Relazione di Laboratorio di Fisica Classe 4^ S Il Calore Latente Gruppo di Marco BARDINI, Laura CAVAZZINI, Giovanni GARULLI, Simona LONGHI Materiale occorrente: Calorimetro Pasco in polistirolo, con coperchio “di fortuna” in spugna Tre becher Fornelletto elettrico montato su base ad “H” Termometro Cubetti di ghiaccio Neve Acqua Pipetta graduata Esecuzione dell'esperienza Per prima cosa abbiamo pesato i becher in modo da poter poi calcolare la quantità di acqua nel becher semplicemente pesandolo (non abbiamo potuto usare il tasto “tara” della bilancia per motivi organizzativi); il becher grande (quello contenuto nel calorimetro) è risultato avere una massa di 104.23g, mentre quello più piccolo aveva massa pari a 64.33g. In seguito abbiamo montato il fornello elettrico sulla base ad “H” e vi abbiamo posto sopra un terzo becher contenente circa 300ml di acqua. Abbiamo poi messo il ghiaccio in una bacinella contenente acqua allo scopo di alzare la temperatura del ghiaccio a 0 gradi, poiché la temperatura del ghiaccio inizialmente potrebbe essere inferiore e quindi il calore sottratto dalla fusione del ghiaccio risulterebbe maggiore del calore latente effettivo. Successivamente abbiamo prelevato circa 100ml di acqua calda dal becher che era sul fornello servendoci di una pipetta, li abbiamo versati nel becher grande e lo abbiamo pesato; abbiamo sottratto la tara al peso del becher ed abbiamo quindi osservato che la quantità di acqua introdotta era 110.32g . Abbiamo poi inserito il becher grande nel calorimetro e atteso il raggiungimento dell'equilibrio termico controllando costantemente la temperatura con il termometro e tenendo coperto il calorimetro per evitare la dispersione del calore; a equilibri raggiunto la temperatura misurata era di 65.7°C. Successivamente abbiamo preso dalla bacinella un cubetto di ghiaccio e dopo averlo pesato lo abbiamo introdotto nel calorimetro (la massa misurata era di 35.66g). Abbiamo nuovamente atteso il raggiungimento dell'equilibrio termico ed abbiamo infine misurato la temperatura a equilibrio raggiunto, che è risultata di 36.6°C. Abbiamo ripetuto l'esperienza utilizzando 34.52g di neve prelevata in cortile. In questo caso abbiamo utilizzato 120.83g di acqua calda alla temperatura di 65.9°C e la temperatura finale misurata è stata di 38.0°C. Come ultima cosa abbiamo effettuato le misurazioni per il calcolo dell'equivalente in acqua del calorimetro, che è risultato pari a: m (T −T f )−m2 (T f −T 2) 94.83g⋅(4.1° C−24.1 ° C )−145.98g⋅(24.1 ° C−35.8 ° C) meq = 1 1 = =16g (T f −T 2) (24.1 ° C−35.8 ° C ) (considerando come corpo n°2 l'acqua a contatto con il calorimetro e come corpo n°1 l'acqua fredda aggiunta in seguito). Elaborazione dei dati e calcolo del calore latente Lo scopo dell'esperienza è calcolare il calore latente di fusione del ghiaccio. Per calcolarlo dobbiamo partire dalla seguente relazione (consideriamo come corpo n° 1 il ghiaccio introdotto e come corpo n° 2 l'acqua nel calorimetro): ∣Q cal∣+∣Q2∣=∣Q1∣+∣Q fusione∣ che andando a sostituire diventa: (meq +m2 )⋅c⋅( T 2−T f )=m1⋅c⋅(T f −T 1)+Q fusione Q fusione =( meq+m2)⋅c⋅(T 2−T f )−m1⋅c⋅(T f −T 1) J Q fusione =((0.016Kg+0.11032Kg )⋅(65.7° C−36.6° C )−0.03566Kg⋅(36.6 ° C −0 ° C))⋅4186 Kg⋅K Q fusione =9923.98J Possiamo ora calcolare il calore latente λ dividendo il calore di fusione per la massa del cubetto di ghiaccio: Q fusione 9923.98J kJ λ= = =278.3 m 0.03566Kg Kg Applichiamo ora di nuovo la stessa formula utilizzando però i dati raccolti utilizzando la neve al posto del ghiaccio: J Q fusione =((0.016Kg+0.12083Kg)⋅(65.9 ° C−38.0 ° C )−0.03452Kg⋅(38.0 ° C−0 ° C ))⋅4186 Kg⋅K Q fusione =10489.26J Q 10489.26J kJ λ= fusione = =304 m 0.03452Kg Kg Conclusioni L'obbiettivo di questa esperienza era calcolare sulla base di misure sperimentali il calore latente di fusione del ghiaccio, che dai valori tabulati sappiamo essere di 333.5kJ/Kg. I risultati da noi ottenuti, ossia 278kJ/Kg per il ghiaccio e 304kJ/Kg per la neve, si avvicinano abbastanza al valore teorico e quindi nel complesso possiamo considerare riuscita l'esperienza. La differenza tra i valori da noi calcolati ed il valore teorico non è elevatissima, dato che si mantiene di un ordine al di sotto dell'ordine di grandezza della misura, ma rimane comunque non trascurabile; riteniamo che queste imprecisioni siano dovute, oltre che alle incertezze sulle misurazioni, agli errori sistematici che possono essere presenti nella strumentazione e alle dispersioni di calore, soprattutto all'elevata incertezza della misura dell'equivalente in acqua del calorimetro, oltre alle imperfezioni nel comportamento del calorimetro stesso.