UBS House View Years Ahead Chief Investment Office WM Dicembre 2015 Editoriale Care lettrici, cari lettori, benvenuti al nostro UBS House View: Years Ahead Q uando si tratta di proteggere e far crescere in modo significativo il patrimonio della propria famiglia, uno dei più grandi vantaggi è quello di poter investire nel lungo periodo; eppure molti vi rinunciano. Per dimostrare quanto ci sembra importante prestare attenzione alle tendenze di lungo termine che influiranno sull’evoluzione di un patrimonio, abbiamo diviso in due parti la nostra consueta pubblicazione Year Ahead. Questa parte, Years Ahead, è dedicata esclusivamente alle prospettive di lungo periodo dell’economia mondiale, dei mercati finanziari e dei portafogli. Illustriamo le nostre riflessioni sulle grandi domande: dalla posizione degli Stati Uniti come leader globale all’internazionalizzazione dello yuan cinese, fino alle importanti sfide demografiche che attendono l’Europa. Analizziamo le principali classi di attivi e le loro prospettive per il prossimo ciclo economico e presentiamo una serie di nuovi concetti d’investimento per un mondo che sta cambiando. E, coerenti con la nostra attenzione Jürg Zeltner President UBS Wealth Management alla sostenibilità, identifichiamo alcune tendenze d’investimento di lungo periodo, valutate in base alla nostra struttura di sostenibilità robusta e integrata. Ci impegniamo sul fronte dell’innovazione e quest’anno presentiamo la nostra offerta digitale più completa. Il sito ubs.com/houseview raccoglie tutte le informazioni incluse in questo Years Ahead e nella pubblicazione gemella Year Ahead ed è disponibile su varie piattaforme, tra cui smartphone e tablet. Stiamo inoltre introdu­ cendo una sezione interattiva «My House View», che permette ai lettori di confrontare il proprio portafoglio con la nostra House View e individuare tra i nostri contenuti d’investimento completi le sezioni più rispondenti alla propria situazione personale. Ci auguriamo che troviate utile e interessante la nostra nuova offerta digitale e che questa edizione di UBS House View: Years Ahead possa aiutare voi e il vostro portafoglio a seguire la strada giusta in questo «mondo in transizione». Mark Haefele Global Chief Investment Officer UBS Wealth Management Indice 06 Infografica 08 Un mondo in transizione 10 Stati Uniti 12 Asia 14 Mercati emergenti 16 Europa 18 Svizzera 20Classi di attivi 22 Azioni 24 Obbligazioni 28 Investimenti alternativi 30 Liquidità 31 Materie prime 39Come modelliamo i portafogli 40 I nostri portafogli modello 43 Concetti d’investimento alternativi 46Investimenti sostenibili 48Investimenti a lungo termine 32Finanza comportamentale 53Investimenti diretti 36 Filosofia d’investimento 57 Tamburello 58 Disclaimer 14.2% 2015 2020 2040 Gli Stati Uniti dovrebbero diventare esportatori netti di energia nei prossimi cinque anni. La spesa per la previdenza sociale e per i programmi di assistenza sanitaria salirà al 14,2% del PIL entro il 2040. 15% 10% 2025 2050 A causa delle attuali strozzature infrastrutturali, i ME contribuiranno a quasi due terzi della spesa globale per infrastrutture entro il 2025. 3% 2025 La superficie terrestre è coperta dall'acqua per tre quarti, ma solo il 3% è acqua pulita. Si schiudono opportunità per il trattamento, la gestione e le infrastrutture idrici. ME A causa delle attuali strozzature infrastrutturali, i ME contribuiranno a quasi due terzi della spesa globale per infrastrutture entro il 2025. 2016 CO2 2001 2050 Le emissioni di CO2 dei paesi non OCSE sono raddoppiate negli ultimi 15 anni e continueranno ad aumentare per effetto della crescita economica e dell’urbanizzazione. Entro il 2050, in Germania ci saranno solo circa due lavoratori per ogni pensionato. I produttori di petrolio del Medio Oriente potrebbero accettare lo yuan cinese come valuta di pagamento: nasce il petroyuan. CNY CNY CCNNYY 2x 2050 Oggi 2.5x A differenza dell’Europa, in Africa si assiste a una «bolla giovanile». La popolazione attiva aumenterà di 2,5 volte entro il 2050. 1x ME Nei mercati emergenti, la crescita del ceto medio farà aumentare la spesa sanitaria a un ritmo doppio rispetto al resto del mondo. ubs.com/houseview Un mondo in transizione Cinquant’anni fa in Germania c’erano più di cinque lavoratori per ogni pensionato, mentre oggi ce ne sono tre e fra trent’anni ce ne saranno meno di due. Tre anni fa, l’allentamento quantitativo europeo era considerato illecito, mentre oggi viene attuato a un ritmo di 1,4 milioni di euro al minuto. Inoltre, la più grande azienda globale dell’ospitalità offre più di un milione di stanze in tutto il mondo, ma ha meno di un quinto degli impiegati di qualsiasi hotel di Las Vegas. Mark Haefele, Global Chief Investment Officer In un «mondo in transizione», non sempre fila tutto liscio. Alcuni gruppi beneficiano dei cambiamenti, altri ne risentono, e le autorità saranno costrette a schierarsi. Nel contesto del rapido invecchiamento della popolazione, i governi dovranno stabilire chi si farà carico dell’onere associato alla maggiore spesa sanitaria e previdenziale e all’aumento del debito pubblico. La politica fiscale scelta e il mix di imposte o investimenti determineranno quali fasce di cittadini saranno più colpite e come reagiranno i mercati. Secondo alcuni i tassi d’interesse estremamente bassi e l’allentamento quantitativo sono la risposta, ma bisogna ammettere che alimentano le disuguaglianze sovvenzionando i prestatori e i proprietari di attivi finanziari rispetto ai risparmiatori o a chi possiede pochi beni. E se le nuove tecnologie apportano enormi vantaggi alle aziende di software, la transizione tecnologica colpisce gli impieghi e crea disuguaglianze di reddito. Alcuni paesi decideranno di regolamentare il settore a svantaggio di queste nuove società e mercati, altri no. Diversificazione La diversificazione, in particolare quella tra economie politiche e regimi monetari, sarà essenziale nei prossimi anni. Warren Buffett una volta ha detto: «Mettete tutte le uova in un paniere, ma non perdetelo mai di vista». Eppure, negli ultimi anni anche il famoso investitore value ha cominciato a diversificare su scala interna- 8 UBS House View – Years Ahead zionale. L’evoluzione demografica, gli elevati livelli del debito e il crescente divario reddituale costringeranno i governi a prendere decisioni sempre più difficili – e di carattere sempre più politico – sui gruppi d’interesse da favorire e quelli da penalizzare. Gli investitori non possono neanche dare per scontato che tutti i paesi sceglieranno di pagare i propri debiti e mantenere stabili i tassi di cambio, o che non saranno interessati dalle modifiche delle politiche fiscali o dei regolamenti. Le grandi domande È difficile stabilire in che modo le decisioni politiche influenzeranno i rendimenti di investimenti specifici nel lungo periodo, ma si può vedere in che modo i fattori economici stanno plasmando il quadro politico. In questo Years Ahead analizziamo quindi le domande e i temi principali che gli organi politici dovranno affrontare e le loro possibili conseguenze. I prossimi anni ci diranno se gli Stati Uniti continueranno a essere «leader globali». Dopo quasi un secolo al timone dell’economia mondiale, e dopo una ripresa sorprendentemente brillante dalla crisi finanziaria, agli Stati Uniti basteranno l’innovazione e lo spirito imprenditoriale per conservare la leadership globale o avranno la meglio le difficoltà politiche e il debito strutturale? La Cina si sta avvicinando all’internazionalizzazione dello yuan. Negli ultimi dieci anni ha registrato una crescita straordinaria, fino a diventare la seconda economia mondiale e la prima in termini di scambi commerciali. Malgrado gli interventi mirati a migliorare l’infrastruttura internazionale per la negoziazione dello yuan, la Un mondo in transizione Mi auguro che questa edizione di Years Ahead sia per voi informativa e stimolante e che vi aiuti a prendere le vostre decisioni d’investimento future. Fig. 1 Stessi problemi, risultati diversi Stati Uniti ed Eurozona, rapporto debito/PIL e performance dei mercati azionari 200 150 100 50 Risposte La maggiore incertezza legata al cocktail volatile di politica ed economia rafforza una certezza: i principi collaudati della gestione di portafoglio rimarranno validi. Continuiamo a puntare su un orizzonte di lungo periodo, sulla diversificazio- 20 14 20 13 20 12 20 11 20 10 09 08 20 20 20 07 0 20 Per quanto riguarda infine i mercati emergenti, analizziamo le prospettive della crescita e il ruolo delle autorità in questo processo. Può essere facile cadere nella tentazione del protezionismo o del populismo, ma le attuali difficoltà economiche possono promuovere la volontà necessaria per liberarsi degli interessi accumulati negli anni del boom. Dedichiamo inoltre un’intera sezione di questo Years Ahead agli investimenti a più lungo termine, prestando particolare attenzione alla sostenibilità. Concentrandoci sulle forze strutturali globali e sui loro probabili effetti di sostenibilità per aziende e settori, crediamo che alcune delle prossime sfide possano essere trasformate in opportunità a vantaggio degli investitori nei prossimi anni. 06 La Svizzera deve fare fronte a sfide demografiche simili; il debito pubblico non costituisce un particolare problema, ma la spesa previdenziale sì. Inoltre, la recente approvazione delle politiche anti immigrazione induce a chiedersi come si comporterà in futuro una Svizzera isolazionista. Senza immigrazione netta, prevediamo un calo della forza lavoro elvetica di quasi il 25% entro il 2050, che costringerà ad alzare l’età di pensionamento e a tagliare la spesa pubblica. Il paese, come molti altri in Europa, dovrà compiere una difficile scelta tra aumento dell’immigrazione e indebolimento della crescita. Detto ciò, un futuro quadro di elevata volatilità e rendimenti contenuti degli attivi finanziari comporta una serie di sfide. Presentiamo quindi vari concetti di investimenti alternativi, tra cui fondi di dotazione, strumenti illiquidi e approcci quantitativi, che possono dimostrarsi più adatti dei metodi tradizionali per gli investitori senza esigenze di liquidità o particolarmente avversi al rischio. 20 Sull’Europa incombe una crisi demografica. Analizziamo il modo in cui l’evoluzione della popolazione inciderà sulla distribuzione dei poteri economici e politici all’interno del continente. La crisi del debito ha già spostato il potere economico da sud a nord; le tendenze demografiche potrebbero accentuare questo cambiamento e mettere sotto ulteriore pressione un’Unione europea già indebolita dal dibattito sull’austerità e dall’immigrazione. Il potere complessivo dell’Europa è a sua volta destinato a ridursi, limitando il peso della regione sulla scena mondiale. ne geografica e tra classi di attivi, sul ribilanciamento e sull’ottimizzazione dei rendimenti rispetto alla volatilità. 05 valuta cinese rimane tuttavia relativamente minoritaria. Questa situazione potrebbe cambiare con l’apertura del conto capitale della Cina, che però potrebbe determinare anche fughe di capitale, instabilità interna e l’impossibilità per alcuni di restituire i debiti. La Cina manterrà un approccio lento e graduale o preferirà un’apertura più rapida? Rapporto debito lordo/PIL degli Stati Uniti, in % Rapporto debito/PIL dell’Eurozona, in % MSCI USA, ribasato MSCI Eurozona, ribasato Fonti: Bloomberg, FMI ubs.com/houseview 9 Stati Uniti Dopo tutto, la crisi ha avuto il suo epicentro negli Stati Uniti, dove i consumatori indebitati e le istituzioni finanziarie con una leva eccessiva hanno innescato la recessione più grave dai tempi della grande depressione. Ma in qualche modo gli Stati Uniti sono riusciti a tirare avanti e ora dettano il passo dell’economia mondiale. Resta ovviamente da vedere se anche in futuro saranno in grado di conservare l’attuale leadership. Gli Stati Uniti conserveranno la leadership globale? Gli Stati Uniti si sono ripresi straordinariamente bene dalla crisi finanziaria. La crescita complessiva ha deluso le attese, ma la ripresa relativamente rapida del paese ha colto di sorpresa alcuni osservatori. Mike Ryan, Chief Investment Strategist Wealth Management Americas 10 UBS House View – Years Ahead Ancora tanti fattori positivi Non dimentichiamo che l’economia degli Stati Uniti vive un momento d’oro. Le aziende statunitensi trainano una nuova ondata di innovazione tecnologica e non si tratta solo delle app più richieste del momento per ordinare un takeaway o chiamare un taxi. Le società e le start-up americane, che reclutano alcuni dei laureati più brillanti delle università e dei politecnici più prestigiosi del mondo, sono leader in varie industrie emergenti che vanno dallo sviluppo software all’ingegneria biomedica e dall’ottica avanzata alla stampa 3D. Gli elevati capitali accessibili consentono inoltre a queste innovazioni di passare dalla fase di sviluppo a quella di vendita sul mercato a una velocità senza precedenti. Grazie a questa fortunata combinazione di talenti e risorse, nei prossimi anni gli Stati Uniti dovrebbero rimanere leader nelle tecnologie di punta. È in atto anche una profonda trasformazione nel settore energetico. In virtù dei grandi progressi sul fronte delle tecnologie estrattive, per la prima volta da quasi un secolo gli Stati Uniti sono oggi sull’orlo dell’indipendenza energetica. Non solo questa dinamica si è tradotta in volumi massicci di spesa per investimenti e nella creazione di posti di lavoro nel settore dell’energia, ma anche nello sviluppo economico di comparti e regioni ben lontani dal mercato del petrolio. A sua volta, questo processo innesca la rilocalizzazione dell’attività manifatturiera dall’estero e la riduzione della dipendenza degli Stati Uniti da forniture di energia internazionali meno stabili. È anche probabile che nei prossimi cinque anni gli Stati Uniti diventino un paese esportatore netto di energia, migliorando ulteriormente la bilancia commerciale e stimolando la crescita. Il paese beneficia anche dello status del dollaro come principale valuta delle riserve mondiali. Le aziende statunitensi possono negoziare la maggior parte delle materie prime globali nella loro valuta nazionale, mentre il governo federale può finanziare i deficit a un costo del capitale più basso. Alcuni credono che il predominio del dollaro tra le valute di riserva sia minacciato dai suoi potenziali contendenti, ma la ponderazione relativa del biglietto verde tra gli attivi di riserva totali è rimasta particolarmente costante. Per il prossimo futuro sono poche le alternative esistenti in grado di tenere testa alla profondità, all’ampiezza e alla trasparenza dei mercati statunitensi. Le sfide da affrontare Ovviamente nei prossimi anni gli Stati Uniti dovranno anche superare difficili sfide per mantenere l’attuale posizione di leadership globale. Nell’ultimo studio del World Economic Forum (WEF) sulla competitività globale, gli Stati Uniti sono riusciti a salire di un altro livello, passando dal quarto al terzo posto. Tuttavia, la loro ascesa in classifica cela le tendenze preoccupanti di alcuni importanti indicatori della prosperità futura. I primi tre fattori citati come i più problematici per fare affari con gli Stati Uniti sono le aliquote fiscali, la regolamentazione e l’inefficienza della burocrazia governativa. L’azienda America ha continuato a protestare contro un codice fiscale bizantino, che paradossalmente tende a disincentivare l’espansione sul territorio nazionale a causa degli elevati tassi marginali e dell’impossibilità di rimpatriare i capitali generati dalle attività estere. Inoltre, secondo il Competitive Enterprise Institute i soli regolamenti e interventi federali costano ai consumatori e alle aziende quasi USD 2000 miliardi l’anno in produttività persa e prezzi più alti. Fig. 2 Il deficit di spesa legato all’invecchiamento della popolazione mette in pericolo la leadership globale degli Stati Uniti 4 Surplus Deficit o surplus totale, % del PIL 2 0 –2 –4 –6 Infine, l’ambiente sempre più teso a Washington rappresenta già una minaccia concreta alla leadership americana. La polarizzazione politica e i battibecchi al Congresso rendono sempre più difficile per i deputati eletti trovare un terreno comune sulle questioni cruciali per la sicurezza e la salute economica futura del paese. Se non verranno risolti i problemi legati al codice fiscale, alla spesa previdenziale e alla politica sull’immigrazione, la capacità degli Stati Uniti di –8 Proiezioni di base Fonte: Congressional Budget Office competere sulla scena mondiale verrà seriamente compromessa. Questi fattori hanno già ridotto il potenziale di crescita statunitense e nei prossimi anni peseranno sempre di più. Abbastanza dinamici per guidare, non abbastanza forti per trainare Gli Stati Uniti sono stati la locomotiva della crescita mondiale per buona parte del dopoguerra, ma oggi questa dinamica sta cambiando. Dopo la crisi finanziaria, il paese ha assunto ancora una volta il ruolo di leader della crescita globale grazie alla duttilità del settore aziendale, alla flessibilità della forza lavoro e alla creatività della classe imprenditoriale. Ma i vantaggi che ne derivano per le altre economie sembrano più contenuti che mai dall’inizio del «secolo americano». L’economia statunitense rimane abbastanza dinamica per guidare le altre, ma potrebbe non essere più abbastanza forte per trainare con sé il resto del mondo. ubs.com/houseview 11 25 20 20 20 20 15 20 10 05 5 20 0 19 9 00 5 19 9 20 0 19 8 5 Dati effettivi 19 8 19 7 19 70 5 –10 Deficit 19 6 Le tendenze demografiche alimentano a loro volta i timori circa la politica fiscale. Il disavanzo del bilancio federale è sceso da un massimo di quasi il 10% del PIL nel 2009 a meno del 3% nel 2015, ma si tratta di una flessione solo temporanea. Stando alle stime del Congressional Budget Office (CBO), il deficit comincerà a salire nei prossimi tre anni poiché i figli del baby boom si avviano verso il pensionamento, determinando un aumento della spesa previdenziale e sanitaria (Fig. 2). Le proiezioni del CBO sono di un incremento della spesa federale per la previdenza sociale e per i principali programmi di assistenza sanitaria del governo al 14,2% del PIL entro il 2040, circa il doppio rispetto alla media del 6,5% degli ultimi 50 anni. Non dimentichiamo che, in base allo studio sulla competitività del WEF, gli Stati Uniti si attestano già al 134° posto su 144 paesi in termini di rapporto debito/PIL. Un ulteriore deterioramento della posizione di bilancio degli Stati Uniti ne ridurrebbe ulteriormente la concorrenzialità. Asia La Cina ha ambizioni globali per lo yuan e ha istituito una serie di linee di swap con varie grandi banche centrali. Come prossima mossa, Pechino potrebbe decidere di pagare le importazioni di petrolio nella propria valuta, dando il via all’era dei «petroyuan». Ovviamente, l’ultima fase consisterebbe nella piena apertura del conto capitale della Cina, ma non sarebbe priva di rischi. Nel nostro mondo in transizione, il modo e i tempi con cui la Cina cercherà di internazionalizzare la sua valuta saranno essenziali per gli sviluppi dei prossimi anni. La Cina inter­ nazionalizzerà lo yuan? La rapida crescita della Cina ne ha fatto la seconda economia mondiale e la prima in termini di scambi commerciali. La valuta cinese, lo yuan, ha compiuto a sua volta enormi passi avanti, ma rimane relativamente minoritaria, poiché i suoi volumi di scambio sono ancora inferiori a quelli di dollaro statunitense, euro e sterlina britannica. Min Lan Tan, Head of APAC Investment Office Teck-Leng Tan, APAC FX analyst 12 UBS House View – Years Ahead È interessante ricordare quanto fosse irrilevante lo yuan cinese 35 anni fa o anche solo all’inizio del millennio. Molti osservatori non si saranno neanche accorti che dal 1981 al 1994 la Cina aveva svalutato il cambio contro il biglietto verde addirittura dell’83%, da 1.5 a 8.7. A quei tempi la Cina rivestiva una scarsa importanza sulla scena internazionale, essendo un’economia sostanzialmente chiusa che nel 1994 rappresentava meno del 3% del commercio globale, decisamente lontana dai livelli di Stati Uniti (14%), Germania (9%) e Giappone (8%). Fu solo con l’ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio nel dicembre 2001 che la Cina cominciò la sua rapida ascesa a seconda economia globale e centro manifatturiero per il resto del mondo. Con una popolazione pari a cinque volte quella degli Stati Uniti e una retribuzione media dei lavoratori di appena il 2,8% rispetto a quella statunitense, la Cina ha registrato una crescita esponenziale della sua partecipazione al commercio globale, dal 4% nel 2001 all’11,3% nel 2014, riuscendo nel 2013 a superare gli Stati Uniti e posizionarsi come prima potenza commerciale del mondo. Oggi le prospettive del CNY sono quindi molto più importanti, se non determinanti, per il mondo finanziario e aziendale. Nel prossimo decennio di ascesa dello yuan non mancheranno altri colpi di scena. Il CNY ha già conqui­ stato il secondo posto come valuta dei finanziamenti commerciali, il quarto come valuta dei pagamenti internazionali (Fig. 3) e, nel momento in cui scriviamo, sembra che verrà incluso nel paniere, alquanto ambito, dei Diritti speciali di prelievo (DSP) dell’FMI. Con la Cina sempre più vicina alla piena convertibilità del cambio e all’apertura del conto capitale, cosa possono aspettarsi gli investitori nei prossimi anni? L’era del «petroyuan» Il termine «petrodollari» fu coniato nel 1973 dopo che gli Stati Uniti (all’epoca il maggior paese importatore di greggio) firmarono un accordo epocale con l’Arabia Saudita (il primo paese esportatore) perché tutte le esportazioni di greggio saudite fossero denominate in dollari statunitensi. Nel 1975, tutti i paesi membri dell’OPEC avevano ormai accettato di commerciare il loro petrolio esclusivamente in dollari statunitensi. Ebbe così inizio l’era del petrodollaro (termine riferito ai ricavi in USD dei paesi esportatori di greggio), in cui i paesi importatori di petrolio si videro costretti a detenere USD per pagare le consegne di energia. Sembra che oggi si stia avvicinando sempre più l’era del «petroyuan». A settembre 2013 la Cina ha superato gli Stati Uniti diventando il maggiore importatore netto di greggio. Da allora è cominciato il braccio di ferro mirato a sostituire il dollaro con lo yuan come valuta di pagamento del petrolio. Ad esempio, la Russia, il secondo esportatore mondiale di greggio, accetterà dalla Cina pagamenti in CNY o RUB anziché in USD, anche per via delle sanzioni imposte al paese dall’Occidente a causa del suo ruolo nella crisi ucraina. I paesi del Medio Oriente sembrano più restii a seguire l’esempio di Mosca (dato che i regimi di cambio locali sono tuttora ancorati al dollaro), ma farebbero meglio a ripensarci per non correre il rischio di perdere quote di mercato nei confronti del più grande importatore mondiale di petrolio. Segni particolari di una valuta globale: mercati dei capitali profondi, ampi e senza restrizioni Il predominio della Cina nel commercio ha spinto il CNY dove si trova oggi e il petroyuan potrebbe dargli ulteriore slancio. Tuttavia, perché la valuta possa assumere un’altra dimensione, il prossimo passo sarà necessariamente l’apertura dei mercati finanziari cinesi. Per contestualizzare la situazione, il valore dei mercati finanziari globali a fine 2014 ammontava a ben USD 156 000 miliardi, il doppio rispetto al valore dei beni e servizi prodotti in tutto il mondo. Non è poi un caso che alle tre valute più scambiate (USD, EUR e GBP) corrispondano i mercati azionari e obbligazionari più grandi e profondi, in cui la comunità internazionale può investire liberamente. L’apertura dei mercati dei capitali cinesi nei prossimi dieci anni sarà quindi indispensabile, se il CNY vorrà davvero entrare nel novero delle valute più importanti del mondo. Fig. 3 Lo yuan cinese è al quarto posto nella classifica dei pagamenti – ma ha ancora tanta strada da fare 0% 10% 20% 30% 40% USD EUR 27,2 GBP 8,5 CNY 2,8 JPY Pagamenti istituzionali e iniziati dai clienti, in base alla quota di valore (%) 2,8 CAD 1,8 AUD 1,6 CHF 1,6 HKD 1,4 THB 50% 44,8 1,0 Fonte: SWIFT Un conto capitale aperto avrebbe ovviamente la sua attrattiva, poiché consentirebbe ai cittadini cinesi di accedere ai mercati internazionali e incentiverebbe un afflusso ancora maggiore di investimenti esteri verso la stessa Cina; ma presuppone anche una serie di rischi, in quanto sarebbe più facile per gli investitori esteri entrare e uscire dal mercato a tutta velocità. Di certo la Cina non vuole entrare a far parte di gruppi come, di recente, i fragili cinque. A nostro parere, il pericolo economico insito nei rapidi flussi di «denaro facile» è esattamente il motivo per cui la Cina sta internazionalizzando il CNY a un ritmo controllato. Di fatto, la scelta di Hong Kong quale principale campo di sperimentazione per l’apertura del cambio e del conto capitale è di per sé uno scudo che protegge la Cina continentale dall’arrivo di questi flussi. Per la Cina e lo yuan sembra valere il vecchio adagio: chi va piano, va sano e va lontano. ubs.com/houseview 13 Mercati emergenti Sale la marea Le attuali difficoltà di molti mercati emergenti si sono accumulate nel corso di diversi anni e sono in parte dovute al loro successo durante l’alta marea degli anni del boom economico. Un nuovo modello di crescita per i paesi emergenti? Il 21° secolo è cominciato con il decennio dei mercati emergenti, ma il loro premio di crescita si è ormai dimezzato rispetto al periodo 2000-2010. Gli squilibri accumulati nel tempo si stanno lentamente risolvendo. Nei prossimi anni i paesi emergenti riusciranno a compiere la transizione verso un nuovo modello di crescita? Jorge Mariscal, Head of EM Investment Office Michael Bolliger, Head of EM Asset Allocation Il dividendo demografico e il processo di industrializzazione della Cina hanno sostenuto l’enorme domanda di materie prime e di prodotti dei suoi partner commerciali asiatici. Il conseguente rialzo dei prezzi globali delle commodity, in particolare dei metalli, ha favorito i paesi esportatori, soprattutto quelli dell’America Latina. Inoltre, le riforme istituzionali attuate dopo le crisi dei mercati emergenti degli anni ’90 e il miglioramento dei livelli di debito e dei rating creditizi hanno incoraggiato ulteriormente gli investimenti. Questa situazione è stata amplificata dalla notevole espansione della liquidità globale sulla scia della crisi finanziaria, poiché i bassi tassi d’interesse hanno indotto gli operatori a puntare sui mercati emergenti in cerca di rendimenti e performance. «Solo quando scende la marea si vede chi nuota nudo» Finché sale la marea è fin troppo facile nascondere i problemi strutturali dietro i dati economici positivi. La famosa battuta di Warren Buffett è particolarmente vera nel caso dei mercati emergenti. I mercati emergenti devono cercare nuovi propulsori della crescita, che giungeranno da una combinazione di minore dipendenza dagli investimenti, dalle materie prime e dal capitale a basso costo e di maggiore enfasi sulle riforme strutturali e politiche. Il modo in cui ogni paese gestirà la propria transizione determinerà gli sviluppi dei prossimi anni. Ormai è chiaro che la Cina va incontro a un notevole eccesso di capacità produttiva industriale e a elevati livelli di debito nel settore privato. Le autorità cercheranno di migliorare la competitività nei comparti a più alto valore aggiunto e di stimolare i consumi interni. Questi interventi dovrebbero poi riuscire a ridurre i tassi d’indebitamento nel settore privato a livelli più sostenibili, ma sarà importante imprimere il giusto ritmo a questo processo: se troppo rapido, potrebbe rendere instabile la Cina; se troppo lento, potrebbe non bastare a risolvere l’eccesso di capacità, la debole crescita strutturale e l’aumento del debito. Alcuni mercati emergenti, in particolare in America Latina, dovranno adeguarsi alla minore domanda 14 UBS House View – Years Ahead cinese e al calo delle quotazioni. Anni di vigorosa domanda e di prezzi elevati hanno favorito ingenti investimenti nel settore e determinato un rafforzamento della ragione di scambio e delle valute. Pur avendo sostenuto il settore delle materie prime, questa tendenza ha penalizzato la competitività e gli investimenti in altre aree. La buona notizia in questo ambito è che i mercati emergenti presentano ancora rapporti impieghi/ depositi relativamente favorevoli e nel complesso le banche della regione sono ben capitalizzate. Tuttavia, l’inasprimento dei criteri di concessione dei prestiti bancari su scala nazionale e internazionale non permetterà che si instauri una rapida ripresa economica in diversi paesi emergenti. Tutti questi interventi correttivi peseranno sulle economie emergenti ed è probabile che i prossimi anni siano caratterizzati da fasi di crescita bassa o addirittura negativa, oltre a fallimenti e ristrutturazioni aziendali, aumento della disoccupazione e rinnovate pressioni inflazionistiche. È in atto un processo difficile, che tuttavia potrebbe rivelarsi la strada più rapida per uscire dall’attuale crisi rispetto a un percorso interventista. Come ripartire Le decisioni delle autorità saranno determinanti per il processo di transizione. In tempi duri è facile lasciarsi tentare dal protezionismo o dal populismo, ma le La crescita del credito ha superato la crescita del PIL in molti mercati emergenti Crescita del credito al settore privato al di sopra del PIL, su base corretta per l’inflazione, tasso medio 2009 – 2014, in % 15 10 5 0 -5 Fonte: Fitch attuali difficoltà economiche possono essere esattamente ciò che ci vuole per costruire la volontà e il coraggio politico sufficienti a liberarsi di molti interessi consolidati e blocchi di potere accumulati negli anni del boom. Date le favorevoli tendenze demografiche in atto in molti mercati emergenti, l’epoca della crescita non si è certo esaurita; ma è solo con questa trasformazione che i paesi emergenti potranno trovare nuovi motori di crescita. Nel nostro mondo in transizione, sono molti i paesi che devono cambiare, ma nel breve termine forse nessuno quanto i mercati emergenti. Resta da vedere chi uscirà rafforzato e chi sconfitto dalla crisi, ma è probabile che avranno la meglio i paesi in grado di attuare riforme strutturali, attirare investimenti esteri e mantenere la disciplina monetaria e fiscale nonostante le pressioni politiche e popolari. ubs.com/houseview 15 Ungheria Nigeria Taiwan Sudafrica India Polonia Arabia Saudita Singapore Russia Hong Kong Tailandia Brasile Colombia Cina Messico -10 Turchia Ora che la marea della liquidità globale sta scendendo, ci aspettiamo anche un’ulteriore stretta monetaria da parte delle banche centrali di diversi paesi emergenti e una minore erogazione di credito da parte delle banche nazionali. Avrà così inizio un lungo processo di correzione del debito privato, che negli ultimi anni è lievitato (Fig. 4). Fig. 4 Indonesia In questi paesi un deprezzamento del cambio è necessario per il processo di adeguamento, poiché contribuisce a migliorare le dinamiche commerciali e i deficit delle partite correnti, ma è costellato di problemi. Lo stock di debito denominato in USD di emittenti societari dei mercati emergenti ammonta a USD 1300 miliardi, oltre il doppio rispetto ai volumi del 2009. Le società che vanno incontro a maggiori difficoltà sono quelle esposte a un elevato indebitamento in valuta estera, ma che non generano una quota significativa di ricavi al di fuori del territorio nazionale. Europa I cambiamenti demografici modificheranno la bilancia dei poteri all’interno del continente, ma anche al suo esterno, esacerbando il continuo declino dell’Europa sulla scena mondiale. I leader europei cercano di reagire varando ambiziose riforme strutturali volte a sostenere la crescita, ma la strada verso un’Europa più robusta è lunga e non priva di ostacoli. Secondo le stime dell’economista britannico Angus Maddison, dall’anno 1000 al 1820 l’Europa (Russia esclusa) rappresentava una quota modesta ma costante della popolazione globale (poco più del 15%) e del PIL mondiale (circa il 20%). Nel 1900 il contributo europeo al PIL era balzato a oltre il 30%, con una quota di popolazione stabile sotto il 20%. Nel 2015 l’Europa rappresenta l’8,1% della popolazione e quasi un quarto del PIL mondiale ed è probabile che entro il 2050 queste cifre scendano rispettivamente al 5,9% e, addirittura, a meno del 10% (Fig. 5). Declino dell’importanza relativa dell’Europa Il declino dell’Europa sulla scena mondiale dovrebbe proseguire per tre motivi. Come sarà l’Europa nel 2050? I prossimi anni saranno teatro di un’importante transizione demografica. Il rapido invecchiamento della popolazione interessa molte regioni, ma in Europa sembra essere alla base di una vera e propria trasformazione. Andreas Hoefert*, Chief Global Economist Themis Themistocleous, Head of European Investment Office Ricardo Garcia, Head of Eurozone Economics * Andreas Hoefert, il nostro Chief Global Economist, è venuto a mancare la mattina di martedì 6 ottobre 2015. Aveva consegnato il suo contributo a questo articolo solo il giorno prima. Abbiamo avuto la fortuna di poter imparare dal suo acume e dalla sua originalità nel corso degli anni e ci rattrista profondamente sapere che non è più tra noi. 16 UBS House View – Years Ahead In primo luogo, in base alle proiezioni dell’ONU sulla popolazione, i cittadini europei (Russia esclusa) diminuiranno di oltre 15 milioni di persone (pari al numero di abitanti dei Paesi Bassi) dal 2015 al 2050, mentre nello stesso periodo la popolazione mondiale dovrebbe crescere di 2,4 miliardi di persone. In secondo luogo, la popolazione europea in età lavorativa diminuirà a un ritmo ancora più rapido. Stando ai calcoli dell’ONU, il rapporto tra le persone di età compresa tra 15 e 64 anni e il totale della popolazione scenderà dal 67% del 2015 al 56% nel 2050 e peserà sulla crescita della regione. In terzo luogo, la dinamica economica dei mercati emergenti non si è interrotta. Anche in base a ipotesi molto prudenziali, l’India e la Cina dovrebbero superare ampiamente il PIL europeo (a parità di potere d’acquisto). Inoltre, il PIL di paesi come il Messico, il Brasile o l’Indonesia sarà nettamente superiore a quello di Germania, Regno Unito o Francia. La quota europea del PIL globale (a parità di prezzi d’acquisto) potrebbe scendere sotto il 15% entro il 2025 e sotto il 10% entro il 2050, mentre il divario tra Stati Uniti e Unione europea continuerà ad allargarsi. Nel 2050 il PIL statunitense potrebbe essere più alto del 25-30% rispetto a quello europeo, a fronte di una crescita della popolazione americana di 60 milioni di persone (pari al numero di abitanti dell’Italia). Detto ciò, gli europei rimarranno tra i cittadini più ricchi del pianeta in termini di PIL pro capite. Cambiamenti in Europa Di pari passo con il declino dell’Europa sulla scena mondiale, le forze demografiche cambieranno anche all’interno del continente. Stando alle proiezioni dell’ONU, la popolazione del Regno Unito dovrebbe aumentare di 10 milioni, raggiungendo 75 milioni di persone nel 2050, mentre quella della Francia dovrebbe salire di 7 milioni, a 71 milioni. Al contempo, gli abitanti della Germania sono attesi in calo di 6 milioni di persone, a 74 milioni, e il paese perderebbe così il suo status di nazione più popolosa d’Europa. La popolazione dell’Italia è prevista in flessione di 4 milioni, a 56 milioni, e quella della Spagna di 1 milione, a 45 milioni. Ciò significa che l’integrazione sarà probabilmente un processo lungo e irregolare, soprattutto alla luce dei conflitti d’interesse tra paesi debitori e creditori all’interno dell’Eurozona e degli ostacoli politici alle modifiche del Trattato sull’Unione europea. Rest of the World La storia recente ci insegna che alcuni di questi cambiamenti potranno avvenire solo a seguito di una crisi. Sono probabili ulteriori problemi sul fronte del debito lungo la strada verso l’integrazione dell’Eurozona, poiché un nuovo shock mondiale peserebbe sugli Stati membri con capacità di debito ormai esaurite, una disoccupazione già elevata e un mercato immobiliare ancora in parte sopravvalutato. Difficilmente la soluzione giungerà dall’immigrazione, dato che il modesto ritmo di espansione economica potrebbe aggravare l’avversione politica a un aumento dei flussi migratori. Declino dell’Europa sulla scena mondiale Quota del PIL mondiale (a parità di potere d’acquisto, %) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Europa Russia Cina Brasile Stati Uniti Giappone India Resto del mondo Fonti: UBS, Angus Maddison loro visione del futuro, con il passaggio da una fase di crescita a una di consolidamento. Diventa quindi necessario portare a termine entro il 2025 l’unione bancaria, l’unione dei mercati dei capitali, l’unione fiscale e l’unione politica per poter trarre il massimo beneficio da un’Eurozona integrata. Questo progetto farebbe dell’Europa una regione molto più forte e solida, in grado anche di attrarre altri Stati membri nell’Eurozona. Sarà senza dubbio difficile raggiungere gli obiettivi di integrazione, ma necessario affinché l’Eurozona resti tra i principali protagonisti sulla scena globale. È in questo contesto che i leader delle principali istituzioni europee (BCE, Eurogruppo, Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio europeo) hanno presentato nella Relazione dei cinque presidenti la ubs.com/houseview 17 50 20 00 20 50 19 00 19 50 18 00 18 50 17 00 17 50 16 16 00 0 15 50 Conseguenze politiche L’atteso calo della popolazione dell’Europa e del suo contributo all’economia mondiale sta già rafforzando le spinte per una maggiore integrazione all’interno dell’UE, poiché sono necessarie riforme radicali per migliorare le modeste prospettive di crescita, in particolare nell’Eurozona. Tuttavia, a seguito dei cambiamenti generazionali avvenuti dopo la seconda guerra mondiale, i cittadini europei non sono più a favore dell’integrazione a ogni costo, come dimostra la disponibilità di gran parte dei loro leader ad accettare, se necessario, l’uscita dall’euro di Cipro nel 2013 o della Grecia nel 2015. Fig. 5 15 00 Per la maggior parte dei paesi europei, il PIL si muoverà per lo più in linea con la tendenza demografica; ciò significa che, mentre il baricentro dell’economia mondiale si sposta verso sud e verso est, quello europeo si muoverà nella direzione opposta, cioè verso nord e verso ovest. Svizzera Daniel Kalt, Head of Swiss Investment Office Senza immigrazione netta, prevediamo un calo della forza lavoro elvetica di quasi il 25% entro il 2050, che costringerà ad alzare l’età di pensionamento e a tagliare la spesa pubblica. Il paese, come molti altri in Europa, dovrà compiere una difficile scelta tra aumento dell’immigrazione e indebolimento della crescita. Come si comporterà una Svizzera isolazionista? Come i suoi vicini, la Svizzera va incontro a una dura transizione demografica. Il debito pubblico non costituisce un particolare problema, ma la spesa previdenziale sì, e la recente approvazione delle politiche anti immigrazione ci porta a chiederci come si comporterà in futuro una Svizzera isolazionista. 18 UBS House View – Years Ahead Pur avendo probabilmente la valuta più forte del mondo, negli ultimi dieci anni la Svizzera ha superato i vicini europei in termini di performance economica, per lo più grazie all’elevata immigrazione. Negli anni del boom precedenti la crisi finanziaria, la Svizzera aveva registrato un forte incremento della domanda di manodopera qualificata. Con la libera circolazione delle persone a partire dal 2007, ogni anno sono giunti nel paese nuovi immigrati in ragione di circa l’1% della popolazione elvetica. Questa dinamica ha dato impulso all’economia interna, in particolare ai settori dell’edilizia residenziale e della domanda al consumo. L’aumento dell’immigrazione ha anche contribuito a mitigare in parte la nuova sfida demografica legata al finanziamento del primo pilastro del sistema previdenziale svizzero. Il rovescio della medaglia è stato il crescente disagio dei cittadini nei confronti degli effetti collaterali dell’immigrazione. L’iniziativa popolare «contro l’immigrazione di massa», che ha vinto di misura il referendum del febbraio 2014, prevede la reintroduzione di una politica sull’immigrazione basata sulle quote. La Svizzera deve implementare l’iniziativa entro febbraio 2017, ma resta da vedere se perseguirà una politica isolazionista o se manterrà l’attuale approccio più aperto basato sull’integrazione economica. Per valutare i possibili esiti, abbiamo elaborato varie simulazioni di lungo periodo dell’economia elvetica in base alla probabile traiettoria del PIL, delle dimensioni della popolazione e di altre variabili fino al 2050. Il primo scenario presuppone una riduzione solo modesta dell’immigrazione in Svizzera. Il secondo ipotizza un’applicazione più rigida dell’iniziativa popolare e prevede un’immigrazione netta pari a zero nel periodo della simulazione, a causa del nuovo sistema di quote e del calo della domanda di lavoratori stranieri. In vista di un probabile rapido deterioramento demografico del paese, potrebbe non esserci altra soluzione che alzare l’età di pensionamento. Il terzo scenario si basa quindi sull’incremento graduale dell’età di pensionamento dagli attuali 65 anni fino a un massimo di 69 a partire dal 2025. Stando ai risultati del nostro scenario di riferimento, la popolazione elvetica dovrebbe passare dagli 8 milioni circa di oggi a 10 milioni nel 2050, pari a un tasso di crescita medio annuo dello 0,5%, che parte dall’attuale 1% dovuto all’immigrazione e cala progressivamente. Il nostro scenario di base si fonda quindi sul presupposto che l’immigrazione verrà frenata solo leggermente, con un’implementazione piuttosto flessibile dell’iniziativa popolare. Fig. 6 La politica sull’immigrazione influirà sulla capacità della Svizzera di fare fronte alla spesa previdenziale Popolazione attiva (mln) 6 Nell’ipotesi di una crescita della produttività dell’1,1% a lungo termine, l’economia svizzera potrebbe quindi continuare a registrare un’espansione dell’1,5-1,7% l’anno nei prossimi 35 anni, facendo salire il PIL annuale dall’attuale livello di CHF 650 miliardi a CHF 1100 miliardi entro il 2050. Passando alle implicazioni demografiche di questo scenario, la popolazione in età lavorativa aumenterebbe leggermente, da 5,6 milioni a 5,7 milioni, e quindi in proporzione al totale diminuirebbe dall’attuale 67% a circa il 57% nel 2050. Il finanziamento del sistema di previdenza svizzero sarà una grande sfida anche se l’immigrazione contribuirà a mitigare le tendenze demografiche (Fig. 6). I nostri scenari alternativi, basati su un’implementazione più rigida dell’iniziativa popolare, comporterebbero una riduzione dell’immigrazione netta fino a zero nel prossimo futuro. In questo caso, la popolazione elvetica raggiungerebbe un massimo di 8,45 milioni nel 2028, per poi scendere gradualmente sotto 8 milioni nel 2050. Questo sviluppo avrebbe gravi implicazioni per la popolazione attiva, che comincerebbe a diminuire nel giro di pochi anni dagli attuali 5,6 milioni (67% della popolazione) a meno di 4,3 milioni (53%) entro il 2050. A fronte di una simile flessione, sempre nell’ipotesi di una crescita della produttività dell’1,1% a lungo termine, il PIL reale annuale svizzero crescerebbe solo dall’attuale livello di CHF 650 miliardi a CHF 880 miliardi, una base di finanziamento decisamente più ridotta per le pensioni e altre spese pubbliche rispetto allo scenario di riferimento. 5 5.6 5.7 4 4.3 3 2 1 0 Oggi 2050 Scenario di riferimento 2050 Scenario a immigrazione netta zero Fonte: UBS sionabile a 69 anni a partire dal 2025. In questo modo il calo della popolazione attiva sarebbe posticipato al 2030, ma proseguirebbe inesorabile negli anni successivi. Le nostre simulazioni dimostrano che la Svizzera dovrà compiere scelte difficili in materia di politica estera e sull’immigrazione nei prossimi duetre anni. Forse la soluzione ideale per fare fronte alla sfida demografica è un mix di queste misure: tollerare un certo grado di immigrazione e al contempo aumentare gradualmente l’età di pensionamento. Una possibile soluzione a questi problemi risiede nell’aumento dell’età di pensionamento. Nella nostra simulazione abbiamo alzato gradualmente l’età pen- ubs.com/houseview 19 Classi di attivi Mads Pedersen, Head of Global Asset Allocation Christophe de Montrichard, Head of Strategic Asset Allocation 20 UBS House View – Years Ahead Nei prossimi anni sarà essenziale scegliere le classi di attivi giuste. In un orizzonte di cinque anni e oltre, ci aspettiamo che le azioni facciano segnare le migliori performance complessive. Le obbligazioni registreranno probabilmente rendimenti più contenuti, ma svolgeranno comunque un importante ruolo di stabilizzazione dei portafogli azionari. Gli investimenti alternativi dovrebbero ottenere risultati positivi su base corretta per il rischio, mentre le materie prime mostreranno un rapporto rendimento/rischio sfavorevole. Classi di attivi Mercato Indice Rendimento atteso a 5+ anni (% ann.) Volatilità attesa a 5+ anni (% ann.) Liquidità Liquidità in USD Citigroup Euro deposits 3m USD 1,9 – 2,2 0,50 Liquidità in EUR Citigroup Euro deposits 3m EUR 0,5 – 0,6 0,50 Liquidità in CHF Citigroup Euro deposits 3m CHF –0,3 – 0,2­ 0,50 Liquidità in GBP Citigroup Euro deposits 3m GBP 1,8 – 2,0 0,50 Liquidità in SGD Citigroup Euro deposits 3m SGD 2,2 – 2,3 0,50 High grade, 1-3 anni, USD Barclays Eurodollar AA+, 1-3y 1,8 – 1,9 1,1 – 1,6 High grade, 3-5 anni, USD Barclays Eurodollar AA+, 3-5y 2,0 – 2,1 2,6 – 3,5 High grade, 5-7 anni, USD Barclays Eurodollar AA+, 5-7y 2,1 – 2,5 3,9 – 4,6 High grade, 1-3 anni, EUR Barclays Euro Aggregate AA+, 1-3y 0,4 – 0,5 1,4 – 1,5 High grade, 3-5 anni, EUR Barclays Euro Aggregate AA+, 3-5y 0,3 – 0,4 2,5 – 2,8 High grade, 5-7 anni, EUR Barclays Euro Aggregate AA+, 5-7y 0,0 – 0,6 3,6 – 3,7 High grade, 1-3 anni, CHF Barclays CHF Aggregate AA+, 1-3y – Non-dom. 0,0 – 0,2 1,3 – 1,5 High grade, 3-5 anni, CHF Barclays CHF Aggregate AA+, 3-5y – Non-dom. 0,0 – 0,1 2,3 – 2,6 High grade, 5-7 anni, CHF Barclays CHF Aggregate AA+, 5-7y – Non-dom. – 0,4 – 0,0 3,3 – 3,5 High grade, 1-3 anni, GBP Barclays GBP Aggregate AA+, 1-3y 1,5 – 1,9 1,2 – 1,7 High grade, 3-5 anni, GBP Barclays GBP Aggregate AA+, 3-5y 1,4 – 2,0 2,4 – 3,6 High grade, 5-7 anni, GBP Barclays GBP Aggregate AA+, 5-7y 1,1 – 2,0 3,6 – 4,4 Obbl. societarie, 1-5 anni, USD Barclays US Corporate, 1-5y 2,3 – 2,5 2,9 – 3,0 Obbl. societarie, 1-5 anni, EUR Barclays Euro Corporate, 1-5y 0,9 – 1,0 2,3 – 2,5 Obbl. societarie, USD Barclays US Corporate 3,2 – 3,3 5,2 – 5,4 Obbl. societarie, Asia JPM JACI Composite 4,2 – 4,3 6,8 – 7,4 Obbl. high yield USA BofA US High Yield Master II Cons. 4,5 – 5,0 8,2 – 8,9 Obbl. sovrane dei ME in USD JP Morgan EMBI Global Diversified 4,5 – 5,4 8,3 – 9,1 Obbl. societarie dei ME in USD JP Morgan CEMBI Diversified 4,3 – 4,9 9,4 – 9,9 Obbligazioni Azioni Stati Uniti MSCI USA Mercati emergenti MSCI Emerging Markets 7,4 – 7,8 15,2 – 15,4 9,8 – 10,4 Eurozona 23,9 – 24,1 MSCI EMU 7,4 – 7,6 18,4 – 18,5 Regno Unito MSCI UK 8,0 – 8,3 14,2 – 15,0 Giappone MSCI Japan 6,0 – 7,2 19,2 – 19,8 Svizzera MSCI Switzerland 6,1 – 7,2 13,6 – 14,9 Canada MSCI Canada 7,1 – 7,5 13,2 – 15,0 Australia MSCI Australia 8,0 – 9,5 13,7 – 14,9 Cina MSCI China 10,6 – 12,3 26,9 – 27,1 Hong Kong MSCI Hong Kong 7,9 – 8,9 21,2 – 21,6 Corea del Sud MSCI South Korea 9,2 – 10,2 23,2 – 24,7 Taiwan MSCI Taiwan 7,4 – 9,2 19,8 – 20,3 India MSCI India 8,6 – 13,4 25,4 – 25,9 Investimenti alternativi Fondi di fondi HFRI Fund of Funds 5,0 – 5,2 5,4 – 5,9 Settore immobiliare privato n.d. 8,5-9,5 10,5-11,5 Private equity n.d. 11,5-12,5 12,0-13,0 Debito privato n.d. 8,0-9,0 8,0-9,0 Materie prime Materie prime UBS Bloomberg CMCI Composite USD 3,4 – 4,9 15,3 – 18,3 Energia UBS Bloomberg CMCI Energy USD 4,3 – 6,2 25,5 – 26,3 Metalli industriali UBS Bloomberg CMCI Industrial Metals USD 4,6 – 8,5 22,0 – 24,0 Prodotti agricoli UBS Bloomberg CMCI Agriculture USD 1,2 – 1,4 19,5 – 22,1 Fonte: UBS ubs.com/houseview 21 Azioni Riteniamo che le azioni costituiscano tuttora un fattore chiave per la crescita del portafoglio, in quanto consentono agli investitori di trarre vantaggio dall’innovazione e dall’espansione degli utili societari a lungo termine. Prevediamo rendimenti del 7-8% l’anno nei prossimi cinque anni e oltre. Naturalmente ci aspettiamo una certa volatilità, poiché un mondo in transizione attraversa fasi di instabilità. La diversificazione a livello di regioni, società e fasce di capitalizzazione di mercato sarà determinante per ottenere performance più stabili. Markus Irngartinger, Head of Equities Strategies Jeremy Zirin, Chief Equity Strategist, Wealth Management Americas David Lefkowitz, US Equity Strategist, Wealth Management Americas Azioni: fattore chiave per la crescita del portafoglio Acquistando partecipazioni in varie aziende, gli investitori possono prendere parte ai profitti e alla continua crescita economica e innovazione. Per stimare i rendimenti futuri, analizziamo le prospettive dei ricavi, dell’espansione dei margini e delle valutazioni di una società. In base alle nostre stime per la crescita economica mondiale a lungo termine, ci attendiamo un incremento dei ricavi nominali del 3-7%, con una dinamica più sostenuta nei mercati emergenti e più debole in paesi come il Giappone. I margini mostrano un certo potenziale di miglioramento in Giappone e nell’Eurozona, ma sono già elevati negli Stati Uniti e in Svizzera. In generale, le attuali valutazioni ci sembrano da eque a leggermente alte. Ad esempio, sul mercato statunitense il rapporto prezzo/utili passati (svalutazioni incluse) si colloca intorno a 20 volte, in linea con la media di lungo periodo. In questo quadro, per i prossimi cinque anni e oltre stimiamo rendimenti del 7–8% l’anno per le azioni globali (Fig. 7). Attesa volatilità Le azioni sono sensibili alle variazioni del sentiment o della crescita degli utili. Negli ultimi 20 anni, le azioni hanno perso più del 10% nel 2% dei mesi e più del 5% nel 10% dei mesi. Mercato Indice Stati Uniti MSCI USA Mercati emergenti MSCI Emerging Markets Eurozona Regno Unito Rendimento atteso a 5+ anni (% ann.) Volatilità attesa a 5+ anni (% ann.) 7,4 – 7,8 15,2 – 15,4 9,8 – 10,4 23,9 – 24,1 MSCI EMU 7,4 – 7,6 18,4 – 18,5 MSCI UK 8,0 – 8,3 14,2 – 15,0 Giappone MSCI Japan 6,0 – 7,2 19,2 – 19,8 Svizzera MSCI Switzerland 6,1 – 7,2 13,6 – 14,9 Canada MSCI Canada 7,1 – 7,5 13,2 – 15,0 Australia MSCI Australia Cina MSCI China Hong Kong Corea del Sud Taiwan MSCI Taiwan India MSCI India 22 8,0 – 9,5 13,7 – 14,9 10,6 – 12,3 26,9 – 27,1 MSCI Hong Kong 7,9 – 8,9 21,2 – 21,6 MSCI South Korea 9,2 – 10,2 23,2 – 24,7 7,4 – 9,2 19,8 – 20,3 8,6 – 13,4 25,4 – 25,9 UBS House View – Years Ahead Gli investitori in azioni devono quindi prepararsi a periodi di volatilità e quelli con una bassa tolleranza al rischio dovrebbero limitare la loro esposizione azionaria. Le fasi di ribasso possono durare a lungo: i rendimenti del mercato azionario statunitense ci hanno messo quattro anni e mezzo a riprendere quota dopo il 2007 e quelli dell’Eurozona quasi otto anni (Fig. 8). Per cercare di mitigare i rischi, raccomandiamo di combinare azioni e altri attivi, come le obbligazioni high grade, che sono meno volatili e possono anche prosperare nelle condizioni che innescano invece un ribasso delle azioni. Negli ultimi 20 anni i Treasury statunitensi sono saliti in due terzi dei mesi in cui le azioni statunitensi sono scese. Classi di attivi L’importanza della diversificazione azionaria Raccomandiamo agli investitori di diversificare adeguatamente gli investimenti tra società, fasce di capitalizzazione di mercato e regioni. In questo modo si prepara il portafoglio a una crescita di lungo periodo, senza esporlo eccessivamente a rischi specifici. Fig. 7 Sovraperformance in vista per le azioni 12 Ipotesi di mercato (5-7 anni, % annualizzata) 10 8 6 4 2 0 «Raccomandiamo di diversificare gli investimenti tra società, fasce di capitalizzazione di mercato e regioni.» Azioni ME Azioni Stati Uniti Azioni Eurozona Azioni Giappone Hedge fund Obbligazioni high yield USA Materie prime Obbligazioni societarie USA Liquidità in USD Fonte: UBS Fig. 8 Le azioni possono subire ribassi prolungati 0 La diversificazione tra numerose aziende è essenziale. Per definizione, in media le azioni incluse nell’S&P 500 hanno lo stesso rendimento dell’indice nel suo complesso, ma nessuna ha una volatilità più bassa dell’indice (Fig. 9). –10 –20 –30 –40 –50 09 20 10 20 11 20 12 20 13 20 14 20 15 20 08 07 20 20 06 05 20 20 04 03 20 20 02 01 20 20 9 00 19 9 20 7 8 19 9 19 9 5 6 19 9 –60 19 9 Un’esposizione diversificata alle fasce di capitalizzazione di mercato assicura performance più stabili: il divario di rendimento massimo tra large cap e small cap ha toccato il 34% in un periodo di 12 mesi. MSCI AC World, perdita e massimi storici Fonte: UBS Anche la diversificazione geografica è importante per contenere i rischi. Negli ultimi 20 anni, un portafoglio equamente diversificato tra otto regioni* avrebbe generato una volatilità annualizzata del 14,0%. Solo due regioni prese singolarmente hanno registrato valori più alti. Pur ritenendo importante investire su diversi mercati azionari, raccomandiamo di coprire i rischi di cambio. Infatti, la copertura del rischio di cambio del portafoglio composto da otto regioni a pari ponderazione* migliora i rendimenti (7,3% contro 6,9%) e riduce la volatilità (14,0% contro 16,5%). Fig. 9 La diversificazione è essenziale: Nessun titolo dell’S&P 500 ha una volatilità più bassa dell’indice 60 50 Distribuzione della volatilità azionaria dell’S&P 500 (realizzata a 162 settimane, annualizzata, in %) 40 30 21,0% 20 11,2% 10 0 * Stati Uniti, Eurolandia, Regno Unito, Australia, Canada, Giappone, Svizzera, con copertura valutaria. Società media S&P 500 Volatilità azionaria Fonti: Bloomberg, UBS ubs.com/houseview 23 Obbligazioni Con le banche centrali globali alle prese con le grandi questioni dei prossimi anni, le politiche monetarie saranno imprevedibili. Sarà quindi essenziale detenere un ampio ventaglio di tipologie di obbligazioni in diverse aree di politica monetaria. I titoli high grade e investment grade possono stabilizzare le posizioni azionarie, potenzialmente volatili, mentre quelli high yield e dei mercati emergenti apportano rendimenti aggiuntivi. La performance di ciascun segmento del mercato dipende da vari fattori. Ad esempio, alcune obbligazioni governative tendono a risentire in modo particolare della politica monetaria, mentre i titoli di credito più rischiosi sono maggiormente influenzati dalle variazioni delle prospettive economiche o da fattori specifici. È per questo che investire in un ampio ventaglio di regioni geografiche, settori, scadenze e tipologie di strumenti può migliorare il profilo rischio/rendimento di un portafoglio e ridurre l’esposizione ai rischi specifici. A titolo di esempio, negli ultimi 15 anni il rapporto rendimento/rischio di un portafoglio obbligazionario ponderato su diversi segmenti* sarebbe stato di 1,13, superiore a quasi tutti i singoli comparti a reddito fisso. Benché sia meglio acquistare vari tipi di obbligazioni, riteniamo importante anche coprire il rischio di cambio. In linea con la nostra filosofia d’investimento, crediamo che le valute rappresentino una fonte di rischio non compensato, che pertanto non vale la pena di correre. Raccomandiamo di coprire l’esposizione valutaria sul mercato a pronti, per poter diversificare le posizioni obbligazionarie tra diverse curve dei rendimenti. Carolina Moura-Alves, Head of Credit Strategies Douglas Rothstein, Head of Rates Strategies Philipp Schoettler, Head of DM Credit Strategies Michael Bolliger, Head of EM Asset Allocation Diversi tipi di obbligazioni Non c’è dubbio: i tassi d’interesse sono bassi e lo sono anche le potenziali performance delle obbligazioni. Per i prossimi cinque anni e oltre prevediamo rendimenti estremamente ridotti nel segmento high grade. Tuttavia, le obbligazioni hanno ancora un importante ruolo da svolgere nell’ambito dei portafogli. 24 UBS House View – Years Ahead Puntare a una scadenza media tra i cinque e i sette anni Le obbligazioni con scadenze diverse presentano caratteristiche contrastanti. Quelle a breve termine tendono a generare performance più modeste, ma sono anche meno volatili e meno sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. I titoli a più lungo termine producono in genere rendimenti più elevati, ma sono volatili e possono essere molto sensibili alle variazioni dei tassi. Nel contesto di un portafoglio altrimenti ben diversificato, per la porzione a reddito fisso raccomandiamo una scadenza media di cinque anni e oltre. Questo orizzonte temporale ci sembra apportare il miglior equilibrio tra rendimenti adeguati e * Obbligazioni statunitensi AA+ 5-7 anni, obbligazioni societarie e high yield statunitensi, obbligazioni societarie e sovrane dei mercati emergenti. Classi di attivi Fig. 10 Bassi rendimenti significano in genere performance modeste per le obbligazioni high grade Rendimento dei titoli di Stato USA a 5 anni, rendimento totale a 5 anni, annualizzato, indice Barclays Eurodollar AA+ 12 10 8 6 4 2 Storicamente il rendimento annualizzato delle obbligazioni con rating elevato nell’arco di periodi quinquennali non è molto diverso dal livello dei rendimenti all’inizio di ogni periodo. Oggi i tassi sui titoli high grade si attestano in media sotto il 2% e gli spread investment grade sono minimi. Nelle nostre ipotesi di mercato, le performance attese dovrebbero essere in linea con questi livelli bassi: meno del 2,5% l’anno per le obbligazioni high grade e meno del 3,3% l’anno per quelle investment grade. Se le nostre ipotesi si rivelassero corrette, il comparto starebbe attraversando il peggiore quinquennio dagli anni ’70, e ciò dimostra che le obbligazioni da sole non bastano a raggiungere gli obiettivi di molti investitori. Le obbligazioni con i rating più alti aiutano a stabilizzare i portafogli Le obbligazioni high grade e investment grade, che costituiscono i titoli più sicuri nello spettro del reddito fisso, contribuiscono a stabilizzare i portafogli nelle fasi di volatilità dei mercati azionari. È per questo che, nonostante i rendimenti vicini ai minimi storici, crediamo tuttora che la maggior parte dei portafogli debba continuare a includere le obbligazioni più sicure tra i suoi elementi centrali. Per farsi un’idea del valore delle obbligazioni basti dire che negli ultimi cinque anni il tasso rendimento/rischio di un portafoglio investito per 20 14 20 12 20 10 08 20 06 04 20 20 02 00 8 19 9 20 6 19 9 20 4 2 19 9 I rendimenti delle obbligazioni più sicure resteranno molto bassi Con i rendimenti prossimi ai minimi storici, le obbligazioni high grade sono destinate a far segnare performance altrettanto modeste nei prossimi anni (Fig. 10). 19 9 0 0 19 9 protezione del resto del portafoglio da possibili shock. Ad esempio, in vista di un rallentamento economico i mercati azionari possono perdere terreno, ma le obbligazioni a medo termine di alta qualità dovrebbero apprezzarsi. In presenza di un miglioramento delle prospettive di crescita, queste obbligazioni possono produrre rendimenti poco appetibili, ma comunque superiori a quelli del comparto a lunga scadenza. E, a fronte di prospettive stabili, i titoli a duration media offrono rendimenti costanti, benché più deboli in valute come l’euro e il franco svizzero. Rendimento dei titoli di Stato USA a 5 anni (%) Rendimento dei 5 anni successivi, annualizzato, Barclays Eurodollar AA+ Fonte: Bloomberg Fig. 11 Le obbligazioni high grade aiutano a stabilizzare i portafogli 1,8 1,6 Information ratio (rendimento annualizzato / volatilità, ultimi 5 anni) 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 Azioni Stati Uniti Obbligazioni high grade Stati Uniti Portafoglio 50%-50% Fonti: UBS, MSCI USA, Barclays Eurodollar AA+ 5 –7y il 50% in titoli high grade e per il 50% in azioni sarebbe stato pari a 1,6 (Fig. 11). Anche se le azioni hanno messo a segno ottime performance nel periodo (con un rendimento annuo del 16%), avrebbero dovuto guadagnare altri 3 punti percentuali l’anno per ottenere un rapporto rendimento/rischio analogo a quello del portafoglio combinato di azioni e obbligazioni. A beneficio degli investitori preoccupati per le potenziali perdite di capitale, ricordiamo infine che un aumento dei rendimenti o un rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali non impediscono alle obbligazioni con rating ubs.com/houseview 25 Obbligazioni elevati di registrare comunque rendimenti positivi in termini assoluti. Obbligazioni high yield: eccellenti performance Le obbligazioni high yield (HY) sono più rischiose di altri segmenti del reddito fisso, ma meno volatili delle azioni, e sono in grado di apportare redditi, diversificazione ed equilibrio ai portafogli. Fig. 12 Rendimenti high yield ai livelli iniziali, in assenza di recessione Tassi high yield iniziali USA e successivi rendimenti totali a 5 anni (%) 25 20 15 10 5 0 Inoltre, in presenza di mercati volatili, i titoli HY possono diventare illiquidi. Questo problema si è acuito nel contesto dopo-crisi, in cui le banche d’investimento hanno ridotto il proprio stock di obbligazioni e l’attività di negoziazione in conto proprio, mentre si sono diffusi sempre più gli investimenti mediante exchange-traded fund (ETF). Benché sia importante detenere una posizione in titoli di credito high yield, a causa di questi rischi consigliamo di valutare attentamente i meriti di una sovraesposizione a questa classe di attivi. 26 UBS House View – Years Ahead 20 14 20 12 08 20 10 04 06 20 20 02 20 20 8 00 6 19 9 20 4 19 9 19 9 19 9 0 19 8 19 92 6 8 19 8 Fonti: BofA, UBS Fig. 13 Premio di rendimento sui mercati obbligazionari emergenti Spread rettificati per le opzioni delle obbligazioni societarie investment grade dei mercati emergenti meno spread omologhi USA (pb) 300 250 200 150 100 50 Extra rendimenti per le posizioni in obbligazioni dei mercati emergenti La crescita dei mercati emergenti è rallentata negli ultimi anni, ma le obbligazioni della regione, emesse da governi e società dei paesi in via di sviluppo, presentano ancora caratteristiche interessanti per i portafogli a lungo termine. 09 20 10 20 11 20 12 20 13 20 14 08 07 06 Fonti: JPMorgan, UBS 20 20 20 20 05 20 04 20 03 02 20 20 01 20 9 20 00 0 19 9 Le obbligazioni high yield possono essere illiquide e volatili Investire in obbligazioni high yield (HY) è un’attività rischiosa. Nelle fasi di tensioni economiche, i tassi d’insolvenza degli emittenti con rating più bassi possono salire improvvisamente. Dopo lo scoppio della bolla dotcom e la crisi finanziaria del 2008, i tassi di default del comparto high yield superavano il 13%. Successivi rendimenti a 5 anni Obbligazioni high yield USA (%) 8 Nonostante questi brillanti risultati, a nostro avviso le prospettive per i prossimi cinque-sette anni restano positive. I tassi d’insolvenza medi di lungo periodo degli emittenti HY si attestano intorno al 4%. Con un rendimento totale attualmente sopra il 7%, secondo le nostre stime le performance dei prossimi cinque anni e oltre si preannunciano appetibili e dovrebbero collocarsi intorno al 4,5 – 5,0% l’anno. –5 19 9 I titoli HY, anche detti «junk bond» (spazzatura) in quanto emessi da società che secondo le agenzie di rating presentano un più alto rischio d’insolvenza rispetto a quelle di fascia investment grade, hanno registrato eccellenti performance dai minimi del 2009, con un rendimento del 13% l’anno. Classi di attivi In particolare, anche a parità di rating questi titoli offrono rendimenti più elevati rispetto alle obbligazioni omologhe dei mercati sviluppati. Dalla crisi finanziaria, le obbligazioni investment grade dei mercati emergenti denominate in dollari statunitensi hanno prodotto rendimenti in media superiori di 0,5-1,0 punto percentuale rispetto alle obbligazioni statunitensi con pari rating (Fig. 13). «Un investimento in obbligazioni dei mercati emergenti è senz’altro utile, ma l’esposizione dovrebbe essere limitata.» Poiché le valute dei mercati emergenti sono altamente volatili, nei portafogli con orizzonte di lungo periodo raccomandiamo agli investitori di concentrarsi sul debito emesso in dollari statunitensi anziché in valuta locale. Dato che i singoli mercati emergenti presentano spesso problemi specifici, i portafogli che investono in questo comparto dovrebbero includere obbligazioni sia sovrane che societarie per diversificare i rischi. In prospettiva, nei prossimi cinque anni le obbligazioni societarie e sovrane emergenti denominate in USD dovrebbero registrare rendimenti rispettivamente del 4,3–4,9% e del 4,5–5,4% l’anno. I rischi per le obbligazioni dei mercati emergenti Un investimento in obbligazioni dei mercati emergenti è senz’altro utile, ma gli investitori dovrebbero accertarsi di avere un’esposizione limitata. Innanzitutto, gli indici di settore spesso includono i maggiori emittenti di debito. Ciò significa Mercato Indice Rendimento Volatilità atteso attesa a 5+ anni a 5+ anni (% ann.) (% ann.) High grade, 1–3 anni, USD Barclays Eurodollar AA+, 1-3y 1,8 – 1,9 1,1 – 1,6 High grade, 3–5 anni, USD Barclays Eurodollar AA+, 3-5y 2,0 – 2,1 2,6 – 3,5 High grade, 5–7 anni, USD Barclays Eurodollar AA+, 5-7y 2,1 – 2,5 3,9 – 4,6 High grade, 1–3 anni, EUR Barclays Euro Aggregate AA+, 1-3y 0,4 – 0,5 1,4 – 1,5 High grade, 3–5 anni, EUR Barclays Euro Aggregate AA+, 3-5y 0,3 – 0,4 2,5 – 2,8 High grade, 5–7 anni, EUR Barclays Euro Aggregate AA+, 5-7y 0,0 – 0,6 3,6 – 3,7 High grade, 1–3 anni, CHF Barclays CHF Aggregate AA+, 1-3y – Non-dom. 0,0 – 0,2 1,3 – 1,5 High grade, 3–5 anni, CHF Barclays CHF Aggregate AA+, 3-5y – Non-dom. 0,0 – 0,1 2,3 – 2,6 High grade, 5–7 anni, CHF Barclays CHF Aggregate AA+, 5-7y – Non-dom. – 0,4 – 0,0 3,3 – 3,5 High grade, 1–3 anni, GBP Barclays GBP Aggregate AA+, 1-3y 1,5 – 1,9 1,2 – 1,7 High grade, 3–5 anni, GBP Barclays GBP Aggregate AA+, 3-5y 1,4 – 2,0 2,4 – 3,6 High grade, 5–7 anni, GBP Barclays GBP Aggregate AA+, 5-7y 1,1 – 2,0 3,6 – 4,4 Obbl. societarie, 1–5 anni, USD Barclays US Corporate, 1-5y 2,3 – 2,5 2,9 – 3,0 Obbl. societarie, 1–5 anni, EUR Barclays Euro Corporate, 1-5y 0,9 – 1,0 2,3 – 2,5 Obbl. societarie, USD Barclays US Corporate 3,2 – 3,3 5,2 – 5,4 Obbl. societarie, Asia JPM JACI Composite 4,2 – 4,3 6,8 – 7,4 Obbl. high yield USA BofA US High Yield Master II Cons. 4,5 – 5,0 8,2 – 8,9 Obbl. sovrane dei ME in USD JP Morgan EMBI Global Diversified 4,5 – 5,4 8,3 – 9,1 Obbl. societarie dei ME in USD JP Morgan CEMBI Diversified 4,3 – 4,9 9,4 – 9,9 Fonte: UBS che, se non si esercita la dovuta attenzione, c’è il rischio di trovarsi esposti a paesi indebitati che potrebbero risentire degli sviluppi macroeconomici. Raccomandiamo di adottare un approccio che limiti le posizioni nei paesi con il più alto onere del debito. Inoltre, dato che i governi di molti Stati emergenti hanno cercato di sfruttare i bassi tassi d’interesse, la scadenza media del debito disponibile agli investitori è relativamente lunga, poiché si aggira intorno a sei anni e mezzo. Questi titoli sono quindi più sensibili di molti altri comparti obbligazionari a un aumento dei tassi. Infine, il supporto strutturale di cui ha goduto il comparto negli ultimi dieci anni sotto forma di innalzamenti dei rating si è ormai esaurito: molti paesi sono oggetto di declassamenti ed è probabile che i rendimenti passati non tornino a ripetersi. ubs.com/houseview 27 Investimenti alternativi Gli strumenti alternativi, compresi gli hedge fund e i mercati privati, sono in grado di diversificare i portafogli e ottimizzare i rendimenti. Nei prossimi cinque anni e oltre ci aspettiamo per gli hedge fund rendimenti del 5,0–5,2% l’anno e una volatilità di appena il 5,4–5,9%, per un rapporto rendimento/rischio superiore a quello di altre classi di attivi. Gli investimenti nei mercati privati permettono di superare la volatilità dei prossimi anni e ottenere al contempo un premio per l’illiquidità potenzialmente interessante. Simon Smiles, Head of UHNW & Alternatives Andrew Lee, Deputy Head of UHNW & Alternatives Nils Beitlich, Head of Funds Cyril Demaria, Private Investments strategist Hedge fund: interessante profilo rendimento/rischio Gli hedge fund rappresentano un elemento essenziale della maggior parte dei portafogli adeguatamente bilanciati. In presenza di bassi tassi d’interesse, che implicano rendimenti futuri mediocri per i titoli di Stato, gli hedge fund dovrebbero costituire una valida alternativa, poiché offrono performance nettamente superiori a fronte di un rischio solo di poco maggiore. I gestori di hedge fund hanno accesso a un più ampio ventaglio di strategie e strumenti d’investimento rispetto non solo agli investitori privati, ma anche agli investitori istituzionali long-only. Inoltre, la varietà di attivi sottostanti, orizzonti temporali, approcci e posizionamenti dei singoli gestori consente agli investitori privati di costruire un portafoglio di strumenti alternativi in linea con le loro esigenze. Per l’indice degli hedge fund, nelle nostre ipotesi di mercato prevediamo un rendimento del 5,0–5,2% l’anno e un rischio del 5,9–5,4% nei prossimi cinque anni e oltre, un interessante profilo rendimento/rischio rispetto ad altre categorie di attivi (Fig. 14). Nel contesto di un portafoglio, le basse correlazioni con altre categorie di attivi risultano particolarmente appetibili. Inoltre, una selezione adeguatamente diversificata di singoli gestori può offrire rendimenti ancora maggiori. I rischi di una sovraesposizione agli hedge fund Sconsigliamo di effettuare allocazioni troppo consistenti negli hedge fund. Mercato Indice Fondi di fondi HFRI Fund of Funds Rendimento atteso Volatilità attesa a a 5+ anni (% ann.) 5+ anni (% ann.) 5,0 – 5,2 5,4 – 5,9 Settore immobiliare privato n.d. 8,5-9,5 10,5-11,5 Private equity n.d. 11,5-12,5 12,0-13,0 Debito privato n.d. 8,0-9,0 8,0-9,0 Fonte: UBS 28 UBS House View – Years Ahead Gli investitori che leggono abitualmente la stampa finanziaria sanno che gli investimenti alternativi possono non produrre i risultati sperati. Rischi operativi, cattiva tempistica delle decisioni d’investimento, rimborsi non accettati dai gestori: c’è sempre il rischio che prima o poi un singolo fondo subisca perdite o problemi di illiquidità. Inoltre, non bisogna dimenticare che alcuni gestori di hedge fund fanno ricorso all’effetto leva per potenziare i loro rendimenti: uno strumento valido quando le strategie ottengono performance positive, ma controproducente in caso di ribasso. Il rischio associato ai singoli gestori può essere in parte mitigato dalla di- versificazione; nel contesto di un portafoglio, però, gli investitori con un’elevata allocazione in hedge fund devono ricordare che nelle fasi di forti tensioni di mercato possono crearsi correlazioni con altre categorie di attivi. Nel 2008 l’indice composito di fondi di hedge fund perse il 21%. Nonostante l’attrattiva degli hedge fund, pertanto, riteniamo opportuno usare cautela in termini di grado di esposizione a questa classe di attivi. Puntare su una selezione diversificata di gestori e stili Ci sembra importante che gli investitori in strumenti alternativi puntino su un portafoglio adeguatamente diversificato di gestori e stili. Qualsiasi fondo preso singolarmente può registrare risultati negativi in un dato orizzonte temporale, ma un portafoglio diversificato offre agli investitori un certo grado di sicurezza circa le prospettive di rendimento a lungo termine e la relativa stabilità delle posizioni. Fig. 14 Gli hedge fund dovrebbero registrare rendimenti superiori su base corretta per il rischio 1.0 Information ratio atteso a 5-7 anni (rendimento atteso / rischio atteso a 5 anni, x) 0.8 0.6 0.4 0.2 0 Hedge fund Obbligazioni societarie USA Obbligazioni high yield USA Azioni Stati Uniti Materie prime Fonte: UBS Fig. 15 Un portafoglio diversificato di hedge fund ha caratteristiche superiori Qualità degli stili di hedge fund valutata con vari parametri Performance Stabilità Liquidità Raccomandiamo di diversificare il portafoglio investendo in una gamma di gestori con diversi stili e approcci al mercato (inclusi market neutral, relative value, macro e merger arbitrage) per ridurre così la dipendenza dai singoli fattori di rendimento. In base a una serie di parametri quali perdita massima, illiquidità, performance, volatilità e indice di Sharpe, un portafoglio diversificato di stili si dimostra nel complesso superiore rispetto alle singole strategie (Fig. 15). Mercati privati: elevati rendimenti corretti per il rischio La categoria di attivi dei mercati privati comprende private equity, debito privato e attivi reali. Gli investitori che non hanno bisogno di attingere frequentemente al loro patrimonio possono trarre beneficio dagli investimenti nei mercati privati. Questa categoria di attivi si caratterizza per l’ampio ventaglio di fattori di rendimento, che conferiscono al portafoglio vantaggi in termini di diversificazione, crescita del capitale nel lungo periodo e, a seconda dell’investimento, anche redditi regolari e copertura contro l’inflazione. A nostro avviso, i mercati privati possano produrre solidi rendimenti nei prossimi anni. Protezione drawdown Rendimento/rischio Portafoglio diversificato (equiponderato) Fonte: UBS Innanzitutto, gli investimenti nei mercati privati offrono accesso a opportunità altrimenti poco sfruttate, spesso contraddistinte da disallineamenti di prezzo. Inoltre, in base alla strategia attuata, il coinvolgimento attivo di gestori di fondi esperti in questo settore può creare notevole valore aggiunto per gli investitori. Ancora, data l’illiquidità dei mercati privati, gli investitori ottengono un premio di rendimento a fronte dell’impegno di capitale a lungo termine. Infine, l’illiquidità costituisce un elemento positivo anche in termini di finanza comportamentale: infatti, gli investitori possono cadere nella tentazione di chiudere le posizioni nel- Global macro Event driven Relative value Equity hedge le fasi di maggiore volatilità, ma l’illiquidità dei mercati privati rende impossibile ricorrere a una rapida via d’uscita e costringe gli investitori ad adottare una visione di lungo periodo. I mercati privati sono solo per chi tollera l’illiquidità Gli investitori possono trarre vantaggio dall’illiquidità degli investimenti nei mercati privati, ma devono valutare attentamente le proprie esigenze in termini di accesso al capitale, soprattutto nei periodi di tensioni sui mercati. Se un investitore dovesse vendere una quota consistente delle sue posizioni liquide per fare fronte a spese impreviste, l’asset allocation risultante sarebbe sbilanciata. Inoltre, le liquidazioni forzate aumentano il rischio di vendere a prezzi sfavorevoli. ubs.com/houseview 29 Valute È importante detenere una quota di liquidità in portafoglio. Tuttavia, la sicurezza ha un costo eccessivo. Non è ancora chiaro quanti paesi decideranno di gestire il proprio onere del debito. L’inflazione è dunque una possibilità da non escludere in futuro. Perfino oggi, in un quadro di bassa inflazione, la liquidità presenta una scarsa attrattiva per gli investitori. Nella maggior parte dei portafogli raccomandiamo di detenere una quota di liquidità non superiore al 5%. Mercato Indice Rendimen- Volatilità to atteso attesa a 5+ anni a 5+ anni (% ann.) (% ann.) Liquidità in USD Citigroup Euro deposits 3m USD 1,9–2,2 0,50 Liquidità in EUR Citigroup Euro deposits 3m EUR 0,5–0,6 0,50 Liquidità in CHF Citigroup Euro deposits 3m CHF –0,3–0,2 0,50 Liquidità in GBP Citigroup Euro deposits 3m GBP 1,8–2,0 0,50 Liquidità in SGD Citigroup Euro deposits 3m SGD 2,2–2,3 0,50 Source: UBS Kiran Ganesh, Editor-in-chief La liquidità è importante, ma può agire da freno Una quota liquida in portafoglio può servire per fare fronte a spese senza pagare costi di transazione. In genere si può sempre accedere alla liquidità, anche nelle condizioni di mercato più difficili. Inoltre, di solito la liquidità non è soggetta a volatilità: salvo in caso di interventi del governo o insolvenza delle banche, gli investitori possono contare sul fatto che il valore nominale della liquidità rimane protetto. Tuttavia, la sicurezza ha un costo. Infatti, la liquidità può agire da freno sui rendimenti del portafoglio a lungo termine. Secondo le nostre stime, nei prossimi cinque anni e oltre la liquidità produrrà rendimenti di appena l’1,9 – 2,2% l’anno in USD, lo 0,5– 0,6% l’anno in EUR e –0,3–0,2% l’anno in CHF. Inoltre, poiché azioni e obbligazioni si diversificano a vicenda meglio della liquidità, investire le disponibilità liquide in altri attivi può anche ridurre il rischio del portafoglio. Ad esempio, negli ultimi 20 anni un portafoglio composto per il 50% da obbligazioni high grade statunitensi e per il 50% da liquidità in USD avrebbe subito una 30 UBS House View – Years Ahead perdita massima superiore (2,5%) e un rendimento annualizzato inferiore (4,6%) rispetto a un portafoglio composto per il 3% da azioni, per il 50% da obbligazioni e per il 47% da liquidità (perdita massima del 2,4%, rendimento annualizzato del 4,8%). Nel complesso, nella maggior parte dei portafogli raccomandiamo di detenere una quota di liquidità non superiore al 5%. La liquidità ha una scarsa attrattiva in termini relativi Il costante aumento delle valutazioni azionarie e il calo dei rendimenti obbligazionari negli ultimi anni hanno indubbiamente compromesso l’attrattiva degli attivi finanziari rispetto alla liquidità. In ottica valutativa, tuttavia, i multipli degli strumenti finanziari – rettificati per i bassi rendimenti offerti dalla liquidità – non sono molto più elevati che in passato. A titolo di esempio, la differenza tra il rendimento da dividendi delle società dell’S&P 500 e il tasso reale sui Fed fund è del 3,7%, mentre storicamente è negativa ai massimi del mercato. Anche le obbligazioni statunitensi presentano valutazioni appetibili rispetto alla liquidità: la differenza tra i rendimenti offerti dai titoli high grade a media scadenza e la liquidità in USD è dell’1,1%, superiore rispetto alla media dello 0,8% degli ultimi 20 anni. Detto ciò, le obbligazioni in EUR e CHF offrono un modesto premio di rendimento rispetto alla liquidità. La liquidità non protegge contro l’inflazione Siamo del parere che un portafoglio adeguatamente diversificato di attivi finanziari sia più adatto della liquidità a proteggere gli investitori dall’inflazione. Oggi il rischio d’inflazione appare molto basso, ma – visti gli elevati livelli d’indebitamento e l’intenzione delle banche centrali di gestirne le conseguenze in modo aggressivo – resta un importante rischio estremo da non sottovalutare. I cosiddetti attivi reali, come le azioni, dovrebbero beneficiare di un leggero aumento del tasso d’inflazione, poiché le società sono in grado di trasferire ai consumatori gli aumenti dei prezzi, incrementando così gli utili. In una certa misura, potrebbero esserne favorite anche le obbligazioni societarie più rischiose, poiché le aziende emittenti riuscirebbero a restituire il debito più facilmente. Ovviamente, questi attivi sono molto più rischiosi della liquidità, ma all’interno di un portafoglio adeguatamente diversificato possono essere integrati da attivi più sicuri, come i titoli di Stato. Materie prime Le prospettive per le materie prime nei prossimi anni sono più rosee che in passato, grazie ai probabili tagli alla produzione. Restiamo però dell’avviso che un portafoglio ampiamente diversificato di materie prime presenti una scarsa attrattiva per un portafoglio di asset allocation a lungo termine. Dominic Schnider, Head of Commodities Wayne Gordon, Commodities analyst Giovanni Staunovo, Commodities analyst Scarsa attrattiva di un’esposizione diversificata alle materie prime Un elemento essenziale della nostra filosofia d’investimento è evitare i rischi che non sono compensati da rendimenti sufficienti. Riteniamo che attualmente le materie prime non soddisfino questo criterio, in previsione di rendimenti modesti (3,4 – 4,9%) a fronte però di un’elevata volatilità (15,3–18,3%). Raccomandiamo pertanto alla maggior parte degli investitori di non detenere un’esposizione ampiamente diversificata alle commodity nei portafogli di lungo periodo. Negli ultimi 10 anni, l’indice altamente diversificato delle materie prime UBS Bloomberg CMCI Composite ha generato un rendimento di appena lo 0,8% annuo, a fronte di una volatilità del 18,0%, un profilo più sfavorevole per il periodo rispetto ad altre classi di attivi rischiosi come le azioni globali (rendimento del 5,8% annuo, volatilità del 16,7%) o le obbligazioni high yield statunitensi (rendimento del 7,3% annuo, volatilità del 10,3%). Inoltre, gli indici delle commodity apportano solo una diversificazione ridotta al portafoglio, dato che negli ultimi 10 anni hanno mostrato una correlazione del 60% con i mercati azionari. In prospettiva, la contrazione dell’offerta delle principali materie prime getterà le basi per un miglioramento dei rendimenti rispetto agli ultimi anni. Tuttavia, alcuni importanti fattori di performance associati a un investimen- to in commodity, come il costo del roll yield (curve a termine con inclinazione positiva) e i rendimenti del collaterale (tassi d’interesse vicini a zero), restano sfavorevoli e le prospettive della domanda asiatica appaiono incerte. Calo dell’offerta e domanda incerta Con i prezzi di molte materie prime ai minimi da diversi anni, ci aspettiamo un rallentamento o addirittura una contrazione dell’offerta nei prossimi anni. Negli ultimi trimestri le grandi aziende dell’energia hanno già tagliato le spese in conto capitale di oltre il 20%. Ci vorrà tempo perché questi interventi si traducano in una riduzione dell’offerta, ma è sempre più probabile che i volumi di commodity disponibili per la vendita diminuiscano in un orizzonte di lungo periodo. Per contro, le prospettive della domanda sono incerte. La transizione della Cina verso un modello economico più trainato dai consumi e l’onere del debito relativamente alto di alcuni paesi asiatici implicano un rallenta- mento della domanda delle principali materie prime. Un altro potenziale fattore di rischio è insito nei necessari progressi sul fronte dell’efficienza energetica e nello sviluppo della tecnologia delle batterie e della produzione additiva. Modesto potenziale di rialzo per l’oro Riteniamo che nei prossimi anni le quotazioni aurifere metteranno a segno un modesto rialzo. I tassi d’interesse dovrebbero mantenersi al di sotto dell’inflazione per almeno uno o due anni, un contesto storicamente favorevole all’oro. Inoltre, le banche centrali in generale non stanno più riducendo le riserve aurifere; in particolare, la Cina e la Russia le hanno notevolmente aumentate. Nonostante ciò, le nostre asset allocation strategiche raccomandate non prevedono un’esposizione a lungo termine agli indici ampiamente diversificati delle materie prime e non consigliamo pertanto posizioni in oro nei portafogli con orizzonte di lungo periodo. Mercato Indice Rendimento atteso Volatilità attesa a 5+ anni (% ann.) a 5+ anni (% ann.) Materie prime UBS Bloomberg CMCI Composite USD 3,4 – 4,9 15,3 – 18,3 Energia UBS Bloomberg CMCI Energy USD 4,3 – 6,2 25,5 – 26,3 Metalli industriali UBS Bloomberg CMCI Industrial Metals USD 4,6 – 8,5 22,0 – 24,0 Prodotti agricoli 1,2 – 1,4 19,5 – 22,1 UBS Bloomberg CMCI Agriculture USD Source: UBS ubs.com/houseview 31 Finanza comportamentale Seguire l’istinto non sempre funziona. Da vari studi emerge che gli investitori registrano in media una sottoperformance dell’1,5% l’anno rispetto agli indici di mercato. Prestare attenzione a queste interferenze comportamentali è importante ai fini dell’ottimizzazione della performance. Michael Crook, Head of Portfolio & Planning Research, Wealth Management Americas Svetlana Gherzi, Behavioral Finance specialist, Wealth Management Americas I cattivi comportamenti penalizzano i risultati Le decisioni d’investimento dettate dall’emotività, anziché da un’analisi razionale, possono nuocere ai rendimenti. Secondo uno studio svolto in 19 paesi (Dichev), le transazioni azionarie derivanti da interferenze comportamentali hanno causato agli investitori una sottoperformance media dell’1,5% l’anno nell’arco di un periodo di 30 anni. Per contestualizzare questo dato, un aumento della performance anche solo dell’1% l’anno porterebbe la capacità decisionale degli investitori allo stesso livello di un’asset allocation tattica con elevate performance. Gli investitori che sapranno riconoscere queste influenze e prendere le opportune misure di rimedio potranno realizzare risultati migliori e più costanti. La scienza comportamentale ha identificato tutta una serie di interferenze comportamentali di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli. Andiamo ad analizzarne tre che in questo momento rivestono una particolare importanza: la contabilità mentale, la preferenza per ciò che è familiare e l’impatto psicologico delle perdite. Il risultato è più della somma delle parti Per contabilità mentale si intende la nostra tendenza a suddividere gli attivi e le spese in categorie a seconda dello scopo. Alcuni aspetti della contabilità mentale sono utili: la ripartizione intuitiva degli attivi per scopo previsto può dare un senso di sicurezza e permette di orientare adeguatamente gli investimenti in funzione di 32 UBS House View – Years Ahead obiettivi specifici. D’altro canto, la contabilità mentale può anche condurre a una misurazione della performance troppo concentrata sui singoli titoli, anziché sul portafoglio nel suo complesso. Quando si gestisce un bilancio familiare con l’intento di creare i presupposti più favorevoli per raggiungere determinati risultati e obiettivi, è importante adottare sempre una visione d’insieme e accertarsi che tutti gli elementi in gioco lavorino insieme nel modo più efficace possibile, anziché concentrarsi sui singoli attivi. Una possibile soluzione consiste nel rivedere periodicamente il proprio stato patrimoniale e piano finanziario nel loro complesso per accertarsi che siano sempre strutturati con la massima efficacia. La preferenza per ciò che è familiare genera sottoperformance Diverse ricerche (Sercu, Vanpee) hanno concluso che gli investitori tendono a preferire ciò che è familiare, concentrando la loro esposizione azionaria sul proprio mercato nazionale (indipendentemente dal paese in questione). Gli investitori statunitensi detengono circa l’80% dell’esposizione azionaria in titoli degli Stati Uniti, benché il loro mercato di riferimento rappresenti solo il 40% della capitalizzazione di mercato globale. Questa tendenza è ancora più marcata in Francia: i listini azionari del paese rappresentano circa il 4% della capitalizzazione di mercato globale, ma i titoli nazionali costituiscono circa il 70% delle posizioni degli investitori francesi. Anche se investire in ciò che conosciamo meglio ci dà un senso di sicurezza, perché ci sembra di avere a disposizione più informazioni, le statistiche indicano il contrario (Fig. 16). Negli ultimi dieci anni, nove dei dieci Finanza comportamentale maggiori mercati azionari del mondo hanno registrato un rapporto rendimento/rischio inferiore a quello di un paniere a pari ponderazione dei dieci indici. In altre parole, la preferenza per ciò che è familiare è inefficiente e, a lungo termine, tende a produrre una sottoperformance. Per risolvere la questione, occorre rivedere il proprio portafoglio rispetto alle indicazioni di asset allocation che proponiamo in questa pubblicazione. Consigliamo di prestare particolare attenzione alle differenze in termini di composizione geografica del portafoglio azionario. Fig. 16 Forte tendenza globale a investire nel proprio paese Quota del mercato nazionale sull’esposizione azionaria complessiva % della capitalizzazione di mercato globale Australia Canada Francia Germania Hong Kong Italia Giappone Paesi Bassi Spagna Svizzera Riconoscere che le perdite pesano di più Da vari studi emerge che in media gli investitori sono due volte più sensibili alle perdite che ai guadagni. In altre parole, perdere USD 100 li fa sentire due volte peggio di quanto li faccia sentire meglio guadagnare USD 100. Ciò significa che i rialzi e ribassi giornalieri possono mettere a dura prova la psiche di molti investitori attenti al mercato, indipendentemente dai risultati effettivamente conseguiti. Una misurazione frequente della performance del portafoglio, unita a un’eccessiva sensibilità alle perdite, riduce l’attrattiva complessiva di un investimento. È stato rilevato anche che allungando l’orizzonte temporale della misurazione della performance a periodi trimestrali o pluriennali l’ansia degli investitori nei confronti della volatilità del mercato diminuisce. Gli investitori che adottano questo comportamento sono inoltre più propensi a detenere attivi rischiosi, potenzialmente in grado di generare rendimenti superiori, rispetto a quelli che ricevono aggiornamenti più frequenti sulla performance del loro portafoglio. Regno Unito Stati Uniti 0 20 40 60 80 100 % della capitalizzazione di mercato globale % del mercato nazionale sull’esposizione azionaria complessiva Fonti: Sercu, P., and Vanpee, R. (2007). Home Bias in International Equity Portfolios: A Review. Una possibile soluzione consiste nell’allungare l’orizzonte temporale di misurazione della performance allineandolo all’orizzonte temporale dei propri obiettivi. Gli investitori istituzionali utilizzano orizzonti pluriennali a loro vantaggio: dovrebbero farlo anche gli investitori privati. ubs.com/houseview 33 Filosofia d’investimento La stabilità delle performance d’investimento dipende in genere dall’attuazione di una strategia costante basata su una serie di principi, una vera e propria «filosofia» che illustra una visione del mondo degli investimenti. Vi presentiamo la nostra. Mads Pedersen, Head of Global Asset Allocation Christophe de Montrichard, Head of Strategic Asset Allocation Crediamo in un’asset allocation strategica di lungo periodo A nostro avviso, una performance di successo a lungo termine dipende essenzialmente da un’asset allocation strategica attentamente costruita. Selezionando un mix di attivi adeguato alla propria tolleranza al rischio, gli investitori hanno le più alte probabilità di massimizzare i rendimenti rispetto al rischio in un orizzonte di lungo periodo. contribuire per circa l’80% ai livelli di rischio e rendimento della maggior parte dei portafogli nel lungo periodo. Il ribilanciamento periodico mantiene il portafoglio sotto controllo Definire un’adeguata asset allocation strategica è importante, ma può essere un lavoro inutile senza un attento monitoraggio. Il ribilanciamento è una componente essenziale della nostra filosofia detenuto un quantitativo minore di azioni poco prima del picco del 2007, maggiore in vista della ripresa del 2009 e di nuovo minore nelle fasi iniziali del ribasso del 2015 (Fig. 17). I premi di liquidità possono sostenere i rendimenti Gli investimenti tradizionali vanno incontro a rendimenti inferiori rispetto agli ultimi anni. È quindi importante «Definire un’adeguata asset allocation strategica è importante.» I nostri modelli di portafogli raccomandati sono costruiti in base alle nostre aspettative di rischio e rendimento per il ciclo economico in arrivo e alle interazioni tra classi di attivi. I portafogli che rispecchiano la nostra asset allocation strategica mirano a potenziare i rendimenti rispetto ai rischi in un orizzonte di più di cinque anni. d’investimento e siamo del parere che gli investitori debbano cercare di ribilanciare periodicamente il portafoglio verso la propria allocazione obiettivo. A nostro parere, per proteggere e accrescere il patrimonio nel tempo è fondamentale seguire una strategia di lungo termine. Negli ultimi 10 anni, il ribilanciamento avrebbe dato prova della sua efficacia: un ipotetico portafoglio composto al 50% da azioni globali e al 50% da obbligazioni high grade con ribilanciamento trimestrale avrebbe sovraperformato di oltre l’8% un portafoglio di pari composizione privo di ribilanciamento. A nostro avviso, un’adeguata asset allocation strategica dovrebbe Infatti, in caso di ribilanciamento periodico un portafoglio tipo avrebbe 36 UBS House View – Years Ahead che gli investitori valutino attentamente se valga la pena pagare per la liquidità, ovvero la possibilità di disporre rapidamente dei propri capitali. Il «premio di illiquidità», cioè l’extra rendimento ottenuto bloccando i capitali per un determinato periodo di tempo, rappresenta una fonte di guadagno potenzialmente interessante. Nel contesto di un’asset allocation, ciò significa detenere classi di attivi meno liquide come obbligazioni societarie high yield, hedge fund o, per gli investitori in grado di tollerarli, mercati privati. È importante evitare la «caccia» ai rendimenti In un contesto di tassi d’interesse reali pari a zero o negativi, un aspetto importante da considerare sono le attese degli investitori. Alcuni hanno mantenuto le allocazioni storiche di portafoglio, accettando che produrranno rendimenti inferiori. Altri, invece, hanno sensibilmente aumentato il livello di rischio assunto per cercare di ottenere rendimenti più alti. È molto importante che gli investitori non assumano rischi maggiori di quelli che vogliono e possono sopportare. La tolleranza al rischio deve essere attentamente valutata prima di investire. Gli investitori preoccupati per gli sviluppi del proprio portafoglio hanno una maggiore tendenza a prendere decisioni dettate dall’emotività e corrono il rischio di perdere l’orientamento e la disciplina di lungo termine, abbandonando un portafoglio che ha subito un ribasso o Si potrebbe sostenere che, diversamente da altre classi di attivi come le azioni e le obbligazioni, nel lungo periodo le valute rappresentino un gioco a somma zero. Di solito l’esposizione alle valute estere assicura volatilità senza garantire rendimenti. In generale, raccomandiamo quindi agli investitori di coprire il rischio di cambio rispetto alla loro valuta nazionale. Secondo la nostra esperienza, gli investitori tendono spesso ad assumere rischi inutili in tre aree: singoli titoli, valute e materie prime. Su base fondamentale, i singoli titoli presentano un grado di rischio mag- Fig. 17 Il ribilanciamento periodico aiuta ad acquistare a prezzi contenuti e vendere a quotazioni elevate Quota azionaria di un ipotetico portafoglio di azioni e obbligazioni high grade globali, ripartizione iniziale 50%-50%, ultimi 10 anni (%) 60 55 50 45 40 35 20 15 20 14 20 13 20 12 20 11 20 10 09 20 08 20 20 20 06 07 30 05 Ciò significa che oggi gli investitori hanno più probabilità di non riuscire a raggiungere i loro obiettivi di rendimento se assumono rischi minori di quelli che vogliono e possono sopportare (Fig. 18). Detto ciò, ovviamente è importante assumere rischi con senso della misura. Siamo dell’avviso che l’inclusione di attivi rischiosi nell’ambito di un portafoglio ampiamente diversificato sia il modo migliore per ottenere rendimenti superiori senza assumere un eccessivo rischio aggiuntivo. Assumere rischi solo a fronte di adeguati rendimenti Crediamo nel principio di non assumere rischi che non siano adeguatamente ricompensati. Pertanto, ogni attivo in portafoglio deve avere un ruolo preciso, che si tratti di potenziare i rendimenti, ridurre i rischi o entrambe le cose. 20 Per ottenere rendimenti bisogna assumere rischi Oggigiorno i risparmi prevalgono sulle opportunità d’investimento. I capitali investiti cercando quindi di sfruttare tutti le stesse opportunità finiscono inevitabilmente per ridurre i potenziali rendimenti. In molte regioni il tasso di rendimento privo di rischio atteso al netto dell’inflazione è ormai pari o inferiore a zero. In breve, gli investitori non possono sperare di ottenere rendimenti superiori all’inflazione senza assumere rischi giore rispetto a un portafoglio diversificato della classe di attivi in questione, senza offrire necessariamente rendimenti più alti. Ad esempio, nessun titolo dell’S&P 500 ha una volatilità più bassa dell’indice stesso e, per definizione, il rendimento medio di ogni azione è pari a quello dell’intero indice. evitando di investire dopo un recupero di mercato. Ribilanciamento trimestrale Senza ribilanciamento Fonti: UBS, Bloomberg Fig. 18 In futuro gli investitori dovranno assumere rischi maggiori per ottenere rendimenti simili a quelli passati 20 Categorie di attivi selezionate, 17.5 Rendimento (%) Esistono vari modi in cui gli investitori privati possono utilizzare alcune delle tecniche sofisticate attuate dagli investitori istituzionali, come fondi di dotazione, per sfruttare i rendimenti superiori associati agli attivi meno liquidi. rendimenti annualizzati e volatilità 15 12.5 10 7.5 5 2.5 0 0 2.5 5 7.5 10 12.5 15 17.5 20 Rischio (%) Ultimi 5 anni Prossimi 5 anni (stime) Fonte: UBS ubs.com/houseview 37 Filosofia d’investimento Consigliamo inoltre di non detenere posizioni di lungo periodo nelle materie prime, che in base alle nostre attuali ipotesi di mercato rappresentano una fonte di rischio priva di adeguata ricompensa: la volatilità delle commodity è in linea con quella azionaria, ma i rendimenti attesi sono più bassi e la correlazione risulta elevata. La diversificazione può potenziare i rendimenti senza aumentare i rischi Riteniamo che i portafogli più concentrati facciano spesso un uso inefficiente del capitale. In molti casi, la diversificazione consente agli investitori di incrementare il potenziale di rendimento senza aumentare proporzionalmente il livello di rischio. Prendiamo a esempio un portafoglio di obbligazioni societarie high grade statunitensi. Negli ultimi 20 anni avrebbe generato un buon rendimento del 6,2% l’anno, a fronte di un rischio del 4,5%. Spostando però il 15% degli investimenti da obbligazioni ad azioni, il rendimento sarebbe stato più alto (6,7%) e il rischio leggermente più basso (4,3%). Benché questo secondo portafoglio includa una quota maggiore di azioni, più rischiose, l’interazione tra le classi di attivi riduce lievemente la volatilità e amplifica il rendimento rispetto al primo portafoglio. La diversificazione è ancora importante: può ridurre i rischi La diversificazione poggia in larga misura sul principio che le obbligazioni possono salire quando le azioni scendono, proteggendo i portafogli da pesanti ribassi. Anche se, con i rendimenti vicini ai minimi da diversi anni, le obbligazioni potrebbero non apportare più i vantaggi di un tempo in termini di diversificazione, siamo convinti 38 UBS House View – Years Ahead che la ripartizione degli investimenti tra varie classi di attivi contribuisca ancora a difendere il portafoglio dai rischi di mercato. rale e del clima di mercato per dare al portafoglio un orientamento diverso rispetto all’asset allocation strategica al fine di potenziare i rendimenti. Nel 2015 abbiamo visto che, in determinate circostanze, è del tutto possibile che i rendimenti dei titoli di Stato (ad es. le obbligazioni quinquennali di 11 paesi europei) passino in territorio negativo. Si tratta di un fenomeno di per sé interessante, ma dal nostro punto di vista ci rassicura sul fatto che, anche in presenza di rendimenti bassissimi, le obbligazioni sono comunque in grado di offrire un’efficace diversificazione rispetto alle azioni, riducendo i rischi di portafoglio. L’asset allocation tattica può anche proteggere gli investitori da una performance negativa del portafoglio nelle fasi di ribasso dei principali mercati finanziari. Gli investitori più avversi al rischio possono inoltre sfruttare l’asset allocation tattica per ridurre le posizioni negli attivi più rischiosi, come le azioni, nei periodi di maggiore incertezza. Quasi tutti i nostri portafogli modello includono investimenti in un’ampia gamma di azioni, obbligazioni e strumenti alternativi, perché siano sempre pronti ad affrontare eventuali shock di mercato. L’asset allocation tattica sostiene la performance Non crediamo che i mercati siano razionali o efficienti. In un orizzonte d’investimento tattico di 6-12 mesi, infatti, la performance del mercato dipende soprattutto dalle dinamiche economiche e dalle interferenze comportamentali. Gli investitori possono quindi affidarsi all’analisi continua del ciclo congiuntu- Come modelliamo i portafogli Il nostro processo di costruzione del portafoglio si articola su varie fasi 1 Stima del rendimento, del rischio e delle correlazioni tra le classi di attivi a cinque anni e oltre: quale andamento prevediamo per le classi di attivi selezionate? 2 Combinazione delle classi di attivi su una piattaforma quantitativa e stress test: quali sono i portafogli ottimali? 3 Personalizzazione del portafoglio: come possiamo mettere i portafogli al servizio delle esigenze degli investitori? Mads Pedersen, Head of Global Asset Allocation Christophe de Montrichard, Head of Strategic Asset Allocation Stima del rendimento, del rischio e delle correlazioni Le nostre stime di rendimento sono il risultato delle stime di «equilibrio» e delle competenze qualitative in materia di classi di attivi. Le stime di equilibrio riflettono la teoria finanziaria secondo cui nell’arco di più cicli economici gli investitori dovrebbero realizzare lo stesso rendimento per unità di rischio, a prescindere dalla classe di attivi detenuta. I dati empirici dimostrano però che tale teoria non è sempre valida: alcune classi di attivi possono essere «convenienti» o «care» in momenti diversi. Pertanto, ci accertiamo che le stime di equilibrio siano abbinate a competenze qualitative che prendono in considerazione i fondamentali delle classi di attivi, quali le superfici di rendimento delle obbligazioni o le valutazioni azionarie. Per stimare la volatilità e la correlazione tra classi di attivi, ricorriamo alle serie di dati storici più lunghe disponibili per riflettere l’andamento di ogni categoria di attivi nell’arco di diversi cicli economici. Questo metodo ci permette di tener conto dei periodi in cui le correlazioni e la volatilità potrebbero registrare un’impennata, come accaduto durante la crisi finanziaria. Combinazione delle classi di attivi I nostri modelli di portafoglio includono tutte le stime sopra illustrate per cercare di ottenere la combinazione ottimale di attivi. Definiamo «ottimali» i portafogli che trovano il giusto equilibrio tra diversi attributi: elevato rapporto rendimento/ rischio, bassi livelli di perdita in scenari di stress e rapido recupero in seguito a una perdita. Inoltre, i portafogli devono soddisfare le esigenze specifiche degli investitori. Consapevoli che la fase di stima è soggetta a errori, verifichiamo che il nostro processo di ottimizzazione non sia di natura puramente quantitativa e che il rischio del portafoglio sia ampiamente diversificato a livello di fattori, mercati e classi di attivi. Personalizzazione del portafoglio Infine, i portafogli devono soddisfare le esigenze specifiche degli investitori. Anche un portafoglio ottimale potrebbe ad esempio rivelarsi deludente se il suo andamento non fosse in linea con le aspettative dell’investitore, che potrebbe quindi modificarne la composizione in modo sub-ottimale. Pertanto, riproduciamo i comportamenti dei singoli investitori applicando la struttura sopra descritta a vari concetti d’investimento. Gli approcci «classici», come quelli raccomandati dalla moderna teoria di portafoglio, sono indicati per gli investitori alla ricerca di una crescita del capitale o di reddito a lungo termine, che sono disposti a investire in una vasta gamma di classi di attivi e a subire eventuali perdite nei periodi di debolezza dei mercati. Tra i concetti d’investimento alternativi figurano invece approcci idonei agli investitori con scarse esigenze di liquidità, che desiderano limitare l’esposizione azionaria o che presentano un mix complesso di obiettivi di crescita e avversione al rischio. ubs.com/houseview 39 I nostri portafogli modello Presentiamo una serie di portafogli modello per illustrare l’opinione del CIO sulla combinazione ottimale di attività necessaria per conseguire un determinato rendimento o per investire con un dato livello di rischio, sulla base delle nostre previsioni. Mads Pedersen, Head of Global Asset Allocation Christophe de Montrichard, Head of Strategic Asset Allocation La nostra gamma di portafogli modello spazia da quelli che rispecchiano le esigenze degli investitori avversi al rischio, in cerca di rischi contenuti e rendimenti proporzionalmente ridotti, a quelli a più alto rischio, che riflettono le esigenze degli investitori con un’alta tolleranza al rischio e in cerca di una maggiore redditività. È interessante notare che negli ultimi 10 anni i portafogli modello hanno registrato performance relativamente simili, a prescindere dai livelli di rischio. Ciò è dovuto al brillante andamento del reddito fisso (su base corretta per il rischio) rispetto alle azioni nell’ultimo decennio, una dinamica che non dovrebbe proseguire anche in futuro. Le tavole seguenti illustrano la nostra convinzione che in futuro i rendimenti saranno più sensibili ai livelli di rischio, ovvero che sarà difficile generare rendimenti senza assumere almeno un certo grado di rischio. 40 UBS House View – Years Ahead Per leggere correttamente le tavole occorre tenere conto che, secondo il CIO, il mix ottimale di attivi per un portafoglio dell’Eurozona che persegue un rendimento del 4% annuo nei prossimi cinque-sette anni è così composto: 5% liquidità, 18% obbligazioni high grade, 9% obbligazioni societarie, 5% obbligazioni high yield statunitensi, 3% obbligazioni sovrane dei mercati emergenti, 12% azioni statunitensi, 4% azioni dei mercati emergenti, 17% azioni dell’Eurozona, 5% azioni del Regno Unito, 2% azioni giapponesi e 2% azioni svizzere. Un portafoglio di questo tipo avrebbe generato un rendimento del 4,3% negli ultimi dieci anni, con una volatilità dell’8,0%. Nei prossimi cinque-sette anni la performance si attesterebbe al 3,9–4,1% l’anno, a fronte di una volatilità del 7,9–8,1% annuo. I nostri portafogli modello Opinione del CIO sull’asset allocation ottimale in USD per il modello per diverse attese di rendimento e rischio Livelli attesi di rendimenti e rischi a 5+ anni (%, ann.). Rendimenti e rischi storici a 10 anni (%, ann.). USD Rendimenti attesi 2,5 – 2,6 3,6 – 3,7 4,7 – 4,7 5,6 – 5,7 6,5 – 6,7 7,6 – 7,8 Rischi attesi 2,9 – 3,3 3,9 – 4,2 5,7 – 6,0 7,7 – 8,0 10,4 – 10,6 13,3 – 13,5 Rendimenti storici 4,7 5,0 5,1 5,2 5,4 5,6 Rischi storici 3,2 4,3 6,1 8,1 10,7 13,6 5 5 5 5 5 5 Liquidità Obbligazioni 95 71 52 35 19 5 High grade 60 39 25 18 9 5 Societarie a 1–5 anni 15 7 4 Societarie 10 15 13 9 2 High yield 5 5 5 5 5 3 3 Sovrane dei mercati emergenti 3 3 3 Societarie dei mercati emergenti 2 2 2 Azioni Stati Uniti 10 25 42 62 5 12 20 32 44 4 6 9 13 Mercati emergenti Eurozona Regno Unito 3 90 4 6 8 10 3 5 7 9 3 4 6 Giappone Canada 3 Australia 3 Svizzera Hedge fund 2 2 2 2 14 18 18 14 2 Fonte: UBS Opinione del CIO sull’asset allocation ottimale in EUR per il modello per diverse attese di rendimento e rischio Livelli attesi di rendimenti e rischi a 5+ anni (%, ann.). Rendimenti e rischi storici a 10 anni (%, ann.). EUR Rendimenti attesi 0,9 – 0,9 1,8 – 2,0 2,9 – 3,0 3,9 – 4,1 5,0 – 5,2 6,2 – 6,4 Rischi attesi 2,6 – 2,8 3,7 – 3,8 5,6 – 5,8 7,9 – 8,1 10,7 – 10,9 14,1 – 14,2 Rendimenti storici 4,2 4,3 4,3 4,3 4,3 4,3 Rischi storici 2,8 3,9 5,8 8,0 10,6 13,6 5 5 5 5 5 5 Liquidità Obbligazioni 95 71 52 35 19 5 High grade 52 38 26 18 9 5 Societarie a 1-5 anni 18 9 4 Societarie 15 14 12 9 2 High yield 5 5 5 5 5 3 3 Sovrane dei mercati emergenti 3 3 3 Societarie dei mercati emergenti 2 2 2 10 25 42 62 90 4 8 12 18 27 2 4 7 11 4 10 17 25 36 Azioni Stati Uniti Mercati emergenti Eurozona Regno Unito 3 Giappone 5 7 7 2 3 3 Canada 2 Australia Svizzera Hedge fund 2 2 2 2 2 14 18 18 14 2 Fonte: UBS ubs.com/houseview 41 I nostri modelli di portafoglio Opinione del CIO sull’asset allocation ottimale in CHF per il modello per diverse attese di rendimento e rischio Livelli attesi di rendimenti e rischi a 5+ anni (%, ann.). Rendimenti e rischi storici a 10 anni (%, ann.). CHF Rendimenti attesi 0,2 – 0,3 1,1 – 1,2 2,2 – 2,3 3,2 – 3,4 4,3 – 4,6 5,4 – 5,8 Rischi attesi 2,8 – 3,0 3,6 – 3,9 5,3 – 5,7 7,2 – 7,8 9,6 – 10,3 12,2 – 13,1 Rendimenti storici 3,1 3,4 3,4 3,5 3,7 3,9 Rischi storici 3,2 4,0 5,6 7,4 9,7 12,2 5 5 5 5 5 5 Liquidità Obbligazioni 95 71 52 35 19 5 High grade 55 38 26 18 9 5 Societarie a 1-5 anni 15 9 4 Societarie 15 14 12 9 2 High yield 5 5 5 5 5 3 3 Sovrane dei mercati emergenti 3 3 3 Societarie dei mercati emergenti 2 2 2 10 25 42 62 90 4 7 12 18 27 Mercati emergenti 2 4 6 8 Eurozona 3 5 6 7 3 4 Azioni Stati Uniti Regno Unito 2 Giappone 5 6 2 2 Canada 2 Australia 2 Svizzera Hedge fund 4 10 17 25 14 18 18 14 36 Fonte: UBS Opinione del CIO sull’asset allocation ottimale in GBP per il modello per diverse attese di rendimento e rischio Livelli attesi di rendimenti e rischi a 5+ anni (%, ann.). Rendimenti e rischi storici a 10 anni (%, ann.). GBP Rendimenti attesi 2,0 – 2,3 3,1 – 3,3 4,2 – 4,4 5,2 – 5,3 6,3 – 6,4 7,4 – 7,5 Rischi attesi 2,5 – 3,0 3,6 – 4,0 5,4 – 5,7 7,5 – 7,9 10,0 – 10,5 12,8 – 13,4 Rendimenti storici 4,7 5,0 5,0 5,1 5,2 5,4 Rischi storici 2,8 3,8 5,6 7,6 10,1 12,8 5 5 5 5 5 5 Liquidità Obbligazioni 95 71 52 35 19 5 High grade 60 39 25 18 9 5 Societarie a 1-5 anni 15 7 4 Societarie 10 15 13 9 2 High yield 5 5 5 5 5 3 3 Sovrane dei mercati emergenti 3 3 3 Societarie dei mercati emergenti 2 2 2 10 25 42 62 90 4 8 13 19 28 Mercati emergenti 2 4 7 11 Eurozona 3 6 7 6 10 17 25 36 2 3 Azioni Stati Uniti Regno Unito 4 Giappone Canada 2 Australia Svizzera Hedge fund Fonte: UBS 42 UBS House View – Years Ahead 2 2 2 2 2 14 18 18 14 2 Concetti d’investimento alternativi Solitamente si opera una distinzione tra investitori «istituzionali» e «privati». Un’attenta analisi degli orizzonti temporali, dei requisiti e delle caratteristiche degli investitori rivela però che alcuni clienti privati presentano più tratti in comune con certe tipologie di istituzioni che con altri clienti privati. Mads Pedersen, Head of Global Asset Allocation Christophe de Montrichard, Head of Strategic Asset Allocation Carolina Moura-Alves, Head of Credit Strategies Oliver Malitius, Head of Quantitative Strategies Andrew Lee, Deputy Head of UHNW & Alternatives Alcuni concetti d’investimento alternativi introdotti da istituzioni quali hedge fund o fondi di dotazione possono essere applicati anche dagli investitori privati per raggiungere i propri obiettivi. Approccio di dotazione Le esigenze di alcuni investitori privati sono molto simili a quelle dei fondi di dotazione: in entrambi i casi i portafogli devono generare flussi di cassa ricorrenti, proteggendo inoltre il potere d’acquisto dall’inflazione nel tempo. Negli ultimi anni molti fondi di dotazione, in particolare quelli delle università statunitensi, hanno raggiunto questo obiettivo con successo (Fig. 19). Nell’ultimo decennio, il fondo di dotazione del MIT ha esibito una crescita annua media di oltre il 10% e quelli delle università di Stanford, Penn State e Harvard hanno guadagnato più del 7,5% l’anno (secondo i dati Bloomberg). Questi investitori conseguono rendimenti maggiori a fronte di una volatilità più bassa. Il risultato non è però frutto di magia: il segreto della loro strategia consiste nel non limitare il loro universo d’investimento. Gli investitori assumono posizioni in classi di attivi di tutto il mondo, comprese quelle di nicchia e meno liquide nei mercati del private equity, immobiliare, degli hedge fund e del debito privato (Fig. 20). Attuando un’ampia diversificazione e accettando livelli inferiori di liquidità, riescono a ottenere rendimenti elevati. Riteniamo che questo approccio possa essere applicato con successo anche da molti investitori privati. Fig. 19 Fig. 20 I grandi fondi di dotazione hanno sovraperformato le principali classi di attivi Gli approcci dei fondi di dotazione richiedono una maggiore esposizione agli investimenti alternativi Rendimenti a 10 anni a giugno 2014 (MIT a giugno 2015), in % 12 Esempi illustrativi di portafogli 10 8 6 4 2 Fonti: Bloomberg, UBS Hedge fund globali Obbligazioni societarie globali Azioni globali Columbia Penn. Michigan Northwestern MIT Princeton Stanford Yale Texas Harvard 0 Approccio tradizionale Approccio dei fondi di dotazione Azioni/obbligazioni/liquidità Investimenti alternativi Fonte: UBS ubs.com/houseview 43 Concetti d‘investamento alternativi Come funziona questo approccio? Gli elementi chiave sono a nostro avviso alcuni attivi dei mercati pubblici (obbligazioni dai titoli high grade più sicuri a quelli con rating inferiore a investment grade, nonché azioni) abbinati ad attivi dei mercati privati (hedge fund, fondi azionari e obbligazionari privati e immobili). Gli investimenti improntati all’approccio dei fondi di dotazione presentano solitamente un’esposizione ai mercati privati di gran lunga superiore rispetto alle allocazioni più tradizionali detenute dagli investitori privati. Questo mix di attivi soddisfa i criteri chiave di reddito e protezione del potere d’acquisto: Il reddito è generato da fonti diversificate: dividendi di azioni quotate, distribuzioni di fondi di private equity, canoni di locazione e interessi maturati da una vasta gamma di strumenti a reddito fisso. Al contempo, il potere d’acquisto dovrebbe essere protetto sfruttando fonti di rendimento supplementari. Oltre ai tradizionali «premi di rischio» offerti dagli investimenti nei mercati pubblici, l’elevata quota di investimenti nel settore privato permette agli investitori di ottenere rendimenti anche dall’esposizione a mercati meno liquidi e meno ben seguiti. Un altro potenziale vantaggio per gli investitori privati consiste nella protezione dalle interferenze comportamentali offerta da un’allocazione in gran parte illiquida. Gli investimenti eccessivi dettati dall’emotività sono una delle cause di sottoperformance più diffuse tra gli investitori privati: investimenti meno liquidi e un orizzonte di lungo periodo possono aiutare a non cadere in tentazione. Approccio dei «premi di illiquidità» Molti hedge fund istituzionali di successo, soprattutto nell’ambito della strategia «relative value», ottengono rendimenti investendo in attivi meno liquidi del reddito fisso. Poiché molti investitori privati non necessitano di un accesso frequente alla maggior parte del capitale e altri preferiscono evitare un’esposizione alle azioni, questo approccio può essere adottato con successo anche da loro. Attuate dagli investitori istituzionali, queste strategie hanno tendenzialmente generato rendimenti costanti negli ultimi anni. Dal momento che, a differenza di molti hedge fund, gli investitori privati potrebbero non disporre del tempo o delle capacità necessari per condurre un’attenta due diligence su determinati emittenti, consideriamo solu- 44 UBS House View – Years Ahead Fig. 21 Accesso a un ampio universo del credito Struttura del capitale di società non finanziarie Priorità dei crediti Adottato dagli investitori privati, l’approccio dei fondi di dotazione potrebbe essere utilizzato come: i) fonte di flussi di cassa costanti per finanziare le spese; ii) portafoglio di lungo termine per raggiungere gli obiettivi nell’arco di 10 o più anni; o iii) portafoglio intergenerazionale in grado di assicurare la crescita del capitale nel tempo. Struttura del capitale di società finanziarie Debito senior Prestiti garantiti senior Prestiti/obbligazioni non garantiti/e senior Debito senior Debito subordinato Prestiti mezzanini Prestiti mezzanini subordinati Prestiti garantiti senior Titoli convertibili contingenti (CoCo) Tier 2 Debito ibrido Obbligazioni societarie ibride Obbligazioni convertibili Titoli ibridi Titoli ibridi Tier 1 T1A - Titoli convertibili contingenti (CoCo) Tier 1 Capitale azionario Capitale ordinario Capitale azionario Obbligazioni a conversione obbligatoria Capitale ordinario Fonte: UBS zioni alternative che consentano loro di ottenere lo stesso premio di illiquidità. Riteniamo che l’intero comparto del reddito fisso, compreso il complesso universo dei diversi titoli di credito nel quadro di una struttura societaria, offra eccellenti opportunità per investimenti illiquidi che generano elevati flussi reddituali. Tra questi figurano attivi quali prestiti mezzanini, titoli garantiti da attivi, obbligazioni societarie ibride e capitale bancario, inclusi i titoli Tier 1 e le obbligazioni Tier 2, che possono costituire una quota importante di un portafoglio con un premio di illiquidità (Fig. 21). Naturalmente, sono necessari anche alcuni attivi più liquidi a fini di di diversificazione: un portafoglio con un premio di illiquidità ben costruito dovrebbe comprendere classi di attivi del reddito fisso «standard» come obbligazioni societarie senior, titoli di credito dei mercati emergenti e obbligazioni high yield. A nostro avviso, in virtù delle diverse caratteristiche di questo universo del reddito fisso, un mix di titoli dovrebbe essere sufficiente per offrire diversificazione e rendimento senza ricorrere alle azioni per generare crescita. L’andamento dei tassi d’interesse è certamente essenziale per qualsiasi portafoglio concentrato sul reddito fisso. Nel tentativo di mitigare il rischio di un aumento dei tassi, riteniamo importante che un portafoglio con un premio di illiquidità di questo tipo sia esposto anche a strumenti di debito a tasso variabile, come i prestiti con leva. Approccio quantitativo Alcuni studi dimostrano che, per la maggior parte delle persone, il dolore per una perdita è più forte della gioia per un guadagno. Molti investitori privati cercano pertanto di ridurre notevolmente il rischio nei periodi di incertezza dei mercati e di tornare ad acquistare quando le condizioni si stabilizzano. La difficoltà maggiore consiste nell’avere disciplina. Le interferenze comportamentali giocano immancabilmente a svantaggio degli investitori, poiché tendono ad attendere sempre prezzi più favorevoli per vendere o acquistare, lasciandosi catturare dall’inerzia. Per non cadere in questa trappola si può ricorrere a strumenti di gestione del rischio simili a quelli impiegati dai principali investitori istituzionali, che generano un segnale di acquisto o vendita da utilizzare nel quadro di una struttura disciplinata. Per costruire il portafoglio modello utilizziamo un indicatore quantitativo dei mercati azionari globali. Tale modello integra una serie di indicatori dello stato di salute del ciclo economico e del clima di fiducia del mercato, per determinare i periodi di elevata incertezza. In questo modo si può ottenere un segnale sulle fasi in cui un investimento nel mercato azionario è intrinsecamente più rischioso o più sicuro (Fig. 22). Per metterlo in pratica è possibile designare una porzione del portafoglio «dinamica», in cui si possono alternare attivi sicuri, come le obbligazioni high grade, ad attivi rischiosi, come le azioni. Quando il segnale indica elevati livelli di rischio di mercato, la porzione dinamica del portafoglio può essere investita nell’attivo più sicuro, per poi passare alle azioni quando il rischio risulta basso. In presenza di un segnale continuo, si possono anche impostare fasi intermedie. Fig. 22 20 13 20 15 20 11 09 20 07 20 20 20 20 Esposizione azionaria (sc. dx) 05 0 03 0 9 20 01 200 7 40 19 9 400 5 60 19 9 600 19 9 80 19 93 100 sistematico all’asset allocation in un portafoglio 800 di azioni e obbligazioni 9 1000 Esempio dei potenziali vantaggi di un approccio 19 91 Approcci futuri Stiamo sottoponendo a un’attenta valutazione i potenziali vantaggi di altri approcci adottati dagli investitori istituzionali e le modalità con cui possono essere applicati dai clienti privati. Ne è un esempio l’approccio d’investimento della «parità di rischio» adottato da numerosi hedge fund di spicco. L’impiego disciplinato di un modello quantitativo può proteggere dai ribassi 19 8 È tuttavia importante che gli investitori non strutturino l’intero portafoglio in modo dinamico. Un importante rischio da considerare è che, con un approccio dinamico, gli investitori sono privi di un’esposizione alle azioni nella fase di ripresa iniziale che fa seguito a un crollo del mercato, quando i rendimenti possono essere sostanziosi. Nonostante la natura più dinamica di questo approccio, sono sempre validi i principi di un portafoglio sottostante ben diversificato. Asset allocation statica Asset allocation sistematica Fonte: UBS ubs.com/houseview 45 Investimenti sostenibili La crescente domanda di investimenti sostenibili segnala che i tempi sono maturi per un’espansione di questa categoria. Gli approcci d’investimento hanno subito una profonda evoluzione e i timori sulla performance di questi attivi si sono dimostrati infondati. Per chi desidera investire nel tema della sostenibilità gli ostacoli stanno lasciando il passo a un vasto spettro di opportunità. Stephen Freedman, Head of Environmental, Social and Governance Investing , Wealth Management Americas Alexander Stiehler, Head of Sustainability-Themed Investing Fattori strutturali favorevoli La sostenibilità, una tendenza emergente che incontra crescente favore presso il pubblico, è potenzialmente in grado di esercitare un profondo influsso sulla metodologia di gestione dei portafogli. Molti investitori desiderano infatti che i propri portafogli rispecchino i loro valori personali o addirittura esercitino un impatto positivo sulla società e l’ambiente. Un numero sempre più elevato di aziende e investitori si sta inoltre rendendo conto che la sostenibilità è uno dei temi di maggior successo in termini di performance. La forte sensibilizzazione ai problemi ambientali e sociali sta accrescendo le pressioni sulle aziende da tutte le aree della società civile, come consumatori, dipendenti, autorità statali e di regolamentazione, per adottare comportamenti sostenibili. Questa tendenza è alimentata soprattutto dal crescente peso della cosiddetta «generazione del millennio» (quelli nati dopo il 1980) e dagli ideali che la ispirano. Le regole del gioco per le imprese sono cambiate, e quelle che meglio sapranno integrare la filosofia della sostenibilità nella propria strategia e cultura aziendale dovrebbero realizzare i migliori risultati in un orizzonte di lungo periodo. Naturalmente, questa tendenza è importante anche per gli investitori. Cosa sono gli investimenti sostenibili? Il termine investimenti sostenibili (IS) designa una vasta gamma di strategie che integrano nel processo d’investimento aspetti ambientali, sociali o di governance (Environmental, Social and 46 UBS House View – Years Ahead Governance – ESG). Gli investimenti sostenibili si basano su tre approcci distinti che possono essere applicati individualmente o in combinazione tra loro. Nel primo approccio, cosiddetto di esclusione, gli investitori individuano le aziende e i settori che desiderano evitare, rimuovendoli dai loro portafogli. I settori oggetto di esclusione sono in genere individuati sulla base di criteri soggettivi, tuttavia i più comuni sono l’alcol, le armi, il tabacco, il gioco d’azzardo e la pornografia. L’ integrazione combina sistematicamente nelle decisioni d’investimento informazioni sugli aspetti ambientali, sociali e di governance con considerazioni finanziarie di tipo tradizionale. Rispetto all’esclusione, l’integrazione è un approccio più olistico e proattivo e richiede sia maggiore esperienza che disponibilità di dati. È una metodologia che, sotto diverse forme, sta guadagnando sempre più popolarità presso investitori e gestori e sta rapidamente diventando il modello di riferimento nel campo degli investimenti sostenibili. L’obiettivo dell’ impact investing consiste invece nel produrre un impatto positivo e misurabile sulla società o l’ambiente, oltre che a realizzare un guadagno. Le strutture utilizzate per conseguire tale obiettivo sono numerose, tra cui gli investimenti di private equity o le soluzioni basate sul credito come la microfinanza. L’impact investing crea in genere un legame causale diretto tra capitale investito e impatto positivo auspicato. I timori non sono giustificati Uno dei timori più comuni in relazione agli investimenti sostenibili è che potrebbero non generare rendimenti comparabili a quelli degli investimenti tradizionali. Al contrario, come abbiamo avuto modo di illustrare nel nostro rapporto del CIO «Integrare o escludere: approcci agli investimenti sostenibili» del luglio 2015, è una tesi che non regge il confronto con i fatti. Abbiamo esaminato studi accademici in materia e confrontato la performance degli indici azionari tradizionali con quelli sostenibili, rilevando che in media, sull’arco dell’intero ciclo economico, i rendimenti generati dalle strategie di sostenibilità non sono né superiori né inferiori rispetto a quelli delle strategie tradizionali. Una visione tematica della sostenibilità A settembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Essi illustrano le principali sfide e priorità politiche che i paesi sviluppati e in via di sviluppo dovranno affrontare nei prossimi 15 anni, e vanno dalla sicurezza alimentare all’accesso all’acqua, passando per lo sviluppo urbano sostenibile, l’istruzione, la sanità e l’uguaglianza tra uomo e donna. Questo ambizioso programma offre agli investitori un ampio ventaglio di idee da sfruttare per mettere in pratica i principi della sostenibilità. I tre approcci sopra descritti permettono di inserire investimenti sostenibili in qualsiasi portafoglio. Ad esempio, un fondo di private equity orientato all’impact investing potrebbe investire nei temi sostenibili classici come le tecnologie pulite, la sanità o l’istruzione. Con un approccio di integrazione un gestore di fondi potrebbe selezionare le società in cui investire sulla base dell’efficienza dell’uso delle risorse, delle politiche di diversità di genere o della gestione della filiera produttiva. Infine, utilizzando un approccio di esclusione un investitore potrebbe decidere di liquidare le posizioni in società del carbone per ridurre gli impatti sul cambiamento climatico. Tuttavia, va tenuto presente che nel caso degli investimenti azionari e obbligazionari l’approccio tematico adottato è molto spesso quello dell’integrazione. Ciò è dovuto al fatto che le tendenze ambientali o sociali di lungo termine comportano spesso opportunità di crescita strutturale per le società i cui prodotti e servizi o processi cercano di affrontare i problemi legati alla scarsità di risorse o alle difficoltà di approvvigionamento. Applicazione del nostro quadro sistematico La sezione dedicata agli investimenti a più lungo termine approfondisce le opportunità offerte dagli investimenti di sostenibilità. In questi paragrafi illustriamo il quadro sistematico che utilizziamo per sviluppare tali temi. Il nostro processo si articola in due fasi. La prima è di carattere top-down. Gli investimenti a più lungo termine sono valutati in base alla loro rispondenza a uno o più criteri di sostenibilità in campo ambientale, sociale o di governance, che può concretizzarsi nella promozione della sostenibilità ambientale (economia a basse emissioni di carbonio), nell’uso efficiente delle risorse (acqua, elettricità), nella sostenibilità sociale (sanità, istruzione, riduzione della povertà, uguaglianza e inclusione sociale ecc.) o in una governance aziendale sostenibile (Fig. 23). La seconda fase, di natura bottom-up step, verte sulla selezione di un universo di titoli per tema. La maggior parte delle società selezionate (80% o più) deve rientrare almeno in una delle categorie ESG. Ogni azienda viene valutata in funzione di una soglia minima di coinvolgimento operativo, ad esempio il 25% dei ricavi deve provenire da attività collegate al tema in questione. Fig. 23 Panoramica degli investimenti a più lungo termine per aree tematiche Analisi top-down – temi d’investimento Sostenibilità ambientale Uso efficiente delle risorse Sostenibilità sociale Governance sostenibile Categorie dei temi d’investimento del CIO* Sostenibilità ambientale Energia e trasporti sostenibili Sostenibilità idrica Agricoltura e alimentazione sostenibili Sostenibilità sociale Sanità sociale Governance Struttura del consiglio di amministrazione Inclusione sociale e sviluppo economico Politica retributiva Relazioni con gli stakeholder Trasparenza e responsabilità Diritti degli azionisti Qualità del management Cambiamento climatico Servizi ambientali Analisi bottom-up – scelta delle società Descrizione della società / tesi d’investimento Esposizione della società Impatto della produzione Impatto operativo * Per motivi di spazio, il grafico non mostra le sottocategorie di cui si compongono le diverse aree tematiche esaminate. Ad esempio: il tema della sostenibilità idrica comprende le reti idriche, il trattamento e la dissalazione dell’acqua, le infrastrutture e tecnologie, l’efficienza idrica e il trattamento delle acque di zavorra. All’interno di ciascuna sottocategoria esistono vari filoni specifici, ad esempio il trattamento delle acque comprende le operazioni di filtraggio, purificazione e trattamento delle acque reflue. Nel complesso le categorie del nostro database tematico sono più di 100 (potenziali temi d’investimento sostenibile). ubs.com/houseview 47 Investimenti a lungo termine Mediante un’attenta analisi delle forze strutturali in atto su scala globale i portafogli possono mettere a frutto alcuni trend irreversibili, come la crescita demografica, l’invecchiamento della popolazione e l’urbanizzazione. Philippe Mueller, Head of Global Investment Themes Stephen Freedman, Head of Environmental, Social and Governance Investing, Wealth Management Americas Popolazione, urbanizzazione e invecchiamento Adottare un’ottica di lungo periodo che non si limiti a considerare gli sviluppi probabili nei prossimi mesi può essere difficile, vista la mole di notizie vagliate ogni giorno dai mercati finanziari. Tuttavia, prendendo le distanze dal quadro contingente possiamo individuare varie tendenze globali di lungo periodo quali l’aumento della popolazione, l’urbanizzazione e l’invecchiamento (Fig. 24). Secondo l’ONU la popolazione mondiale arriverà a 10 miliardi di persone entro il 2050, dai 7,3 miliardi odierni. Entro il 2030 quasi il 9% degli abitanti del pianeta risiederà in sole 41 metro­ poli e nei paesi sviluppati gli ultrasessantenni Fig. 24 Tre motori: urbanizzazione, crescita demografica, invecchiamento della popolazione 70 14 60 12 50 10 40 8 30 6 20 Popolazione urbana (% del totale, sc. sx) Indice di dipendenza degli anziani, sc. sx Fonte: Banca mondiale 48 UBS House View – Years Ahead Popolazione totale, sc. sx 50 20 45 20 40 20 35 20 20 20 20 30 2 25 0 20 4 20 15 10 saranno più numerosi dei giovani con meno di 25 anni. Ciascuna di queste tendenze crea diverse opportunità d’investimento a lungo termine. Alcune società e settori beneficeranno di una crescita dei ricavi superiore al tasso di espansione del PIL. Puntando su queste società gli investitori potranno trarre vantaggio dai temi di crescita strutturale e quelli disposti a mantenere gli investimenti lungo l’arco di vari cicli economici saranno in grado di sfruttare i benefici legati alle anomalie di prezzo create dall’ottica di breve termine che solitamente impera nei mercati azionari. Un portafoglio di investimenti a lungo termine Riteniamo che il modo migliore per sfruttare le opportunità d’investimento a lungo termine consista nel detenere un paniere diversificato di posizioni di carattere ciclico, difensivo e anticiclico, in quanto un portafoglio di questo tipo presenta caratteristiche più favorevoli rispetto a posizioni basate su un unico tema d’investimento. Abbiamo rilevato quanto segue. a)I portafogli pluritematici esibiscono un livello di volatilità inferiore rispetto a quelli monotematici. Negli ultimi 15 anni un portafoglio equiponderato basato su un vasto spettro dei nostri temi d’investimento di più lungo termine avrebbe evidenziato una volatilità del 16,9%, inferiore cioè a quella dell’indice MSCI World (17,9%) nonché a tutti i temi analizzati nel presente studio presi individualmente, salvo uno. b)Il portafoglio pluritematico avrebbe registrato una perdita massima del 44% (nel 2008), battendo sia l’MSCI World (57%) che tutti i portafogli monotematici meno tre. c)Questo portafoglio si sarebbe inoltre ripreso più velocemente dai ribassi rispetto a quelli monotematici. Nel 2008 avrebbe recuperato terreno dai livelli minimi in sole 39 settimane, contro le 224 settimane dell’MSCI World e le 52 in media dei portafogli monotematici. La sanità nei mercati emergenti Metà della popolazione mondiale vive nei mercati emergenti, tuttavia la spesa sanitaria di queste nazioni è meno della metà rispetto a quella dei paesi sviluppati. Nei prossimi 10 anni la necessità di investimenti pubblici nel sistema sanitario aumenterà in queste regioni a causa del rapido invecchiamento della popolazione e della crescita della domanda da parte dei ceti medi urbani. Prevediamo che nel prossimo decennio la spesa per la salute dei mercati emergenti salirà a una velocità doppia rispetto a quella del resto del mondo, superando il tasso di crescita di queste economie. Valutazione della sostenibilità: per soddisfare la domanda, molti paesi emergenti stanno aumentando la spesa sanitaria, introducendo riforme e migliorando la diffusione delle assicurazioni mediche. Individuiamo buone opportunità per le aziende del settore farmaceutico, dei dispositivi medicali, dei servizi ospedalieri e medici, della gestione idrica e dei servizi sanitari. che contribuiscono a promuovere l’uso efficiente delle risorse e l’energia verde potrebbe toccare USD 530 miliardi tra 20 anni, da USD 130 miliardi nel 2013. sumo calorico individuale continua a salire e le superfici coltivabili non possono espandersi illimitatamente. Per nutrire una popolazione sempre più vasta sarà necessario investire in metodi di coltivazione più efficienti. Le tecniche di irrigazione, il contenuto nutrizionale degli alimenti, la resistenza delle colture e l’«agricoltura di precisione» possono contribuire a migliorare la produttività agricola. Valutazione della sostenibilità: Prodotti e servizi che fanno un uso efficiente delle risorse energetiche contribuiscono significativamente ad attenuare il cambiamento climatico, limitando le emissioni di gas serra. Ora che numerosi paesi si sono impegnati a ridurle, è prevedibile che le normative energetiche sosterranno la domanda di soluzioni a basso consumo di energia. Valutazione della sostenibilità: l’alimentazione è un’esigenza imprescindibile e nutrire un maggior numero di persone è un obiettivo umanitario. Le società che cercano di migliorare la resa agricola utilizzando meno risorse dovrebbero beneficiare delle tendenze strutturali in atto. Oncologia L’invecchiamento causa mutazioni cellulari che in alcuni casi possono portare alla formazione di carcinomi maligni. Per tale motivo, malgrado il miglioramento dello stile di vita, è molto probabile che i casi di tumore supereranno il tasso di crescita della popolazione (Fig. 25). Efficienza energetica Il consumo di energia continua ad aumentare, in particolare nei mercati emergenti. La crescita della popolazione, l’inurbamento e il miglioramento del tenore di vita sono tutti fattori che contribuiscono a questa tendenza strutturale. Pertanto, l’efficienza energetica sta diventando estremamente importante per un numero sempre maggiore di aziende. Il valore complessivo degli investimenti in società I farmaci oncologici rappresentano già quasi il 10% del mercato farmaceutico globale; tuttavia, grazie ai numerosi farmaci di nuova generazione che arriveranno sul mercato nei prossimi cinque anni, le loro vendite dovrebbero superare la media del giro Fig. 25 Oncologia: i tumori aumentano esponenzialmente con l’età 4000 3500 Incidenza dei tumori ogni 100000 abitanti, Regno Unito, per fasce di età 3000 2500 2000 1500 1000 500 Produttività agricola Ogni giorno la popolazione mondiale aumenta di 200 000 persone, il con- Uomini 85+ 80–84 75–79 70–74 65–69 60–64 55–59 50–54 45–49 40–44 35–39 0 Donne Fonte: Cancer Research UK ubs.com/houseview 49 d’affari generato da altre specialità farmaceutiche. Per tale motivo il tasso di crescita storico (2010-2015) del 6% potrebbe accelerare a un tasso annuo composto del 15% (2015-29). I farmaci di nuova generazione sono frutto dei progressi compiuti dalla medicina grazie alla migliore conoscenza del sistema immunitario umano, alle scoperte della biologia oncologica e alle tecniche di ingegneria genetica emerse con la rivoluzione genomica della fine degli anni ’90, che dovrebbero aprire la strada a nuovi sviluppi in campo farmaceutico. I nuovi farmaci non saranno disponibili che tra cinque anni, ma in attesa del loro lancio i titoli delle relative aziende potrebbero comunque apprezzarsi, trainati al rialzo dalle attese degli investitori. Valutazione della sostenibilità: malgrado i grandi progressi compiuti dalla scienza, il cancro continua a essere una delle principali cause di mortalità e assorbe gran parte della spesa sanitaria dei paesi di tutto il mondo. Come per molte altre malattie gravi, il suo costo economico supera di gran lunga i costi terapeutici. Riteniamo perciò che le società impegnate nello sviluppo di nuove cure per allungare l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti oncologici rappresentino una buona opportunità d’investimento a lungo termine. Scarsità idrica Tre quarti del nostro pianeta sono coperti d’acqua, ma solo il 3% è potabile e la sua distribuzione non è omogenea. Se da un lato il miglioramento del tenore di vita e l’industrializzazione dei mercati emergenti fanno salire la domanda d’acqua, dall’altro l’assenza di infrastrutture e il cambiamento climatico ne limitano la disponibilità. 50 UBS House View – Years Ahead Abbiamo calcolato che nel prossimo futuro le riserve idriche aumenteranno a un tasso annuo del 6% circa. Le opportunità più interessanti riguardano il trattamento e la gestione dell’acqua e le infrastrutture idriche. Valutazione della sostenibilità: il World Economic Forum ha individuato nella scarsità delle risorse idriche il rischio più grave per il nostro pianeta. L’insufficiente disponibilità di questo prezioso elemento minaccia la sostenibilità dell’economia globale, dell’ambiente e della stessa vita umana. Per tale motivo l’acqua rappresenta un tema d’investimento di lungo termine destinato con ogni probabilità a restare d’attualità ancora per moltissimi anni. Sicurezza personale e protezione dei dati Il bisogno di sicurezza è un’esigenza che tocca tutti gli aspetti della nostra vita: dalla protezione delle infrastrutture pubbliche da parte degli Stati alla tutela dei dati da parte delle aziende fino alla necessità per i consumatori di poter fare affidamento sulla qualità di prodotti come gli alimenti per i neonati, i segnalatori di fumo e gli allarmi antincendio. In quest’area individuiamo buone opportunità per le imprese in grado di soddisfare questa esigenza, ad esempio le società di cybersecurity, collaudo, ispezione e certificazione. Si tratta, a nostro avviso, di un tema esposto al settore dei titoli difensivi, un mercato la cui crescita nei prossimi cinque – dieci anni dovrebbe aggirarsi tra il 5% e il 10%. Valutazione della sostenibilità: gli attentati contro la sicurezza causano gravi danni in quanto possono compromettere la sicurezza e la distribuzione di prodotti, alimenti e acqua, sistemi essenziali come quello banca- rio e delle comunicazioni, nonché l’ambiente. Normative più stringenti e la crescente attenzione dei consumatori verso questi rischi dovrebbero sostenere la crescita dei fornitori di soluzioni per la sicurezza nel lungo periodo. Automazione e robotica Nei prossimi anni, l’aumento delle retribuzioni nei mercati emergenti e la riduzione della forza lavoro faranno lievitare i costi della produzione manifatturiera, favorendo gli investimenti nell’automazione. Riteniamo che il settore dell’automazione intelligente si trovi ancora nella fase di crescita iniziale e che nei prossimi dieci anni possa registrare una crescita media del 5-10%, trainata dai promettenti sviluppi nell’ambito dei software industriali. Valutazione della sostenibilità: l’automazione e la robotica contribuiscono a migliorare l’efficienza energetica. Di conseguenza, alcune società collegate a questo tema aiutano a ridurre le emissioni di gas serra e dovrebbero quindi beneficiare del continuo inasprimento normativo. Gestione e riciclaggio dei rifiuti Per ogni 100 dollari spesi nel mondo vengono prodotti circa 4,7 chilogrammi di rifiuti e si prevede che entro il 2050 i volumi generati saranno più che doppi. La crescita della popolazione, il miglioramento del tenore di vita, l’industrializzazione e l’urbanizzazione dei mercati emergenti, uniti alla tendenza a produrre dispositivi elettronici con è destinata ad aumentare esponenzialmente. un ciclo di vita utile sempre più breve, impongono una gestione più efficiente dei rifiuti. La percentuale di raccolta dei rifiuti nei paesi a basso e medio reddito in alcuni casi non supera il 40% e nel 2012 si contavano 3,5 miliardi di persone senza accesso a un regolare servizio di raccolta dei rifiuti. Valutazione della sostenibilità: nei mercati emergenti lo scarico abusivo dei rifiuti sul suolo pubblico, che rappresenta una grave minaccia per l’ambiente e la salute, è ancora molto comune. Normative più rigorose dovrebbero promuovere gli investimenti, a tutto vantaggio di una larga fascia di imprese esposte al settore dei rifiuti. Pianificazione previdenziale Ora che i figli del baby boom si avviano al pensionamento, il numero di pensionati è destinato a salire vertiginosamente in rapporto alle persone in età lavorativa. Questa tendenza è destinata a perdurare ancora per molti anni, creando immense pressioni sui sistemi previdenziali contributivi. Riteniamo che le società di gestione patrimoniale e del risparmio e le compagnie di assicurazione sulla vita saranno le prime a beneficiare di queste tendenze demografiche strutturali. Valutazione della sostenibilità: il basso tasso di risparmio e l’espansione dei ceti medi nei mercati emergenti dovrebbero acuire la domanda di servizi di pianificazione previdenziale. I maggiori beneficiari di questa tendenza saranno le aziende che offrono soluzioni per la crescita del capitale e prodotti in grado di soddisfare le esigenze reddituali legate alla maggiore longevità dei pensionati. Ferrovie per il trasporto di massa Il numero di persone che vivono nelle megalopoli asiatiche con oltre 10 milioni di abitanti dovrebbe raddoppiare entro il 2025. Nel frattempo, la proprietà di veicoli aumenta di due volte ogni cinque anni a fronte dell’incremento dei redditi e la crescita delle emissioni inquinanti amplifica i problemi delle principali città asiatiche in termini di qualità dell’aria. I sistemi ferroviari per il trasporto di massa (Mass Transit Rail, MTR) si sono dimostrati economicamente molto convenienti per le città più densamente popolate. Nel prossimo decennio i paesi asiatici, inclusi i nuovi governi di India, Indonesia, Tailandia e Malaysia, dovrebbero investire oltre USD 200 miliardi in sistemi MTR interurbani per combattere il crescente traffico cittadino. Valutazione della sostenibilità: i sistemi MTR contribuiscono a migliorare notevolmente la qualità dell’aria negli agglomerati urbani e a lottare contro il cambiamento climatico grazie alla riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Nei prossimi anni dovrebbero quindi essere promossi dai governi mediante importanti investimenti. Residenze per anziani Il numero di anziani sta aumentando rapidamente, oggi si vive più a lungo e la generazione del baby boom si sta progressivamente avvicinando al pensionamento. Poiché oggi le famiglie tendono a essere più piccole, il numero di figli in grado di assistere i genitori anziani è limitato e quindi la domanda di servizi di residenza assistita Le tendenze demografiche indicano che le migliori prospettive di crescita per le residenze per anziani si concentrano negli Stati Uniti, seguiti da Giappone ed Europa occidentale. Valutazione della sostenibilità: gli istituti di residenza assistita offrono agli anziani una buona qualità di vita; pertanto è probabile che la domanda per i loro servizi continui ad aumentare, sostenuta dai trend demografici. Gli operatori di residenze per anziani e le società immobiliari specializzate in questo settore dovrebbero trarre vantaggio dall’espansione della domanda e dal conseguente fabbisogno di capitale. Obesità L’urbanizzazione e l’aumento della ricchezza nei paesi emergenti stanno contribuendo ad acuire il problema dell’obesità in tutto il mondo, una tendenza che con ogni probabilità continuerà anche in futuro. Le società meglio posizionate per beneficiare delle opportunità connesse sono quelle che vendono prodotti per la prevenzione dell’obesità e che sapranno sviluppare le cure più efficaci per alleviare l’impatto di questa patologia sui sistemi sanitari nazionali, che in molti paesi fanno già fatica a soddisfare la domanda esistente. In base alle nostre stime queste aziende offrono tassi di crescita sostenibile nell’ordine del 5-10% in molti dei rispettivi mercati. Valutazione della sostenibilità: l’obesità ha costi elevati, sia per gli individui che ne sono affetti che per la società in generale. Di conseguenza, sarà probabilmente una delle principali cause dell’aumento della spesa ubs.com/houseview 51 Investimenti a lungo termine sanitaria nei paesi emergenti. A nostro parere ciò comporta livelli di domanda prevedibili e rendimenti elevati per le società che offrono prodotti e servizi per curare e prevenire l’obesità. Infrastrutture dei mercati emergenti L’inadeguatezza delle infrastrutture dei mercati emergenti sarà un ostacolo alla loro crescita e competitività globale in assenza di maggiori investimenti. Si prevede che entro il 2015 quasi due terzi della spesa globale per infrastrutture proverranno dai mercati emergenti. Valutazione della sostenibilità: la crescente urbanizzazione e l’inarrestabile espansione delle aree metropolitane nei mercati emergenti alimenteranno l’espansione della domanda. L’aumento della spesa per infrastrutture pubblica e privata di queste nazioni creerà nuove opportunità di lungo termine per le imprese edili, i fornitori di attrezzature, le società di promozione immobiliare e i proprietari di immobili locali. Ci aspettiamo che le società di questo segmento registrino una buona accelerazione del fatturato e tassi di crescita degli utili del 5-10% nei prossimi 20 anni. CO2 Aria pulita e riduzione delle emissioni inquinanti La crescita demografica e l’urbanizzazione alimentano l’esigenza di innovazioni sul fronte dell’aria pulita, poiché la conseguente crescita del PIL comporta un maggiore uso di carburanti fossili e, di conseguenza, un aumento dell’inquinamento. Le emissioni di gas serra, in particolare, sono responsabili del cambiamento climatico, che potrebbe avere un enorme impatto sull’umanità (Fig. 26). Come indica lo slancio riformista in vista della conferenza di Parigi sul clima di dicembre 2015, gli investitori che puntano su questo tema sono esposti alla crescita strutturale delle innovazioni sul fronte dell’aria pulita che riducono le emissioni inquinanti e beneficiano dell’inasprimento normativo. Raccomandiamo di investire in un portafoglio diversificato che include settore automobilistico, industria manifatturiera, materiali ed energie rinnovabili per sfruttare il tema dell’aria pulita e al contempo ridurre al minimo i rischi legati alle singole aziende. Valutazione della sostenibilità: l’aria pulita è essenziale per una vita salutare. Le emissioni di gas serra sono responsabili del cambiamento climatico e, dato il loro impatto cumulato sull’atmosfera, le temperature potrebbero subire un rialzo irreversibile di oltre due gradi. I governi sono al lavoro per ridurre le emissioni e le società che offrono soluzioni adeguate beneficeranno notevolmente dell’inasprimento normativo. Fig. 26 Aria pulita: le emissioni di gas serra sono salite del 50% negli ultimi 15 anni 35 Emissioni globali di CO2 provenienti dall’energia, in gigaton 30 25 20 15 10 5 0 1990 OCSE Fonti: OCSE, IEA 52 UBS House View – Years Ahead Non OCSE 2014 Investimenti diretti Per definizione, le società e i patrimoni privati non vengono rilevati dai radar del mercato. Questa caratteristica può creare difficoltà agli investitori, ma può anche ricompensarli se si dotano della giusta impostazione e sanno dove cercare. Una delle pratiche più diffuse consiste nell’unire i propri capitali a quelli di altri investitori, con il vantaggio di mettere in comune le competenze, condividere i costi e distribuire i rischi. Cyril Demaria, Private Investments strategist L’approccio ai mercati privati può essere personalizzato in base agli obiettivi di rendimento, alla propensione al rischio e alla tolleranza all’illiquidità di ciascun investitore. La motivazione nei confronti dei singoli investimenti può variare in termini di dimensioni, natura, livello di competenza e grado di coinvolgimento, oltre che di aspettative di rendimento su base corretta per il rischio. Alcuni investitori possono anche avere obiettivi di carattere non finanziario. I mercati privati possono quindi soddisfare esigenze molto diverse tra loro. È possibile scegliere di investire direttamente in società e attivi, oppure insieme ad altri investitori o fondi privati, o ancora tramite fondi e fondi di fondi. Ognuno di questi strumenti offre uno specifico profilo di rischio, rendimento e liquidità, e gli investitori possono calibrare l’esposizione ad attivi, regioni e strategie d’investimento. La seconda fase consiste nel costruire nel tempo un portafoglio bilanciato di strategie (private equity, debito privato e attivi reali) e regioni (Stati Uniti, Europa, altri mercati sviluppati, mercati emergenti). Quando si tratta di portafogli dei mercati privati, è particolarmente importante impiegare il capitale in un orizzonte di tre-sette anni. È quindi possibile personalizzare gli investimenti puntando in modo particolare su determinate tendenze di lungo periodo. Fig. 27 Sempre più persone necessitano di assistenza a lungo termine 10,0 Attuale quota della popolazione che necessita di 9,0 assistenza a lungo termine e tasso di crescita atteso 8,0 2015– 2035, in % 100 100 90 90 80 80 7,0 70 6,0 60 70 60 Per ottenere la giusta impostazione occorre innanzitutto riconoscere con franchezza le proprie caratteristiche ed esigenze e valutare la propria competenza (al di là del capitale impiegato), in modo da stabilire il livello adeguato di intermediazione da parte di consulenti esterni. In base agli obiettivi stabiliti, i consulenti possono fornire supporto proponendo opportunità d’investimento, realizzando verifiche di due diligence, aggregando attivi e monitorando gli investimenti. 5,0 50 4,0 40 3,0 30 2,0 20 50 40 30 20 10 1,0 10 0 0 0 Mondo Cina Stati Uniti Europa Giappone Quota attuale (sc. sx) Crescita (sc. dx) Fonti: ONU, OCSE, UBS ubs.com/houseview 53 Investimenti diretti Prendiamo a esempio due temi d’investimento specifici a più lungo termine per illustrare la potenziale composizione di un portafoglio. Nell’ambito delle residenze per anziani (Fig. 27), gli investitori possono concentrarsi sul private equity investendo nei relativi operatori oppure puntare sul versante immobiliare, privilegiando i redditi da locazione. I fondi di debito privato possono a loro volta erogare prestiti agli operatori o partecipare al finanziamento di operazioni di acquisizione o sviluppo immobiliare. Nel contesto della ricerca sul cancro, gli investitori con un orizzonte di lungo periodo disposti ad accettare un certo grado di illiquidità possono puntare sulla ricerca oncologica attraverso i fondi di mercato privato. Le opportunità sono 54 UBS House View – Years Ahead tante e diverse. Secondo Pitchbook, negli ultimi 12 anni 751 fondi hanno effettuato almeno un investimento nel settore oncologico e la maggior parte di loro è specializzata in altri ambiti. Preqin elenca 14 fondi (9 negli Stati Uniti, 4 in Europa 1 in Asia) molto attivi (11) oppure concentrati esclusivamente (3) nel settore oncologico, con un patrimonio gestito di USD 235 milioni nel caso di questi ultimi. I 14 fondi investono tutti nella fase di venture capital. «È l’ultima pagina quella che fa vendere il prossimo libro.» Mickey Spillane Vi invitiamo a sfogliare il nostro UBS House View: Year Ahead 2016 My House View Selezioniamo le analisi e gli approfondimenti più appropriati per il vostro portafoglio, per offrirvi una lettura utile e stimolante. Stiamo lanciando uno filtro interattivo che mette a confronto il vostro portafoglio con la UBS House View e vi propone i contenuti più opportuni in materia di investimenti. Su misura per voi. Per ulteriori informazioni visitare ubs.com/myhouseview ab Tamburello UBS House View: Years Ahead La presente pubblicazione è stata redatta da UBS SA, UBS Switzerland AG e UBS Financial Services Inc. («UBS FS»). Editor-in-chief Kiran Ganesh Gestione prodotto Joscelin Tosoni Design e layout Rodrigo Jiménez Linda Sutter Desktop publishing Elena Vendraminetto Illustrazioni Rodrigo Jiménez 3D Art e copertina Katlego Phatlane Foto gettyimages.com istockphoto.com plainpicture.com stocksy.com Chiusura redazionale 26 ottobre 2015 Lingue Pubblicato in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, russo, cinese (tradizionale e semplificato) e giapponese. Traduzione CLS Communication Contatto [email protected] www.ubs.com Ordini e abbonamenti In qualità di clienti UBS potete abbonarvi alla versione stampata di UBS House View: Years Ahead rivolgendovi al vostro consulente o scrivendo alla mailbox Printed & Branded Products: [email protected]. L’abbonamento elettronico può anche essere effettuato nella sezione Investment Views della piattaforma e-banking di UBS. SAP-Nr. 82251I-1501 Disclaimer Le opinioni d’investimento di UBS Chief Investment Office WM sono elaborate e pubblicate da Wealth Management e Retail & Corporate o Wealth Management Americas, divisioni di UBS AG (disciplinata dalla FINMA in Svizzera) o da una sua affiliata o consociata («UBS»). In alcuni paesi, UBS AG viene indicata come UBS SA. Questo materiale viene distribuito solo a fini informativi e non rappresenta un’offerta né una sollecitazione di offerta diretta per l’acquisto o la vendita di prodotti d’investimento o di altri prodotti specifici. Alcuni prodotti e servizi sono soggetti a restrizioni legali e non possono essere offerti in tutto il mondo in modo incondizionato e/o potrebbero non essere idonei alla vendita a tutti gli investitori. Tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo materiale sono state ottenute da fonti ritenute attendibili e in buona fede; tuttavia, si declina qualsiasi responsabilità, contrattuale o tacita, per l’eventuale mancanza di correttezza o completezza (a eccezione della divulgazione di informazioni relative a UBS). Tutte le informazioni e le opinioni così come i prezzi indicati si riferiscono unicamente alla data della presente pubblicazione e sono soggetti a cambiamenti senza preavviso. I prezzi di mercato riportati nei grafici e nelle tabelle di performance corrispondono ai corsi di chiusura della rispettiva borsa principale. L’analisi contenuta nella presente pubblicazione si basa su numerosi presupposti. Presupposti diversi potrebbero dare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni qui espresse possono discostarsi o essere contrarie alle opinioni espresse da altri dipartimenti o divisioni di UBS a seguito dell’utilizzo di presupposti e/o criteri diversi. UBS e ogni suo dirigente o dipendente possono in ogni momento essere autorizzati a detenere posizioni lunghe o corte in strumenti d’investimento menzionati in questa pubblicazione, effettuare operazioni che coinvolgono tali strumenti d’investimento in conto proprio o in conto terzi o fornire qualsiasi altro servizio o avere funzionari che operano in qualità di dirigenti nei confronti dell’emittente, dello strumento d’investimento stesso o di una società commercialmente o finanziariamente collegata a tali emittenti. In ogni momento, le decisioni d’investimento (compresa la scelta di acquistare, vendere o detenere titoli) prese da UBS e dai suoi dipendenti possono differire o essere contrarie alle opinioni espresse nelle pubblicazioni di ricerca di UBS. Alcuni investimenti possono non essere immediatamente realizzabili, dal momento che lo specifico mercato può essere illiquido, e di conseguenza la valutazione dell’investimento e la determinazione del rischio possono essere difficili da quantificare. UBS fa affidamento su barriere all’informazione per controllare il flusso di informazioni contenute in una o più aree di UBS verso altre aree, unità, divisioni o affiliate di UBS. Le operazioni su future e opzioni sono considerate rischiose. I risultati passati di un investimento non rappresentano una garanzia dei suoi rendimenti futuri. Maggiori informazioni saranno rese disponibili su richiesta. Alcuni investimenti possono essere soggetti a improvvise e consistenti perdite di valore e allo smobilizzo dell’investimento è anche possibile ricevere una somma inferiore a quella inizialmente investita o dover effettuare un versamento integrativo. Le variazioni dei corsi di cambio possono avere un effetto negativo sul prezzo, sul valore o sul rendimento di un investimento. L’analista/Gli analisti responsabile/i della preparazione di questo rapporto può/possono interagire con il personale del trading desk, il personale di vendita e altre unità allo scopo di raccogliere, sintetizzare e interpretare informazioni di mercato. Il trattamento fiscale dipende dalla situazione personale e potrebbe subire variazioni in futuro. UBS non fornisce consulenza legale o fiscale e non rilascia alcuna dichiarazione circa il trattamento fiscale degli attivi o dei loro rendimenti d’investimento, né a titolo generale né in riferimento alla situazione e alle esigenze specifiche del cliente. Ci è impossibile tenere conto degli obiettivi d’investimento, della situazione finanziaria e delle esigenze particolari di ogni singolo cliente e pertanto vi raccomandiamo di rivolgervi a un consulente finanziario e/o fiscale per discutere le implicazioni, comprese quelle fiscali, dell’investimento in qualunque prodotto menzionato nel presente materiale. È vietata la riproduzione o la distribuzione di copie di questo materiale senza la preventiva autorizzazione di UBS. UBS vieta espressamente la distribuzione e il trasferimento di questo materiale a terzi per qualsiasi ragione. UBS non accetta alcuna responsabilità per eventuali pretese o azioni legali di terzi derivanti dall’uso o dalla distribuzione di questo materiale. Questo materiale è destinato alla distribuzione solo secondo le circostanze permesse dal diritto applicabile. Per lo sviluppo delle previsioni economiche del Chief Investment Office (CIO), gli economisti del CIO hanno collaborato con gli economisti impiegati presso UBS Investment Research. Tutte le previsioni e le stime si riferiscono unicamente alla data della presente pubblicazione e sono soggette a cambiamenti senza preavviso. Per informazioni circa le modalità con cui UBS CIO WM gestisce i conflitti e mantiene l’indipendenza delle opinioni d’investimento e della sua gamma di pubblicazioni, e circa le metodologie di ricerca e di rating, si rimanda a www.ubs.com/research. Per ulteriori informazioni circa gli autori della presente pubblicazione e di altre pubblicazioni del CIO eventualmente citate nel presente documento e per richiedere copie di studi passati sullo stesso argomento si prega di rivolgersi al proprio consulente alla clientela. Gestori patrimoniali esterni / Consulenti finanziari esterni: qualora la presente ricerca o pubblicazione sia fornita a un gestore patrimoniale esterno o a un consulente finanziario esterno, UBS vieta espressamente che questa sia ridistribuita dal gestore patrimoniale esterno o dal consulente finanziario esterno e che sia resa disponibile ai rispettivi clienti e/o terzi. Arabia Saudita: la presente pubblicazione è stata autorizzata da UBS Saudi Arabia (una controllata di UBS SA), una società per azioni chiusa dell’Arabia Saudita costituita nel Regno dell’Arabia Saudita, iscritta al registro commerciale con il numero 1010257812 e avente sede legale presso Tatweer Towers, Casella postale 75724, Riad 11588, Regno dell’Arabia Saudita. UBS Saudi Arabia è autorizzata e disciplinata dalla Capital Market Authority of Saudi Arabia. Australia: 1) Clienti di UBS Wealth Management Australia Ltd: il presente avviso viene pubblicato da UBS Wealth Management Australia Ltd ABN 50 005 311 937 (titolare della licenza Australian Financial Services n. 231127). Il presente documento contiene informazioni di carattere generale e non costituisce una consulenza personale in materia di prodotti finanziari. Il presente documento non tiene conto degli obiettivi, della situazione finanziaria o delle esigenze di persone specifiche e il destinatario dovrebbe richiedere una consulenza a un consulente finanziario indipendente e prendere in considerazione eventuali documenti di offerta o informative pertinenti prima di prendere una decisione d’investimento. 2) Clienti di UBS AG: il presente avviso viene pubblicato da UBS AG ABN 47 088 129 613 (titolare della licenza Australian Financial Services n. 231087). Il presente documento viene pubblicato e distribuito da UBS AG, nonostante eventuali indicazioni diverse contenute nel documento. Il documento è destinato all’utilizzo esclusivo da parte dei Clienti Wholesale secondo la definizione della Sezione 761G («Wholesale Clients») del Corporation Act 2001 (Cth) (Corporations Act). In nessun caso UBS AG potrà mettere il documento a disposizione di un Cliente Retail secondo la definizione della Sezione 761G («Retail Clients») del Corporations Act. I servizi di ricerca di UBS AG sono offerti unicamente ai Clienti Wholesale. Il documento è costituito da informazioni di carattere generale e non tiene conto degli obiettivi d’investimento o finanziari né della situazione fiscale o di particolari esigenze di una persona specifica. Bahamas: questa pubblicazione è distribuita ai clienti privati di UBS (Bahamas) Ltd e non può essere distribuita a persone definite come cittadini o residenti delle Bahamas dalle Bahamas Exchange Control Regulations. Bahrain: UBS SA è una banca svizzera non autorizzata né sottoposta a vigilanza o regolamentata nel Bahrain dalla Central Bank of Bahrain e non intrattiene attività bancarie o d’investimento nel Bahrain. Per questo motivo, i Clienti non godono di alcuna protezione relativamente alle leggi e ai regolamenti locali sui servizi bancari e d’investimento. Brasile: la presente pubblicazione è redatta da UBS Brasil Administradora de Valores Mobiliários Ltda, entità regolamentata dalla Comissão de Valores Mobiliários (CVM). Canada: in Canada, la presente pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS Wealth Management Canada da UBS Investment Management Canada Inc. Dubai: questo documento di ricerca è pubblicato da UBS AG Dubai Branch nel DIFC, è destinato unicamente a clienti professionali e non deve essere ulteriormente distribuito negli Emirati Arabi Uniti. EAU: il presente rapporto di ricerca non costituisce un’offerta, una vendita o una consegna di azioni o altri titoli ai sensi della legislazione degli Emirati Arabi Uniti (EAU). Il contenuto di questo rapporto non è stato e non sarà approvato da alcuna autorità degli Emirati Arabi Uniti, ivi compresa la Central Bank of United Arab Emirates oppure la Dubai Financial Services Authority, la Emirates Securities and Commodities Authority, il Dubai Financial Market, l’Abu Dhabi Securities Market o qualsiasi altra borsa degli EAU. Francia: questa pubblicazione è distribuita da UBS (France) S.A., société anonyme francese con un capitale sociale di € 125 726 944.69, boulevard Haussmann, F-75008 Parigi, R.C.S. Paris B 421 255 670, ai clienti esistenti e potenziali. UBS (France) S.A. è un fornitore di servizi d’investimento debitamente autorizzato ai sensi del Code Monétaire et Financier e regolamentato dalle autorità bancarie e finanziarie francesi come l’Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution. Germania: la presente pubblicazione è distribuita ai sensi della legge tedesca da UBS Deutschland AG, Bockenheimer Landstrasse 2–4, 60306 Francoforte sul Meno. UBS Deutschland AG è autorizzata e regolamentata dalla Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht. Hong Kong: questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS AG, Hong Kong Branch da UBS AG, Hong Kong Branch, banca autorizzata ai sensi della Hong Kong Banking Ordinance e istituto registrato ai sensi della Securities and Futures Ordinance. India: il presente documento è distribuito da UBS Securities India Private Ltd. 2/F, 2 North Avenue, Maker Maxity, Bandra Kurla Complex, Bandra (East), Mumbai (India) 400051. Telefono: +912261556000. Numeri di registrazione SEBI: NSE (segmento del mercato dei capitali): INB230951431, NSE (segmento di F&O) INF230951431, BSE (segmento del mercato dei capitali) INB010951437. Indonesia: la presente ricerca o pubblicazione non è intesa come offerta pubblica di titoli ai sensi della Capital Market Law e delle sue disposizioni esecutive. I titoli menzionati in questo materiale non sono stati e non saranno registrati secondo la Capital Market Law e le sue disposizioni. Israele: UBS AG è registrata come «Foreign Dealer» in collaborazione con UBS Wealth Management Israel Ltd, un’affiliata interamente controllata da UBS. UBS Wealth Management Israel Ltd è una società di gestione di portafogli autorizzata che svolge anche attività di commercializzazione degli investimenti ed è disciplinata dalla Israel Securities Authority. Questa pubblicazione non sostituisce la consulenza d’investimento e/o la commercializzazione degli investimenti fornita da un soggetto autorizzato in base alle specifiche esigenze dell’investitore. Italia: questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS (Italia) S.p.A., via del Vecchio Politecnico 3, Milano, banca debitamente autorizzata alla prestazione dei servizi d’investimento dalla Banca d’Italia e sottoposta alla supervisione della Consob e della Banca d’Italia. UBS Italia non ha partecipato alla produzione della pubblicazione e della ricerca sugli investimenti né all’analisi finanziaria qui riportata. Jersey: UBS AG, Jersey, è regolamentata e autorizzata dalla Jersey Financial Services Commission al fine di svolgere attività bancarie, d’investimento e di gestione di fondi. Lussemburgo: la presente pubblicazione non deve essere intesa come un’offerta pubblica ai sensi del diritto del Lussemburgo, ma può essere messa a disposizione a scopo informativo ai clienti di UBS (Luxembourg) S.A., 33A avenue J.F. Kennedy, L-1855 Lussemburgo, R.C.S. Luxembourg B 11142,una banca regolamentata e sotto la supervisione della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF), alla quale la presente pubblicazione non è stata sottoposta per l’approvazione. Messico: questo documento è stato distribuito da UBS Asesores México, S.A. de C.V., entità che non fa parte di UBS Grupo Financiero, S.A. de C.V. o di alcun altro gruppo finanziario messicano e le cui obbligazioni non sono garantite da terzi. UBS Asesores México, S.A. de C.V. non garantisce nessun rendimento. Nuova Zelanda: il presente avviso è distribuito ai clienti di UBS Wealth Management Australia Limited ABN 50 005 311 937 (titolare della licenza Australian Financial Services n. 231127), Chifley Tower, 2 Chifley Square, Sydney, New South Wales, NSW 2000, da UBS Wealth Management Australia Ltd. La presente pubblicazione o il presente documento UBS le viene fornito poiché lei ha comunicato a UBS di essere un cliente certificato quale investitore wholesale e/o investitore idoneo («Certified Client») con sede in Nuova Zelanda. La presente pubblicazione o il presente documento non è destinato ai clienti che non sono clienti certificati («Non-Certified Client») e se lei è un cliente non certificato non deve farvi affidamento. Se, nonostante questo avviso, farà comunque affidamento sulla presente pubblicazione o sul presente documento, (i) riconosce che non può fare affidamento sui contenuti della presente pubblicazione o del presente documento e che le eventuali raccomandazioni od opinioni contenute nella presente pubblicazione o nel presente documento non sono rivolte né fornite a lei e (ii) nella misura consentita dalla legge (a) tiene indenni UBS e le sue consociate o entità collegate (e i rispettivi amministratori, funzionari, agenti e consulenti, ciascuno una «Relevant Person») per eventuali perdite, danni, passivi o pretese che possano sostenere o subire a seguito di o in relazione al fatto che lei faccia affidamento senza autorizzazione sulla presente pubblicazione o sul presente documento e (b) rinuncia a ogni diritto o facoltà di rivalsa nei confronti delle persone rilevanti per (o in relazione a) eventuali perdite, danni, passivi o pretese che lei possa sostenere o subire a seguito di o in relazione al fatto che lei faccia affidamento senza autorizzazione sulla presente pubblicazione o sul presente documento. Paesi Bassi: la presente pubblicazione non deve essere intesa come un’offerta pubblica o una sollecitazione analoga ai sensi della legge dei Paesi Bassi, ma può essere messa a disposizione a scopo informativo ai clienti di UBS Bank (Netherlands) B.V., una banca disciplinata e soggetta alla vigilanza di De Nederlansche Bank (DNB) e della Autoriteit Financiële Markten (AFM), alle quali questa pubblicazione non è stata presentata per la relativa approvazione. Regno Unito: la presente pubblicazione è approvata da UBS AG, autorizzata e regolamentata dalla Financial Market Supervisory Authority in Svizzera. Nel Regno Unito, UBS AG è autorizzata dalla Prudential Regulation Authority ed è soggetta alla vigilanza della Financial Conduct Authority e alla vigilanza limitata della Prudential Regulation Authority. I dettagli riguardanti la portata della vigilanza da parte della Prudential Regulation Authority sono disponibili su richiesta. Membro del London Stock Exchange. Questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS London nel territorio del Regno Unito. Laddove i prodotti o i servizi forniti provengano da paesi esterni al Regno Unito, gli stessi non saranno coperti dalla legislazione del Regno Unito o dal Financial Services Compensation Scheme. Singapore: per qualsiasi questione derivante da o in connessione con la presente analisi o relazione, si prega di contattare UBS AG, Singapore Branch, un «Exempt Financial Adviser» ai sensi del Singapore Financial Advisers Act (Cap. 110) e banca autorizzata in base al Singapore Banking Act (Cap. 19) sottoposta alla vigilanza della Monetary Authority of Singapore. Spagna: questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS Bank, S.A. da UBS Bank, S.A., banca registrata presso il Banco de España. Taiwan: il presente documento è fornito ai sensi delle leggi di Taiwan, in accordo con i clienti o dietro loro richiesta. USA: questa pubblicazione non potrà essere diffusa nel territorio degli Stati Uniti d’America, né potrà essere distribuita a persone di nazionalità statunitense. UBS Securities LLC è una succursale di UBS AG e un’affiliata di UBS Financial Services Inc. UBS Financial Services è una succursale di UBS AG. Versione 05/2015. © UBS 2015. Il simbolo della chiave e UBS figurano tra i marchi registrati e non registrati di UBS. Tutti i diritti riservati.