26/08/12 7. LE DIVERSE FORME DI MERCATO Edi Defrancesco Dip. Territorio e sistemi agroforestali Università di Padova e-mail [email protected] Defrancesco 1012-13 1 FORME DI MERCATO 2 Defrancesco 1012-13 1 26/08/12 IL MERCATO DI LIBERA CONCORRENZA • elevato n. di produttori e consumatori: nessun attore singolo può influire sul prezzo di mercato • prodotto omogeneo (non differenziato) • libera entrata e uscita delle imprese (no sunk costs) • informazione perfetta tra compratore e venditore • mobilità del prodotto e delle risorse • l’impresa non ha alcun controllo sul prezzo (price taker): la domanda all’impresa è orizzontale (perfettamente Defrancesco 1012-13 elastica) 3 L'IMPRESA NEL MERCATO DI LIBERA CONCORRENZA (price taker) Defrancesco 1012-13 4 2 26/08/12 IL MONOPOLIO • Un mercato in cui tutta l’offerta è prodotta da UNA SOLA IMPRESA CAUSE DEL MONOPOLIO: 1) ESISTENZA DI BARRIERE ALL’ENTRATA DI NUOVE IMPRESE A) TECNOLOGICHE-ECONOMICHE (monopoli naturali): quando la scala efficiente minima per produrre un dato bene o servizio, dato il livello della domanda, si raggiunge concentrando la produzione in una singola impresa (es. erogazione acqua potabile, gas domestico, servizi telefonici fissi in presenza di alti costi fissi); cambiando la tecnologia si può abbattere monopolio Defrancesco 1012-13 5 IL MONOPOLIO 1) ESISTENZA DI BARRIERE ALL’ENTRATA DI NUOVE IMPRESE B) ISTITUZIONALI: – Brevetti, diritti d’autore, ordini professionali tutelati dalla collettività allo scopo di incentivare lo sviluppo della ricerca privata; – Licenze governative a produrre (es. servizio postale, ferroviario, diritti esclusivi di estrazione di certi minerali) Defrancesco 1012-13 6 3 26/08/12 2) ESISTENZA DI MERCATI RIDOTTI IN AREE LIMITATE – es. imprese che operano in aree isolate o con vantaggi competitivi sui costi di trasporto 3) STATALI – es. beni e servizi essenziali, in presenza di elevate barriere tecnologicheeconomiche, che la collettività ritiene vadano assicurati ai consumatori a prezzi ridotti (sanità, acqua potabile, gas metano, energia elettrica, ecc.) Defrancesco 1012-13 7 L’IMPRESA MONOPOLISTA • OBIETTIVO: – MASSIMIZZARE IL PROPRIO PROFITTO, MA NON E’ PRICE TAKER • curva di domanda all’impresa monopolista coincide con quella aggregata di mercato • IL MONOPOLISTA NON PUO’ determinare SIMULTANEAMENTE SIA IL PREZZO CHE LA QUANTITA’ PRODOTTA – Se fissa il P di mercato, la quantità è determinata dalla domanda – Se fissa la Q da produrre, il prezzo è determinato dalla Defrancesco 1012-13 domanda 8 4 26/08/12 EFFETTI SUI RICAVI DELLE DECISIONI DEL MONOPOLISTA P1 il prezzo che massimizza i ricavi e’ quello a cui corrisponde un’elasticità unitaria della domanda: Domanda elastica Μ:ED = -1 Domanda rigida X1 Ricavo totale Domanda elastica Domanda rigida max – oltre quel punto il monopolista non ha più convenienza ad aumentare la produzione Defrancesco 1012-13 9 X1 IL RICAVO MARGINALE DECRESCENTE • ALL’AUMENTARE DELLA PRODUZIONE OFFERTA IL PREZZO DI MERCATO CALA, PERCIO’: • IL RICAVO MARGINALE ΔR/ΔQ DIMINUISCE – Infatti, l’aumento di produzione provoca un duplice effetto: a) aumentano i ricavi per effetto della maggiore produzione, ma b) diminuendo il prezzo di mercato, calano i ricavi conseguibili rispetto alla produzione precedente Defrancesco 1012-13 10 5 26/08/12 IL RICAVO MEDIO DECRESCENTE • ALL’AUMENTARE DELLA PRODUZIONE OFFERTA IL PREZZO DI MERCATO CALA, PERCIO’: • IL RICAVO MEDIO RT/Q DECRESCE – PER OGNI LIVELLO DI PRODUZIONE IL RICAVO MEDIO (=RICAVO UNITARIO) E’ SEMPRE SUPERIORE AL RICAVO MARGINALE (questo accade sempre quando il ricavo marginale diminuisce); – ovviamente, LA CURVA DI RICAVO MEDIO E’ LA DOMANDA DI MERCATO Defrancesco 1012-13 11 Esempio Ricavo medio Defrancesco 1012-13 12 6 26/08/12 Defrancesco 1012-13 13 LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO DI UN’IMPRESA MONOPOLISTA • ANCHE PER UN MONOPOLISTA LA SOLUZIONE OTTIMA SI HA IN CORRISPONDENZA DI UN LIVELLO DI PRODUZIONE Q TALE CHE: Rm=Cm Ricavo marginale=Costo marginale • Con la differenza, rispetto all’impresa concorrenziale, che Rm diverso da P • ANALOGAMENTE, QUESTA CONDIZIONE DEVE ACCADERE NEL TRATTO CRESCENTE DELLA CURVA DI Cm Defrancesco 1012-13 14 7 26/08/12 LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO DI UN’IMPRESA MONOPOLISTA Defrancesco 1012-13 15 Massimizzazione del profitto nel Monopolio • La condizione di massimo profitto: • Rm=LCm si ha in Q1 (Tratto della curva di domanda elastica o unitaria, come visto in precedenza) • In quel punto: – Ricavi totali: OQ1AP – Costi totali: OQ1B(LCM) – Profitto: (LCM)BAP Defrancesco 1012-13 16 8 26/08/12 Massimizzazione del profitto nel Monopolio • Attenzione • mentre nel caso della perfetta concorrenza nel lungo periodo altre imprese entrerebbero nel settore annullando l’extraprofitto, nel caso del monopolio l’impresa monopolista consegue sempre extraprofitti. • Il grafico porta alle stesse conclusioni nel caso il monopolista, anziché fissare la quantità da produrre, fissi il prezzo del prodotto. 17 Defrancesco 1012-13 PREZZO E QUANTITA’ DI EQUILIBRIO IN MONOPOLIO E CONCORRENZA PERFETTA • in un mercato perfettamente concorrenziale – l’equilibrio si collocherebbe nel punto D (Q2,P1) se il prezzo fosse P1; • il monopolista produce invece una quantità inferiore, realizzando un profitto superiore. • Nel lungo periodo, il settore concorrenziale stabilirebbe il suo equilibrio su P=LCMminimo, dunque a profitto nullo, mentre il monopolista punta sempre ad ottenere extraprofitto. Defrancesco 1012-13 18 9 26/08/12 MONOPOLIO E RENDITA DEL CONSUMATORE • in concorrenza perfetta: equilibrio in Qc, Pc – Rendita consumatori PcAC – Rendita produttori OAPc • In monopolio: equilibrio in Qm, Pm – Rendita consumatori PmBc<PcAC – Extra-profitto monopolista PcDBPm – Perdita secca collettivita: EAB 19 COMPORTAMENTO DEL MONOPOLISTA 1) si situa nel tratto dove la domanda è elastica (il Rm>0) 2) Il monopolista cerca di sottrarre la rendita ai consumatori a) discriminazione di prezzo (1° grado) => prezzo diverso per ogni unità venduta b) Discriminazione di prezzo (2° grado) => il prezzo dipende dalla quantità venduta (sconti sulla quantità, es. prendi 3 e paghi 2). c) Discriminazione di prezzo (3° grado) => differenziazione del prezzo su mercati separati (es. prezzi delle compagnie aeree). Defrancesco 1012-13 20 10 26/08/12 L’OLIGOPOLIO • Caratteri generali – numero ridotto di imprese – prodotti simili (poco differenziati) – barriere all'entrata (materie prime, tecnologia, investimenti) Defrancesco 1012-13 21 L’OLIGOPOLIO • Comportamento – le imprese in regime di oligopolio sono in grado di controllare il prezzo – il comportamento di un'impresa in oligopolio è condizionato da quello delle imprese rivali. (MUTUA INTERDIPENDENZA) – comportamento collusivo tra imprese (accordi) per rialzare i prezzi o limitare il livello di produzione • collusione esplicita (cartello o trust): accordo esplicito tra imprese oligopolistiche (es. OPEC) • collusione tacita: le imprese seguono il comportamento di una impresa leader Defrancesco 1012-13 22 11 26/08/12 ESEMPIO: IL CARTELLO PETROLIFERO • I vantaggi degli oligopolisti dipendono dalla capacità di saper rispettare i cartelli. a) Il cartello viene rispettato • In tal modo si fissano P (o Q) come un monopolista unico (oligopolio collusivo) • Equilibrio dell’oligopolio collusivo è Q1 • L'area di extra-profitto è quella tratteggiata, la produzione è inferiore a quella che si avrebbe in concorrenza perfetta ed il prezzo è più elevato. Defrancesco 1012-13 23 Defrancesco 1012-13 24 b) Il cartello non viene rispettato • Estraendo più petrolio della parte di quota assegnata, per conseguire più profitti, attendendosi che le altre rispettino il cartello – la produzione totale supera la quota complessiva concordata ed i prezzi di mercato si abbassano • Rispettando tutti il cartello il prezzo di mercato del petrolio è P1 • se qualche impresa non rispetta la quota e l’offerta complessiva passa a Q2, il prezzo sul mercato mondiale si abbassa a P2 12 26/08/12 Oligopolio collusivo: due imprese nel settore e profitti possibili in presenza o assenza di collusione IMPRESA B P concorrenz. P collusivo IMPRESA P concorrenz. A P collusivo 0,0 4,-1 -1,4 2,2 • Se non si accordano, il prezzo è quello concorrenziale ed il profitto nullo (0,0) (profitto normale) • Se si accordano sul prezzo entrambe conseguono extra- profitti (2,2) • Sa A rispetta l’accordo e B riduce il prezzo a livello di mercato: A in perdita e fuori mercato, B profitti • E viceversa Defrancesco 1012-13 25 LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA • mercato competitivo (n. elevato di produttori e consumatori) con differenziazione dei prodotti, che non sono perfetti sostituti – (specifiche caratteristiche qualitative percepite dai consumatori che assicurano alle imprese delle nicchie di mercato) • Ogni impresa ha una propria nicchia di mercato nella quale ha di fronte una curva di domanda all’impresa inclinata negativamente – la differenziazione riduce l’elasticità della domanda alla singola impresa e ne aumenta il potere di mercato (controllo sul prezzo) Defrancesco 1012-13 26 13 26/08/12 LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA • Non esistono interdipendenze strategiche tra imprese – ogni impresa è sufficientemente piccola da poter considerare come dati i prezzi praticati dalle altre imprese • C’è libertà di entrata e di uscita dal settore per le imprese • L’entrata di una nuova impresa, sposta verso sinistra le curve di domanda alle altre imprese già presenti nel settore e le rende più elastiche • Strategie di differenziazione: – – – – Prodotto Prezzo Promozione Posto Defrancesco 1012-13 27 EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO DI UN’IMPRESA IN CONCORRENZA MONOPOLISTICA • L’impresa assume come dato il prezzo di mercato P, • produce Q1 (Rm=Cm) • e consegue un extraprofitto pari a (CM)BAP Defrancesco 1012-13 28 14 26/08/12 EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO DI UN’IMPRESA IN CONCORRENZA MONOPOLISTICA • Gli extra-profitti conseguiti dalle imprese esistenti nel settore richiamano nuove imprese, spostando verso sinistra e rendendo più elastica la domanda rivolta alle altre imprese. 29 Defrancesco 1012-13 Defrancesco 1012-13 • Le nuove entrate cessano quando i profitti delle imprese si annullano, dato che la curva di domanda all’impresa diventa tangente alla curva dei LCM • Nel punto di equilibrio di lungo periodo i profitti sono nulli, ma il prezzo è superiore al costo marginale e ciascun produttore si trova ad operare nel tratto decrescente dei propri LCM anziché nel minimo come in un mercato concorrenziale • Inefficienza o ‘prezzo’ pagato dai consumatori per avere prodotti differenziati? 30 15