• Elemento imprescindibile per chi voglia cercare, migliorare o mantenere un buon equilibrio tra corpo e mente è il movimento, che permette di aumentare il benessere psicofisico e stimola l'organizzazione di se stessi e del proprio pensiero. • La società odierna ha favorito nella cosiddetta terza età lo sviluppo di patologie come il diabete, l obesità, l ipertensione arteriosa, che sono cresciute in maniera allarmistica negli ultimi cinquant anni. Questo è dovuto sicuramente a fattori ambientali e tra questi l inattività fisica è uno degli agenti scatenanti. • I dati forniti dall'Istat sull'invecchiamento della popolazione italiana, mostrano con una proiezione al 2020, come la percentuale degli ultra sessantacinquenni dall'attuale 18%, quasi 10 milioni, passerà al 23% della popolazione italiana. • Il processo di invecchiamento ha ancora molti lati oscuri e numerose sono le teorie che cercano di dare una spiegazione scientifica a questo processo. Per alcuni esperti di genetica l'invecchiamento è un processo predeterminato geneticamente; per altri l'invecchiamento è causato da errori di duplicazione del DNA, che aumentano esponenzialmente nel tempo. Altri studiosi invece credono che il processo di invecchiamento sia collegato alla capacità di risposta e di efficienza del sistema immunitario. • Con il passare del tempo si è notato anche come le persone invecchiano in maniera differente tra loro, arrivando a determinare il concetto di età biologica ed età cronologica (anagrafica). Sulla base di questo concetto si possono distinguere due tipi di invecchiamento: • Invecchiamento naturale, dovuto a variazioni graduali e fisiologiche che riducono progressivamente le capacità di adattamento dell'anziano (in questo caso età biologica ed età anagrafica coincidono). • Invecchiamento precoce, dovuto a fattori genetici, a condizioni di vita sfavorevoli, a lavori usuranti, a errori alimentari, all abuso di alcol, ecc. (in questo caso l'età biologica supera quella cronologica). • Nonostante le tesi sulle cause dell'invecchiamento siano ancora discordanti, sono certi invece determinati mutamenti fisiologici, primo fra tutti quello cerebrale. Il cervello, che raggiunge nell'uomo il suo massimo volume e peso intorno ai 25 anni circa, regredisce più o meno velocemente con l'avanzare dell'età, fino al 10% del suo volume iniziale. Questa riduzione porta parallelamente ad una degenerazione con conseguente sfoltimento dei neuroni cerebrali. • L'incapacità del cervello a supportare l'attività di neurotrasmissione produce una serie di ripercussioni negative sull'organismo. La neurotrasmissione si abbassa contemporaneamente all'attività elettrica del cervello. Un aspetto strettamente legato alla riduzione della trasmissione neuronale è quello della diminuzione della forza muscolare. • L'invecchiamento evidenzia questa caratteristica, dovuta maggiormente all'ipotonicità dei muscoli con conseguenti problemi posturali, articolari e di consistenza della matrice ossea. Dell'ipotonia muscolare ne risente anche l'apparato respiratorio a causa di una minore espansione toracica con conseguente riduzione del volume respiratorio, a discapito di tutti i tessuti che richiedono ossigeno per la loro attività metabolica. • Grimby e Saltin dimostrarono che la forza muscolare, sia statica che dinamica, diminuisce leggermente fino ai 45 anni e da questo periodo in poi cala del 5% per ogni decade cosi che, a 65 anni la riduzione della forza risulta essere del 25% circa. La principale causa del decadimento muscolare nell'anziano era determinata da una riduzione della massa muscolare di tipo quantitativo e non qualitativo. • Per quanto riguarda la velocità nel 1990 Klitgaard e collaboratori dimostrarono una maggiore velocità di movimento in anziani che praticavano un regolare allenamento di forza con pesi rispetto a soggetti sedentari della stessa età e rispetto ad anziani nuotatori e corridori. Un regolare allenamento della forza, durante l'invecchiamento, può contribuire al mantenimento delle caratteristiche morfo-funzionali delle fibre veloci del muscolo. • Nel 1992 Skelton e collaboratori dimostrarono come nell'arco di tempo che va dai 65 agli 84 anni, sia negli uomini che nelle donne, si assiste ad un decadimento della potenza di circa il 3,5% per ogni anno di età. Gli stessi autori in uno studio più recente hanno dimostrato che dopo 12 settimane di allenamento si è verificato un incremento medio del 13-30% della forza isometrica del quadricipite, del bicipite femorale e della potenza degli arti inferiori. • Il decremento della potenza è più evidente dopo i 50 anni ed interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne. I benefici derivati da una costante attività fisica nella terza età migliorano una serie di organi e di funzioni fisiologiche, in particolar modo quelle dell'apparato locomotore, cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso. • • • • E fondamentale sottolineare che l'attività fisica ha molteplici benefici sull'anziano: Ha funzione di aggregazione sociale, antagonista della solitudine spesso compagna degli anziani. È salutare già dalle prime sedute ( riesco a mettermi le calze da solo!! Dopo alcune sedute di stretching) Può combattere alcune patologie croniche nell'anziano (ipertensione, diabete, patologie cardiache,osteoporosi ecc.) Da migliorie estetiche (più massa magra, meno massa grassa). Con l'avanzare degli anni, si va in contro ad una serie di problematiche fisiche che vanno a toccare un po' tutti gli organi del nostro corpo. L'esercizio fisico razionale e costante, fa sì che questa degenerazione rallenti e in alcuni casi regredisca. APPARATO RESPIRATORIO Con il passare del tempo, l'apparato respiratorio va in contro a diversi tipi di problemi, indurimento dei vasi sanguigni e diminuzione del numero di capillari che irrorano i polmoni, perdita di funzionalità da parte dei muscoli respiratori, minore elasticità tissutale dei polmoni, con conseguente perdita della giusta meccanica respiratoria. La conseguenza che le precedenti cause scatenano è una respirazione affannosa, un decremento della capacità vitale, del volume di riserva respiratorio ed inspiratorio, ed un aumento dello spazio morto e del volume residuo. APPARATO RESPIRATORIO Ad un piccolo sforzo corrisponderà un grande impegno dell'apparato respiratorio. Esercizi di stretching per ritrovare la giusta mobilità articolare, ginnastica respiratorie per riacquisire la giusta respirazione, tonificazione dei muscoli respiratori e attività cardiovascolare, possono ridare all'anziano il giusto input per far sì che il proprio sistema respiratorio, riprenda a funzionare in maniera corretta. SISTEMA SCHELETRICO L'apparato scheletrico e quello articolare, con il progredire dell'età vanno in contro a vari fenomeni degenerativi, dalla demineralizzazione ossea che porta all osteoporosi, alle malattie reumatiche, alle artrosi ecc E' risaputo che quando le ossa sono sollecitate in carico riescono ad avere minori perdite di minerali, mantenendo una discreta densità ossea. È altresì dimostrato che per tenere le articolazioni in salute il miglior modo è farle muovere. SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso è formato da particolari tipi di cellule (neuroni) che non sono in grado di riprodursi e che con il tempo calano sia di numero che di funzionalità. Le cause di questo tipo di degenerazione sono svariate, alcune di tipo fisiologico altre di tipo patologico. Logicamente un rallentamento del sistema nervoso coincide con un rallentamento di tutte le funzioni del nostro corpo e quindi di un rallentamento della vita di relazione. L'esercizio fisico fa sì che arrivi più sangue al cervello e rallenta la degenerazione da vecchiaia. I benefici che apporta l'allenamento a livello nervoso, si trasmettono poi a livello di attività quotidiane, l'anziano sarà più lucido e più attento, e sarà in gradi di rispondere meglio e più velocemente a stimoli esterni con reazioni mirate e precise. SISTEMA ENDOCRINO E IMMUNITARIO Naturalmente le secrezioni ormonali con il progredire degli anni subiscono delle notevoli variazioni. I fenomeni a cui maggiormente assistiamo sono il calo degli ormoni "buoni" GH, Testosterone, ormoni Tiroidei, ed un aumento degli ormoni dello stress Cortisolo. Alcune ricerche hanno evidenziato che il regolare esercizio fisico nell'anziano, blocca i fenomeni degenerativi a carico dei sopradescritti apparati ed addirittura fa sì che essi riprendano a funzionare in maniera blanda ma con notevoli risultati a livello di benefico fisico per l'anziano. APPARATO CIRCOLATORIO Studi recenti hanno evidenziato che persone anziane allenate rispetto a coetanei non allenati, presentano aumento della gittata sistolica durante attività fisica, aumento del trasporto di ossigeno, aumento della capacità contrattile del muscolo cardiaco, frequenze cardiache a riposo inferiori, aumento del numero di capillari a livello muscolare e polmonare. Naturalmente avere un cuore che funziona bene, significa avere meno problemi di salute e la possibilità di poter avere una vita normale anche in tarda età. COMPOSIZIONE CORPOREA La componentistica massa magra, massa grassa si modificano. La massa grassa aumenta a discapito del muscolo causando problemi sia estetici che funzionali. Il regolare esercizio fisico può far sì che il grasso diminuisca e il muscolo si ipertrofizzi. FORZA Anche la forza muscolare cala e con essa la percentuale di fibre muscolari di tipo veloce a discapito di fibre lenti o di tessuto fibroso o di adipe muscolare. In poche parole i muscoli non sono più in grado di assolvere pienamente ai propri compiti. FORZA Anche in questo caso un regolare esercizio fisico, può far sì che a livello muscolare si ristabiliscano determinati equilibri, che le fibre di tipo bianco aumentino di numero a discapito di quelle rosse, che i mitocondri aumentino di numero e grandezza, che il muscolo sia più vascolarizzato. ASPETTO PSICOLOGICO Ultimo non per importanza. La solitudine e il senso di impotenza di fronte all'età che avanza sono due fenomeni che spesso danno grossi problemi alle persone anziane. Lo sport è socializzazione, è aumento della fiducia in se stessi, è divertimento, è salute. Attività motoria e/o attività sportiva? Questo è il dilemma La sedentarietà è considerata una delle dieci cause principali di malattia cronica nel mondo. Purtroppo, però, almeno il 40% degli italiani non raggiunge i livelli di attività fisica minimi che sarebbero indispensabili per la salute. Va sottolineato che un’attività fisica programmata e costante è consigliata a qualunque età, purché personalizzata sulla base del fisico e delle condizioni di salute delle singole persone. Esiste un limite oltre il quale può risultare dannosa? Un gruppo di Stanford e Harvard ha studiato 16.939 studenti maschi, di età fra i 35 ed i 74 anni e, ad iniziare dal 1992, li ha seguiti per 16 anni registrandone i livelli di attività fisica e mettendoli in relazione con sopravvivenza e mortalità. Si è visto così che, con una attività fisica costante (con un dispendio energetico settimanale minimo di 500 kcal e massimo di 3500 kcal) vi era un incremento di longevità, con riduzione del rischio di morte (dal 30% al 50% in meno) e con un guadagno, rispetto ai sedentari, di 2.33 anni di vita; e questo avveniva a tutte le età. Ma se andiamo a verificare l'effetto di uno sport "ad alta intensità" (più di 3500 kcal settimanali) sulla longevità di un soggetto, vediamo che esso è nullo, anzi può diventare negativo, dopo i 70 anni. E descritto che la pratica di adeguata e regolare di attività motoria: è in grado di agire come fattore protettivo verso patologie ad incidenza elevata nella popolazione generale; nella popolazione anziana è riferita l efficacia per quanto riguarda le malattie cardiovascolari; contribuisce alla diminuzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari in generale, ed in particolare di coronaropatia e ipertensione arteriosa; abbassa il rischio di sviluppare il diabete mellito non insulinodipendente; ha effetti preventivi dell artrite in età avanzata. E descritto che la pratica di adeguata e regolare di attività motoria: È utile nel diminuire la velocità della demineralizzazione nella donna in età postmenopausale; l esercizio fisico riduce il rischio di cadute nell anziano, prevenendo in particolare le fratture del femore, concorrendo quindi a mantenere una condizione di vita autosufficiente; l attività fisica contribuisce a mantenere buoni livelli di socializzazione e migliora in genere la qualità della vita. L esercizio risulta protettivo nei confronti del cancro del colon, mentre per altre sedi, i dati, seppure promettenti, non permettono a tutt oggi di trarre conclusioni decisive. Inoltre, l attività fisica sembra svolgere un ruolo attivo nel migliorare l umore attraverso la diminuzione dei sintomi di depressione e ansietà. L esercizio fisico è essenziale per lo sviluppo muscoloscheletrico e nel mantenere la densità ossea negli adulti. La mancanza di attività fisica abituale comporta un aumento della quantità di grasso corporeo, contribuendo all incremento della prevalenza dell obesità. L esercizio fisico regolare potrebbe offrire un arma importante nel prevenire condizioni patologiche tipiche dell anziano come la disabilità che, oltre a rappresentare un sempre crescente costo sanitario, comporta anche una progressiva perdita dell autonomia nelle comuni attività della vita quotidiana, con riduzione sensibile della qualità di vita nell anziano. Una attività fisica appropriata può essere divertente e vantaggiosa per tutti. La maggior parte delle persone che pratica attività motorie ricreative lo fa perché è divertente e piacevole; tuttavia, è ampiamente dimostrato che l attività fisica è associata a un significativo miglioramento nelle abilità funzionali e nello stato di salute e può frequentemente prevenire alcune patologie o diminuirne la loro severità. È importante notare, tuttavia, che molti di questi benefici richiedono una frequenza regolare e continua e possono essere rapidamente perduti con un ritorno all inattività. L attività fisica regolare: a. aumenta il generale stato di benessere; b. migliora globalmente la salute fisica e psicologica; c. aiuta a conservare l autosufficienza. L attività fisica regolare: e. aiuta a controllare specifiche condizioni di vita (per esempio stress, obesità) e di patologia (per esempio diabete); f. aiuta a minimizzare le conseguenze di alcune disabilità e può aiutare nella gestione delle condizioni di dolore cronico; g. aiuta nel modificare l immagine stereotipata della vecchiaia.