Percorso didattico Bosco dell’Osellino FAINA LUPO TASSO VOLPE RICCIO SCOIATTOLO DONNOLA TALPA LEPRE a cura del Servizio Tecnico Bosco Il bosco dell’Osellino Evoluzione del bosco da 10 a 50 anni Il bosco dell’Osellino è stato uno dei primi interventi di forestazione realizzati nella pianura veneta. Con l’obiettivo di creare il bosco tipico di queste zone (il Querco-Carpiento planiziale) nel 1994 sono state messe a dimora 13.000 piante, di provenienza autoctona e certificata, appartenenti a 35 specie diverse di alberi ed arbusti. Alberi Quercus Robur - Farnia Tilia cordata - Tiglio selvatico Carpinus betulus - Carpino bianco Acer campestre - Acero campestre Ulmus minor - Olmo campestre Salix alba - Salice bianco Populus alba - Pioppo bianco Alnus glutinosa - Ontano nero Nel 2006 seguendo i principi della “selvicoltura di qualità” è stato eseguito un primo intervento di diradamento che tramite la riduzione del numero di piante e la regolazione della mescolanza delle principali specie, ha permesso di orientare lo sviluppo del giovane bosco mantenendo una struttura articolata e valorizzando la crescita armonica delle piante migliori. L’evoluzione del bosco è periodicamente monitorata per accompagnare, nel lungo periodo, l’ecosistema verso un equilibrio più naturale possibile. Arbusti Crategus monogyna - Biancospino Prunus spinosa - Prugnolo Euonymus europaeus - Fusaggine Sambucus nigra - Sambuco nero Viburnum opulus - Pallon di neve Viburnum lantana - Lantana Corylus avellana - Nocciolo Cornus mas - Corniolo disegni: daniela gerometta Curiosità ORIGINE - Quercus robur- Farnia: il nome quercus ha origine celtica e significa “bel albero”, robur in latino significa forza. La quercia, intesa come farnia e rovere, era venerata dagli antichi come creatura sacra, oracolare, che con il corpo fatto di profonde radici affondate nella terra, il tronco e la alta chioma rivolta al cielo bene rappresentava l’allegoria dei tre mondi: gli inferi mondo dei defunti,la terra mondo dei viventi ed il cielo mondo delle divinità. A Dodona, nell’Epiro, sede del più antico oracolo greco, cresceva un’enorme quercia sacra a Zeus. Per gli antichi Romani era il simbolo della sovranità, le insegne dei re erano rappresentate da una corona di foglie di quercia. La quercia ha una crescita lenta ma una notevole longevità: alcuni esemplari hanno raggiunto l’età di 1000 anni. UTILIZZO - La quercia produce legno di pregio utilizzato nell’industria del mobile, per realizzare pavimenti e botti per invecchiare il vino e i distillati. PROPRIETA’ - La corteccia della Quercus robur, secondo la medicina popolare, veniva utilizzata per uso interno in decotto o in tisana contro le infiammazioni intestinali e le diarree; per uso esterno in decotto per calmare le gengive irritate, le emorroidi, le irritazioni della mucosa e della pelle in genere. ORIGINE - Carpinus betulus - Carpino bianco: il nome carpino è di origine celtica, ‘car’ significa legno e pen testa, ovvero legno adatto a costruire i gioghi per i buoi. UTILIZZO - Il carpino produce un legno pesante, consistente, ma poco duraturo soprattutto se esposto in ambiente umido; di colore chiaro è utilizzato sia per oggetti di piccole dimensioni, come birilli, scacchi, raggi di ruote o ingranaggi; è inoltre un ottimo combustibile dalla resa elevata. PROPRIETA’ - Il carpino ha proprietà medicinali importanti e viene utilizzato in caso di affezioni delle vie respiratorie quale fluidificante e calmante. ORIGINE - Acer campestre-acero campestre: il nome latino ‘acer ‘ significa aspro duro come il legno di questo albero, ’campestre‘ è riferito alla presenza spontanea di questa specie nei campi non coltivati. UTILIZZO - Tradizionalmente il suo legno è molto valutato per la sua grana fine ed è usato per l’intaglio di alta qualità e per la costruzione di strumenti musicali: arpe e violini. Presente nel paesaggio rurale, veniva impiegato come tutore vivo della vite e nella formazione di siepi. PROPRIETA’ - L’acero campestre è una pianta mellifera, dalla quale si produce un’ottima varietà di miele, con una buona resa melata. disegni: daniela gerometta La fruizione Per rendere maggiormente fruibile il bosco dell’Osellino sono state realizzate una viabilità pedonale interna, con percorsi in legno per non costipare il terreno, ed una ciclopedonale esterna in ghiaino o asfalto completata da aree di sosta con panchine e passerelle in legno. Al centro del bosco troviamo una torre panoramica che permette di osservare l’aspetto e lo sviluppo dell’ecosistema boschivo nelle diverse stagioni ed età. La struttura può prestarsi a studiare e monitorare sia l’avifauna stanziale sia quella di passo che si rifugia per brevi periodi sugli alberi. Infine dalla sommità della torre, alta 15 m, si può percepire il paesaggio, urbano, nel quale il bosco è inserito. Uccelli Parus major- Cinciallegra Ficedula hypoleuca - Balia nera Troglodytes troglodytes - Scricciolo Passer domesticus - Passero Pica pica- Gazza Picus viridis - Picchio verde Cuculus canorus - Cuculo Asio otus - Gufo comune Erithacus rubecula - Pettirosso Carduelis carduelis - Cardellino Dendrocopos major- Picchio rosso Athene noctua - Civetta disegni: daniela gerometta Curiosità BOSCO ED UCCELLI Ogni bosco maturo ha, in funzione dell’ altezza ed età delle piante, almeno due diversi piani: uno superiore ed uno inferiore che sono utilizzati in maniera differente all’avifauna. Rapaci e corvidi, ad esempio, usano gli alberi del livello superiore come posatoio e per la nidificazione, mentre i picchi cercano cibo nella corteccia e nel fusto scavano i propri rifugi. Gli arbusti, gli alberi di altezza ridotta e lo strato erbaceo, che compongono il livello inferiore, danno nutrimento e riparo a molte specie di uccelli tra cui capinere, tordi, merli ed usignoli. Alberi dove nidificano gli uccelli SALICE BIANCO Ceppaia: nidifica il merlo (Tordus merula) Cavità del tronco: nidificano: cinciallegra (Parus major) e upupa (Upupa epoos). Rami lungo i corsi d’acqua: nidifica il pendolino (Remiez pendulinus). PIOPPI Cime: nidifica la gazza (Pica pica) Rami vicino al tronco: nidificano la ghiandaia (Garrulus glandarius), la tortora (Streptopelia decaocto). Sporgenze dei primi grossi rami (pioppo nero): nidifica il rigogolo (Oriolus oriolus). Tronco: nidifica il picchio rosso (Picodes major) e picchio verde (Picodes viridis), depongono le uova in cavità che scavano appositamente. PLATANO Fronde: nidifica il cardellino (Carduelis carduelis), quando non c’è la gazza che preda le uova. ACERO CAMPESTRE Individuo giovane: nidificano verdoni (Carduelis chloris) e cardellini (Carduelis carduelis). Individuo maturo e molto ramificato: nidifica la cornacchia grigia (Corvus corone cornix). FARNIA Fronde: nidifica il cardellino (Carduelis carduelis) Rami vicino al tronco: nidificano tordo bottaccio (Tordus philomelos) e sassello (Tordus iliacus). OLMO Nidificano il colombaccio (Columba palumbus) e il fringuello ( Fringilla coelebs). disegni: daniela gerometta Aree umide Nel 2006, dopo aver allargato le sezioni e rimodulato gli argini di vecchie scoline presenti nel bosco tramite piccoli Interventi di ingegneria naturalistica, sono state realizzate due aree di raccolta dell’acqua piovana, allagate per alcuni periodi dell’anno. Sezione tipo area umida Sono stati messi poi a dimora alberi ed arbusti igrofili (Ontano nero, Frangola e Salice cenerino) e specie erbacee, tipiche degli stagni di pianura, tra cui Carici, Tifa e Iris. In maniera non invasiva si è così cercato di favorire la differenziazione di nuovi microhabitat umidi che esaltano la diversità biologica e la valenza didattico–naturalistica. Typha Pragmite Carice Carice Superficie aree umide: mq 2.700 Area umida con specie erbacee - sezione tipo Anfibi e rettili Questo giovane habitat forestale igrofilo è in continua evoluzione. In esso vivono alcune specie di anfibi e rettili come Rospo smeraldino, Raganella, Rana verde, Tritone punteggiato, Ramarro, Biacco e Tartaruga palustre e potenzialmente Rana di Lataste, Rana dalmatina e Tritone crestato. Rana agile - Rana Dalmatina Tartaruga palustre - Hemys orbicularis Rospo smeraldino - Bufo viridis Ramarro - Lacerta bilineata Rospo comune - Bufo bufo Tritone crestato-Triturus carnifex Raganella italica- Hyla intermedia Biacco - Culuber viridiflavus disegni: daniela gerometta Curiosità CARICE - Carex elata All. DESCRIZIONE: E’ una pianta erbacea perenne con dimensioni tra i 30 e i 100 cm di altezza. Forma cespi cilindrici, robusti e densi, larghi fino ad un metro. Le foglie sono lunghe e strette con margine tagliente, di colore verde brillante. Le infiorescenze sono a spiga con piccoli fiori scuri. HABITAT: Cresce prevalentemente sulle sponde di fossi e canali, lungo i bordi di piccoli corsi d’acqua, dove i suoli sono spugnosi e costantemente intrisi d’acqua. CURIOSITA’: Fino al secondo dopoguerra le foglie della carice spondicola venivano ampiamente raccolte per impagliare sedie. CANNA PALUSTRE - Phragmites australis L. DESCRIZIONE: È una specie erbacea perenne, rizomatosa. Si sviluppa in altezza con un fusto liscio e dritto che raggiunge anche i 3 m di altezza. Mediamente il diametro del fusto è di circa 1,5 cm. Le foglie sono lineari, larghe fino a 3 cm, di colore verde acceso e con margini taglienti. L’infiorescenza è formata da una pannocchia composta da spighette pelose di circa 1 cm che contengono i semi. HABITAT: Si sviluppa in densi canneti in prossimità di paludi e aree umide, sulle sponde di laghi, stagni, fossati e in terreni incolti bagnati. E’ diffusa anche nelle lagune salmastre poiché tollera un moderato livello di salinità. CURIOSITA’: Nel secolo scorso, i fusti venivano utilizzati per la costruzione dei tetti e dei frangivento nelle zone vallive e litoranee. A Venezia si realizzavano i controsoffitti delle case e dei palazzi. Negli ultimi anni l’ottima attività biologica e il facile reperimento ne hanno favorito l’uso nella fitodepurazione. Da questa pianta si possono inoltre ricavare cesti, scope, sughero combustibili, coloranti ed impagliare sedie. TIFA - Typha angustifolia L. DESCRIZIONE: È una specie erbacea perenne, rizomatosa. Il fusto è eretto e può superare anche i 2 m di altezza. Le foglie sono verdi e lineari. L’infiorescenza è di forma cilindrica, bruno-marrone e vellutata dopo la fioritura, nella parte superiore è presente un’altra infiorescenza. I semi cadono nel periodo autunnale. HABITAT: E’ molto diffusa nelle paludi, negli stagni e nei fossati della pianura ma può raggiungere anche i 1000 m di altitudine. Predilige i terreni costantemente sommersi d’acqua fino ad 1 m di profondità. CURIOSITA’: I rizomi, dopo essere stati essiccati e triturati, sono usati per alcuni tipi di dolci o come succedaneo del caffè. In passato le foglie si usavano per ricoprire capanni, per fabbricare cappelli, stuoie e rivestimenti di recipienti in vetro (fiaschi e damigiane). disegni: daniela gerometta Le Funzioni Emissione ossigeno e assorbimento dell’anidride carbonica Tramite il processo di fotosintesi le piante accumulano, fissandolo, carbonio nei propri tessuti e rilasciano molecole di ossigeno nell’atmosfera migliorando la qualità dell’aria che respiriamo. O2 - OSSIGENO LUCE CO2 H2O - ACQUA N - AZOTO K - POTASSIO Ca - Calcio Fitodepurazione denitrificazione assorbimento filtrazione Alcune piante, tramite le radici ed i microrganismi presenti attorno ad esse, possono depurare le acque con cui sono a contatto assorbendo, accumulando o trasformando i composti di azoto e di fosforo di origine agricola che contribuiscono ad inquinare canali e fiumi. Protezione da inquinamento I boschi possono fungere da barriera vegetale, in prossimità di strade trafficate, schermando da gas di scarico e riducendo i rumori. Aumento della biodiversità Grazie ai diversi habitat e alle specie animali e vegetali presenti nei boschi si arricchisce l’ambiente e si contrastano l’impoverimento e la semplificazione della natura indotti dall’uomo. disegni: daniela gerometta Le Funzioni Miglioramento del paesaggio e della qualità della vita Il recupero e la riqualificazione del paesaggio, attraverso la realizzazione di boschi e parchi, migliorano la qualità della vita permettendo di godere di spazi dove vivere nel tempo libero a contatto con la natura e arricchendo esteticamente il paesaggio urbano. Laboratorio didattico All’interno del bosco possono essere svolti progetti di ricerca e sperimentazione scientifica per comprendere l’evoluzione dei boschi di pianura e poter indirizzare correttamente la gestione. Produzione di materie L’uomo ha sempre gestito il bosco, tramite la selvicoltura, per ottenere il legno e usarlo per riscaldarsi, cucinare e costruire. Nelle foreste ha anche trovato alimentazione (funghi, radici, frutti e selvaggina) ed erbe medicinali. Recupero della memoria storica e dell’identità della città Uno degli scopi del progetto è quello di creare un bosco con caretteristiche simili a quelli esistenti storicamenti nella pianura, per recuperare l’identità propria dei luoghi e tramandarla culturalmente alle nuove generazioni. disegni: daniela gerometta Animali del bosco Moscardino - Muscardinus avellanarius. Il moscardino (chiamato anche nocciolino) può raggiungere i 10 cm di lunghezza e i 16 cm se si considera anche la coda, pesa 15-35 grammi. Ha un mantello di colore arancione-giallo che diventa meno intenso nella parte inferiore. Le sue orecchie sono piccole e non molto sviluppate, la coda è lunga e completamente ricoperta dì peli, i suoi occhi sono grandi e neri. Le zampe sono brevi, quelle posteriori più lunghe con 5 dita e 6 cuscinetti plantari. Ha abitudini prevalentemente notturne. Da ottobre-novembre a marzo-aprile va in letargo, si rifugia nel nido chiuso e tondeggiante costituito da materiali vegetali e collocato in cavità del terreno, rocce, alberi o sotto cataste di legna. Si ciba di frutta, soprattutto noccioline ( da qui il nome della specie, avellanarius, dove avellana significa appunto nocciola), bacche, ghiande e gemme ma può mangiare anche dei piccoli insetti. La femmina partorisce 1-2 volte l'anno, 2-9 piccoli. La durata media della vita del moscardino è di 3 anni. Scoiattolo – Sciurus vulgaris. Lo scoiattolo comune è lungo circa 25 cm senza la coda; questa è lunga da 15 a 20 cm. Il peso va da 250 a 340 g. Si pensa che una coda così lunga sia utile allo scoiattolo nel balzare da un albero all'altro e nel correre lungo i rami, assicurandone l'equilibrio. Potrebbe inoltre avere una funzione termica, contribuendo a mantenere il calore del corpo durante il sonno. Durante le fasi di corteggiamento la coda serve come segnale ottico e viene sollevata e agitata in modo del tutto particolare . Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori permettono all'animale di muoversi con molta agilità sul terreno, mentre le forti unghie e i cuscinetti plantari gli consentono di arrampicarsi con sorprendente abilità sugli alberi. La femmina può avere fino a 2 gravidanze l'anno e ciascuna figliata dà alla luce 3-4 piccoli. Lo scoiattolo comune è un roditore, onnivoro, che vive prevalentemente sugli alberi, rimane attivo anche durante la stagione invernale e vive in media tre anni. Lepre comune - Lepus europaeus. È un animale dalla forma piuttosto slanciata, con arti posteriori più lunghi di quelli anteriori, particolarità che gli conferisce la velocità e l'abilità di un grande corridore e saltatore. Durante la corsa, l'animale può raggiungere anche i 60 km orari. Misura fino a 70 cm di lunghezza (oltre a circa 8 cm di coda), per un peso che sfiora i 7 kg . La lepre è un animale dalle abitudini crepuscolari e notturne, si rifugia in anfratti naturali o in buche superficiali del terreno, profonde al massimo 20 cm. È un animale molto timido e cauto, Hanno una dieta esclusivamente erbivora, comprendente, in estate, piante erbacee, frutti e funghi. In inverno la dieta è naturalmente molto più povera, essendo costituita da erbe secche e cortecce di alberi ed arbusti Durante l'arco dell'anno una femmina può portare a termine fino a tre gravidanze, a seconda della disponibilità di cibo; dopo una gestazione di 6 settimane nascono generalmente da 1 a 6 piccoli. La lepre può vivere sino ai 12 anni ma raramente in natura supera i 3 anni. Tasso - Meles meles. Il tasso ha un'altezza al garrese di 30 cm. Il peso varia molto con la stagione: 9-20 kg per il maschio e 6.5-14 kg per la femmina. Abita sia il bosco deciduo che le zone con pascoli aperti. Essi occupano tane composte da estesi sistemi di passaggi sotterranei con parecchie uscite all'aperto. Il tasso è di abitudini prevalentemente notturne. E’ onnivoro in estate-autunno, diventa carnivoro d'inverno.Si ciba occasionalmente anche di insetti molluschi, arvicole, talpe, conigli, rane, carogne e vegetali (bulbi, frutti, piante erbacee, ghiande, funghi). Il tasso è meno attivo negli inverni freddi ma non va in letargo. Le femmine hanno una sola figliata all'anno, di 2-4 piccoli. Possono vivere fino a 20 anni. Talpa europea – Talpa europaea. È lunga 14-16 cm esclusa la coda che misura 3 cm. Pesa dai 60 ai 120 g. Trascorre la maggior parte del tempo in un complesso sistema di gallerie sotterranee collocate a 15-25 cm dalla superficie, utilizzate come ripari permanenti. Ha una vista limitata compensata da olfatto e udito molto sviluppati. Il senso del tatto è anch'esso molto sviluppato. La talpa dorme soltanto 2 - 3 ore per volta e nel corso delle 24 ore dorme più volte. Non cade in letargo. Si nutre di invertebrati che popolano il sottosuolo. La riproduzione avviene una volta all'anno, in media nascono 4-6 piccoli, che vengono allattati per circa 6 settimane. L'aspettativa di vita media di una Talpa europaea è di 4-6 anni. disegni: daniela gerometta Animali del bosco Riccio europeo – Erinaceus europaeus. Tutti i ricci sono dotati di aculei, che sono peli modificati e resi rigidi dalla presenza di cheratina. In un adulto la loro lunghezza è circa 2-3 cm e il numero medio intorno a 5000. La tipica strategia di difesa dei ricci consiste nell’appallottolarsi spingendo gli aculei verso l’esterno. Tale protezione è utile anche in caso di caduta. Nonostante questo bisogna fare attenzione a non danneggiarli, sono infatti molto delicati. Il riccio va in letargo in autunno per risvegliarsi in primavera, è un animale onnivoro. La sua dieta include insetti, lumache, rane, uova di uccelli e vari vegetali. Ama la frutta, i vermi e tutti gli animaletti che popolano il sottobosco. Può arrivare a mangiare uccelli di piccola taglia, topi e serpenti. La femmina ha una gravidanza all’anno, in seguito alla quale partorisce fino a 9 piccoli. La vita di un riccio in natura può arrivare a 6 anni. Volpe - Vulpes vulpes. In Italia la volpe è presente in tutte le regioni anche se è poco comune nella pianura padana a causa dell'antropizzazione del territorio. La volpe è un canide misura in lunghezza da 65 a75 cm, la coda misura da cm 35 a 45 vive principalmente nei boschi, ma si può rinvenire anche in brughiere aperte, in montagna e nelle campagne coltivate. Attiva di notte, si protegge di notte nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso e di istrice abbandonate. I cuccioli di volpe, di solito 4 o 5, nascono nella tarda primavera. Sono attivi e svezzati dopo circa sei settimane, ma stanno con la madre sino all'autunno. La volpe può vivere sino a 12 anni ma raramente in natura supera i 2 anni. Faina - Martes foina. In Italia è presente in tutta l'area peninsulare: predilige le aree forestali , ma si trova anche in aree antropizzate. Misura 45-50 cm, cui vanno sommati 25 cm di coda, per un peso medio di un paio di chilogrammi. Il pelo è corto e folto: sul dorso di colore marrone, con tendenza a schiarirsi su muso, fronte e guance. La faina è un animale dalle abitudini notturne: utilizza come rifugi diurni cavità od anfratti riparati , nei fienili, nelle stalle, nelle pietraie, tra le cataste di legna dalle quali esce al tramonto. E’ un animale principalmente solitario e onnivoro ma la carne è la componente principale della sua dieta. Spesso procura danni alle attività umane: in un pollaio o in una conigliera spesso uccide un numero di animali superiore al suo fabbisogno immediato di cibo: questo comportamento è noto come surplus killing. La stagione riproduttiva avviene durante l'estate. La gestazione dura circa otto mesi, al termine dei quali vengono dati alla luce da uno a quattro cuccioli. L'aspettativa di vita in natura di questi animali è di 5-10 anni, mentre in cattività possono sfiorare i venti anni di vita. Donnola – Mustela nivalis. Lunghezza: testa-corpo 11-30 cm; coda: 3-120 cm. E’ il più piccolo mustelide, l’habitat della Donnola è molto vario: pianure, montagne, boschi, coltivi, cespuglietti, rovine. Per la specie è molto importante la presenza di acqua. Di abitudini solitarie e notturne, in particolare quando caccia, risulta però attiva anche di giorno. È capace di nuotare e di arrampicarsi. Il nido è costruito in cataste di legna, oppure in tronchi cavi, viene imbottito di paglia, pelo, sostanze vegetali. I piccoli per nidiata variano da 2 a 7. La Donnola può avere due parti annui e la vita media si aggira intorno ai 3 anni. La Donnola uccide spesso animali più grandi di lei (lepri, conigli, uccelli ecc.) non disdegna però topi, ratti, anfibi e rettili. Pipistrello albolimbato - Pipistrellus kuhlii. Nel mondo vivono 1.100 specie di pipistrelli ed in Italia ne troviamo 32. I pipistrelli rappresentano il 30% di tutte le specie di mammiferi selvatici presenti nel nostro paese. Sono gli unici mammiferi a saper volare; animali notturni, grazie ad un sofisticato sistema radar ad ultrasuoni, riescono a vedere anche nella più completa oscurità. Le dimensioni del corpo variano in lunghezza da 5 a 7 cm, l’apertura alare varia da 20 a 25 cm ed il peso si aggira intorno ai 5/15 grammi. A differenza degli altri uccelli, non costruiscono il nido ma per ripararsi e proteggersi dai predatori usano rifugi già esistenti. Durante l’anno questi rifugi cambiano a seconda dell’uso richiesto: i pipistrelli principalmente utilizzano le cavità degli alberi, gli edifici abbandonati e le cavità naturali come le grotte. E’ un formidabile mangiatore di insetti, d’estate in una notte un pipistrello può ingerire insetti sino all’aumento del 50% del suo stesso peso. In inverno vanno in letargo.In Italia sono una specie protetta. disegni: daniela gerometta Impronte SCOIATTOLO TALPA PIPISTRELLO LUPO RICCIO ROSPO FAINA VOLPE TASSO DONNOLA PICCHIO LEPRE disegni: daniela gerometta