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Capitolo l
INTRODUZIONE
1.1 Inquadramento geografico della regione Basilicata
La Basilicata, Lucania nel mondo classico, geograficamente è compresa tra
le latitudini di 41 ° 8' 16" e 39° 53' 47" Nord, e le longitudini 15° 20' 33"
e 16° 52' 31" Est di Greenwich.
Negli attuali confini comprende un ampio tratto dell' Appennino meridionale
chiamato appunto Appennino lucano, il cui limite nord è rappresentato dal
corso dell'Ofanto e quello sud dal massiccio del Pollino, sul versante orientale
occupa una vasta porzione della cosiddetta fossa Bradanica, depressione
con numerosi corsi d'acqua per lo più a carattere torrentizio, fmo al litorale
ionico per circa 40 km nel golfo di Taranto, sul versante occidentale si
affaccia per circa 20 km lungo il litorale tirrenico nel golfo di Policastro.
A luoghi i confini della regione si snodano attraverso dorsali montuose,
come ed esempio nel caso del massiccio del Pollino, seguendo direttrici
irregolari a causa delle frequenti variazioni territoriali subite dalla regione
nel corso dei secoli. Le regioni con le quali confina sono la Campania, la
Puglia e la Calabria.
La Basilicata è la regione più montuosa del sud Italia, con una superficie
pianeggiante dell'8%, il 45% è collinare e il 47% montuoso.
Le cime più alte sono il monte Pollino, 2.271 m che conserva tracce di
morfologia glaciale, il Sirino con 2.005 m, il Cervati a 1.899 In, il Volturino
1.836 m, il Li Foi 1.350 m. Di grande interesse è il rilievo vulcanico del
Vulture, 1.330 In, in cui si trovano i due laghetti craterici di Monticchio.
Questi rilievi prevalentemente terziari, costituiti da argille scagliose, da
sabbie e da argille plioceniche fanno della regione una delle più franose
d'Italia. Le zone Nord e Sud sono le più soggette a terremoti, meno frequenti
ad Est per la relativa stabilità della vicina regione murgiana.
I fiumi più importanti sono situati nel versante ionico e sono il Bradano con
i suoi 118 km, l'affluente Basentello, il Basento, il Cavone, l'Agri e il Sinni.
L'Ofanto, che si getta nell'Adriatico, interessa la regione solo per un breve
tratto, nel Tirreno si getta il Noce.
Per quanto riguarda le condizioni medie del clima, è mediterraneo sulle
coste, con inverni miti ed estati calde, relativa pioggia e tendenza alla siccità,
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è più rigido a Potenza e nelle zone montuose, le piogge sono per lo più
concentrate nel semestre autunno-inverno, con maggiore densità nelle zone
montuose dove si verificano abbondanti nevicate.
TI clima, la natura e la morfologia del terreno influiscono sul paesaggio della
Basilicata regalandole una vegetazione variegata, di tipo mediterraneo lungo
le coste, dove si trovano cisti, rosmarino, ginepri, euforbie, alberi d'alto
fusto come il pino marittimo e il pino d'Aleppo. Nelle zone più interne si
trovano parte delle specie elencate e boschi di piante ad alto fusto come
pioppi, ontani, frassini, olmi, salici ecc.. A quote superiori si alternano
boschi, prati e vegetazione rupestre, molte specie di querce e castagni, fino
a 1800 m predominano la faggeta e l'abete bianco, nei versanti del Pollino
si trova il Pino loricato.
La fauna è composta da animali di grossa taglia come il cinghiale, il capriolo;
l'istrice è diffuso in tutta la regione, non manca il lupo che nelle stagioni
più fredde si avvicina agli abitati, si trovano donnole, tassi, martore, faine,
lepri e volpi, mentre è scomparso l'orso. Tra i rettili la vipera è diffusa in
tutta la regione, il pesce è piuttosto scarso, si trovano trote nel lago Sirino,
carpe nei laghi di Monticchio, anguille nell'alto Sinni.
1.2 Caratteri e identita della regione
Unica regione d'Italia a doppia denominazione - Basilicata è la denominazione ufficialmente riconosciuta, è una terra in cui la storia della natura e
dell'uomo ha lasciato tracce importanti sin dal tempo in cui le terre emersero
dalle profondità marine.
Anticamente denominata Lucania, dallucus latino perché terra di boschi o
perché popolata dai Liky, antico popolo proveniente dall'Anatolia, o ancora
perché terra raggiunta da un popolo guerriero che seguiva la luce del sole,
anticamente luc, fu chiamata Basilicata per la prima volta in un documento
del 1175 derivando probabilmente il nome da Basiliskos, amministratore
bizantino (APT, 1997).
Se l'identità storica della Lucania è tutta imperniata prima sul rapporto tra
le colonie greche delle coste ioniche e tirreniche e le popolazioni indigene
e poi sulla romanizzazione, molto più complessa è quella della Basilicata.
TI Regnum Siciliae si strutturò in Province, tra le quali la Basilicata, proprio
mentre nel resto d'Italia prendeva slancio il fenomeno delle autonomie
cittadine.
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Private della possibilità di sviluppo, le città del Mezzogiorno svolsero un
ruolo politico nel complesso marginale, soprattutto la Basilicata, le cui
funzioni amministrative e giudiziarie principali si svolgevano a Salerno.
Solo nel 1664, il governo spagnolo distaccò Matera dalla provincia di Terra
d'Otranto e ne fece il nuovo capoluogo.
Durante la crisi del mondo romano, che qui si tradusse nell'impaludamento
delle coste e nella fine della navigazione fluviale, di strade e di porti che
favorissero gli scambi commerciali interni, la Basilicata fu soprattutto una
circoscrizione giudiziaria e fiscale.
Solo dopo il 1806, quando l'apparato burocratico moderno creato nel periodo
napoleonico cominciò ad incidere nella realtà del territorio e ad esercitare
un potere capillare, la circoscrizione provinciale divenne una realtà concreta
e un fattore politico di coesione.
Nel contempo la denutrizione, l'analfabetismo di massa, le condizioni
igieniche al1imite della sopravvivenza continuavano ad essere la quotidianità
per i braccianti e i contadini.
La Basilicata, ed in particolare le aree agricole in cui più avvertibili erano
le disuguaglianze sociali, è stata terra di grandi rivolte contadine, da quella
antispagnola del 1647 alla esplosione del brigantaggio negli anni che seguirono l'Unità.
L'unificazione nazionale, alla quale i patrioti lucani contribuirono generosamente, rappresentò sotto molti aspetti un ulteriore impoverimento delle
masse contadine.
Tuttavia la Basilicata presenta dei caratteri peculiari che non possono ridursi
ad una vicenda di perenne isolamento ed arretratezza. La ricerca archeologica,
il rinnovato studio delle fonti documentarie e del patrimonio artistico, hanno
messo in luce un tessuto sociale vivo, partecipe della storia del Mezzogiorno,
di cui ha condiviso, con una propria specificità detenninata dall'ambiente
e permeata degli influssi culturali esterni, luci e ombre.
Sta emergendo, dunque, la riscoperta di una identità e specificità del territorio
regionale, il cui filo conduttore è rappresentato dalla storica integrazione
tra opera della natura e opera dell'uomo (Regione Basilicata, 1993).
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