ALIMENTAZIONE E QUALITA’ DI VITA NELL’ANZIANO Analisi del Servizio di Ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Report dei dati raccolti nel periodo 2002 - 2005 Dipartimento di Sanità Pubblica Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione INDICE 1 1.1 1.2 1.3 1.4 2 2.1. 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9 2.10 2.11 2.12 2.13 3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 4 Riassunto Premessa Il Progetto Obiettivi dello studio Il gruppo di lavoro Alcune note metodologiche Lo strumento di rilevazione Il questionario utilizzato Analisi descrittiva Le strutture coinvolte nel progetto Denominazione delle diverse strutture Gli ospiti delle strutture La recettività delle strutture nel territorio Modalità di gestione delle cucine Il controllo ufficiale del SIAN La formazione del personale che opera presso le strutture La formalizzazione del menù presso le strutture La programmazione del menù Diete speciali per patologia Modalità di somministrazione dei pasti Tipologia di alcune materie prime utilizzate Non solo cibo ma anche bevande Discussione dei dati Gestione delle cucine Il menù offerto Tipologia di alcune materie prime utilizzate Il pasto offerto non solo nutrimenti Quale dieta per l’anziano istituzionalizzato? La formazione Conclusioni Bibliografia essenziale 5 6 8 8 8 9 9 11 13 13 16 16 17 18 22 23 24 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 31 31 32 33 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità ALIMENTAZIONE E QUALITA’ DI VITA NELL’ANZIANO Analisi del Servizio di Ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Report dei dati raccolti nel periodo 2002 - 2005 Questo report è stato realizzato da * Sabrina Severi, Alberto Tripodi, M.Rita Fontana, Guido Federzoni Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione. Dipartimento di Sanità Pubblica. Azienda USL di Modena. * Direzione Sanitaria – Progetto fragilità. Azienda USL di Modena. Copia dell’elaborato può essere richiesto a: Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Tel. 059 435176 e-mail: [email protected] Novembre 2005 Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 3 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità IL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI MODENA Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 4 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità RIASSUNTO Negli ultimi decenni del XX secolo la comunità scientifica internazionale ha sottolineato in modo unanime la necessità di impegnarsi per definire il fabbisogno nutrizionale degli anziani ospiti in strutture per la lungodegenza. Occorre inoltre meglio identificare la prevalenza, l’incidenza, le cause e le conseguenze della malnutrizione per difetto e quindi definire i valori di riferimento e le linee guida per favorire una gestione adeguata delle esigenze nutrizionali delle persone anziane ospiti in tali strutture. A livello nazionale il Ministero della Salute, nel Piano Sanitario 2003-2005 ha posto tra i progetti per la strategia del cambiamento, lo sviluppo di una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l’assistenza ai malati cronici e agli anziani, considerandola una vera e propria sfida per il Servizio Sanitario Nazionale. Il progetto “Analisi del Servizio di Ristorazione nelle strutture per anziani: aspetti di qualità” qui di seguito illustrato, mira a chiarire nell’intera provincia di Modena, l’attenzione complessiva riservata alla nutrizione ed in particolare ad alcuni aspetti del servizio di ristorazione offerto in relazione al tipo di utenza particolarmente fragile residente in tali strutture. Tra le varie modalità operative a disposizione, si è scelto uno strumento di lavoro “a bassa tecnologia”, di semplice attuazione ma funzionale allo scopo: un questionario rivolto agli operatori delle strutture, somministrato mediante intervista da operatori esperti in nutrizione. Il questionario, predisposto dal Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) ha permesso di raccogliere, presso le strutture, informazioni strettamente nutrizionali sul servizio di ristorazione (qualità dei cibi utilizzati, varietà dei menù, possibilità di offrire diete speciali, diete personalizzate..ecc) ed aspetti organizzativi del servizio stesso che, nell’insieme, vanno ad incidere profondamente sullo stato di salute degli ospiti e sulla loro qualità di vita. A livello provinciale tutte le strutture per anziani, in questi anni, hanno intrapreso percorsi diversi con l’intento comune di poter offrire pasti che fossero adeguati alle esigenze nutrizionali ma anche accettati e graditi dagli ospiti. Si evidenzia, tuttavia, la necessità di una strategia che dia un supporto comune a tutte le strutture per approfondire ulteriormente le conoscenze ed il confronto su tematiche nutrizionali ampie e complesse e per favorire la sorveglianza dello stato nutrizionale dei loro ospiti. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 5 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità PREMESSA La nutrizione è stata riconosciuta già nel XIX secolo come punto focale per la salute dell’uomo. Purtroppo nonostante le rivendicazioni del mondo scientifico su quanto la nutrizione sia un fattore fondamentale nel migliorare la qualità di vita e ridurre la mortalità anche nei Paesi sviluppati, la fine del XX secolo ha ancora evidenziato un netto rifiuto di introdurre la nutrizione nella pratica clinica. Gli elevati livelli di malnutrizione riscontrati nei pazienti ospedalizzati erano anche il risultato di questo approccio orfano della nutrizione. Nel 1974, alcuni Autori inglesi per richiamare l’attenzione del mondo scientifico sulla malnutrizione per difetto causata o peggiorata dal ricovero ospedaliero, hanno definito questa situazione ”uno scheletro nell’armadio”. Nello stesso periodo veniva documentata, anche negli Stati Uniti, una prevalenza sorprendentemente alta di malnutrizione protido energetica nei pazienti adulti ospedalizzati. Lo studio di Hill et al. dimostrò una situazione analoga in diversi Paesi d’Europa. Studi epidemiologici più recenti hanno confermato dati allarmanti sulla prevalenza della malnutrizione per difetto nei pazienti ospedalizzati ed anche negli anziani residenti nelle strutture di lungodegenza. Nonostante sia possibile prevenire e trattare la malnutrizione per difetto, nel XXI secolo essa rimane un problema aperto. La copertura del fabbisogno nutrizionale delle persone anziane ospiti nelle strutture protette per la lungodegenza, spesso non è completamente adeguata alle esigenze. Il problema è complesso poiché sono coinvolti diversi fattori nell’instaurarsi della malnutrizione (individuali, sociali, relazionali, organizzativi) e per questo motivo essa è difficile da affrontare e trattare. E’ comunque evidente che lo studio e la sorveglianza dello stato nutrizionale e della malnutrizione, per essere attuabili anche in queste realtà, non possono prescindere da interventi “a bassa tecnologia” come la registrazione del peso corporeo e la raccolta della storia ponderale del paziente. Anche in Italia il numero di persone anziane è in aumento: le previsioni demografiche sottolineano che siamo un Paese che sta invecchiando. Questo trend spiega l’impegno profuso nel settore ”terza età” negli ultimi decenni ed il ruolo centrale che esso riveste nella politica del Welfare. Nella provincia modenese esistono diverse strutture che accolgono anziani. Negli ultimi anni queste realtà sono state coinvolte in procedure di accreditamento e sottoposte ad attività di vigilanza ad opera di vari servizi aziendali e comunali, che hanno nel complesso contribuito a migliorare il livello assistenziale offerto agli ospiti. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 6 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Le suddette azioni finalizzate al raggiungimento di obiettivi specifici, non hanno però previsto la raccolta di dati sul livello di sensibilizzazione e diffusione di un approccio clinico e gestionale che riconosca alla nutrizione un ruolo chiave nella cura del paziente anziano ospite nelle strutture di lungodegenza. Questo protocollo di lavoro è stato ipotizzato e realizzato per registrare, in modo sistematico, alcuni aspetti del servizio di ristorazione offerto in tutte le strutture per anziani presenti nella provincia di Modena. Auspichiamo che l’impegno profuso nell’attuazione di questo lavoro, possa rappresentare uno stimolo per tutti coloro che operano nel settore a continuare ad investire risorse e mezzi per migliorare la qualità di vita degli anziani ospiti in queste residenze. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 7 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 1. IL PROGETTO 1.1 OBIETTIVI DELLO STUDIO L’indagine “Analisi del Servizio di Ristorazione nelle strutture per anziani: aspetti di qualità” mira a chiarire mediante i dati raccolti attraverso un questionario : - la presenza o meno di un menù formalizzato - alcuni aspetti sulla scelta delle materie prime utilizzate per la preparazione dei pasti - l’attenzione e la sensibilità posta nei confronti del servizio ristorazione nel suo complesso Oltre a questi tre obiettivi principali si aggiunge la necessità, evidenziata dal gruppo di lavoro, di riuscire a definire indicatori e/o interventi utili per favorire, nella gestione complessiva di tali strutture, la diffusione, negli operatori, di una cultura sempre più attenta anche agli aspetti nutrizionali. 1.2 IL GRUPPO DI LAVORO Il progetto è stato realizzato dal Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione del Dipartimento di Sanità Pubblica - Azienda USL di Modena. Esso si inserisce in un contesto più ampio in cui diversi servizi danno il loro contributo attraverso un lavoro di gruppo. Lo scopo principale del lavoro di gruppo è quella di promuovere iniziative collegate ai Piani per la Salute rivolte agli anziani sull’intero territorio provinciale. Al gruppo partecipano oltre al Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, il Servizio Anziani dell’Azienda USL e la Cattedra di Geriatria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 8 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 1.3 ALCUNE NOTE METODOLOGICHE I tempi d’attuazione, scelta e definizione dello strumento utilizzato L’indagine è iniziata nell’anno 2002. Il primo questionario ipotizzato dal gruppo di lavoro è stato somministrato in 10 strutture per anziani di Modena. Dopo questa “fase pilota” è stato predisposto il questionario definitivo in cui sono stati aggiunti alcuni quesiti, in un primo momento trascurati, che lo hanno reso più idoneo per il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo prefissati. Nell’anno 2003 sono stati raccolti i dati delle 8 strutture di Pavullo nel Frignano, mentre nel 2004 il questionario è stato somministrato alle rimanenti 39 strutture della Provincia. Durante il primo trimestre di quest’anno, abbiamo rivisitato le 10 strutture di Modena coinvolte nella fase sperimentale e abbiamo utilizzato anche per queste il questionario definitivo. E’ da sottolineare che la visita veniva preannunciata dal servizio ad ogni struttura con una lettera ed una telefonata per fissare l’appuntamento con i responsabili delle strutture (non si trattava quindi di visite dai connotati ispettivi). Per ridurre gli errori nella raccolta delle informazioni, i questionari sono stati somministrati tramite intervista sempre dallo stesso operatore (afferente al Settore Nutrizione del SIAN) in tutte le strutture della provincia. Al questionario hanno risposto i dirigenti delle strutture, il personale che assiste gli ospiti ed il personale della cucina, ognuno intervistato sulla sezione del questionario di specifica competenza. 1.4 LO STRUMENTO DI RILEVAZIONE Il questionario utilizzato è suddiviso in due sezioni principali. La prima sezione prevede la raccolta di dati conoscitivi sulla tipologia della struttura, sulla gestione del servizio di ristorazione e sul numero di ospiti residenti. La seconda sezione prevede la raccolta d’informazioni relative esclusivamente al menù offerto. E’ in questa sezione che è messa in evidenza la presenza di un menù formalizzato, la possibilità della struttura di offrire diete speciali in relazione a particolari patologie dell’ospite, la tipologia di materie prime utilizzate nella preparazioni dei pasti con particolare attenzione ai cibi già pronti, all’utilizzo di prodotti in scatola e di prodotti freschi o surgelati, in particolare per quanto riguarda frutta e verdura. La raccolta di informazioni su questa sezione è stata completata da una verifica diretta dei cibi presenti nelle dispense, non evidenziando alcuna discrepanza tra le dichiarazioni raccolte e gli alimenti disponibili. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 9 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità L’intervista si conclude raccogliendo informazioni sulle bevande utilizzate durante i pasti e durante la giornata. La parte finale del questionario esplora i problemi eventualmente riportati, l’ ”atmosfera” colta nella struttura e consente di annotare alcune considerazioni inerenti alla visita da parte dell’intervistatore. Questi ultimi rappresentano dei punti aggiuntivi su cui porre l’attenzione durante il colloquio al fine di approfondire la conoscenza di ogni struttura e quindi poter identificare interventi idonei a migliorare ulteriormente il comfort offerto e, conseguentemente, la qualità di vita degli ospiti. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 10 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Il questionario utilizzato Sezione 1. Nome Struttura, indirizzo e Tel: Tipo struttura: Nome Responsabile: Gestione cucina: N° pasti serviti in un giorno ospiti residenti (indicare orario) N° pasti Centro diurno e a domicilio N° medio ospiti che mangiano in refettorio: N° ospiti in refettorio assistiti per il pasto: N° ospiti allettati: N° ospiti allettati assistiti per il pasto: N° medio persone presenti per assistenza pasto (personale, parenti, Colazione n° pranzo n° Cena n° volontari..) Sezione 2. Referente menù: (nome e cognome dietista, medico) definito ? sì Il Menù è: ? no ? quindicinale ? ? autunno/inverno ? mensile Il Menù è disponibile in diverse ? si ? no versioni : primavera/estate Possibilità Diete Speciali: ? sì ? no Quali: Modalità diete speciali - diete ? Sì ? no seguito di prescrizione medica ? Sì ? no personalizzate A (nome medico) Solo all’interno di schemi già ? Sì ? no predisposti, prescritta da ? Piatti “tradizionali” ? si ? no Possibilità di preparare cibo-bevande ? si ? no Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 11 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità orario disponibilità cucina calde, a richiesta n° addetti: Se si, cosa ? Materie prime Utilizzo minestre in busta, dadi ? Bassa ? Media ? ? Media ? Alta Utilizzo alimenti in scatola ? Bassa Alta Frutta e verdura fresca di stagione ? Ogni giorno Valutazione degli Scarti ? Due tre volte/ settimana ? Se sì, come e ogni quanto tempo: Visiva BEVANDE bevande a pasto ? H2O BEVANDE ? H2O bevande fuoripasto (carrello) ? Vino ? Bevande dolci ? The, orzo.. ecc ? Bevande dolci Nessun problema Inviare richiesta menù computerizzato ? si ? no Problemi riportati:_________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Note inerenti alla “visita”: ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Atmosfera: 1 5 10 Mo, Lì_____________________________ Per il SIAN _________________________ Per la struttura_______________________ Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 12 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2. ANALISI DESCRITTIVA 2.1 LE STRUTTURE COINVOLTE NEL PROGETTO Nella tabella 1. sono elencate tutte le strutture coinvolte nel progetto di lavoro. Per ogni struttura viene specificata la tipologia, la sede ed il tipo di gestione della struttura stessa. Esse sono state suddivise in 7 gruppi a seconda del distretto socio - sanitario d’appartenenza sul territorio provinciale. Dal grafico 1. si evidenzia che nella nostra Provincia il 39% delle strutture ha una gestione pubblica, il 37% ha una gestione di tipo privato, il 24% delle strutture è gestito con altre modalità (enti religiosi, morali, cooperative) e viene riportato nel grafico come altro. Grafico 1. La gestione delle strutture (al 30/03/2005) Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 13 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Tabella 1. Le strutture della provincia di Modena (al 30/03/2005) Strutture Modena Indirizzo 1 Casa protetta "Ramazzini" Via Luosi 130 Gestione struttura Comune 2 Casa protetta RSA "9 Gennaio" Via Paul Harris 165 Comune 3 Casa protetta RSA "Cialdini" Via Cialdini 4 Comune 4 Casa protetta "Guicciardini" Via dell’Ariete 145 Comune 5 Casa protetta “Vignolese” Via Vignolese 980 Comune 6 Casa protetta "S.Giovanni Bosco" Via Morselli 60 Comune 7 Casa di riposo "Pensione Maria" Via Giorgi 42 Società privata 8 Casa di riposo "Casa Serena" Via Cucchiari 115 9 Casa protetta e Casa di riposo "Villa Anna" Via Canaletto 1004 10 Casa protetta e Casa di riposo "Villa Parco" V.le Tassoni 47 11 Casa Protetta "Villa Regina" Via Prampolini 196 12 Pia Casa S.Anna e S.Luigia 13 14 Casa protetta e Casa di riposo "Villa S.Martino" Casa protetta e Casa di riposo "Residence Ducale" Via Mascherella 7 Via S.Martino di Mugnano 90/93 Vaciglio 15 Casa protetta "Casa della Gioia e del Sole" Scarl Via Mar Mediterraneo 80 16 Casa protetta e Casa di riposo "Villa Margherita" Via Ponte di Ferro 9 17 Casa Protetta "Residence Ducale 2 " Via dell'Ariete 145 Via del Pozzo 6 Diocesi Società privata Società privata Società privata Ente morale Società privata Società privata Società cooperativa ARL Società privata Società privata Strutture Castelfranco Emilia 18 Casa Protetta - Centro Diurno "Delia Repetto" Via Circondaria Nord 39 - Castelfranco E. 19 Casa Protetta "Villa San Martino 2" Via per Riolo, 70 - Castelfranco E. 20 Casa Protetta - Centro Diurno "C.A. Dalla Chiesa" Via C. Costa, 51 - Ravarino IPAB Società Privata Comune Strutture Carpi 21 Casa Protetta "Tenente Marchi" Via Cattellani 9/C - Carpi 22 Nuova Casa Protetta RSA "Il Carpine" Piazzale Ospedale 1 - Carpi 23 RSA "Prima Rosa" Via A. Costa 54 - Carpi 24 Casa Protetta "R.Rossi" Via De Amicis 17- Novi di Modena Opere Pie di Carpi Fondazione Marchi Rossi Opere Pie di Carpi Fondazione Marchi Rossi Società privata Opere Pie di Carpi Fondazione Marchi Rossi 25 Casa Protetta "Il Quadrifoglio" P.le Donatori di Sangue, 1/a - Carpi Comune 26 Casa Protetta Comunale "S. Pertini" Via Matteotti 185, Soliera Comune Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 14 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Strutture Mirandola 27 Casa Protetta Comunale "I Tigli" Via Gramsci 8 - Concordia S/S Comune Fondazione Ente morale 28 Casa Protetta C.I.S.A. Via Alighieri 4 - Mirandola 29 Casa Protetta Comunale Via IV Novembre 1- Finale Emilia Comune 30 Casa Protetta "Augusto Modena" 31 Casa Protetta/RSA Hesperia/USL Residence Via Garibaldi 117 - San Felice S/P P.le Donatori del Sangue 1 - San Felice S/P Comune Società privata 32 Casa Protetta " Villa Rosati" Via Cavour 57 - Cavezzo Comune Strutture Vignola 33 Casa Protetta "Villa Marconi" Via Marconi 32 - Castelvetro Cooperativa sociale ONLUS 34 Casa Protetta RSA "Opera Pia di Vignola" Via Libertà 871 - Vignola IPAB 35 Casa Protetta Comunale Montese Via Righi 1000 - Montese 36 Via I Maggio - Marano S/P 37 Casa Protetta Centro Diurno "Villa Sorriso" Casa Protetta Casa di Riposo "Residence Sagittario" 38 Casa di Riposo "Villa Berti" Via della Chiesa 23 - Montale Rangone 39 Casa Albergo "Villa Paolina" Via Ponticello 341/E - Guiglia Comune Società Privata Società Privata Pia Unione "Seguimi" Società privata 40 Casa Protetta "F.Roncati" Via Rangoni 4 - Spilamberto 41 Casa Albergo "Fior di Roccia" Via M.Tesi 339 - Zocca Via Bresaola 10 - Campiglio Vignola IPAB Società Privata Strutture Pavullo N/F 42 Casa Protetta "Casa del Sole" C.so Umberto I°, 37 - Sestola 43 Casa Protetta "Casa Carani" Via Asinari 4 - Pievepelago 44 Casa Protetta "Villa Frignano" Via Crocette 3 - Pavullo N/F 45 Corso Roma 3 - Polinago 46 Casa Protetta "Residenza San Rocco" Casa Protetta e Casa di Riposo "Francesco e Chiara" 47 Casa Protetta e RSA "Villa Pineta" Via Gaiato, 252 - Gaiato di Pavullo N/F Privata Religiosa Privata Religiosa Società Privata Cooperativa sociale ONLUS Privata Religiosa Società Privata 48 Centro Servizi Fili D’Argento Via Pietri 3 - Pavullo NF Comune 49 Casa Protetta Istituto "San Giuseppe" P.zza Ottonelli 1 - Fanano IPAB Via S.Francesco 4 - Pavullo N/F Strutture Sassuolo 50 Casa Protetta - Centro Diurno "Casa Serena" 51 Casa Protetta "Coccapani di Fiorano" 52 Casa di Riposo "Villa Estense" Torre Maina 53 54 Casa Protetta "Opera Pia Carlo Stradi" Casa Protetta Casa di Riposo "Opera Pia Castiglioni" 55 Casa di Riposo "Casa della Speranza" 56 Casa Albergo "Pensione Holidays" 57 Struttura per anziani "Tenda di Abramo" Via Salvarola 50 - Sassuolo Comune Società Via Marconi 44 - Fiorano Modenese Privata Società Via Montina 3 - Torre Maina di Maranello Privata Via Rimembranze 24 - Maranello IPAB Via Mazzini 81 - Formigine Via Calcinara 1 - Montefiorino (Gusciola) Prov. per Frassinoro 38 - Casola di Montefiorino Via Papa Giovanni XXIII, 3 Montefiorino IPAB Società Privata Società Privata Società Cooperativa Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 15 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2. 2 DENOMINAZIONE DELLE DIVERSE STRUTTURE Le denominazioni riportate di seguito fanno riferimento a quanto specificato nella Deliberazione della Giunta Regionale n. 2000/564, avente come oggetto “Direttiva regionale per l’autorizzazione al funzionamento delle strutture residenziali e semiresidenziali per minori, portatori di handicap, anziani e malati di AIDS, in attuazione alla L.R. 12/10/1998, n. 34”. Casa protetta, RSA. La casa protetta e la RSA (residenza sanitaria assistita) sono strutture socio-sanitarie residenziali destinate ad accogliere, temporaneamente o permanentemente, anziani non autosufficienti di grado medio ed elevato, che non necessitano di specifiche prestazioni ospedaliere. Si differenziano per finalità assistenziali e requisiti di personale diversi. Casa di riposo, Casa albergo, Albergo per anziani. Con la denominazione di casa di riposo, casa albergo e albergo per anziani, si indica la stessa tipologia di struttura. La casa di riposo è una struttura socio-assistenziale a carattere residenziale destinata ad anziani non autosufficienti di grado lieve. 2.3 GLI OSPITI DELLE STRUTTURE In generale, gli ospiti presenti nelle strutture sono particolarmente fragili per la concomitanza di più patologie che vanno ad influire marcatamente sul livello di autosufficienza e quindi sulla qualità di vita dell’anziano. In base alle diverse tipologie di ospiti, le strutture hanno dovuto attuare profondi cambiamenti organizzativo - gestionali per poter rispondere in modo adeguato ai molteplici bisogni di un utenza sempre più vulnerabile. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 16 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2.4 LA RECETTIVITA’ DELLE STRUTTURE NEL TERRITORIO La tabella 2. riportata qui sotto, riassume il numero di strutture presenti nelle diverse zone della provincia di Modena ed il numero di ospiti residenti nelle strutture al momento della raccolta dei dati. Il grafico 2. invece, evidenzia la distribuzione degli ospiti nei 7 distretti socio - sanitari in cui è suddivisa la provincia di Modena. In media, il dato sugli utenti ospitati è abbastanza stabile con oscillazioni lievi rispetto alla capacità massima di accoglienza di tali strutture. Solo alcune strutture del territorio montano hanno un numero di ospiti che varia a seconda delle diverse stagioni (aumenta il numero di ospiti durante la stagione estiva, diminuisce durante la stagione invernale). Tabella 2. Strutture della provincia (al 30/03/2005) Zona d’appartenenza Modena Castelfranco Emilia Carpi Mirandola Vignola Pavullo N/F Sassuolo Totale N° strutture presenti Numero ospiti residenti 17 956 3 157 6 274 6 357 9 495 8 369 8 369 57 2977 Grafico 2. Distribuzione degli ospiti nelle strutture per anziani nei diversi distretti (%) Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 17 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2.5 MODALITA’ DI GESTIONE DELLE CUCINE Nella tabella 3. viene riportato l’elenco delle strutture e per ciascuna di esse viene specificato il tipo di gestione delle cucine, la presenza di un menù formalizzato, indicando anche il periodo temporale su cui esso è pianificato. In tabella abbiamo utilizzato diverse diciture che identificano quanto sotto specificato. Cucina interna a gestione diretta: strutture con cucina interna e personale proprio. Nella nostra provincia 33 strutture su 57 hanno questo tipo di gestione. Cucina interna in appalto: trattasi di strutture con cucina interna la cui gestione viene data in appalto a ditte di ristorazione esterne. Nella tabella viene indicato con “ interna in appalto”. Nella nostra provincia 13 strutture su 57 hanno questo tipo di gestione. Nell’ambito delle strutture con cucina interna esistono strutture in cui essa svolge anche la funzione di Centro produzione pasti (CP), ossia producono al loro interno i pasti per gli anziani residenti ma anche i pasti della ristorazione scolastica di quel territorio. Questa modalità gestionale viene indicata in tabella con il termine “interna CP” essa si realizza in tre strutture della provincia: a Cavezzo, a Concordia e a Ravarino. Terminale: sono strutture che funzionano da terminale pasto, cioè i pasti qui vengono confezionati e distribuiti, mentre la produzione avviene presso un Centro di produzione pasti (CP) di una ditta di ristorazione. Questo tipo di organizzazione caratterizza 11 strutture su 57 in ambito provinciale e viene indicata in tabella come “terminale”. In queste strutture può verificarsi la possibilità di produrre la prima colazione e alcune semplici preparazioni (minestrina, affettatura prosciutto…) comprese le bevande. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 18 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Il grafico 3. evidenzia le diverse tipologie di gestione delle cucine sull’intero territorio provinciale. Grafico 3. La gestione delle cucine nelle strutture della provincia di Modena Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 19 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità Tabella 3. Modalità di gestione delle cucina e formalizzazione menù (al 30/03/2005) Strutture MODENA Gestione cucina Menu' formalizzato 1 Casa protetta "Ramazzini" Terminale 5 settimane 2 Casa protetta RSA "9 Gennaio" Terminale 5 settimane 3 Casa protetta RSA "Cialdini" Terminale 5 settimane 4 Casa protetta "Guicciardini" Terminale 5 settimane 5 Casa protetta “Vignolese” Terminale 5 settimane 6 Casa protetta "S.Giovanni Bosco" Terminale 5 settimane 7 Casa di riposo "Pensione Maria" Interna Non formalizzato 8 Casa di riposo "Casa Serena" Interna 2 settimane 9 Casa protetta e Casa di riposo "Villa Anna" Interna 4 settimane 10 Casa protetta e Casa di riposo "Villa Parco" Interna in appalto 4 settimane 11 Casa Protetta "Villa Regina" Interna 1 settimana 12 Pia Casa S.Anna e S.Luigia Interna in appalto 5 settimane 13 Casa protetta e Casa di riposo “Villa S.Martino” Interna 4 settimane 14 Casa protetta e Casa di riposo "Residence Ducale" Interna in appalto 4 settimane 15 Cas protetta "Casa della Gioia e del Sole" Scarl Interna 3 settimane 16 Casa protetta e Casa di riposo "Villa Margherita" Interna Formalizzato ma non seguito 17 Casa Protetta "Residence Ducale 2 " Interna 5 settimane 18 Casa Protetta - Centro Diurno "Delia Repetto" Interna in appalto 5 settimane 19 Casa Protetta "Villa San Martino 2" Terminale 6 settimane 20 Casa Protetta - Centro Diurno "C.A. Dalla Chiesa" Interna in appalto CP 4 settimane 21 Casa Protetta "Tenente Marchi" Interna in appalto 4 settimane 22 Nuova Casa Protetta RSA "Il Carpine" Interna in appalto 4 settimane 23 RSA "Prima Rosa" Interna 4 settimane 24 Casa Protetta "R.Rossi" Interna 1 settimana 25 Casa Protetta "Il Quadrifoglio" Interna in appalto 4 settimane 26 Casa Protetta Comunale "S. Pertini" Soliera Terminale 4 settimane 27 Casa Protetta Comunale "I Tigli" Centro Diurno Interna CP 1 settimana 28 Casa Protetta Centro Diurno C.I.S.A. Interna 4 settimane 29 Casa Protetta Comunale Interna in appalto 4 settimane 30 Casa Protetta "Augusto Modena" Terminale 4 settimane 31 Casa Protetta/RSA Hesperia/USL Residence Terminale 4 settimane 32 Casa Protetta " Villa Rosati" Interna CP 4 settimane Strutture CASTELFRANCO EMILIA Strutture CARPI Strutture MIRANDOLA Strutture VIGNOLA Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 20 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 33 Casa Protetta "Villa Marconi" Interna 4 settimane 34 Casa Protetta RSA "Opera Pia di Vignola"IPAB Interna 4 settimane 35 Casa Protetta Comunale Montese Interna 4 settimane 36 Casa Protetta Centro Diurno "Villa Sorriso" Interna 4 settimane 37 Casa Protetta Casa di Riposo "Residence Sagittario" Interna in appalto 4 settimane 38 Casa di Riposo "Villa Berti" Interna 4 settimane 39 Casa Albergo "Villa Paolina" Interna 2 settimane 40 Casa Protetta "F.Roncati" IPAB Interna 4 settimane 41 Casa Albergo "Fior di Roccia" Interna 2 settimane 42 Casa Protetta "Casa del Sole" Interna 2 settimane 43 Casa Protetta "Casa Carani" Interna 3 settimane 44 Casa Protetta "Villa Frignano" Interna 2 settimane 45 Casa Protetta e Centro Diurno "Residenza San Rocco" Interna 4 settimane 46 Casa Protetta e Casa di Riposo "Francesco e Chiara" Interna in appalto 4 settimane 47 Casa Protetta e RSA "Villa Pineta" di Gaiato Interna 4 settimane 48 Centro Servizi Fili D’Argento Terminale 4 settimane 49 Casa Protetta Istituto "San Giuseppe" IPAB Interna 2 settimane 50 Casa Protetta - Centro Diurno "Casa Serena" Interna in appalto 4 settimane 51 Casa Protetta "Coccapani di Fiorano" Interna 4 settimane 52 Casa di Riposo "Villa Estense" Torre Maina di Interna 1 settimana 53 Casa Protetta "Opera Pia Carlo Stradi" IPAB Interna in appalto 4 settimane 54 Casa Protetta Casa di Riposo "Opera Pia Castiglioni" Interna 5 settimane Interna 2 settimane 56 Casa Albergo "Pensione Holidays" Interna 4 settimane 57 Struttura per anziani "Tenda di Abramo" Interna 5 settimane Strutture PAVULLO N/F Strutture SASSUOLO Maranello IPAB 55 Casa di Riposo "Casa della Speranza" Gusciola di Montefiorino Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 21 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2.6 IL CONTROLLO UFFICIALE DEL SIAN Tra le competenze del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) vi è l’attività di controllo ufficiale, finalizzata a garantire l’idoneità igienico-sanitaria dei processi produttivi e la sicurezza dei prodotti alimentari nelle diverse fasi di produzione, preparazione, somministrazione. Le strutture che ospitano anziani, in considerazione del tipo di utenza particolarmente sensibile, sono coinvolte nel controllo ufficiale degli spazi destinati alla produzione dei pasti, ogni anno. Nei centri di produzione pasti, il controllo è ancora più frequente. Tale attività di controllo viene pianificata dal SIAN in modo regolare e sistematico mediante interventi di vigilanza in collaborazione con il Servizio Veterinario. Nell’ambito ispettivo si controlla che siano mantenuti i requisiti igienico-strutturali e in caso di accertate carenze se ne prescrive la rimozione. In particolare, la costruzione, l’organizzazione e il lay out degli spazi devono realizzare il percorso “tutto avanti” delle produzioni in modo da evitare incroci “sporco - pulito”: questo criterio guida la realizzazione di nuove strutture e la ristrutturazione di quelle esistenti in modo tale da minimizzare i rischi connessi con le lavorazioni. A questo scopo il Servizio ha elaborato linee guida operative sulle caratteristiche costruttive delle strutture. Tabella 4. I controlli ufficiali del SIAN effettuati presso le strutture per anziani della provincia di Modena nel triennio 2002-2004. Anno n° strutture n° ispezioni n° prescrizioni 2002 44 50 17 2003 57 64 28 2004 58 61 22 Totale 159 175 67 Con l’introduzione del D Lgs. 155/97, ogni impresa alimentare ha la responsabilità di realizzare un piano di autocontrollo al fine di garantire la produzione di alimenti sicuri dal punto di vista igienico - sanitario. Il SIAN è l’organo deputato anche alla verifica del piano di autocontrollo adottato dalle strutture, ossia a stabilire se il sistema, nel complesso, funziona in modo adeguato alle esigenze. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 22 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità La valutazione del piano di autocontrollo prevede una verifica documentale delle procedure individuate e della loro corretta applicazione a garanzia del processo produttivo. Per una valutazione esaustiva del piano viene valutato anche il comportamento del personale con particolare attenzione al livello di conoscenza delle procedure da applicare. Ad ogni visita quindi è prevista anche l’audizione del personale addetto alle cucine e quando se ne valuta la necessità, vengono riproposte le procedure corrette da applicare e alcuni concetti chiave sulla manipolazione dei cibi e sulla preparazione di piatti potenzialmente a “rischio” dal punto di vista igienico . Il SIAN svolge anche un controllo sul menù per quanto concerne gli aspetti igienico sanitari. In particolare si valuta la presenza nel menù di preparazioni a rischio o per caratteristiche intrinseche o per modalità produttive. 2.7 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE CHE OPERA PRESSO LE STRUTTURE La formazione e l’aggiornamento del personale dipendente spetta al gestore del servizio di ristorazione. Il SIAN ogni anno propone percorsi formativi che vengono offerti all’esterno su tutto il territorio provinciale rivolti agli operatori addetti alle cucine di tutte le aziende operanti nella ristorazione collettiva. Negli ultimi anni tale attività ha contribuito alla diffusione di una cultura attenta alla prevenzione ed ha coinvolto centinaia di operatori. Oltre alle specifiche attività formative, deve essere sottolineato che anche durante l’attività di vigilanza programmata, il dialogo che s’instaura tra gli operatori che svolgono il controllo ufficiale ed il personale operante nelle strutture, rappresenta di fatto un’ “azione formativa”. Questo ha contribuito negli anni a migliorare, in modo sostanziale, il livello igienico nella predisposizione dei pasti in tutte queste realtà produttive. Oltre a fornire assistenza su aspetti igienico - sanitari, durante l’attività di vigilanza è possibile raccogliere informazioni su eventuali bisogni formativi presenti nel territorio. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 23 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2.8 LA FORMALIZZAZIONE DEL MENU’ PRESSO LE STRUTTURE Abbiamo definito “menù formalizzato” un documento scritto predisposto dalle strutture dove è riportato nel dettaglio ogni pasto settimanale offerto all’ospite. Dal menù formalizzato a cascata si realizza una pianificazione che coinvolge diversi aspetti della gestione della struttura ed in particolare del servizio di ristorazione. Un menù formalizzato rappresenta anche un sistema efficace di comunicare con l’utenza sui contenuti del servizio. Tale comunicazione sul servizio di ristorazione coinvolge gli anziani residenti in struttura e risponde alle richieste dei loro famigliari che spesso sottolineano l’esigenza di una conoscenza più approfondita del servizio offerto presso le strutture. Dalla tabella 3. a pagina 19 si evince che la predisposizione di un menù formalizzato coinvolge la quasi totalità delle strutture contattate e che il menù formalizzato viene pianificato su periodi temporali diversi (1 settimana, 2 settimane..ecc) a seconda della struttura. Due strutture si discostano da tale trend. In particolare, le informazioni raccolte evidenziano una struttura in cui non è presente un menù formalizzato ed un'altra che ha predisposto un menù formalizzato ma dichiara di non seguirlo in modo puntuale. Tali strutture hanno in comune la tipologia degli utenti in quanto ospitano un numero percentualmente elevato di persone con problemi di tipo psichiatrico. La formalizzazione del menù rappresenta una garanzia anche da un punto di vista igienico - sanitario, in quanto presuppone una valutazione del rischio delle preparazioni offerte in relazione a caratteristiche intrinseche o alle modalità produttive. Esiste, ad esempio, il divieto di somministrare alimenti contenenti uova crude in tali strutture, in base ad un’ordinanza regionale che viene riproposta ogni anno. Nel menù non devono quindi essere inserite preparazioni di questo tipo. Altro esempio, nel caso in cui si ricorra a preparazioni anticipate è necessario che la struttura sia dotata di attrezzature particolari quali l’abbattitore di temperatura. La formalizzazione del menù consente quindi di ridurre i rischi legati alla improvvisazione da parte degli operatori. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 24 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2.9 LA PROGRAMMAZIONE DEL MENU’ Un menù alimentare può essere programmato su periodi temporali diversi ed anche in relazione alle diverse stagioni. Si sono evidenziati menù pianificati in modo vario nelle diverse strutture. Si possono trovare menù che si ripetono ogni settimana, ogni due, ogni tre, ogni quattro, cinque e sei settimane. Nel grafico 4. si evidenzia facilmente che più della metà delle strutture predilige un menù programmato su quattro settimane ossia mensile. Grafico 4. La programmazione del menu' Altra caratteristica distintiva riguardo la pianificazione del menù è la relazione con la stagionalità. Esistono nella nostra provincia n° 52 strutture (il 91% del totale) che offrono 2 menù diversi a seconda della stagione “menù primavera - estate” e “menù autunno - inverno”. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 25 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità La predisposizione di menù stagionali evita la monotonia dell’offerta ed assicura pasti adeguati al clima ed alla diversa disponibilità di alcuni cibi freschi nelle diverse stagioni. Le 5 strutture che non hanno menù differenziato in rapporto alla stagione, prevedono comunque la sostituzione di alcuni piatti a seconda del periodo dell’anno (per es. la polenta offerta durante la stagione invernale viene sostituita con insalata di riso freddo durante la stagione più calda). Più avanti nella discussione dei dati si metteranno in evidenza altri aspetti importanti, per delineare la qualità del servizio, riconducibili alla presenza e al tipo di menù formalizzato. 2.10 DIETE SPECIALI PER PATOLOGIA La totalità delle strutture dichiara di poter offrire agli ospiti diete speciali per le patologie più diffuse in ambito geriatrico. La prescrizione e definizione della dieta viene realizzata dal medico che segue la struttura. Assente la figura professionale della dietista tra il personale dipendente delle strutture. Alcune strutture sporadicamente si sono avvalse della consulenza di una dietista per la definizione del menù. 2.11 MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE DEI PASTI Dato il particolare tipo di utenza, ogni realtà si è dovuta organizzare per poter rispondere anche in modo personalizzato alle esigenze dei singoli anziani spesso non autosufficienti. In caso di anziani particolarmente inappetenti diverse strutture propongono al bisogno alimenti dietetici ed integratori alimentari. Tali integratori sono inseriti in un’ottica di completamento e non di alternativa al menù ordinario; inoltre il loro utilizzo prevede sempre una indicazione specifica da parte del medico della struttura. Numerose le diete tritate e frullate, diversa la modalità di preparazione che prevede di frullare le diverse pietanze o tutte insieme (pappone) oppure tenendole separate, la scelta viene fatta a seconda delle diverse condizioni di salute dell’ospite. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 26 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 2.12 TIPOLOGIA DI ALCUNE MATERIE PRIME UTILIZZATE La qualità nutrizionale dei pasti offerti dipende anche dalle materie prime utilizzate. Abbiamo scelto di focalizzare la nostra attenzione solo su alcuni alimenti che sono tra quelli più spesso “imputati” nel determinare monotonia e scarsa qualità nutrizionale di un pasto: le minestre in busta, il dado e i prodotti in scatola. Minestra in busta. Nessuno le usa Dado di carne e/o di verdura. Viene usato da tutti come base per insaporire diverse pietanze. Prodotti in scatola. L’utilizzo, generalmente basso, si limitata ad alcuni prodotti in particolare: la passata di pomodoro e/o i pomodori pelati, il tonno, i legumi, la frutta sciroppata (utilizzata solo sporadicamente). Abbiamo anche esplorato l’opportunità per l’ospite di consumare quotidianamente frutta e verdura fresca di stagione. Frutta e verdura fresche di stagione sono offerte ogni giorno in tutte le strutture della provincia. Molti operatori hanno specificato che per la preparazione della minestra di verdura utilizzano prodotti semilavorati surgelati. 2.13 NON SOLO CIBO MA ANCHE BEVANDE Il questionario somministrato nelle strutture della provincia prevede anche due quesiti sulle bevande offerte agli anziani residenti in tali strutture, sia durante i pasti principali che fuori pasto. La sensibilità e la competenza dimostrate sull’argomento “idratazione dell’anziano” sono adeguate ed aggiornate in tutto il personale assistenziale che opera nelle strutture della provincia. Tale comportamento virtuoso è riconducibile, almeno in parte, alle azioni collegate al piano per le emergenze climatiche, attuato nell’estate 2004, rivolto alla popolazione anziana della nostra provincia, che ha previsto anche specifici interventi da attuare nelle residenze ospitanti persone anziane. Tutte le strutture della provincia hanno adottato un protocollo giornaliero d’idratazione dell’anziano. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 27 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 3. DISCUSSIONE DEI DATI 3.1 GESTIONE DELLE CUCINE Le diverse modalità di gestione delle cucine perseguono lo stesso obiettivo, ossia fornire un buon servizio di ristorazione e quindi pasti sicuri da un punto di vista igienico-sanitario e di elevata qualità nutrizionale, comprensiva anche della gradibilità da parte dell’anziano. La decisione sulla modalità di gestione della cucina spetta al titolare della struttura. Negli ultimi anni si è assistito, a livello nazionale ed anche nella nostra provincia, ad una modifica della gestione del servizio di ristorazione presso le strutture, in relazione a fattori sia di tipo organizzativo che economico. In diverse strutture si è passati da una gestione diretta della cucina interna ad una gestione della cucina in appalto a Ditte ed in alcuni casi le cucine sono state trasformate in terminali. Esistono per ogni tipo di gestione degli aspetti particolarmente positivi ed altri meno vantaggiosi. E’ riconosciuto come una elevata flessibilità ed una capacità di adattarsi rapidamente alle richieste improvvise rappresenti un prerequisito fondamentale per favorire una migliore alimentazione nell’anziano istituzionalizzato. Il raggiungimento di queste condizioni è senz’altro facilitato dalla presenza della cucina all’interno della struttura che rimane la modalità più diffusa, a differenza di quanto sta accadendo in altri settori della ristorazione collettiva (es. ristorazione scolastica). Si ritiene perciò fondamentale che anche in presenza di fornitura esterna dei pasti, la struttura sia in grado di garantire preparazioni estemporanee per raggiungere gli obiettivi di flessibilità che diversamente non potrebbero essere soddisfatti. Ogni scelta sulla modalità gestionale comunque, per definirsi ottimale, richiede la conoscenza di vantaggi e svantaggi ad essa connessi e delle soluzioni più adeguate per ogni realtà. Questa competenza deve orientare gli appalti prevedendo apposite clausole contrattuali. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 28 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 3.2 IL MENU’ OFFERTO Per ottenere un’alimentazione quantitativamente e qualitativamente adeguata alle esigenze di chi ne usufruisce occorre innanzitutto pensare e pianificare un menù ad hoc. Un menù formalizzato è indicativo di programmazione e quindi di qualità quando parliamo di alimentazione nell’anziano. I menù offerti nelle strutture della nostra provincia sono adeguati alle esigenze nutrizionali degli ospiti e sono il risultato di una ricerca continua e di molta attenzione per rispondere alle molteplici esigenze degli anziani residenti. Per minimizzare il rischio di monotonia e poter sfruttare anche l’offerta di cibo quale occasione di stimolo e coinvolgimento dell’anziano, è consigliabile pianificare un menù su tre - quattro settimane (scelta che è già condivisa da più della metà delle strutture coinvolte). Nella nostra provincia l’impostazione del menù, nelle strutture che hanno una gestione diretta della cucina interna, è realizzata attraverso diversi professionisti che operano presso le strutture tra cui i medici ed altri operatori che sono a contatto diretto con gli anziani. Praticamente assente la figura della dietista a supporto del servizio erogato. La partecipazione al lavoro di equipe di figure professionali quali la dietista rappresenterebbe un prezioso contributo soprattutto in contesti come questi dove la qualità nutrizionale dei pasti incide ancor più marcatamente sia sul livello di salute che sull’ aspettanza di vita dell’anziano. 3.3 TIPOLOGIA DI ALCUNE MATERIE PRIME UTILIZZATE Offrire pietanze appetitose, varie e di buona qualità nutrizionale può presentare qualche difficoltà, in particolare per quanto riguarda il pasto serale. “Minestrina e scatoletta” solitamente non fanno parte del menù offerto nelle strutture della nostra provincia. Infatti, anche il pasto serale prevede generalmente varietà nutrizionale compatibilmente al tipo di utenza. Praticamente assente l’offerta di cibi pronti e minestre in busta, limitato è l’utilizzo dei prodotti in scatola. Appare invece come un’abitudine radicata, che accomuna tutte le strutture, l’utilizzo di dado di carne e di verdura. Sarebbe auspicabile favorire l’uso dei sostituti del dado come esaltatori del gusto in cucina secondo i dettami della dieta mediterranea (aromi, spezie, erbette). Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 29 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 3.4 IL PASTO OFFERTO: NON SOLO NUTRIENTI Anche nell’anziano un buono stato nutrizionale è relazione diretta con un buon livello di salute. Nella definizione dello stato nutrizionale dobbiamo ovviamente prevedere lo studio delle funzioni metaboliche, della composizione corporea e del bilancio energetico. Il pasto offerto (energia in entrata) è uno dei fattori dell’equazione che definisce il bilancio energetico; esso deve compensare in modo adeguato le esigenze energetiche (energia in uscita) e nutrizionali dell’utente. Il pasto offerto e consumato dall’anziano non rappresenta però solo energia e nutrienti. Il cibo è anche un mezzo con cui mantenere vive le sensibilità gustative, olfattive e visive dell’anziano. Per questo motivo il menù deve prevedere anche ricette antiche che facciano sentire all’anziano il legame con le sue origini e le sue tradizioni. Ogni singola ricetta può essere uno strumento importantissimo per comunicare con gli anziani; i cibi infatti hanno in sé un potere straordinario ossia quello di creare emozioni, di stimolare e anche di “farli sentire a casa”. Con il questionario somministrato abbiamo voluto esplorare anche l’aspetto culturale gastronomico del menù. La specifica domanda “presenza di piatti tipici” voleva verificare l’attenzione dei gestori a tale aspetto che rappresenta un punto chiave per definire la qualità di un menù. Tutte le strutture della nostra provincia hanno adottato dei menù che prevedono l’offerta anche di piatti tipici della zona, che uniscono le tradizioni alle più moderne tecnologie alimentari nel prepararli e quindi nel complesso sono più vicini alle esigenze gustative e nutrizionali degli utenti. E’ soprattutto in relazione agli aspetti non strettamente nutrizionali del cibo, che si consiglia di utilizzare le diete tritate e frullate solo quando le esigenze lo impongono, perchè il “Soft diet regime” fa perdere ai cibi e alle pietanze il loro straordinario potere evocativo. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 30 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 3.5 QUALE DIETA PER L’ANZIANO ISTITUZIONALIZZATO ? Senza trascurare i principi base della dietetica e della terapia nutrizionale, occorre sottolineare, ogni volta che si predispone un menù per anziani istituzionalizzati, che esso deve essere innanzitutto gradito ed accettato. Infatti una dieta terapeuticamente perfetta ma poco appetibile può essere rifiutata e quindi può determinare una carenza nell’assunzione di nutrienti, favorire la perdita di peso corporeo e sfociare in una spirale di effetti negativi ben noti. Indicazioni di maggior flessibilità nella predisposizione dei menù per anziani ci vengono fornite da autorevoli fonti scientifiche che sottolineano l’importanza della “dieta più flessibile per adulti anziani ospiti nelle strutture protette”. La ricerca continua della gradibilità (ed il buon senso) sembra aver guidato spontaneamente il personale preposto alla definizione dei menù delle strutture contattate. La totalità delle strutture ha adottato menù alimentari meno rigidi da un punto di vista dietetico, ma più graditi e nel complesso più aderenti alle esigenze nutrizionali di questa particolare tipologia di utenza. 3.6 LA FORMAZIONE Abbiamo già definito “adeguati nel complesso” alle esigenze i menù offerti e l’attenzione dedicata al servizio di ristorazione. Si evidenzia però che la formazione in area nutrizionale è “a macchia di leopardo”; ciò che infatti caratterizza l’intero territorio, è l’assenza di un percorso formativo comune che preveda un approccio clinico alla nutrizione, puntuale e condiviso dalle diverse equipe operanti nelle strutture. Una formazione specifica aggiuntiva in area nutrizionale, per il personale che cura ed assiste gli anziani, viene fortemente consigliata ai fini d’implementare le conoscenze, permettere il mantenimento e il miglioramento dello stato nutrizionale che tanto condiziona lo stato di salute dell’anziano istituzionalizzato. Si sottolinea inoltre l’esigenza di una formazione nutrizionale anche per il personale addetto alla preparazione dei pasti. E’ importante prevedere corsi di formazione che, oltre agli aspetti relativi alla sicurezza alimentare, affrontino anche il tema del rapporto tra alimentazione e salute dell’anziano. Gli stessi operatori ed i responsabili delle strutture in diverse occasioni ci hanno sottolineato l’interesse e l’esigenza di interventi formativi aggiuntivi su di una serie d’argomenti dell’area nutrizionale. Report dei dati raccolti nel periodo 2002-2005 31 Analisi del servizio di ristorazione nelle strutture per anziani della provincia di Modena: aspetti di qualità 4. CONCLUSIONI La nutrizione adeguata, viene descritta in diversi documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come la pietra miliare per la salute di ogni persona ed anche come uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Nonostante il progresso delle scienze biomediche, nel XXI secolo la malnutrizione per difetto rimane ancora un problema significativo non solo nei Paesi in via di sviluppo ma anche nei Paesi industrializzati in particolare tra le persone anziane. Paradossalmente il problema persiste, nonostante esso sia prevenibile e / o trattabile. Evidenze scientifiche sottolineano quanto sia importante, per ridurre il grado di malnutrizione degli anziani ospiti delle strutture, riuscire a trasmettere informazioni chiare e precise su come valutare lo stato nutrizionale dell’anziano, favorire il mantenimento di un buono stato nutrizionale e su come meglio riconoscere lo stato di malnutrizione, le cause e gli effetti ad esso associati. Occorre che venga favorita senza più ritardi la misura e la registrazione regolare del peso corporeo (e dell’altezza) degli anziani residenti nelle case di riposo. Tale pratica deve essere implementata quale misura di sorveglianza dello stato nutrizionale. Essa rappresenta il primo passo di un percorso mirato allo sviluppo di sistemi integrati di sorveglianza nutrizionale a livello locale e / o regionale. Si auspica di poter offrire interventi per la diffusione di una formazione specifica in area nutrizionale che non si realizzi solo nel menù offerto ma piuttosto in un approccio nutrizionale multidisciplinare volto ad un’assistenza sempre più attenta e premurosa degli anziani, che preveda il coinvolgimento di tutto il personale che opera nelle strutture, pur con peculiarità e responsabilità diverse in relazione all’attività svolta. Si ritiene che le informazioni raccolte da questa indagine possano fornire elementi di riflessione e rappresentare un ulteriore contributo per la pianificazione e la programmazione futura degli interventi di prevenzione e socio-assistenziali rivolti a questa utenza così fragile. 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