pari alla proporzione in cui i due input vengono impiegati. MRTS = MPl/MPk, relazione fondamentale tra MRTS & MP Una tecnologia è caratterizzata da MRTS decrescente quando il tasso al quale il fattore può essere sostituito ad un altro diminuisce all'aumentare della quantità del primo fattore. Il tasso al quale il volume di produzione aumenta quando l'impresa accresce la quantità impiegata di tutti gli input nella stessa proporzione, è detto livello dei rendimenti di scala. N.B. Effetto di scala = variazione della quantità domandata di un input che si verifica quando il volume di produzione cala per l'effetto del prezzo di quell'input (da non confondere con i rendimenti di scala). 1. Una tecnologia è caratterizzata da rendimenti di scala costanti se, aumentando la quantità 2. 3. utilizzata di tutti gli input nella medesima proporzione, si ottiene un aumento proporzionale del prodotto. Una tecnologia è caratterizzata da rendimenti di scala crescenti se, aumentando la quantità utilizzata di tutti gli input della medesima proporzione, si ottiene un aumento più che proporzionale del prodotto. Una tecnologia è caratterizzata da rendimenti di scala decrescenti se, aumentando la quantità utilizzata di tutti gli input della medesima proporzione, si ottiene un aumento meno che proporzionale del prodotto. Capitolo 9 I costi nel breve periodo. Costo economico totale nel breve periodo: la spesa totale minima necessaria a produrre una certa quantità di beni nel breve periodo, misurato in termini di costo-opportunità. Si indica con Csr e si calcola W x La. I costi nel lungo periodo. Una combinazione di input viene definita economicamente efficiente quando ha il costo opportunità più basso, tra tutte quelle che possono essere utilizzate per ottenere il volume di produzione desiderato. Isocosto = linea che rappresenta tutte le combinazini di input aventi lo stesso costo per l'impresa e la cui pendenza è pari al rapporto tra i prezzi dei due fattori. La posizione di equilibrio per un produttore è quella che gli consente di ottenere il volume di produzione desiderato al minor costo possibile, cioè MPl/MPk = W / r a) Economie di scala = Il costo medio di lungo periodo diminuisce all'aumentare del volume di produzione. b) Diseconomie di scala = Il costo medio di lungo periodo aumenta all'aumentare del volume di produzione. AC = Costo medio Capitolo 10 In conclusione, dato che nel lungo periodo l'impresa ha maggiori possibilità di adeguarsi alle variazioni di prezzo, la sua curva di offerta di lungo periodo ha elasticità maggiore rispetto a quella della curva di domanda di breve periodo. N.B. MCsr = MClr quando la quantità di capitale K utilizzata rimane fissa al livello di equilibrio del lungo periodo. La domanda di fattori nel lungo periodo. Due effetti simultanei: 1. Effetto sostituzione: la diminuzione della quantità domandata di un fattore dovuta al fatto che l'impresa lo sostituisce, almeno in parte, con un altro quando il suo prezzo aumenta. 2. Effetto di scala: la variazione della quantità domandata di un input che si verifica quando il volume di produzione dell'impresa varia in seguito ad un cambiamento di prezzo dell'input stesso. Capitolo 11 Il modello della concorrenza perfetta. • • • • I venditori non fanno il prezzo. In un mercato concorrenziale me se potesse offrire qualunque quantità del suo prodotto senza influire sul prezzo di mercato. ◦ Ciascun venditore è consapevole del fatto che qualsiasi quantità porrà sul mercato, essa non avrà alcun effetto sul prezzo di mercato. ◦ Ciascun venditore è al corrente del fatto che le sue decisioni non influenzano il comportamento degli altri venditori. I venditori non adottano comportamenti strategici. Non esistono ostacoli all'ingresso di nuovi venditori nel mercato. ◦ Si dice che in un mercato esiste libertà d'entrata se l'ingresso di nuovi venditori non è soggetto a restrizioni di alcun tipo. Gli acquirenti non fanno il prezzo. Ciascun acquirente sa di poter comprare la quantità che desidera al prezzo corrente, senza che la sua scelta influisca su tale prezzo. Mercato concorrenziale Compratori numerosi E di dimensioni Irrilevanti Per il mercato. I prodotti offerti dai Venditori sono Omogenei e non vi Sono barriere All'entrata. Gli acquirenti sanno Le condizioni Offerte dai Venditori. I venditori, altresì, Sono numerosi e Nessuno di essi Possiede una Quota di mercato Significativa. L'equilibrio concorrenziale nel lungo periodo. Nuovi venditori possono entrare nel mercato e alcuni di quelli che già vi operano possono uscirne. L'offerta di mercato di lungo periodo è illimitata per qualunque prezzo superiore al valore minimo del costo medio di lungo periodo. Essa è pari a zero in corrispondenza di un qualsiasi prezzo inferiore al valore minimo del costo medio di lungo periodo. Complessivamente, i produttori sono disposti ad offrire qualunque quantità se il prezzo di mercato è p*, se coincide, cioè, con il valore minimo del costo medio di lungo periodo. Come nel breve periodo, anche nel lungo periodo il prezzo di equilibrio è dato dall'intersezione tra la curva di offerta e la curva di domanda di mercato. N.B. Perché vi sia equilibrio nel lungo periodo, però, il numero delle imprese deve essere tale per cui ciascuna di esse ottenga un profitto economico pari a zero. La grande differenza, quindi, tra SR e LR in concorrenza perfetta sta nel fatto che, mentre nel breve solo costo marginale e prezzo devono coincidere e la superficie tra il punto di intersezione tra MC e AC e il punto di equilibrio evidenzia un profitto, nel lungo tutte e tre le curve coincidono e la superficie considerata precedentemente (il profitto) è inesistente. SR → P = MC & P > AC LR → P = MC = AC Gli effetti delle imposte. Accisa = imposta calcolata come somma fissa per unità del bene su cui grava L'introduzione di una tassa fa sì che, per i consumatori, la curva di offerta di mercato si sposti verso l'alto in misura pari all'ammontare dell'imposta. Per i venditori, invece, la curva di domanda di mercato dopo l'introduzione dell'imposta equivale a quella precedente spostata verso il basso di una distanza pari all'ammontare dell'imposta. → Distruzione di benessere. In un mercato concorrenziale il surplus totale raggiunge il valore massimo in corrispondenza del volume di produzione di equilibrio. Capitolo 12 L'equilibrio generale in un'economia di puro scambio. Economia di puro scambio: sistema economico in cui tutti i beni sono disponibili in quantità fissa, per cui l'unico problema sta nell'allocazione di questi beni tra due o più consumatori. Solo quando la massimizzazione dell'utile da parte di entrambi sarà compatibile con l'uguaglianza di domanda e offerta si avrà l'equilibrio. Prima teorema fondamentale dell'economia del benessere: se produttori e consumatori non fanno il prezzo e per tutti i beni esiste un mercato, allora l'allocazione di equilibrio delle risorse è Pareto-efficiente. Pareto-efficiente: viene così definita un'allocazione di beni (o di input), raggiunta la quale non è più possibile aumentare il benessere di un individuo senza ridurre quello di un altro. Secondo teorema fondamentale dell'economia del benessere: se tutte le curve di indifferenza e tutti gli isoquanti sono convessi rispetto all'origine, per ogni allocazione di risorse Pareto-efficienti esiste un insieme di prezzi, uno per ciascun bene scambiato, e una distribuzione delle dotazioni iniziali, che consentono di raggiungere tale allocazione come equilibrio economico generale concorrenziale. Capitolo 13 Il monopolio. Ipotesi fondamentali. • Il venditore fa il prezzo. ◦ La curva di domanda fronteggiata da un produttore decisore del prezzo è decrescente. ◦ Più aumenta il volume di produzione, minore è il prezzo. • Il venditore non si comporta in modo strategico. • L'accesso all'industria è completamente bloccato. • Gli acquirenti non fanno il prezzo. La struttura di mercato. • Compratori numerosi. • Venditori ridotti ad un'unica impresa. • Il monopolista offre un bene/servizio per il quale non esistono validi sostituti. • Tutti i potenziali acquirenti conoscono il prezzo e le caratteristiche del bene offerto dal monopolista. • L'ingresso di nuove imprese è completamente bloccato da barriere legali/tecnologiche. Regole per la massimizzazione del profitto. • Regola del profitto marginale: MR = MC • Regola per la cessazione dell'attività: AR < AC Unità inframarginali: le unità di prodotto che l'impresa avrebbe potuto vendere al vecchio prezzo e che, invece, deve vendere al prezzo corrente più basso per aver aumentato il volume di produzione. La curva del ricavo marginale del monopolista sta al di sotto della curva di domanda tranne quando il volume di produzione è pari a zero. In quel punto la perdita sulle unità inframarginali è nulla. Politica antitrust: l'insieme delle norme aventi lo scopo di impedire alle imprese di sfruttare il loro potere di mercato, limitando la produzione o adottando altri comportamenti non concorrenziali. Se ε < 1 → MR < 0 Se ε = 1 → MR = 0 Se ε > 1 → MR > 0 Di conseguenza, la curva di domanda che conviene al monopolista è decisamente elastica, in corrispondenza del prezzo e del volume di equilibrio. Un monopolista proprietario di diversi stabilimenti produce una quantità minore rispetto a quella che produrrebbero più imprese in concorrenza tra loro, nel caso si trovassero di fronte alla stessa curva di domanda di mercato. Fattori che determinano la struttura di un mercato. • Economie di scala. ◦ La domanda di mercato di un dato prodotto è troppo ridotta per giustificare l'esistenza di un elevato numero di produttori. → Monopolio naturale: industria in cui un'unica impresa è in grado di produrre la quantità domandata complessivamente ad un costo medio inferiore rispetto a quello che dovrebbero sostenere più imprese concorrenti. • Barriere all'entrata. ◦ Tecnologiche. ◦ Legali. • Differenziazione dei prodotti. Discriminazione di prezzo: pratica che consiste nell'applicare prezzi diversi a differenti consumatori per lo stesso bene o servizio. • Discriminazione di primo ordine. ◦ Vendere ogni unità prodotta ad un prezzo che coincide esattamente con la cifra massima che l'acquirente è disposto a pagare per quell'unità. • • Discriminazione di secondo ordine. ◦ Vendere ogni unità prodotta ad un prezzo dipendente dal numero di unità acquistate da ciascuno. ▪ Tariffa a due parti con unico tipo di consumatore. ▪ Tariffa a due parti con due tipi di consumatore. Discriminazione di terzo ordine. ◦ Individuare diverse categorie di consumatori di un certo bene e applicare loro prezzi diversi per lo stesso bene. Capitolo 15 Interdipendenza reciproca = le scelte di una qualunque impresa operante nell'industria influiscono sui profitti di tutte le altre, riguardo al prezzo e al volume di produzione. → Comportamenti strategici. Duopolio. Tesi fondamentali. • I due venditori fanno il prezzo e si comportano in modo strategico. • L'accesso al mercato è completamente bloccato. • Gli acquirenti non fanno il prezzo. La struttura di mercato. • Gli acquirenti sono numerosi e nessuno di essi acquista una quantità di prodotto abbastanza rilevante da poter influire sul prezzo. • Ci sono due grandi venditori, ciascuno dei quali detiene una quota significativa di mercato. Ciascuno di essi, poi, è consapevole della propria interdipendenza reciproca. • I beni offerti dai due venditori devono essere abbastanza simili da far sì che i loro produttori si rendano conto dell'influenza reciproca delle loro decisioni. → Beni omogenei. • Ci sono compratori bene informati ed altri meno informati. • Il costo marginale di produzione è costante e uguale per le due imprese. Risposta ottima: il comportamento più opportuno da adottare per un operatore economico, tenuto conto di ciò che stanno facendo gli altri. Un duopolio è in equilibrio se un'impresa adotta una strategia che è una risposta ottima, data la strategia adottata dall'altra impresa. (Equilibrio di Nash). N.B. Ci troviamo in un equilibrio di Cournot-Nash se la strategia di ciascuna impresa consiste nella scelta del proprio volume di produzione. Capitolo 16 (cenni) Gioco: situazione di interazione strategica nella quale il comportamento strategico è una parte rilevante del processo decisionale dei giocatori che vi partecipano. Dilemma del prigioniero: tutti e due i giocatori hanno una strategia dominante, se scelgono contemporaneamente tale strategia, finiscono per stare peggio di quanto starebbero se si mettessero d'accordo per adottare entrambi una strategia diversa. Capitolo 17 Informazione asimmetrica: situazione in cui una delle parti coinvolte in una transazione economica possiede più informazioni dell'altra. • Caratteristiche nascoste: cose che una delle parti coinvolte in una transazione sa riguardo a sé e di cui la controparte non è a conoscenza, anche se vorrebbe. • Azioni nascoste (cenni): azioni compiute da una delle parti che hanno stipulato un accordo economico, all'insaputa della controparte. → Selezione avversa: il fenomeno per cui, in un mercato caratterizzato da informazione asimmetrica, la parte meno informata si trova a trattare proprio con la parte più informata. Capitolo18 Esternalità: effetto diretto che l'attività di una persona o di un impresa esercita sul benessere di un'altra persona o impresa, e che non si manifesta attraverso una variazione dei prezzi di mercato. • Positiva • Negativa Le esternalità hanno carattere reciproco e non sempre debbono essere ridotte a zero per massimizzare il benessere della collettività. Bene pubblico: bene per il quale non esiste rivalità nel consumo → Se un individuo trae beneficio dagli effetti/dal consumo di un bene pubblico, ciò non riduce i benefici che ne possono trarre altri. Se un determinato prodotto non ha un mercato regolamentato, non è possibile che le forze di mercato lo distribuiscano in maniera efficiente, né equa.