MARKERS DEI PROCESSI ATTIVI PER PATOLOGIA Rev. 5.0 8.11.2006 - FC Copywrite Biophysics Research - Tutti i diritti riservati – vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo INTRODUZIONE Nelle pagine seguenti sono riportati i principali marcatori caratteristici di ciascuna patologia neurodegenerativa esaminata. I markers sono raggruppati per categoria e per molti di loro sono indicati i riferimenti bibliografici secondo la codifica della Biophysics Research. I codici racchiusi fra parentesi tonda rappresentano articoli disponibili: (F23), (BX45), i codici indicati con la sigla della patologia seguiti da un numero progressivo, si riferiscono invece ad abstracts: =AD12= PD23=. L’ultimo gruppo di sostanze è dedicato alla terapia, in particolare sono riportate indicazioni attinenti alcuni sotto-processi degenerativi, di norma non considerati. Non sono invece riportate indicazioni per le terapie classiche: nel PD: levodopa, nell’AD: memantine, etc. La lista di molecole elencate non ha la pretesa di essere completa, ma fornisce l’orientamento di base per le malattie considerate. Nelle successive revisioni, con scadenza semestrale, del presente documento, saranno contemplate altre molecole e patologie. Gli aggiornamenti potranno essere ricevuti alla propria casella di posta elettronica dopo aver inviato un messaggio di iscrizione al servizio all’indirizzo: [email protected] . Le patologie esaminate nella presente revisione sono le seguenti: ALCOLISMO ALZHEIMER (AD) CATARATTA COLON-TENUE DEMENZA VASCOLARE (VaD) DEPRESSIONE DERMATITI-ECZEMI GLAUCOMA HUNTINGTON (HD) IPERTENSIONE ISCHEMIA CEREBRALE LEWY BODIES DISEASE (LBD o DLBD) MACULOPATIE DEGENERATIVE MAMMELLA (PATOLOGIE DELLA) MENINGITE VIRALE OBESITA’-CELLULITE-RITENZ. IDRICA PAKINSON (PD) PICK DISEASE (PkD) PARALISI PROGRESSIVA SOPRANUCLEARE (PSP) PTERIGIO RETINOPATIA DIABETICA SCHIZOFRENIA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (ALS) SCLEROSI MULTIPLA (MS) TIROIDE (PATOLOGIE DELLA) UTERO-PROSTATA (PATOLOGIE DELL’) UVEITE 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 2 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati AD: AL: ALS: FALS: HD: LBD: MID: MS: PkD: PD: PSP: VaD: Alzheimer’s disease Alcohol’s disease Amyotrophic lateral sclerosis Familial amyotrophic lateral sclerosis Huntington’s disease Lewy bodies disease Multi infarct dementia Multiple sclerosis Pick’s disease Parkinson’s disease Progressive Supranuclear Palsy Vascular dementia ///L’analisi del microcircolo a livello di corteccia limbica, corteccia prefrontale, amigdala, nucleo sopraventricolare, epifisi, è stata effettuata sulla linea basale e durante l'esperimento (vedere www.semeioticabiofisica.it) (13, 23-28).////// Si ricorda che la sostanza riscontrata presente, deve intendersi come libera, quindi non legata a recettori, transporters, scavengers, substrati o altro, e comunque presente al di sopra del livello di regolazione omeostatica. Il vettore che la rappresenta è sempre positivo, variabile dal 10 al 1.000 %. I vettori negativi, rappresentano invece, oltre all’assenza della sostanza, il suo effetto tossico nell’area di interesse, essendo stata simulata come spettro magnetico, dalla presenza del marcatore esterno. Maggiore il livello del vettore negativo, minore è la capacità dell’organismo (nell’area specifica), di reagire alla sostanza simulata. Per quanto concerne le aree di interesse da controllare, fare sempre riferimento al livello di corrente a riposo del punto di misura: se prossimo o superiore a 300 nA, tipicamente l’area non presenta stati patologici in atto. Verificare con priorità i punti con corrente più bassa (30-250 nA). Le aree suggerite sono comunque quelle più attinenti la singola patologia illustrata. Le verifiche devono essere effettuate preferibilmente lontano dai pasti e senza assumere farmaci nelle 24 H precedenti, ove possibile. Tutti i marcatori evidenziati in blu, si intendono forniti nel kit di base. Per comodità del lettore, nelle pagine seguenti è riportata la lista delle sostanze utilizzate come markers. A richiesta del cliente, possono essere fornite alcune altre sostanze di particolare interesse. Contattare la Biophysics Research. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 3 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati MARKERS OSSIDAZIONE E NITROSILAZIONE 8-OHdG Catabolita derivato dall’ossidazione del DNA da parte di perossinitrito od OH. 3-NT Il perossinitrito è un substrato per la SOD che catalizza la nitrazione della tirosine su altre proteine. Presenza di perossinitrito. ///wiki Il perossinitrito è l'anione con formula ONOO−. È un isomero di valenza instabile del nitrato, NO3-, che ha la stessa formula bruta ma una differente struttura. Nonostante l'acido perossinitroso sia altamente reattivo, la sua base coniugata, il perossinitrito è stabile in soluzione basica.[1] Esso si forma dalla reazione tra il perossido di idrogeno con il nitrito: H2O2 + NO2- → ONOO- + H2O Il perossinitrito è un agente ossidante e nitrosante (sebbene in presenza di perossido di idrogeno, prodotto in concomitanza, o di acido pernitroso, i nitroso derivati prodotti possano essere trasformati in nitrocomposti). A causa delle sue proprietà ossidanti, il perossinitrito può danneggiare molte molecole all'interno della cellula, compreso il DNA e le proteine. La formazione del perossinitrito in vivo è stata ascritta alla reazione del radicale libero superossido con l'ossido nitroso[2]: O2- + NO → ONO2- wiki ///////// superossidodismutasi Enzima antiossidante appartenente alla classe delle ossidoreduttasi. Le s., o SOD, sono metalloenzimi, presenti in tutte le cellule aerobie e anche in alcuni batteri anaerobi; sono in grado di eliminare il radicale dell’ossigeno, O2 – o anione superossido, mediante una reazione di dismutazione che lo trasforma in perossido d’idrogeno, H2O2. Sono state individuate tre diverse classi di SOD che differiscono fra loro per il tipo di metallo presente nel sito attivo: s. a ramezinco (Cu, Zn-SOD); s. a ferro (Fe-SOD); s. a manganese (Mn-SOD). Le s. sono si ritrovano principalmente nel citoplasma e in alcuni organelli cellulari (mitocondri, perossisomi, lisosomi, gliossisomi, cloroplasti). Le s. a rame-zinco e quelle a manganese sono le più diffuse negli organismi eucarioti. L’elevata efficienza delle s. è di fondamentale importanza per il mantenimento del corretto stato ossidoriduttivo cellulare, poiché permette l’eliminazione dello ione superossido (prodotto continuamente in piccole quantità in condizioni fisiologiche e in misura molto maggiore in diversi stati patologici) che, in presenza di metalli di transizione, può essere trasformato in specie radicaliche dell’ossigeno (➔ radicale libero) dotate di elevata tossicità Tesina SOD --- Tesina 1 --- Sod 2 ---- sod 3 L'anione superossido radicale (O2-) dismuta spontaneamente in O2 e H2O2 abbastanza rapidamente (~105 M-1 s-1 a pH 7). Inoltre, così come il perossido, può reagire più rapidamente in presenza di gruppi come il monossido di azoto 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 4 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati (NO), con cui tende a formare il perossinitrito (un radicale altamente reattivo in grado di uccidere i microbi all'interno del fagolisosoma). La dismutazione attraverso la SOD, invece, è più veloce perché la SOD ha il più rapido numero di turnover o kcat (numero di molecole di substrato convertite per secondo) di ogni altro enzima conosciuto (~109 M-1 s-1), essendo la reazione limitata solo dalla frequenza di collisione tra la stessa e il superossido. La SOD in questo modo protegge la cellula dalla tossicità dell'anione superossido. Il superossido è uno dei maggiori agenti ossidanti nella cellula e di conseguenza, la SOD ha un ruolo antiossidante chiave. L'importanza fisiologica delle SOD è visualizzabile dalle gravi patologie evidenti nei topi modificati geneticamente per mancare di questi enzimi. I topi mancanti della SOD2 muoiono pochi giorni dopo la nascita, a causa del forte stress ossidativo.[1] Quelli cui manca la SOD1 sviluppano una gran varietà di patologie, tra cui il carcinoma epatocellulare[2], un'accelerazione della perdita di massa muscolare legata all'età[3], un'incidenza precoce della cataratta ed una speranza di vita minore. Quelli che mancano della SOD3 non mostrano nessun difetto evidente ed hanno una normale aspettativa di vita[4]. Mutazioni nel primo enzima SOD (SOD1) sono state collegate alla Sclerosi laterale amiotrofica familiare (ALS, una forma di malattia dei motoneuroni). Gli altri due tipo non sono stati collegati ad alcuna malattia umana; comunque nel topo l'inattivazione di SOD2 è causa di mortalità prenatale[5] e l'inattivazione di SOD1 provoca epatocarcinoma[6]. Mutazioni di SOD1 possono causare ALS familiare tramite un meccanismo che al momento ancora non si conosce, ma che non è dovuto alla perdita dell'attività enzimatica Alasod 600 Integratore alimentare Antiossidante a base di Acido Alfa-Lipoico e Superossidodismutasi (SOD) Caratteristiche L'Acido Alfa-Lipoico e' una sostanza presente in natura con spiccata attivita' antiossidante. Puo' essere utile per contrastare l'azione dei radicali liberi e la conseguente perossidazione dei costituenti lipidici delle membrane cellulari e mitocondriali. Inoltre, l'estratto di Melone e' titolato in SOD, un potente enzima antiossidante particolarmente utile nel contrastare la formazione di radicali liberi. •L'Acido Alfa-Lipoico (ALA), e' una sostanza prodotta dall'organismo umano e assumibile attraverso la dieta. Conosciuto per la sua documentata attivita' di coenzima del metabolismo cellulare, interviene e promuove importanti cicli metabolici finalizzati alla produzione di ATP. E' tra i piu' potenti antiossidanti fisiologici, svolgendo un'azione antiossidante protettiva sulle membrane cellulari, mitocondriali e su proteine e DNA. Neutralizza l'azione dei radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento e diminuzione della funzionalita' dei tessuti. Promuove la rigenerazione di altri antiossidanti endogeni come Vitamina E, Vitamina C e Glutatione. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 5 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati •La Superossidodismutasi (SOD) ha un ruolo centrale nei processi antiossidanti, nel prevenire la formazione dei radicali liberi soprattutto delle specie reattive dell'ossigeno (ROS). La SOD e' il primo sistema di difesa contro i danni causati dai ROS la cui pericolosita' consiste nel danneggiare importanti componenti cellulari (Lipidi, Proteine, DNA). La presenza contemporanea di Acido Alfa-Lipoico (ALA) e Superossidodismutasi (SOD) permette una duplice azione nei meccanismi antiossidanti dell'organismo: SOD previene la formazione dei radicali liberi e ALA favorisce la rimozione dei radicali formati. Modalità d'uso Si consiglia una compressa di Alasod 600 al giorno preferibilmente durante il pasto. Non eccedere le dosi raccomandate per l'assunzione giornaliera. Avvertenze Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di eta'. Ingredienti Acido Alfa-Lipoico (Acido Tiottico); Agenti di carica: Calcio Fosfato, Cellulosa Microcristallina; Antiagglomeranti: Biossido di Silicio, Magnesio Stearato, Sodio Croscaramellose, Polivinilpolipirrolidone, Talco; Maltodestrine; Stabilizzante: Polivinilpirrolidone; Agenti di rivestimento: Idrossipropilmetilcellulosa, Acido Stearico; Emulsionante: Lecitina di Soia; Estratto di Melone (Cucumis melo L., frutto) in olio di Palma Idrogenato standardizzato in SOD; Coloranti: E101, E171. Xantine oxidase Flavoenzima che trasforma le basi puriniche. Ossida l’ipoxantina e poi la xantina ad acido urico. Inibita dall’allopurinolo. Forte generatore di ROS. H2O2 Perossido di idrogeno, generato da SOD1 o 2 (e non trasformato in acqua dalla CAT o GSH-Px) o da leucociti METABOLISMO Nel corso degli ultimi anni, particolare attenzione è stata rivolta all'approfondimento delle conoscenze sui cicli metabolici, cosiddetti di difesa, coinvolti nell'eliminazione di cataboliti tossici generati, in condizioni fisiologiche, come sottoprodotti del normale m. cellulare e, in condizioni patologiche, a seguito di sbilanciamenti e modificazioni del m. energetico cellulare e/o di sostanze estranee al normale m. umano (xenobiotici). 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 6 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Sistemi di difesa contro i cataboliti tossici dell'ossigeno − I cataboliti tossici sono rappresentati principalmente dalle specie radicaliche dell'ossigeno che, a causa della loro elevatissima reattività, sono in grado di scatenare processi ossido-riduttivi spesso irreversibili, a carico delle macromolecole biologiche (proteine, acidi nucleici, fosfolipidi) che subiscono una modificazione se non addirittura una perdita della loro funzionalità. Le ricerche volte a chiarire la potenziale tossicità dei radicali dell'ossigeno cominciò parecchi anni dopo che due ricercatori statunitensi, I. Fridovich e J. M. McCord, isolarono nel 1969 un enzima da un emolisato di sangue di bue che aveva la capacità di catalizzare la dismutazione del radicale superossido secondo il seguente schema: .Il significato biologico dell'enzima, denominato superossidodismutasi (SOD), rimase sconosciuto finché non venne individuata una serie di reazioni enzimatiche le quali, in tutto o in parte, potevano dar luogo in condizioni fisiologiche alla produzione di ioni superossido. Tra queste vanno ricordate le reazioni catalizzate dalle diamminoossidasi, dal sistema della citocromo P-450 reduttasi e dalla citocromo-c ossidasi. Questa scoperta chiarì il motivo perché la SOD è presente non solo in tutti i tessuti di uno stesso organismo ma in tutti gli organismi viventi, virus esclusi. La SOD non è il solo enzima di difesa contro la tossicità delle specie radicaliche dell'ossigeno: infatti, poiché nella reazione catalizzata dalla SOD si genera H2O2, che a seconda della molecola con cui reagisce può funzionare da potente ossidante o da potente riducente, è necessario che questa molecola sia rapidamente trasformata. Questo compito è svolto da due enzimi, la catalasi e la glutationeperossidasi (GSH-px), che catalizzano la seguente reazione: 2H2O2→2H2O+O2. Di particolare interesse è la GSH-px che esiste in due forme distinte, una cosiddetta selenio-dipendente, l'altra cosiddetta selenio-indipendente. Oltre a differire per la necessità o meno di possedere selenio per l'attività catalitica, i due enzimi differiscono tra loro anche per la specificità del substrato da metabolizzare: infatti, gli unici substrati della GSH-px Se-indipendente sono i perossidi organici. L'importanza della GSH-px Se-indipendente risiede nel fatto che i perossidi organici si originano principalmente sulle catene alifatiche dei fosfolipidi, in conseguenza di stress ossidativi, e sono in grado d'innescare reazioni a catena che portano alla perdita della funzionalità di queste fondamentali molecole biologiche. Caratteristica comune dei due enzimi sopra citati è quella di aver bisogno del glutatione ridotto (GSH) quale cofattore nelle reazioni catalizzate dalla GSH-px. In queste reazioni, due molecole di GSH vengono ossidate a glutatione ossidato (GSSG) attraverso la formazione di un ponte di solfuro tra i due gruppi SH del glutatione. Per ridurre il GSSG formatosi e mantenere una concentrazione relativamente costante di GSH è necessario l'intervento di un altro enzima, la glutationereduttasi, che catalizza la seguente reazione: GSSG+NADPH→2GSH+NADP. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 7 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Quest'ultima reazione, che è accoppiata alle reazioni catalizzate dalla GSH-px e completa il ciclo del GSH, garantisce il mantenimento di un elevato rapporto GSH/GSSG che è un'espressione delle capacità riducenti della cellula. In caso di stress ossidativi il valore di questo rapporto diminuisce rapidamente ed è generalmente accompagnato dal manifestarsi di danni irreversibili nelle strutture vitali della cellula (membrane) e nelle macromolecole biologiche (fosfolipidi, proteine, acidi nucleici). Appare perciò chiaro che la funzione principale del ciclo dei pentoso-fosfati (v. App. IV, ii, p. 445) è quella di ridurre il NADP a NADPH mantenendo così una concentrazione sufficiente di questo coenzima ridotto per il funzionamento di tutti gli enzimi NADPH-dipendenti (tra i quali appunto la GSH-px). Il glutatione è un tripeptide (γ−glutammil-L-cisteinilglicina) che viene sintetizzato a partire da acido glutammico e cisteina in una reazione catalizzata dalla γ−glutammilcisteinasintetasi, secondo lo schema: acido glutammico+cisteina+ATP→γ−glutammilcisteina+ADP+Pi. Successivamente, la glutatione sintetasi catalizza la formazione di un legame peptidico tra la γ−glutammilcisteina e la glicina, secondo lo schema: γ−glutammilcisteina+glicina+ATP→GSH+ADP+Pi La formula di struttura del GSH è: Caratteristica di questo tripeptide è quella di avere l'acido glutammico legato con un legame peptidico tra il suo gruppo γ−carbossilico (anziché α−carbossilico come avviene solitamente) e il gruppo amminico della cisteina che, altra caratteristica del GSH, possiede il suo gruppo sulfidrilico libero ridotto. Oltre alla funzione precedentemente descritta, il GSH svolge il ruolo metabolico d'intervento nei processi di detossificazione per gli xenobiotici, essendo cofattore anche della glutatione transferasi. Questo enzima, particolarmente abbondante nelle cellule epatiche nelle quali è presente in almeno sette differenti isoforme, catalizza la prima delle quattro reazioni che portano alla formazione dei derivati N-acetilcistenici (o coniugati dell'acido mercapturico) di diversi gruppi di sostanze estranee al normale m. cellulare contenenti nella loro molecola almeno un atomo di carbonio elettrofilo. Come esempio, si riporta la reazione tra il GSH e il dinitroclorobenzene: In questa reazione la glutationetransferasi catalizza la formazione di un legame tioetere tra le due molecole; successivamente, una glutationasi e una peptidasi staccano in sequenza l'acido glutammico e la glicina dal coniugato GSdinitroclobenzene. Rimane pertanto il cisteina-derivato che, grazie all'azione di una acetil-CoA-N-acetilasi, viene trasformato, in ultimo, in coniugato dell'acido mercapturico secondo la reazione: Il composto così ottenuto risulta meno tossico della ''molecola madre'', essendo molto più facilmente eliminabile per via urinaria. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 8 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Di particolare interesse è l'interrelazione esistente tra GSH, NADPH, ciclo dei pentoso fosfati ed emoglobina nei globuli rossi. L'emoglobina, per poter svolgere la sua funzione di trasportatore di ossigeno, necessita che i 4 atomi di ferro presenti all'interno della sua molecola siano allo stato ridotto (Fe2+). In condizioni fisiologiche, circa l'1÷3% dell'emoglobina possiede gli atomi di ferro allo stato ossidato (Fe3+). Questo tipo di emoglobina, nota come metemoglobina (MetHb), deve pertanto essere mantenuta entro concentrazioni molto basse per poter garantire che le proprietà ossiforetiche degli eritrociti rimangano inalterate. Questo compito viene svolto da due enzimi, una MetHb-reduttasi NADHdipendente e una MetHb-reduttasi NADPH-dipendente. Questo secondo enzima, nonostante sia presente in concentrazione inferiore al primo, è estremamente importante poiché la sua affinità per la MetHb è 5÷10 volte maggiore rispetto all'enzima NADH-dipendente. Quindi, siccome il NADPH è il coenzima indispensabile anche per la GSH-reduttasi, che è responsabile del mantenimento del glutatione allo stato ridotto, ne consegue che il ciclo dei pentosi assume un ruolo chiave nell'impedire l'insorgenza di processi ossidativi a carico di queste molecole fondamentali (emoglobina e GSH). La prova indiretta di queste strette interrelazioni è data dal fatto che, in condizioni di stress ossidativi a carico degli eritrociti, diminuzione di GSH e aumento di MetHb risultano fra loro accoppiati. L'esistenza di questi sistemi di difesa non è però sufficiente a impedire completamente l'insorgenza di danni molecolari (per lo più irreversibili) in quelle situazioni patologiche nelle quali si verifica una produzione molto elevata di specie radicaliche dell'ossigeno, come per es. accade nella riperfusione a seguito di fenomeni ischemici. Tutti i tessuti del nostro organismo necessitano di ossigeno per poter soddisfare i fabbisogni energetici cellulari attraverso i cicli metabolici ossidativi mitocondriali che sono responsabili in massima parte della produzione di ATP. L'assenza di ossigeno, che si verifica durante l'ischemia, provoca l'arresto della funzionalità mitocondriale con conseguente rapida e drastica deplezione del contenuto cellulare di ATP. Questa molecola viene quindi sequenzialmente degradata in ADP, AMP, adenosina, inosina, ipoxantina, xantina e infine in acido urico. In condizioni fisiologiche, la trasformazione di xantina in acido urico è catalizzata dall'enzima xantinadeidrogenasi che utilizza il NAD come accettore di elettroni. Durante l'ischemia, la perdita della funzionalità mitocondriale e la drastica diminuzione del contenuto di ATP (che ha il compito, tra gli altri, di chelare il calcio libero citoplasmatico e di fornire l'energia alle ATPasi preposte alla estrusione del calcio dal citoplasma) provocano un aumento del Ca2+ libero citoplasmatico che attiva alcune proteasi calcio-dipendenti. L'attivazione di questi enzimi proteolitici provoca la trasformazione irreversibile della xantinadeidrogenasi in xantinaossidasi la quale, pur mantenendo inalterata la specificità per il substrato, utilizza l'ossigeno molecolare come accettore di elettroni. In questa reazione, l'ossigeno subisce una riduzione mono-elettronica e si trasforma in ione superossido. Quindi, al momento della riperfusione, la xantinaossidasi (grazie anche all'accumulo di xantina) è in grado di produrre un flusso di radicali O2− che, in presenza di metalli di transizione quali Fe2+ e Cu+, dà luogo a specie radicaliche ancor più reattive quali il radicale OH· e l'ossigeno sin6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 9 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati goletto. In particolare, l'interazione di queste molecole con i fosfolipidi che compongono le membrane biologiche (cellulari, mitocondriali, nucleari, lisosomiali, perossisomiali) induce processi perossidativi a catena che portano alla perdita della struttura e della funzione delle membrane stesse e in ultimo alla morte cellulare. Si può pertanto comprendere l'importanza dello studio del m. energetico in particolari situazioni, tra l'altro di grande rilevanza clinica, e di tutti i sistemi cellulari di difesa coinvolti nella trasformazione delle molecole tossiche prodotte a causa dello sbilanciamento del m. energetico stesso. Sistemi di detossificazione per gli xenobiotici. Un altro campo d'indagine di grande attualità è quello rivolto allo studio dei sistemi enzimatici e dei cicli metabolici coinvolti nei processi di detossificazione per gli xenobiotici. Questo tipo di ricerche ha acquistato un'importanza sempre crescente a causa del numero sempre maggiore di sostanze estranee al normale m. umano e animale che entrano in questi organismi per ingestione, inalazione o per assorbimento cutaneo. Si pensi, per es., ai conservanti e coloranti presenti in molti cibi, ai diserbanti, pesticidi e fitofarmaci che molto spesso si ritrovano in quantità consistenti nell'acqua ''potabile'', e infine ai farmaci. I sistemi preposti alla detossificazione degli xenobiotici, presenti nell'uomo in quasi tutti gli organi e tessuti ma principalmente nel fegato, hanno lo scopo di trasformare le ''molecole madri'' in molecole dotate di una minore tossicità e una maggiore escreibilità. Le reazioni cui vanno incontro gli xenobiotici vengono suddivise generalmente in due gruppi: reazioni di fase i, comprendenti l'ossidazione, la riduzione o l'idrolisi del substrato; reazioni di fase ii, comprendenti la coniugazione o la sintesi di composti complessi a partire da molecole fisiologicamente presenti nell'organismo e gli xenobiotici. Gli enzimi coinvolti nelle reazioni di fase i sono: la monoossigenasi contenente citocromo P-450, l'amminoossidasi, l'epossido idratasi, l'esterasi e ammidasi aspecifiche, l'alcool deidrogenasi e l'aldeide deidrogenasi. Quelli coinvolti nelle reazioni di fase ii sono: la glucuroniltransferasi, la GSH-transferasi, la solfotransferasi, l'amminoacidoconiugasi, la metiltransferasi e la N-acetiltransferasi. Tra gli enzimi coinvolti nelle reazioni di fase i il più importante e abbondante è la monoossigenasi contenente citocromo P-450. Questo enzima è presente prevalentemente nel fegato in numerose isoforme ed è in realtà un sistema multienzimatico, costituito da una NADPH-citocromo-c reduttasi e da un enzima contenente citocromo P-450, che catalizza reazioni di ossidazione a carico di xenobiotici ossidabili e la cui sequenza metabolica è riportata in figura. Il substrato RH si combina con la forma ossidata del citocromo P-450-(Fe3+), formando un complesso substrato-citocromo P-450. Due elettroni sono quindi trasferiti dal complesso al NADPH che viene ossidato a NADP. Il complesso substrato-citocromo P-450-(Fe2+) così ridotto si combina con l'ossigeno molecolare e, attraverso un riarrangiamento elettronico interno al complesso, viene eliminata prima una molecola d'acqua e poi il substrato ossigenato e il citocromo P-450 nella sua forma ossidata. La sua capacità di utilizzare un numero molto elevato di substrati, il cui unico denominatore comune è quello di poter accettare 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 10 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati un atomo di ossigeno, e la sua presenza in tutti gli organi fanno sì che il ciclo metabolico imperniato su questo complesso enzimatico sia fondamentale per la capacità metabolica complessiva di un organismo per gli xenobiotici. Tra gli enzimi coinvolti nelle reazioni di fase ii, oltre alla già citata GSHtransferasi, bisogna ricordare il ruolo svolto dalla glucuroniltransferasi che catalizza le reazioni di glucuronicoconiugazione a carico di composti contenenti gruppi alcoolici, carbossilici, sulfidrilici, amminici primari e secondari. Caratteristica di questo enzima è quella di utilizzare l'acido uridindifosfoglucuronico come cofattore sul quale far avvenire la reazione di coniugazione. Questa prevede la trasformazione del substrato nel rispettivo glucuronicoconiugato e dell'acido uridindifosfoglucuronico in acido uridindifosforico. Complessivamente, si può certamente affermare che gli studi di tipo metabolico siano attualmente rivolti alla valutazione delle conseguenze degli sbilanciamenti del m. in particolari condizioni patologiche, ai sistemi fisiologici di difesa da sostanze endogene dotate di elevata tossicità (specie radicaliche dell'ossigeno) e ai sistemi di detossificazione per gli xenobiotici. Bibl.: J. M. Mc Cord, Oxygen-derived free radicals in postischemic tissue injury, in New Engl. J. Med., 312 (1985), pp. 159-63; D. J. Hearse, A. S. Manning, J. M. Downey, D. M. Yellon, Xanthine oxidase: a critical mediator of myocardial injury during ischemia and reperfusion?, in Acta Physiol. Scand., Suppl. 548 (1986), pp. 65-78; J. D. Rawn, Biochimica, trad. it., Milano 1990. MDA Malondialdeide, uno dei prodotti di perossidazione dei lipidi di membrana GTR Acido glutarico prodotto dall’ossidazione dell’acido arachidonico Indice di formazione di aldeidi reattive (4-HNE etc.) che modificano proteine, fra le quali i transporters del glucosio e del glutammato AZA Acido azelaico: prodotto dall’ossidazione dell’acido linolenico Fornisce l’indicazione del livello di perossidazione dei lipidi di membrana C/Z Carbonili derivati dall’ossidazione di zuccheri C/P Carbonili derivati dall’ossidazione di proteine (albumina) Ac Lattico Acido lattico: insieme al P (fosforo), indicatore di respirazione anaerobica (glicolisi) a compensazione delle carenze della respirazione mitocondriale che non riesce a generare sufficiente ATP Gluatione-S-Transf. Detossificante – Si aggrega con proteine portando a formazione di placche nei vasi sanguigni 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 11 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati GLICOSILAZIONE 1-HL 1-hexytol lysine, marker precoce di glicosilazione e formazione di AGE (D49) Heme Glicosilata Presenza di emoglobina glicosilata INFIAMMAZIONE IL-1α Interleukina 1 alpha - Marker di infiammazione acuta. Prodotta essenzialmente da macrofagi. Modulatore della risposta immunitaria con linfociti T e B. Stimola la produzione di prostaglandine. Stimola la formazione di IL-2, IL-6, IL-8, IL-1β Interleukina 1 beta Come sopra. IL-2 Marker di infiammazione prodotta dai linfociti T helper e dalle cellule NK (natural killer). Prodotta dai linfociti Th1 e Th2, induce la proliferazione dei linfociti T. E’ anche un inibitore della produzione di IL-1, IL-6 e TNFα da parte dei macrofagi. Specifica nei meccanismi allergici. Regolatore specifico degli eosinofili. Interleukina 6 marker di infiammazione acuta - Attivata da IL-1 e TNFα, attiva i linfociti T. a livello di CSF induce la formazione di ACTH. Indotta da IL-1 e TNFα. Prodotta da leucociti attivati, fibroblasti, cellule endoteliali e keratinociti Citochina della serie Th-2,e linfociti B, attivatrice del TGF-β1, inibitore del TNF-α. Moderatore dell’infiammazione. Può inibire la sintesi delle citochine ed altre sostanze nei macrofagi. Inibitrice dell’apoptosi. Interleukina legata alla presenza di batteri. Marker infiammatorio. Agisce a livello di SNA con produzione di ACTH, febbre, etc. E’ prodotta essenzialmente da macrofagi. Sintetizzato da molte tipologie di cellule. Induce la produzione di IgA, ma inibisce fortemente certe funzioni linfocitarie T e B. Ha diverse attività immunosoppressive. Interferone alfa. Indotto essenzialmente da virus. Svolge azione anti-virale ed anti-tumorale. IL-4 IL-5 IL-6 IL-8 IL-9 IL-10 IL-12 TNF-α TGF-β1 IFN-α IFN-β IFN-γ COX-2 PGE-2 PGF-2α Stimola le funzioni dei macrofagi, delle cellule NK e dei linfociti citotossici. Cycloossigenase-2: Enzima inducibile che catalizza la formazione delle prostaglandine infiammatorie (PGE2) inibito da Vit E ed NSAIDs. Prostaglandina infiammatoria derivata dall’acido arachidonico. Prostaglandina prodotta dall’acido arachidonico. Attivatrice del parto ordinario – E’ presente in abbondanza nei tessuti ipo-ossigenati ed ischemici- Potente vasocostrittore. Inibitrice del metabolismo dell’ammoniaca. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 12 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati TXA-2 Tromboxano attivatore dell’aggregazione piastrinica – Utile per individuare microemorragie e rischio trombotico. NEUROTRASMETTITORI E NEUROPEPTIDI Adrenalina, Catecolamina con simbolo: stato di allerta Noradrenalina, Catecolamina con simbolo: rabbia Dopamina Catecolamina con simbolo: movimento Serotonina Neuromodulatore derivato dal triptofano. Simbolo: depressione Istamina Mediatore chimico in processi biologici derivato dall’istidina. Legata a malattie coronariche e sindromi coronariche acute, marker di rischio coronarico migliore della proteina-C reattiva. Simbolo: GABA Dalla decarbossilazione del glutammato si ha γ-amminobutirrato, neurotrasmettitore con proprietà inibitrici. Acetilcolina Neuropeptide eccitatorio motorio. Nell’occipitale: trauma visivo. Glicina Amminoacido inibitore con effetto sinergico nei processi eccitotossici del glutammato. Cortisolo Ormone prodotto dalla corteccia surrenale, regolatore metabolico del glucosio. Alto con stress in fase di resistenza CRF Corticotrophin releasing factor – Ormone legato all’ansia ed allo stress. Glutammato Glutammato libero – Neurotrasmettitore sinaptico eccitatore. Aspartato Neurotrasmettitore eccitatore Neurotensin Neuropeptide con proprietà sia ormono-simili, sia di neurotrasmettitore. Presente nel PD. incrementa il rilascio di glutammato in alcune aree cerebrali con rischio di eccitotossicità. Polipeptide neurotrasmettitore che agisce a livello vascolare, muscolare, secrezione gastrica e funzionalità renale. Azione inibitrice Bombesina Leptina Ormone regolatore del peso corporeo nel lungo periodo. Inibitore dell’appetito. In area cerebrale è un importante indicatore di rischio di primo ictus. Insulina Oproteico secreto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas, che ha funzione anabolica nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi. L’insulina stimola la delta-5-desaturasi ad aumentare la produzione di acido arachidonico (ώ-6) a spese del linolenico (ώ-3). 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 13 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Sostanza-P Nell’SNC il neuropeptide è associato a stress, ansia, neurotossicità, nausea e dolore. Nel dolore è coinvolto nella trasmissione degli impulsi dolorosi dai recettori periferici al SNC. potente vasodilatatore. Prolattina Ormone attivatore della lattazione nella donna – cefalea ed alterazione del campo visivo, fatica e stress. Se alta, si ha infertilità in modo proporzionale. Neuropeptide-Y Potente stimolatore dell’appetito. Nell’SNC è presente nell’epilessia. Aumenta gli effetti vasocostrittori della noradrenalina. Diminuisce nel corticale frontale di soggetti con depressione maggiore e suicidi ed anche schizofrenici. Alto in soggetti che usano marijuana ma non altre droghe. V.I.P. Il vasoactive intestinal peptide è un ormone inibitore della secrezione gastrica e dell’assorbimento intestinale. Nell’intestino stimola la secrezione di acqua ed elettroliti. Aumenta la peristalsi. Regola il ritmo circadiano e la secrezione di prolattina. Dilatatore coronarico e bronchiale. Alto nel VIPoma. Protettore dei neuroni dopaminergici. Devia la reazione immunitaria su Th2, quale moderatore infiammatorio. Angiotensina II Regolatore ormonale della pressione sanguigna. Vasocostrittore. La renina converte un peptide inattivo, l'angiotensinogeno, in angiotensina I; quest'ultimo peptide viene convertito a sua volta in angiotensina II da un enzima che converte l'angiotensina I, detto ACE presente principalmente a livello dei capillari polmonari. Ormone secreto dal sistema ipotalamo-neuroipofisi. La principale azione della vasopressina è quella di provocare il riassorbimento di acqua a livello renale. A dosi elevate, inoltre, la vasopressina innalza la pressione arteriosa, provocando una contrazione delle arteriole L'aldosterone e' il principale ormone mineralcorticoide prodotto dal surrene, controlla il metabolismo dei liquidi extracellulari, del sodio e del potassio. La secrezione di aldosterone e' essenzialmente regolata dal sistema reninaangiotensina, ma anche dall'ACTH, dal GH e dai livelli di sodio e potassio plasmatici. Se alto, si ha incremento del sodio (pressione alta) e riduzione del potassio. Vasopressina Aldosterone PROTEINE Aβ Myo-Inositol Placca beta amiloide: di per se non è indice certo di degenerazione, lo diventa in unione alle citochine IL-1 etc. Frequente oltre che nell’AD, anche nel PD, PSP e DLBD. Non si forma nell’ALS e SMA, se non in presenza di demenza associata. Uno degli 8 isomeri dell’inositolo. Passa la bbb. Stabilizza piccoli aggregati di Aβ40 e Aβ42, modulandone la neurotossicità. La formazione di complessi Aβ- 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 14 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Τ protein Alpha-Synuclein TGase inositolo, non tossici, non attiva la microglia evitando la conseguente perdita di neuroni. Importante componente della fisiologia del citoscheletro. Si aggrega sotto forma di grovigli (tangles) neurofibrillari nelle malattie neurodegenerative. La proteina tau è alta nell’AD, nella malattia di Pick PkD, altissima nella CJD (mucca pazza); E’ espressa nei neuroni e concentrata nelle terminazioni sinaptiche. Precursore delle componenti non-β-amiloidi nel cervello senile. Presente come maggior componente nei Lewy bodies del PD e DLBD, nelle inclusioni gliali della SMA (Multiple System Atrophy). E’ assente nelle inclusioni della Pick’s Disease, PSP ed ALS. Transglutaminase. Enzima marker della degenerazione tissutale. Nell’AD contribuisce alla formazione di placche neuritiche e neurofibrillary tangles. Nell’HD, l’huntingtin è un substrato per il TGase; similmente nel PD le nonamyloid components (NAC) delle placche (Alpha-Synuclein) fanno da substrato per il TGase. Nel PSP l’mRNA per il TGase è alto. Ubiquitin Proteina che si lega in modo covalente a proteine marcate per la distruzione da parte dell’S20 protease. E’ implicato in processi immunologici, metabolici, apoptosi, trascrizione, trasduzione dei segnali, etc. 20S Proteasome Endopeptidase che degrada proteine di varia tipologia. Nel glaucoma è 3-4 volte il normale. BCL-2 Famiglia di proteine regolatrice dell’apoptosi. La BCL-2 è un’anti-apoptotica, antagonista della BAX, pro-apoptotica Caspase 1 Caspase 3 Proteina operatrice apoptotica legata a processi infiammatori Proteina operatrice apoptotica. Integra vari segnali di richiesta di morte cellulare ed inizia la distruzione di substrati cellulari chiave: gelsolin, fodrin, actin, PARP, etc. Altra cystein protease. Azione simile a quella del caspase-3, ma impiegata in area prevalentemente sistemica. Metilata dal 5-metiltetraidrofolato; viene convertita in metionina nell’SNC. In carenza di B12 o acido folico, si accumula nella cellula, inibendo tutte le reazioni di metilazione (mielina, lipidi, proteine, amine piogene, etc.) Caspase-7 Omocisteina L-Glutamine-Synth. Marcatore astro-gliale presente nella SLA, AD, PD, etc. Albumina Indicatore di berriera emato-encefalica aperta nella specifica area cerebrale Myeloperoxidase Infiltrazioni di neutrofili nella specifica area cerebrale 5-Chlorouracil Indicatore di danno al DNA di origine infiammatoria (neutrofili) 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 15 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati S-100 Proteina indicatrice di stato ischemico sia in area cerebrale, sia sistemica. Utile per individuare ictus di tipo ischemico e rischio di infarto insieme agli altri markers caratteristici (CPK, omocisteina, proteina C reattiva) Proteina-C reattiva Proteina infiammatoria generata nel fegato. marker di rischio di infarto CPK Enzima che catalizza la conversione di creatina in fosfocreatina e viceversa. La creatina fosfato si comporta come riserva di energia per la rapida rigenerazione di ATP. E’ uno degli indicatori di rischio di infarto Acetilcolinesterasi Enzima che idrolizza l’acetilcolina a colina ed acido acetico . Fibronectin Proteina generata nel fegato con compito di riparazione tissutale ed aggregazione. E’ presente nei carcinomi polmonari a cellule grandi. Marker di uveite. Galactosidase Marker di invecchiamento cellulare Troponin I Ammoniaca E’ legata alla contrazione di muscoli scheletrici e cardiaci. In fase di affaticamento muscolare, il valore sale. E’ un marker di danno miocardico. Marker di eccessivo sforzo muscolare Streptokinase Prodotto dello streptococco β-emolitico. ALCOHOL Acetaldeide 5-hydroxytriptofolo Aldeide formata dal metabolismo dell’alcol etilico. Indicatore a breve termine. Metabolita dell’alcol etilico a media persistenza METALLI Al, Ca, Cd, Cu, Fe, Hg, Mg, Mn, P, Pb, Zn Metalli liberi FATTORI DI CRESCITA Sono 4 le famiglie di fattori neurotrofici: nerve growth fator (NGF) è quello più studiato brain derived neurotopic factor (BDNF) neurotrofina 3 (NT-3) neurotrofina 4/5(NT4/5) NGF, 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 16 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati BDNF, Low BDNF levels indicate that this abnormal glutamate transmission results in dendritic atrophy in the hippocampus [75], while in the amygdale, high BDNF levels alter glutamate signaling to increase synaptogenesis and dendritic outgrowth. Differences in BDNF are caused by a yet-unknown pathway downstream from glucocorticoids and glutamate GDNF, (glial cell-derived neurotrophic factor) importante per proteggere i neuroni dopaminergici mesencefalici ho trovato anche GDNF (cerebral dopamine neurotrophic factor) NT3, NT4, PDGF, IGF-1 Stimolatore di crescita cellulare ed inibitore dei processi apoptotici. Regolatore della crescita ossea e densità. Legato ad osteoporosi. Protettore muscolare nella SLA. CNTF (ciliary neurotrophic factor) MANCA MARKERS TUMORALI PChoCl PEtn C-MYC Angiostatina 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 17 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati KITS MARKERS INTEGRATIVI Leptina Neuropeptide Y Vasoactive intestinal peptide Angiotensina II Vasopressina Aldosterone Peptide regolatore del peso corporeo nel lungo periodo. Blocca lo stimolo della fame ed aumenta il consumo metabolico; marker in area cerebrale di rischio di primo ictus emorragico associato con sovralimentazione e scarso moto fisico; regolatore dell’equilibrio energetico e memoria il VIP ha ruoli differenti a seconda delle differenti parti del corpo in cui agisce: il suo ruolo nell'intestino è quello di stimolare la secrezione di acqua ed elettroliti , così come di dilatare la muscolatura liscia intestinale, dilatare i vasi sanguigni periferici, stimolare la secrezione di bicarbonato pancreatico e inibire la secrezione di acido gastrico stimolata dalla gastrina. Questi effetti agiscono insieme per aumentare la motilità intestinale. Nel cervello è interessata una specifica regione dei nuclei soprachiasmatici (SCN) dove si trova il 'pacemaker circadiano primario. E’ presente anche nel cuore ed ha effetti significativi sull'apparato cardiocircolatorio. È causa di vasodilatazione coronarica[2] ed ha anche un effetto inotropo e cronotropo positivo. Sono in corso degli studi per verificare se gioca un ruolo benefico nel trattamento di insufficienza cardiaca. E’ in grado di aumentare, più di ogni altra sostanza, la pressione del sangue dell’organismo; esercita la sua azione aumentando la forza di contrazione della muscolatura liscia delle arterie, ed è un potente stimolante della produzione di aldosterone Ormone secreto dal sistema ipotalamo-neuroipofisi. La principale azione della vasopressina è quella di provocare il riassorbimento di acqua a livello renale. A dosi elevate, inoltre, la vasopressina innalza la pressione arteriosa, provocando una contrazione delle arteriole. La secrezione di vasopressina aumenta in varie condizioni: quando aumenta la concentrazione delle sostanze disciolte nel plasma; quando si riduce il volume dei liquidi circolanti nei vasi sanguigni; quando si riduce la pressione arteriosa; in caso di emozioni, stress, dolore o esercizio fisico. Al contrario, la secrezione si riduce nelle condizioni opposte alle precedenti e nel caso di assunzione di alcolici. L'aldosterone è il più potente mineralcorticoide prodotto dai surreni. Esso determina ritenzione di Na e perdita di K. La secrezione dell'aldosterone è regolata dal sistema renina-angiotensina e in misura minore dall'ACTH. La renina, un enzima proteolitico, si trova depositata nelle cellule iuxtaglomerulari del rene. La secrezione di renina è indotta dalla riduzione del volume e del flusso ematico nelle arteriole renali afferenti. La renina causa la trasformazione epatica dell'angiotensinogeno (una a2-globulina) in angiotensina I, che viene a sua volta convertita in angiotensina II. L'angiotensina II provoca la secrezione di aldosterone e, in misu- 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 18 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati ra molto minore, di cortisolo e deossicorticosterone. La ritenzione di Na e acqua derivante dall'aumento della secrezione di aldosterone fa aumentare la volemia e riduce la secrezione di renina Prolattina Ormone peptidico secreto dall’ipofisi. Agisce sulla crescita, sul comportamento, sul metabolismo, sulla produzione di latte materno. TSH la ghiandola tiroidea fa parte di un complesso meccanismo di risposta, che include altresì l'ipotalamo e l'ipofisi. L'ipotalamo inizialmente invia un segnale all'ipofisi mediante un ormone chiamato TRH (thyrotropin releasing hormone); nel momento in cui l'ipofisi riceve il segnale, a sua volta rilascia l'ormone TSH (thyroid stimulating hormone = ormone ipofisiario) verso la ghiandola tiroidea. A sua volta, non appena riceve l'ormone TSH, la tiroide reagisce rilasciando due dei suoi ormoni, T3 e T4, che entrano nel circolo ematico, influenzando il metabolismo del cuore, fegato, muscoli e altri organi. LH l'LH e l'FSH sono due ormoni prodotti dall'ipofisi che insieme provvedono alla stimolazione delle gonadi (ghiandole sessuali). Vengono prodotti sia nei maschi sia nelle femmine e agiscono, rispettivamente, sui testicoli e sulle ovaie. L'LH (ormone luteinizzante) promuove l'ovulazione e mantiene la secrezione di estradiolo e progesterone nella donna e agisce sulla sintesi di testosterone nell'uomo. T3 T4 vedi TSH vedi TSH C-MYC C-Myc è un proto-oncogene che è espresso in eccesso in molti cancri umani. Quando è espresso in eccesso o mutato, aumenta la proliferazione delle cellule e funziona come un oncogene. PDGF il PDGF è un fattore di crescita potente mitogeno per una grande varietà di cellule, compresi fibroblasti, cellule muscolari e tessuto connettivo. Svolge un ruolo significativo nella formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), condizione tipica tumorale. IL-9 interleuchina attivatrice del TGF-β1, disattivatore di macrofagi, riduce l’emissione di sostanze ossidanti e di TNF-α da parte dei monociti attivati. Presenta un’azione in parte simile all’IL-4. L’IL-9 blocca la produzione di IL-10. L’IL-9 è un regolatore efficace degli eccessi infiammatori. GST Glutatione-S-Transferase Potente detossificante. Legandosi a proteine determina la formazione di depositi sulle arterie 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 19 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati β-Galactosidase Indicatore dell’invecchiamento cellulare Troponin-1 Indicatore di stress muscolare – Marker impiegato per verificare la presenza di un infarto cardiaco in atto. Ammoniaca Indicatore di stress muscolare – riduce la lucidità dell’atleta agendo come tossico cerebrale se lo sforzo supera il suo limite massimo 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 20 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati ALCOLISMO Più del 90% dell’etanolo ingerito è metabolizzato nel fegato ad acetaldeide ed acetato via tre distinti percorsi enzimatici: alcohol dehydrogenase (ADH), il microsomal ethanol oxidizing system (MEOS) e la catalase (CAT). La prima via è quella predominante per l’ossidazione dell’etanolo nel fegato. L’acetaldeide è poi trasformata in acetato da un gruppo di enzimi (acetaldehyde dehydrogenase ALDH). Tutti e tre i processi metabolici di smaltimento producono ROS. Si constata una formazione aumentatata di xantina ossidasi, con conseguente generazione di anione superossido, quindi di perossinitrito per aumento dell’NO e perossidazione dei lipidi =AL13=. L’intossicazione da alcohol porta anche ad un rapido rilascio di magnesio (Mg) e zinco (Zn) nelle aree cerebrali =AL21=. Secondo la teoria a cascata dell’alcolismo, le anomalie genetiche, lo stress di lunga durata e lo stesso abuso cronico della sostanza potrebbero condurre a quadri auto-mantenetesi di comportamenti abnormi di dipendenza caratterizzati dal seguente profilo neurotrasmettitoriale: ridotto livello di serotonina a livello ipotalamico, aumentati livelli di encefaline ipotalamiche aumentati livelli di GABA nel nucleo accumbens ridotti livelli di dopamina nel nucleo accumbens Il quadro porta alla riduzione netta del rilascio di dopamina a livello di aree chiave della gratificazione e, se l’individuo è geneticamente predisposto, si ha la dipendenza alcolica (AL01). L’alcohol porta ad aumento del rischio di ictus (ST19). Vedi: Corticale temporale (medio interno) Corticale frontale (piede terzo interno) Fegato (piede alluce esterno) Markers specifici : Acetaldeide = bevitore occasionale che ha bevuto da poco + 5-Hidroxytriptofolo =alcool bevuto entro 2 gg +Zn e Mg = alcoolista cronico Negli stati acuti si riscontrano alti: Adrenalina e Acetilcolina Markers di ossidazione = 8-OHdG 3-NT-C/P-C/Z-AZA-H2O2 -1-HL-Ac.Lattico Segni di infiammazione = IL 1-α -IL 1-β -TNF-α Terapia : Sali tissutali – Fiori di Bach (Californiani/Australiani), TAO Vit.gruppo B – Drenanti mesenchimali e d’organo. SAMe - Antiossidanti, Immunostimolanti, Probiotici - Psicoterapia 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 21 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati ALZHEIMER’s DISEASE – (AD): Aree cerebrali interessate: Atrofia delle aree corticali frontali, temporali e parietali. in appresso riporta anche occipitale Manifestazioni di placche neuritiche nella corteccia cerebrale in numero elevato, costituite da un processo neuritico tortuoso attorno un nucleo amiloide. Alla periferia delle placche si accumulano astrociti e microglia reattivi. Sebbene le placche possano essere facilmente trovate nell’ ippocampo, è necessaria la loro presenza nella neo-corteccia per una diagnosi di AD. Il nucleo amiloide delle placche è costituito essenzialmente da un peptide denominato Amiloide β, derivato dall’amyloid precursor protein (APP). Poiché le placche aumentano con l’età, il loro numero per una diagnosi di AD incrementa in proporzione. Altre manifestazioni patologiche sono i neurofibrillary tangles, l’amyloid angiopathy e la degenerazione granolovacuolare. Le placche Aβ sono citotossiche per gli oligo dendrociti. L’attivazione del processo degenerativo è legato alla presenza di interleukine presenti intorno alle placche (ed il livello del myo-inositolo, proteina che frammenta le placche di Aβ, deve essere basso, comunque meno elevato del vettore dell’Aβ . L’AD è essenzialmente di tipo sporadico, i casi familiari rappresentano circa il 5-10% del totale. L’AD precoce colpisce le persone fra i 30 ed i 50 anni e può anche avere una base genetica: circa la metà mostrano una mutazione nel gene presenilin 1 nel cromosoma 14. La più comune AD dell’età avanzata colpisce dopo i 60 anni. Nel cromosoma 19 vi è la gestione di un transporter del colesterolo chiamato Apolipoprotein E (apoE). La variante E4 della apoE, che incrementa la deposizione di fibrille beta-amiloidi, si riscontra nel 40% dei casi di AD. La apo E non è comunque ne necessaria ne sufficiente per lo sviluppo dell’AD. In alcuni casi di AD vi è la mutazione del gene che codifica la proteina Tau, associata ai microtubuli. L’AD inizia fra i 40 ed i 50 anni, ma appare evidente verso i 65 anni. La sovrapproduzione di ormone dello stress Cortisolo accelera l’atrofia cerebrale, mentre un altro ormone adrenergico, il DHEA sembra proteggere il cervello dalla degenerazione. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 22 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Vi sono in letteratura prove epidemiologiche della correlazione fra AD ed ipertensione, ipercolesterolemia e diabete. L’origine prima è di norma legata all’autossidazione di neurotrasmettitori emessi dai neuroni delle aree interessate, con inizio di processi ossidativi che innescano un meccanismo eccittossico. I veri AD sono una percentuale molto bassa dei cognitivi, minore del 10%. La maggior parte sono vascolari o forme miste. Il trauma scatenante è di di tipo svalutativo per le capa- cità della persona. Vedi : Corteccia temporale (medio esterno) Corteccia frontale (piede=3°dito interno) Corteccia occipitale (anulare interno – per ippocampo) Segni di ossidazione: 8-OHdG-3-NT(5/8 volte superiore alla norma) H2O2 (prodotto da Aβ ) GSH-Px- alti C/P alti MDA – alti GTR alti Carenza di folati Omocisteina alta proporzionalmente alla gravità della malattia Processo glicosilante: 1-HL (1-Hexytol lisina) alto Processo infiammatorio: COX2 – alti TNF-α- alti IL-1 – alti IL-6 alti Proteine ed enzimi caratteristici : Aβ (Amiloideβ peptide) alto Myo-Inositolo = forma composti non tossici con Aβ Proteina Tau puo’ essere alta nel corticale frontale e temporale \L-GLU-S (levo-glutaminsintetasi) : alta α-Symclein: se alta=variante→LBVAD (Lewy Bodies Variant AD ) Caspase 3, alto Caspase 7: alto 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 23 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Neurotrasmettitori : sia eccitatori che depressori, alti Metalli alti : Zn Cu Fe Ca Al (il magnesio e’ sempre basso) N.B. : completare l’esame cercando Interferoni virali ed assicurarsi che la barriera emato-encefalica sia chiusa (albumina). Gli interferoni sono alti nella fase di conflitto-lisi. Terapia : ω3 Triomar; Pycnogenolo (EUOX OTI), Panaceo Med; drenanti mesenchimali e d’organo Mg solfato(per inibire caspase3); Mg (per reintegrare la carenza); NADH NADH plus della Princeps (per riattivare la funzionalità mitocondriale), Ubichinone IMMUGEN di IDI Farmac. (per attivare la funzionalita’ mitocondriale) Carnosina associata a Vit B6 EUDI OTI (per inibire la glicosilazione, se presente, marker:1HL) Immunostimolanti (se presenti virus), Serie FM-FMS Omeopiacenza Sali tissutali New Era Tissutale Fiori di Bach, Californiani, Australiani, TAO. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 24 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati CATARATTA La cataratta è una opacizzazione della lente che si trova all'interno dell'occhio. Questa lente prende il nome di cristallino e separa la camera anteriore dell'occhio da quella posteriore. Ci sono diversi tipi di cataratta e tutti sono dovuti a modificazioni nella composizione chimica della lente che comportano una riduzione della sua trasparenza. Le cause di queste modificazioni possono essere molteplici: invecchiamento; traumi oculari; malattie e alterazioni oculari e sistemiche; difetti ereditari o congeniti. Il normale processo di invecchiamento può causare l'indurimento del cristallino e la sua opacizzazione. Questo tipo di cataratta è chiamato cataratta senile ed è il tipo più comune. Anche i bambini, al pari degli adulti, possono sviluppare la cataratta. Quando la cataratta si manifesta nei bambini di solito è trasmessa geneticamente dai genitori. In altri casi l'opacità del cristallino può essere causata da stati infettivi o infiammatori che si verificano durante la gestazione e che colpiscono il nascituro. Questo tipo di cataratta è chiamato cataratta congenita. I traumi oculari possono causare la cataratta in soggetti di qualsiasi età. Traumi perforanti oculari, ferite, calore intenso o traumi chimici possono danneggiare la lente e determinare l'insorgenza di una cataratta traumatica. Anche alcuni farmaci, tra cui i cortisonici, o malattie oculari e sistemiche come il diabete possono favorire l'opacizzazione del cristallino e causare cataratta. Vedi: fegato (piede I dito esterno) vescica (piede V dito esterno) vescica biliare (piede IV dito esterno) corticale occipitale (mano IV dito interno) Marker caratteristici: TGF-β IL-6 Ubiquitin 3-NT 8-OHdG P/C MDA, GTR H2O2 alto nella cataratta e post intervento chirurgico nell’umor acqueo alto spesso post intervento chirurgico nell’umor acqueo alto marcatore di proteine ossidate per la distruzione da parte delle proteasi potrebbe essere alto formazione di perossinitrito potrebbe essere alto ossidazione del DNA ed mtDNA potrebbe essere alto carbonili di proteine alti aldeidi attive modificatrici di proteine potrebbe essere alto La più frequente complicazione post-operatoria della cataratta è l’opacizzazione posteriore della capsula (PCO), che interviene nel 35% dei pazienti. In questo processo intervengono varie citochine fra cui: TGF-β, IL-6 alti HGF alto - fattore di crescita epatico EGF alto - fattore di crescita epidermico PDGF alto - fattore di crescita derivato dalle piastrine FGF alto - fattore di crescita dei fibroblasti permette la sopravvivenza di cellule che provocano la PCO. bFGF alto - fattore di crescita dei fibroblasti basale Terapia: Antinfiammatori per bloccare IL-6, inibitori dei fattori di crescita, N-acetilcarnosina, Dati preliminari riportati da letteratura scientifica 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 25 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati COLON – TENUE Vedi: (mano indice interno); (mano mignolo esterno) Ricerca di allergie: Ricerca di parassiti: IL-4 IL-5; Ig-E: se alti, controllare i markers dei singoli parassiti Emorragie: TXA-2, Fe Ischemie: S-100 proteina Mitosi: Timidina; CDC2-Kinasi; Tumori: C-MYC; C-RAS; PChoCl; PEtn; PDGF, Angiostatina; Controllare sempre la situazione dei neurotrasmettitori nel cervello addominale e nelle aree cerebrali, per individuare somatizzazioni di eventi traumatici. Verificare la presenza di oscillazioni emesse spontaneamente dall’organo sui punti corrispondenti, dovute ad attivazione di gruppi di neuroni correlati all’organo. Terapie: Fiori di Bach, Australiani, Californiani; sali di Schuessler; antiossidanti pycnogenolo (EUOX OTI), antiglicosilante (EUDI Oti), Panaceo Med; ω-3 Triomar; Probiotici; Vit. gruppo B; Antiparassitari (Zentel, Vermox, Yomesan, etc.); fermenti lattici liofilizzati a stomaco pieno al termine dell’impiego degli antiparassitari; idrocolon terapia; psicoterapia; massaggio intestinale; Fiori di Bach, TAO, neuralterapia; stimolatori dell’immunità. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 26 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati DEMENZA VASCOLARE VaD MULTI INFARCT DEMENTIA MID La VaD si riscontra nel 10-50% dei casi totali di demenza. Condivide con l’AD gli stessi sintomi clinici, con progressivo declino cognitivo, deterioramento funzionale e sintomi neuropsichiatrici (DX33). La MID causa una demenza simile all’AD, ma senza i relativi meccanismi patologici. Vi sono una serie di lesioni ischemiche nella corteccia cerebrale che provocano una perdita di neuroni tale da indurre demenza. Vedi: cortecce frontali (piede terzo dito interno), temporali (mano terzo dito esterno), occipitali (mano quarto dito interno), Ischemia: Emorragia: proteina S-100 alta; acido lattico alto TXA-2 alto Nelle aree ischemiche può essere presente Aβ e/o proteina Tau Nella VaD può esserci omocisteina alta Acido lattico e P (fosforo) sono alti Infiammazione: se presente, IL-1α ed IL-1β sono alti Terapia: Sali di Schuessler; Pycnogenolo (EUOX OTI); ω-3 (Triomar) se presente flogosi; Vasoprotettori adeguati alla situazione (es.Citicolina 1000); Fiori di Bach; TAO; DEPRESSIONE Vedi: corticale frontale (piede terzo dito interno); corticale temporale (mano terzo dito esterno); corticale parietale (mano quarto ditocentrale) Neurotrasmettitori: Serotonina alta (stato depressivo) GABA, bombesina, glicina, VIP, alti (stato inibitorio) Metalli: Verificarne la presenza nel corticale frontale Terapia: Fiori di Bach, californiani, australiani; TAO; Sali di Schuessler; Antiossidanti (EUOX OTI; Panaceo Med); drenanti mesenchimali e d’organo; Se il solo GABA è alto in assenza di eccitatori, usare melatonina; psicoterapia, Yoga; massaggi; controllare intolleranze alimentari e presenza di parassiti 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 27 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati DERMATITI – ECZEMI – PSORIASI Vedi: Spina (piede terzo dito esterno): (NB: attraverso la “spina”, meridiano Du-Mai, si indaga l’area sensoriale controlaterale) + meridiano che passa per l’area interessata + Colon (mano secondo dito interno) + Fegato (piede alluce esterno) + Vie biliari (piede IV dito esterno) + Parasimpatico (mano IV dito esterno) Verificare le aree cerebrali interessate in caso di traumi somatizzati. Verificare la presenza di: IL-4 ed IL-5 nel tenue e colon (presenza di parassiti) Interferoni (INF-α, β, γ); Inibitori delle difese immunitarie nelle aree cerebrali, specie parasimpatico (GABA, Glicina, Cortisolo, Serotonina) Markers di ossidazione e flogosi Stato della metilazione (omocisteina) Verificare la carenza di: Ubichinone, Vit. E come RRR-αTOH, Vit. A Terapia: Sali di Schuessler ponderali, Fiori di Bach, Californiani, Australiani, TAO, antiossidanti (EUOX OTI), Panaceo Med, drenanti mesenchimali e d’organo, SAMe (Samir 200 solo fiale intram.), antiparassitari se necessari, Fermenti lattici liofilizzati, psicoterapia. IPERTENSIONE ARTERIOSA Vedi: parasimpatico (mano IV dito esterno) simpatico (mano III dito interno) ganglio addominale (piede II dito interno) rene (piede V dito interno) Neurotrasmettitori eccitatori da controllare anche su corticale temporale e frontale. Inoltre: vasopressina , angiotensina II, aldosterone, TSH, T3, T4 Terapia: Sali tissutali ponderali (basso dosaggio) – Fiori di Bach, Australiani, Californiani, TAO, drenanti mesenchimali e d’organo –antiparassitari, se necessario – Yoga - psicoterapia 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 28 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati COREA DI HUNTINGTON Malattia genetica di tipo autosomico dominante, con attacco compreso fra i 20 ed i 50 anni e durata di circa 15 anni. Il difetto genetico è localizzato nel cromosoma 4, che codifica la proteina huntingtin, che contiene sequenze maggiorate di CAG repeats. Più grande è il numero di ripetizioni, più precocemente si manifesta. Vi è una perdita severa di neuroni nell’area del nucleo caudato e del putamen, con susseguente astrocitosi. Vi è anche una perdita di GABA e sostanza P. Problemi cognitivi col progredire della malattia. La patologia si manifesta inizialmente nell’area sub-corticale destra, controllabile sul punto di test della mano SN. E’ uno dei segni caratteristici dell’HD. E’ considerata convenzionalmente attiva per CAG repeats > 35. Vedi: area nuclei della base Dx (mano Sx II dito esterno) – Controllare anche il lato opposto! area corticale temporale Dx (mano Sx III dito esterno). Se in fase avanzata, anche la mano Dx. Ossidazione: 8-OHdG: 3-NT: C/P: Acido lattico: alto alto alto (ossidazione di proteine) alto Metalli: Cu ed Fe alti nell’HD Proteine ed enzimi: TGase: alto (danno tissutale) Neurotrasmettitori: Dopamina: alta già nella fase iniziale; altri neurotrasmettitori e peptidi. Glicosilazione: Ridotta tolleranza al glucosio. Ridotto metabolismo del glucosio in soggetti a rischio di HD Marker: 1-HL, S/C, Terapia: Antiossidanti: pycnogenol (EUOX OTI); Panaceo Med (zeolite), NADH (NADH plus Princeps), ubichinone (IMMUGEN IDI Farmac.) sali tissutali ponderali, BDNF (6 DH OTI), Litio Carbonato, Creatina, Fiori di Bach, Australiani, Californiani – TAO, drenanti mesenchimali e d’organo 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 29 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati GLAUCOMA Condizione patologica dell’occhio caratterizzata dall’aumento del tono oculare per ostacolo meccanico al deflusso dei liquidi endoculari. Esiste la variante cronica, congenita e secondaria. La Neuropatia glaucomatosa del nervo ottico (GON) è caratterizzata dalla degenerazione delle cellule del ganglio retinale, con un meccanismo anche apoptotico e dall’atrofia della testa del nervo ottico (ONH), il cui processo non è completamente conosciuto. Oltre a stress meccanico, la GON può risultare da un danno dovuto ad ischemia/riperfusione (I/R), che interferisce con la autoregolazione della perfusione oculare. Sebbene l’impatto clinico è confinato negli occhi, la cattiva regolazione vascolare può portare simultaneamente anche ad I/R in altri organi, come dimostrato dalla prevalenza di ischemia miocardica silente in pazienti con glaucoma. L’I/R porta ad infiammazione, anch’essa esportabile. I leucociti esposti al tessuto ischemico, dopo la riperfusione possono rientrare nel circolo sistemico in uno stato attivato. In questi leucociti viene attivato un gene che codifica la 20Sα-subunit proteasome, che porta a turnover di varie proteine (GL01). Vedi: fegato (piede I dito esterno) vescica (piede V dito esterno) vescica biliare (piede IV dito esterno) corticale occipitale (mano IV dito interno) 20 S proteasome: caspase 1, 3, 7: omocisteina: adrenalina: processi infiammat.: sempre alto alto può essere alta può essere alta TNF-α alto IL-1, IL-6 possono essere alti IL-8 alto INF-α o β possono essere alti per presenza di virus. In questo caso controllare anche IL-10. Se alto, controllare le aree del parasimpatico (mano IV dito esterno) per la presenza di glicina, cortisolo o GABA (inibitori delle difese). Terapia: Se un interferone è alto, usare stimolatori della serie FM/FMS senza usare anti-infiammatori - Fiori di Bach, Australiani, Californiani – TAO, drenanti mesenchimali e d’organo – Triomar (EPA + DHA ω-3) se non vi sono virus Disattivare con fiori e TAO il trauma visivo che ha iniziato la patologia. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 30 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati ICTUS Vi sono due tipi di ictus: ischemico ed emorragico. Nel primo caso abbiamo un danno immediato causato da hypoxia, seguito da un secondo danno ai capillari dovuto alla riperfusione dopo la ripresa del circolo. Il danno secondario causato dalla ripresa del circolo, coinvolge i neuroni a mezzo di amino acidi eccitatori, accumulo di Ca2+ intracellulare, generazione di radicali liberi ed apoptosi. L’ischemia provoca anche l’attivazione di un processo infiammatorio immunologico. L’ischemia secondaria all’occlusione di un’arteria cerebrale è caratterizzata da un’acuta infiammazione locale che coinvolge l’accumulo di neutrofili polimorfi nucleari. Durante la fase acuta dei primi 1-3 gg dall’attacco, l’mRNA di IL-1β, IL-8 ed IL-17 è alto. nel follow-up dopo 20 gg, solo l’IL-8 mRNA è presente a livelli ridotti. La morte neuronale post-ischemica può esere dovuta ad aggregazione di proteine, con ripercussione sulle membrane nucleari, cellulari e mitocondriali. Le infezioni recenti sono causa di rischio ischemico sia nei giovani, sia negli adulti. Le infezioni sono di tipo essenzialmente batterico e non virale. vedi: tutte le aree cerebrali, anche se tipicamente sono colpiti i nuclei della base. La determinazione del tipo di ictus può essere fatta come segue: se il Tromboxano-2 (TXA-2) è alto, vi è aggregazione piastrinica in atto, quindi è un ictus emorragico, se la proteina S-100 è alta, l’ictus è di tipo ischemico. La prognosi in questo caso è legata al livello dell’S-100. Processi ossidativi nelle aree ischemiche: 8-OHdG, 3-NT, GTR, MDA, XO, H2O2, acido lattico alti Processi infiammatori nell’area ischemica: TNF-α, IL-1α,β, IL-8 alti nei primi tre gg – IL-6 alto in proporzione alla superficie interessata Proteine: Omocisteina assente in fase acuta, moderatamente alta nel follow-up. BCL-2 alta nei primi quattro gg (blocca il processo apoptotico) Leptina: marker di rischio elevato di primo ictus Vitamine La Vit. C è bassa nell’ictus. Minore è il livello di Vit. C presente, maggiore il rischio di morte per ictus per pazienti anziani Neurotrasmettitori interessati nell’area ischemica: GLU alto Cortisolo alto Terapia complementare a quella d’urgenza in Stroke Unit: SAMe: protegge i neuroni CA-1 dell’ippocampo dalla degenerazione e necrosi. Protegge i neuroni della corteccia frontale dall’ischemia transitoria; Antiossidanti: pycnogenol (EUOX OTI); Panaceo Med, NADH (NADH plus Princeps), sali tissutali, Fiori di Bach, Australiani, Californiani – drenanti mesenchimali e d’organo. Le Statine possono essere efficaci nel ridurre i danni dell’ischemia 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 31 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati LEWY BODIES DISEASES (LBD o DLBD) La demenza LDB è una sindrome che comprende circa il 20% di tutti i casi di demenza tipicamente fra I 70 e gli 80 anni. Vi sono tre sindromi maggiori associate con l’apparizione di Lewy bodies: disordini del movimento (PD), malfunzionamenti del sistema nervoso autonomo e demenza. Nel caso della demenza è facile confondere l’AD con la LBD. Pazienti con PD possono sviluppare LBD nel seguito. Nel PD i Lewy bodies sono manifestati nella substantia nigra del cervello medio, insieme con la perdita di neuroni pigmentati; nella demenza o DLBD, vi sono Lewy bodies nella neocorteccia. In alcuni casi si hanno LB in entrambe le locazioni. Anche il basal ganglia ed il diencefalo possono essere coinvolti in alcuni casi. Nei Lewy bodies si trovano proteine fosforilate e troncate di neurofilamenti medi, α-synuclein, ubiquitin ed enzimi associati. NB: l’ α-synuclein si trova anche nella MSA. Vedi: corticale temporale (mano III dito esterno) corticale frontale (piede III dito interno) nuclei della base (mano II dito esterno) Una zona adibita ai meccanismi di ricompensa e attesa si trova nei gangli basali, e specificamente il nucleo caudato che è relativo alla zone della fiducia nel prossimo. Proteine: α-Synuclein: molto alto Aβ: placche amiloidi, alto Ubiquitin: alto Ossidazione: 3-NT: molto alto Terapia: Antiossidanti: pycnogenol (EUOX OTI); Panaceo Med, NADH (NADH plus Princeps), Sali tissutali ponderali, Fiori di Bach, Australiani, Californiani - TAO – drenanti mesenchimali e d’organo – EPA+DHA ω-3. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 32 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati MACULOPATIE DEGENERATIVE (MO) Le maculopatie sono malattie che interessano la macula. In particolare, la degenerazione maculare legata all'età, chiamata anche maculopatia senile o involutiva, è una malattia progressiva che costituisce una causa molto frequente di riduzione e perdita della visione centrale. Il deterioramento di questa area retinica causa una riduzione della acuità visiva anche marcata ma, essendo risparmiata la retina periferica, non si arriva alla cecità assoluta. Infatti, la retina periferica, non colpita dalla malattia, permette di conservare la visione laterale. Risulteranno difficoltosi o impossibili la lettura e il lavoro a distanza ravvicinata in genere ma, anche quando sono interessati entrambi gli occhi, il paziente resta autosufficiente. Spesso la manifestazione più precoce della degenerazione maculare è rappresentata dalla comparsa di piccoli depositi situati al polo posteriore (drusen). La forma non essudativa (o secca) è il tipo più comune di degenerazione maculare senile (90% dei casi). Più rara (10% dei casi) ma più grave (è responsabile del 90% dei casi di grave riduzione visiva per maculopatia) è invece la forma essudativa. Tale forma è associata allo sviluppo di nuovi vasi, particolarmente fragili, che si rompono facilmente e danno luogo a perdita di siero e di sangue o che, alterando il tessuto circostante, provocano fenomeni di cicatrizzazione e distruggono la macula. La visione diviene così distorta ed annebbiata fino ad una drastica riduzione della visione centrale. L'evoluzione è molto lenta nelle forme non essudative, più rapida nelle forme essudative. Vedi: fegato (piede I dito esterno) vescica (piede V dito esterno) vescica biliare (piede IV dito esterno) corticale occipitale (mano IV dito interno) Markers ossidativi: 3-NT MDA Fe alto presenza di perossinitrito con perossidazione dei lipidi di membrana malondialdeide aldeide che danneggia proteine può essere alto Proteine: Aβ (Amiloide-beta): costituente base dei drusen Leptin: potrebbe essere alta Timidina, Cdc-2 kinase: potrebbero essere alti (markers mitotici) Infiammazione: TXA-2: IL-6 TNF-α Proteina C reattiva può essere alto se vi sono microemorragie aumenta l’edema nella macula attivazione di monociti e di vascolarizzazione potrebbe essere alta Glicosilazione: 1-HL glicosilazione precoce attiva se alto Terapia Pycnogenol (EUOX OTI); Panaceo Med, NADH (NADH plus Princeps), ubichinone (IMMUGEN IDI Farmac.) antiglicosilante (EUDI), Sali tissutali ponderali, EPA+DHA Triomar; Fiori di Bach, Australiani, Californiani – TAO - drenanti mesenchimali e d’organo; Inibitori di angiogenesi 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 33 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati MAMMELLA (PATOLOGIE DELLA) Vedi: Area corrispondente al capezzolo: stomaco (piede II dito esterno) Quadrante esterno: pancreas (piede alluce interno) Zona di base: fegato (alluce esterno) + parasimpatico (mano IV dito est): + cort. temporale (mano III dito est) + cort. frontale ( piede II dito interno), etc., per somatizzazione di traumi ed espressione di inibitori. Anche milza 4) Il meridiano delle Milza. Come rilevato in precedenza, questo meridiano è complementare a quello dello Stomaco, di polarità negativa, con un flusso energetico ascendente. Ha inizio dall'alluce per salire nella parte interna della gamba, passando nella linea mediano-sovrapubica, a lato e poi sopra l'ombelico, sui lati del torace per finire esternamente nella parte superiore laterale del torace e internamente passa all'interno del collo, fino al frenulo della lingua. Il meridiano regola il funzionamento del pancreas, inclusa quella parte di organi che secernono enzimi digestivi: stomaco, cistifellea, intestino tenue e ghiandole salivari. Esso, inoltre, è in rapporto nelle donne con le ghiandole riproduttrici come la ghiandola mam- maria e le ovaie. 5) Il meridiano del Maestro del Cuore. E’ associato al meridiano del Triplice Riscaldatore. Questi due meridiani sono implicati nella circolazione e nella protezione: fanno si che il corpo sia pieno di vitalità e in grado di difendersi. Il meridiano del Maestro del Cuore è di polarità negativa, la direzione dei flusso è discendente dal centro alla periferia, è connesso con la funzione circolatoria che include la circolazione dei cuore, l'aorta, tutte le arterie, le vene e i dotti linfatici; controlla la circolazione periferica e la fluenza linfatica, questo significa che è collegato con la pelle, le membrane mucose e sierose che ricevono il loro nutrimento dalla rete periferica capillare e linfatica. Il primo punto sulla pelle ha inizio sul lato del capezzolo, la parte anteriore del braccio, dell'avambraccio, per passare dal centro del palmo della mano e finire sulla punta del dito medio. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 34 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 12) Il meridiano del Fegato. E’ di polarità negativa, è associato a quello della cistifellea; la sua origine è nel polo maggiore sud, con una direzione di flusso ascendente. Ha inizio a metà fra l'angolo laterale dell'unghia e l'articolazione interfalangea dell'alluce, passa davanti alla sporgenza del malleolo interno, nella parte mediale del ginocchio, nell’inguine, nel pube, nel sesto spazio intercostale lungo la linea del capezzolo, passa poi attraverso il diaframma e si diffonde nel torace, sale dalla parte posteriore della faringe, fino ad arrivare all'occhio, da lì si dirama sotto la guancia e attorno alle labbra Controllo della presenza di inibitori del sistema immunitario (GABA, glicina, VIP, bombesina, cortisolo, istamina, CRF) nelle aree cerebrali Controllo di mitosi attiva nei tre fasci indicati (Timidina, CDC-2 kinase) Terapia: Fiori di Bach, Californiani, Australiani – TAO - Sali di Schuessler ponderali - stimolatori del sistema immunitario (Rei-Shi, Coriolous, Maitake, Triton della MRL, Adiuvant Prof. Zora) Lycopenomine, Yunzhigantai Jaonang, Curcumin (Eucurcum OTI) 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 35 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati MENINGITE VIRALE Vedi: nuclei della base (mano II dito esterno) Caspase: caspase 1,3,7 alti INF-α,β: alti IL-1 ed IL-8: alti NB: la corteccia temporale, frontale, occipitale, possono anche non essere sede di somatizzazione di traumi con conseguente espressione di neurotrasmettitori inibitori. In questo caso l’invasione è dovuta al’’apertura della barriera emato-encefalica per alta temperatura corporea. Controllare l’apertura della barriera con Albumina. Se alta, la barriera è aperta. Terapia: Stimolatori delle difese antivirali (Th1): serie FM/FMS distribuiti da Omeopiacenza, pycnogenol (EUOX OTI) per chiudere la barriera e.e., sali tissutali ponderali, Fiori di Bach, Australiani, Californiani – TAO - drenanti mesenchimali e d’organo. Ricordarsi che i virus sono attivi nella fase di conflitto-lisi, quindi accelerare al massimo la chiusura dell’evento da parte del paziente (scritta FINE) 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 36 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati OBESITA’ – CELLULITE – RITENZIONE IDRICA a) controllare se il parasimpatico inibisce (anulare esterno) inibisce se sono alti: GABA e/o glicina e/o cortisolo e/o IL-10 Se l’IL-10 è alto, blocca il processo apoptotico del ricambio cellulare, inibendo il caspase 7. In tal modo le cellule crescono per il processo mitotico attivo, ma le vecchie non sono distrutte per via apoptotica, provocando un ingrossamento di tutta la struttura corporea. b) controllare il rene (piede V dito interno) - vescica (piede V dito esterno) – ganglio addominale (piede II dito interno). Se il singolo punto è basso (< 200 nA), verificare la presenza di IL-10, markers infiammatori, ossidativi, metalli. Terapia: Fiori di Bach, Californiani, Australiani – sali tissutali - stimolatori del sistema immunitario E’ bene nei casi di obesità controllare sempre la situazione dei neurotrasmettitori nelle aree del corticale temporale e corticale frontale, per individuare somatizzazioni di traumi e stati di stress eliminabili con fiori e sali, come sempre. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 37 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati PARKINSON’s DISEASE - (PD) Il PD, quasi sempre sporadico, si manifesta su gruppi di neuroni pigmentati includenti la substantia nigra pars compacta, il locus ceruleus, il dorsal motor nucleus del nervo craniale X e la substantia innominata. Ci può essere anche demenza con l’avanzamento della malattia. Il PD inizia nella seconda metà della vita ed il decorso è lento e progressivo. Dopo la perdita dei neuroni si instaura una astrocitosi. L’NO interagisce con la ferritina rilasciando Fe. Per curare la malattia si deve interrompere il processo infiammatorio. (BX07) Quando si instaura la dementia, si formano Lewy bodies nella substantia nigra e nella corteccia cerebrale. Si può arrivare ad una diffusione di Lewy bodies (DLBD). Per una diagnosi di DLBD si devono trovare i LB nella corteccia. Nei LB si trovano α-synuclein e perossinitrito (3-NT). Vedi: nuclei della base (mano II dito esterno) tronco encefalico (pollice esterno) Una zona adibita ai meccanismi di ricompensa e attesa si trova nei gangli basali, e specificamente il nucleo caudato che è relativo alla zone della fiducia nel prossimo. Processi ossidativi e nitrosilanti: 8-OHdG, 3-NT, XO, H2O2 , MDA, GTR, AZA, acido lattico: alti tutti o in parte Il Perossinitrito (3-NT) provoca la inattivazione del transporter della dopamina – alto nel PD; Processi infiammatori: TNF-α, IL-1β INF-γ, COX-2, PGE-2, alti tutti o in parte Proteine: α-Synuclein: Ubiquitin: Tau: Aβ: alta alta alta alta nel 50% dei casi Neurotrasmettitori: Dopamina: Neurotensin: Glutammato: alta alto alto nel 50% dei casi Metalli: Ferro (Fe): alto Terapia: Pycnogenol (EUOX OTI), NADH (NADH plus Princeps), Ubiquinone (Immugen IDI Farm.), EPA+DHA ω-3 (Triomar), antiglicosilante: carnosina (EUDI) solo se presente glicosilazione ( 1-HL) Fiori di Bach, Californiani, Australiani – TAO - Sali tissutali ponderali. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 38 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Ricordarsi che l’evento scatenante il Parkinson è sempre uno spavento, grande paura. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 39 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 40 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 41 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 42 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 43 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 44 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 45 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 46 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 47 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 48 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 49 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 50 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 51 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 52 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 53 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 54 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 55 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 56 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati PICK’s DISEASE (PkD) La PkD è una forma rara di demenza, nel 90% dei casi di tipo sporadico. L’atrofia che si manifesta colpisce i lobi frontale e temporale della corteccia. Nella corteccia si formano inclusioni nel citoplasma dei neuroni dette Pick’s bodies, ma anche nella sostanza grigia sub-corticale e nell’ippocampo. Nella substantia nigra si riscontra una profonda degenerazione (PK01) Nella PkD si può avere una mutazione del gene che codifica la proteina Tau dei microtubuli. La Tau può essere presente nei Pick bodies parzialmente degradate Tau fibrils, che diventano positive per l’ubiquitin. Vedi: Corteccia temporale (mano III dito esterno) Corteccia frontale (piede III dito interno) Processi ossidativi: i primi ad apparire. 8-OHdG, 3-NT, XO, H2O2 , MDA, GTR, acido lattico alti tutti o in parte Proteine: A differenza di PD, DLBD, AD, SMA ed ALS, nei Pick’s nelle inclusioni presenti nei neuroni (Pick’s bodies), NON è presente α-Synuclein, è invece presente la proteina Tau. Terapia: Pycnogenol (EUOX OTI), NADH (NADH plus Princeps), Ubiquinone (Immugen IDI Farm.), EPA+DHA ω-3 (Triomar), antiglicosilante: carnosina (EUDI) solo se presente glicosilazione ( 1-HL) Fiori di Bach, Californiani, Australiani – TAO - Sali tissutali ponderali. PROGRESSIVE SUPRANUCLEAR PALSY (PSP) E’ una patologia sporadica Parkinson simile, con manifestazioni extrapiramidali ed evidente demielinizzazione neltronco encefalico. PSP-14. Si manifesta una notevole instabilità posturale con cadute precoci (primo anno di esordio della patologia), rigidità assiali, oftalmoplegia sopranucleare (sguardo verso l’alto o il basso) e mancata risposta alla levodopa. Si ha una pura patologia Tau neurofibrillare coinvolgente principalmente la basal ganglia ed il brainstem. PSP-03. Vi è anche la versione vascolare del PSP, con microinfarti nel basal ganglia, corteccia cerebrale, thalamus, cerebellum. Neuroni Tau positivi si trovano nella spina, severa riduzione di neuroni nell’intero cordone spinale; PSP-01 La corteccia cerebrale può essere coinvolta nella PSP; 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 57 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Vedi: nuclei della base (mano II dito esterno) corticale motorio (piede IV dito interno) Inclusioni Lewy bodies: in 5/16 pazienti con PSP sono stati trovati Lewy bodies; in 12/72 pazienti con PSP sono stati trovati Lewy bodies, come nei controlli α-Synuclein + 3-NT: Markers dei Lewy bodies. Anche nel PSP si possono trovare Argyrophilic grains, più frequentemente che nella dementia, situati nella corteccia, hippocampus ed amigdala. Contengono Tau 4R. Proteine ed Enzimi: Tau: presenza di proteina tau fosforilata accumulata negli astrociti; Aβ: ci possono essere placche Aβ in circa il 50% dei casi; Vi sono evidenti disfunzioni mitocondriali nella PSP; α-Synuclein: alta nella PSP. TGase: Alto nella PSP Metalli: Fe: alto nel PSP +70% (J40); Cu, Zn, Mn sono normali o bassi nel PSP; Per differenziare la PSP dal PD ed MSA, eseguire il test dei neurofilamenti NFL e levodopa nel CSF; Terapia: Pycnogenol (EUOX OTI), Panaceo Med, NADH (NADH plus Princeps), Ubiquinone (Immugen IDI Farm.), EPA+DHA ω-3 (Triomar), antiglicosilante: carnosina (EUDI) solo se presente glicosilazione ( 1-HL), Fiori di Bach, Californiani, Australiani – TAO - Sali tissutali ponderali. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 58 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati PTERIGIO Lo pterigio è una piccola formazione fibrovascolare a forma di triangolo che parte dalla congiuntiva interpalpebrale nasale e va verso la cornea sino a ricoprirla. La formazione può essere marcatamente vascolarizzata ed iniettata con aree irritative adiacenti che provocano un senso di corpo estraneo e di bruciore. Sono di frequente riscontro nelle persone che a contatto con radiazioni solari (pescatori, agricoltori) o che sono esposte a sostanze gassose irritative (solventi , gas, vapori tossici, miscele vaporizzate) e a soggetti portatori di lenti corneali morbide. Le precauzioni da prendere sono di proteggere gli occhi dal sole intenso, dal vento e dalla polvere, ridurre le irritazioni oculari con blandi colliri decongestionanti o con lacrime artificiali. E' necessario considerare l'asportazione chirurgica quando tali lesioni interferiscono con l'applicazione di lenti a contatto, se l'irritazione e l'arrossamento provocato dai vasi ipertrofici raggiungono un livello di disturbo mal tollerato e soprattutto, se lo pterigio incomincia ad estendersi sopra la cornea con iniziale erosione della stessa. Recenti ricerche hanno portato a considerare lo pterigio come una patologia proliferativa, Vedi: fegato (piede vescica biliare (piede IV dito esterno) vescica (piede V dito esterno) intestino tenue (mano V dito esterno) Ossidazione: 8-OHdG: alto in 2 pazienti su 3 – ossidazione del DNA Infiammazione: IL-1β; IL-1α; IL-6; TGF-β1: alti per infiammazione dovuta ad UV o polveri INF α, β Proteine: Timidine; CDC-2 kinase alto uno dei due in presenza di virus, in particolare il Papilloma virus. con ogni probabilità alte per mitosi attiva Neurotrasmettitori: Controllare sul parasimpatico contrlaterale (mano IV dito esterno) la presenza di GABA, glicina, cortisolo. Se alto uno o più, usare Fiori di Bach e TAO Terapia: Stimolatori antivirali (serie FM-FMS di Omeopiacenza); in assenza di virus: antiossidanti pycnogenol EUOX OTI, Panaceo Med; EPA + DHA Triomar con protezione da pycnogenol Fiori di Bach, Australiani, Californiani; sali di Schuessler ponderali. NB: dati preliminari ricavati dalla letteratura 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 59 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati RETINOPATIA DIABETICA (DRP) La retinopatia diabetica, considerata la causa maggiore di riduzione visiva e cecità, è un quadro patologico in cui i piccoli vasi sanguigni che nutrono la retina (parte posteriore dell'occhio) perdono liquido o si ostruiscono. La retina è una struttura essenziale nell'ambito dei processi deputati alla visione: in pratica è come una pellicola fotosensibile che riceve le immagini e le invia al cervello dove vengono elaborate. Si tratta di una struttura complessa che richiede elevate quantità di ossigeno e altri nutrienti trasportati dai vasi sanguigni che, in caso di retinopatia diabetica, possono essere dilatati (microaneurismi), perdere liquidi, sanguinare, crescere in maniera abnorme o chiudersi completamente. La retinopatia diabetica è una delle complicazioni associate ai problemi circolatori periferici generali presenti nei pazienti affetti da diabete, legato alla sua durata. Il percorso della patologia non è sempre prevedibile: in alcuni casi i danni possono infatti essere evidenti entro 1-2 anni dalla diagnosi; in altri casi addirittura la retinopatia viene diagnosticata prima del diabete. Negli stadi precoci della retinopatia diabetica, i vasi sanguigni si dilatano. I vasi possono perdere liquidi che, accumulandosi a livello della retina, causano una visione distorta. Successivamente i vasi possono cominciare a sanguinare determinando emorragie retiniche. In alcuni casi, quando i piccoli vasi si occludono, possono svilupparsi nuovi vasi (neovascolarizzazione) che non sono però in grado di provvedere alla normale nutrizione della retina. Possono invece invadere il vitreo, ovvero la "gelatina" che riempie il bulbo oculare. Talora la formazione di tessuto fibroso cicatriziale stirare la retina fino a determinare il cosidetto "distacco di retina" che può portare a marcata compromissione visiva ed anche a cecità. Vedi: fegato (piede alluce esterno) vescica biliare (piede IV dito esterno) vescica (piede V dito esterno) intestino tenue (mano V dito esterno) Markers ossidativi: 8-OHdG: 3-NT alto danno del DNA di origine ossidativa alto perossinitrito (perossidazione dei lipidi di membrana) Markers infiammatori: TNF-α: alto, caratteristico della R.D. COX-2; PGE-2 alti, caratteristico della R.D. Proteina C reattiva: alta IL-2, 6, 8 alte Interferoni: controllare la presenza di virus e/o batteri + toxoplasmosi + GABA e glicina ! Glicosilazione: 1-HL: alto indicatore molto precoce di glicosilazione in atto Proteine: Caspase 3-7: BCL-2: Omocisteina alto indicatore di processo apoptotico attivo inibitore di meccanismi apoptotici se alta, riduzione della metilazione Terapia: Pycnogenol (EUOX OTI), Panaceo Med, NADH (NADH plus Princeps), Ubiquinone (Immugen IDI Farm.), EPA+DHA ω-3 (Triomar), antiglicosilante: carnosina (EUDI) , Fiori di Bach, Californiani, Australiani, TAO - Sali tissutali ponderali, Stimolatori antivirali, se presenti virus; antiparassit. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 60 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (ALS) Coinvolge i neuroni di moto nelle corna anteriori del cordone spinale, nonché motoneuroni craniali e cellule di Betz. Si manifesta un’astrocitosi in risposta alla perdita dei motoneuroni. La malattia si presenta nell’età media con attacco alle estremità o al bulbo. La maggior parte dei casi è sporadica con un 5-10% di familiari. Vedi: Tronco encefalico (Pollice esterno) Corticale motorio (piede IV dito interno) Corticale prefrontale (piede III dito centrale) Spina (piede II dito esterno) per la parte cognitiva, se carente: Corticale temporale (mano III dito esterno) Corticale frontale (piede III dito interno) Se si tratta di una vera SLA, con meccanismi neurodegenerativi a base eccitotossica, si ha: Processi ossidativi e nitrosilanti: 8-OHdG, 3-NT, XO, H2O2 , MDA, GTR, C/S, C/P, acido lattico: alti tutti o in parte Metalli Fe: alto +100% (A11) pg.206; [Con reazione di Fenton H202+Fe > OH. , radicale ossidrilico che porta a modificazioni del DNA ed mtDNA, oltre a danni di diversa natura] Mg: ridotto nell’ALS, somministrare! Processi glicosilanti: 1-HL (caratteristico della SLA nella spina e tronco encefalico) alto Processi infiammatori: IL-6: alto nell’ALS COX-2: molto alto nella spina dei S-ALS; l’iNOS aumenta l’NO, il COX-2 l’O2-, con conseguente produzione diperossinitrito; TNF-α, IL-1α, IL-1β, COX-2, PGE-2, alti tutti o in parte, specie nella fase di conflitto-lisi (risoluzione del trauma scatenante della patologia) Proteine: Prot. Tau, TGase, Ubiquitin: alti. Il TGase è alto nella parte iniziale della patologia. L-Glutamine synthetase: alto nel siero e CSF di pazienti ALS. Marker astro-gliale βA: Deposito nella corteccia cerebrale come caso inusuale nell’ALS (10-15% dei casi); (H25). Forme diverse di demenza sono presenti nel 10-15% dei malati ALS Ubiquitin: è alto nell’ALS, essendo presente nelle inclusioni di hyaline. α-Synuclein: di norma assente Neurotrasmettitori: Dopamina, noradrenalina, adrenalina, GABA, glicina, etc. alti nelle aree interessate. Glutammato (GLU): alto nel tronco encefalico e corticale motorio. Testosterone: basso nella SLA 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 61 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Nella fase di conflitto-lisi per la soluzione del trauma scatenante, avremo attivazione virale nelle aree del corticale motorio, tronco encefalico (e spina), con: INF-α, β, (γ): alti uno o più. CNTF: modificatore del gene della SOD1 nei FALS Terapia: Eccitossicità: NADH (NADH plus Princeps), Pycnogenolo (EUOX OTI), Ubichinone (Immugen IDI Farm.), Panaceo Med, EPA + DHA ω-3 (Triomar), antiglicosilante (EUDI OTI), Creatina 2gr/gg, Sali di Schuessler ponderali, Fiori di Bach, Californiani, Australiani, TAO, Fattori di Crescita, Litio carbonato 150mg al gg, Acetilcisteina (Fluimucil) drenanti mesenchimali e d’organo. Attivazione virale nella fase di conflitto-lisi: Aggiungere cicuta DH6 della Loacker in granuli, agonista sul recettore che fa passare i virus. In caso di disturbi del cognitivo, avremo un’attività simile a quella dell’Alzheimer, con processi di tipo eccitotossico. la terapia è la stessa della componente neuronale motoria. Disattivare sempre anche i neuroni delle aree del cognitivo con fiori, TAO e fattori di crescita. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 62 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati SCLEROSI MULTIPLA Malattia definita di tipo autoimmune-infiammatoria, caratterizzata da demielinizzazione ed infiammazione nella sostanza bianca del CNS, in particolare nei nervi ottici, tronco encefalico, cervelletto e spina. Sin dall’inizio dei sintomi si constata che la barriera emato-encefalica è aperta, ma non è chiaro se la demielinizzazione è primaria o secondaria all’infiammazione. (MS01) Nelle aree cerebrali periventricolari si osserva la formazione di placche. Quando sono adiacenti alla sostanza grigia, difficilmente si espandono in essa. Spesso gli assoni sono risparmiati all’interno delle placche. La demielinizzazione è prodotta dalla risposta infiammatoria acuta di linfociti, cellule del plasma e macrofagi. I linfociti contribuiscono al processo patologico mediante anticorpi o la produzione di citochine e linfochine. Nella ns. esperienza, vi sono frequenti segni di presenza di virus attivi (INF-β + RNA virale alti) durante la fase di conflitto-lisi (fase di risoluzione del trauma scatenante). Vedi: Corticale motorio (piede IV dito interno) Spina (piede III dito esterno) Corticale occipitale (mano IV dito interno) Tronco encefalico (mano pollice esterno) Due versioni: relapsing-remitting e progressiva. La progressiva è una vera e propria patologia neurodegenrativa, simile alla SLA a cui si rimanda. Gli attacchi periodici sono legati a richiami del trauma iniziale subito, spesso visivo. Processi ossidativi: 8-OHdG, 3-NT, XO, AZA, GTR, MDA, acido lattico Processi infiammatori: TNF-α, IL-1α, IL-1β, IL-6, IL-8, COX-2, PGE-2, PGF-2 alti tutti o in parte INF-α,β,γ: presenza di invasione virale e/o batterica nell’area specifica (tipico nella SM)). La demielinizzazione può essere legata all’attivazione virale nella fase di conflitto-lisi. NB: se i T helper 1 sono attivi, si ha IL-2 ed INF-γ alti. IL-10: se alto, blocca i distruttori finali apoptotici caspase 3 e 7, maggiore il livello di IL-10, maggiore la sopravvivenza. Per inciso, l’IL-10 inibisce la risposta immunitaria di tipo TH1 che gestisce la risposta ai virus. Processi di metilazione: Omocisteina alta. Carenza di folati e Vit. B12 o scarso ATP disponibile. Processo tipico della SM. Compensare con SAMe. Proteine: BCL-2 alta (inibitore dei processi apoptotici) Proteina Tau alta (distruzione dei microtubuli e citoscheletro) TGase alto nelle aree con danno tissutale Ubiquitin alto nelle aree con danno proteico Caspase 1, 3 alti Albumina alta per apertura della barriera nell’area specifica (tipico nella SM). 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 63 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Neurotrasmettitori: Dopamina, noradrenalina: ed altri eccitatori, alti nel corticale motorio, tronco encefalico, spina ed occipitale (somatizzazione del trauma) Cortisolo: alto se lo stress è in fase di resistenza Gaba, glicina: ed altri inibitori, alti per contrastare i neurotrasmettitori eccitatori, con conseguente inibizione delle difese nell’area di espressione. Terapia: Disattivare sempre tutte le somatizzazioni riscontrate nelle aree interessate dalla malattia con Fiori di Bach, TAO e Fattori di Crescita !^ Fase: stimolatori antivirus + Pycnogenolo (EUOX OTI) per richiudere la barriera; sali di Schuessler. SAMIR 200. 2^ Fase: se gli interferoni sono a un minimo o zero, allora somministrare EPA+DHA ω-3 (Triomar), pycnogenolo (EUOX OTI), ubichinone (Immugen IDI Farm.), SAMIR 200, drenanti mesenchimali e d’organo. MENINGITE VIRALE Nel caso di Meningite Virale, si notano differenze sostanziali con la MS: Nell’area del Nucleo della Base, i caspase-1 e caspase-3 sono alti, lo stesso dicasi per IL-1β ed IL-8; INF-α è molto alto. La corteccia motoria può non essere coinvolta. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 64 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati SCHIZOFRENIA La Schizofrenia è una malattia mentale caratterizzata fondamentalmente da disorganizzazione del pensiero tale da rendere chi ne soffre incapace, in alcune circostanze, di capire cosa sia reale o solo immaginato. Sembra che alla base di questa disorganizzazione vi sia una difficoltà a gestire più livelli di elaborazione del pensiero contemporaneamente. La ricerca non ha dato ancora, tuttavia, una risposta definitiva sull'argomento. Il disturbo si manifesta in età giovanile ed è presente in una persona su duecento indipendentemente dalla razza e dal ceto sociale. La gravità della malattia è variabile da individuo ad individuo. Per quanto concerne le basi biologiche della malattia, una delle ipotesi più accreditate è quella dell’enzima dopamine β-idroxylase (DBH) come limitatore quantitativo. Nella catena di conversioni che parte dalla tirosina per essere trasformata in dopa, poi in dopamina, quindi in noradrenalina, se l’enzima dopamine β-idroxylase è carente, la dopamina sarà convertita in noradrenalina in quantità ridotta e si accumulerà con la possibilità di essere trasformata anche in 6-OHDA, una neurotoxina che assunta dai neuroni che normalmente rilasciano noradrenalina o dopamina, li porta rapidamente a distruzione. Prescindendo dal fatto che l’ipotesi DBH sia corretta, vi sono sicuramente disordini nel metabolismo della dopamina. In linea di massima è probabile individuare traumi somatizzati nel corticale occipitale (visivo) e nel frontale (interpretazione di ciò che ho visto) che hanno dato inizio ad un processo eccitotossico degenerativo con l’espressione continua di neurotrasmettitori, quali glutammato e dopamina.. Vedi: corticale frontale (piede III dito interno) corticale pre-frontale (piede III centrale) corticale temporale (mano III dito esterno) corticale parietale (mano IV dito centrale) corticale occipitale (mano IV dito interno) - Controllo traumi visivi Ossidazione: Il livello di stress ossidativo è alto nella schizofrenia – valori misurati nel CSF: Senza discinesia tardiva Con Discinesia tardiva Marker SOD -34% -69% CARBONILI +49% + 10% C/P - C/Z PEROSSID. LIPIDI -6% -31% AZA GSH: -27% ÷ -52% nella corteccia frontale (H36) CAT: bassa GSH-Px: bassa NO: normale nel plasma, basso (-68%) nei leucociti polimorfi. GSH: basso nella sch. -27% (H36) MDA: può essere alto nei leucociti 8-OHdG: mediamente alto nella corteccia occipitale e frontale. 3-NT: può essere alto nella corteccia frontale ed occipitale Ac. LATTICO: può essere alto Glicosilazione 1-HL: la glicosilazione può essere elevata nella schizofrenia Infiammazione: 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 65 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati PUFA: EPA+DHA, serie N-3 ridotta nella schizofrenia - Serie N-6: nominale. Proteine ed Enzimi: CASPASE-3-7: può essere alto (corteccia frontale ed occipitale) apoptosi attiva Neurotrasmettitori: Controllare la serie completa, sia inibitori che eccitatori, specie nel frontale. Di norma Glutammato (GLU) e Dopamina sono alti. Metalli: LITIO: basso Terapia: NADH (NADH plus Princeps), Pycnogenolo (EUOX OTI), Ubichinone (Immugen IDI Farm.), Panaceo Med, EPA + DHA ω-3 (Triomar), antiglicosilante (EUDI OTI), Creatina 2gr/gg, Sali di Schuessler ponderali, Fiori di Bach, Californiani, Australiani, TAO, Fattori di Crescita, Litio carbonato 150mg al gg, Acetilcisteina (Fluimucil) drenanti mesenchimali e d’organo. Attivazione virale nella fase di conflitto-lisi: Aggiungere cicuta DH6 della Loacker in granuli, agonista sul recettore che fa passare i virus. TIROIDE (patologia della) Vedi: stomaco (piede II dito esterno) ipotalamo (pollice centrale) ipofisi (indice centrale) Infiammazione – invasione virale/batterica (flogosi): INF-α,β,γ: se alti, virus o batteri attivi TNF-α, IL-1α, IL-1β, IL-6, IL-8, COX-2, PGE-2, PGF-2, alti tutti o in parte IL-10: se alto, inibizione dei caspase apoptotici ed inibizione dei Th1 antivirali TGF-β1, BCL-2: inibitori dell’immunitario e dell’apoptosi Processi ossidativi: 8-OHdG, 3-NT, XO, H2O2, AZA, GTR, MDA, acido lattico Markers mitotici e tumorali: Timidina mitosi attiva CDC-2 kinase mitosi attiva PChoCl – PEtn probabile tumore attivo C-MYC C-RAS probabile tumore attivo IGF-1 probabile tumore attivo PDGF Angiostatina angiogenesi attiva Terapia: Controllare sempre l’ipotalamo, diretto gestore della tiroide – Disattivare i neurotrasmettitori e neuropeptidi con Fiori di Bach, Californiani, Australiani – TAO - sali tissutali ponderali -– psicoterapia. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 66 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati TUMORI La metodica consente di individuare cellule tumorali con grande sensibilità, come pure di verificare la presenza di processi mitotici non tumorali (accrescimenti di tessuto non patologici). Il test deve essere effettuato sui terminatori dei meridiani che percorrono l’area che si vuole controllare. Markers tumorali: C-MYC; C-RAS; IgF-1; PChoCl; PEtn; Angiogenesi attiva: Angiostatina; PDGF Markers mitotici: CDC-2 kinase; Timidina Inibitori locali dell’immunitario: TGF-β1; IL-10; BCL-2; VIP; Bombesina; Sostanza-P; glicina; CRF; Cortisolo; etc. Reazione dell’immunitario attivato: IL-2 Th0 indifferenziati IL-12 Th1 TNF-α Apoptotico diretto Caspase 3, 7 Livello di apoptosi di cellule (tumorali) Nei così detti tumori cerebrali: L-Glu-S Attivazione del microglia ed astrociti Myo-Inositol Glutammato Amminoacidi diversi Terapia Disattivare i neuroni che secernono inibitori con funzioni di messaggeri primari o neuro peptidi inibitori, mediante Fiori di Bach, Australiani, Californiani, TAO, alo scopo di riattivare la funzionalità del sistema immunitario. Pro-apoptotici di cellule tumorali: Eucurcum OTI (1 cps x 3 al gg a stomaco pieno per diversi mesi. Max 2 x 3 al gg); Efficace per tumori al polmone, seno, prostata, colon e fegato. Pancreas da sperimentare. Controllare sempre prima l’efficacia con un Test Terapeutico prima della prescrizione. Usare sempre a stomaco ben pieno. Mirral Natur (3 cucchiai al gg) NB: Fare molta attenzione a non spaventare il paziente con annunci di presenza di markers tumorali ! Il trauma conseguente all’annuncio genera un altro tumore! Livelli inferiori a 300-400 punti non sono rilevabili per via ordinaria 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 67 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati UTERO - PROSTATA Vedi: stomaco (piede II dito esterno) fegato (piede alluce esterno) vescica (piede V dito esterno) Processi infiammatori: INF-α,β,γ: se alti, invasione attiva TNF-α, IL-1α, IL-1β, IL-6, IL-8, COX-2, PGE-2, alti tutti o in parte Emorragia: TXA-2 (tromboxani-2) Processi ossidativi: 8-OHdG, 3-NT, XO, H2O2, AZA, GTR, MDA, acido lattico Processi mitotici: Timidina CDC-2 kinase PChoCl – PEtn TGF-β1 IL-10 mitosi attiva mitosi attiva probabile tumore attivo inibitore del sistema immunitario inibitore dei caspase apoptotici Terapia: Immunostimolatori FM/FMS se gli interferoni ed IL-10 sono alti, Pycnogenolo (EUOX OTI), Ubichinone (Immugen IDI Farm.), EPA + DHA ω-3 (Triomar), sali di Schuessler, Fiori di Bach, Californiani, Australiani, drenanti mesenchimali e d’organo. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 68 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati UVEITE Nell’occhio lo strato intermedio, compreso fra la sclera e la retina, è chiamato uvea. Quando l'uvea è interessata da un processo infiammatorio si parla di uveite. L'uvea è una struttura ricchissima di vasi sanguigni ed è deputata alla nutrizione della maggior parte delle strutture oculari. Per questa ragione un processo infiammatorio a carico dell'uvea può determinare danni a carico della cornea, della retina, della sclera e di altri tessuti oculari. Una uveite può insorgere all'improvviso con rossore e dolore oculare oppure può comparire subdolamente con dolore e/o rossore di lieve intensità ma graduale offuscamento della visione. Se l'infiammazione interessa la parte intermedia dell'uvea (corpo ciliare) si parla di ciclite. Se infine l'infiammazione interessa la parte posteriore dell'uvea (coroide) si parla di coroidite. Le cause delle uveiti possono essere molteplici. Esse possono essere la conseguenza di un'infezione virale (ad esempio herpes simplex e zoster, virus della parotite, ecc.), di un'infezione fungina (ad esempio istoplasmosi), di un'infestazione da parassiti (ad esempio toxoplasmosi). Possono essere anche la conseguenza di una malattia interessante inizialmente sedi differenti dall'occhio (come un'artrite) o essere successiva ad un trauma oculare. Va sottolineato che le uveiti interessanti la parte anteriore dell'occhio (irite e/o cicliti) insorgono di solito abbastanza all'improvviso, tendono a durare 6-8 settimane e possono spesso, negli stadi precoci, essere messe sotto controllo con l'uso frequente di colliri. Nella maggior parte dei casi non è possibile individuare la causa di questo tipo di uveiti, per cui la terapia attuata ö essenzialmente una terapia aspecifica. Le uveiti interessanti la parte posteriore dell'occhio (coroiditi) tendono invece ad insorgere in maniera più subdola, tendono a durare più a lungo e spesso sono più difficili da curare. Vedi: fegato (piede alluce esterno) vescica biliare (piede IV dito esterno) vescica (piede V dito esterno) intestino tenue (mano V dito esterno) Le uveiti sono caratterizzate da una infiammazione intraoculare. Nell’uvea vengono espressi linfociti T che provocano l’apoptosi delle cellule invase. nelle uveiti i linfociti T sono quasi assenti nell’umor acqueo. Si riscontra alta l’interleuchina IL-6 ed i suoi recettori IL-6R, che bloccano l’attivazione dei Linf. T. Infiammazione: IL-2 IL-6 INF-α, β, γ Proteine: Caspase-3 Caspase-7 BCL-2 Fibronectin Tipicamente alto nelle uveiti, bloccando i processi apoptotici immunitari Se le caspasi sono assenti, il processo apoptotico è bloccato Inibitrice apoptotica Tipicamente alto nell’uveite in ambito oculare ma non sistemico e nell’edema maculare Parassiti: Toxoplasmosi, spesso presente nell’uveite. I dati esposti sono da considerarsi preliminari ricavati dalla letteratura scientifica 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 69 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE GENERALI Antiossidante di elezione che passa la barriera emato-encefalica: EUOX OTI (flavonoidi –proantocianidine- + catechine + acidi fenolici estratti (PYCNOGENOLO) dal pino marittimo francese); Molto efficace. Somministrare lontano dai pasti, 2-3 volte al giorno CLINOPTILOLITE (Zeolite ad azione antiossidante ed antitossica); Somministrare lontano da altri (MEGAMIN PLUS) farmaci). Recupero dell’attività mitocondriale compromessa a livello del I, II e III complesso respiratorio: NADH plus (Princeps) Nicotinamide-adenina-dinucleotide protonata. Passa la bbb. come sopra. IMMUGEN (OTI) (Ubichinone. Somministrare a stomaco pieno dopo aver mangiato sostanze grasse per attivare la colecisti. Passa la bbb con ritardo di diversi gg.. L’immugen contiene un pull di antiossidanti ed anche una limitata dose di Se che aumenta il livello del GSH-Px, riducendo il perossido di idrogeno presente. CARNITENE o NICETILE CREATINA Levo-carnitina – substrato energetico per la formazione di ATP Galenica. Inibisce la formazione di micropori sulle membrane mitocondriali, impedendo il rilascio del citocromo C, segnalatore apoptotico. Somministrare 1gr dopo i pasti principali. Riattivazione dei processi di metilazione (marker omocisteina alto): SAMIR 200 SAMe (anche antidepressivo) PREFOLIC Acido N5metiltetraidrofolico (forma di trasporto attivo dei folati nel sangue) DOBETIN Vitamina B 12 Inibizione della glicosilazione e formazione di AGE: EUDI OTI BENADON Carnosina, potente inibitore della glicosilazione, accoppiato con Vit. B6 Vit. B6, 300 mgr. Somministrare a stomaco pieno ¼ di compressa due volte/gg se non si usa l’Eudi Inibitore dei processi infiammatori: TRIOMAR Olio di pesce ricco in EPA e DHA ad alto dosaggio e basso livello di metalli pesanti. Inibitore delle citochine infiammatorie. Somministrare due volte/gg dopo i pasti. Sospendere in caso di affezioni virali o batteriche. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 70 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati BIBLIOGRAFIA A08: MF Beal, Increased 3-nitrotirosine in both sporadic and familial Amyotrophic lateral sclerosis – Ann Neurol 1997 42: 646-54 A10: JMH Anneser, Activation of metabotropic glutamate receptors delays of chick embryonic motor neurons in vitro – NeuroReport 1998 9: 2039-43 A11: Al, Ca and Fe in the spinal cord of patients with sporadic ALS using laser microprobe mass spectroscopy: a preliminary study – J of the Neurological Sciences 1995 130: 203-08 A30: WA Pedersen, Protein modification by the lipid peroxidation product 4-Hydroxynonenal in the spinal cords of ALS patiens – Ann Neurol 1998 44: 819-24 AL01: M Ceccanti, G Balducci, Alcol e craving. 6^ Clinica medica Università La Sapienza – Pubblic. interna AL02: PC Sharpe, Biochemical detection and monitoring of alcohol abuse and abstinence – Am Clin Biochem 2001 38: 652-664 AL03: M Ceccanti, La sindrome da astinenza da alcol – Mediserve 1996 AL04: CF Bearer, Markers to detect drinking during pregnancy – NIAAA pubblications - 2002 AX19: D Praticò, Increased F2-isoprostanes in AD: evidence for enhanced lipid peroxidation in vivo – Faseb J 1998 12: 1777-83 AX20: IJ Mitchell, The selective vulnerability of striatopallidal neurons – Progress in Neurobiology 1999 59: 691-719 AX21: M Glass, The pattern of neurodegeneration in HD: adenosine and GABA receptor alterations in the human basal ganglia in HD – Neuroscience 2000 97: 505-19 AX25: JE Galvin, Axon pathology in PD and LB dementia hippocampus contains α, β, γ-synuclein – PNAS USA 1999 96: 13450-55 AX26: T Ilani, A peripheral marker for schizophrenia: increased level of D3 dopamine receptor mRNA in blood lymphocytes – PNAS USA 2001 98: 625-28 AX27: RT Matthews, Neuroprotective effects of creatine and cyclocreatine in animal models of HD – J Neuroscience 1998 18(1): 156-63 AX29: E Martignoni, Peripheral markers of oxidative stress in PD: the role of levodopa – Free Radical Biology and Medicine 1999 27: 428-37 AX30: H Akiyama et al, Inflammation and AD – Neurobiology of Ageing 2000 21: 383-421 AX31: A Wong, Advanced glycation endproducts co-localize with iNOS in AD – Brain Research 2001 920: 32-40 AX36: Y Al-Abed, Inhibition of AGE formation by acetaldehyde: role in cardioprotective effects of ethanol – PNAS USA 1999 96: 2385-90 AX54: D Strausak, Copper in disorders with neurological symptoms: AD, Menkes and Wilson disease – Brain Research Bullettin 2001 55: 175-85 AX55: A Law, Say NO to AD: the putative links between NO and dementia in the AD type – Brain Research Review 2001 35: 73-96 AX58. S Miranda, The role of oxidative stress in the toxicity induced by Aβ peptide in AD – Progress in Neurobiology 2000 62: 633-48 AX64: S Hunot, The inflammatory response in the PD brain – Clinical Neuroscience Research 2001 1: 434-43 AX71: M Shoji, Accumulation of NACP/α-synuclein in LBD and MSA – J Neurol Neurosurg Psychiatry 2000 68: 605-08 AX82: BD Gitter, Aβ peptide potentiates cytokine secretion by IL-1β-activated human astrocytoma cells – PNAS USA 1995 92: 10738-41 AX95: JG Culvenor, Non Aβ component of AD amyloid (NAC) rivisited – American J of Pathology 1999 155: 1173-81 B11: DS Cassarino, An evaluation of the role of mitochondria in neurodegenerative diseases: mitochondrial mutations and oxidative pathology, protective nuclear responses and cell death in neurodegenration – Brain Research Reviews 1999 29: 125 BX01: FM Wurst, Ethyl glucuronide – a marker of alcohol consumption and a relapse marker with clinical and forensic implications – Alcohol and Alcoholism 1999 34: 71-77 BX04: RM Schimpff, Inceased plasma neurotensinconcentrations in patients with PD - J Neurol Neurosurg Psychiatry 2000 70: 784-86 BX07: FceRII/CD23 is expressed in PD and induces, in vitro, production of NO and TNF-α in glial cells – The J of Neuroscience 1999 19(9): 3440-47 BX13: C Ferri, Lack of associationbetween IL1-α and IL-1β promoter polymorphisms and multiple sclerosis –J Neurol Neurosurg Psychiatry 2000 69: 564-65 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 71 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati BX33: Y morishima, Aβ induces neuronal apoptosis via a mechanism that involves the c-Jun N-Terminal Kinasepathway and the induction of FAS ligand – The J of Neuroscience 2001 21(19): 7551-60 BX36: D Praticò, Increased lipid peroxidation precedes amyloid plaque formation in an animal model of AD amyloidosis – The J of Neuroscience 2001 21(12): 4183-87 BX48: CK Combs, β-amyloid stimulation of microglia and monocytes results in TNF-α dependent expression of iNOS and neuronal apoptosis - The J of Neuroscience 2001 2001 21(4): 1179-88 BX50: J Xu, Amyloid-β peptides are cytotoxic to oligodendrocytes – The J of Neuroscience 2001 21: RC118 1 of 5 BX60: AI Boullerne, Anti-S-Nitrosocysteine antibodies are a predictive marker for demyelination in experimental autoimmune encephalomyelitis: implications for MS – The J of Neuroscience 2002 22(1): 123-32 CX09: SA Stohlman, Viral induced demyelination – Brain Pathology 2001 11: 92-106 CX11: BI Giasson, Oxidative damage linked to neurodegenration by selective α-synuclein nitration in α-synucleinopathy lesions – Science 2000 290: 985-89 CX17: N Ostrerova-Golts, The A53T α-synuclein mutation increases iron-dependent aggregation and toxicity – The J of Neuroscience 2000 20(16): 6048-54 CX23: CJ Maynard, Overexpression of AD Aβ opposes the age dependent elevation of brain copper and iron – The J of Biological Chemistry 2002 277: 44670-76 CX24: JA McLaurin, Inositol stereoisomers stabilize an oligomeric aggregate of Alzheimer amyloid-β peptide and inhibit Aβ-induced toxicity - The J of Biological Chemistry 2000 275: 18495-502 CX25: C Opazo, Metalloenzyme-like activity of AD β-amyloid - The J of Biological Chemistry 2002 277: 40302-308 CX27: BioResearch, Demielinizzazione e ipometilazione: il ruolo del SAMe – Pubbl. interna CX31: BI Giasson, Tau and α-synuclein dysfunction and aberrant aggregates define distinct neurodegenerative diseases – University of Pennsylvania CX35: BI giasson, Neuronal α-synucleinopathy with severe movement disorder in ice expressing A53T human α-synuclein – Neuron 2002 34: 521-33 CX36: H Ochi, Increased IL-13 but not IL-5 production by CD4-positive T cells and CD-8-positive T cells in MS during relapse phase – J Neurological Sciences 2002 201: 45-51 CX37: KM Myhr, IL-10 promoter polymorphisms in patients with MS - J Neurological Sciences 2002 202: 93-97 CX43: BM Frydecka, Fas espression on T cells and sFas in relapsing-remitting MS – Acta Neurol Scand 2003 107: 387393 CX45: B Borroni, Microvascular damage and platelet abnormalities in early AD - J Neurological Sciences 2002 203-4: 189-93 CX46: BJ tabner, Formation of H2O2 and hydroxyl radicals from Aβ and α-synuclein as a possible mechanism of cell death in Ad and PD – Free Radical Biology and Medicine 2002 32: 1076-83 CX47: N Sasaki, Advanced glycation end products in AD and other neurodegenerative diseases – American J of Pathology 1998 153: 1149-55 D37: D Liu, The roles of free radicals in ALS: reactive oxygen species and elevated oxidation of protein, DNA and membrane phospholipids – FASEB J 1999 13: 2318-28 DX18: J Durlach, Magnesium depletion and pathogenesis of AD – Magnesium Research 1990 3: 217-18 DX21: JY Choi, Rapid purification and analysis of α-Synuclein proteins: C-terminal truncation promotes the conversion of α-Synuclein into a protease sensitive form in Escherichia coli – Biotechnol Appl Biochem 2002 36: 33-40 DX28: LI Golbe, Neurodegeneration in the age of molecular biology – BMJ 2002 324: 1467-68 DX33: R Kalaria, Similarities between AD and vascular dementia – J of the Neurological Sciences 2002 203-4: 29-34 DX40: M Siogren, Both total and phosphorylated Tau are increased in AD – JNNP 2001 70: 624-630 DX43: P Teismann, COX-2 is instrumental in PD neurodegenration – PNAS USA 2003 100: 5473-78 DX44: H Zhou, Effects of magnesium sulfate on neuron apoptosis and expression of caspase-3, bax and bcl-2 after cerebral ischemia-reperfusion injury – Chinese Medical Journal 2003 116(10): 1532-34 DX50: R Furlan, Caspase-1 regulates the inflammatory process leading to autoimmune demyelination – The J of Immunology 1999 163: 2903-09 DX63: G Tsai, Markers of glutamatergic neurotransmission with tardive dyskinesia – Am J Psychiatry 1998 155: 1207-13 E27: T Sekizawa, CSF IL-6 in ALS: immunological parameter and comparison with inflammatory and non-inflammatory CNS diseses – J of the Neurological Sciences 1998 154: 194-99 F01: KN Prasad, Multiple antioxidants in the prevention and treatment of neurodegenerative disease: analysis of biologic rationale – Curr Opin Neurol 1999 12: 761-70 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 72 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati F57: KA Youdim, Essential fatty acids and the brain: possible health implications – Int J Devl Neuroscience 2000 18: 383399 G20: S Sasaki, iNOS and nitrotirosine immunoreactivity in ALS – Neuroscience Letters 2000 291: 44-48 G21: CA Rottkamp, Will antioxidants fulfill their expectations for the treatment of AD? – Mechanisms of Ageing and Development 2000 116: 169-79 G26: A Nunomura, RNA oxidation is a prominent feature of vulnerable neurons in AD – The J of Neuroscience 1999 15: 1959-64 G28: Neurons overexpressing heme oxygenase-1 resist oxidative stress-mediated cell death – J of Neurochemistry 2000 75: 304-313 G29: CD Smith, Excess brain protein oxidation and enzyme dysfunction in normal ageing and in AD – PNAS USA 1991 88: 10540-43 G30: MA Smith, Widespread peroxynitrite-mediated damage in AD – The J of Neuroscience 1997 17(8): 2653-57 G32: T Alexi, Neuroprotective strategies for basal ganglia degeneration: PD and HD – Progress in Neurobiology 2000 60: 409-70 GL01: K Wunderlich, Increased plasma levels of 20S proteasome α-subunit in glaucome patients: an observational pilot study – Molecular Vision 2002 8: 431-35 H14: H Warita, Oxidative damage to mitochondrial DNA in spinal motoneurons of transgenic ALS mice – Molecular Brain Research 2001 89: 147-52 H23: K Fujita, Transglutaminase activity in serum and CSF in sporadic ALS: a possible use as an indicator of extent of the motor neron loss – J of the Neurological Sciences 1998 158: 53-57 H25: S Sasaki, Immunoreactivity of β-amyloid precursor protein in ALS – Acta Neuropathol 1999 97: 463-68 H28: T Matsuishi, Increased CSF of substance P in patiens with ALS – J Neural Transm 1999 106: 943-48 H29: RJ Ferrante, Evidence of increased oxidative damage in both sporadic and familial Amyotrophic lateral sclerosis – J of Neurochemistry 1997 69: 2064-74 H36: JB Schulz, Glutathione, oxidative stress and neurodegeneration – Eur J Biochem 2000 267: 4904-11 H39: S Ono, Increased IL-6 of skin and serum in ALS – Journal of Neurological Sciences 2001 187: 27-34 J08: G Almer, Increased expression of the pro-inflammatory enzime COX-2 in ALS – Ann Neurol 2001 49: 176-85 J10: H Tohgi, Remarkable increase in CSF 3-nitrotirosine in patients with sporadic ALS – Ann Neurol 1999 46: 129-31 J22: J Karitzky, Imaging and neurochemical markers for diagnosis and disease progression in ALS – J of the Neurological Sciences 2001 191: 35-41 J29: DA Butterfield, Brain protein oxidation in age-related neurodegenerative disorders that are associated with aggregated proteins – Mech Ageing Development 2001 122: 945-62 J30: M Lesort, Tissue transglutaminase: a possible role in neurodegenerative diseases – Progress in Neurobiology 2000 61: 439-463 J32: M Gu, Mitochondrial function, GSH and iron in neurodegeneration and Lewy bodies diseases – J of the Neuological Sciences 1998 158: 24-29 J35: N Shibata, Morphological evidence for lipid peroxidation and protein glycoxidation in spinal cord from sporadic ALS patients – Brain Research 2001 917: 97-104 J37: F Torreilles, Neurodegenerative disorders: the role of peroxynitrite – Brain Research Review 1999 30: 153-63 J38: G Spiteller, Peroxidation of linoleic acid and its relation to ageing and age dependent diseases – Mech Ageing Development 2001 122: 617-57 J40: DT Dexter, Alterations in levels of iron, ferritin and other trace metals in neurodegenerative diseases affecting the basal ganglia – Ann Neurol 1992 32: S94-S100 K01: LL De Zwart, Biomarkers of free radical damage applications in experimental animals and in humans – Free Radicals Biology and Medicine 1999 26: 202-226 K04: A Eisen, Clinical neurophysiology of ALS – Clinical Neurophysiology 2001 112: 2190-2201 K30: N Shibata, Nonoxidative protein glycation is implicated in FALS with SOD-1 mutation – Acta Neuropathol 2000 100: 275-84 K34: EH Sharman, Effects of age and dietary antioxidants on cerebral electron transport chain activity – Neurobiology of Ageing 2001 22: 629-34 K38: FM Menzies, Mitochondrial involvement in ALS – Neurochemistry International 2002 40. 543-51 K42: O Spreux-Varoquaux, Glutamate level in CSF in ALS: a reappraisal using a new HPLC method with coulometric detection in a large cohort of patients – J of the Neurological Sciences 2002 193: 73-78 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 73 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati L10: B Cucchiara, Use of statins in CNS disorders – J of the Neurological Sciences 2001 187: 81-89 M35: O Bertel, ALS: changes of noradrenergic and serotonergic transmitter system in the spinal cord – Brain Research 1991 566: 54-60 N06: A Militello, The serum level of free testosterone is reduced in ALS – J of the Neurological Sciences 2002 195: 67-70 ST01: MJL Eliasson, Neuronal NOS activation and peroxynitrite formation in ischemic stroke linked to neural damage – J. Neuroscience 1999 19(14): 5910-18 ST02: FC Barone, Tumor Necrosis Factor-α a mediator of focal ischemic injury – Stroke 1997 28: 1233-44 ST03: N. Costulas, Increased IL-1β, IL-8 and IL-17 mRNA expression in blood mononuclear cells observed in a prospective ischemic stroke study – Stroke, 1999 30: 2174-79 ST04: AJ Grau, Recent infectionas risk factor for cerebrovascular ischemia – Stroke 1995 26: 373-79 ST05: O Touzani, IL-1 influences ischemic brain damage in the mouse independenttly of the IL-1 type 1 receptor – J Neuroscience 2002 22(1): 38-43 ST06: A Lindgren, Plasma homocysteine in the acute and convalescent phases after stroke – Stroke 1995 26: 795-800 ST07: E Tarkowsky, Early intratecal production of IL-6 predicts the size of the brain lesion in stroke – Stroke 1995 26: 1393-98 ST08: PH Chan, Role of oxidants in ischemic brain damage – Stroke 1995 27: 1124-29 ST11: MM Hussein El Kossi, Oxidative stress in the context of acute cerebrovascular stroke – Stroke 2000 31: 1889-92 ST12: MC Polidori, Hyperhomocysteinemia and oxidative stress in ischemic stroke – Stroke 2001 32: 275-8 ST17: H Imai, Ebselen protects both gray and white matter in a rodent model of focal cerebral ischemia – Stroke 2001 32: 2149-54 ST18: CJ Vaughan, Neuroprotective properties of statins in cerebral ischemia and stroke – Stroke 1999 30: 1969-73 ST21: E Tarkowsky, Intrathecal expression of proteins regulating apoptosis in acute stroke – Stroke 1999 30: 321-27 ST22: Tissue plasminogen activator, plasminogen activator inhibitor-1 and tissue plasminogen activator inhibitor-1 complex as risk factor for the development of a first stroke – Stroke 2000 31: 26-32 ST25. A Slowik, Hypercortisolemia in acute stroke is related to the inflammatory response – J Neurological Sciences 2002 196: 27-32 ST26: Y Choi, Blockade of peroxynitrite-mediated astrocyte death by manganese(III)-cyclam – Neuroscience Research 2003 45: 157-61 ST27: JS Kim, The apolipoprotein E ε4 haplotype is an important predictor for recurrence in ischemic cerebrovascular disease – J of the Neurological Sciences 2003 206: 31-37 AD: AL: ALS: FALS: HD: LBD: MID: MS: PkD: PD: PSP: VaD: Alzheimer’s disease Alcohol’s disease Amyotrophic lateral sclerosis Familial amyotrophic lateral sclerosis Huntington’s disease Lewy bodies disease Multi infarct dementia Multiple sclerosis Pick’s disease Parkinson’s disease Progressive Supranuclear Palsy Vascular dementia Corteccia spessa 3 mm, 6 strati di cellule sovrapposte. 100 miliardi di cellule, ogni neurone collegato con 10.000 sinapsi: 1 milione di miliardi di connessioni interneurali Non è solo il neurone eccitabile, anche l’astrocita può ricevere e trasmettere impulsi verso altri neuroni e lo fa attraverso glutammato. Questa sinapsi a tre è molto diffusa nel SNC , soprattutto nell’ ippocampo, ipotalamo e nel locus ceruleus. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 74 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Rinoencefalo è il lobo limbico (o sistema limbico) sistema associato a risposte di tipo emotivo e alle integrazioni delle risposte olfattive con le informazioni somatiche e viscerali. Lobo limbico connesso con: Talamo Epitalamo Ipotalamo Qui si acquisiscono le funzioni più complesse legate all’ ippocampo che rappresenta la PORTA DELLA COSCIENZA, e all’ amigdala con cui siamo in grado di RICORDARE. L’ amigdala è stata definita la PORTA DEL SISTEMA LIMBICO, il nucleo emozionale del cervello. Movimenti come stoppare la palla, evitare una palla di neve, evitare un ostacolo sono abilità che dipendono dai parietali. Una zona adibita ai meccanismi di ricompensa e attesa si trova nei gangli basali, e specificamente il nucleo caudato che è relativo alla zone della fiducia nel prossimo. Il cingolo anteriore è connesso al comportamento intenzionale. /////////////// Cervello e immunità Tramite il simpatico, le fibre che fuoriescono dal midollo spinale, innervano il TIMO, MIDOLLO OSSEO, MILZA , LINFONODI e TESSUTO LINFOIDE INTESTINALE. Una volta innervate le zone deputate secernono: Adrenalina Noradrenalina Acetilcolina Sostanza P VIP Neuropeptide Y Bombesina Colecistochinina Encefalina Dinorfina Neurotensina Somatostatina Ormone rilasciante LH etc.. IPPOCAMPO Ha notevole presenza di recettori per i glucocorticoidi, svolge funzioni di raccordo tra IPOTALAMO, GIRO del CINGOLO e CORTECCIA Riceve e conserva il ricordo di emozioni e pensieri dalle STRUTTURE CORTICALI e invia segnali all’IPOTALAMO una eccessiva e continua produzione di cortisolo danneggia l’ippocampo 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 75 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Un eccesso di cortisolo di lunga durata danneggia (degenera) gli assoni noradrenergici centrali e necrosi delle cellule piramidali ippocampali, attraverso i quali viene soppressa la memoria a breve termine. IPOTALAMO L’ipotalamo è l’asse portante del sistema dello stress, come il cuore è l’asse del sistema circolatorio. Area cerebrale caratterizzata per la presenza di molti nuclei, con neuroni deputati a funzioni diverse come il controllo del sonno, della fame e ormonale. In particolare il nucleo paraventricolare è coinvolto nella funzione ormonale della corticotropina (CRH) e della vasopressina (ADH). L’aumento del CRH, che è in grado di inibire il vago, UNO SHOCK INTENSO, INPROVVISO, DRAMMATICO, VISSUTO NELL’ISOLAMENTO E CHE CI PRENDE IN CONTROPIEDE, provoca un cospicuo rilascio di CRH da parte dell’ipotalamo, insieme a VASOPRESSINA(ADH). Quanto su esposto avviene perché di fondo c’è: ANSIA E INCERTEZZA PER IL FUTURO. Il CRH svolge la sua azione anche sul locus ceruleus del tronco e da qui collega l’amigdala attraverso la stria terminalis. (l’amigdala è coinvolta nel comportamento emotivo) locus ceruleus è l’hub, lo snodo di smistamento che mette in connessione aree cerebrali che secernono CRH , le catecolamine coinvolte sono: DOPAMINA e NORADRENALINA. Eventi stressanti, conflitti, binari, recidive etc.. ci pongono in uno stato di simpaticotonia che se protratta e in base alla intensità non permettono di “rilassarsi”. Livelli elevati di CRH inibiscono il VAGO, inibiscono le funzioni digestive. IL PRIMO SINTOMO E’ LA MALINCONIA. All’aumento dei livelli di CRH corrisponde una diminuzione dei recettori a livello della corteccia anteriore, sembra un sistema per difendersi, curioso che nei suicidi troviamo questa notevole diminuzione dei recettori. HAMER dice che si può sopportare una doppia o triplice vagotonia, con ‘apparecchio si vedono livelli di CRH diversificati per area. IMPORTANTE AMIGDALA = rilevatore di pericolo, decide in pochi millisecondi È il così detto cervello emotivo, rabbi a, paura ed emozioni sono elaborate da questa struttura nervosa. Nella reazione di fuga è l’asse talamo-amigdala che elabora una risposta rapida; se intervengono le strutture cognitive, la corteccia frontale (verifica), i tempi si allungano per la ponderazione. Gli impulsi nervosi provenienti dai lobi occipitali vanno alla corteccia dei lobi frontali e all’amigdala, i primi sovrintendono al pensiero cosciente, la seconda alle emozioni. Più allarmi = più attiva l’amigdala, si appiattiscono gli altri processi compresa la memoria. Ogni stimolo dall’ambiente esterno, positivo o negativo che sia, passa per la CORTECCIA PREFRONTALE, raggiunge IL GIRO DEL CINGOLO che collabora con il LOBO FRONTALE per il riconoscimento e la correzione degli errori e da qui all’ IPPOCAMPO, che è la porta della coscienza, va all’ IPOTALAMO che è la sede dell’identità e della personalità e quindi all’ AMIGDALA. 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 76 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati Neuroni specifici dell’ippocampo e del nucleo amigdaloideo si proiettano su tutti i nuclei limbici e del tronco cerebrale, che regolano il superamento del conflitto. La buona memori a è dovuta all’azione di ACETILCOLITRANSFERASI e ACETILCOLINESTERASI , sono regolati dagli ormoni estrogeni nell’ippocampo i quali regolano la neoformazione delle sinapsi e proteggono la sopravvivenza neuronale deputata alle funzioni cognitive ADRENALINA + NORADRENALINA = INIBIZIONE DELL’INSULINA ADRENALINA + CORTISOLO = aumento del catabolismo con INCREZIONE DI INSULINA Ore 20:00 il livello di CORTISOLO è al minimo, e si ha il massimo dei leucociti Se la NORADRENALINA è più alta della ADRENALINA avremo ANORESSIA Se sono bassi i livelli di 5-idrossindolacetico (metabolita della serotonina ) e di CRH, avremo BULIMIA L’aumento della SEROTONINA, comporta un’analgesia da Beta- endorfine I livelli di SEROTONINA, che abbonda nei dominanti, regolano il comportamento motorio e la regolazione della temperatura 6.0-FC Vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo pg. 77 Biophysics Research srl -Tutti i diritti riservati