Le equazioni di Maxwell come si inducono dagli esperimenti a cura di E. Tonti Per avere questa presentazione inviare una mail a [email protected] Dal sito www.discretephysics.org si può scaricare una dispensa intitolata Udine 2000 relativa ad un semianrio tenuto a Udine per i dottorandi di elettrotecnica. simboli ufficiali (International Union of Pure and Applied Physics= IUPAP) http://iupap.org/wp-content/uploads/2014/05/A4.pdf (from page 31) 1 L’elettromagnetismo nasce da qui: l’ambra l’ambra strofinanta attrae piccoli pezzi di carta la magnetite la magnetite, minerale di ferro, attrae piccoli pezzi di ferro Ambra (in greco antico ἤλεκτρον, elektron) donde prendono il nome “elettrico”, “elettricità”, “elettrone” 2 Una meditazione prima di iniziare Una scienza parte sempre da una attenta osservazione dei suoi fenomeni al fine di metterne in luce le regolarità. Queste regolarità di comportamento costituiscono le leggi dei fenomeni. La fisica gode del privilegio di aver a che fare con attributi quantitativi. Ogni grandezza fisica, una volta scelta una unità di misura, è descritta da un valore numerico. Questo porta ad introdurre le grandezze fisiche. Con il valore numerico la matematica fa il suo ingresso trionfale in fisica. 3 ...ma qui occorre fare attenzione a non dimenticare mai i fatti sperimentali che sono il punto di partenza e di arrivo di una scienza della Natura. Troppo spesso, invece, l’insegnamento di una teoria della fisica si riduce ad una esibizione di formule, ad una indigestione di passaggi, di derivazioni, integrazioni, trasformazioni che fanno perdere il contatto con la realtà. In particolare per la fisica, che usa la matematica, occorre non lasciarsi prendere la mano dal formalismo matematico. Per questa ragione in questo seminario, prima di parlare di gradienti, rotori e divergenze vogliamo richiamare i principali fatti sperimentali e la nascita delle grandezze fisiche da utilizzare. 4 Elettrostatica 5 La carica elettrica All’origine dell’elettromagnetismo vi è la scoperta della carica elettrica. Strofinando con una panno di lana una bacchetta di vetro o di bachelite Si scopre che la bacchetta ed il panno sono in grado di attirare piccoli pezzi di carta. SI dice che i due corpi sono elettrizzati o che possiedono una carica elettrica. Si scopre che esiste una attrazione o una repulsione. Questo porta a considerare due tipi di cariche. 6 Esistono due tipi di cariche Strofinando una bacchetta di vetro con un panno di lana questa si carica. vetro Anche strofinando una bacchetta di resina questa si carica. bachelite Nel 1778 un fisico tedesco, Lichtenberg, ha avuto la brillante idea di denotare le cariche vitree come quelle resinose con i simboli matematici ‘’+’’ e ‘’-’’ rispettivamente. vetro bachelite + + - - + + - - Carrica ‘’vitrea’’ Carrica ‘’resinosa’’ Si scopre che la carica «vitrea» attira quella «resinosa» mentre due cariche resinose si respingono e due cariche vitree si respingono. Usando questa notazione, divenuta comune, possiamo dire che le cariche di uguale segno si respingono mentre le cariche di segno opposto si attraggono. 7 La carica elettrica elettroscopio Dal momento che la carica elettrica è un attributo quantitativo, essa può essere elevata al rango di grandezza fisica. A questo scopo occorre creare uno strumento di misura. Questo strumento è l’elettrometro, evoluzione dell’elettroscopio a foglioline d’oro. elettrometro 8 Il vettore campo elettrico Una volta creata la grandezza carica elettrica si misura la forza che si esercita su una piccola carica elettrica positiva q posta in un punto P del campo. Qui si fa la prima constatazione: se a carica q è abbastanza piccola da non perturbare il campo, la forza F è proporzionale alla carica q. Questa proporzionalità invita ad introdurre il vettore E( P ) F ( P, q ) q che che dipende solo dal posto: esso prende il nome di intensità del campo elettrico. Osservazione. Su molti libri si definisce E( P ) F ( P, q ) q 0 q lim invece di dire semplicemente che q deve essere abbastanza «piccola» da non perturbare il campo. Questa definizione si basa sull’evidente presupposto che l’esattezza si ottiene passando al limite. Vero. Ma in fisica ogni misurazione è fatalmente affetta da una certa imprecisione. Quello che importa è che la misura di una grandezza stia entro una tolleranza stabilita di volta in volta, secondo le esigenze. In particolare la minima carica che noi conosciamo è quella dell’elettrone e quindi il limite suindicato non ha senso dal punto di vista fisico. 9 La tensione elettrica Conoscendo la forza che in ogni punto del campo agisce su una carica q si può calcolare il lavoro che la forza compie ‘’percorrendo’’ una linea L da A a B W ( A, B, L) F ( P , q ) dL Dal momento che la forza è proporzionale alla carica, lo sarà anche il lavoro. Questo porta ad introdurre il lavoro per unità di carica W ( A, B) q E ( A, B) t L L F A B Ft La grandezza Ft indica la componente tangenziale della forza. cui si dà il nome di tensione elettrica. Si vede che la forza elettromotrice fra due punti è la circolazione del vettore E lungo una linea che congiunge i due punti: E L Et ( P) dL L Osservazione. Il termine ‘’percorrendo’’ è stato messo fra virgolette perchè non comporta un moto (meno che mai a velocità costante!) ma soltanto un calcolo fatto sommando tutti i contributi lungo la linea. Propriamente si tratta di un lavoro virtuale. 10 La prima legge del campo elettrostatico L’esperienza mostra che: la forza elettromotrice calcolata fra due punti qualsiasi non dipende dalla linea che li congiunge. Questa proprietà costituisce la prima legge del campo elettrostatico. Percorrendo la linea nel senso opposto la forza elettromotrice muta nella sua opposta. Ne viene che lungo un circuito, bordo di una superficie, la forza elettromotrice è nulla. B la circolazione del vettore E lungo il bordo di una generica superficie è nulla. E S 0 Osservazione. Come vedremo nel prossimo seminario questo si esprimerà nella formula rot E 0 S A e si dirà che il campo elettrico è irrotazionale. 11 L’induzione elettrostatica Se avviciniamo una carica elettrica positiva ad un conduttore neutro, su quest’ultimo le cariche elettriche dei due tipi presenti sul conduttore (e che si compensano), si separano. Le cariche negative (elettroni) essendo mobili, vengono attratte verso la carica positiva. -- -- Questo fenomeno si chiama induzione elettrostatica. Una piccola superficie metallica attaccata ad un bastoncino isolante costituisce un ‘‘cucchiaino’’ per caricare elettricità (Pohl) 12 misura del flusso elettrico in un condensatore. As amperometro balistico, misura la carica elettrica. a densità di flusso superficiale. dischi uniti. dischi staccati. La carica raccolta sui dischi NON dipende dal mezzo materiale che si trova nella regione. 13 Il condensatore Il dispositivo di largo uso nell’elettrostatica è il condensatore. Il campo elettrico E fra le due armature è pressoché uniforme (non lo è esattamente sui bordi delle due armature). All’interno delle armature si depositano le cariche elettriche in modo pressoché uniforme. Trattandosi di una carica superficiale è opportuno indicarla con Y anziché con Q. La relazione tra la tensione E e il flusso elettrico Y è Y E A d costante dielettrica armatura area A - + - + tensione V - + + + + + + + + + + d carica superficiale Y 14 Introduzione del vettore spostamento elettrico Con la sonda formata da due dischetti (two coins probe) possiamo esplorare localmente un campo elettrico e stabilire la giacitura per la quale si ha la massima densità di carica che indicheremo max N n n Questa direzione privilegiata coincide con la direzione del vettore E. Si constata che la densità relativa ad ogni altra direzione varia con il coseno dell’angolo formato con la direzione principale: max cos(f) Il fatto che esista una direzione privilegiata, quella della massima densità di carica superficiale, suggerisce di istituire un vettore che abbia quella direzione ed il cui modulo sia tale densità massima: A tale vettore si dà il nome di spostamento elettrico e lo si indica con la lettera D. D max N Ne viene che la densità relativa ad una superficie piana di normale n è data da. (n) D n 15 Relazione tra induzione e campo - ++++ E Y D A E E d D Se misuriamo quindi il modulo di D e misuriamo E, tensione per unità di lunghezza, quindi il modulo di E, in una regione dove il campo elettrico è uniforme,scopriamo che i due vettori, oltre ad avere la stessa direzione sono anche proporzionali. La costante di proporzionalità dipende dal mezzo materiale che si trova nella regione. La relazione è quindi D E ed si chiama costante dielettrica del mezzo. Questa si chiama equazione costitutiva (o equazione materiale) dell’elettrostatica. 16 La seconda legge dell’elettrostatica L’esperienza mostra che, se un involucro conduttore contiene una carica Q, allora sulla superficie esterna dell’involucro si forma, per induzione elettrostatica, una carica di uguale valore e di uguale segno. Questa uguaglianza ha luogo qualsiasi sia la forma e la dimensione dell’involucro conduttore (può trattarsi di un guscio metallico o di carta stagnola). Inoltre la carica indotta, che viene chiamata flusso elettrico ed indicata con la lettera Y, non dipende da come le cariche siano distribuite nell’interno del guscio. 17 La seconda legge dell’elettrostatica Il fatto che la carica Y sia uguale alla carica Q contenuta qualunque sia la superficie porta a considerare una superficie geometrica e ad attribuire ad essa il flusso Y. Indicando con V il volume, inteso come regione di spazio (e non come misura della sua estensione, ad esempio in m3), il bordo del volume si indica con V. flusso elettrico carica contenuta sul bordo di una regione entro la regione Y V Q V Questa è la seconda legge dell’elettrostatica. OSSERVAZIONE. Come vedremo nel prossimo seminario questo si esprimerà nella formula div D e si chiama teorema di Gauss (anche se la legge l’ha scoperta Faraday) 18 Riassunto: le tre leggi dell’elettrostatica Riassumendo l’elettrostatica è governata da tre leggi: la prima legge afferma che la forza elettromotrice lungo il bordo di una generica superficie (linea chiusa) è nulla: La seconda legge dice che il flusso elettrico associato al bordo di una generico volume uguaglia la carica ivi contenuta: La terza legge afferma che, in un campo elettrico uniforme, il flusso elettrico per unità di area, associato ad una elemento di superficie piana, è proporzionale alla intensità del campo elettrico: E S 0 rot E 0 Y V Q V div D Y E A d D E 19 La soperta della corrente elettrica (Volta, 1799) disco di zinco feltro imbevuto di acqua e acido solforico. disco di rame. 20 21 Magnetostatica 22 Magneti permanenti la magnetite calamite il rosso indica il polo sud la terra è una calamita la magnetizzazione si può ottenere in tre modi: per strofinio, per contatto e per induzione. 23 Una analogia tra le cariche e i magneti attrazìone repulsione cariche di opposto segno si attirano cariche di uguale segno si respingono + - polarità opposte si attirano - - + + polarità uguali si respingono 24 Relazione tra campo elettrico e campo magnetico esperimento di Oersted condensatore Dopo la scoperta della corrente elettrica, Oersted, nel 1820, ha scoperto (casualmente!) che attorno ad un filo in cui passa la corrente si genera un campo magnetico. E’ stata la prima volta che l’elettricità si è sposata con il magnetismo. 25 26 Elettro-magneti Da questa scoperta risulta che facendo passare della corrente in un solenoide lungo e stretto questo si comporta come un magnete nalurale. right hand screw sud nord La possibilità di produrre un campo magnetico utilizzando la corrente elettrica è stata fondamentale per poter fare una analisi quantitativa del campo magnetico. 27 Intensità del campo magnetico Disponendo un piccolo ago magnetico nell’interno di un solenoide, se inizialmente l’asse è disposto ortogonalmente all’asse del solenoide, quando in quest’uiltimo si fa passare una corrente di intensità i, l’ago ruota cercando di disporsi parallelamente a tale asse. La rotazione è contrastata dalla torsione del filo, Per rimettere l’ago nella posizione iniziale occorre applicare un momento torcente Mt. L’entità di tale momento costituisce una misura della intensità del campo magnetico nell’interno del solenoide. Intanto si constata che il momento torcente è il medesimo qualunque sia la posizione dell’aghetto nel solenoide, cosa che indica l’esistenza di un campo uniforme nell’interno del solenoide. 28 Intensità del campo magnetico Poi si constata che il momento torcente è proporzionale al numero di spire per unità di lunghezza che compongono il solenoide e alla intensità della corrente. Se N è il numero di spire, L la lunghezza del solenoide, i la corrente, si scopre che Mt N i L Questa formula porta ad introdurre la grandezza H N i L chiamata intensità del campo magnetico. 29 Intensità del campo magnetico Dal momento che la rotazione dell’ago magnetico è dovuta ad una coppia che si esercita su di esso, le due forze della coppia avranno la direzione dell’asse F t H F Questo suggerisce di considerare la grandezza H come il modulo di un vettore H diretto secondo l’asse del solenoide. Indicato con t il versore dell’asse potremo scrivere H N it L che si chiama vettore intensità del campo magnetico. 30 Prima legge del campo magnetico Il prodotto Ni rappresenta il totale della corrente che avvolge un segmento di retta di lunghezza L disposto nell’interno del solenoide parallelamente all’asse dello stesso. Il prodotto Ni è una nuova grandezza chiamata forza magnetomotrice relativa alla line L ed indicata con Fm Fm L Ni Dal momento che un filo percorso da corrente genera attorno a sè un campo magnetico (Oersted 1820) possiamo misurare la forza magnetomotrice lungo una linea chiusa usando una bobinetta compensatrice. 31 Prima legge del campo magnetico La bobinetta compensatrice è un piccolo solenoide stretto che si dispone in un punto del campo magnetico e si fa passare in esso una corrente tale da controbilanciare il campo magnetico presente nel luogo, facendo passare nella bobinetta una opportuna corrente. Con riferimento al campo creato da un filo rettilineo indefinito, disponiamo la bobinetta compensatrice lungo una circonferenza coassiale. Nella bobinetta infiliamo una sonda ad effetto Hall che registra l’esistenza o meno del campo magnetico. Variamo la corrente fino a compensare il campo esistente: la sonda di Hall deve indicare l’annullarsi del campo. Il prodotto Ni, cambiato di segno, fornisce la forza elettromotrice relativa al trattino della linea di campo. Dal momento che si tratta di una circonferenza basta moltiplicare il valore trovato per il numero di trattini che completano la circonferenza. 32 Prima legge del campo magnetico Si constata che la forza elettromotrice totale è uguale alla corrente I che passa nel filo. Passando al campo magnetico generato da una corrente in generale, si constata sempre che la forza elettromotrice lungo una linea chiusa è uguale alla corrente che attraversa una qualsiasi superficie che ha la linea come contorno Fm S I S che costituisce la legge della circuitazione di Ampère Poiché siamo viziati dalla notazione differenziale solitamente scriviamo questa legge nella forma H t dL J n dS S S 33 Seconda grandezza magnetica Se posizioniamo una spira connessa ad un amperometro in prossimità del campo magnetico di un magnete, allontanando il magnete, si constata che la variazione del campo magnetico genera nella spira una corrente transitoria. La rilevazione è molto più facile se, invece di una sola spira consideriamo una bobinetta piatta fatta di tante spire. Collegando le estremità della bobinetta un voltmetro integratore (che differisce da un amperometro balistico solo per la taratura) si scopre che l’integrale nel tempo della forza elettromotrice dipende solo dalla posizione della bobinetta rispetto al magnete e non dal modo e dalla velocità con il quale il magnete è allontanato. Vt Vs voltmetro balistico misura l’integrale della tensione Seconda grandezza magnetica Il voltmetro integratore misura l’integrale nel tempo della forza elettromotrice che, per la legge di Ohm, è proporzionale alla carica che passa nella bobinetta. E (t ) dt Ri(t ) dt R i(t ) dt RQ E Ri Operando in una regione di campo magnetico uniforme, si constata facilmente che l’impulso della forza elettromotrice non dipende dalla forma della bobinetta bensì dall’area racchiusa dalla bobinetta. N N S S 35 Seconda grandezza magnetica Questa proporzionalità all’area suggerisce di attribuire l’impulso della forza elettromotrice alla superficie della bobinetta anzichè al suo contorno. In questo modo la grandezza prende il nome di flusso magnetico associato alla superficie. Esso viene indicato con F: F S E (t ) dt Volt secondo = Weber (Wb) S E’ facile vedere che,in una regione di campo uniforme, il flusso magnetico relativo ad una superficie piana è proporzionale all’area della superficie. Questo porta a considerare la densità di flusso magnetico m F S A S Wb/m 2 36 Orientazione della corrente Variando il campo magnetico si induce una corrente. Dal momento che la corrente scorre in un certo senso, la superficie della bobinetta acquista una orientazione ‘‘interna’’. Il flusso magnetico dipende dalla orientazione spaziale della bobinetta oppure flusso intermedio Approfittando della orientazione interna della spira (=bobinetta) associamogli una normale flusso usando la regola del cavatappi massimo (= mano destra) N flusso nullo S 37 Orientazione della corrente Il fatto che esista una orientazione per la quale la densità di flusso magnetico è massima suggerisce di istituire un vettore rappresentativo della direzione, del verso e del valore della massima densità. Questo vettore si chiama densità di flusso magnetico o anche induzione magnetica e si indica con B. B m,max N La densità magnetica relativa ad una giacitura generica si ottiene moltiplicando la densità massima per il coseno dell’angolo formato tra la normale N del massimo e la normale n della giacitura. m m,max cos( ) B N B N quindi m B n 38 prima legge del campo magnetico Il flusso magnetico, adifferenza del flusso elettrico, viene percepito dalla circolazione del vettore E, generato dalla variazione del campo magnetico, lungo una spira e attribuito poi alla faccia della spira. Ne viene che se consideriamo un poliedro, ad esempio il tetraedro che è il più semplice poliedro, la somma dei flussi magnetici relativi alle quattro facce del tetraedro, è uguale alla somma delle circolazioni del vettore E lungo i singoli lati. Ma ogni lato viene percorso due volte in sensi opposti e quindi la circolazione totale è nulla. Ne viene che la somma dei flussi relativi alle facce del tetraedro è nulla. E’ facile capire che questo vale per qualunque poliedro, qualunque sia il numero delle sue facce. Quindi il flusso magnetico associato ad una generica superficie chiusa è nullo. 39 prima legge del campo magnetico In termini matematici: B n dS 0 V ovvero, in termini sintetici F V 0 Questa proprietà è stata presentata per una regione entro la quale il campo è uniforme. Ma ogni campo vettoriale è localmente uniforme (basti pensare al campo gravitazionale terrestre) e quindi scomponendo un generico volume in tanti volumetti ne viene che la somma dei flussi di tutti i volumetti è uguale al flusso relativo alle facce esterne ed è quindi nulla. 40 Equazione costitutiva del magnetismo In conclusione nell’interno di un solenoide rettilineo lungo e stretto abbiamo messo in luce due vettori, H e B che hanno la stessa direzione e lo stesso verso. B B H F t A H N it L Facendo misure si trova che i due vettori sono proporzionali (salvo quando nell’interno del solenoide vi sia un materiale ferromagnetico). Quindi possiamo scrivere B mH essendo m un parametro del mezzo chiamato permeabilità magnetica. Questa è l’equazione costitutiva del magnetismo. Una proprietà esenziale è che H non dipende dal mezzo materiale mentre B dipende dal mezzo. 41 Le tre leggi della magnetostatica Riassumendo la magnetostatica è governata da tre leggi: la prima legge afferma che la forza magnetomotrice lungo il bordo di una generica superficie Fm (linea chiusa) è uguale alla corrente che attraversa la superficie: S I S rot H J La seconda legge afferma che il flusso magnetico sassociato al bordo di un generico volume è nullo: F V 0 div B 0 La terza legge afferma che, in un campo magnetico uniforme, il flusso magnetico per unità di area, associato ad una elemento di superficie piana, è proporzionale alla intensità del campo magnetico: F N m i A L B mH 42 Riassumiamo le 6 variabili introdotte electric charge content Qc V electrometer electric charge flow Q S magnetic flux F S electric flux Y S ballistic amperometer impulse of electromotive force E L ballistic voltmeter impulse of magnetomotive force F L f ballistic amperometer As Vs ballistic voltmeter + - + As Vs As ballistic amperometer compensating coil Hence at the birth of every measurable physical variable there is a space element with which the variable is associated. 43 Le 6 variabili globali dell’elettromagnetismo intensità del campo elettrico E + carica di prova E L densità di flusso magnetico B bobinetta larga e piatta F S spostamento elettrico intensità del campo magnetico D H dischetto di induzione solenoide lungo e stretto Y S Fm L carica elettrica corrente elettrica Q V I S 44 from space-time global variables to field functions Remark: the global variables of electromagnetism are all scalars space-time global variables magnetic flux impulse of electromotive force charge content F E Qc charge flow Qf weber rates space global variables F field variables B Y Fm Y Fm coulomb E Q electromotive force densities electric flux impulse of magnetomotive force E configuration variables c I magnetomotive force electric current J D H source variables Hence we deduce field variables from global variables not viceversa! 45 differiscono per il periodo di oscillazione Quattro strumenti di misura amperometro voltmetro A V misura la corrente misura la tensione amperometro balistico voltmetro balistico As Vs misura la carica (integrale della corrente) misura l’integrale della tensione differiscono per una resistenza 46 Elettrostatica e magnetostatica Una legge afferma che la forza elettromotrice lungo il bordo di una generica superficie (linea chiusa) è nulla: E S 0 Un’altra legge dice che il flusso elettrico associato al bordo di una generico volume uguaglia la carica ivi contenuta: Y V Q V La relazione costitutiva afferma che, in un campo elettrico uniforme, il flusso elettrico per unità di area, associato ad una elemento di superficie piana, è proporzionale alla intensità del campo elettrico: Y E A d Una legge afferma che la forza magnetomotrice lungo il bordo di una generica superficie (linea chiusa) è uguale alla corrente che attraversa la superficie: Fm S I S Un’altra legge afferma che il flusso magnetico associato al bordo di un generico volume è nullo: F V 0 La relazione costitutiva afferma che, in un campo magnetico uniforme, il flusso magnetico per unità di area, associato ad un elemento di superficie piana, è proporzionale alla intensità del campo magnetico: F N m i A L 47 http://www.alessandrovolta.info/vita_e_opere_2.html 48