Percorso didattico Bosco dell`Osellino

Percorso didattico
Bosco dell’Osellino
FAINA
LUPO
TASSO
VOLPE
RICCIO
SCOIATTOLO
DONNOLA
TALPA
LEPRE
a cura del Servizio Tecnico Bosco
Il bosco dell’Osellino
Evoluzione del bosco da 10 a 50 anni
Il bosco dell’Osellino è stato uno dei primi interventi di forestazione realizzati nella pianura veneta. Con
l’obiettivo di creare il bosco tipico di queste zone (il Querco-Carpiento planiziale) nel 1994 sono state messe a
dimora 13.000 piante, di provenienza autoctona e certificata, appartenenti a 35 specie diverse di alberi ed
arbusti.
Alberi
Quercus Robur - Farnia
Tilia cordata - Tiglio selvatico
Carpinus betulus - Carpino bianco
Acer campestre - Acero campestre
Ulmus minor - Olmo campestre
Salix alba - Salice bianco
Populus alba - Pioppo bianco
Alnus glutinosa - Ontano nero
Nel 2006 seguendo i principi della “selvicoltura di qualità” è stato eseguito un primo intervento di diradamento
che tramite la riduzione del numero di piante e la regolazione della mescolanza delle principali specie, ha
permesso di orientare lo sviluppo del giovane bosco mantenendo una struttura articolata e valorizzando la
crescita armonica delle piante migliori. L’evoluzione del bosco è periodicamente monitorata per accompagnare,
nel lungo periodo, l’ecosistema verso un equilibrio più naturale possibile.
Arbusti
Crategus monogyna - Biancospino
Prunus spinosa - Prugnolo
Euonymus europaeus - Fusaggine
Sambucus nigra - Sambuco nero
Viburnum opulus - Pallon di neve
Viburnum lantana - Lantana
Corylus avellana - Nocciolo
Cornus mas - Corniolo
disegni: daniela gerometta
Curiosità
ORIGINE - Quercus robur- Farnia: il nome quercus ha origine celtica
e significa “bel albero”, robur in latino significa forza.
La quercia, intesa come farnia e rovere, era venerata dagli antichi
come creatura sacra, oracolare, che con il corpo fatto di profonde
radici affondate nella terra, il tronco e la alta chioma rivolta al cielo
bene rappresentava l’allegoria dei tre mondi: gli inferi mondo dei
defunti,la terra mondo dei viventi ed il cielo mondo delle divinità.
A Dodona, nell’Epiro, sede del più antico oracolo greco, cresceva
un’enorme quercia sacra a Zeus. Per gli antichi Romani era il
simbolo della sovranità, le insegne dei re erano rappresentate da
una corona di foglie di quercia.
La quercia ha una crescita lenta ma una notevole longevità: alcuni
esemplari hanno raggiunto l’età di 1000 anni.
UTILIZZO - La quercia produce legno di pregio utilizzato nell’industria del mobile, per realizzare pavimenti e botti
per invecchiare il vino e i distillati.
PROPRIETA’ - La corteccia della Quercus robur, secondo la medicina popolare, veniva utilizzata per uso interno in
decotto o in tisana contro le infiammazioni intestinali e le diarree; per uso esterno in decotto per calmare le
gengive irritate, le emorroidi, le irritazioni della mucosa e della pelle in genere.
ORIGINE - Carpinus betulus - Carpino bianco: il nome
carpino è di origine celtica, ‘car’ significa legno e pen testa,
ovvero legno adatto a costruire i gioghi per i buoi.
UTILIZZO - Il carpino produce un legno pesante, consistente, ma poco duraturo soprattutto se esposto in ambiente umido; di colore chiaro è utilizzato sia per oggetti di
piccole dimensioni, come birilli, scacchi, raggi di ruote o
ingranaggi; è inoltre un ottimo combustibile dalla resa
elevata.
PROPRIETA’ - Il carpino ha proprietà medicinali importanti
e viene utilizzato in caso di affezioni delle vie respiratorie
quale fluidificante e calmante.
ORIGINE - Acer campestre-acero campestre: il nome latino
‘acer ‘ significa aspro duro come il legno di questo albero,
’campestre‘ è riferito alla presenza spontanea di questa
specie nei campi non coltivati.
UTILIZZO - Tradizionalmente il suo legno è molto valutato per
la sua grana fine ed è usato per l’intaglio di alta qualità e per
la costruzione di strumenti musicali: arpe e violini.
Presente nel paesaggio rurale, veniva impiegato come tutore
vivo della vite e nella formazione di siepi.
PROPRIETA’ - L’acero campestre è una pianta mellifera, dalla
quale si produce un’ottima varietà di miele, con una buona
resa melata.
disegni: daniela gerometta
La fruizione
Per rendere maggiormente fruibile il bosco dell’Osellino sono state realizzate una viabilità pedonale
interna, con percorsi in legno per non costipare il terreno, ed una ciclopedonale esterna in ghiaino o
asfalto completata da aree di sosta con panchine e passerelle in legno.
Al centro del bosco troviamo una torre panoramica che
permette di osservare l’aspetto e lo sviluppo dell’ecosistema
boschivo nelle diverse stagioni ed età. La struttura può
prestarsi a studiare e monitorare sia l’avifauna stanziale sia
quella di passo che si rifugia per brevi periodi sugli alberi.
Infine dalla sommità della torre, alta 15 m, si può percepire il
paesaggio, urbano, nel quale il bosco è inserito.
Uccelli
Parus major- Cinciallegra
Ficedula hypoleuca - Balia nera
Troglodytes troglodytes - Scricciolo
Passer domesticus - Passero
Pica pica- Gazza
Picus viridis - Picchio verde
Cuculus canorus - Cuculo
Asio otus - Gufo comune
Erithacus rubecula - Pettirosso
Carduelis carduelis - Cardellino
Dendrocopos major- Picchio rosso
Athene noctua - Civetta
disegni: daniela gerometta
Curiosità
BOSCO ED UCCELLI
Ogni bosco maturo ha, in funzione dell’ altezza ed età delle piante, almeno due diversi piani: uno superiore ed uno
inferiore che sono utilizzati in maniera differente all’avifauna. Rapaci e corvidi, ad esempio, usano gli alberi del
livello superiore come posatoio e per la nidificazione, mentre i picchi cercano cibo nella corteccia e nel fusto
scavano i propri rifugi. Gli arbusti, gli alberi di altezza ridotta e lo strato erbaceo, che compongono il livello inferiore,
danno nutrimento e riparo a molte specie di uccelli tra cui capinere, tordi, merli ed usignoli.
Alberi dove nidificano gli uccelli
SALICE BIANCO
Ceppaia: nidifica il merlo (Tordus merula)
Cavità del tronco: nidificano:
cinciallegra (Parus major) e upupa (Upupa epoos).
Rami lungo i corsi d’acqua: nidifica il pendolino (Remiez pendulinus).
PIOPPI
Cime: nidifica la gazza (Pica pica)
Rami vicino al tronco: nidificano la ghiandaia (Garrulus glandarius), la tortora
(Streptopelia decaocto).
Sporgenze dei primi grossi rami (pioppo nero): nidifica il rigogolo (Oriolus oriolus).
Tronco: nidifica il picchio rosso (Picodes major) e picchio verde (Picodes viridis),
depongono le uova in cavità che scavano appositamente.
PLATANO
Fronde: nidifica il cardellino (Carduelis carduelis), quando non c’è la gazza che
preda le uova.
ACERO CAMPESTRE
Individuo giovane: nidificano verdoni (Carduelis chloris) e cardellini (Carduelis
carduelis).
Individuo maturo e molto ramificato: nidifica la cornacchia grigia (Corvus corone
cornix).
FARNIA
Fronde: nidifica il cardellino (Carduelis carduelis)
Rami vicino al tronco: nidificano tordo bottaccio (Tordus philomelos) e sassello
(Tordus iliacus).
OLMO
Nidificano il colombaccio (Columba palumbus) e il fringuello ( Fringilla
coelebs).
disegni: daniela gerometta
Aree umide
Nel 2006, dopo aver allargato le
sezioni e rimodulato gli argini di
vecchie scoline presenti nel bosco
tramite piccoli Interventi di ingegneria naturalistica, sono state realizzate
due aree di raccolta dell’acqua
piovana, allagate per alcuni periodi
dell’anno.
Sezione tipo area umida
Sono stati messi poi a dimora alberi ed arbusti igrofili (Ontano nero, Frangola e Salice cenerino) e specie
erbacee, tipiche degli stagni di pianura, tra cui Carici, Tifa e Iris. In maniera non invasiva si è così cercato
di favorire la differenziazione di nuovi microhabitat umidi che esaltano la diversità biologica e la valenza
didattico–naturalistica.
Typha
Pragmite
Carice
Carice
Superficie aree umide:
mq 2.700
Area umida con specie erbacee - sezione tipo
Anfibi e rettili
Questo giovane habitat forestale igrofilo è in continua evoluzione. In esso vivono alcune specie di anfibi
e rettili come Rospo smeraldino, Raganella, Rana verde, Tritone punteggiato, Ramarro, Biacco e Tartaruga palustre e potenzialmente Rana di Lataste, Rana dalmatina e Tritone crestato.
Rana agile - Rana Dalmatina
Tartaruga palustre - Hemys orbicularis
Rospo smeraldino - Bufo viridis
Ramarro - Lacerta bilineata
Rospo comune - Bufo bufo
Tritone crestato-Triturus carnifex
Raganella italica- Hyla intermedia
Biacco - Culuber viridiflavus
disegni: daniela gerometta
Curiosità
CARICE - Carex elata All.
DESCRIZIONE: E’ una pianta erbacea perenne con dimensioni tra
i 30 e i 100 cm di altezza. Forma cespi cilindrici, robusti e densi,
larghi fino ad un metro. Le foglie sono lunghe e strette con
margine tagliente, di colore verde brillante. Le infiorescenze sono
a spiga con piccoli fiori scuri.
HABITAT: Cresce prevalentemente sulle sponde di fossi e canali,
lungo i bordi di piccoli corsi d’acqua, dove i suoli sono spugnosi
e costantemente intrisi d’acqua.
CURIOSITA’: Fino al secondo dopoguerra le foglie della carice
spondicola venivano ampiamente raccolte per impagliare sedie.
CANNA PALUSTRE - Phragmites australis L.
DESCRIZIONE: È una specie erbacea perenne, rizomatosa.
Si sviluppa in altezza con un fusto liscio e dritto che raggiunge
anche i 3 m di altezza. Mediamente il diametro del fusto è di circa
1,5 cm. Le foglie sono lineari, larghe fino a 3 cm, di colore verde
acceso e con margini taglienti. L’infiorescenza è formata da una
pannocchia composta da spighette pelose di circa 1 cm che
contengono i semi.
HABITAT: Si sviluppa in densi canneti in prossimità di paludi e aree
umide, sulle sponde di laghi, stagni, fossati e in terreni incolti
bagnati. E’ diffusa anche nelle lagune salmastre poiché tollera
un moderato livello di salinità.
CURIOSITA’: Nel secolo scorso, i fusti venivano utilizzati per la
costruzione dei tetti e dei frangivento nelle zone vallive e litoranee. A Venezia si realizzavano i controsoffitti delle case e dei
palazzi.
Negli ultimi anni l’ottima attività biologica e il facile reperimento
ne hanno favorito l’uso nella fitodepurazione. Da questa pianta
si possono inoltre ricavare cesti, scope, sughero combustibili,
coloranti ed impagliare sedie.
TIFA - Typha angustifolia L.
DESCRIZIONE: È una specie erbacea perenne, rizomatosa. Il fusto è
eretto e può superare anche i 2 m di altezza. Le foglie sono verdi e
lineari. L’infiorescenza è di forma cilindrica, bruno-marrone e
vellutata dopo la fioritura, nella parte superiore è presente un’altra
infiorescenza. I semi cadono nel periodo autunnale.
HABITAT: E’ molto diffusa nelle paludi, negli stagni e nei fossati della
pianura ma può raggiungere anche i 1000 m di altitudine. Predilige
i terreni costantemente sommersi d’acqua fino ad 1 m di profondità.
CURIOSITA’: I rizomi, dopo essere stati essiccati e triturati, sono usati
per alcuni tipi di dolci o come succedaneo del caffè. In passato le
foglie si usavano per ricoprire capanni, per fabbricare cappelli,
stuoie e rivestimenti di recipienti in vetro (fiaschi e damigiane).
disegni: daniela gerometta
Le Funzioni
Emissione ossigeno e assorbimento dell’anidride carbonica
Tramite il processo di fotosintesi le piante accumulano, fissandolo, carbonio nei propri tessuti e
rilasciano molecole di ossigeno nell’atmosfera
migliorando la qualità dell’aria che respiriamo.
O2 - OSSIGENO
LUCE
CO2
H2O - ACQUA
N - AZOTO
K - POTASSIO
Ca - Calcio
Fitodepurazione
denitrificazione
assorbimento
filtrazione
Alcune piante, tramite le radici ed i microrganismi
presenti attorno ad esse, possono depurare
le acque con cui sono a contatto assorbendo,
accumulando o trasformando i composti di azoto
e di fosforo di origine agricola che contribuiscono
ad inquinare canali e fiumi.
Protezione da inquinamento
I boschi possono fungere da barriera vegetale,
in prossimità di strade trafficate, schermando da
gas di scarico e riducendo i rumori.
Aumento della biodiversità
Grazie ai diversi habitat e alle specie animali e
vegetali presenti nei boschi si arricchisce l’ambiente
e si contrastano l’impoverimento e la semplificazione della natura indotti dall’uomo.
disegni: daniela gerometta
Le Funzioni
Miglioramento del paesaggio e della qualità della vita
Il recupero e la riqualificazione del paesaggio,
attraverso la realizzazione di boschi e parchi,
migliorano la qualità della vita permettendo di
godere di spazi dove vivere
nel tempo libero a contatto con la natura e arricchendo esteticamente il paesaggio urbano.
Laboratorio didattico
All’interno del bosco possono essere svolti progetti
di ricerca e sperimentazione scientifica per
comprendere l’evoluzione dei boschi di pianura e
poter indirizzare correttamente la gestione.
Produzione di materie
L’uomo ha sempre gestito il bosco, tramite la
selvicoltura, per ottenere il legno e usarlo per
riscaldarsi, cucinare e costruire. Nelle foreste ha
anche trovato alimentazione (funghi, radici, frutti
e selvaggina) ed erbe medicinali.
Recupero della memoria storica e dell’identità della città
Uno degli scopi del progetto è quello di creare un
bosco con caretteristiche simili a quelli esistenti
storicamenti nella pianura, per recuperare l’identità
propria dei luoghi e tramandarla culturalmente alle
nuove generazioni.
disegni: daniela gerometta
Animali del bosco
Moscardino - Muscardinus avellanarius.
Il moscardino (chiamato anche nocciolino) può raggiungere i 10 cm di lunghezza e i 16 cm se
si considera anche la coda, pesa 15-35 grammi. Ha un mantello di colore arancione-giallo che
diventa meno intenso nella parte inferiore. Le sue orecchie sono piccole e non molto
sviluppate, la coda è lunga e completamente ricoperta dì peli, i suoi occhi sono grandi e neri.
Le zampe sono brevi, quelle posteriori più lunghe con 5 dita e 6 cuscinetti plantari.
Ha abitudini prevalentemente notturne. Da ottobre-novembre a marzo-aprile va in letargo,
si rifugia nel nido chiuso e tondeggiante costituito da materiali vegetali e collocato in cavità
del terreno, rocce, alberi o sotto cataste di legna. Si ciba di frutta, soprattutto noccioline
( da qui il nome della specie, avellanarius, dove avellana significa appunto nocciola), bacche,
ghiande e gemme ma può mangiare anche dei piccoli insetti. La femmina partorisce 1-2 volte
l'anno, 2-9 piccoli. La durata media della vita del moscardino è di 3 anni.
Scoiattolo – Sciurus vulgaris.
Lo scoiattolo comune è lungo circa 25 cm senza la coda; questa è lunga da 15 a 20 cm. Il peso
va da 250 a 340 g. Si pensa che una coda così lunga sia utile allo scoiattolo nel balzare da un
albero all'altro e nel correre lungo i rami, assicurandone l'equilibrio. Potrebbe inoltre avere
una funzione termica, contribuendo a mantenere il calore del corpo durante il sonno.
Durante le fasi di corteggiamento la coda serve come segnale ottico e viene sollevata e
agitata in modo del tutto particolare . Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori
permettono all'animale di muoversi con molta agilità sul terreno, mentre le forti unghie e
i cuscinetti plantari gli consentono di arrampicarsi con sorprendente abilità sugli alberi.
La femmina può avere fino a 2 gravidanze l'anno e ciascuna figliata dà alla luce 3-4 piccoli.
Lo scoiattolo comune è un roditore, onnivoro, che vive prevalentemente sugli alberi, rimane
attivo anche durante la stagione invernale e vive in media tre anni.
Lepre comune - Lepus europaeus.
È un animale dalla forma piuttosto slanciata, con arti posteriori più lunghi di quelli anteriori,
particolarità che gli conferisce la velocità e l'abilità di un grande corridore e saltatore.
Durante la corsa, l'animale può raggiungere anche i 60 km orari. Misura fino a 70 cm di
lunghezza (oltre a circa 8 cm di coda), per un peso che sfiora i 7 kg . La lepre è un animale
dalle abitudini crepuscolari e notturne, si rifugia in anfratti naturali o in buche superficiali
del terreno, profonde al massimo 20 cm. È un animale molto timido e cauto, Hanno una dieta
esclusivamente erbivora, comprendente, in estate, piante erbacee, frutti e funghi.
In inverno la dieta è naturalmente molto più povera, essendo costituita da erbe secche e
cortecce di alberi ed arbusti Durante l'arco dell'anno una femmina può portare a termine fino
a tre gravidanze, a seconda della disponibilità di cibo; dopo una gestazione di 6 settimane
nascono generalmente da 1 a 6 piccoli.
La lepre può vivere sino ai 12 anni ma raramente in natura supera i 3 anni.
Tasso - Meles meles.
Il tasso ha un'altezza al garrese di 30 cm. Il peso varia molto con la stagione: 9-20 kg per il
maschio e 6.5-14 kg per la femmina. Abita sia il bosco deciduo che le zone con pascoli aperti.
Essi occupano tane composte da estesi sistemi di passaggi sotterranei con parecchie uscite
all'aperto. Il tasso è di abitudini prevalentemente notturne. E’ onnivoro in estate-autunno,
diventa carnivoro d'inverno.Si ciba occasionalmente anche di insetti molluschi, arvicole, talpe,
conigli, rane, carogne e vegetali (bulbi, frutti, piante erbacee, ghiande, funghi). Il tasso è meno
attivo negli inverni freddi ma non va in letargo. Le femmine hanno una sola figliata all'anno, di
2-4 piccoli. Possono vivere fino a 20 anni.
Talpa europea – Talpa europaea.
È lunga 14-16 cm esclusa la coda che misura 3 cm. Pesa dai 60 ai 120 g. Trascorre la maggior
parte del tempo in un complesso sistema di gallerie sotterranee collocate a 15-25 cm dalla
superficie, utilizzate come ripari permanenti. Ha una vista limitata compensata da olfatto e
udito molto sviluppati. Il senso del tatto è anch'esso molto sviluppato. La talpa dorme
soltanto 2 - 3 ore per volta e nel corso delle 24 ore dorme più volte. Non cade in letargo. Si
nutre di invertebrati che popolano il sottosuolo. La riproduzione avviene una volta all'anno,
in media nascono 4-6 piccoli, che vengono allattati per circa 6 settimane. L'aspettativa di vita
media di una Talpa europaea è di 4-6 anni.
disegni: daniela gerometta
Animali del bosco
Riccio europeo – Erinaceus europaeus.
Tutti i ricci sono dotati di aculei, che sono peli modificati e resi rigidi dalla presenza di cheratina.
In un adulto la loro lunghezza è circa 2-3 cm e il numero medio intorno a 5000. La tipica
strategia di difesa dei ricci consiste nell’appallottolarsi spingendo gli aculei verso l’esterno.
Tale protezione è utile anche in caso di caduta. Nonostante questo bisogna fare attenzione a
non danneggiarli, sono infatti molto delicati. Il riccio va in letargo in autunno per risvegliarsi
in primavera, è un animale onnivoro. La sua dieta include insetti, lumache, rane, uova di uccelli
e vari vegetali. Ama la frutta, i vermi e tutti gli animaletti che popolano il sottobosco. Può
arrivare a mangiare uccelli di piccola taglia, topi e serpenti. La femmina ha una gravidanza
all’anno, in seguito alla quale partorisce fino a 9 piccoli. La vita di un riccio in natura può
arrivare a 6 anni.
Volpe - Vulpes vulpes.
In Italia la volpe è presente in tutte le regioni anche se è poco comune nella pianura padana
a causa dell'antropizzazione del territorio. La volpe è un canide misura in lunghezza da 65
a75 cm, la coda misura da cm 35 a 45 vive principalmente nei boschi, ma si può rinvenire
anche in brughiere aperte, in montagna e nelle campagne coltivate. Attiva di notte, si
protegge di notte nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso e di istrice
abbandonate. I cuccioli di volpe, di solito 4 o 5, nascono nella tarda primavera. Sono attivi e
svezzati dopo circa sei settimane, ma stanno con la madre sino all'autunno. La volpe può
vivere sino a 12 anni ma raramente in natura supera i 2 anni.
Faina - Martes foina.
In Italia è presente in tutta l'area peninsulare: predilige le aree forestali , ma si trova anche in
aree antropizzate. Misura 45-50 cm, cui vanno sommati 25 cm di coda, per un peso medio di
un paio di chilogrammi. Il pelo è corto e folto: sul dorso di colore marrone, con tendenza a
schiarirsi su muso, fronte e guance. La faina è un animale dalle abitudini notturne:
utilizza come rifugi diurni cavità od anfratti riparati , nei fienili, nelle stalle, nelle pietraie, tra le
cataste di legna dalle quali esce al tramonto. E’ un animale principalmente solitario e onnivoro
ma la carne è la componente principale della sua dieta. Spesso procura danni alle attività
umane: in un pollaio o in una conigliera spesso uccide un numero di animali superiore al suo
fabbisogno immediato di cibo: questo comportamento è noto come surplus killing.
La stagione riproduttiva avviene durante l'estate. La gestazione dura circa otto mesi, al termine
dei quali vengono dati alla luce da uno a quattro cuccioli. L'aspettativa di vita in natura di
questi animali è di 5-10 anni, mentre in cattività possono sfiorare i venti anni di vita.
Donnola – Mustela nivalis.
Lunghezza: testa-corpo 11-30 cm; coda: 3-120 cm. E’ il più piccolo mustelide, l’habitat
della Donnola è molto vario: pianure, montagne, boschi, coltivi, cespuglietti, rovine.
Per la specie è molto importante la presenza di acqua. Di abitudini solitarie e notturne, in
particolare quando caccia, risulta però attiva anche di giorno. È capace di nuotare e di
arrampicarsi. Il nido è costruito in cataste di legna, oppure in tronchi cavi, viene imbottito
di paglia, pelo, sostanze vegetali. I piccoli per nidiata variano da 2 a 7. La Donnola può avere
due parti annui e la vita media si aggira intorno ai 3 anni. La Donnola uccide spesso
animali più grandi di lei (lepri, conigli, uccelli ecc.) non disdegna però topi, ratti, anfibi e rettili.
Pipistrello albolimbato - Pipistrellus kuhlii.
Nel mondo vivono 1.100 specie di pipistrelli ed in Italia ne troviamo 32. I pipistrelli rappresentano il 30% di tutte le specie di mammiferi selvatici presenti nel nostro paese. Sono gli unici
mammiferi a saper volare; animali notturni, grazie ad un sofisticato sistema radar ad
ultrasuoni, riescono a vedere anche nella più completa oscurità. Le dimensioni del corpo
variano in lunghezza da 5 a 7 cm, l’apertura alare varia da 20 a 25 cm ed il peso si aggira
intorno ai 5/15 grammi. A differenza degli altri uccelli, non costruiscono il nido ma per
ripararsi e proteggersi dai predatori usano rifugi già esistenti. Durante l’anno questi rifugi
cambiano a seconda dell’uso richiesto: i pipistrelli principalmente utilizzano le cavità degli
alberi, gli edifici abbandonati e le cavità naturali come le grotte. E’ un formidabile mangiatore
di insetti, d’estate in una notte un pipistrello può ingerire insetti sino all’aumento del 50% del
suo stesso peso. In inverno vanno in letargo.In Italia sono una specie protetta.
disegni: daniela gerometta
Impronte
SCOIATTOLO
TALPA
PIPISTRELLO
LUPO
RICCIO
ROSPO
FAINA
VOLPE
TASSO
DONNOLA
PICCHIO
LEPRE
disegni: daniela gerometta