Plauto - Altervista

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CAPITOLO 14
Plauto
Tito Maccio Plauto nacque a Sarsina tra il 255 e il 251 a.C. e morì nel 184 durante la censura di Catone.
Non ci sono molte informazioni sulla sua vita, le poche risalgono a Terenzio Varrone, che scrisse una biografia, anche
se oggi gli studiosi non sono sicuri dell’attendibilità delle informazioni poiché sono prese dalle opere di Plauto che
poteva inventarsi storie riguardanti al sua vita.
Plauto fu un attore di atellane, il nomen Maccius deriva dalla maschera del Maccus, lo sciocco, il cognomen Plautus
deriva dall’aggettivo etrusco plotus “dalle orecchie lunge” “dai piedi piatti” forse derivante da una maschera teatrale.
La sua produzione risale al periodo successivo la seconda guerra punica. Dopo aver sconfitto i Cartaginesi Roma si
dedico alla Grecia, che sconfisse iniziando un processo di ellenizzazione da cui la cultura romana fu rinnovata e
ammodernata. Secondo altri questo processo di ellenizzazione era sfavorevole e tentarono di opporsi facendo valere il
mos maiorum,
Le sue commedie presentano rare allusione alla storia romana ma sono una rappresentazione caricaturale del mondo
greco, dei suoi difetti e dei suoi eccessi. Egli suggerisce il disprezzo verso i greci e sia lui che i suoi settario sono fieri
di essere romani.
Plauto fu il primo autore latino ad accostarsi ad un unico genere: la palliata. Di lui ci rimangono 130 commedie, ma
Varrone ne identifica solo 21 come autentiche:
 Le commedie della beffa: l’organizzazione della beffa è la parte principale dell’intreccio, con ironia e
crudeltà: Nell’Asinaria la vittima della beffa è un anziano pater familias che contende al figlio l’amore di una
giovane. Nel Persa due schiavi sottraggono ad un lenone la donna amata da uno dei due con una beffa.
 Le commedie del romanzesco: caratterizzata da avventure e viaggi. Nel Mercator un giovane torna da un
viaggio con una bella schiava di cui si innamora il padre che non riuscirà a sottrarla al figlio. La Mostellaria
narra di un giovane che sperpera tutti i beni del padre mentre quest’ultimo è in viaggio e al ritorno non riesce a
nascondere il suo comportamento scorretto.
 Le commedie dell’agnizione: l’elemento fondamentale è il riconoscimento finale che porta al lieto fine. Nella
Cistellaria una cesta aiuta il protagonista a far riconoscere come libera la sua amata che era considerata schiava.
 Le commedie dei sosia: costruite sul gioco delle somiglianze. Nel Menaechmi una coppia di gemelli ignora
l’esistenza del proprio fratello. Nell’Amphitruo Giove si innamora di Alcmena e si traveste di suo marito per
sedurla e Mercurio si traveste dal servo Sosia. Quando entrano in scena il vero Anfitrione e il vero Sosia i sono
una serie di equivoci. La commedia si conclude con la nascita di due figli di Alcmena una da Anfitrione e uno da
Giove, Ercole.
 Le commedie della caricatura: viene accentuata la caratterizzazione del protagonista rispetto all’intreccio.
Nello Pseodolus lo schiavo Pseudopo aiuta il padrone a sottrarre una sposa ad un lenone. Nel Miles Gloriosus si
narra del rapimento di una giovane schiava e del suo ragazzo da parte di un soldato, Pirgopolinice, nel finale gli
schiavi si liberano.
 Le commedie composite: dove ricorrono tutti i motivi. Nel Captivi un uomo perde i due figli e in seguito
riuscirà a ritrovarli. L’Aulularia è priva del finale, forse lieto dove gli schiavi si liberavano e il vecchio
recuperava la pentola con le monete d’oro.
Le palliate di Plauto poggiano su schemi ripetitivi e prevedibili, l’azione è caratterizzata da due personaggi, uno cerca
di portare via qualcosa all’altro che oppone resistenza. Il primo personaggio è quindi costretto a trasgredire una norma
morale attraverso l’organizzazione di un inganno. Questo provoca una momentanea situazione di crisi che si risolverà
con un lieto fine.
I personaggi rispecchiano delle vere e proprie maschere fisse, poiché ricorrono le varie tipologie di caratteri:
o Senex, il vecchio spilorcio, attaccato alle tradizioni, perseguitato da una moglie bisbetica, non sdegna
avventure con giovani ragazze. Il senex lepidus, un anziano dedito alla bella vita che aiuta la coppia di
innamorati.
o Adulescens, amans ephebus, il giovane amante innamorato di una meretrix, la cortigiana avida o ingenua.
o Leno, antagonista, ruffiano, lenone e commerciante di schiave.
o Servus callidus, il servo scaltro tessitore di inganni.
o Servus currens, il servo fede esecutore di ordini, i servi sono gli aiutanti dei protagonisti.
o Matrona, la donna sposata, autoritaria e dispotica nei confronti del marito.
o Miles gloriosus, il soldato fanfarone destinato ad essere messo in ridicolo.
o Parasitus, il parassita , lo scroccone.
Altre figure minori sono l’ancella, la suonatrice di cetra, la schiava lo schiavetto o il cuoco.
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