PSEUDOLUS

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Teatrovivo presenta
Massimo Venturiello
PSEUDOLUS
di Tito Maccio Plauto
regia
Cristiano Roccamo
musiche
Andrea Mazzacavallo
scene
Matteo Soltanto
costumi
Laetitia Favart
con Camillo Grassi - Cristiano Roccamo - Luca Cairati - Massimo
Boncompagni - Valeria Abbondanti al Flauto
PRESENTAZIONE
Pseudolo insieme al Miles, è all'apice del teatro plautino e come nel Miles anche
in Pseudolo tutta la commedia (scritta da Plauto) gira intorno al servo, in
questo caso Massimo Venturiello. La scena apre è semicircolare a ricordare
quella piazza dove accadono tutti gli inganni che Plauto meglio di tutti
sapeva rappresentare. Il pretesto per raccontare i “tipi fissi” è la separazione
dei due innamorati e in questa commedia ci divertiamo a raccontare non solo
la storia ma soprattutto quei personaggi che vivono dentro e fuori il teatro. Per
questo non parliamo di una regia o messa in scena in senso tradizionale, ma di
attori che sanno ben giocare con le astuzie plautine. In questo Massimo
Venturiello rappresenta quell'istrione che in scena è libero di spaziare in
argomenti e sentimenti, battute e circostanze comiche. Nel totale rispetto della
storia plautina, gli attori interpretano più parti grazie all'uso delle maschere
della Commedia dell'Arte e della stessa Commedia Latina. Le musiche dal vivo
e le canzoni di Andrea Mazzacavallo, completano questa nostra opera che
abbiamo il piacere di presentarvi.
Cristiano Roccamo
PERCHE' PLAUTO
Plauto scriveva per un pubblico popolare, cercava di assecondare il gusto del
pubblico e di ottenere l’applauso della platea. Al pubblico popolare piacciono i
vari espedienti farseschi: le sorprese e le battute comiche, gli equivoci e gli
scambi di persona, le beffe e i raggiri, la caricatura e la parodia, i giochi di
parole, i doppi sensi grossolani, l’esaltazione dei piaceri materiali, la ricerca del
guadagno e del denaro con ogni mezzo. Plauto è il padre del teatro comico
popolare moderno. Le sue commedie hanno ricevuto pesanti critiche in epoche
dominate dal gusto classico o classicistico perché non rappresentavano un’arte
raffinata, morigerata e decorosa. Il classicismo francese del Seicento, per
esempio, anche se il grande Moliere trasse spunti e argomenti da Plauto,
mostra un profondo disprezzo nei confronti delle commedie plautine, in
particolare per il linguaggio ruvido e triviale. Ma a partire dai primi decenni del
Novecento il comico farsesco torna di moda e riacquista un valore artistico. La
fortuna del teatro di Plauto segue l’onda dei film comici di Charlie Chaplin. Nel
mondo di Plauto non esistono né moralità né umanità: i rapporti tra gli uomini
si basano sull’inganno e sulla frode, oppure mirano a ricavare guadagno o
piacere. I sentimenti e gli affetti sinceri, quando ci sono, sono comici e non
commoventi.
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