CORSO DI PSICOPATOLOGIA GENERALE E DELL’ETA’ EVOLUTIVA AA 2010-2011 FINALITA’ DEL CORSO Parte I: Introduzione alla psicopatologia descrittiva, il ruolo dell’assessment, le classificazioni diagnostiche (DSM) e i principali disturbi mentali dell’adulto La prima parte del corso si propone di introdurre gli studenti agli elementi fondamentali della psicopatologia generale, di offrire un inquadramento multidimensionale e una visione ragionata ed integrata della diagnosi, con particolare attenzione ai disturbi mentali dell’adulto. La finalità è quella di favorire il riconoscimento e la descrizione dei fenomeni psicopatologici elementari integrandoli nella strutturazione dei disturbi mentali, favorire l’acquisizione di competenze per poter eseguire un esame di stato mentale, una raccolta anamnestica completa e ragionare in termini di ipotesi diagnostiche. Dr.ssa Anna Placentino Psicologa-Psicoterapeuta II°CPS, DH_SPDC, Coordinatrice servizio di Psicologia IP di Brescia UOP23 Dipartimento di Salute Mentale di Brescia Docente presso la Facoltà di Psicologia Università Milano Bicocca PROGRAMMA BIBLIOGRAFIA • La prima parte del corso prevede di fornire: • • • • • • una introduzione alla psicopatologia descrittiva e ai suoi ambiti di indagine indicazioni sui processi di assessment e sui sistemi nosografici contemporanei di classificazione delle forme di disagio psichico, con particolare attenzione ai criteri del DSM un inquadramento delle manifestazioni psicopatologiche elementari per le principali aree del funzionamento psichico (integrate direttamente nei principali disturbi metali) un approfondimento delle diagnosi dei principali quadri clinici di Asse I con particolare attenzione a: schizofrenia e altri disturbi psicotici, disturbi dell'umore, disturbi d'ansia, disturbi somatoformi, disturbi alimentari, disturbi da uso di sostanze. In aggiunta, verrà fornita introduzione alle diagnosi dei principali disturbi di personalità (Asse II) Gli argomenti del programma saranno integrati dalla presentazione di casi clinici alcuni e da alcuni cenni sugli aspetti trattamentali. Il corso prevede inoltre un’introduzione all'uso di interviste cliniche strutturate finalizzate alla diagnosi DSM-IV-TR dei disturbi di Asse I e Asse II (SCID I e SCID II) e delle principali scale di severità psicopatologiche per i principali disturbi mentali degli adulti. • • Oyebode F. SIMS. Introduzione alla psicopatologia descrittiva. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2009 (Esclusi cap. 10, 11, 12 e Parte Sesta e Settima). Pettorossi R. Psichiatria. Manuale di apprendimento. Nuova edizione. Centro Scientifico Editore, 2008. (Fino a pag. 202). Per i disturbi mentali trattati durante il corso si consiglia di approfondire i criteri diagnostici con il seguente testo: APA, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-IV-TR. Masson, Torino, 2000 Testi di consultazione: • Un articolo scientifico a scelta relativo ad un argomento del programma e pubblicato di recente su riviste internazionali • Othmer E. e Othmer S. L’intervista clinica con il DSM IV-TR. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2004. • Casey P., Kelly B., Fish. Psicopatologia Clinica. Torino: Centro Scientifico Editore, 2009. • First M.B., Spitzer R.L., Gibbon M., Williams J.B.W. SCID I. Manuale. Organizzazioni Speciali, Firenze, 2000. • First M.B., Spitzer R.L., Gibbon M., Williams J.B.W., Benjamin L.S. SCID II. Manuale. Organizzazioni Speciali, Firenze, 2000. • Ismond D.R., Rapoport J.L., DSM-IV. Guida alla diagnosi dei disturbi infantili. Masson, Torino, 2007. Cognitivo Comportamentale CHE COS’E’ LA PSICOPATOLOGIA • La psicopatologia è lo studio sistematico delle esperienze, delle cognizioni e dei comportamenti alterati. • È lo studio dei prodotti di una mente che presenta alterazioni nel suo funzionamento. Interpretativa (assunti/costrutti teorici) Psicodinamica, etc. Psicopatologia Osservazione Descrittiva (descrizione precisa e categorizzazione di esperienze abnormi) Fenomenologica studia l’esperienza soggettiva, utilizzando il metodo empatico per evidenziare i sintomi del pz 1 Comprendere i sintomi del paziente La psicopatologia descrittiva evita spiegazioni teoriche per eventi psicologici: descrive e classifica le esperienze abnormi così come vengono riferite dal pz e sono osservabili nel suo comportamento. • La medicina clinica fa una distinzione chiara fra segni (rilevati attraverso un esame obiettivo) e sintomi (non direttamente rilevabili ma comunque riferiti dal paziente). • La psicologia nega questa distinzione perché la descrizione di un “fenomeni” presentato dal paziente è comunque chiamato sintomo. LA RACCOLTA DEI SINTOMI DELLA MALATTIA La raccolta dei sintomi comprende l’osservazione completa e l’ascolto della narrazione che il pz costruisce descrivendo il suo stato interno e i suoi disturbi. Una classificazione dei disturbi fa si che un gruppo di sintomi sia ricondotto sotto un’unica definizione che restituisca l’essenza (diagnosi) di una particolare condizione. L’etichetta diagnostica veicola in modo efficiente l’informazione, sebbene vi siano degli svantaggi quali l’inaffidabilità delle definizioni diagnostiche e il rischio di un indebito etichettamento e di una stigmatizzazione associata alla diagnosi. La raccolta dei sintomi è un compito che richiede conoscenza delle possibili condizioni che portano alla consultazione, la capacità di comunicare ed ascoltare ed una sensibilità verso i bisogni e i sentimenti della persona che abbiamo dinnanzi. E’ essenziale per il lavoro del professionista ricordare che il primo compito è quello di raccogliere attentamente le informazioni, in modo da sapere con quale problema si sta per confrontare e, di conseguenza, quali iniziative e trattamenti intraprendere. 2 In psichiatria l’approccio multifattoriale delle cause del disturbo è la regola e definisce il fondamento dell’approccio biopsicosociale ai disturbi psichiatrici. IL RUOLO DELL’ASSESSMENT NEL TRATTAMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI OMS Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO_World Health Organization) L’OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento, e che la gran parte di questi disturbi non siano nè diagnosticati nè trattati. Ogni anno circa il 20-25% delle persone con più di 18 anni soffre di almeno un disturbo mentale clinicamente significativo. http://www.who.int/mental_health/en/ Durante le ultime decadi, il supporto della ricerca è stato indiscutibile per quanto concerne lo sviluppo di nuovi approcci diagnostici e terapeutici, così come per l’individuazione dei fattori di rischio dei disturbi mentali e per l’avvio dei relativi approcci preventivi. La TRASFERIBILITÀ della RICERCA delle NEUROSCIENZE nella PRATICA CLINICA I DISTURBI MENTALI => rappresentano un importante problema di salute pubblica => sono tra le prime dieci cause di invalidità permanente => rappresentano il 12% del carico totale di malattia nel mondo Malattia e stima degli anni di funzionamento persi (Hyman, 2000) 1. Depressione maggiore (14a) 2. Abuso di alcol (10a) 3. Osteoartriti (6a) 4. Demenza (5a) 5. Schizofrenia (5a) 6. Disturbi Bipolari (4a) 7. Cerebrovascolari (3a) 8. Diabete (3a) 9. DOC (3a) 10. Uso di droghe (3a) Proiezioni OMS: entro 2020 la depressione diventerà la causa di malattia più frequente nei paesi industrializzati e la 3° causa di morte dopo le malattie cardiovascolari • Studi sperimentali (base e clinici) => vulnerabilità genetica per diversi disturbi psichiatrici (Tsuang, 2000; Möller, 2003; Heinz et al., 2003). • Danni precoci durante la fase del neurosviluppo possono favorire diverse alterazioni nel SNC (Selemon & GoldmanRakic, 1999; Heinz et al, 2003) => Associazione positiva tra complicanze peri-post natali e lo sviluppo a lungo termine di disturbi afferenti alle psicosi maggiori (Compton, 2004). 3 • Studi preclinici (modelli animali) hanno evidenziato che lo sviluppo del SNC è molto sensibile agli stressor. Es. una “early maternal deprivation” può indurre delle alterazioni biochimiche molecolari, sia a breve che a lungo termine (Roceri et al., 2004; Fumagalli et al., 2004). • E’ stato riportato, inoltre, che l’esposizione allo stress può indurre anomalie ippocampali, riscontrate non solo negli animali, ma anche in quei disturbi psichiatrici correlati allo stress, come il Disturbo Post traumatico da Stress, il Disturbo Borderline di Personalità e la Depressione Maggiore (Sala et al., 2004). L’ippocampo, unitamente ad altre strutture cerebrali, concorre a regolare le risposte allo stress e (oltre a condizionare la risposta alla paura) è coinvolto direttamente nei processi mnesici e di processamento dell’informazione (Wittenberg & Tsien, 2002; Egan et al., 2003). Patogenesi dei Disturbi Mentali Studi recenti sostengono che l’ipotesi monocausale dei disturbi psicopatologici non sia più sostenibile. Per cui a livello della comunità scientifica si è assistito al passaggio dalla concezione di singola causa/malattia ad una concezione che ammette una variablità nella partecipazione di diversi fattori causali ed una variabilità di manifestazioni. I progressi nelle tecniche di neuroimaging hanno contribuito a riscontrare anomalie strutturali e di funzionamento del SNC in diversi disturbi psichiatrici (Heinz, et al. 2003; Sala et al. 2004). FINALITA’ DELL’ASSESSMENT • Comprendere le ragioni x cui il pz chiede aiuto • Identificare il problema • Ipotizzare una diagnosi e un programma di trattamento • Stabilire una relazione terapeutica L’ASSESSMENT Funzioni dell’ANAMNESI Valutazioni Anamnesi => interviste, questionari auto-eterosomministrati, vas -attuale e pregressa • la valutazione diagnostica (valutazione diagnosi principale, eventuali comorbilità attuali e pregresse) => secondo criteri condivisi • la valutazione della personalità • la valutazione della gravità della sintomatologia (Severità del disturbo: es. livelli d’abuso/dipendenza, ansia, umore, impulsività, rischio suicidario, produzione delirante, importante nei follow-up) • la valutazione del funzionamento cognitivo • la valutazione del livello di funzionamento personale e globale • la valutazione delle comorbilità mediche e loro severità esame obiettivo e screening (esami ematici, urine, ecc.) strumentali -personale -familiare raccolta di informazioni x comprendere la natura del disturbo del pz: fattori di rischio che concorrono allo sviluppo e al mantenimento della patologia, andamento, etc. Fornisce indicazioni sullo stato mentale Fonti delle informazioni: paziente, parenti, operatori/dati clinici precedenti Durata della raccolta anamnestica: Meglio più incontri che un’unica seduta 4 L’ESAME dello STATO MENTALE 1. Dati rilevabili all’osservazione 2. Dati rilevabili al colloquio 1. Dati rilevabili all’osservazione ASPETTO DELLA PERSONA • età apparente • pulizia personale • cura della persona • abbigliamento: – Curato – adeguato alla circostanza – Trascurato, Trasandato – Appariscente – Eccentrico, Bizzarro POSTURA (posizione assunta dal corpo, nel letto, sulla sedia) CONTATTO VISIVO E MODALITÀ DI MANTENIMENTO ESPRESSIONE (aspetto emotivo) • Adeguata • Partecipe • Assente • Indifferente • Ansiosa • Puerile • Affettata, Manierata • Perplessa • Confusa • Euforica • Sospettosa • Ostile, Provocatoria • smorfie PERCEZIONE Pronta libera da errore non disturbi dispercettivi Lenta illusioni: uditive, visive, olfattive, tattili, allucinazioni: uditive, visive, olfattive, tattili, ATTENZIONE Torpida Ridotta Continua Discontinua Distraibile Spontanea MEMORIA amnesia (anterograda, retrograda) Conservata di fissazione di rievocazione COMPRENSIONE sufficientemente pronta Lenta incompleta 2. Dati rilevabili al colloquio ATTEGGIAMENTO Collaborante, Cooperativo Coartato, inibito Passivo Rigido Immobile Inquieto Reattivo Oppositivo Eccitato Stereotipato Difensivo Seduttivo Sospettoso Minaccioso Aggressivo COMPORTAMENTO PSICOMOTORIO irrequietezza Eccitamento Ipercinesia Tremori Spasmi/Tic Stereotipie Rallentamento Catatonia blocco IDEAZIONE DISTURBI FORMALI • Normale • Abbondante • Vario • Rapido • Scarso • Monotono • Povero • poco coerente • Frammentario • Acritico • a forte carica emotiva • arresto del pensiero • nessi associativi: – ideazione dissociata – Inceppamento – incoerenza logica – associazioni labili o bizzarre – Perseverazioni – Condensazioni – ideazione confusa (scoordinata, disorientamento spazio-temporale, frammentaria) DISTURBI DEL CONTENUTO • ideazione prevalente • fobica: legata ad ansia • ossessiva: ripetitività, compulsività, assurda ma trascinatrice del comportamento • interpretativa: errata, non giudicata, non criticata, (es. idee di riferimento) • delirante: assurda (alla critica o giudizio) impenetrabile, incorreggibile, può essere dissintona TONO DI VOCE • Basso • Alto • ben modulato • scarsamente modulato • Concitato • sussurrato LINGUAGGIO • Disartrie • Afasie ELOQUIO • Spontaneo • Fluido • Ricco • Appropriato • adeguatamente espressivo • Comprensibile • Prolisso • Logorroico • Ripetitivo • Ridondante • Affettato, Manierato (non spontaneo, artificioso) • Povero • Esitante. Stentato • Rallentato • Inceppato, scoordinato • Sconnesso • risposte trasversali • Bizzarro, Neologismi MIMICA Normale ipoespressiva (fino alla rigidità della maschera) Iperespressiva ipomobile con stereotipia Disinibita Adeguata inadeguata COSCIENZA lucida e ben orientata Integra confusa (stati onirici, oniroidi, ipnoidi, crepuscolari) ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO ORIENTAMENTO SU DI SÉ/AMBIENTE Depersonalizzazione (sentirsi fuori di sé, non percepire il proprio corpo) Derealizzazione (avvertire strano l’ambiente, impenetrabilità, isolamento) DELIRIO • struttura: sistematizzata/elementare • durata: acuto/cronico • stato di coscienza: confuso (con elementi confusionali, oniroidi) / lucido • contenuto (tematiche): – di persecuzione (nocumento, influenzamento, querela) – depressivo (colpa, autoaccusa, negazione) – di grandezza (ambizione, erotomane, genealogico) – di trasformazione (autopsichico, somatopsichico, allopsichico) – di gelosia – Mistico • primario: incomprensibile, inderivabile • secondario: comprensibile INTELLIGENZA Conservata Deteriorata cfr. test mentali AFFETTIVITÀ Coartata modicamente depressa adeguata depressione Ansia Angoscia Euforia Apatia ostilità all’ambiente collere mute o manifeste CRITICA • Conservata • Scarsa • Assente capacità critica: rispetto alle proprie idee mediante confronti con il contenuto idetico precedente capacità di giudizio di realtà = esistente nella realtà capacità di giudizio di verità = validità dell’idea nei confronti dei dati forniti dalla realtà 5 EMOTIVITÀ Adeguata Vivace Labile Scarsa Sintona Dissintona Interna spontanea vivace INADEGUATEZZA AFFETTIVA nell’ambiente familiare nell’ambiente familiare in altri ambienti COMPORTAMENTO • Adeguato • Discontinuo • Socievole • Finalistico • Afinalistico • scarsa iniziativa psicomotoria • tendenza all’isolamento • manifestazioni di ira • Violenza • Furto • manifestazioni di servilismo VOLONTÀ • Attiva • Scarsa • Autonoma • Eteronoma • Abulia • Disbulia • iperbulia coartata • ipo o abulia con tendenza all’inerzia Es. Esame mentale • Il pz si presenta a colloquio riportando una sintomatologia depressiva, caratterizzata da tristezza, perdita di interesse, insonnia (difficoltà di addormentamento), inappetenza, difficoltà di concentrazione e senso di inadeguatezza. • Collaborante durante il colloquio. Si evidenzia: lieve trascuratezza nella cura si sé, lievemente rallentamento nell’eloquio e a livello psicomotorio, attenzione lievemente ridotta. Orientato s/t, ideazione orientata in senso depressivo, non si rilevano deliri e altra sintomatologia di natura psicotica. Nega ideazione auto/eterolesiva. TRAUMI FISICI E PSICHICI Classificazione categoriale vs dimensionale Per giungere alla formulazione di una diagnosi risulta necessario la rilevazione dei sintomi. • Esistono diversi modi di valutare e considerare i sintomi emersi (classificazione dimensionale VS classificazione descrittiva) International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems 10th Revision - Version for 2007 Chapter V Mental and behavioural disorders (F00-F99) Includes: disorders of psychological development Excludes: symptoms, signs and abnormal clinical and laboratory findings, not elsewhere classified ( R00-R99 ) This chapter contains the following blocks: • F00-F09 Organic, including symptomatic, mental disorders • F10-F19 Mental and behavioural disorders due to psychoactive substance use • F20-F29 Schizophrenia, schizotypal and delusional disorders • F30-F39 Mood [affective] disorders • F40-F48 Neurotic, stress-related and somatoform disorders • F50-F59 Behavioural syndromes associated with physiological disturbances and physical factors • F60-F69 Disorders of adult personality and behaviour • F70-F79 Mental retardation • F80-F89 Disorders of psychological development • F90-F98 Behavioural and emotional disorders with onset usually occurring in childhood and adolescence • F99 Unspecified mental disorder • Una delle controversie che animano il dibattito in psicopatologia riguarda la natura dei costrutti psicopatologici,ossia se essi debbano essere considerati in una prospettiva dimensionale o categoriale. • Da un lato l’ordinamento nosologico-categoriale, di stretta derivazione dal modello medico, che descrive le sindromi psichiatriche come entita’ statiche, a confini definiti, ciascuna con un proprio corredo sintomatologico, una determinata eziologia, una specifica terapia ed un proprio decorso. • Dall’altro la valutazione dimensionale, che scompone gli stati psicopatologici in singole funzioni ciascuna delle quali puo’ presentarsi in gradienti di intensita’ diversa, dalla norma alla patologia nell’ambito di una sola sindrome ed in quello di uno “ spettro” transnosologico. • Utilizzare categorie significa suddividere le malattie mentali appunto in categorie diagnostiche (schizofrenia, depressione, ansia,ecc.), in linea con la tradizione della medicina e della psichiatria kraepeliana e neokraepeliana. • Utilizzare dimensioni invece significa distribuire le malattie secondo variazioni quantitative (relative alla gravita’ del disturbo, alla personalita’, alla percezione, alla cognizione, alla tonalita’ dell’umore,ecc.) distribuite in un continuum che va fino alla normalita’ Il DSM IV-TR Il DSM si rifà alla caratterizzazione descrittiva, divenendo così uno strumento utile al fine diagnostico, senza fornire una chiave di interpretazione e comprensione dei sintomi. • Il vantaggio più evidente consiste nell’offerta di un “linguaggio comune” attraverso cui i clinici dei diversi orientamenti riescono a comprendersi. • Lo svantaggio più evidente consiste nella mancanza di attenzioni verso le caratteristiche peculiari di ciascun individuo. 6 La suddivisione multiassiale del DSM • Un sistema multiassiale comporta la valutazione su diversi assi, ognuno dei quali si riferisce ad un diverso campo di informazioni che può aiutare il clinico nel pianificare il trattamento e prevedere l’esito. • La classificazione multiassiale del DSM-IV comprende cinque assi: – Asse I: Disturbi Clinici/Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica – Asse II: Disturbi di Personalità/Ritardo Mentale – Asse III: Condizioni Mediche Generali – Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali – Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento • L’uso del sistema multiassiale facilita la valutazione ampia e sistematica dei vari disturbi mentali e condizioni mediche generali, dei problemi ambientali e psicosociali e del livello di funzionamento, che potrebbero essere trascurati se il centro dell’attenzione fosse rivolto alla valutazione di un singolo problema in atto. • Un sistema multiassiale fornisce un conveniente schema per organizzare e comunicare l’informazione clinica, per cogliere la complessità delle situazioni cliniche, e per descrivere l’eterogeneità degli individui che si presentano con la stessa diagnosi. • Inoltre, il sistema multiassiale favorisce l’applicazione del modello biopsicosociale negli ambienti clinici, didattici e di ricerca. ASSE I Disturbi Clinici - Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica • • • • • • • • • • • • • • • • Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza (escluso il Ritardo Mentale, che viene diagnosticato sull’Asse II) Delirium, Demenza, e Disturbi Amnestici e Altri Disturbi Cognitivi Disturbi Mentali Dovuti ad una Condizione Medica Generale Disturbi Correlati a Sostanze Schizofrenia ed Altri Disturbi Psicotici Disturbi dell’Umore Disturbi d’Ansia Disturbi Somatoformi Disturbi Fittizi Disturbi Dissociativi Disturbi Sessuali e dell’Identità di Genere Disturbi dell’Alimentazione Disturbi del Sonno Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove Disturbi dell’Adattamento Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica Asse II: Disturbi di Personalità‚ Ritardo Mentale • L’Asse II è utilizzato per indicare importanti caratteristiche di personalità maladattive che raggiungono la soglia per un Disturbo di Personalità e RM • Si possono indicare anche quei tratti disfunzionali che non raggiungono i criteri dei disturbi ASSE III: Condizioni Mediche Generali • 1) Alcune malattie infettive o parassitarie. • 2) Neoplasie. • 3) Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche e Malattie del sistema nervoso • 4) Malattie dell’occhio e annessi • 5) Malattie dell’orecchio e del processo mastoideo. • 6) Malattie del sistema circolatorio • 7) Malattie del sistema respiratorio. • 8) Malattie del sistema digerente • 9) Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo. • 10) Malattie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo • 11) Malattie del sistema genito-urinario • 12) Gravidanza, parto e puerperio. • 13) Alcune condizioni che si manifestano nel periodo perinatale • 14) Malformazioni congenite, deformazioni e anomalie cromosomiche. • 15) Sintomi, segni e anomalie croniche e laboratoristiche non classificati altrove • 16) Lesioni, avvelenamenti ed altri difetti di agenti esterni • 17) Cause esterne di morbidità e di mortalità. • 18) Fattori influenzanti lo stato di salute ASSE IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali Problemi con il gruppo di supporto principale Problemi legati all’ambiente sociale Problemi di istruzione Problemi lavorativi Problemi abitativi Problemi economici Problemi di accesso ai servizi sanitari Problemi legati all’interazione con il sistema legale/criminalità • Altri problemi psicosociali e ambiental • • • • • • • • 7 Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento • Sull’Asse V si riporta il giudizio del clinico sul livello di funzionamento globale. Questo tipo di informazione è utile per pianificare il trattamento, misurare il suo impatto e predirne l’esito. • Il funzionamento globale viene riportato sull’Asse V tramite la Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF/GAF). • La VGF può essere particolarmente utile per seguire i progressi clinici degli individui in termini globali, utilizzando una misura singola. La VGF deve essere utilizzata solo per quanto riguarda il funzionamento psicologico, sociale e lavorativo. • La Scala VGF è divisa in dieci ambiti di funzionamento. Fare una valutazione in base alla VGF implica la scelta di quel valore che meglio riflette il livello di funzionamento globale dell’individuo. Es. valutazione multiassiale Asse I: • Disturbo depressivo maggiore, episodio singolo, grave senza manifestazioni psicotiche (F32.2) • Abuso di alcool (F10.1) Asse II: • Disturbo di personalità dipendente (F60.7) Asse III • Niente da segnalare Asse IV: • Problemi lavorativi: minaccia di perdere il lavoro Asse V • VGF:49 VALUTAZIONE TESTISTICA Scelta del test più efficace, valido, attendibile, manualizzato, standardizzato • indagine preliminare in letteratura (riviste con IF) • test validati utilizzati negli studi scientifici • test in linea con il modello di riferimento ASSESSMENT Anamnesi accurata -SCID I , (MINI ) -SCID II -(SCAN ) -Livello di funzionamento globale (GAF oppure FPS) Valutazione Cognitiva MMSE-WAIS Comorbidità medica CIRS Disturbi Psicotici Disturbi dell’Umore Valutazione della sintomatologia positiva e negativa: BPRS SANS, SAPS PANSS Valutazione della sintomatologia depressiva: HDRS MADRS BDI YMRS Valutazioni aspetti correlati TCI STAI BLEQ UKU BDI Skills SCL-90 SUMD Disturbi da uso di sostanze ASI MAST (gravità uso alcol) Disturbi di Personalità Valutazione della sintomatologia: PDQ-4 WAPS DIB Valutazione di aspetti correlati SSHI (atti di automutilazione) BIS TCI BDI STAI SCIDSCID-I e SCIDSCID-II (Structured Clinical Interview for the DSM) Concorrono ad individuare la diagnosi psichiatrica e alle condizioni di comorbidità psichiatrica Scid I : intervista semistrutturata basata sui criteri diagnostici del DSM IV. La SCID I si occupa di indagare i disturbi di asse I Scid II : intervista semi-strutturata basata sul DSM IV per i disturbi di asse II. • spendibilità/comunicabilità delle informazioni ottenute 8 LA COSCIENZA E I SUOI DISTURBI INTRODUZIONE ALLA PSICOPATOLOGIA DESCRITTIVA Per essere in grado di avere delle esperienze e una soggettività è necessario essere coscienti. Consapevolezza di sé e dell'ambiente dell'ambiente:: Le principali manifestazioni psicopatologiche elementari Consapevolezza interiore dell'esperienza Capacità di reagire in modo consapevole agli eventi Conoscenza di sé cosciente TRE DIMENSIONI DELLA COSCIENZA: L'assenza di esperienza soggettiva viene definita INCONSCIO 1. Secondo un continuum tra normale stato di coscienza e morte nei casi di patologia cerebrale 2. Secondo un continuum tra veglia piena e sonno profondo 3. Secondo un continuum tra piena vigilanza e inconsapevolezza degli eventi (processi preconsci automatici e processi consci strategici) STATO DI COSCIENZA PATOLOGICO: Quando la persona non può tornare intenzionalmente e stabilmente nella sua condizione usuale e gli altri dall'esterno non possono ricondurlo alla coscienza con semplici procedure interattive. Generalmente è abbassamento. 1. VIGILANZA vs SONNOLENZA: capacità di rimanere deliberatamente svegli quando altrimenti si potrebbe essere assonnati o addormentati. È fluttuante ed è influenzata da diversi fattori: Interesse Ansia Paura Gioia Noia 2. LUCIDITA' vs OTTUNDIMENTO: chiarezza di pensiero vs alterazione delle funzioni intellettive in un continuum tra piena allerta e coma. 3. COSCIENZA DI SE': capacità di avere esperienza e consapevolezza di sè. ABBASSAMENTO QUALITATIVO: ABBASSAMENTO QUANTITATIVO: 1. DELIRIUM Sindrome da scadimento della coscienza con anomalie intrusive della percezione e dell'umore. Attenzione all'ambiente ostacolata dalle esperienze interne intrusive (illusioni, allucinazioni, deliri, anomalie timiche marcate). Accompagnato da ansia e irrequietezza. Delirium tremens specifico dell'astinenza dall'alcol! 1. OBNUBILAMENTO: lieve sonnolenza con o senza agitazione e difficoltà di attenzione e concentrazione. Si può riscontrare un condizioni organiche acute o come componente di deficit cognitivi della psicopatologia. 2. FLUTTUAZIONI DELLA COSCIENZA In soggetti normali possono verificarsi negli stati di sonno e affaticamento. Disorientamento, instabilità emotiva, distraibilità, illusioni e allucinazioni. 2. TORPORE: pz sveglio ma potrebbe addormentarsi se non stimolato. Rallentamento, eloquio impacciato, intorpidimento mentale. Frequente per intossicazione da sostanze deprimenti il SNC. 3. CONFUSIONE Perdita di una capacità di ideazione chiara e coerente. Si verifica in acuti stati organici, in conseguenza di danno cerebrale. 3. COMA: pz profondamente incosciente e non risvegliabile. Diversi indicatori fisici del livello di profondità del coma STUPOR: riduzione o scomparsa delle funzioni relazionali. Mutismo, acinesia, sguardo vagante. Conseguente a lesioni cerebrali o sintomo della schizofrenia. 9 Modalità utilizzate per la valutazione del pensiero: DISTURBI DEL PROCESSO DI PENSIERO DUE ASPETTI DISTINTI: 1. Cosa il pazienti mi comunica che non funziona delle sue modalità di pensiero 2. Cosa noi rileviamo non funzionare dal suo eloquio 1.Accesso clinico: si basa sull’interazione medicopaziente e sulla comprensione della comunicazione verbale 2.Accesso linguistico: cerca di identificare le modalità formali di espressione dal punto di vista strutturale 3.Accesso sperimentale: studia i processi cognitivi sottostanti alle alterazioni osservate nel prodotto linguistico 1. Finalizzazione Alcuni dei principi organizzatori fondamentali 1. finalizzazione 2. livello di astrazione-concettualizzazione 3. sistema simbolico di riferimento 4. ridondanza procedurale Ogni sequenza di idee può essere identificata e compresa per la presenza di una finalizzazione comunicativa . il pensiero acquisisce una organizzazione concettuale strutturata perché: - dalla premessa (condizione iniziale) si possono attivare diverse idee - solo alcune vengono realmente espresse in funzione del fine Manca il fine a. Manca completamente il fine: . Deragliamento: cambiamento di direzione del pensiero per interpolazione di pensieri senza connessione comprensibile b. Il fine è marginalmente perseguito: . Tangenzialità: pensiero allusivo e dispersivo c. Il fine è presente ma può mutare con estrema facilità: . fuga delle idee: esistono nessi logici, ma la direzione del pensiero non viene mantenuta a causa di un'alterazione emotiva o distraibilità. Associazioni normali ma più veloci. Tipico della mania. Manca il fine Allora clinicamente: associazioni verso direzioni difficilmente comprensibili da chi ascolta ---> illogicità pazienti che descrivono la propria attività di pensiero come una attività automatica, priva di controllo ---> attività compulsiva fine a se stessa 10 2. livello di astrazione-concettualizzazione Riduzione del processo di astrazione Il processo di astrazione permette: a. la creazione di classi = essendo note le proprietà di una classe queste possono essere attribuite ad un particolare oggetto quando lo si ritiene membro della stessa classe per le sue caratteristiche formali b. di procedere a livelli sempre più elevati, riducendo al minimo i rapporti con l’esperienza sensoriale In alcuni individui può ridursi al punto da interferire significativamente con l’attività di pensiero di uso quotidiano La riduzione della capacità può essere: presente fino dalla nascita es. oligofrenia acquisita es. demenza c. di conseguire livelli diversi di astrazione. Il limite raggiungibile attraverso il processo di astrazione varia: - da individuo a individuo - con il passare del tempo (si riduce con l’età) concretismo ..il significato o la connotazione della parola include non una categoria, ma solo un caso specifico. Vi è quindi una netta restrizione della capacità di connotazione...Questa aderenza alla denotazione impedisce.. di usare un linguaggio figurato e metaforico... Arieti • Incapacità di interpretare proverbi e modi di dire 4. ridondanza procedurale A parità di: - pensiero caratterizzato da fine - struttura conoscitiva concettuale - sistema simbolico di riferimento - logica attraverso cui le operazioni mentali si attuano Una persona può differire da una altra per la quantità di associazioni che compie per arrivare dal contesto di partenza all’obbiettivo del proprio pensiero -fuga delle idee -circostanzialità: Pensiero rallentato a causa di deficit cognitivo. L'eloquio è oscuro data l'intrusione di dettagli non necessari. Tipico di stati organici e oligofrenie. . perseverazione su contenuti identici di per sé utili, ma sui quali si indugia oltre al necessario 3. sistema simbolico di riferimento La possibilità di comprendere quanto espresso dal soggetto è strettamente connesso alla condivisione dello stesso sistema simbolico di riferimento Sistema simbolico personale o idiosincratico Riduce le possibilità comunicative di alcuni soggetti, il loro prodotto verbale risulta incomprensibile sia a un sano sia ad altri pazienti. La conseguenza dell’idiosincrasia del sistema simbolico di riferimento è un discorso il cui significato complessivo appare oscuro. Un sistema simbolico di riferimento idiosincratico particolare è rappresentato dai neologismi Disturbo del pensiero Nasce direttamente da un processo patologico che interviene direttamente sulla capacità di pensare. Paziente può avere: - troppi pensieri che deve esprimere contemporaneamente - scarsità di idee - perdita di associazioni - fuga di idee Questi disturbi della quantità e continuità di pensiero, proprio perché espressi verbalmente determinano il linguaggio 11 Considerando il pensiero come un flusso ininterrotto di associazioni, questo flusso può subire variazioni o arresti ACCELERAZIONE: Fuga delle idee RALLENTAMENTO: Il pensiero procede lentamente verso il suo scopo e può fallire nel raggiungerlo. Le associazioni sono povere. Spesso associato a depressione o ansia. INTERRUZIONE DEL FLUSSO: Deragliamento: cambiamento di direzione del pensiero per interpolazione di pensieri senza connessione comprensibile Blocco del pensiero: esperienza di interruzione non volontaria del pensiero nel paziente schizofrenico. CAMBIAMENTI DEL FLUSSO: Affollamento di idee Tipici della schizofrenia e condizioni organiche Perseverazione DISTURBI DEL SONNO Un sonno soddisfacente si associa al benessere e alla salute. C'è una stretta connessione tra disturbi del sonno e psicopatologia. PRINCIPALI ALTERAZIONI: - Insonnia - Ipersonnia Condizioni tipiche di: - depressione, - mania, - abuso di alcol, sostanze e psicofarmaci, - disturbi d'ansia. DISTURBI DELLA MEMORIA Generalmente associati alla patologia organica o condizioni organiche indotte da sostanze. Schizofrenia: Anomalie corticali e ventricolari causano deficit cognitivi, tra cui i deficit mnestici. Deficit della memoria operativa. Spesso problemi conseguenti l'assunzione di neurolettici I disturbi affettivi e ansiosi e l'influenza delle emozioni sul ricordo: La qualità e forma che il ricordo assume è fortemente influenzata dallo stato emotivo del momento in cui il ricordo è registrato ed è possibile una rielaborazioni in base allo stato in cui ci si trova al momento della rievocazione. I meccanismi di difesa possono agire sulla memoria (falsificazione, dimenticanza selettiva, rimozione) ALTERAZIONI DELL' ATTENZIONE Incapacità di focalizzarsi su un oggetto in modo finalizzato. Connessa con distraibilità elevata. Riduzione dell'attenzione in soggetti normali: - sonno e sogno - stati ipnotici - affaticamento e noia Riduzione patologica: - trauma cranico - stati tossici acuti - epilessia - condizioni organiche - riduzioni psicogene: in caso di depressione, dissociazione isterica, panico e ansia acuta, mania e ipomania, schizofrenia. ORIENTAMENTO Capacità di sapere cosa è reale nella attualità della propria situazione, rispetto al tempo, allo spazio e alle persone. Alterazione dell'orientamento nel tempo: condizioni di concentrazione intensa, noia, emozioni forti, condizioni organiche transitorie o permanenti, decadimento cognitivo. Alterazione dell'orientamento nello spazio: tipico del disturbo organico es. demenze. Disorientamento sulla persona: il soggetto non è in grado di ricordare il proprio nome. Stadio avanzato del decadimento organico. La dissociazione isterica può mimare il disorientamento organico DISTURBI LEGATI ALLO SCORRERE DEL TEMPO DEPERSONALIZZAZIONE e DEREALIZZAZIONE: comportano perdita del senso di realtà per l'esperienza del tempo. Si riesce a valutare il passare del tempo, ma si ha l'impressione che le cose non stiano accadendo. Il tempo assume un senso di irrealtà. DEPRESSIONE: Legata al sentimento di disperazione. Frequente disagio per il tempo perso ANSIA: Sensazione costante di essere sotto pressione e di non essere in grado di “stare nei tempi” DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO: Attuazione della compulsione comporta notevole impiego di tempo. Elevata compromissione del funzionamento. 12 LA PERCEZIONE La percezione è un’attività psichica complessa atta ad integrare le sensazioni, elaborate dagli organi di senso, con l’esperienza appresa. E’ quindi un’attività conoscitiva, in parte a carattere recettivo e in parte a carattere costruttivo, che consente di cogliere la realtà, di costruirla e di strutturarla sulla base dei dati dell’esperienza ANOMALIE DELLA PERCEZIONE La sensazione è la prima fase del processo percettivo. La sensazione è frutto dell'impressione della realtà esterna sui nostri organi di senso. Il successivo processo di significazione della sensazione è compito intrinseco dell'attività percettiva. Perché gli stimoli vengano percepiti, devono essere resi significativi; la formazione di un percetto (si definisce percetto il prodotto della percezione) comporta l’eliminazione di ciò che è irrilevante e l’associazione di altri dati importanti a ciò che viene “sentito/visto” A tale proposito, la percezione non solo è intimamente connessa alla sensazione, ma è inscindibile anche dal resto dell'attività psichica. Distorsioni Sensoriali Le DS sono percezioni alterate di oggetti reali • Distorsioni sensoriali => un oggetto reale viene percepito in modo distorto • False percezioni => una percezione nuova (può essere prodotta anche in assenza di stimoli esterni): – – – – Illusioni Allucinazioni Pseudoallucinazioni Allucinosi 1) Alterazioni dell’intensità e qualità della percezione Alterazioni dell’intensità => deformazione quantitativa dei caratteri sensoriali di una percezione •IPERESTESIA: soggettiva amplificazione dell'intensità dello stimolo percepito. Il suono è percepito con maggiore intensità, il colore ha maggiore vividezza. Si può ritrovare - in situazioni di eziologia organica (stati confusionali, epilessia) - nella mania, in particolari stati d’ansia, intossicazioni •IPOESTESIA: riduzione soggettiva dell'intensità dello stimolo percepito (in assenza di lesione degli organi di senso): i suoni risultano smorzati e i colori risultano sbiaditi. Si può ritrovare in: – demenze – schizofrenia, disturbi depressivi Alterazioni della qualità => deformazione qualitativa dei caratteri sensoriali di una percezione Sono condizioni rare in cui il soggetto esperisce modificazioni del colore o della dimensione delle percezioni. Gli oggetti o il viso di una persona menter il soggetto li osserva cambiano di Colore, volumi, collocazione spaziale – ES. ERITROPSIA e XANTOPSIA: gli oggetti sembrano colorati di rosso o di giallo. – MACROPSIA e MICROPSIA: gli oggetti appaiono più grandi o più piccoli rispetto alle loro dimensioni reali. – dismegalopsia ogg + grandi da una parte che dall’altra Si possono ritrovare in: stati tossici da sostanze allucinogene o farmaci, lesioni dell'apparato visivo, lesioni corticali parietooccipitali, schizofrenia Queste distorsioni possono coinvolgere: 1) Intensità e qualità della percezione 2) Modificazioni delle componenti emotive della percezione (sentimento associato alla percezione) 3) Dissociazione delle percezioni 2) Anomalie dei caratteri percettivi: Consistono nella modificazione delle qualità accessorie che accompagnano lo stimolo =>Modificazioni delle componenti emotive della percezione Modificazione del senso di familiarità/estraneità, coinvolgimento, vicinanza emotiva, piacevolezza/ sentimento di realtà/ irrealtà e alterazione del sentimento associato Si riscontrano negli stati di derealizzazione, nella schizofrenia, disturbi dell’umore 3) Dissociazione delle percezioni (SCISSIONE DELLA PERCEZIONE) Consiste nell’incapacità di fondere in un evento unico percezioni simultanee provenienti da uno stesso oggetto Avviene quando percezioni normalmente associate (l'uccello e il suo canto) non si fondono in un unico evento, ma rimangono due impressioni isolate senza connessione alcuna. Descritta in: –schizofrenia –intossicazioni 13 False percezioni Si tratta di percezioni in cui vi è la percezione di oggetti non presenti nella realtà: Illusioni Le illusioni sono disturbi psicosensoriali che consistono nella errata percezione di oggetti. • Illusioni La realtà oggettuale viene percepita in modo distorto e con caratteri non rispondenti alle sue reali proprietà fisiche (trasformazione di percezioni reali). • Allucinazioni Caratteristica dell'illusione è la correggibilità dell'errore percettivo. • Pseudoallucinazioni Tipologie: • Illusioni da disattenzione • Illusioni affettive • Illusioni pareidoliche (pareidolie) • Allucinosi Allucinazioni • “False percezioni con carattere di corporeità, che non sorgono dalla trasformazione di percezioni reali, ma in modo completamente nuovo, accanto e contemporaneamente a percezioni reali” (Jaspers, 1913). Per Esquirol (1837), sono “percezioni senza oggetto”. • Il soggetto percepisce con caratteri di concretezza obiettività e di spazialità sensoriali oggetti, suoni, parole etc. inesistenti vivendoli come reali. • Hanno le seguenti caratteristiche: – certezza soggettiva (incorreggibilità): l'esperienza dell'allucinazione è vissuta con i caratteri di realtà e vividezza propri della percezione e con una connotazione di certezza da parte del soggetto. – impossibilità (falsità dell'esperienza): il dato percettivo è oggettivamente assente nello spazio esterno al soggetto. – non correggibilità dell'esperienza: il soggetto vive l'esperienza allucinatoria come una realtà assoluta ed incontrovertibile; non può essere convinto dell'erroneità della propria falsa percezione. – autocentrismo: il paziente è, in modo più o meno mediato, il centro dei propri fenomeni psicopatologici: i contenuti delle allucinazioni sono diretti a lui e criticano il suo operato, impongono a lui di compiere degli atti (Cassano, 1994). Allucinazioni uditive Il paziente ode rumori elementari o “voci”. Queste possono sussurrare o parlare con un tono alto. Sono descritte raramente allucinazioni uditive a contenuto musicale. •Le allucinazioni uditive elementari riguardano principalmente fischi e ronzii. •Le allucinazioni uditive complesse sono divise in: – Allucinazioni parafasiche: il soggetto ode poche parole bisbigliate. – Allucinazioni neologistiche: il soggetto ode parole nuove e di significato sconosciuto. – Allucinazioni imperative: il soggetto ode voci che gli impartiscono ordini. – Allucinazioni teleologiche: il soggetto ode voci che lo consigliano. – Voci dialoganti (colloquio di voci): il soggetto ode voci dialogare tra loro riguardo vari argomenti. – Commento allucinatorio degli atti: il soggetto ode voci che commentano o criticano il proprio operato. – Eco del pensiero (o ripetizione sopra il pensiero): il soggetto ode una voce ripetere, appunto come un'eco, il contenuto del proprio pensiero. Tale fenomeno potrebbe prodursi come vera allucinazione o come pseudoallucinazione. Si possono ritrovare in: •schizofrenia, quasi sempre in associazione con i deliri •disturbi organici •disturbi dissociativi •disturbi affettivi Classificazione delle allucinazioni Una iniziale suddivisione classifica le allucinazioni in relazione al grado di complessità dei loro contenuti come: •Allucinazioni elementari, se riguardano percezioni sensoriali semplici o vaghe (ronzii, fischi, bagliori, fosfemi). •Allucinazioni complesse, se riguardano stimoli strutturati (una voce, un'immagine, odori). •Combinate (associazioni di più strutture percettive) •Funzionali insorgono quando è stimolato il corrispondente organo di senso (allucinazioni visive a occhi aperti che scompaiono quando gli occhi vengono chiusi). •Riflesse insorgono in un organo di senso differente da quello stimolato (vedere la foto di un uomo e udirne la voce). Si ritrovano in intossicazione da cannabinoidi o da mescalina. Le allucinazioni possono essere distinte anche in rapporto all'apparato sensoriale interessato, si distinguono: – – – – A. uditive A. visive A. olfattive, gustative A. somatiche Allucinazioni visive Riguardano prevalentemente la falsa percezione di forme vagamente strutturate, piu raramente hanno struttura complessa (Cassano, 1994). Si distinguono in: •Allucinazioni visive elementari: si presentano come forme o fosfeni. •Allucinazioni visive parzialmente organizzate: si presentano come scritte o disegni. •Allucinazioni visive complesse: sono immagini dettagliate, tridimensionali, in movimento, dotate di solidità e che gettano ombra. Non di rado insorgono da allucinazioni elementari Le allucinazioni visive possono essere distinte in: •Allucinazioni che sostituiscono le percezioni, quando invadono tutto il campo percettivo. •Allucinazioni schermanti, quando si sovrappongono in parte al campo percettivo. •Allucinazioni integrate nel campo percettivo, quando si integrano perfettamente con il campo percettivo del soggetto allucinato. •Allucinazioni autoscopiche, quando il soggetto vede il proprio corpo proiettato nello spazio esterno, come se fosse riflesso in uno specchio (Giberti, Rossi, 1996). Si registrano esperienze di “sdoppiamento” anche in condizioni di notevole affaticamento o prima dell'addormentamento. •Allucinazioni dismegalopsiche, in cui l'oggetto allucinato è notevolmente ingrandito. •Allucinazioni lillipuziane, in cui l'oggetto allucinato è notevolmente rimpicciolito. •ALLUCINAZIONI EXTRACAMPALI: Percezioni allucinatorie al di fuori del campo sensoriale (vedere “dietro la propria testa”) •ALLUCINAZIONI AUTOSCOPICHE Allucinazioni visive in cui il soggetto vede il proprio corpo proiettato nello spazio esterno, come se fosse riflesso in uno specchio (Giberti, Rossi, 1996). Si registrano esperienze di “sdoppiamento” anche in condizioni di notevole affaticamento o prima dell'addormentamento. Le allucinazioni visive si possono ritrovare in: •schizofrenia, benché con incidenza inferiore alle allucinazioni uditive •stati di intossicazione da sostanze psicotrope •delirium tremens •epilessia del lobo temporale, neoplasie del lobo occipitale, stati postraumatici, demenze 14 Allucinazioni olfattive e gustative Sono false percezioni di odori e sapori. Essendo i sensi dell'olfatto e del gusto fisiologicamente connessi, molto spesso le sensazioni si producono associate anche nell'allucinazione. Possono avere insorgenza spontanea o secondaria all'assunzione di cibo e solitamente hanno carattere sgradevole. Allucinazioni olfattive • forte risonanza emotiva-personale significato/talvolta interpretazione erronea e ipervalutazione Allucinazioni gustative • Sapori persitenti o bizzarri, aroma può scomparire o diventare sgradevole In genere le Allucinazioni olfattive e gustative si possono trovare: • schizofrenia, spesso inserite in un contesto delirante di veneficio • disturbi psicotici acuti • patologie organiche cerebrali (neoplasie) • epilessia temporale, durante una crisi al termine della quale possono essere criticate PSEUDOALLUCINAZIONI Sono esperienze allucinatorie a cui manca il carattere di corporeità. •Esse “appaiono nello spazio soggettivo interno”, e possono essere dotate di vividezza, definizione dei dettagli, essere vissute con un sentimento di passività e in modo indipendente dalla volontà del soggetto. •In altre occasioni esse si presentano scialbe e poco dettagliate, ed insorgono contro la volontà del soggetto, rispondendo di volta in volta ai caratteri della percezione o a quelli della rappresentazione. “come se” – percepite con “occhio-orecchio” interno, es. percepire una voce senza suono nella testa (più frequenti quelle uditive); Si possono riscontrare nella schizofrenia. Aspetti transnosografici Le allucinazioni si ritrovano in: • schizofrenia (70-90% dei casi): alcune allucinazioni costituiscono sintomi di primo ordine • disturbi affettivi: sintomi psicotici congrui e non congrui all'umore (4-10% Depr. Mag.) • assunzione di sostanze (farmaci, per uso terapeutico o non terapeutico), di alcool (allucinazione alcolica e delirium) • disturbi organici (epilessia temporale, loci irritativi, degenerazioni diffuse o localizzate, alterazioni espansive o compressive, alterazioni vascolari) • alterazioni acute dello stato di coscienza: delirium, bouffée deliranti acute, stati crepuscolari o oniroidi • disturbi “non psicotici”: Disturbo Post-traumatico da Stress, Disturbi Dissociativi, alcuni Disturbi di Personalità (da Cassano, 1994) Allucinazioni somatiche Criterio fondamentale di apprezzamento di un'allucinazione somatica è il rilievo della “qualità delirante” dell'esperienza corporea che si fa allucinatoria. Classificazione: •Allucinazioni superficiali e tattiche (termiche, aptiche =scosse elettriche, bruilichio, formicolio); si aggiunge a tale suddivisione la parestesia (puntura di spilli o aghi). •Allucinazioni cenestesiche, a carico dei muscoli e articolazioni: il soggetto si sente fluttuare o crede di avere gli arti imprigionati. •Allucinazioni viscerali, come falsa percezione di sensazioni provenienti dagli organi interni. •Allucinazioni negative: indicano la mancata percezione di un oggetto presente nella realtà. Di fatto, il fenomeno si manifesta quasi esclusivamente come negazione dell'esistenza di parti del corpo o del mondo (nell'ambito di deliri depressivi). Si possono ritrovare in: •schizofrenia, spesso elaborate in chiave delirante come deliri di controllo (Sims, 1997) •sindromi deliranti ipocondriache •disturbi affettivi •intossicazioni Le allucinosi Sono percezioni allucinatorie sottoponibili a critica del soggetto, che è in grado di riconoscerne la natura abnorme. Sembra mancare, nell'allucinosi, quella caratteristica di autocentrismo tipica dell'allucinazione, e normalmente essa è costituita da percezioni elementari e poco strutturate (Cassano, 1994). Si possono ritrovare in: • lesioni del tronco encefalico • lesioni corticali temporo-occipitali • etilismo cronico (allucinosi alcolica) PENSIERO Il pensiero è quell’attività operativa della psiche che attraverso processi di associazione, correlazione, integrazione, astrazione e simbolizzazione dei dati informativi permette la valutazione della realtà e la formulazione di giudizi. L’intelligenza e la memoria costituiscono attività di fondo, indispensabili per il processo del pensiero Il linguaggio rappresenta il veicolo sociale del linguaggio 15 IDEE Il pensiero opera mediante idee che rappresentano astrazioni intellettuali non riconducibili a stimoli attuali Disturbi del PENSIERO IDEAZIONE • Il pensiero possiede un CORSO, o IDEAZIONE, che riguarda le caratteristiche formali di concatenazione tra le singole idee; =>l’ideazione corrisponde alla strutturazione del pensiero che mediante la relazione tra le singole idee conferisce un determinato ordine formale al corso del pensiero • La semplice esperienza di “perdere il filo del discorso” rappresenta un disordine formale del corso del pensiero. Disturbi del contenuto del pensiero I disturbi del pensiero sono distinti in 1-Disturbi Formali: alterazioni dei principi che presiedono alla strutturazione del pensiero dell’ideazione 2-Disturbi del Contenuto: alterazioni di singole idee IL DELIRIO A. Idea falsa, non criticabile, o B. Convinzione che non è riferibile al retroterra educativo, culturale o sociale del paziente Essa viene sostenuta con straordinaria convinzione e certezza soggettiva Dal punto di vista soggettivo o fenomenologico è indistinguibile da una convinzione vera Deliri idee che il paziente crede vere ma risultano false ad un osservatore • Il delirio può essere una convinzione, un’idea, un pensiero, una nozione o un’intuizione • Ha origine nelle stesse condizioni di qualsiasi altra idea, e cioè nel contesto di – Una percezione – Un ricordo – Un’atmosfera/stato emotivo – Autoctono: sembra verificarsi in modo spontaneo 16 3 componenti del delirio 1. sono sostenuti con insolita convinzione 2. non sono riconducibili alla logica 3. l’assurdità o la falsità del loro contenuto è palese alle altre persone CONTENUTO DEI DELIRI • La forma del delirio è dettata dal tipo di malattia • Il contenuto è determinato dal retroterra emotivo, sociale e culturale del paziente Ne fanno parte: DELIRI DEPRESSIVI • delirio di colpa e autoaccusa: il paziente si ritiene responsabile per i problemi che affliggono l'ambiente esterno, familiare e non, e prova un greve senso di rimorso. Si crede colpevole di aver commesso errori, peccati, e attende una punizione per questi gravi atti. Riguardano temi angosciosi improntati al pessimismo e alla colpevolizzazione. Di solito risultano associati ad un grave disturbo dell'umore. • delirio di rovina: il soggetto crede che la propria situazione economica o sociale sia irrimediabilmente compromessa, di essere abbandonato e caduto in miseria. • delirio ipocondriaco: il soggetto ritiene di essere affetto da un male incurabile. Tale patologia è a volte conosciuta dalla medicina (per esempio, una neoplasia), ma in altre occasioni il paziente lamenta un male sconosciuto che lo porterà con certezza alla morte. • delirio nichilistico o di negazione: il paziente nega fermamente l'esistenza di propri organi di senso o parti del corpo; in altre occasioni viene negata l'esistenza di persone od oggetti del mondo esterno. Si ricorda qui la Sindrome di Cotard, con idee di negazione e di dannazione eterna. DELIRI DI PERSECUZIONE Il soggetto è convinto che l'ambiente esterno gli sia in qualche modo ostile o voglia arrecargli nocumento. Comprendono: • delirio di persecuzione propriamente detto: il soggetto ha l'erronea convinzione che persone che egli ha individuato con certezza nell'ambiente esterno vogliano nuocergli fisicamente o moralmente. Ritiene altrettanto di aver individuato i mezzi di cui i persecutori possono fare uso per il loro scopo. • delirio di nocumento: riguarda la falsa credenza che tutte le persone dell'ambiente esterno abbiano lo scopo di danneggiare il soggetto e siano a questi ostili. • delirio di influenzamento: il soggetto è convinto di essere influenzato o controllato nei pensieri e negli atti da un agente esterno. A sua volta, il delirio di influenzamento comprende le esperienze di inserimento nel pensiero (un'entità ostile ha introdotto dei pensieri nella mente del soggetto), blocco del pensiero (il soggetto è privato dell'attività di pensiero), trasmissione del pensiero (il soggetto ritiene che, mediante telepatia o altri oscuri meccanismi, i propri pensieri e sentimenti siano messi alla berlina nel mondo esterno), furto del pensiero (il paziente ritiene che i propri pensieri siano “rubati”, con finalità ostili, da una qualche persona o forza presente nel mondo esterno) • delirio di veneficio: il soggetto ritiene che qualcuno abbia lo scopo di ucciderlo con del cibo o con delle bevande avvelenate • delirio di rivendicazione (querulomania): il soggetto, in riferimento ad un evento di norma realmente accaduto, ritiene di aver subito un torto o un'ingiustizia, e questo tema diviene centrale nella sua vita. Egli perora la propria causa esponendo querele in pubblici uffici, scrivendo a quotidiani e può arrivare a perpetrare minacce. • delirio di gelosia: il soggetto è erroneamente convinto di subire o aver subito un tradimento da parte del partner, e ricerca attivamente prove dell'infedeltà di questi. E' osservato tipicamente in etilisti cronici ed è, altrettanto tipicamente, autocentrico. 17 DELIRI DI TRASFORMAZIONE Il paziente ha la credenza che l'ambiente esterno o il proprio corpo stiano subendo una trasformazione. Ne fanno parte: • delirio di trasformazione cosmica: il mondo esterno si modifica. E' spesso associato a sentimenti di terrore riguardo una supposta fine dell'universo, del ritorno di Dio sulla terra. • delirio palignostico: persone familiari al paziente non vengono da questi riconosciute. Egli attribuisce loro identità differenti oppure è convinto di conoscere perfettamente individui a lui estranei • delirio metempsicosico: il soggetto è convinto di vivere la propria esistenza nel corpo di un'altra persona • delirio zooantropico: il proprio corpo è trasformato in quello di un animale • delirio di auto-trasformazione corporea: il soggetto è convinto che alcune parti del proprio corpo siano soggette a trasformazione nelle loro qualità: lo stomaco sta diventando di pietra, il cervello di cristallo. Possono essere qui inclusi i deliri ipocondriaci. DELIRI ESPANSIVI O DI GRANDEZZA Il soggetto si crede in possesso di particolari abilità o facoltà fisiche o psichiche. Talora il delirio si può declinare da una ipervalutazione del sé e appare come un'abnorme esaltazione delle proprie qualità; mantiene così un certo rapporto con la realtà (Sono in grado di correre i cento metri in dieci secondi). In altre occasioni, il pensiero si svincola completamente da questa, ed il tema delirante si fa assurdo. Deliri erotici • Deliri associati con l’idea di amare o di essere amati • Diversi dalle anormalità affettive e comportamentali della – Ninfomania: situazione in cui una donna si trova in preda ad un desiderio sessuale patologico o incontrollato – Satiriasi: equivalente maschile dell’eccessiva attività sessuale Ne fanno parte: • delirio ambizioso: il soggetto è convinto di possedere abnormi qualità fisiche e poter primeggiare in ogni sport o competizione • delirio mistico: il paziente si crede in qualche rapporto esclusivo con una divinità, di essere in comunicazione con questa e di partecipe delle sue decisioni • delirio megalomanico: il soggetto si crede dotato di particolari poteri psichici o fisici • delirio genealogico: il soggetto ha la convinzione di essere il discendente di una famiglia nobile, di un monarca o di qualche illustre personaggio storico • delirio inventorio: il paziente si crede autore di rivoluzionarie invenzioni • delirio di enormità: il soggetto crede che il suo corpo stia al centro dell'universo e si attribuisce caratteristiche di onnipotenza. • delirio erotomanico: il paziente è convinto di essere amato da una persona influente, di elevata estrazione sociale o prestigio. => DELIRI PALIGNOSTICI (FALSI RICONOSCIMENTI) Sono rappresentati da: • sindrome di Capgras: è una rara condizione clinica in cui il paziente crede che una persona familiare sia stata sostituita da un impostore; riguarda in genere persone verso cui il soggetto ha legami affettivi molto intensi con caratteristiche di ambivalenza. • sindrome di Fregoli: al contrario, è caratterizzata dalla convinzione delirante di riconoscere persone della propria famiglia in sconosciuti. 18 I PRINCIPALI DISTURBI MENTALI DELL’ADULTO LA SCHIZOFRENIA E I DISTURBI PSICOTICI Criteri DSM IVIV-TR I dist psicotici sono caratterizzati dal fatto di presentare sintomi psicotici come manifestazione determinanti. Tra i sintomi si riscontrano disturbi della percezione (allucinazioni), disturbi del pensiero (della forma e del contenuto), disturbi del comportamento e deficit di funzionamento, tutti questi sintomi possono variare x intensità e durata. Da un pdv concettuale i disturbi psicotici sono caratterizzati da perdita dei confini dell'io e/o una compromissione importante della capacità di esame della realtà. Altri disturbi possono presentarsi con sintomi psicotici (ma non come manifestazioni determinanti) sono inclusi in altre parti del DSM (per es., la Demenza Tipo Alzheimer e il Delirium Indotto da Sostanze nella sezione "Delirium, Demenza e Disturbi Amnestico e Cognitivo Diversi"; il Disturbo Depressivo Maggiore, Con Manifestazioni Psicotiche nella sezione "Disturbi dell'Umore"). Secondo il DSM-IV rientrano fra i disturbi psicotici: La Schizofrenia è un disturbo che dura almeno 6 mesi e implica almeno un mese di sintomi della fase attiva (per es., due o più dei seguenti sintomi: deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico, sintomi negativi). Il Disturbo Schizofreniforme è caratterizzato da un quadro sintomatologico equivalente a quello della Schizofrenia eccetto che per la sua durata (per es., il disturbo dura da uno a sei mesi) e per l'assenza del requisito che prevede un deterioramento del funzionamento. Il Disturbo Schizoaffettivo è un disturbo nel quale un episodio di alterazione dell'umore e i sintomi della fase attiva della Schizofrenia ricorrono assieme e sono preceduti o seguiti da almeno due settimane di deliri o allucinazioni senza rilevanti sintomi della sfera affettiva. Il Disturbo Delirante è caratterizzato da almeno un mese di deliri non bizzarri in assenza di altri sintomi della fase attiva della Schizofrenia. Il Disturbo Psicotico Breve è un disturbo che dura più di un giorno e si risolve entro un mese. Il Disturbo Psicotico Condiviso è un disturbo che si sviluppa in un soggetto che viene influenzato da qualcun altro con un delirio stabilizzato di contenuto simile. Nel Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale , si valuta che i sintomi psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale. Nel Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze , si valuta che i sintomi psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta di una sostanza d'abuso, di un farmaco, o della esposizione a una tossina. Il Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato viene incluso per classificare quadri psicotici che non soddisfano i criteri per alcuno dei Disturbi Psicotici specifici definiti in questa sezione, o per definire una sintomatologia psicotica a riguardo della quale si possiedono informazioni inadeguate o contraddittorie. Schizofrenia I sintomi caratteristici della Schizofrenia comportano uno spettro di disfunzioni cognitive ed emotive che comprende: la percezione, il pensiero deduttivo, il linguaggio e la comunicazione, il controllo del comportamento, l'affettività, la fluidità e la produttività del pensiero e dell'eloquio, la capacità di provare piacere, la volontà e l'iniziativa, e l'attenzione. SINTOMI POSITIVI: Allucinazioni: prevalentemente di tipo uditivo (sentire voci o rumori o suoni); possono essere presenti anche allucinazioni tattili ed olfattive (sentire odori) Deliri: prevalentemente di persecuzione, di veneficio, di tipo religioso o mistico Disorganizzazione del pensiero o del linguaggio: mancanza di logica nel ragionamento, utilizzo di un linguaggio non comprensibile. Comportamento bizzarro Catatonia: stato di grave rallentamento psicomotorio fino al blocco completo con rigidita’ muscolare SINTOMI NEGATIVI: • • • • Disturbi del pensiero (forma e contenuto) Disturbi della percezione Disturbi affettivi Disturbi del comportamento (incluso comp.motorio comp.motorio)) Appiattimento affettivo (riduzione delle emozioni e dellaloro espressione) Alogia (povertà dell’eloquio, risposte brevi, vuote) Abulia/Apatia (mancanza di interesse,di energia, trascuratezza, difficoltà a cercare/mantenere un lavoro e mancanza di attività generale, difficoltà ad attivare comportamenti finalizzati a una meta Mancanza d’iniziativa Anedonia e appiattimento dell’affettività (incapacità di provare/esprimere piacere, di sentire relazioni intime, riduzione dello spettro dell’espressioni emotiva, scarso interesse per le attività ricreative e per i rapporti sociali) Ritiro sociale Questa diagnosi comporta una costellazione di segni e sintomi associati a menomazione del funzionamento sociale o lavorativo. 19 Criteri DSM per la Schizofrenia A. Sintomi caratteristici: almeno due dei sintomi seguenti, ciascuno presente per periodo di un mese (o meno se trattati con successo): 1) deliri 2) allucinazioni 3) eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza) 4) comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico 5) sintomi negativi, cioè appiattimento dell'affettività, alogia, abulia. B. Disfunzione sociale/lavorativa: per un periodo significativo di tempo dall'esordio del disturbo, una o più delle principali aree di funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé si trovano notevolmente al di sotto del livello raggiunto prima della malattia (oppure, quando l'esordio è nell'infanzia o nell'adolescenza, si manifesta un'incapacità di raggiungere il livello di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo prevedibile). C. Durata: segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi (almeno 1 mese di sintomi -o meno se trattati con successo- che soddisfino il Criterio A -cioè, sintomi della fase attiva) D. Esclusione dei Disturbi Schizoaffettivo e dell'Umore E. Esclusione di sostanze e di una condizione medica generale F. Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: se c'è una storia di Disturbo Autistico o di altro Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, la diagnosi addizionale di Schizofrenia si fa soltanto se sono pure presenti deliri o allucinazioni rilevanti per almeno un mese (o meno se trattati con successo). Schizofrenia • Incidenza Sottotipi della Schizofrenia e relative procedure di registrazione Sottotipi F20.0x F20.1x F20.2x F20.3x F20.4x Tipo Paranoide [295.30] Tipo Disorganizzato [295.10] Tipo Catatonico [295.20] Tipo Indifferenziato [295.90] Tipo Residuo [295.60] La quinta cifra dipende dalle specificazioni di decorso .x2 Episodico Con Sintomi Residui Intercritici. Questa specificazione si applica quando il decorso è caratterizzato da episodi nei quali è soddisfatto il Criterio A per la Schizofrenia e vi sono sintomi residui clinicamente significativi fra gli episodi .x3 Episodico Con Nessun Sintomo Residuo Intercritico. Questa specificazione si applica quando il decorso è caratterizzato da episodi nei quali è soddisfatto il Criterio A per la Schizofrenia e non vi sono sintomi residui clinicamente significativi fra gli episodi. .x0 Continuo. Questa specificazione si applica quando i sintomi caratteristici del Criterio A sono soddisfatti durante tutto (o quasi tutto) il decorso. .x4 Episodio Singolo in Remissione Parziale. Questa specificazione si applica quando vi sia stato un singolo episodio nel quale sia risultato soddisfatto il Criterio A per la Schizofrenia, e rimangano alcuni sintomi residui clinicamente significativi. .x5 Episodio Singolo in Remissione Completa. Questa specificazione si applica quando vi sia stato un episodio singolo nel quale sia risultato soddisfatto il Criterio A per la Schizofrenia, e non rimangano sintomi residui clinicamente significativi. .x8 Modalità Diversa o Non Specificata. Questa specificazione viene usata quando sia stata presente una modalità di decorso diversa o non specificata. .x9 Meno di un anno dall'esordio dei sintomi iniziali della fase attiva. Decorso •25% dei pazienti originariamente diagnosticati come schizo guariscono, •Circa altrettanti mostrano dall’inizio un dercorso decisamente cronico senza remissioni di grande rilevo, •50% mostra nel corso degli anni un decorso caratterizzato da esacerbazioni e remissioni. Popolazione generale: compreso tra 0.5% - 1%. Poiché la Schizofrenia tende ad essere cronica, la frequenza si alza nell’ambito dei setting psichiatrici (SPDC-SR) All'inizio della malattia, i sintomi negativi possono essere rilevanti, apparendo primariamente come manifestazioni prodromiche. Successivamente, compaiono sintomi positivi. Poiché questi sintomi positivi sono particolarmente rispondenti al trattamento, essi tipicamente diminuiscono, ma, in molti soggetti, persistono sintomi negativi tra gli episodi di sintomi positivi. Vi sono dati che indicano che i sintomi negativi possono diventare stabilmente più rilevanti in certi soggetti durante il decorso della malattia. • Esordio della schizofrenia: Il suicidio: approssimativamente il 10% dei soggetti con Schizofrenia commette suicidio. I fattori di rischio per suicidio includono: sesso maschile, età sotto i 30 anni, sintomi depressivi, disoccupazione e recente dimissione dall'ospedale. Solitamente nella seconda-terza decade della vita (Maschi: tra 19-25a.; Femmine: intorno ai 30a.), più o meno precoce. L'esordio può essere brusco o insidioso, ma la maggioranza dei soggetti presenta una fase prodromica caratterizzata dallo sviluppo lento e graduale di una varietà di segni e di sintomi della malattia (per es., ritiro sociale, perdita di interesse nella scuola o nel lavoro, deterioramento nell'igiene e nell'ordine, comportamento inusuale, scoppi di rabbia). L'età di insorgenza può concorrere a livello prognostico. È comune comorbidità con i Disturbi Correlati a Sostanze (inclusa la Dipendenza da Nicotina). Il Disturbo Schizotipico, Schizoide o Paranoide di Personalità può a volte precedere l'esordio della Schizofrenia. Non è chiaro se questi Disturbi di Personalità siano semplicemente prodromici alla Schizofrenia o se invece costituiscano un disturbo distinto precedente. Familiarità I parenti biologici di primo grado dei soggetti con Schizofrenia hanno un rischio per la Schizofrenia di circa 10 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. I tassi di concordanza per Schizofrenia sono più alti nei gemelli monozigoti rispetto ai gemelli dizigoti. Studi di adozione hanno dimostrato che i parenti biologici di soggetti con Schizofrenia presentano un rischio consistentemente aumentato per Schizofrenia, mentre i parenti adottivi non hanno un aumento di rischio. Benché molti dati suggeriscano l'importanza dei fattori genetici nell'eziologia della Schizofrenia, l'esistenza di un tasso consistente di discordanza nei gemelli monozigoti indica anche l'importanza dei fattori ambientali. Fattori di rischio Biologici Eziopatogenesi 1. 2. Fattori Biologici Fattori Psico-Sociali-Ambientali 3. 4. 5. Aspetti genetici (Familiarità) Aspetti correlati a condizioni pre-natali (es. Età elevata dei genitori, Carenze nutrizionali nel feto, Infezioni durante la gravidanza, Uso di sostanze d’abuso, Esposizione a raggi x…) Aspetti post natali (es. carenze nutrizionali, infezioni, traumi cerebrali…) Alcuni Markers (es. Anomalie cerebellari strutturali e funzionali) Aspetti neurologici (alterazioni morfostrutturali, disfunzioni di domini cognitivi: attenzione, memoria, funzioni esecutive) e Fattori biochimici (iperattività dopaminergica) Comorbidità mediche 20 Fattori Psico-Sociali ed Ambientali • Il ruolo delle prime relazioni, della famiglia e stili relazionali (es. stile d’attaccamento, alta emotività espressa, precoci separazioni) • Aspetti ambientali (es. status socioeconomico) • I disturbi mentali precedenti all’esordio della schizofrenia e comorbidità psichiatriche • Uso di sostanze • Fattori stressanti Caratteristiche diagnostiche Le caratteristiche essenziali del Disturbo Schizofreniforme sono identiche a quelle della Schizofrenia (Criterio A), eccetto che per due differenze: -la durata totale della malattia (incluse le fasi prodromica, attiva, e residua) è almeno di 1 mese, ma meno di 6 mesi (Criterio B) -non è richiesta una menomazione del funzionamento sociale o lavorativo durante una certa parte della malattia (benché possa verificarsi). La durata richiesta per il Disturbo Schizofreniforme è intermedia fra quella del Disturbo Psicotico Breve (nel quale i sintomi durano per almeno 1 giorno, ma per meno di 1 mese) e quella della Schizofrenia (nella quale i sintomi persistono per almeno 6 mesi). La diagnosi dovrebbe essere cambiata in Schizofrenia se il quadro clinico dovesse persistere oltre i sei mesi. Diagnosi differenziale Dal momento che i criteri diagnostici per Schizofrenia e Disturbo Schizofreniforme differiscono principalmente per i termini di durata della malattia. Il Disturbo Schizofreniforme differisce dal Disturbo Psicotico Breve, che ha una durata inferiore a un mese. Decorso L'età tipica di insorgenza del Disturbo Schizoaffettivo è probabilmente l'inizio dell'età adulta, benché l'insorgenza possa verificarsi in qualunque momento della vita, dalla adolescenza alle fasi più avanzate. F20.8 Disturbo Schizofreniforme [295.40] A. Risultano soddisfatti i criteri A (deliri, allucinazioni eloquio/ comportamento disorganizzato,sint neg) , D (escl. Schizoaff e dist umore), ed E (dovuto a condiz med/sost) della Schizofrenia. B. Un episodio del disturbo (inclusa la fase prodromica, attiva e residua) dura almeno un mese ma meno di sei mesi. (Quando la diagnosi deve essere fatta senza attendere il recupero, dovrebbe essere qualificata come "Provvisoria".) Specificare se: -Senza Segni Prognostici Favorevoli -Con Segni Prognostici Favorevoli: come evidenziato da due (o più) delle seguenti condizioni: 1) insorgenza di sintomi psicotici rilevanti entro 4 settimane dalla prima modificazione apprezzabile del comportamento o del funzionamento usuali confusione o perplessità al culmine dell'episodio psicotico buon funzionamento sociale e occupazionale premorboso assenza di ottundimento o appiattimento dell'affettività 2) 3) 4) F25.x Disturbo Schizoaffettivo [295.70] Criteri A. Un periodo ininterrotto di malattia durante il quale, in qualche momento, si manifesta un Episodio di alterazione del tono dell’umore (EP. Depressivo Maggiore, un Episodio Maniacale, oppure un Episodio Misto) in concomitanza a sintomi che soddisfano il Criterio A per la Schizofrenia. Nota L'episodio Depressivo Maggiore deve includere il Criterio A1: umore depresso. B. Durante lo stesso periodo di malattia (prima o dopo il periodo di alterazione del tono dell’umore), si sono manifestati deliri o allucinazioni per almeno 2 settimane in assenza di rilevanti sintomi dell'umore. C. I sintomi che soddisfano i criteri per un episodio di alterazione dell'umore sono presenti per una considerevole parte della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia. D. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale. Specificare il tipo: .0 .1 Tipo Bipolare: se il disturbo include un Episodio Maniacale o Misto (o un Episodio Maniacale o un Episodio Misto ed Episodi Depressivi Maggiori) Tipo Depressivo: se il disturbo include soltanto Episodi Depressivi Maggiori. F22.0 Disturbo Delirante A. Deliri non bizzarri (cioè, concernenti situazioni che ricorrono nella vita reale, come essere inseguito, avvelenato, infettato, amato a distanza, tradito dal coniuge o dall'amante, o di avere una malattia) che durano almeno un mese. Il Criterio A per la Schizofrenia (in particolare allucinazioni visive uditive rilevanti, disorganizzazione eloquio/comp, sint neg) non è risultato soddisfatto. Nota Nel Disturbo Delirante possono essere presenti allucinazioni tattili o olfattive se sono correlate al tema delirante. Il funzionamento, a parte per quanto consegue al (ai) delirio (i), non risulta compromesso in modo rilevante, e il comportamento non è eccessivamente stravagante o bizzarro. La prognosi del Disturbo Schizoaffettivo è alquanto migliore della prognosi della Schizofrenia, ma considerevolmente peggiore della prognosi dei Disturbi dell'Umore. B. Non è comune una consistente disfunzione lavorativa o sociale. C. L'esito del Disturbo Schizoaffettivo, Tipo Bipolare, può essere migliore di quello del Disturbo Schizoaffettivo, Tipo Depressivo. D. Familiarità Vi sono dati consistenti riguardo un aumento di rischio per Schizofrenia nei parenti biologici di primo grado di soggetti con Disturbo Schizoaffettivo. Specificare il tipo (i seguenti tipi sono assegnati sulla base del tema delirante prevalente): -Tipo Erotomanico: convinzione delirante che un'altra persona, generalmente di rango superiore, sia innamorata del soggetto. -Tipo di Grandezza: convinzione delirante del soggetto di avere un esagerato valore, potere, conoscenze, o una speciale identità, o una speciale relazione con una divinità o con una persona famosa. -Tipo di Gelosia: convinzione delirante del soggetto che il proprio partner sessuale sia infedele. -Tipo di Persecuzione: convinzione delirante del soggetto di essere in qualche modo trattato male (lui stesso o qualche persona intima). -Tipo Somatico: convinzione delirante del soggetto di avere un qualche difetto fisico o malattia. -Tipo Misto: convinzioni deliranti caratteristiche di più di uno dei tipi sopra menzionati, ma senza prevalenza di alcun tema. -Tipo Non Specificato. La maggior parte degli studi dimostrano anche che i parenti dei soggetti con Disturbo Schizoaffettivo hanno un aumento di rischio per i Disturbi dell'Umore. E. Se gli episodi di alterazione dell'umore si sono verificati in concomitanza ai deliri, la loro durata totale è stata breve relativamente alla durata dei periodi deliranti. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco), o a una condizione medica generale. 21 Prevalenza Il Disturbo Delirante è relativamente infrequente nei contesti clinici, e la maggior parte degli studi indicano che il disturbo è responsabile dell'1%-2% dei ricoveri di pazienti in strutture di salute mentale. Mancano dati precisi circa la prevalenza nella popolazione di questo disturbo, ma le stime più attendibili si attestano intorno allo 0,03%. A causa del suo esordio generalmente in età avanzata, il rischio di morbilità durante la vita può essere tra lo 0,05% e lo 0,1%. Decorso L'età di esordio del Disturbo Delirante è generalmente nella fase media o avanzata della vita adulta, ma può avvenire anche in una età più giovane. Il Tipo di Persecuzione è quello più frequente. Il decorso è assai variabile. Specialmente nel Tipo di Persecuzione, il disturbo può essere cronico, benché spesso si manifesti un andamento altalenante della preoccupazione per le convinzioni deliranti. In altri casi, periodi di remissione piena possono essere seguiti da successive ricadute. In altri casi ancora, il disturbo guarisce entro pochi mesi, spesso senza successiva ricaduta. Certi dati suggeriscono che il Tipo di Gelosia può avere una prognosi migliore del Tipo di Persecuzione. Familiarità Alcuni studi hanno provato che il Disturbo Delirante è più frequente fra i parenti di soggetti con Schizofrenia di quanto sarebbe atteso per effetto del puro caso, mentre altri studi non hanno provato alcuna relazione familiare fra Disturbo Delirante e Schizofrenia. Vi sono prove limitate che i Disturbi di Evitamento e Paranoide di Personalità possano essere particolarmente comuni fra i parenti biologici di primo grado di soggetti con Disturbo Delirante. F23.8x Disturbo Psicotico Breve A. 1) 2) 3) 4) Presenza di uno (o più) dei sintomi seguenti: deliri allucinazioni eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza) comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico. B. La durata di un episodio del disturbo è di almeno un giorno, ma meno di un mese, con successivo pieno ritorno al livello di funzionamento premorboso. C. Il disturbo non è meglio giustificato da un Disturbo dell'Umore Con Manifestazioni Psicotiche, da un Disturbo Schizoaffettivo, o da Schizofrenia, e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco), o a una condizione medica generale. Codificare in base al tipo: .81 Con Rilevante(i) Fattore(i) di Stress (psicosi reattiva breve): se i sintomi ricorrono poco dopo, e apparentemente in risposta, a eventi che, singolarmente o insieme, provocherebbero significativi segni di sofferenza nella maggior parte delle persone in simili circostanze e culture. .80 Senza Rilevante(i) Fattore(i) di Stress: se i sintomi non ricorrono subito dopo, o non sono apparentemente in risposta a eventi che, singolarmente o insieme, provocherebbero significativi segni di sofferenza nella maggior parte delle persone in simili circostanze e culture. Specificare se: Con Insorgenza nel Postpartum: se l'insorgenza avviene entro 4 settimane dal parto. In certi soggetti con Disturbi di Personalità, fattori di stress psicosociale possono precipitare brevi periodi di sintomi psicotici. Questi sono generalmente transitori e non giustificano una diagnosi a parte. Se i sintomi psicotici persistono per almeno un giorno, può essere appropriata una diagnosi di Disturbo Psicotico Breve. F24 Disturbo Psicotico Condiviso Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale A. Un delirio si sviluppa in un soggetto in un contesto di relazione stretta con un'altra (o più) persona (persone), con già un delirio in atto. B. Il delirio è simile nel contenuto a quello della persona che ha già il delirio in atto. C. Il disturbo non è meglio giustificato da un altro Disturbo Psicotico (per es., Schizofrenia) o da un Disturbo dell'Umore Con Manifestazioni Psicotiche, e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale Criteri A. Rilevanti allucinazioni o deliri. B. Vi è dimostrazione dalla storia, dall'esame fisico, o dai reperti di laboratorio che il disturbo è la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale. C. Il disturbo non è meglio giustificato da un altro disturbo mentale. D. Il disturbo non si verifica esclusivamente durante il corso di un delirium. I soggetti che arrivano a condividere convinzioni deliranti sono spesso uniti da vincoli di consanguineità o di matrimonio, e hanno vissuto assieme per un lungo periodo, a volte in condizioni di relativo isolamento sociale. Se la relazione con il caso primario viene interrotta, le convinzioni deliranti dell'altro soggetto di solito diminuiscono o scompaiono. Benché più comunemente il Disturbo Psicotico Condiviso sia osservato nelle relazioni fra due persone soltanto, esso può anche verificarsi fra un numero più ampio di individui, specialmente in situazioni familiari nelle quali un genitore è il caso primario e i bambini, di volta in volta con una gradazione diversa di intensità, sviluppano le sue convinzioni deliranti. I soggetti con questo disturbo raramente chiedono un trattamento, e generalmente arrivano al medico solo quando è preso in cura il caso primario. Disturbo Psicotico indotto da sostanze Criteri A. Rilevanti allucinazioni o deliri (Nota Non includere le allucinazioni se la persona ha la consapevolezza che sono indotte da sostanze.) B. Vi sono prove evidenti dalla storia, dall'esame fisico, o da reperti di laboratorio della condizione (1) o (2): 1) i sintomi del Criterio A si sono sviluppati durante, o entro un mese, dall'Intossicazione o Astinenza dalla sostanza 1) l'uso del farmaco è eziologicamente correlato al disturbo. C. D. Il disturbo non è meglio giustificato da un Disturbo Psicotico non indotto da sostanze. Le prove che i sintomi sono meglio giustificati da un Disturbo Psicotico non indotto da sostanze potrebbero essere le seguenti: i sintomi precedono l'insorgenza dell'uso di sostanze (o di farmaci); i sintomi persistono per un considerevole periodo di tempo (per es., circa un mese) dopo la fine dell'astinenza acuta o di una grave intossicazione, o sono considerevolmente più intensi di quanto ci si sarebbe aspettato dato il tipo o la quantità di sostanza usata o la durata dell'uso; oppure vi sono altri segni evidenti che suggeriscono l'esistenza di un Disturbo Psicotico non indotto da sostanze (per es., una storia di ricorrenti episodi non correlati a sostanze). Il disturbo non si verifica esclusivamente durante il corso di un delirium. Nota Questa diagnosi dovrebbe essere fatta al posto di una diagnosi di Intossicazione da Sostanze o di Astinenza da Sostanze solo quando i sintomi sono più intensi di quelli generalmente associati alla sindrome da intossicazione o da astinenza, e quando sono sufficientemente gravi da giustificare un'attenzione clinica indipendente. Codificare sulla base del sintomo predominante: .2 Con Deliri: se i deliri sono il sintomo predominante .0 Con Allucinazioni: se le allucinazioni sono il sintomo predominante. Condizioni mediche generali associate Una varietà di condizioni mediche generali può provocare sintomi psicotici, incluse condizioni neurologiche (per es., neoplasie, malattia cerebrovascolare, malattia di Huntington, epilessia, lesioni del nervo uditivo, sordità, emicrania, infezioni del sistema nervoso centrale), condizioni endocrine (per es., iper- e ipotiroidismo, iper- e ipoparatiroidismo, ipoadenocorticismo), condizioni metaboliche (per es., ipossia, ipercapnia, ipoglicemia), squilibri idrici o elettrolitici, malattie epatiche o renali, e disturbi autoimmunitari con coinvolgimento del sistema nervoso centrale (per es., lupus erithematosus sistemico). Le condizioni neurologiche che coinvolgono le strutture sottocorticali o il lobo temporale sono più frequentemente associate a deliri. I reperti dell'esame fisico associati, i reperti di laboratorio, e le modalità di prevalenza o di insorgenza riflettono la condizione medica generale che causa il disturbo. F29 Disturbo Psicotico NAS Questa categoria comprende quadri sintomatologici psicotici (cioè, deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico) per i quali non vi sono informazioni adeguate per fare una diagnosi specifica, o vi sono informazioni contraddittorie, oppure riguarda disturbi con sintomi psicotici che non soddisfano i criteri per alcun Disturbo Psicotico specifico. Ad esempio una delle seguenti situazioni: 1. Psicosi Postpartum che non soddisfa i criteri per Disturbo dell'Umore Con Manifestazioni Psicotiche, Disturbo Psicotico Breve, Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale, o Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze. 2. Sintomi Psicotici che sono durati per meno di un mese, ma non si sono ancora risolti, per cui non risultano soddisfatti i criteri per Disturbo Psicotico Breve. 3. Allucinazioni uditive persistenti in assenza di qualunque altra manifestazione. 4. Deliri non bizzarri persistenti con periodi di episodi di alterazione dell'umore sovrapposti che sono stati presenti durante una considerevole parte del disturbo delirante. 5. Situazioni nelle quali il clinico è arrivato alla conclusione che è presente un Disturbo Psicotico, ma non riesce a determinare se sia primario, dovuto a una condizione medica generale, o indotto da sostanze. Specificare se : -Con Insorgenza Durante l'Intossicazione: se risultano soddisfatti i criteri per Intossicazione con la sostanza, e se i sintomi si sviluppano durante la sindrome da intossicazione. -Con Insorgenza Durante l'Astinenza: se risultano soddisfatti i criteri per Astinenza dalla Sostanza, e se i sintomi si sviluppano durante, o poco dopo, una sindrome da astinenza. 22 DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE I DISTURBI DELL’UMORE I Disturbi dell’Umore sono tra le principali cause di disabilità nei paesi occidentali DSM-IV-TR: disturbi la cui caratteristica principale risulta essere un'alterazione dell'umore Disturbi unipolari (depressione maggiore, disturbo distimico) Disturbi bipolari (bipolare I e II e disturbo ciclotimico), L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) annovera la depressione tra le patologie più gravose del mondo (WHO, 2002). Limitazioni notevoli del funzionamento, paragonabili solo a quelle indotte dalle patologie cardiache Elevata comorbidità Contatti numerosi con i servizi sanitari Disturbi dell'umore dovuti ad una condizione medica generale Disturbi dell’umore non altrimenti specificati (NAS). EPIDEMIOLOGIA del DDM - Prevalenza 5.28%. - Incidenza maggiore nelle donne e tra i soggetti tra i 45 e 64a EVOLUZIONE DEL DISTURBO LA PROBABILITA’ DI SPERIMENTARE UN EDM E’ INFLUENZATA DAI SEGUENTI FATTORI: •PREDISPOSIZIONE GENETICA (ereditabilità 31-42%) •COMPLICAZIONI IN GRAVIDANZA E PARTO •DISTURBI METABOLICI •ESPOSIZIONE AD AMBIENTE FAMILIARE DISTURBATO •EVENTI TRAUMATICI O STRESSANTI •FATTORI PREDISPONENTI DI PERSONALITA’ •DISTURBI D’ANSIA •BASSO SOSTEGNO SOCIALE •ABUSO DI ALCOL O SOSTANZE •PRECEDENTE STORIA DI DEPRESSIONE MAGGIORE ricorrenza nel 50-85% dei casi (APA, 2000) DIAGNOSI DI DEPRESSIONE MAGGIORE SECONDO IL DSM-IV-TR EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE Criterio A. Cinque (o più) dei sintomi seguenti contemporaneamente presenti durante un periodo di due settimane e rappresentino un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento. • Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (es., si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (es., appare lamentoso). • marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come riportato dal soggetto o come osservato da altri). SINTOMI CORE DELLA PATOLOGIA, ALMENO UNO DEI DUE DEVE ESSERE PRESENTE ESORDIO tra i 25 e i 30 anni. SINTOMI PRODROMICI: ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie, sintomi depressivi sottosoglia. DURATA EPISODIO DM: se non trattato, dura solitamente 6 mesi o più. RICORRENZA: 50-85%. Nel 20-35% dei casi, persistono sintomi residuali interepisodio e alterazioni nel funzionamento sociale e occupazionale (APA, 2000). COMPLICANZE: suicidio e altri comportamenti violenti • significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese), oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno. • insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno • agitazione o rallentamento psicomotorio, quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato) • faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno • sentimenti di svalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato) • ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri) • pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l'ideazione di un piano specifico per commettere suicidio. 23 DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE Criterio B. il secondo criterio da rispettare prevede che i sintomi non soddisfino i criteri per un episodio misto. Criterio C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo e compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti . Presenza di uno o più Episodi Depressivi Maggiori SPECIFICHE: Criterio D. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (es., una droga di abuso, un medicamento) o di una condizione medica generale (es., ipotiroidismo). Criterio E. I sintomi non sono meglio giustificati da lutto, cioè dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di due mesi, o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio. DISTURBO DISTIMICO A. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riferito dal soggetto ed osservato dagli altri, per almeno 2 anni. B. Presenza, quando depresso, di due (o più) dei seguenti sintomi: 1. scarso appetito o iperfagia 2. insonnia o ipersonnia 3. scarsa energia o astenia 4. bassa autostima 5. difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni 6. sentimenti di disperazione C. Durante i 2 anni di malattia la persona non è mai stata priva dei sintomi di cui ai Criteri A e B per più di 2 mesi alla volta. Episodio singolo o ricorrente Lieve, moderato, grave Con o senza manifestazioni psicotiche In remissione D. Durante i primi 2 anni di malattia non è stato presente un Episodio Depressivo Maggiore; cioè il disturbo non è meglio inquadrabile come Disturbo Depressivo Maggiore Cronico, o Disturbo Depressivo Maggiore, In Remissione Parziale. •Nota: Prima dell’insorgere del Disturbo Distimico può esserci stato un Episodio Depressivo Maggiore, purché seguito da una totale remissione (nessun segno o sintomo per 2 mesi). Inoltre, dopo i primi 2 anni di Disturbo Distimico possono esserci episodi sovrapposti di Episodio Depressivo Maggiore; in questo caso vengono poste entrambe le diagnosi se risultano soddisfatti i criteri per l’Episodio Depressivo Maggiore . E. Non è mai stato presente un Episodio Maniacale , Misto o Ipomaniacale, né sono stati mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo Ciclotimico. La malattia non si manifesta esclusivamente durante il corso di un Disturbo Psicotico cronico, come Schizofrenia o Disturbo Delirante . F. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (ad es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo). G. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.. IL DISTURBO DEPRESSIVO IN COMORBIDITA’ DIAGNOSI DIFFERENZIALE DISTURBO BIPOLARE ABUSO SOSTANZE CONDIZIONE MEDICA GENERALE DISTURBO CICLOTIMICO TRISTEZZA IN NORMALE CONDIZIONE DI VITA ESORDIO DEMENZA ADHD Mediche Sistema endocrino Neurologiche Cardiovascolari Apparato digerente Disturbi respiratori Cancro Diabete mellito Artrite Ipertensione Infettive Psichiatriche Disturbi d’Ansia: DAP, DAG, fobia sociale, ossessivo-compulsivo Abuso di sostanze e alcol Disturbi di Personalità Bulimia nervosa IMPORTANTI RISVOLTI NEGATIVI PER PROGNOSI E TRATTAMENTO. 24 DISTURBO BIPOLARE I disturbi bipolari EPIDEMIOLOGIA del Disturbo Bipolare Il Disturbo Bipolare ha una PREVALENZA nella popolazione generale compresa tra lo 0,4 e l’1,6%. DISTURBO BIPOLARE I frequenza uguale tra uomini e donne, DISTURBO BIPOLARE II più frequente nelle donne Il Disturbo Bipolare è una patologia psichiatrica debilitante ricorrente, caratterizzata dall’alternarsi di depressione e mania Tra le dieci cause di maggiore disabilità negli USA, occupa il sesto posto (WHO, 2002). FATTORI DI RISCHIO BIO-PSICO-SOCIALI: •CHIARA BASE GENETICO-BIOLOGICA: concordanza del 57% nei gemelli monozigoti e del 14% nei dizigoti parenti di 1°grado 6,7% •COMORBIDITA’ PSICHIATRICA (disturbi di personalità, dell’alimentazione) •ADHD nell’infanzia (60-80% dei pazienti Bipolari: esordio precoce?) •COMPLICANZE IN GRAVIDANZA •ABUSO DI SOSTANZE ed ALCOL (fattore di rischio/complicanza/sintomo?) •ESPOSIZIONE AD EVENTI DI VITA STRESSANTI ESORDIO: età media 21 anni Primo trattamento in media 5-10 anni dopo l’esordio 20% degli adulti con BD esordio nell’adolescenza •EPISODI PRECOCI DI DEPRESSIONE •VULNERABILITA’ TEMPERAMENTALE •TRAUMI INFANTILI •AMBIENTE FAMILIARE DISGREGATO •BASSO STATUS SOCIO-ECONOMICO E LIVELLO DI EDUCAZIONE DECORSO DEL DISTURBO È UN DISTURBO EPISODICO, GENERALMENTE CRONICO, CON DECORSO VARIABILE. ESORDIO GENERALMENTE DEPRESSIVO ESORDIO EPISODIO MANIACALE più frequente negli UOMINI PERIODO INTEREPISODIO: tra il primo e il secondo episodio può trascorrere un massimo di 4 anni, ma intervalli successivi si accorciano. Per una chiara valutazione di questa forma psicopatologica è necessario definire determinati episodi di alterazione dell’umore: episodio depressivo maggiore, episodio maniacale, episodio misto ed episodio ipomaniacale. Spesso molti episodi depressivi prima di un episodio maniacale (ANAMNESI e DIAGNOSI DIFFERENZIALE!!!) Un episodio non rappresenta di per sé un disturbo ma l'organizzazione degli episodi, ovvero di certi quadri sintomatologici, in relazione ad altri criteri diagnostici, caratterizza specifici disturbi. COMPLICANZE (?): suicidio (15-20% dei pz non curati), disturbi comportamentali. E' pertanto indispensabile conoscere gli episodi e quindi procedere con la descrizione dei disturbi clinici codificati. 25 EPISODIO MANIACALE: CRITERIO A. Un periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo, o irritabile, della durata di almeno una settimana (o di qualsiasi durata se è necessaria l'ospedalizzazione). CRITERIO B. Durante il periodo di alterazione dell'umore, tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativo (quattro se l'umore è solo irritabile): autostima ipertrofica o grandiosità diminuito bisogno di sonno maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente distraibilità aumento dell'attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale), oppure agitazione psicomotoria eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., eccessi nel comprare, CRITERIO C. I sintomi non soddisfano i criteri per l'Episodio Misto CRITERIO D. L'alterazione dell'umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo o delle attività sociali abituali o delle relazioni interpersonali, o da richiedere l'ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche. CRITERIO E. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco o altro trattamento), o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). comportamento sessuale sconveniente, investimenti in affari avventati). EPISODIO MISTO: CRITERIO A. Risultano soddisfatti i criteri sia per l'Episodio Maniacale che per l'Episodio Depressivo Maggiore (eccetto per la durata), quasi ogni giorno, per almeno 1 settimana. CRITERIO B. L’alterazione dell’umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo o delle attività sociali abituali o delle relazioni interpersonali, o da richiedere l’ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche. CRITERIO C. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale. Nota: Gli episodi simil-misti chiaramente indotti da un trattamento somatico antidepressivo (per es., farmaci, terapia elettroconvulsivante, light therapy ) non dovrebbero essere considerati per una diagnosi di Disturbo Bipolare I. EPISODIO IPOMANIACALE: CRITERIO A. Un periodo definito di umore persistentemente elevato, espansivo o irritabile, che dura ininterrottamente per almeno 4 giorni, e che è chiaramente diverso dall’umore non depresso abituale. CRITERIO B. Durante il periodo di alterazione dell'umore, tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativo (quattro se l'umore è solo irritabile): autostima ipertrofica o grandiosità diminuito bisogno di sonno maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente distraibilità aumento dell'attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale), oppure agitazione psicomotoria eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., eccessi nel comprare, comportamento sessuale sconveniente, investimenti in affari avventati). CRITERIO C. L’episodio si associa ad un chiaro cambiamento nel modo di agire, che non è caratteristico della persona quando è asintomatica. Uguale all’episodio maniacale tranne: CRITERIO D. L’alterazione dell’umore e il cambiamento nel modo di agire sono osservabili dagli altri. DURATA: l’alterazione dell’umore ha una durata ininterrotta di almeno quattro giorni) CRITERIO E. L’episodio non è abbastanza grave da provocare una marcata compromissione in ambito lavorativo o sociale, o da richiedere l’ospedalizzazione, e non sono presenti manifestazioni psicotiche GRAVITA’: non è abbastanza grave da provocare una marcata compromissione del funzionamento, o da richiedere l'ospedalizzazione CRITERIO F. I sintomi non sono dovuti all azione fisiologica diretta di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco o un altro trattamento), o ad una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). Assenza di manifestazioni psicotiche (deliri e allucinazioni). Nota: Episodi simil-ipomaniacali chiaramente indotti da un trattamento somatico antidepressivo (per es., farmaci, terapia elettroconvulsivante, light therapy) non dovrebbero essere considerati per la diagnosi di Disturbo Bipolare II . 26 DISTURBO BIPOLARE I La caratteristica essenziale del disturbo bipolare I è la presenza di uno o più Episodi Maniacali o Misti, spesso sono stati presenti Episodi Depressivi Maggiori. Episodio singolo o ricorrente Episodio più recente SPECIFICHE: Lieve, moderato, grave Con o senza manifestazioni psicotiche In remissione DISTURBO BIPOLARE II La caratteristica essenziale del disturbo bipolare II è la presenza di uno o più Episodi Depressivi Maggiori, accompagnati da almeno un Episodio Ipomaniacale. A. Presenza (anche in anamnesi) di uno o più Episodi Depressivi Maggiori. B. Presenza (anche in anamnesi) di almeno un Episodio Ipomaniacale. C. Non vi è mai stato un Episodio Maniacale o Misto. D. I sintomi dell’umore di cui ai criteri A e B non sono meglio inquadrabili come Disturbo Schizoaffettivo, e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante o Disturbo Psicotico NAS E. I sintomi causano disagio significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. DISTURBO CICLOTIMICO A. Per almeno 2 anni presenza di numerosi episodi ipomaniacali e di numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore. Episodio singolo o ricorrente Episodio più recente SPECIFICHE: Lieve, moderato, grave Con o senza manifestazioni psicotiche In remissione B. Durante questo periodo di 2 anni, la persona non è mai stata senza i sintomi del Criterio A per più di 2 mesi alla volta. C. Durante i primi 2 anni di malattia non è stato presente un Episodio Depressivo Maggiore, Episodio Maniacale o Episodio Misto. D. I sintomi del Criterio A non sono meglio inquadrabili come Disturbo Schizoaffettivo , e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante o Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato. E. I sintomi non sono dovuti all’azione fisiologica diretta di una sostanza (per es., una droga di abuso, un medicamento), o ad una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). F. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre importanti aree del funzionamento. DIAGNOSI DIFFERENZIALE IL DISTURBO BIPOLARE IN COMORBIDITA’ Mediche DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE ABUSO SOSTANZE CONDIZIONE MEDICA GENERALE ADHD Sistema endocrino (Trattamenti al litio) Diabete mellito Cardiovascolari Emicrania DISTURBO BORDERLINE DELLA PERSONALITA’ Disturbi respiratori DISTURBI PSICOTICI Patologie infettive DISTURBO DELLA CONDOTTA Epatiche Obesità IMPORTANTI RISVOLTI NEGATIVI PER PROGNOSI E TRATTAMENTO! Psichiatriche Disturbi d’Ansia Disturbo Ossessivo-compulsivo Abuso di sostanze e alcol Disturbi di Personalità (borderline) Disturbi dell’alimentazione Disturbo della condotta ADHD Discontrollo degli impulsi Autismo Sindrome di Tourette 27 RUOLO DELL’ANSIA L'ansia è: • uno stato emotivo caratteristico e radicato nella natura umana (è normale) • utile in quanto ha una funzione protettiva. DISTURBI D’ANSIA =>Una normale reazione d'allarme (ansia fisiologica/tensione psicofisica) che implica un'attivazione generalizzata delle risorse individuali (fisiologiche, emotive, cognitive). Tale attivazione, che si mobilita dinnanzi ad uno stimolo “minaccioso”, ha la funzione di aiutare la persona ad affrontare e superare le difficolta' che si trova davanti. La curva di Yerker-Dobson ANSIA PATOLOGICA Y e D hanno descritto la relazione tra ansia e rendimento. Tale relazione consente di comprendere gli effetti facilitanti o debilitanti dell’ansia normale. Il rendimento in caso di una prestazione migliora quando aumenta l’attivazione (ansia facilitante) poiché mobilita l’attenzione e la vigilanza. In genere, i livelli di prestazione risultano buoni in presenza livelli stabili di attivazione per cui il soggetto è vigile. Tuttavia, se l’ansia aumenta oltre questo livello ottimale di attivazione si possono manifestare degli effetti debilitanti, x cui si riduce la capacità di compiere i movimenti con scioltezza, di svolgere attività intellettuali complesse e rendendo difficoltosa l’acquisizione di nuove informazioni L’ansia viene considerata patologica quando disturba il funzionamento psichico globale determinando una limitazione della capacità di adattamento dell’individuo. Buona Media Scadente Molto calmo Vigile Panico Ansia/Attivazione L’ansia è un fenomeno che tende a manifestarsi sia sul piano somatico che su quello cognitivo-psicologico. Quando la risposta ansiosa è esagerata e disfunzionale rispetto agli stimoli che l'hanno indotta – Lo stato ansioso si manifesta frequentemente, disturbando il soggetto durante tutto l'arco della giornata con i sintomi mentali e/o fisici. – Lo stato ansioso compare acutamente ed è caratterizzato da sintomi mentali e/o fisici. – Sviluppo di comportamenti evitamento Quando lo stato ansioso compare in assenza di uno stimolo scatenante L’ansia patologica spesso è dotata di una propria “autonomia”, manifestandosi senza alcuna correlazione con apparenti cause esterne scatenanti, ha un’intensità tale da provocare un grado di sofferenza non sopportabile e una durata. Sintomi somatici Dispnea e sensazioni di soffocamento Palpitazioni Sudorazione/mani fredde,sudate Bocca asciutta Vertigini/sensazioni di sbandamento Nausea/diarrea Vampate di calore/brividi Pollachiuria Disfagia/nodo alla gola Tremori Dolenzia muscolare Facile affaticabilità Irrequietezza Sintomi cognitivi-psicologici Sentirsi nervoso/ sul filo del rasoio Risposte esagerate di allarme Difficoltà di concentrazione Sensazioni di testa vuota Incapacità a rilassarsi Difficoltà di addormentamento Irritabilità Atteggiamento apprensivo Paura di morire Paura di perdere il controllo Paura di non riuscire ad affrontare le situazioni 28 EZIOLOGIA ANSIA STATO/TRATTO • STATO: esperienza contingente dell’ansia in un particolare momento, come reazione a circostanze di evocazione immediata • TRATTO: è una tendenza nel tempo ad affrontare le vicissitudini della vita con un costante eccessivo grado di ansia Fattori Biologici • Aspetti genetico-familiari (DP, FS, FSp, DAG) • Alterazione dell’attivazione del SNA • Alterazione della regolazione della respirazione (DP) • Alterazione del sistema d’allarme x il soffocamento (DP) • Alterazioni del senso dell’equilibrio (DP) • Alterazioni neurotrasmettitoriali • Condizioni mediche (asma, patologie respiratorie, cardiache, tiroidismo, etc…) • Abuso di sostanze (soprattutto stimolanti: caffeina, nicotina, cocaina…) Fattori Psicologici e socio-ambientali • Ansia come componente della personalità (ansia di tratto) • Stili educativi e relazionali dei familiari (teoria dell’attaccamento, azione di modelling parentale) • Il ruolo dell’apprendimento e i processi di rinforzo nello sviluppo/mantenimento di comportamenti ansiosi: • Stili cognitivi disfunzionali (RET) • Inadeguate risorse di coping personali ed ambientali • Stress EPIDEMIOLOGIA ED EVOLUZIONE PREVALENZA NELLA POP. GENERALE Evento valutato come potenzialmente dannoso DAP Risorse insufficienti 1% - 5% (il 35% ha sperimentato un attacco di panico nel corso della vita) La percezione dello stress aumenta se: Accumulo di eventi stressanti Sensazione di impotenza PREVALENZA NELLA POP. GENERALE 3% - 5% GAD 1% – 14% PTSD SESSO Più frequente nelle donne ETA’ DI ESORDIO Cronico, peggiora durante i periodi di stress. Si associa a depressione, abuso di sostanze e alcol e altri Disturbi d’Ansia Entro 3 mesi dal trauma (possono tuttavia passare anni dallo stesso) Nel 50% remissione completa. In molti casi andamento cronico associato a depressione Disturbi Somatoformi e abuso di soatanze o alcolici ETA’ DI ESORDIO EVOLUZIONE 2-3 volte più Tra i 15 e i 35 frequente anni nelle donne rispetto agli uomini attacchi di panico paucisintomatici => attacchi di panico ipocondria fobie limitate fobia sociale =>esitamento estensivo/agorafo bia =>depressione FOBIA SOCIALE 3% - 13% leggera prevalenza nelle donne Adolescenza prima età adulta Complicanze quali depressione o abuso di alcol e di ansiolitici FOBIA SPECIFICA 10% - 12% Netta prevalenza nelle donne Bimodale: infanzia e adolescenza Andamento cronico in genere secondari ad altri Disturbi d’Ansia EVOLUZIONE Fanciullezza o adolescenza Non è tuttavia infrequente l’esordio dopo i 20 anni SESSO PREVALENZA NELLA POP. GENERALE 2.5% DOC SESSO ETA’ DI ESORDIO Ugualmente comune nelle donne e negli uomini Tra i 6 e i 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 anni nelle femmine EVOLUZIONE Decorso cronico con alti e bassi, esacerbazione dei sintomi in relazione con lo stress. Può essere associato a depressione, altrio Disturbi d’Ansia, Disturbi dell’Alimentazione e Disturbo OssessivoCompulsivo di Personalità 29 DISTURBI D’ANSIA (DSM) Disturbo di Panico è caratterizzato da: I disturbi d’ansia presentano come aspetto psicopatologico predominante l’ansia, espressa secondo diverse modalità prevalenti - ricorrenti Attacchi di Panico inaspettati, - per i quali si sviluppa una preoccupazione: 1- per il ripetersi di altri attacchi (ansia anticipatoria) 2 - e/o per le possibili conseguenze degli attacchi stessi. Molti disturbi presentano condizioni ansiose, ma non rientrano in questa sezione in quanto i sintomi ansiosi sono accessori al quadro diagnostico • Disturbo di Panico Senza Agorafobia, • Disturbo di Panico con Agorafobia, • Agorafobia senza Anamnesi di Disturbo di Panico, • Fobia Specifica, • Fobia Sociale, • Disturbo OssessivoCompulsivo, • Disturbo Posttraumatico da Stress, • Disturbo Acuto da Stress, Disturbo d’Ansia Generalizzato, • Disturbo d’Ansia Dovuto ad una Condizione Medica Generale, • Disturbo d’Ansia Indotto da Sostanze e • Disturbo d’Ansia Non Altrimenti Specificato Attacco di Panico: Questo disturbo comporta un'evidente e importante modificazione del comportamento, che spesso determina condotte di evitamento. Il DP può presentarsi con/senza Agorafobia Caratteristiche dell’Attacco di Panico AP e' una crisi acuta di intensa paura o disagio durante il quale alcuni (4 o +) dei seguenti sintomi si sono sviluppati all'improvviso raggiungendo l'acme nell'arco di 10 minuti: Corrisponde a un periodo preciso durante il quale vi è l’insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati con una sensazione di catastrofe imminente. • • • • • • • • • Durante questi attacchi sono presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di “impazzire” o di perdere il controllo. • • • • palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia sudorazione tremori fini o a grandi scosse dispnea o sensazione di soffocamento sensazione di asfissia dolore o fastidio al petto nausea o disturbi addominali sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi) paura di perdere il controllo o di impazzire paura di morire parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio) brividi o vampate di calore. NB: non è un disturbo codificabile Caratteristiche dell’Agorafobia Disturbo di Panico Senza Agorafobia (F41.0) A. L'Agorafobia e’ la paura esagerata di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di un attacco di panico o sintomi simil panico. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni quali l'essere fuori casa da soli, il trovarsi in mezzo alla folla o in coda, l'essere su un ponte e il viaggiare sui mezzi pubblici o in automobile. Le situazioni vengono evitate oppure sopportate con molto disagio e la presenza di una persona rassicurante (compagno fobico) puo’ essere di grande aiuto. NB: L'Agorafobia non è un disturbo codificabile => Codificare il disturbo specifico nell'ambito del quale si manifesta l'Agorafobia (per es., Disturbo di Panico Con Agorafobia, Agorafobia Senza Anamnesi di Disturbo di Panico) B. C. D. Entrambi 1) e 2): 1)Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti 2)almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei seguenti sintomi: a)preoccupazione persistente di avere altri attacchi b)preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”) c)significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi Assenza di Agorafobia Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come Fobia Sociale (per es., si manifestano in seguito all'esposizione a situazioni sociali temute), Fobia Specifica (per es., in seguito all'esposizione ad una specifica situazione fobica), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., in seguito all'esposizione allo sporco in qualcuno con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., in risposta a stimoli associati con un grave evento stressante), o Disturbo d'Ansia di Separazione (per es., in risposta all'essere fuori casa o lontano da congiunti stretti). 30 Disturbo di Panico con Agorafobia (F40.0) A. B. C. D. Entrambi 1) e 2): 1)Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti 2)almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei seguenti sintomi: a)preoccupazione persistente di avere altri attacchi b)preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”) c)significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi Presenza di Agorafobia Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come Fobia Sociale (per es., si manifestano in seguito all'esposizione a situazioni sociali temute), Fobia Specifica (per es., in seguito all'esposizione ad una specifica situazione fobica), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., in seguito all'esposizione allo sporco in qualcuno con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., in risposta a stimoli associati con un grave evento stressante), o Disturbo d'Ansia di Separazione (per es., in risposta all'essere fuori casa o lontano da congiunti stretti). Fobia Fobia:: intensa paura irragionevole ed inappropriata nei confronti di uno specifico stimolo esterno. Caratteristiche principali psicopatologico sono: di questo fenomeno • La sproporzione della paura nei confronti della situazione da affrontare • La natura invasiva di queste paure e l’ineliminabilità delle stesse con argomentazioni razionali. • La consapevolezza dell’esagerazione. • La constatazione dell’intensa reazione ansiosa indotta dall’esposizione allo stimolo fobico. • Tendenza all’instaurarsi di comportamento di evitamento Criteri diagnostici per Fobia Specifica F40.2 A. Paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue). B. L’esposizione allo stimolo fobico quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa immediata, che può prendere forma di Attacco di Panico situazionale o sensibile alla situazione Agorafobia senza Anamnesi di Disturbo di Panico Caratterizzata dalla presenza di Agorafobia e di sintomi ansiosi senza manifestazioni pregresse di AP. Spesso determina condotte di evitamento. A. Presenza di Agorafobia, correlata alla paura della comparsa di sintomi tipo panico (per es., vertigini o diarrea). B. Non sono mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo di Panico Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco), o di una condizione medica generale. Se è presente una condizione medica generale, la paura descritta nel Criterio A è chiaramente in eccesso rispetto a quella abitualmente associata con la condizione. C. D. DISTURBI FOBICI: 1. Fobia Specifica è caratterizzata da un'ansia significativa provocata dall'esposizione a un “oggetto” temuto, che spesso determina condotte di evitamento. 2. Fobia Sociale è caratterizzata da una paura persistente, irrazionale o dal desiderio intenso di evitare situazioni in cui il soggetto potrebbe essere esposto al giudizio altrui e potrebbe agire in maniera per lui umiliante o imbarazzante. Quindi, oltre all'evitamento di situazioni sociali, l'evitamento fobico può coinvolgere anche situazioni apparentemente molto banali quali lo scrivere davanti ad un'altra persona, il mangiare in compagnia, l'utilizzare i bagni pubblici o il semplice parlare al telefono o rivolgere la parola ad un estraneo o ad una persona che riveste un ruolo di autorità. • • Fobia Sociale Specifica: ansia sociale limitata a situazioni specifiche (es. parlare in pubblico) Fobia Sociale Generalizzata: ansia sociale pervasiva indotta dalla esposizione a numerose situazioni che comportino la possibilità di fare brutta figura e quindi essere giudicati negativamente dagli altri. E. L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione (situazioni) temuta interferiscono in modo significativo con la normale routine della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attività o le relazioni sociali, oppure è presente disagio marcato per il fatto di avere la fobia. F. Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno 6 mesi. G. L’ansia, gli Attacchi di Panico o l’evitamento fobico associati con l’oggetto o situazione specifici non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale C. La persona riconosce che la paura è eccessiva o D. La situazione (le situazioni) fobica viene evitata oppure sopportata con intensa ansia o disagio Specificare il tipo: Tipo Animali. Tipo Ambiente Naturale (per es., altezze, temporali, acqua). Tipo Sangue-Iniezioni-Ferite. Tipo Situazionale (per es., aeroplani, ascensori, luoghi chiusi). Altro tipo (per es., paura di soffocare, vomitare o contrarre una malattia) 31 E. L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella/e situazione/i sociale o prestazionale interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona, con il funzionamento lavorativo (scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia. Criteri diagnostici per Fobia Sociale F40.1 A. Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. L’individuo teme di agire (o di mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante. F.Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno 6 mesi. B. L’esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l’ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione. G.La paura o l’evitamento non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale, e non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale). C. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole H. Se sono presenti una condizione medica generale o un altro disturbo mentale, la paura di cui al Criterio A non è ad essi correlabile, per es., la paura non riguarda la Balbuzie, il tremore nella malattia di Parkinson o il mostrare un comportamento alimentare abnorme nell’Anoressia Nervosa o nella Bulimia Nervosa. D. Le situazioni temute sociali o prestazionali sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio. Sintomi caratteristici in pz fobico-sociali Situazioni prestazionali Parlare o esibirsi in pubblico; Usare il telefono in pubblico; Mangiare o bere in presenza di altri; Scrivere in pubblico; Essere osservati nello svolgimento di un’attività; Utilizzare bagni pubblici; Entrare in una stanza dove tutti sono seduti. Situazioni di interazione sociale Essere presentati; Incontrare persone autorevoli; Andare ad una festa; Ricevere ospiti; Parlare con sconosciuti; Avvicinare persone dell’altro sesso; Dare un ricevimento. Disturbo d'Ansia Generalizzato è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazioni persistenti ed eccessive di vario genere (lavoro, attivita' scolastica, famiglia). Tale condizione e' caratterizzata dalla presenza di una sensazione di irrequietezza, facile affaticabilita' o difficolta’ di rilassarsi, difficolta' nella concentrazione o testa vuota, irritabilita', tensione muscolare e difficolta’ ad addormentarsi. Accanto a questa sintomatologia, vi è quasi sempre presenza un’attivazione del sistema nervoso vegetativo (palpitazioni, sudorazione, dispnea, nausea, minzione frequente, bocca secca, etc.). Sintomi fisiologici Rossore del volto; Sudorazione; Tremore; Blocco mentale; Aumento frequenza cardiaca; Palpitazioni. Sintomi cognitivi Sintomi comportamentali Autosvalutazione; Perfezionismo; Attesa di essere criticati dagli altri; Attesa di non avere successo; Attesa di comportarsi inappropriatamente in situazioni sociali. Evitamento di situazioni sociali critiche; Scarsa partecipazione durante situazioni sociali; Tendenza a relazionarsi mediante lo sguardo, mantenendo notevole distanza interpersonale; Affidarsi solo ad amici e familiari. Criteri Disturbo d’ansia Generalizzato (DAG) A. Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). B. La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione. C. L'ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi). Nota Nei bambini è richiesto solo un item. 1) irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle 2) facile affaticabilità 3) difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria 4) irritabilità 5) tensione muscolare 6) alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente). 32 D. L'oggetto dell'ansia e della preoccupazione non è limitato alle caratteristiche di un disturbo di Asse I, per es., l'ansia o la preoccupazione non riguardano l'avere un Attacco di Panico (come nel Disturbo di Panico), rimanere imbarazzati in pubblico (come nella Fobia Sociale), essere contaminati (come nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo), essere lontani da casa o dai parenti stretti (come nel Disturbo d'Ansia di Separazione), prendere peso (come nell'Anoressia Nervosa), avere molteplici fastidi fisici (come nel Disturbo di Somatizzazione), o avere una grave malattia (come nell'Ipocondria), e l'ansia e la preoccupazione non si manifestano esclusivamente durante un Disturbo Post-traumatico da Stress. E. F. L'ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. L'alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo), e non si manifesta esclusivamente durante un Disturbo dell'Umore, un Disturbo Psicotico o un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo. Criteri diagnostici Disturbo Ossessivo-Compulsivo A. Ossessioni o compulsioni Ossessioni 1) pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati e che causano ansia o disagio marcati 2) i pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale 3) la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni 4) la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero) Compulsioni 1) comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente 2) i comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; comunque questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi. Disturbo Post-traumatico da Stress è caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell'arousal e da evitamento di stimoli associati al trauma. • Gli eventi traumatici vissuti direttamente includono, ma non sono limitati a, combattimenti, aggressione personale violenta (violenza sessuale, attacco fisico, scippo, rapina, rapimento, essere presi in ostaggio, tortura), attacco terroristico,, incarcerazione, disastri naturali o provocati, gravi incidenti automobilistici, ricevere una diagnosi di malattie minacciose per la vita. • Gli eventi vissuti in qualità di testimoni includono, ma non sono limitati a, l'osservare il ferimento grave o la morte innaturale di un'altra persona dovuti ad assalto violento, incidente, guerra o disastro, o il trovarsi di fronte inaspettatamente a un cadavere o a parti di un corpo. - Acuto: se la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi - Cronico: se la durata dei sintomi è 3 mesi o più. - Ad esordio ritardato: se l'esordio dei sintomi avviene almeno 6 mesi dopo l'evento stressante. Disturbo Ossessivo-Compulsivo è caratterizzato da ossessioni (che causano ansia o disagio marcati) e/o compulsioni (che servono a neutralizzare l'ansia) ricorrenti, sufficientemente gravi da far impiegare tempo (cioè, richiedono più di 1 ora al giorno), o da causare disagio marcato o menomazione significativa. Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti, sono vissute come intrusive e inappropriate (egodistoniche), e causano ansia o disagio marcati. Ossessioni di contaminazione (per es., essere contaminati quando si stringe la mano a qualcuno), la necessità di avere le cose in un certo ordine (per es., disagio intenso quando gli oggetti sono in disordine o asimmetrici)dubbi ripetitivi (per es., chiedersi se si è lasciata la porta aperta o se ci si è comportati in modo tale da causare delle lesioni a qualcuno guidando), impulsi aggressivi o terrifici (per es., aggredire un figlio, o gridare oscenità in chiesa) e fantasie sessuali (per es., ricorrenti immagini pornografiche). L'individuo con ossessioni di solito cerca di ignorare o sopprimere tali pensieri o impulsi, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni (cioè, una compulsione). Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, riordinare) o azioni mentali (es. pregare, contare, ripetere mentalmente delle parole) il cui obbiettivo è quello di prevenire o ridurre l'ansia o il disagio, e non quello di fornire piacere o gratificazione. Sono utilizzate anche per prevenire qualche evento o situazione temuti. Le compulsioni sono chiaramente eccessive e non connesse in un modo realistico con ciò che sono designate a neutralizzare o prevenire. Le compulsioni più comuni comprendono lavarsi e pulire, contare, controllare, richiedere o pretendere rassicurazioni, ripetere azioni, e mettere in ordine. B. In qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli. C. Le ossessioni o compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo (più di 1 ora al giorno) o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali. D. Se è presente un altro disturbo in Asse I, il contenuto delle ossessioni o delle compulsioni non è limitato ad esso (per es., preoccupazione per il cibo in presenza di un Disturbo dell’Alimentazione; tirarsi i capelli in presenza di Tricotillomania; preoccupazione per il proprio aspetto nel Disturbo da Dismorfismo Corporeo; preoccupazione riguardante le sostanze nei Disturbi da Uso di Sostanze; preoccupazione di avere una grave malattia in presenza di Ipocondria; preoccupazione riguardante desideri o fantasie sessuali in presenza di una Parafilia; o ruminazioni di colpa in presenza di un Disturbo Depressivo Maggiore, Episodio Singolo o Ricorrente). E. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale. Criteri diagnostici Disturbo Post-traumatico da Stress A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti: 1) la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri 2) la risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. 33 B. L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi: C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (non presenti prima del trauma), come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi: 1) ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni. 1) sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma 2) sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento. 2) sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma 3) agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, compresi quelli che si manifestano al risveglio o in stato di intossicazione). 3) incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma 4) disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico 5) sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri 5) reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico 7) sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio o dei figli o una normale durata della vita). D. Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi: 1) difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno 2) irritabilità o scoppi di collera 3) difficoltà a concentrarsi 4) ipervigilanza 5) esagerate risposte di allarme. Disturbo acuto da stress A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico in cui erano presenti entrambi i seguenti elementi: 1) la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno comportato la morte, o una minaccia per la vita, o una grave lesione, o una minaccia all'integrità fisica, propria o di altri 2) la risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. B. Durante o dopo l'esperienza dell'evento stressante, l'individuo presenta tre (o più) dei seguenti sintomi dissociativi: 1) sensazione soggettiva di insensibilità, distacco, o assenza di reattività emozionale 2) riduzione della consapevolezza dell'ambiente circostante (per es., rimanere storditi) 3) Derealizzazione (Alterazione nella percezione o nell’esperienza del mondo esterno che appare strano ed irreale) 4) Depersonalizzazione (Alterazione nella percezione o nell’esperienza di sé x cui uno si sente staccato, oppure come se fosse un osservatore esterno del proprio corpo o dei propri processi mentali) 5) amnesia dissociativa (cioè incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma). 4) riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative 6) affettività ridotta (per es., incapacità di provare sentimenti di amore) E. La durata del disturbo (sintomi ai Criteri B, C e D) è superiore a 1 mese. F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. Specificare se: Acuto: se la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi Cronico: se la durata dei sintomi è 3 mesi o più. Specificare se: Ad esordio ritardato: se l’esordio dei sintomi avviene almeno 6 mesi dopo l’evento stressante. C. L'evento traumatico viene persistentemente rivissuto in almeno uno dei seguenti modi: immagini, pensieri, sogni, illusioni, flashback persistenti, o sensazioni di rivivere l'esperienza; oppure disagio all'esposizione a ciò che ricorda l'evento traumatico. D. Marcato evitamento degli stimoli che evocano ricordi del trauma (per es., pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi, persone). E. Sintomi marcati di ansia o di aumentato arousal (per es., difficoltà a dormire, irritabilità, scarsa capacità di concentrazione, ipervigilanza, risposte di allarme esagerate, irrequietezza motoria). F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti, oppure compromette la capacità dell'individuo di eseguire compiti fondamentali, come ottenere l'assistenza necessaria o mobilitare le risorse personali riferendo ai familiari l'esperienza traumatica. G. Il disturbo dura al minimo 2 giorni e al massimo 4 settimane, e si manifesta entro 4 settimane dall'evento traumatico. H. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale, non è meglio giustificato da un Disturbo Psicotico Breve, e non rappresenta semplicemente l'esacerbazione di un disturbo preesistente di Asse I o Asse II. 34 Disturbo d'Ansia Dovuto ad una Condizione Medica Generale Caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia ritenuti conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale. Condizioni mediche generali associate Una varietà di condizioni mediche generali può causare sintomi di ansia: condizioni endocrine (per es., iper- e ipotiroidismo, feocromocitoma, ipoglicemia, ipercorticosurrenalismo), condizioni cardiovascolari (per es., scompenso cardiaco congestizio, embolia polmonare, aritmia), condizioni respiratorie (per es., malattie polmonari ostruttive croniche, polmonite, iperventilazione) condizioni metaboliche (per es., deficienza di vitamina B12, porfiria), e condizioni neurologiche (per es., neoplasie, disfunzioni vestibolari, encefalite). Specificare: se con DAP, DAG, DOC Disturbi Somatoformi Disturbo d'Ansia Indotto da Sostanze Caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia ritenuti conseguenza fisiologica diretta di una droga di abuso, di un farmaco o dell'esposizione ad una tossina. I Disturbi d'Ansia Indotti da Sostanze insorgono solo in associazione con stati di intossicazione o di astinenza Sostanze associate al disturbo Sostanze (intossicazione/astinenza): alcool, amfetamine e sostanze correlate, caffeina, cannabis, cocaina, nicotina, allucinogeni, inalanti, fenciclidina e sostanze correlate, e altre sostanze. Farmaci (che evocano sintomi di ansia): anestetici e analgesici, broncodilatatori, anticolinergici, insulina, preparati tiroidei, contraccettivi orali, antiistaminici, antiparkinsoniani, corticosteroidi, farmaci antiipertensivi e cardiovascolari, anticonvulsivanti, litio carbonato, farmaci antipsicotici, e farmaci antidepressivi. Anche metalli pesanti e tossine (per es., sostanze volatili come benzina e vernici, insetticidi organofosforici, gas nervini, monossido di carbonio, anidride carbonica) possono causare sintomi di ansia. Disturbo d'Ansia NAS utilizzato per la codifica di disturbi con ansia che non soddisfano i criteri per nessun specifico Disturbo d'Ansia (informazioni inad/contrad) • La caratteristica comune dei Disturbi Somatoformi è la presenza di sintomi fisici che fanno pensare ad una condizione medica, da cui il termine somatoforme, e che non sono invece giustificati da una condizione medica generale, dagli effetti diretti di una sostanza, o da un altro disturbo mentale (per es. il Disturbo di Panico). • I sintomi devono causare significativo disagio o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree. • A differenza dai Disturbi Fittizi e dalla Simulazione, i sintomi fisici non sono intenzionali (cioè sotto il controllo della volontà). • Questi disturbi vengono spesso riscontrati nelle consultazioni mediche generali. A causa dei difficili problemi di diagnosi differenziale con le condizioni mediche, sono necessarie tre condizioni: DISTURBI SOMATOFORMI • • • esclusione della presenza di una patologia medica sottostante • anche se esiste una condizione medica correlabile, l’intensità dei sintomi non risulta essere proporzionata ad essa • non esistono dimostrabili meccanismi fisiopatologici capaci di spiegare la sintomatologia • • • • • Disturbo di Somatizzazione è un disturbo polisintomatico che comincia prima dei 30 anni, che dura per più anni, e che è caratterizzato dalla associazione di dolore e sintomi gastro-intestinali, sessuali e pseudo-neurologici; Disturbo Somatoforme Indifferenziato: è caratterizzato da lamentele fisiche non giustificate e dura almeno 6 mesi, ma non raggiunge la soglia per la diagnosi di Disturbo di Somatizzazione; Disturbo di Conversione: comporta sintomi ingiustificati di deficit riguardanti le funzioni motorie volontarie e sensitive, i quali potrebbero suggerire una condizione neurologica o medica generale; fattori psicologici appaiono collegati con i sintomi o i deficit; Disturbo Algico: è caratterizzato dal dolore come punto focale principale della alterazione clinica. Inoltre vi è motivo di ritenere che qualche fattore psicologico abbia un importante ruolo nell'esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento; Ipocondria: è la preoccupazione legata al timore di avere, oppure alla convinzione di avere una grave malattia, basata sulla erronea interpretazione di sintomi o funzioni corporee; Disturbo di Dismorfismo Corporeo: è la preoccupazione riguardante un difetto presunto o sopravvalutato dell'aspetto fisico; Disturbo Somatoforme Non Altrimenti Specificato: è stato incluso per registrare i disturbi con sintomi somatoformi che non incontrano i criteri per nessuno dei Disturbi Somatoformi specifici. 35 F45.0 Disturbo di Somatizzazione [300.81] • • • • • • • • La caratteristica essenziale del Disturbo di Somatizzazione è un quadro di ricorrenti lamentele fisiche multiple clinicamente significative. Una lamentela fisica viene considerata clinicamente significativa se porta a trattamento medico (per es. l'assunzione di medicinali) o se causa significativa menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre importanti aree. Le lamentele fisiche devono iniziare prima dei 30 anni e manifestarsi per almeno alcuni anni (Criterio A). Le lamentele fisiche multiple non possono essere pienamente spiegate con nessuna condizione medica generale conosciuta o con gli effetti diretti di una sostanza. Se si manifestano in presenza di una condizione medica generale, le lamentele fisiche o la menomazione sociale e lavorativa che ne consegue risultano eccessive rispetto a quanto ci si aspetterebbe dalla anamnesi, dall'esame fisico e dai reperti di laboratorio (Criterio C). Deve esserci una storia di dolore riferito almeno a 4 differenti localizzazioni (per es. testa, addome, schiena, articolazioni, arti, torace, retto) o funzioni (cicli mestruali, rapporti sessuali, minzione) (Criterio B1). Deve anche esserci una storia di almeno due sintomi gastro-intestinali che non siano il solo dolore (Criterio B2). Prevalenza • Gli studi hanno riportato percentuali ampiamente variabili di prevalenza del Disturbo di Somatizzazione nel corso della vita, che oscillano tra lo 0,2% e il 2% nelle femmine, e percentuali minori dello 0,2% nei maschi. Decorso • Il Disturbo di Somatizzazione è un disturbo cronico ma fluttuante, che raramente presenta remissioni complete. • Raramente passa un anno senza che il soggetto cerchi qualche tipo di attenzione medica motivata con sintomi somatici non giustificati. • I criteri diagnostici vengono classicamente riscontrati prima dei 25 anni, ma i sintomi iniziali spesso sono presenti fin dall'adolescenza. • Nelle donne tra i primi sintomi possono esservi difficoltà mestruali. I sintomi sessuali risultano spesso associati a disaccordo coniugale. • E’ osservabile un alta comorbidità sull’Asse I con una diagnosi di disturbo dell’umore e/o d’ansia. Ancora più rilevante è la presenza sull’asse II che può raggiungere una prevalenza del 70% (istrionico, passivo-dipendente, paranoide) Familiarità • Il Disturbo di Somatizzazione viene osservato nel 10-20% delle femmine parenti in primo grado con Disturbo di Somatizzazione. Alessitimia => assenza di parole x esprimere le emozioni Caratteristiche dei soggetti alexitimici: • difficoltà nell’identificare ed esprimere le proprie emozioni • difficoltà nel distinguere tra sentimenti e sensazioni corporee legate all’attivazione emotiva • processi immaginativi limitati • stile cognitivo concreto, pratico, orientato verso l’esterno e non introspettivo • Devono essere presenti almeno 3 delle seguenti caratteristiche: – – – – – – incapacità a usare parole appropriate x descrivere le emozioni tendenza a descrivere i dettagli più che gli stati d’animo mancanza di un ricco mondo fantasmatico Il contenuto del pensiero è associato più ad eventi esterni che alla fantasia o alle emozioni Inconsapevolezza delle comuni reazioni somatiche che accompagnano l’esperienza di vari stati d’animo Scoppi occasionali ma violentie spesso inappropriati di comportamento affettivo • • • La maggior parte dei soggetti col disturbo riferiscono la presenza di nausea e di meteorismo. Vomito, diarrea e intolleranza al cibo sono meno comuni. Le lamentele gastro-intestinali spesso inducono a esami radiologici, e possono portare a interventi chirurgici addominali che a posteriori si rivelano non necessari. Deve esserci una storia di almeno un sintomo sessuale o riproduttivo che non sia il solo dolore (Criterio B3). Nelle donne si può trattare di cicli mestruali irregolari, menorragie, vomito in corso di gravidanza. Negli uomini ci possono essere sintomi come disfunzioni dell'erezione o della eiaculazione. Sia le donne che gli uomini possono presentare indifferenza sessuale. Infine deve anche esserci nella storia almeno un sintomo, che non sia il solo dolore, che suggerisca una condizione neurologica (sintomi di conversione, come deficit della coordinazione o dell'equilibrio, paralisi o ipostenia localizzate, difficoltà a deglutire o nodo alla gola, afonia, ritenzione urinaria, allucinazioni, perdita della sensibilità tattile o dolorifica, diplopia, cecità, sordità o convulsioni; sintomi dissociativi come amnesia; oppure perdita di coscienza con modalità diverse dai mancamenti) (Criterio B4). In ciascuno dei raggruppamenti, i sintomi sono stati elencati in ordine approssimativo di frequenza. Infine i sintomi ingiustificati nel Disturbo di Somatizzazione non sono intenzionalmente simulati o prodotti (come nel Disturbo Fittizio o nella Simulazione) (Criterio D). Eziologia (fattori bio-psico-sociali) • Basso livello culturale e sociale • Sviluppo infantile in famiglie con soggetti tendenti alla somatizzazione (intesa come espressione somatica del disagio) • Una relazione con i genitori capaci di accudimento affettivo solo durante gli stati di malattia • Una cultura ed una prassi sanitaria che tendono a privilegiare comportamenti di malattia piuttosto che l’espressione psicologica del disagio e quindi selezionano i sintomi di carattrere somatico creando una sorta di somatizzazione biologica • Amplificazione somatosensoriale che concorre a determinare un’alterazione cognitiva dell’analisi e dell’interpretazione dei segnali corporei e una tendenza a pensare e ad agire attraverso sintomi somatici. E’ stata rilevata un’alta associazione con l’alessitimia • La presenza di un’incapacità a riconoscere e ad esprimere gli affetti, gli istinti e i bisogni attraverso segni più evoluti di simbolizzazione e comunicazione psicologica. Ciò dipenderebbe dall’assenza nei primi anni di vita di una relazione suff empatica con la figura materna Tre caratteristiche che depongono per una diagnosi di Disturbo di Somatizzazione, piuttosto che per una condizione medica generale, sono: 1) coinvolgimento di molteplici apparati; 2) esordio precoce e decorso cronico senza lo sviluppo di segni fisici o di anomalie strutturali; 3) assenza delle alterazioni di laboratorio che sono caratteristiche della condizione medica generale ipotizzabile. 36 Criteri diagnostici per F45.0 Disturbo di Somatizzazione [300.81] • A. Una storia di molteplici lamentele fisiche, cominciata prima dei 30 anni, che si manifestano lungo un periodo di numerosi anni, e che conducono alla ricerca di trattamento o portano a significative menomazioni nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. • B. Tutti i criteri seguenti debbono essere riscontrabili, nel senso che i singoli sintomi debbono comparire in qualche momento nel corso del disturbo: 1) quattro sintomi dolorosi: una storia di dolore riferita ad almeno quattro localizzazioni o funzioni (per es. testa, addome, schiena, articolazioni, arti, torace, retto, dolori mestruali, dolore nel rapporto sessuale o durante la minzione); 2) due sintomi gastro-intestinali: una storia di almeno due sintomi gastro-intestinali in aggiunta al dolore (per es. nausea, meteorismo, vomito al di fuori della gravidanza, diarrea, oppure intolleranza a numerosi cibi diversi); 3) un sintomo sessuale: una storia di almeno un sintomo sessuale o riproduttivo in aggiunta al dolore (per es. indifferenza sessuale, disfunzioni dell'erezione o della eiaculazione, cicli mestruali irregolari, eccessivo sanguinamento mestruale, vomito durante la gravidanza); 4) un sintomo pseudo-neurologico: una storia di almeno un sintomo o deficit che fa pensare ad una condizione neurologica non limitata al dolore (sintomi di conversione, come alterazioni della coordinazione o dell'equilibrio, paralisi o ipostenia localizzate, difficoltà a deglutire o nodo alla gola, mancamenti, afonia, ritenzione urinaria, allucinazioni, perdita della sensibilità tattile o dolorifica, diplopia, cecità, sordità, convulsioni, sintomi dissociativi come amnesia, oppure perdita di coscienza con modalità diverse dai mancamenti). • • • • • • • • • • • • • • • • B. O l'uno o l'altro di 1) e 2): 1) dopo le appropriate indagini, i sintomi non possono essere pienamente spiegati con una condizione medica generale conosciuta, o con gli effetti diretti di una sostanza (per es. una droga di abuso o un medicinale); 2) quando vi è una condizione medica generale collegata, le lamentele fisiche o la menomazione sociale o lavorativa conseguente sono sproporzionate rispetto a quanto ci si dovrebbe aspettare dalla storia, dall'esame fisico o dai reperti di laboratorio. • C. L'uno o l'altro di 1) e 2): 1) dopo le appropriate indagini, ciascuno dei sintomi del Criterio B non può essere esaurientemente spiegato con una condizione medica generale conosciuta o con gli effetti diretti di una sostanza (per es. una droga di abuso, o un medicinale); 2) quando vi è una condizione medica generale collegata, le lamentele fisiche o la menomazione sociale o lavorativa che ne deriva risultano sproporzionate rispetto a quanto ci si dovrebbe aspettare dalla storia, dall'esame fisico e dai reperti di laboratorio. • D. • E. L'alterazione non risulta meglio spiegabile con un altro disturbo mentale (per es. un altro Disturbo Somatoforme, Disfunzione Sessuale, Disturbo dell'Umore, Disturbo d'Ansia, Disturbo del Sonno o Disturbo Psicotico). D. • F. I sintomi non sono prodotti o simulati intenzionalmente (come nel Disturbo Fittizio o nella Simulazione). I sintomi non sono prodotti intenzionalmente o simulati (come nel Disturbo Fittizio o nella Simulazione). A. Uno o più sintomi o deficit riguardanti funzioni motorie volontarie o sensitive, che suggeriscono una condizione neurologica o medica generale. B. Si valuta che qualche fattore psicologico sia associato col sintomo o col deficit, in quanto l'esordio o l'esacerbazione del sintomo o del deficit è preceduto da qualche conflitto o altro tipo di fattore stressante. C. Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o simulato (come nei Disturbi Fittizi o nella Simulazione). D. Il sintomo o deficit non può, dopo le appropriate indagini, essere pienamente spiegato con una condizione medica generale, o con gli effetti diretti di una sostanza, o con una esperienza o comportamento culturalmente determinati. E. Il sintomo o deficit causa disagio clinicamente significativo, o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti, oppure richiede attenzione medica. F. Il sintomo o deficit non è limitato a dolore o disfunzioni sessuali, non si manifesta esclusivamente in corso di Disturbo di Somatizzazione, e non è meglio spiegabile con qualche altro disturbo mentale. F45.2 Ipocondria [300.7] • A. Una o più lamentele fisiche (per es. stanchezza, perdita di appetito, problemi gastro-intestinali o urinari). C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre importanti aree. Codificare tipo di sintomo o deficit: .4 Con Sintomi o Deficit Motori .5 Con Attacchi Epilettiformi o Convulsioni .6 Con Sintomi o Deficit Sensitivi .7 Con Sintomatologia Mista. • • • Criteri diagnostici per F44.x Disturbo di Conversione [300.11] • Criteri diagnostici per F45.1 Disturbo Somatoforme Indifferenziato [300.81] La caratteristica essenziale della Ipocondria è la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici (Criterio A). Una valutazione medica completa non è in grado di individuare una condizione medica generale che possa spiegare pienamente le preoccupazioni del soggetto circa la sua supposta malattia o i suoi segni o sintomi fisici (per quanto possa talora essere presente una condizione medica generale concomitante). La paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche (Criterio B). Tuttavia la convinzione non è di intensità delirante (per es. la persona può riconoscere la possibilità di stare esagerando l'importanza della malattia temuta, oppure che non vi è proprio nessuna malattia). La convinzione non risulta circoscritta alla preoccupazione per l'aspetto fisico, come nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo (Criterio C). La preoccupazione per i sintomi fisici causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre importanti aree (Criterio D), e dura per almeno 6 mesi (Criterio E). La preoccupazione non è meglio spiegabile con un Disturbo d'Ansia Generalizzato, Disturbo Ossessivo Compulsivo, Disturbo di Panico, Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di Separazione, o un altro Disturbo Somatoforme (Criterio F). La durata del disturbo è di almeno 6 mesi. Criteri diagnostici per F45.4 Disturbo Algico [307.xx] • • • • A. Il dolore in uno o più distretti anatomici rappresenta l'elemento principale del quadro clinico, ed è di gravità sufficiente per giustificare attenzione clinica. B. Il dolore causa malessere clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre importanti aree. C. Si valuta che qualche fattore psicologico abbia un ruolo importante nell'esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. D. Il sintomo o deficit non viene intenzionalmente prodotto o simulato (come nei Disturbi Fittizi o nella Simulazione). • E. Il dolore non è meglio attribuibile ad un Disturbo dell'Umore, d'Ansia, o Psicotico e non incontra i criteri per la Dispareunia. • Specificare il tipo: • Disturbo Algico Associato con Fattori Psicologici [307.80]: si giudica che qualche fattore psicologico abbia il ruolo principale nell'esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore (se è presente una condizione medica generale, essa non ha un ruolo predominante nell'esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore). Questo tipo di Disturbo Algico non viene diagnosticato se sono riscontrabili i criteri per il Disturbo di Somatizzazione. • Disturbo Algico Associato con Fattori Psicologici e con una Condizione Medica Generale [307.89]: si valuta che sia i fattori psicologici, sia una condizione medica generale, abbiano ruoli importanti nell'esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. La condizione medica generale associata o la localizzazione anatomica del dolore (vedi sotto) vengono registrate sull'asse III. • • • Specificare se: Acuto: durata inferiore ai 6 mesi Cronico: durata di 6 mesi o più • • • • Nella Ipocondria la preoccupazione può riguardare le funzioni corporee (per es. il battito cardiaco, la traspirazione o la peristalsi); alterazioni fisiche di lieve entità (per es. una piccola ferita o un occasionale raffreddore); oppure sensazioni fisiche vaghe o ambigue (per es. "cuore affaticato", "vene doloranti"). La persona attribuisce questi sintomi o segni alla malattia sospettata ed è molto preoccupata per il loro significato, autenticità e causa. Le preoccupazioni possono riguardare numerosi apparati, in momenti diversi o simultaneamente. In alternativa ci può essere preoccupazione per un organo specifico o per una singola malattia (per es. la paura di avere una malattia cardiaca). Visite mediche ripetute, esami diagnostici e rassicurazioni da parte dei medici servono poco ad alleviare la preoccupazione concernente la malattia o la sofferenza fisica. Per esempio, un soggetto preoccupato di avre una malattia cardiaca non si sentirà rassicurato dalla ripetuta negatività dei reperti delle visite mediche, dell'ECG, o persino della angiografia cardiaca. I soggetti con l'Ipocondria possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o a causa di osservazioni, sensazioni, o eventi che riguardano il loro corpo. La preoccupazione riguardante le malattie temute spesso diviene per il soggetto un elemento centrale della immagine di sé, un argomento abituale di conversazione, e un modo di rispondere agli stress della vita. 37 Criteri diagnostici per F45.2 Ipocondria [300.7] • Prevalenza: non nota nella popolazione generale, nella pratica medica generale è circa del 4-9% • Decorso: può esordire a qualsiasi età, ma sembra più comune nella prima età adulta e negli ansziani. E’ presente un certo grado di familiarità (parenti di primo grado) • • • A. La preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una malattia grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto. B. La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriate. C. La convinzione di cui al Criterio A non risulta di intensità delirante (come nel Disturbo Delirante, Tipo Somatico) e non è limitata a una preoccupazione circoscritta all'aspetto fisico (come nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo). • • D. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. E. La durata della alterazione è di almeno 6 mesi. F. La preoccupazione non è meglio attribuibile a Disturbo d'Ansia Generalizzato, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo di Panico, Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di Separazione, o un altro Disturbo Somatoforme. • Specificare se: • Con Scarso Insight: se, per la maggior parte del tempo durante l'episodio in atto, la persona non è in grado di riconoscere che la preoccupazione di avere una malattia grave è eccessiva o irragionevole. • Criteri diagnostici per F45.2 Disturbo di Dismorfismo Corporeo [300.7] • A. Preoccupazione per un supposto difetto nell'aspetto fisico. Se è presente una piccola anomalia, l'importanza che la persona le dà è di gran lunga eccessiva. • B. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. • C. La preoccupazione non risulta meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale (l'insoddisfazione riguardante la forma e le misure corporee nella Anoressia Nervosa). F45.9 Disturbi Somatoformi Non Altrimenti Specificati [300.81] • Questa categoria comprende i disturbi con sintomi somatoformi che non incontrano i criteri per nessuno dei Disturbi Somatoformi specifici. Gli esempi includono: • 1. La pseudociesi: un falso convincimento di essere gravida che risulta associato con segni obbiettivi di gravidanza, che possono comprendere dilatazione addominale (anche se l'ombelico non si estroflette), riduzione dei flussi mestruali, amenorrea, sensazione soggettiva del movimento fetale, nausea, ingorgo e secrezioni mammarie, e doglie alla data prevista per il parto. Possono essere presenti modificazioni endocrine, ma la sindrome non è spiegabile con una condizione medica generale responsabile delle modificazioni endocrine (per es. un tumore ormono-secernente). • 2. Un disturbo che presenti sintomi ipocondriaci non psicotici di durata inferiore ai 6 mesi. 3. Un disturbo che presenti lamentele fisiche non giustificate (per es. stanchezza o astenia fisica) di durata inferiore a 6 mesi e non collegate a un altro disturbo mentale. • DIAGNOSI DIFFERENZIALE PER L’INQUADRAMENTE DEI DISTURBI SOMATOFORMI • • • • • • • • • • • Escludere affezioni organiche Escludere un disturbo fittizio e la simulazione Porre attenzione ad alcune manifestazioni tipiche: – La molteplicità dei sintomi e delle algie x il D. di Somatizzazione – La presenza di sintomi prevalentemente paraneurologici, il distacco emotivo, il significato simbolico della malattia x il D. da Conversione – Le lamentele incentrate esclusivamente verso il dolore per il D. Algico – Il timore per le malattie x l’Ipocondria – Le lamentele sull’aspetto x il D. da Dismorfismo Corporeo Le lamentele sull’aspetto e le malattie con connotazione delirante configurano un disturbo deliante di tipo somatico Molte somatizzazioni sono presenti nei disturbi d’ansia (GAD, DAP) Nel disturbo evitante di personalità e nella fobia sociale si possono presentare preoccupazioni per l’aspetto Disturbi depressivi DOC Anoressia Disturbi di identità di genere Schizofrenia Disturbi Fittizi • I Disturbi Fittizi sono caratterizzati da sintomi fisici o psichici che sono prodotti o simulati intenzionalmente al fine di assumere il ruolo di malato. La valutazione che un certo sintomo è prodotto intenzionalmente viene fatta sia attraverso l'evidenza diretta, sia attraverso l'esclusione di altre cause. Per esempio, un soggetto con ematuria può venir trovato in possesso di anticoagulanti. La persona può negare di averli assunti, ma le analisi ematiche sono compatibili con l'ingestione di anticoagulanti. In mancanza di prove di una ingestione accidentale, diventa allora ragionevole supporre che il soggetto abbia ingerito intenzionalmente il farmaco. Va tenuto presente che la presenza di sintomi fittizi non esclude la concomitanza di sintomi fisici o psichici veraci. • I Disturbi Fittizi vanno distinti dagli atti di Simulazione. Anche nella Simulazione l'individuo produce i sintomi intenzionalmente, ma ha uno scopo che risulta facilmente riconoscibile alla luce della conoscenza delle circostanze ambientali. Per esempio, la produzione intenzionale di sintomi allo scopo di evitare obblighi legali, di evitare di sottoporsi a prove, o di evitare l'arruolamento militare andrebbe classificata come Simulazione. Similmente, se un soggetto che è ricoverato per il trattamento di un disturbo mentale simula un aggravamento per evitare il trasferimento a un altro ospedale, meno gradito, questo sarebbe un atto di Simulazione. Al contrario, nei Disturbi Fittizi la motivazione è il bisogno psicologico di assumere il ruolo di malato, come è dimostrato dalla assenza di incentivi esterni per tale comportamento. La Simulazione può essere considerata un comportamento adattivo normale in certe circostanze (per es., quando si è ostaggi), ma per definizione una diagnosi di Disturbo Fittizio comporta sempre la presenza di psicopatologia. • • • • F68.1 Disturbo Fittizio [300.xx] F68.1 Disturbo Fittizio Non Altrimenti Specificato [300.19] 38 Simulazione • La simulazione è una produzione volontaria di sintomi fisici/psichici finalizzata a raggiungere uno scopo specifico (indennizzo assicurativo, evitare una condanna). • Il DSM specifica che la simulazione dovrebbe essere sospettata in presenza della combinazione di 4 indici: • Il contesto medico-legale di presentazione dei sintomi, una marcata discrepanza tra lo stress o il sintomo riferito al sogg e i reperti obiettivi, la mancanza di collaborazione all’ndagine diagnostica e di adsione alla terapia prescritta e la presenza di un dist antisociale di personalità I Disturbi della Alimentazione sono caratterizzati dalla presenza di grossolane alterazioni del comportamento alimentare. F50.0 Anoressia Nervosa [307.1]: caratteristico dell'Anoressia Nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale. F50.2 Bulimia Nervosa [307.51]: è caratterizzata da ricorrenti episodi di "abbuffate" seguiti dall'adozione di mezzi inappropriati per controllare il peso, come il vomito autoindotto, l'uso di lassativi, diuretici o altri farmaci; il digiuno o l'attività fisica praticata in maniera eccessiva. Caratteristica essenziale comune ad entrambi i disturbi, AN e BN, è la presenza di una alterata percezione del peso e della propria immagine corporea. DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE Anoressia Nervosa • • • • I Disturbi della Alimentazione che non soddisfano i criteri di nessun specifico disturbo vengono classificati come => F50.9 Disturbi dell'Alimentazione Non Altrimenti Specificati [307.50] La semplice obesità, inclusa nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) tra le condizioni mediche generali, non compare nella classificazione del DSM-IV, poiché non ne è stata accertata l'associazione costante con alcuna sindrome psicologica o comportamentale. Tuttavia, quando vi sono prove che qualche fattore psicologico abbia un ruolo nell'eziologia o nel decorso di un caso particolare di obesità, questo può essere indicato registrando i Fattori Psicologici Che Influenzano le Condizioni Mediche. • • • Le manifestazioni essenziali dell'Anoressia Nervosa sono: rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale, intenso timore di acquistare peso, presenza di una alterazione dell'immagine corporea per ciò che riguarda forma e dimensioni corporee. Inoltre nel sesso femminile, in epoca post-puberale, vi è amenorrea (il termine anoressia è inappropriato poiché è rara la perdita di appetito). L'individuo mantiene un peso corporeo al di sotto di quello minimo normale per l'età e l'altezza (Criterio A). E’ considerato sottopeso un individuo con un peso corporeo al di sotto dell'85% del peso normale per età ed altezza In alternativa è possibile fare riferimento (come peraltro nei Criteri diagnostici ICD-10 per la ricerca) all'Indice di Massa Corporea (Body Mass Index, BMI, calcolato come rapporto tra peso in chilogrammi e quadrato dell'altezza espressa in metri), ponendo come limite minimo un BMI minore od uguale a 17,5 Kg/m (2). B.M.I. (Body Mass Index) • È un indice che mette in rapporto il peso corporeo con l'altezza: Peso corporeo espresso in kilogrammi diviso Altezza in metri al quadrato. Esempio: Se il peso è 80 kg e l'altezza è 160 cm. il B.M.I. sarà: 80 : (1,6 x 1,6) = 31,25 (18,5-25 Normopeso) Questi valori vengono forniti in modo indicativo per il clinico poiché non è possibile determinare un peso minimo adeguato standard applicabile a tutti i soggetti di pari età ed altezza. È infatti importante valutare anche la costituzione e la storia anamnestica del peso corporeo di ogni singolo individuo nello stabilire un peso minimo normale. • La perdita di peso è primariamente ottenuta tramite la riduzione della quantità totale di cibo assunta. • Sebbene la restrizione calorica possa essere inizialmente limitata all'esclusione di cibi considerati ipercalorici, nella maggior parte dei casi questi soggetti finiscono per avere una alimentazione rigidamente limitata a poche categorie di cibi. • In aggiunta possono essere messe in atto condotte di eliminazione (es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi e diuretici) o la pratica eccessiva di attività fisica, allo scopo di perdere peso. • La percezione ed il valore attribuiti all'aspetto fisico ed al peso corporeo risultano distorti in questi soggetti (Criterio C). Alcuni si sentono grassi in riferimento alla totalità del loro corpo, altri pur ammettendo la propria magrezza, percepiscono come "troppo grasse" alcune parti del corpo, in genere l'addome, i glutei, le cosce. Possono adottare le tecniche più disparate per valutare dimensioni e peso corporei, come pesarsi di continuo, misurarsi ossessivamente con il metro, o controllare allo specchio le parti percepite come "grasse". Nei soggetti con Anoressia Nervosa i livelli di autostima sono fortemente influenzati dalla forma fisica e dal peso corporeo. La perdita di peso viene considerata come una straordinaria conquista ed un segno di ferrea autodisciplina, mentre l'incremento ponderale viene esperito come una inaccettabile perdita delle capacità di controllo. • L'intensa paura di "diventare grassi", presente nei soggetti con questo disturbo (criterio B), non è solitamente mitigata dal decremento ponderale. Anzi, in molti casi la preoccupazione per il peso corporeo aumenta parallelamente alla perdita reale di peso. • Sebbene alcuni possano rendersi conto della propria magrezza, tipicamente i soggetti con questo disturbo negano le gravi conseguenze sul piano della salute fisica del loro stato di emaciazione. • Il soggetto generalmente giunge all'osservazione medica, sotto pressione dei familiari, quando la perdita di peso (o l'incapacità di acquistarlo) si fa marcata. Se è il soggetto stesso a ricercare un aiuto professionale, di solito questo avviene per il disagio relativo alle conseguenze somatiche e psicologiche del disturbo; raramente gli individui con Anoressia Nervosa appaiono preoccupati per il dimagrimento di per sé. Spesso infatti manca la consapevolezza di malattia, oppure questa viene fermamente negata. 39 Fattori predisponenti: • Fattori individuali: sviluppo della personalità deficitario rispetto all’autostima, all’identità e all’autonomia. Eccessiva preoccupazione x il peso. Traumi perinatali. Concomitanza di altre patologie • Fattori familiari: Parametri educativi di alimentazione, bellezza e di performance. Familiarità x dist affettivi, dist alimentazione, dist da uso di sostanze. • Fatturi culturali: modelli estetici di magrezza e di performance Sottotipi In base alla presenza o meno nell'episodio attuale di regolari abbuffate o di condotte di eliminazione, si utilizzano i seguenti sottotipi: • • Sottotipo con Restrizioni: in questo sottotipo la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno o l'attività fisica eccessiva. Nell'episodio attuale il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione. Sottotipo Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: appartengono a questa categoria i soggetti che nell'episodio attuale presentano regolarmente abbuffate e/o condotte di eliminazione. La maggior parte dei soggetti con Anoressia Nervosa che presentano abbuffate si dedicano anche a condotte di eliminazione attraverso il vomito autoindotto, o l'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. In alcuni casi sono assenti le abbuffate, e l'individuo mette in atto queste metodiche anche per l'assunzione di modiche quantità di cibo. Sembra che la frequenza di questi comportamenti sia almeno settimanale nei soggetti appartenenti a questo sottotipo. Reperti dell'esame fisico e condizioni mediche generali associate • • • • • • Fattori scatenanti: • separazioni e perdite, • dieta (x migliorare autostima), • minaccia all’autostima, • malattie concomitanti, etc.. Molti segni e sintomi dell'Anoressia Nervosa sono connessi alla estrema denutrizione. Oltre all'amenorrea, i soggetti possono lamentare stipsi, dolori addominali, intolleranza al freddo, letargia o eccesso di energia. Possono essere presenti marcata ipotensione, ipotermia e secchezza della cute. Alcuni individui sviluppano "lanugo", una fine e soffice peluria, sul tronco. Molti soggetti con Anoressia Nervosa presentano bradicardia, alcuni hanno edemi periferici, più frequenti al momento del recupero del peso o alla sospensione dell'assunzione di lassativi e diuretici. Raramente petecchie alle estremità possono indicare una diatesi emorragica. In alcuni si evidenzia una colorazione gialla della cute associata ad ipercarotenemia. Può essere presente ipertrofia delle ghiandole salivari, principalmente delle parotidi. I soggetti che si dedicano alla pratica del vomito autoindotto possono manifestare erosioni dello smalto dentale, e cicatrici o callosità sul dorso delle mani, provocate dallo sfregamento contro l'arcata dentaria nel tentativo di provocare il vomito. Il quasi totale digiuno nell'Anoressia Nervosa, e le condotte di eliminazione frequentemente associate, possono risultare in significative condizioni mediche generali associate, come anemia normocromica-normocitica, insufficienza renale (associata alla cronica disidratazione ed all'ipopotassiemia), alterazioni cardiovascolari (grave ipotensione, aritmie), problemi dentali ed osteoporosi (connessi al ridotto apporto ed assorbimento di calcio, alla ridotta produzione di estrogeni e all'aumento della secrezione di cortisolo). Fattori cronicizzanti: • dieta prolungata • Vomito • Alterazione fisiologia gastrointestinali • Rinforzo derivante dal comportamento alimentare • Concomitanza di altri disturbi psichiatrici • Fattori culturali/ambientali Criteri diagnostici per F50.0 Anoressia Nervosa [307.1] A. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l'età e la statura (per es. perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell'85% rispetto a quanto previsto, oppure incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo della crescita in altezza, con la conseguenza che il peso rimane al di sotto dell'85% rispetto a quanto previsto). B. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso. • • C. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso. D. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. (Una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per es. estrogeni.) • • • Specificare il sottotipo: • Con Restrizioni: nell'episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: nell'episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). • Bulimia Nervosa • Le manifestazioni essenziali della Bulimia Nervosa sono: presenza di abbuffate e di inappropriati metodi compensatori per prevenire il conseguente aumento di peso. Inoltre i livelli di autostima sono, nei soggetti con Bulimia Nervosa, eccessivamente condizionati dalla forma e dal peso corporeo. • Per giustificare la diagnosi, il soggetto deve avere un minimo di due episodi di abbuffate e di comportamenti compensatori inappropriati alla settimana per almeno tre mesi (criterio C). Una abbuffata, o crisi bulimica, è definita come l'ingestione in un determinato periodo di tempo di una quantità di cibo più grande rispetto a quanto la maggioranza degli individui assumerebbe in circostanze simili (criterio A1). È necessario valutare il contesto in cui l'episodio avviene - ciò che è considerato una quantità eccessiva per un pasto in un giorno comune, può essere normale durante una ricorrenza o una festività. Per un "determinato periodo di tempo", si fa riferimento ad un periodo limitato, in genere minore di due ore. Ogni singolo episodio di abbuffata non deve avvenire necessariamente in un unico contesto: l'abbuffata può iniziare al ristorante e concludersi a casa. Non può essere considerata una abbuffata il continuo "spiluccare" piccole quantità di cibo durante l'arco della giornata. Sebbene il tipo di cibo assunto durante l'abbuffata varii ampiamente, generalmente comprende cibi dolci, ipercalorici, come gelato o torte. Comunque, ciò che sembra caratterizzare l'abbuffata è soprattutto la anomalia nella quantità del cibo piuttosto che la compulsione verso un alimento specifico, ad esempio, i carboidrati. I soggetti con Bulimia Nervosa tipicamente si vergognano delle loro abitudini alimentari patologiche e tentano di nasconderle. Le crisi bulimiche avvengono in solitudine: quanto più segretamente possibile. L'episodio può essere più o meno pianificato, ed è di solito caratterizzato (anche se non sempre) dalla rapidità dell'ingestione del cibo. L'abbuffata spesso continua sinché l'individuo non si sente "così pieno da star male", ed è precipitata da stati di umore disforico, condizioni interpersonali di stress, intensa fame a seguito di una restrizione dietetica, oppure da sentimenti di insoddisfazione relativi al peso, la forma del corpo o il cibo. Durante l'abbuffata vi può essere una transitoria riduzione della disforia, ma spesso fanno seguito umore depresso e spietata autocritica. Una crisi bulimica è inoltre accompagnata da sensazione di perdere il controllo (criterio A2). • • • • • • • • • Un'altra caratteristica essenziale della Bulimia Nervosa è il frequente ricorso a inappropriati comportamenti compensatori per prevenire l'incremento ponderale (criterio B). • Molte persone con Bulimia Nervosa mettono in atto diversi comportamenti tesi a neutralizzare gli effetti dell'abbuffata: tra i metodi, quello più frequentemente adottato è l'autoinduzione del vomito dopo l'abbuffata. Questa condotta di eliminazione è presente nell'80-90% dei soggetti con Bulimia Nervosa. Il vomito riduce la sensazione di malessere fisico, oltre alla paura di ingrassare. In alcuni casi il vomito rappresenta l'effetto ricercato: la persona si abbuffa per poter vomitare, oppure vomita anche per piccole quantità di cibo. I soggetti con Bulimia Nervosa possono adoperare diversi stratagemmi per indursi il vomito, come l'uso delle dita o di altri strumenti per scatenare il riflesso del vomito attraverso la stimolazione del faringe. In genere, nelle fasi avanzate del disturbo questi soggetti riescono a vomitare a comando. • • Altre condotte di eliminazione sono rappresentate dall'uso inappropriato di lassativi e diuretici; l'uso di lassativi è presente in un terzo dei soggetti con Bulimia Nervosa. Raramente è presente anche uso di clisteri subito dopo l'abbuffata, ma non è mai la sola condotta di eliminazione. • Altre misure compensatorie per le abbuffate sono il digiuno nei giorni successivi o l'esercizio fisico eccessivo. L'attività fisica è considerata eccessiva quando interferisce con altre importanti attività, quando avviene ad orari o in luoghi inusuali, o quando viene praticata nonostante le precarie condizioni fisiche. • 40 Caratteristiche collegate a cultura, età e genere • La frequenza della Bulimia Nervosa sembra essere simile nella maggior parte dei paesi industrializzati, come Stati Uniti, Canada, Europa, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Sud Africa. Scarsi sono i dati a disposizione per quanto riguarda altre culture. Gli studi clinici sulla Bulimia Nervosa effettuati negli Stati Uniti sono stati prevalentemente condotti su individui di razza bianca, ma il disturbo è stato descritto anche in altri gruppi etnici. Sottotipi In base alla presenza/assenza di regolari condotte di eliminazione per compensare l'abbuffata, possono essere utilizzati i seguente sottotipi: Prevalenza • La prevalenza della Bulimia Nervosa tra i soggetti adolescenti e giovani adulti di sesso femminile è di circa l'13%. • Sia nei campioni provenienti dalla popolazione generale che in quelli di studi clinici, circa il 90% dei casi di Bulimia Nervosa si sviluppano nelle donne. Sembra che negli individui di sesso maschile con Bulimia Nervosa vi sia una maggior prevalenza di obesità nella fase premorbosa. • Il tasso di presentazione nel sesso maschile è circa un decimo rispetto a quello nel sesso femminile. • Con Condotte di Eliminazione: i soggetti appartenenti a questo sottotipo presentano regolarmente nell'episodio attuale vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. Decorso • La Bulimia Nervosa di solito esordisce nella tarda adolescenza o nella prima età adulta. Le abbuffate iniziano in genere durante o dopo un periodo di restrizioni dietetiche. • Una condotta alimentare disturbata persiste per parecchi anni in una alta percentuale di campioni clinici. Il decorso può essere cronico od intermittente con fasi di remissione alternate a fasi di ricomparsa delle abbuffate. Non vi sono dati circa l'evoluzione a lungo termine della Bulimia Nervosa. • Senza Condotte di Eliminazione: in questi casi sono assenti vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici od enteroclismi, mentre sono presenti altri comportamenti compensatori inappropriati quali il digiuno e l'attività fisica praticata in maniera eccessiva. Familiarità • Numerosi studi hanno suggerito una maggiore frequenza di Bulimia Nervosa, Disturbi dell'Umore e Abuso o Dipendenza da Sostanze nei familiari di primo grado di soggetti con Bulimia Nervosa. Sembra vi sia anche una tendenza familiare verso l'obesità, ma questo non è stato chiaramente accertato. Criteri diagnostici per F50.2 Bulimia Nervosa [307.51] Diagnosi differenziale • Nel caso in cui le abbuffate si manifestino solo durante episodi di Anoressia Nervosa è giustificata la diagnosi di Anoressia Nervosa, sottotipo Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione, e non dovrebbe essere fatta la diagnosi aggiuntiva di Bulimia Nervosa. Nel caso in cui siano presenti abbuffate, ma il soggetto non soddisfi più tutti i criteri per l'Anoressia Nervosa, sottotipo Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione (ad esempio quando il peso è adeguato o quando il ciclo mestruale è tornato regolare), è a discrezione del clinico se la diagnosi più appropriata sia quella di Anoressia Nervosa sottotipo Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione, in remissione parziale, o di Bulimia Nervosa. • • È comune nel Disturbo Depressivo Maggiore Con Manifestazioni Atipiche l'iperfagia, in assenza però di misure compensatorie inappropriate e di polarizzazione eccessiva sulla forma o sul peso corporeo. Le abbuffate rappresentano una delle manifestazioni del comportamento impulsivo nel Disturbo Borderline di Personalità. Se risultano completamente soddisfatti i criteri dei due disturbi, dovrebbero essere formulate entrambe le diagnosi. • A. • 1) mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili 2) sensazione di perdere il controllo durante l'episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). • • • • • Ricorrenti abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti: B. Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo. C. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi. D. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei. E. L'alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa. Specificare il sottotipo: • Con Condotte di Eliminazione: nell'episodio attuale di Bulimia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. • Senza Condotte di Eliminazione: nell'episodio attuale il soggetto ha utilizzato regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. F50.9 Disturbi dell'Alimentazione NAS La categoria Disturbi della Alimentazione Non Altrimenti Specificati include quei disturbi dell'alimentazione che non soddisfano i criteri di nessuno specifico Disturbo della Alimentazione. Gli esempi includono: • • • • • • Per il sesso femminile, tutti i criteri dell'Anoressia Nervosa in presenza di un ciclo mestruale regolare. Tutti i criteri dell'Anoressia Nervosa sono soddisfatti e, malgrado la significativa perdita di peso, il peso attuale risulta nei limiti della norma. Tutti i criteri della Bulimia Nervosa risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza inferiore a 2 episodi per settimana per 3 mesi. Un soggetto di peso normale che si dedica regolarmente ad inappropriate condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo (es. induzione del vomito dopo aver mangiato due biscotti). Il soggetto ripetutamente mastica e sputa, senza deglutirle, grandi quantità di cibo. Disturbo da Alimentazione Incontrollata: ricorrenti episodi di abbuffate in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate tipiche della Bulimia Nervosa. Disturbo da Alimentazione Incontrollata • • • • • Le manifestazioni essenziali sono episodi ricorrenti di alimentazione impulsiva, associata con indicatori soggettivi e comportamentali di riduzione del controllo e di disagio significativo concernenti l'alimentazione impulsiva, e in assenza dell'uso regolare dei comportamenti compensatori inappropriati (come vomito auto-indotto, abuso di lassativi e di altri medicamenti, digiuni ed eccessivo esercizio fisico) che sono caratteristici della Bulimia Nervosa. Gli indicatori della diminuzione del controllo comprendono il mangiare molto rapidamente, il mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni, il mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non affamati, il mangiare da soli per l'imbarazzo causato dalla quantità di cibo ingerito, e il provare disgusto, colpa, o depressione dopo gli abusi di cibo. Il disagio marcato richiesto per la diagnosi comporta sentimenti spiacevoli durante e dopo gli episodi di abbuffata, e inoltre preoccupazioni circa le conseguenze a lungo termine degli episodi ricorrenti di abbuffata sulla forma e sul peso del corpo. Gli episodi di abbuffata devono verificarsi, in media, almeno per due giorni alla settimana lungo un periodo di almeno sei mesi. La durata di un episodio di alimentazione incontrollata può variare grandemente, e molti soggetti hanno difficoltà a distinguere il comportamento alimentare incontrollato in episodi separati. 41 Epidemiologia * 13,5% della popolazione generale dipendenza da alcol 46% della popolazione generale ha provato almeno una volta nella vita un qualche tipo di sostanza illecita, nella maggioranza dei casi (40%) marijuana I DISTURBI CORRELATI ALLE SOSTANZE 7,7% che ha avuto un problema di abuso 2,6% che ha avuto un problema di dipendenza 24% della popolazione generale dipendenza da nicotina 0,5% della popolazione generale dipendenza da benzodiazepine Fattori di rischio biobio-psico psico--sociali FAMILIARITA’: sia genetica che ambientale soprattutto per alcolismo COMPORTAMENTO ANTISOCIALE PRECOCE PERSONALITA’ COMPLICANZE IN GRAVIDANZA E PARTO BASSO STATUS SOCIO-ECONOMICO, DISOCCUPAZIONE PSICOPATOLOGIA ETA’ DI ESORDIO L’uso delle sostanze sembra aumentare nella giovane età adulta per poi diminuire con l’avanzare degli anni, indicando dunque il periodo adolescenziale come estremamente a rischio per l’esordio di problemi correlati all’uso di sostanze. Il contatto precoce con le sostanze aumenta il rischio di sviluppare una dipendenza. PRIMA INTOSSICAZIONE ALCOLICA: 15-17 anni PRESSIONI SOCIALI (per uso di droghe “leggere”) DISGREGAZIONE DEL NUCLEO FAMIGLIARE MANCANZA DI RELAZIONI SOCIALI ABUSO FISICO E SESSUALE Età primo contatto: stimulants from age 18.5 to age 19.7; opiates from age 21.0 to age 22.1; cocaine from age 22.5 to age 22.7. 42 CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE DI ABUSO SECONDO I CRITERI FARMACOLOGICI CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE DI ABUSO Oppioidi: morfina, eroina, meperidina, metadone, naloxone, naltrexone Psicostimolanti: cocaina, amfetamine,alcaloidi del Khat, caffeina Deprimenti del SNC: barbiturici, benzodiazepine(BDZ) Alcol etilico Nicotina e tabacco Cannabinoidi: Marijuana, Hashish, Olio di hashish Allucinogeni: mescalina, miristicina, 2,5-dimetossi-4-metamfetamina (DOMo STP), dietilamide dell’acido lisergico (LSD), psilocibina, imetiltriptamina (DMT) Arilcicloesamine: fenciclidina (PCP) e ketamina Inalanti: solventi, propellenti, sostanze di uso medico, nitriti organici Designer-drugs: ecstasy DISTURBI CORRELATI ALLE SOSTANZE I disturbi correlati a sostanze, nel DSM IV, sono classificati in due gruppi. Disturbi da Uso di Sostanze: Dipendenza da sostanze Abuso di sostanze Disturbi Indotti da Sostanze: Intossicazione Astinenza Delirium Indotto Demenza Persistente Indotta Disturbo Amnestico Persistente Disturbo Psicotico Indotto Disturbo dell’Umore Indotto Disturbo d’Ansia Indotto Disfunzione Sessuale Indotta Disturbo del Sonno Indotto ABUSO DIPENDENZA Per abuso di sostanze, secondo il DSM IV, va considerata una modalità patologica d’uso di una sostanza, che porta a menomazione o a disagio clinicamente significativi, come manifestato da una o più delle condizioni seguenti, ricorrenti entro un periodo di 12 mesi: La dipendenza da sostanze, come definita dal DSM IV, si estrinseca clinicamente in una menomazione o in un disagio significativo che si manifesta per l’espressione di tre o più delle seguenti condizioni: Uso ricorrente della sostanza risultante in un’incapacità a adempiere i principali compiti connessi con il ruolo sul lavoro, a scuola o a casa; Uso della sostanza in situazioni fisicamente rischiose (alla guida dell’auto, etc.); Ricorrenti problemi legali correlati all’uso di sostanze; Persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati degli effetti della sostanza. tolleranza, con bisogno di dosi notevolmente più elevate della sostanza per raggiungere l’intossicazione o l’effetto desiderato e, naturalmente, con effetti notevolmente diminuiti con l’uso continuativo della stessa quantità di sostanza; astinenza con caratteristici e specifici sintomi, per attenuare o evitare i quali spesso viene assunta nuovamente la sostanza; assunzione per tempi più lunghi ed in quantità maggiori di quanto previsto dal soggetto; desiderio persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza; una gran quantità di tempo spesa in attività necessarie a procurarsi la sostanza, ad assumerla o a riprendersi dai suoi effetti; interruzione o riduzione d’importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa dell’uso della sostanza; uso continuo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o esacerbato dalla sostanza. 43 INTOSSICAZIONE Sviluppo di una sindrome sostanza-specifica reversibile dovuta alla recente assunzione di una sostanza, con modificazioni clinicamente significative, sul piano comportamentale o psicologico, dovute all’effetto della sostanza, sul sistema nervoso centrale. ASTINENZA Sviluppo di una sindrome sostanza-specifica conseguente alla cessazione o riduzione dell’assunzione di una sostanza prima assunta, in modo consistente e prolungato. Tale sindrome d’astinenza causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o d’altre importanti aree della vita dell’individuo. IL CRAVING Il "craving" (appetizione compulsiva) sembra essere il comune denominatore, l'essenza stessa, delle dipendenze patologiche da sostanze. Rappresenta il desiderio intenso ed irrefrenabile di assumere una sostanza psicotropa, i cui effetti sono stati già sperimentati, in precedenza. Questo desiderio può assumere le caratteristiche dell'impellenza e della compulsività, soprattutto in presenza di specifici e particolari stimoli e rinforzi, interni o esterni. 1. forte attrazione, compulsiva e/o impulsiva, verso situazioni, che permettono l'assunzione di sostanze; 2. presenza di una complessa e variabile costellazione di sintomi somatici e neuro-vegetativi; 3. presenza di una complessa e variabile costellazione di sintomi emotivi (ansietà, etc.); 4. presenza di una complessa e variabile costellazione di sintomi cognitivi (ideazione compulsiva, etc.); 5. attivazione comportamentale per la ricerca delle sostanze e per la loro assunzione; 6. incapacità ad interrompere quest’attivazione comportamentale, anche in presenza di forti ostacoli sociali o legali (comportamenti criminali) e/o di pericoli per la propria salute e per la propria integrità fisica; 7. comportamenti d’evitamento fobico delle condizioni d’astinenza. CRAVING PSICOLOGICO PIU’ RESISTENTE DI QUELLO FISICO INTOSSICAZIONE: ALCOL INTOSSICAZIONE: Comportamento maladattivo clinicamente significativo o modificazioni psicologiche (comportamento sessuale o aggressivo inappropriato, labilità d’umore, deficit delle capacità critiche, compromissione del funzionamento sociale o lavorativo) che si sviluppano durante o dopo l’ingestione. Pronuncia indistinta Incoordinazione Marcia instabile Nistagmo Deficit di attenzione o memoria Stupor o coma Uno o più dei seguenti segni: ASTINENZA: Comportamento maladattivo clinicamente significativo o modificazioni psicologiche (euforia o appiattimento dell’affettività, modificazioni della tendenza a socializzare, ipervigilanza, ansia, tensione o rabbia....) che si sviluppano durante o dopo l’assunzione. Uno o più dei seguenti segni: Iperattività del SNA: sudorazione o frequenza del polso >100 Aumentato tremore alle mani Insonnia ASTINENZA: Nausea e vomito COCAINA Allucinazioni transitorie Agitazione psicomotoria Ansia Tachicardia o bradicardia Midriasi Ipertensione o ipotensione Sudorazione o brividi Nausea o vomito Perdita di peso obiettiva Agitazione psicomotoria o rallentamento Debolezza muscolare, depressione respiratoria, dolore toracico o aritmie cardiache Confusione, crisi epilettiche, discinesie, distonie o coma Stanchezza Sogni vividi o spiacevoli Insonnia o ipersonnia Aumento dell’appetito Rallentamento psicomotorio o agitazione Crisi di grande male INTOSSICAZIONE: EROINA INTOSSICAZIONE: SEDATIVI Comportamento maladattivo clinicamente significativo o modificazioni psicologiche (euforia iniziale seguita da apatia, disforia, agitazione o rallentamento psicomotorio....) che si sviluppano durante o dopo l’assunzione. Comportamento maladattivo clinicamente significativo o modificazioni psicologiche (comportamento sessualmente inappropriato o aggressivo, labilità dell’umore, compromissione della capacità critica o del funzionamento sociale o lavorativo....) che si sviluppano durante o dopo l’assunzione. Miosi o midriasi dovuta ad anossia da massiccia overdose Sonnolenza o coma Uno o più dei seguenti segni: Eloquio indistinto Deficit dell’attenzione e della memoria Uno o più dei seguenti segni: ASTINENZA: Umore disforico Nausea o vomito Dolorabilità muscolare Lacrimazione o rinorrea Midriasi, piloerezione o sudorazione Diarrea Sbadigli Febbre Insonnia ASTINENZA: Eloquio indistinto Incoordinazione Marcia instabile Nistagmo Deficit dell’attenzione e della memoria Stupor o coma Aumento del tremore alle mani Insonnia Nausea o vomito Allucinazioni o illusioni transitorie Agitazione psicomotoria Ansia Crisi di grande male 44 CANNABIS INTOSSICAZIONE: Comportamento maladattivo clinicamente significativo o modificazioni psicologiche (compromissione della coordinazione motoria, euforia, ansia, sensazione di rallentamento del tempo, deficit della capacità critica, ritiro sociale) che si sviluppano durante o dopo l’assunzione. Uno o più dei seguenti segni: Iperemia congiuntivale Aumento dell’appetito Secchezza delle fauci tachicardia La "sindrome di astinenza" da cannabis, a differenza da quella da alcool e tabacco, non si manifesta in sintomi evidenti. CANNABIS E DROGHE PESANTI L'uso di cannabis solitamente precede l'uso di altre droghe. Ciò non necessariamente significa che porti alla dipendenza da altre sostanze. È comunque ipotizzabile che la cannabis, chiamata anche "droga d'ingresso", un qualche ruolo sull'uso di altre sostanze lo svolga. Gli effetti piacevoli della cannabis, la constatazione che il suo uso non è poi così pericoloso quanto i genitori o i media danno ad intendere, possono incoraggiare la sperimentazione di altre droghe. Inoltre, essendo l'uso della cannabis illegale, per l'assuntore possono essere minori le resistenze verso l'uso di altre sostanze illegali: la stessa attività di ricerca della cannabis facilita l'incontro con persone che usano altre droghe. (Agraval, Neale, Prescott et al., 2004) COMORBIDITA’ MEDICHE DISTURBI EPATICI PATOLOGIE INFETTIVE (HIV, HCV) TUMORI PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI PATOLOGIE DEL SNC E SNP: POLINEUROPATIA ALCOLICA SINDROME DI KORSAKOFF, ECC... COMORBIDITA’ PSICHIATRICHE ALCUNI CENNI SUL TRATTAMENTO DEI DISTURBI MENTALI DOPPIA DIAGNOSI ANTIPSICOTICI La scelta del trattamento deve contemplare i fattori eziologici, lo stato attuale del paziente e i suoi bisogni di cura. Per i disturbi mentali sono disponibili trattamenti farmacologici, psicologici come pure l’integrazione dei due interventi. TIPICI (NEUROLETTICI) ATIPICI (di 2a generazione) Entumin = clotiapina Largactil clorpromazina Nozinan = levopromazina Haldol/Serenase = aloperidolo Talofen = promazina Orap = pimozide Clopixol = zuclopentixolo Sereprile = tiapride Barnotil = sultopride Leponex = clozapina Risperdal = risperidone, Invega = paliperidone, Zyprexa = olanzapina Seroquel = quetiapina Solian = amisulpride Abilify = aripiprazolo, Zeldox = ziprasidone 45 ANTIPSICOTICI TIPICI (CARATTERISTICHE) ANTIPSICOTICI ATIPICI (CARATTERISTICHE) • Riducono o eliminano i sintomi positivi • Tendenza diminuita o assente a produrre EPS a dosaggi antipsicotici • Hanno effetti secondari limitanti (EPS, sedazione, aumento prolattina, disfunzioni sessuali ….) • Limitato o nessun aumento della prolattina • Influiscono solo parzialmente sui sintomi negativi • Riduzione significativa dei sintomi positivi e negativi della schizofrenia ANTIDEPRESSIVI STABILIZZATORI DELL’UMORE Triciclici •Sali di litio (Carbolithium) •Valproato di sodio e di magnesio (Depakin, Depamag…) •Carbamazepina /Oxcarbazepina (Tegretol, Tolep…) •Lamotrigina (Lamictal) •Gabapentin (Neurontin) •Topiramato (Topamax) (TCA) (RIMA)* Noradrenergici (3) (4) (12) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (13) (1) Desipramina (Nortimil) (7) Fluoxetina (2) Maprotilina (Ludiomil) (8) Fluvoxamina (Fevarin, Maveral) (3) Imipramina (Tofranil) (9) Paroxetina (Seroxat, Sereupin) (4) Nortriptilina (Noritren) (10) Sertralina (Zoloft, Tatig) (5) Amitriptilina (Laroxyl) (11) Citalopram (Prozac, Fluoxeren) (Seropram, Elopram) (6) Clomipramina (Anafranil) (12) Reboxetina (Edronax, Davedax) NARI (13) Venlafaxina (Benzamidi sost., Amineptina, Minaprina, SAME ) Sono degli ansiolitici con azione sedativa, ipnoinduttore, miorilassante e anticonvulsivante. Serotoninergici (5) Dopaminergici BENZODIAZEPINE (BDZ) I PRINCIPALI ANTIDEPRESSIVI (2) (SSRI) NARI, SNRI, NaSSA IMAO (1) Serotoninergici • • • • • • • • • • Alprazolam (xanax): emiv=>B Bromazepam (lexotan): emiv=>B Clordiazepossido (en): emiv=>L , ipn ++ Diazepam (valium, ansiolin): emiv=>L Flurazepam (felison, dalmadorm): emiv=>L, ipn +++ Lorazepam (tavor): emiv=>M, ipn ++ Lormetazepam (minias): emiv=>M Oxazepam (serpax): emiv=>B Prazepam (prazene): emiv=>L Tiazolam (halcion): emiv=>Bb, ipn +++ RISCHI Tolleranza dipendenza (Efexor, Faxine) SNRI 46 La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) TRATTAMENTI NON FARMACOLOGICI Cognitive Behavior Therapy – CBT Aspetti teorici della TCC - Terapie ad approccio psicodinamico - Terapie ad approccio cognitivo comportamentale - Terapie ad approccio sistemico ……. L'approccio cognitivo-comportamentale (USA, anni ’60) è caratterizzato dall'unione di due scuole di pensiero: • La Terapia Cognitiva ipotizza che le emozioni e i comportamenti delle persone siano influenzati dalla loro percezione/interpretazione degli eventi. All’origine dei disturbi vi è, dunque, un modo distorto di pensare, che influenza in modo negativo l’umore/comportamento del paziente. Cambiare tali modalità distorte di pensiero concorre a migliorare le condizioni del pz. • La Terapia Comportamentale presuppone che comportamenti siano appresi. Per cui anche i disturbi mentali sono derteminati da apprendimenti disfunzionali. Nuovi apprendimenti possono concorrere a sostituire quelli maladattivi che creano disagio e aumentare o acquisire comportamenti che favoriscono una migliore qualita' di vita. Dr.ssa Anna Placentino Obiettivo terapeutico della TCC FATTORE SCATENANTE Situazione temuta (int/est) Modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del pz, producendo la riduzione del sintomo fino alla sua eliminazione. Pensieri Negativi Comportamento Benefici duraturi si ottengono con la modificazione delle credenze disfunzionali sottostanti e attraverso l’addestramento del paziente verso nuove abilità cognitive e comportamentali. Ansia Sensazioni Corporee Dr.ssa Anna Placentino Efficacia della TCC Dr.ssa Anna Placentino Tecniche d’intervento TCC • Istituto Nazionale di Salute Mentale del Governo degli Stati Uniti d'America (NIMH), 1999 • Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS), 2000 • • • • • • • • Dr.ssa Anna Placentino Training di rilassamento e tecniche associate Training sulle abilità sociali (abilità di base), training assertivo (comunicazione efficace e autostima) Time management => terapia occupazionale Tecniche espositive ed immaginative Utilizzo Rinforzi, Modeling, Controllo ambientale Problem solving, Controllo degli impulsi, Riconoscimento delle proprie emozioni Psicoeducazione (pz, fam) Ristrutturazione Cognitiva Dr.ssa Anna Placentino 47 La terapia cognitivo-comportamentale è un approccio terapeutico mirato alla modificazione di comportamenti, pensieri disfunzionali ed aspetti emotivi disturbanti. In questo processo è richiesto un impegno attivo del paziente nell'apprendimento di tecniche specifiche per affrontare le situazioni disturbanti con modalità adattive(guida del terapeuta) Si forniscono informazioni essenziali circa il modello la natura dei sintomi psichici/fisici, le sostanze e le strategie di trattamento, motivando il paziente ad impegnarsi nello svolgimento sistematico di esercizi consistenti nell'esporsi alle situazioni ansiogene precedentemente evitate E’ fondamentale evidenziare le convinzioni errate del paziente sui propri disturbi, sulla sostanze ed aiutarlo a correggerle anche alla luce delle nuove esperienze adattive. L’acquisizione di tecniche di rilassamento concorrono di attenuare l'intensità dei sintomi temuti e di modificarne la valenza emotiva. L’utilizzo del problem solving e del sostegno psico-sociale, potronna essere un supporto nella prevenzione delle ricadute. Durante tutto questo processo, la terapia prevede anche un lavoro di riconoscimento delle emozioni, analisi e modificazione dei pensieri disfunzionali relativi a situazioni di "pericolo" per il paziente. LA RICERCA BIBLIOGRAFICA SU DATABASE INTERNAZIONALI www.pubmed.com 48 ALCUNE RIVISTE SCIENTIFICHE CON IF PSICHIATRIA e PSICOLOGIA •Archives of General Psychiatry •American Journal of Psychiatry •Biological Psychiatry •Psychological Bullettin •Jouranal of Clinical Psychiatry •Psychological Medicine •Schizophrenia Research •Bipolar Disorder •Journal of Affective Disorders •British Journal of Psychiatry 49