n.7 ottobre 2004
mensile di intrattenimento intelligente
2
EDITORIALE bazar 10 2004
MAra Codalli
Direttore arTistico
[email protected]
Eugenia ROmanelli
Direttore responsabile
Vera RIsi
viceDirettore
[email protected]
bazar 10 2004
laboratori studenti la sapienza 3
R
IS
C
H
IO M O R T A L E ,
NE VALE LA PENA?
Ogni gioco ha le sue regole? Non tutti. Certi giochi superano
ogni limite.
Sport talmente spericolati ed eccitanti da crea
re
dipe
nden
za.
all’estremo che a volte mettono a rischio anche la vita di chi Sfide
Giochi divertenti da morire? Si, perchè a volte si muore davvnon gioca.
ero.
Bungee Jumping: volare si può
Il bungee jumping consiste nell’ effettuare un salto nel vuoto da
ponti, gru, elicotteri o mongolfiere legati a un elastico. La forma
di questo sport è il BASE JUMPING. Ci si getta da edifici, antenne
, ponti e dirupi, ma senza l’elastico a fermare il volo. In questo più estrema
jumper apre il paracadute solo all’ultimo momento quando il
caso il
margine
scarica di adrenalina, un gesto di piena follia, che somma al rischio per non sfracellarsi è di appena due o tre secondi. Una tremenda
di
lasciarci la pelle quello di finire in galera. La sfida dentro la sfida
infatti, quella di lanciarsi da luoghi speciali, simbolici, pericolo
è,
Eppure basta poco, una raffica di vento, un errore nel tempo sissimi o vietati, come la Statua della libertà o la Torre Eiffel.
di
apertura
del paracadute e l’avventura si conclude in tragedia. I “jumper
hanno tra i venti ei trent’anni d’ età. In maggioranza maschi, non
s”
mancano ultracinquantenni e giovanissimi. Per i campioni del
conta solo l’espressione liberatoria dell’energia fisica, ma piuttosto
brivido non
la sua gestione e il suo allenamento. Succede che quelli che
contraggono una specie di dipendenza. E’ il riflesso psicolog
lo
provano
ico e probabilmente anche organico di un’esperienza limite, di
pericolo e del rifiuto della normalità che crea troppi miti e nuovi
una mistica del
seguaci.
4 studenti la sapienza
laboratori bazar 10 2004
Pazzi o temerari, esibizionisti o spiriti
liberi, drogati di adrenalina o atleti
preparati e consapevoli?
A raccontarcelo sono loro.
Alessandro quanti anni hai?
34.
Perché pratichi il base jumping?
Mi dà sensazioni ed emozioni uniche, forti. Sento l’ adrenalina
nel mio corpo. E la cosa che mi scalda di più è quella di
sentire il vento nelle orecchie. E’ come possedere un oggetto,
sentire il proprio corpo.
Da dove effettui i tuoi lanci?
Dai ponti, dalle pareti, dalle antenne. Base, poi è una parola
formata da queste quattro lettere, che racchiudono anche i
viadotti.
Esistono posti ufficiali, dov’è legale?
Posti precisi non è che ce ne siano… Però è diffuso
soprattutto nel Brento, in Trentino.... (Esiste un codice di
autoregolamentazione per la pratica in sicurezza del BASE
JUMPING sul territorio della provincia di Trento ai sensi dell’
articolo 1 della L.P. 12 Agosto 1996, n.5. N.d.r.). Certo lanciarsi
da un palazzo entra maggiormente nell’ ambito dell’illegalità.
Da una parete rocciosa la situazione è a rischio solo per te
stesso...Quindi....è differente.
Esiste un’associazione?
Non esiste alcuna associazione. Si va alla ricerca di persone
che come te amano praticare il Base, ma non ci sono
associazioni... Anche se in Malesia c’è un appuntamento
annuale durante il quale è consentito praticare il Base.
In quella circostanza sembra un po’ di stare a una
manifestazione sportiva con molte esibizioni.
La tua prima volta è stata…
Da un ponte. Poi ho cominciato anche a lanciarmi dai palazzi,
fino ad arrivare alle mongolfiere.
Che preparazione fisica occorre?
Non serve una preparazione fisica specifica. E’ un po’ come
il paracadute. Devi solamente imparare le tecniche del lancio,
insomma interessarti specificatamente della tecnica del Base.”
E se succede un incidente?
E’ molto pericoloso, è vero, ma fa parte del gioco, e di solito
chi si lancia sa esattamente a cosa va incontro. Lo so anche
io, ma è un’emozione davvero straordinaria, irripetibile. Mi dà
una forza interiore.
Ma lo fai anche per soldi?
C ‘è chi mette in evidenza il marchio dello sponsor, e quindi
sotto si cela un interesse prettamente commerciale...”
Intervista di Emanuele Rossi (hanno collaborato Mariangela
Pagano, Caterina Rao e Ilaria Pinta)
Parkour: da
grande voglio
fare l’uomo
ragno…
Di Daniela Terzino
[email protected]
E chi è stufo del grigiore metropolitano
ma non vuole rinunciare al brivido del
pericolo, sceglie paradisi naturali per
tuffi mortali…
Di Mariantonietta Tosi – Anna Recchia
Ne parliamo con Alessandro Tramontano, spericolato tuffatore.
Quando hai iniziato a praticare questo tipo di tuffi?
Ho iniziato da piccolissimo; avevo 4 anni e quando andavamo al mare
ero affascinato
dai tuffi che facevano quelli più grandi di me. Un giorno uno di loro
mi ha spinto e
anche se non fu una mia scelta, lanciarmi mi piacque tantissimo. Eravamo
al lido “la
Marinella” a Sant’Agnello.
Poi, a fare sul serio ho iniziato a 13-14 anni.
In cosa consistono questi tuffi, come si svolgono?
Ci sono diversi tipi di tuffi: quelli che si svolgono da altezze che possono
variare dai 4
ai 15 metri in mare profondo oppure quelli che si fanno da 5-6 metri
in acque basse,
non più di sessanta centimetri. Ci sono anche diverse modalità di tuffo:
in
profonde il mio gruppo si tuffa a stile o a palla di cannone, cioè lanciando acque
ci di testa
e chiudendoci come una palla di cannone durante il tuffo, impattand
o le acque con
il dorso, in modo da sollevare una grossa quantità d’acqua….ovviamen
te
vince chi
schizza più in alto!
La cosa particolare è che nessuno di noi ha una preparazione adeguata
in quello che facciamo ci affidiamo solo alla nostra esperienza. Un’altra alle spalle e
caratteristica
di questi tuffi è che, per raggiungere la cima degli scogli dai quali tuffarsi,
bisogna
arrampicarsi a mani nude su pareti scoscese e lisce e questo rende
la
cosa
ancora
più eccitante.
Quali sono i luoghi più frequentati da chi pratica questo tipo di
tuffi
e quali sono i
posti che frequenti tu abitualmente?
I posti sono sempre gli stessi: la spiaggia di Puolo; lo” Scoglio del Principe”;
la Marinella ; la”Campanella” sempre vicino Sorrento. Tutti posti che
frequento
indistintamente ad eccezione dello “Scoglio del Principe”.
Ci sono delle ragazze che fanno questi tuffi?
Certo, qualche anno fa ricordo una ragazza nel nostro gruppo, si chiama
Marika, era
veramente molto brava.
Lo fate in luoghi nascosti?
No, le persone, i bagnanti assistono spesso a quello che facciamo,
anzi il più delle
volte ci guardano ammirati!
Ti sei mai fatto male durante questi tuffi o qualcuno dei tuoi amici
ha mai
rischiato la vita?
Rischi sicuramente ce ne sono, soprattutto quando ci si tuffa in acque
cadendo di testa, c’è un forte rischio di rompersi il collo o i denti e la basse dove,
vertebrale…Da grosse altezze, se si cade male in acqua, c’è il rischiocolonna
di procurarsi
ematomi ed escoriazioni: l’acqua diventa cemento!
Io, personalmente, ho rischiato solo una volta cadendo male in acque
me la cavai, fortunatamente, con qualche escoriazione! Tra i miei amicibasse 40 cm….
nessuno
ha mai riportato danni seri ma diverse persone hanno perso la vita
“Scoglio del Principe” …. molte cose purtroppo non vengono dette.soprattutto dallo
Nonostante tutto, tu continui a farlo…
Sì. L’ultima volta è stata quest’estate, ma ero da solo, non con gli amici.
tendo a fare questi tuffi in maniera solitaria non più in gruppo… tanto Ultimamente
a me non
succederà mai niente di grave, perché comunque sono più bravo degli
altri!
Cosa provi quando ti butti da quelle altezze?
Provare per credere. E’ una sensazione di totale libertà! Non ci sono
paracadu
ti, non
c’è elastico, non c’è nulla. Solo tu e il tuo bisogno irrefrenabile di andare
su, di fare sempre meglio, di superare nuovi limiti. E’ come una droga. sempre più
Ma la cosa più
bella è la paura. La paura che si prova prima di saltare giù, è quella
vivo. Poi, una volta giù capisci che, ancora una volta, ce l’hai fatta! Eche ti fa sentire
ti
senti
forte!
Perché sicuramente dietro tutto ciò è vero che c’è dell’esibizionismo,
colpo, di piacere agli altri, di dimostrare (magari dopo una competizi la voglia di fare
one
di essere
migliore degli altri) ma per me c’è qualcosa di più: ho acquistato maggiore
sicurezza
in me stesso.
A pochi metri dall’asfalto, due
paracadutisti a confronto
Il parkour è uno sport dedicato agli amanti delle
arti marziali, delle filosofie orientali e delle attività
estreme. Il termine che lo contraddistingue è un
neologismo che vuol dire percorso, e i traceur,
che tradotto dal francese significa “quello che fa
un tracciato”, sono i suoi sacerdoti.
Nasce nelle periferie parigine circa sedici anni fa e il suo
fondatore riconosciuto è David Belle.
E’ l’arte dello spostamento in ambiente urbano e non può
essere classificato esclusivamente come disciplina fisica. I
percorsi di gara, forniti direttamente dall’urbanistica cittadina,
impegnano i praticanti in arrampicate su muri e mirabolanti
salti da tetti, grondaie, parapetti e ponti. Avvalendosi
unicamente delle proprie mani e dell’ausilio del proprio
coraggio (protezioni o altri generi di aiuti sono banditi),
i “traceur” sfidano l’autocontrollo e la paura di superare
impedimenti architettonici per conquistare la padronanza del
corpo.
Il Parkour ha conosciuto grande diffusione tra i giovani
e, grazie all’ausilio della rete, (www.urbanfreeflow.com e
Di Rodolfo Volpini
Luca, 32 anni, svolge regolarmente attività aviolancistica presso l’Aeroporto di Guidonia.
Rodolfo, 37 anni, è controllore del traffico aereo Enav spa.
Rodolfo: secondo te perché spesso, nonostante alcuni principi di sicurezza che regolano
l’attività di lancio come la quota minima per l’apertura, si va oltre il limite di sicurezza?
Luca: chi si lancia oltre misura lo fa per provare emozioni forti ma con il tempo prevale
l’assuefazione, e lo stato d’eccitazione si attenua. Quell’incredibile senso di piacere che
ti rimane dopo una scarica di endorfine, purtroppo, dopo i primi lanci, si attenua, ci si fa
l’abitudine e così qualcuno cerca sensazioni forti e rischia più del dovuto.
Rodolfo: cosa intendi per rischiare più del dovuto?
Luca: ritardare l’apertura del paracadute fino all’ultimo e talvolta anche oltre…. come
purtroppo è accaduto. Considera che con i vecchi paracadute l’altezza limite era di circa
350 metri ma ora con i nuovi puoi arrivare sino a 150. Anche una frazione di secondo può
costarti la vita o, se va bene, l’invalidità permanente.
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bazar 10 2004
Roulette russa: occorrenti:
una
rivoltella, una vita
Regole del gioco: : due giocato
ri a turno premono il
di una rivoltella puntata alla loro testa, dopo aver fattogrilletto
casualmente il tamburo con un solo proiettile inserito, ruotare
delle sei posizioni possibili. Il gioco continua fino a chein una
uno
dei due giocatori muore.
Per saperne di più…
Un tempo la roulette russa era impiegata come forma
duello tra ufficiali e aristocratici della Russia zarista. di
Negli U.S.A i tre casi eclatanti degli ultimi anni: a New
York
una ventitreenne, in attesa del secondo figlio, viene uccisa
dal compagno perché si rifiuta di partecipare a questo
gioco da lei definito sciocco e pericoloso; a Minneap
olis un
ventottenne, dopo aver suggerito una partita alla roulette
russa, viene accusato di omicidio di terzo grado per
la morte
del cugino; a Jacksonville, Florida il pastore Melvyn Nurse
per rendere il sermone particolarmente interessante
illustra
i sette peccati capitali facendo la roulette russa con una
magnum caricata a salve ma il secondo peccato gli è 357
fatale, il
rivestimento del proiettile si conficca nel cervello ucciden
Il rischio, per alcuni aspetti eccitante, attraente e affascin dolo.
viene inoltre riscoperto come richiamo mediatico e comeante,
fonte di successo. E’ il caso del cantante Johnny Ace
che
attraverso il gioco della roulette russa svela tutto il potenzia
le
della morte come mossa di carriera, perdendo la vita
a
25
anni alla vigilia di Natale del 1954. Non da meno è il caso
del
mago Derren Brown che nel suo reality show rischia
davanti al pubblico. Gli ingredienti della roulette russail suicidio
tutti: una pistola a sei colpi puntata alla tempia, un soloc’erano
proiettile in canna, il grilletto premuto e tanta suspens
sorte del mago che in base a suoi calcoli da sensitivoe per la
riesce a
individuare il colpo fatale.
Roulette russa all’italiana
di Giampiero Ranucci
La roulette russa, gioco che sembra completamente
all’ambiente italiano, in realtà ha le sue vittime anche estraneo
nostro Paese. Una tragedia ha coinvolto un ventennenel
romano,
Michele, e nessuno lo ha mai saputo. Perché? Un amico
di
Michele, con un po’ di paura e ricordi confusi, prova
a
dire
qualcosa...
Quanti anni hai?
R. 22
Dove abiti?
R. Roma - Boccea
Chi era il protagonista?
R. MICHELE. 20 anni, abitava a Roma e studiava. Era
un
ragazzo simpatico, estroverso..
Dove si è svolto il gioco pericoloso?
R. é successo a Roma. Erano in tre.
Quando?
R. 3 anni fa
E’ stato un episodio isolato?
R. Si, e le famiglie hanno fatto in modo che la cosa non
avesse risonanza.
Perchè scegliere di fare la ROULETTE RUSSA?
R. E chi può dirlo, forse perchè erano 3 ragazzi abband
onati
a se stessi che in quel momento non erano completamente
lucidi
In che senso “abbandonati a se stessi”?
R. non erano molto seguiti dalle famiglie
Come hanno pensato di riunirsi?
R. Stimolati dal rischio e dal brivido, dalla voglia di fare
qualcosa di diverso ed emergere nel gruppo.
Sai come hanno fatto a procurarsi una pistola?
R .Chiedi troppo, non lo so
Perchè l’accaduto è stato occultato?
R. Da parte delle famiglie non rendere pubbliche queste
notizie è anche un modo per far si che il dolore non riemerg
quotidianamente, inoltre è difficile ammettere che queste a
cose
accadano a chi ci sia vicino.
Surfer suicide
Di Federica Taraborelli – Barbara Donati – Fabiana Iacoucci
Pochi sanno che esiste una versione moderna della roulette russa, rivisitata e contestualizzata
nell’ambito metropolitano: si chiama Skilarking (letteralmente “passatempo volante”) ed è
una specie di sport estremo non riconosciuto, dove i praticanti vengono soprannominati
“surfers suicide”, serfisti destinati al suicidio. Qui infatti non è l’onda ad essere cavalcata ma
i treni metropolitani. Nessuna delle vittime proviene dai bassifondi: l’identikit del surfer rivela
personalità estroverse, buoni voti a scuola ma tendenza alla ribellione; l’età dei praticanti
sarebbe compresa tra i 14 e i 23 anni, alcuni provengono dagli ambienti dei graffitari e tra loro
esiste un patto di silenzio.
Non ci resta che ridere!
In piena guerra fredda la delegazione del Congo, stato filo-comunista, si reca in Unione
Sovietica in visita diplomatica. I delegati Africani vengono portati in giro per Mosca finché
arrivano in un locale notturno dove alcune persone si stanno puntando una pistola alla
tempia. Allora chiedono: “Gosa essere guello?”. “Questo è il nostro sport nazionale: la
roulette russa! Si prende una pistola, si carica, tutti i colpi sono a salve meno uno”. I delegati
rimangono affascinati dalla crudeltà del gioco e, terminata la visita, ritornano in Congo.
Tempo dopo è la delegazione russa che si reca in Congo. Vengono anche loro portati in giro
a vedere le bellezze locali e alla fine sono portati in una capanna. Il capo africano dice: “In
guesta capanna noi tenere nostro sbort nazionale: la roulette del Congo!”. I delegati russi
entrano dentro e strabuzzano gli occhi: la capanna è piena di donne nude bellissime. “Bello,
ma come si gioca?”. “Dudde gueste donne fare bombini, ma solo una essere cannibale!!”.
Contromano è meglio
C’è un gioco in cui ciascuno deve superare se stesso e gli altri: chi beve più alcool, chi
mangia più salsicce, chi tira più coca, chi corre in auto in maniera sfrenata, sono tutte
situazioni in cui ci si porta oltre i limiti della razionalità. E naturalmente vince chi supera tutti gli
altri nell’eccesso.
un gioco con il quale spesso si mette in pericolo non solo la propria vita ma anche quella
degli altri.
Deve esserci un vincitore, altrimenti il gioco non ha senso.
Nicolò Figus Diaz ha 24 anni e vive a Roma. Lavora presso un concessionario di automobili
e ama definirsi un machinaro. Frequenta quartieri e locali della Roma “bene”. E’ iscritto alla
facoltà di economia.
Figus. Perché contromano?
Probabilmente perchè per me tutto il mondo è pista, e in pista non esiste il contromano... è
questione di traiettoria dell’automobile. Mi capita spesso, quindi, di andare contromano o
anche in retromarcia...
Ci racconti qualche episodio?
La volta in cui mi sono divertito di più è stata ad Ecumenitza, il porto greco più caotico che
abbia mai visto. Eravamo io, Charles e Sara, 16 ore insonni e un gran nervoso perchè non
riuscivo a imboccare l’autostrada. Ho chiesto a Charles di guardare fuori dal tettuccio dove
fosse l’imbocco. Lui mi indica una direzione. Ho seguito le sue indicazioni e ho imboccato la
rampa contromano (bellissima...tutta tonda, tipo NY!!!). Dopo circa 300mt. ho fatto un testa
coda mettendomi così nel senso giusto … e ho trascorso delle bellissime vacanze!
E tutto ciò a quale velocità?
Sui 160Km/h. Di solito...a tavoletta. Dipende dalla macchina.
Quanto conta la passione per le auto...
La passione è per i motori in generale. Ho fatto anche delle bellissime gare contromano in
motorino... in generale direi che riguardo al contromano ci sono 3 motivi di fondo.
Quali?
n°1 perchè ho fretta. Non posso farmi un’ora di traffico quando basta imboccare un senso
vietato e arrivo dove devo. N°2 La mia macchina ha 5 marce + la retro: ho il dovere di usarle
tutte... e poi quando vai a 80km/h in retro è bellissimo. Appena tocchi il volante la macchina
schizza! N°3 la velocità di incontro/scontro è raddoppiata e la manovra acquista più pathos.
E non pensi che potresti farti male?
No. Penso che chi ho di fronte si dovrebbe spostare perchè io non mi sposto.
Perché?
perchè io ho più fretta di lui.
I componenti necessari per un “buon contromano”?
Le curve, la macchina, qualcuno in auto che abbia paura di quello che sto per fare e a volte
la musica.
Quale tipo di musica?
La registrazione della Mitzubishi Lanter Revolution 7 che sgasa a vuoto ai box durante un
rally oppure qualche pezzo house...penso che tutto sta a quanto la battuta coordina il cambio
marcia. Infatti l’house a 120bpm/min. è perfetta!
E le droghe? Ne fai uso?
Prendo tanti caffè al giorno e comincio a bere dalla mattina… mi basta.
Hai una tua filosofia di vita?
Vale quello che ho risposto a Sara quella volta in Grecia e che vorrei fosse scritto anche sulla
mia tomba: me ne frega cazzo!
I numeri di chi non ce la fa
Di Alessandro Lamaro e Irene Buscemi
l’indice di mortalità presenta il valore massimo nella guida contromano, con
6,7 morti ogni 100 incidenti, per scendere a 5,3 e 5,0 morti ogni 100 incidenti
rispettivamente per eccesso di velocità e per attraversamento irregolare della
strada da parte di pedoni.
Incidenti a causa di una andatura contromano
Numero: 6.329
Percentuale: 2,9
Morti: 421 (numero di morti per 100 incidenti)
Feriti: 10.491
Indice di mortalità: 6,7
Statistiche dell’Anno2000
Conducenti responsabili di incidenti stradali secondo il sesso
Totale incidenti nel 2000: 234.558
Percentuale maschile: 77,8
Percentuale femminile: 22,2
laboratori studenti la sapienza 5
Shock da immersione. Quando la sfida a
superarsi
sfocia in … stupidità
Di
Laura Piazza
Per “rinfrescarsi le idee” qualcuno ha inventato un gioco nuovo: l’immersione da
shock. Come giocare? Il gioco si svolge immergendo la testa nelle acque gelide di
una di quelle vecchie fontane usate un tempo per abbeverare gli animali. Dopo essersi
incappucciati a turno si cerca di rimanere più tempo sott’acqua. La difficoltà sta nel
potersi tirare indietro essendo trattenuti con forza dal braccio di un amico o da un
cappio legato ad un masso. Diventa leader chi supera gli altri, che viene premiato. Chi
arriva per ultimo viene punito e è immerso interamente nella fontana, per più di un’ora.
Quando giocare? Solo d’inverno, prerogativa essenziale perché l’acqua deve essere
gelida. Viene praticato sempre dallo stesso gruppetto, perché invadere il loro campo è
come rubare quelle emozioni che sono soltanto loro. Perché giocare? Lo sfuggire alle
responsabilità della vita è la loro motivazione. La cosa eccitante è uscire fuori dai canoni
e la voglia di sfidare il destino li porta a ripetere il gioco.
6 studenti la sapienza
laboratori bazar 10 2004
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Cosa dice la scienza. Gli ultimi sviluppi della ricerca
scien
tifica sul tema dell’eccitazione.
Di Enza Tempone
La dott.ssa Annalisa Pascucci, psichiatra ser.t. Appia Antica Roma “C”,
un ormone creato dai surreni e indispensabile nel nostro organismo distretto XI, spiega che l’adrenalina è
più svariati aspetti, attività costruttiva o distruttiva, dell’adattamento perché è l’ormone dell’attività sotto i suoi
dell’individuo all’ambiente esterno e viene
solo stimolata per far fronte a queste situazioni ma non ne è la causa.
ma il fattore psicologico, la situazione mentale. Sempre all’interno dei Non è l’adrenalina che spinge all’azione
soggetti si può trovare una motivazione
dell’esaltazione fisica dovuta a una alterazione primissima nella struttura
madre al momento del concepimento. Non è nulla di genetico!E’ solo formativa del bimbo in relazione con la
uno “STOP” della formazione del bimbo.
Il prof. Renato Cavallaro, docente di Sociologia presso la facoltà di
Scienze della Comunicazione all’Università La
Sapienza di Roma spiega: “il gioco è sempre una battaglia addomest
icata in cui lo scontro con l’altro è necessario
per guadagnarsi il riconoscimento e l’affermazione di se stessi.
L’individuo per sua natura tende a considerare la forza e il coraggio
come
elementi di potenza che utilizza
per affermare se stesso all’interno di un gruppo. Il ruolo del gruppo
riconoscimento, si misura e si scontra con l’altro per determinare la è determinante, il soggetto ne cerca il
propria posizione; questo atteggiamento trova
un riscontro nella legge del più forte, dove all’interno del branco il capo
dimostra di essere tale e si colloca al
vertice di una gerarchia.
La ricerca ostinata del pericolo è anche la conseguenza di una socializzaz
ione mal riuscita, che può provocare
un disagio mentale nell’individuo. In tali circostanze la famiglia invece
di offrire un supporto, spesso pratica
una socializzazione mal controllata: si trova a far fronte a nuovi strumenti,
a
ragazzi hanno una certa padronanza. Un fattore che aggrava la situazione lei sconosciuti con i quali, invece, i
importanza al valore della vita e del tempo. Sembra di avvertire un senso è che in età giovane si attribuisce poca
di invincibilità ma nella maggior parte
dei casi dietro queste azioni si nascondono forti disagi, e soprattutto
per praticare azioni pericolose bisogna aver
assunto eccitanti o droghe per abbassare il livello di coscienza”.
“La società oggi sviluppa comportamenti standardizzati e siamo avvolti
possiamo liberarci. I valori trasmessi dalla produzione di comunicazioneda un pacchetto di regole da cui non
mentale da tutti, per cui film e romanzi rispecchiano l’immagine dell’eroe sono assimilati e rappresentati a livello
e per coloro che mettono a rischio la
propria vita sembra quasi di vivere uno spicchio di eroismo”. Il prof.
la facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La SapienzaBruno Mazzara, docente di psicologia presso
di questi fenomeni con la società della comunicazione e i nuovi valoridi Roma, spiega così la stretta connessione
diffusi dal progresso del nostro tempo.
VOGLIO UNA VITA MALEDUCATA
DI QUELLE VITE FATTE FATTE COSI’
VOGLIO UNA VITA CHE SE NE FREGA
CHE SE NE FREGA DI TUTTO SI’
VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI
DI QUELLE CHE NON DORMO MAI
VOGLIO UNA VITA DI QUELLE CHE NON SI SA MAI
E POI CI TROVEREMO COME LE STAR
A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR
O FORSE NON C’INCONTREREMO MAI
OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI
OGNUNO COL SUO VIAGGIO
OGNUNO DIVERSO
E OGNUNO IN FONDO PERSO
DENTRO I CAZZI SUOI
VOGLIO UNA VITA SPERICOLATA
VOGLIO UNA VITA COME QUELLE DEI FILM
VOGLIO UNA VITA ESAGERATA
VOGLIO UNA VITA COME STEVE MCQUEEN
VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI
DI QUELLE CHE NON DORMI MAI
VOGLIO UNA VITA, LA VOGLIO PIENA DI GUAI
E POI CI TROVEREMO COME LE STAR
A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR
OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI
OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI
OGNUNO COL SUO VIAGGIO
OGNUNO DIVERSO
E OGNUNO IN FONDO PERSO
DENTRO I CAZZI SUOI
VOGLIO UNA VITA MALEDUCATA
DI QUELLE VITE FATTE FATTE COSI’
VOGLIO UNA VITA CHE SE NE FREGA
CHE SE NE FREGA DI TUTTO SI’
VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI
DI QUELLE CHE NON DORMI MAI
VOGLIO UNA VITA
VEDRAI CHE VITA VEDRAI
E POI CI TROVEREMO COME LE STAR
A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR
OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI
OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI
OGNUNO COL SUO VIAGGIO
OGNUNO DIVERSO
E OGNUNO IN FONDO PERSO
DENTRO I CAZZI SUOI
SITOGRAFIA:
www.mancolicani.com/mancodalmondo/
1999-roulette.html
www.ilcorriere.it
www.news200.libero.it/webmagazine/
wmz38.html
www.drivemagazine.net/ace.html
www.repubblica.it/cinema_recensioni/intacto/
intacto/intacto.html
www.web.genie.it/utenti/m/m.mal
www.dizionariodelgioco.org
www.arcobaleno.net/sport/
bungeejumping.htm
www.geocities.com/yosemite/rapids/1583/
bungee.htm
www.clarence.com/contents/sport/speciali/
001025jumping
www.larepubblica.it/ondine/cronaca/jumping/
mistero/mistero.html
www.comunicatori.net/giromondoindex.htm
www.baseitalia.com/
autoregolamentazione.htm
www.waytrend.net/root/parole_libro_1166.html
di Valeria Bartolini
con la collaborazione di:
GRUPPO FONTI:
Silvia Imperoli
Massimo Maioli
Cristina Iorio
Concetta Zaccaglino
Riccardo Parrinello
Federica Festino
Francesca Settembrino
GRUPPO RICERCA:
Scarpaleggia Daniele
Alessandro D’Andrea
Raffaella Ferro
Emanuele Siciliano
Donatella Fiorentino
Lorenzo Tempestini
Adele Ferrarelli
M.Grazia Forcellino
Manuela Intrieri
Ilaria Desantis
Federica Giuntella
Annalisa Nati
Claudia Patti
Bianca Pomo
Viviana Milone
Viviana Pulignano
Francesca Perna
Roberto Martufi
Film belli …
da morire
Sballo, eccitazione e adrenalina! Un cocktail perfetto
non solo per giochi belli da morire, ma anche per
l’intrattenimento personale su una comoda poltrona!
Il Cacciatore (di Michael Cimino, 1978): c’è la più
appassionante roulette russa che sia mai stata simulata
in un film. I protagonisti vengono catturati dai Vietcong
e sono costretti a giocare alla roulette russa tra di
loro (mentre i brutali carcerieri scommettono su chi
sopravvivrà).
Fast&Furious (Rob Cohen, 2001): adrenalina e
testosterone si amalgamano all’odore di benzina e al
protossido d’azoto in una miscela decisamente esplosiva
(con macchine truccate e la febbre della corsa)
The Matrix (Andy e Larry Wachowski, 1999): un inesperto
Neo si cimenta (anche se virtualmente) in un bel salto da
un palazzo all’altro…
Chi invece si vuole informare sulla “non-cultura dello
sballo” può trovare interessante leggere il libro “Il popolo
della notte – discoteche, ecstasy e alcol: nuove solitudini o
buio da illuminare?” di Carlo Climati.
“Uno strano fenomeno sta caratterizzando, da alcuni anni
a questa parte, le nuove generazioni di giovani: la vita di
notte. Moltissimi ragazzi amano vivere di notte. Frequentano
locali, pub, discoteche, rave... Oppure si divertono a
partecipare a giochi pericolosi, come le folli corse in
moto o in automobile. Altri trascorrono ore e ore di fronte
a un computer, per navigare su internet o dialogare in
chat. Altri ancora sono schiavi della prostituzione o della
pornografia, oppure sono affascinati dal satanismo, dalle
feste di Halloween e dalle visite ai cimiteri. Ma che cosa
accade realmente in questo mondo della notte? Perché
tanti ragazzi si rifugiano nella non-cultura dello sballo, della
droga e dell’alcool? Che cosa li spinge a rischiare la vita
con giochi pericolosi?”
Questo libro, ben documentato, vuole rappresentare un
viaggio alla scoperta del “popolo della notte”. L’autore
analizza tutti i fenomeni della notte: il consumo di ecstasy,
il ballo, le cubiste, le varie trasgressioni, le stragi del
sabato sera... Manifestazioni, tutte queste, di una notte
più inquietante: la “notte delle coscienze”, quel buio
interiore che porta a vivere all’insegna dell’egoismo
e dell’indifferenza. Un saggio che invita fortemente a
sostituire la non-cultura del vuoto con l’impegno personale
e la riscoperta dei volti degli altri, illuminando il buio della
notte con una luce nuova. Al termine del libro c’è anche un
dizionarietto con le parole della notte.
Un adeguato sottofondo musicale a questa lettura?
la famosissima canzone “VITA SPERICOLATA” tratta
dall’album Rewind di Vasco Rossi.
GRUPPO INTERVISTE:
Rossella Savarese
Sara Spigarelli
Valentina Perrucci
Carolina Visca
Giuliana Palmeri
Federica Pitrone
Lina Gambuti
Ambra Vestri
Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare
con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da
segnalarci?
SCRIVI A: [email protected]
bazar 10 2004
3-4-5-6
28 Marco Begani – LEGGERE
9-10-11
29 Claudio Amendola
Studenti la Sapienza Roma
- LABORATORI – Rischio
mortale, ne vale la pena?
12
Roberto Pisoni - VISIONI
– Thriller story nella città di
quarzo
Alessandro Benvenuti
– VISIONI (IN PILLOLE) - Il
nostro lato ridicolo
13 Giuseppe Mottola
– VIDEOGIOCANDO
– Transumanesimo: capacità
all’ennesima potenza
14
Caterina Gonnelli - ONDE
– La tele la faccio io
15
Giulia Baldi - SINTONIE
– Tutti giù dal letto!
16-17
Carla Antolini - SCENE
– Attori immobili in scene
vuote
18 Carla Antolini - SCENE
– Tempus et corpus
19 Enrico Lo Verso – SCENE
(SALMONI) – Quando si
dice grazie
21 Fabio Murru - SUONI
– (RECENSIONI) –
Esplorazioni musicali
22 Pietro D’Ottavio – SUONI
– Dallo show kolossal al
festival autoprodotto
23 Marcello Amoruso - SUONI
(FUMETTI) – La coscienza
americana in una strip
– LEGGERE (RILEGGERE)
– Prode prodiere
Nancy Brilli – LEGGERE
30 (BRILLETTURE)
– L’odore
31
Andrea Lisi - NOTTE – The
32 No
Future, top dj in Emilia
Amoruso
33 –Marcello
NOTTE – Fetish fantasy
34 Claudio Coccoluto
– NOTTE (NOTTETEMPO)
– Musica, e basta
36-37
Chiara Spegni – GUSTI
– Legumi!
38-39
Chiara Tacconi – GUSTI
– Sapore semplice e raro
Eva Buiatti - GUSTI
40 (MANGIA
COME LEGGI)
– Un caldo gallego sotto la
pioggia in autunno
42 Lorella Scacco - ARTI – arte
a quattro mani
43
Luca Beatrice – ARTI
– Classici e dissacratori
44
Marzia di Mento – ARTI
– Scoprire la vita di una
volta
46
Pan Sonic
Luca Carboni – ARTI
– (SKIZZI)
47
Andrea Mugnaini – VIAGGI
– Corsica, terra di frontiera
48
Agnese
Ananasso
– ESSERE – Diversamente
intelligenti
26-27
Ciro Bertini - LEGGERE
– (RECENSIONI) - Un amore
di ellepi
Premilli – AVERE
49 Giulia
– Clever shopping
Ananasso – HI-TECH
50 Agnese
– Una discoteca in casa.
Legalmente e senza spendere
una fortuna.
51 Oliva Muratore
– ARCHITETTURE – La
fotografia racconta le forme
Bianchini – PICCOLI
52 Matteo
– E’ l’ora dei Teletubbies!
Cammarano – SPORT
53 Valerio
– Curling, pietre che scivolano
sul ghiaccio
– Stile intimista e fatica
Gianuario - SUONI
24 Fabrizio
– L’epico minimalismo dei
Alberto Traversi - NOTTE
– Lo stilista + cool? Quello
che apre un locale tutto
suo!
SOMMARIO 7
54 Angelita Peyretti –
SCIOCCHINA – Domanda di
lavoro
55 Valeria Cecilia – CORSI
– Sushi! Mica solo pesce…
56 Giuliano
–
Cangiano
FENOMENI – Si lotta ballando
Cecilia – NET –
57 Valeria
Babelteka.org, liberi di sapere
Dolara – NOI – Riga,
58 Guido
stella del Nord
59 Franco Andreucci – LORO
– Junk food
60 Cristiana Scoppa
– MIGRAZIONI – Notizie/non
notizie dal Medio Oriente
Premilli – GENDER
61 Giulia
– Sessualità. Si cresce.
Morcellini – CORTEI –
62 Mario
Il Presidente messo al Moore
[email protected]
bazar 10 2004
visioni di roberto pisoni 9
Thriller story nella città di quarzo
Il nuovo film di Michael Mann rompe con il respiro ampio
e vertiginoso del suo trittico Heat/Insider/Alì. Per la durata
contenuta (solo due ore) e per la scelta dell’unità di ambien
tazione
(una notte in taxi a Los Angeles), Collateral impone alla storia
una gabbia severa e attiva, un lavoro di purificazione spazial
compressione temporale assai sorprendente in un regista chee e di
strutture narrative articolate e l’aura epica. Il plot è ridotto ama le
Max/Jamie Foxx, tassista che sogna una ditta indipendente, all’osso:
è
trascinato in un tour sanguinario da Vincent/Tom Cruise, killer
su commissione che deve eliminare in poche ore cinque testimo
ni
chiave di un processo contro un boss della droga.
Il thriller è da sempre la struttura che misura la pressione e
l’energia del cinema di Mann, è il genere in cui ha origine il
stile (Strade violente) e attraverso il quale, negli anni novanta suo
è giunto alla maturità registica. Collateral apre una terza via (Heat),
e opera
una sorta di sintesi: rinnova la ricerca d’intensità realistica della
prima fase della sua carriera e preserva i principi di dilatazione
astratta della seconda. Guidato da questa ambizione parado
ssale,
il film si srotola con un ritmo bizzarro in cui coabitano diverse
velocità. All’inizio, il flusso tranquillo della notte di un tassista
scandito da una dosata mescolanza di ripetizione, improvvisazioè
e sorpresa: con il primo cliente, una giovane procuratrice (Jada ne
Pinketts Smith) lo scambio è intimo, la scena toccante. Poi
irrompe
Vincent, il secondo cliente e Mann raddoppia la scena preced
Lunga discussione all’interno del taxi in cui i personaggi si ente.
uno è un manipolatore crudele e raffinato, l’altro un ingenusvelano:
facilmente manipolabile. Pausa, il film si sospende brutalm o
ente:
mentre Max attende Vincent dopo un appuntamento, un corpo
piomba sul taxi. La prima vittima.
Parte allora il movimento centrale, la complessa relazione padron
servo tra i due protagonisti e la lunga cavalcata omicida. Tutto e/
il
film fluttua tra questi estremi: la ballata lounge e notturna
nei
meandri profondi di Los Angeles - la city in tutti i suoi sobbor
anfratti, restituiti in maniera sublime dal supporto digitale ghi e
regia di Mann - e il ritorno alla meccanica del genere thrillere dalla
con le
sue improvvise velocizzazioni spettacolari.
La grande forza del film sta nel rifiuto da parte del regista di
concentrarsi sulla relazione “predatoria” tra Vincent e Max.
ricavarne una semplice metafora della lotta di classe e invecePoteva
vacillare i limiti che separano il buon borghese afroamericanofa
wasp sociopatico uscito da un romanzo di Bret Easton Ellis. dal
Per Michael Mann il film si riassume essenzialmente in un
“C’è più ricerca visiva
in cinque minuti di
Collateral che in tutti gli
altri film visti all’ultimo
festival di Venezia…”
(uno spettatore anonimo)
problema di messa in spazio del racconto. Nella prima parte del
film l’abitacolo del taxi è l’unica location del balletto vampiresco: in
primo piano, a destra dell’inquadratura, Max guida guardando quasi
nell’obbiettivo, dietro, a sinistra, Vincent conduce la danza. La regia
gioca con gli effetti di simmetria che sfruttano le potenzialità della
profondità di campo e così organizza i rapporti di potere. E’ solo
quando si slega una volta per tutte dal suo taxi che Max rompe la
relazione dominatore/dominato e comincia a “guidare” il film. Allora
l’ultimo terzo di Collateral si allarga ed esplode, con la formidabile
scena della discoteca e quella, splendida, nell’ufficio di Jada Pinketts
Smith che riprende il meccanismo hitchcockiano de La finestra sul cortile.
In queste scene, già pagine classiche del cinema d’azione, Mann
sfrutta le risorse del suo cinema “acquario”, iperformale, trasformando
ciascuna inquadratura in un bagno di luci, superfici, ombre semoventi
e riflessi pronti a ribaltare il corso dell’azione.
Nel lungo inseguimento finale in metro, Max e Vincent si ritrovano
faccia a faccia, immobili e spossati. Ammirevole è lo sfruttamento
da parte di Mann di un racconto classico d’oppressione e di dualità
vampiresca, utilizzando quasi esclusivamente le risorse del luogo, la
molteplicità degli spazi chiusi e desolanti di una Los Angeles fantasma.
Collateral non ridimensiona affatto l’estensione fiume degli ultimi film
di Mann, né costituisce una battuta d’arresto. E’ semplicemente una
favola dalla corrucciata morale darwiniana e dallo stile inimitabile di
un regista nel pieno della sua maturità.
10 di roberto pisoni
visioni bazar 10 2004
[email protected]
Il codice del reale
Intervista a Michael Mann
Qualcuno lo ha definito il più grande regista americano vivente, eppure
il nome di Michael Mann non stimola la stessa reverenza che la critica
nutre per Scorsese, Coppola, De Palma o perfino per il controverso
Spielberg. Più defilato dai media, meno cinefilo dei suoi celebri coetanei,
ha alle spalle una carriera poco abbagliante ma di coerenza granitica. Dopo
aver studiato alla London Film School, Mann ha realizzato documentari
e spot pubblicitari, prima di diventare sceneggiatore per la televisione,
soprattutto per la serie Starsky e Hutch. Nel 1979 firma la sua prima regia, il
telefilm The Jericho Mile, un dramma ambientato nell’universo carcerario,
e continua nel registro del poliziesco con Strade Violente (1981), primo
lungometraggio, interpretato da James Caan. Gira poi La fortezza, abile
melange tra atmosfere fantastiche e film di guerra, per tornare di nuovo al
piccolo schermo. Diventa celebre come autore e produttore di una serie
culto, Miami Vice, che lancia Don Johnson. Forte del successo, Mann è
il primo regista a familiarizzare con l’universo malsano dello scrittore
Thomas Harris, adattando nel 1986 il romanzo Red Dragon. In Manhunter
il dottor Hannibal Lecter appare al cinema per la prima volta con i tratti
di Brian Cox. Lo stile depurato e glaciale del film affascina pubblico e
critica. Dopo una nuova stagione televisiva - L.A. Takedown nel 1989, Drug
Wars: the Camarena Story nel 1990 che gli vale un Emmy Award - e una
deviazione nell’affresco storico (L’ultimo dei Mohicani nel 1992), il regista,
riconosciuto finalmente come uno dei talenti più innovativi degli anni
ottanta, torna al suo primo amore, il thriller poliziesco, orchestrando il
faccia a faccia tra due attori-monumento, Robert De Niro e Al Pacino,
in Heat. La brillante direzione degli attori e l’attenzione suprema alla
costruzione dello spazio visivo escono rafforzati anche nei due film tratti
dalla cronaca e dalla storia recente: Insider (2000) e Alì (2002). In settembre
Mann ha finalmente presentato Collateral a Venezia, dove lo abbiamo
incontrato.
Collateral più che un thriller sembra una sinfonia visiva per una
grande città: Los Angeles…Ho letto che è stato ispirato dal libro
di Mike Davis, “La città di quarzo”…
Sì, ho letto il libro di Davis, solo una trentina di pagine però…(ride). Più
che La Città di Quarzo, che è un libro notevole, mi ha influenzato la mia
percezione della città. In genere la Los Angeles che si vede al cinema è
Malibu: le palme, la spiaggia, il mare. A me piaceva mostrare invece la
City, i luoghi che conosco: Commerce, Wilmington, South Central, East
L.A. Los Angeles conta diciassette milioni di abitanti ed è, sia etnicamente
sia sociologicamente, molto composita e complessa. E’ una città
orizzontale, una metropoli infinita, dove però ti può capitare di incontrare
dei coyote che attraversano la strada, come succede nel
film e come è capitato anche a me. E’ la città del futuro e
ne ho voluto mostrare la straordinaria ricchezza. Per ogni
scena ho cercato il background adatto o in contrasto con
quello che succede.
Come mai la decisione di concentrare tutta la storia
in una notte?
Sapevo che tipo di film avrei fatto ancora prima di trovare
la sceneggiatura. Volevo intensità dalla storia e che si
svolgesse in un arco di tempo limitato. Mi interessava
questa costrizione temporale che rende il compito della
regia analogo a quello del pilota al volante di un auto da
competizione, una compressione tale per cui ogni singolo
gesto ha una risonanza inaspettata. Poi volevo tornare al
film di genere, dopo l’attualità di Alì e Insider.
Quali “valori aggiunti” le ha dato, in termini di
linguaggio, l’uso del digitale?
La pellicola non registra ciò che gli occhi possono vedere
di notte, per questo motivo sono passato al digitale ad
alta definizione: per vedere di notte, per vedere tutto
quello che si vede a occhio nudo. La Viper FilmStream, la
telecamera che ho usato più frequentemente, consente di
avere una profondità di campo e dei colori che la pellicola
non può darti. Di notte le luci della strada e il cielo di Los
Angeles sono unici, volevo restituire la loro bellezza e la
loro ruvidezza. Quella corrosione al lavoro caratteristica
della città che potevo cogliere soltanto con il digitale.
Nei suoi film c’è un fortissimo realismo nei
dettagli, ma questo realismo sembra condurre a
un’astrazione totale dello spazio e del tempo…
Ogni volta che affronto un progetto devo partire
dalla realtà. Faccio sempre molte ricerche sui luoghi, i
personaggi, il lavoro che fanno. Il personaggio di Vincent
è ispirato a una serie di criminali veri… Poi una volta
che questi dati reali mi convincono, mi sento libero di
modificarli, variarli, ricrearli. Una cosa è certa però: i
miei film devono molto di più a ricerche sociologiche o
criminologiche che ad altri film.
bazar 10 2004
[email protected]
visioni di roberto pisoni 11
La lunga guerra sul
set di Spartacus
A pochi mesi dall’uscita americana giunge anche in Italia la nuova
edizione in due dischi di Spartacus, il kolossal storico-mitologico di
Stanley Kubrick. Il film è stato restaurato minuziosamente (è presente
addirittura una traccia italiana in DTS 5.1) e offre una strepitosa
quantità di extra (tra gli altri i commenti audio del produttore e attore
Kirk Douglas, di Peter Ustinov, dello scrittore Howard Fast, del
produttore Edward Lewis, l’analisi scena per scena dello sceneggiatore
Dalton Trumbo, lo storyboard originale del designer Saul Bass, i
disegni di Stanley Kubrick). Attraverso le diverse voci e i torrenziali
racconti dei testimoni diretti è possibile finalmente ricostruire, una
volta per tutte, la sofferta gestazione e la burrascosa realizzazione
del film che Kubrick non amava includere nella sua filmografia.
L’idea di trasferire sul grande schermo Spartacus, il romanzo
di Howard Fast risale al 1957. Kirk Douglas, che aveva letto la
sceneggiatura di Ben Hur, voleva interpretarne la parte principale. Il
regista William Wyler (con cui l’attore aveva già girato Detective Story
nel 1951), gli propose il ruolo di Messala, il “traditore”, che Douglas
rifiutò sdegnosamente, lasciando campo libero a Stephen Boyd. Alla
fine dell’anno, Edward Lewis, il produttore delegato che lavorava
per la società di produzione di Douglas, la Byrna, gli sottopose il
romanzo Spartacus. Esaltato, l’attore ne opzionò i diritti e lo propose
alla United Artists, casa di produzione che si era arricchita anche
grazie alla sua interpretazione ne I Vichinghi, 1958, che Douglas aveva
anche coprodotto. La United Artists rifiutò il progetto, sostenendo
di avere in produzione una sceneggiatura pressoché identica, The
Gladiators con Yul Brynner. Il film, che doveva essere diretto da
Martin Ritt, non vedrà mai la luce. Furioso, Douglas sottopose allora
il progetto alla Universal, che accettò con la pretesa di avere una
sceneggiatura più completa, un cast prestigioso e di imporre il regista.
Douglas affidò la scrittura della sceneggiatura allo scrittore del libro,
Howard Fast ma il risultato fu un vero disastro (secondo le parole
di Kirk) e l’incarico venne girato a Dalton Trumbo. Quest’ultimo,
ancora sulla lista nera “anti-comunista” del senatore McCarthy, non
poteva firmare il film a suo nome e lavorò sotto lo pseudonimo di
Sam Jackson durante tutta la produzione di Spartacus. Douglas
completò rapidamente il casting e strinse i contratti con Laurence
Olivier (con cui aveva già girato Il Discepolo del Diavolo nel 1959),
Charles Laughton e Peter Ustinov. Al contrario, trovare l’interprete
femminile fu un problema quasi insormontabile. Dopo il rifiuto o
la defezione di Ingrid Bergman, Elsa Martinelli e Jean Simmons, la
scelta cadde su una perfetta sconosciuta di origini tedesche, Sabina
Bethmann. Anche per il regista ci fu indecisione, così vennero
snocciolati i nomi di David Lean e Martin Ritt, finché la Universal
non impose Anthony Mann.
rapporto con Anthony Mann.
Le riprese cominciarono il 27 gennaio 1959. Molto presto, Douglas ruppe ogni ancora nel montaggio finale
figurano
Mann
da
girate
scene
Alcune
silurato.
venne
regista
il
febbraio,
13
Venerdì
di nome Stanley Kubrick,
(la miniera iniziale e la scuola dei gladiatori). Lo rimpiazzò un “giovane figlio di puttana”ando nel 1957 Orizzonti di
interpret
e
do
producen
lanciare,
a
ito
contribu
allora trentaduenne, che Douglas aveva
dalla più quotata Jean Simmons.
Gloria. La produzione si riorganizzò e l’attrice Sabina Bethmann venne sostituita con attori-registi che avevano
fare
che
a
aveva
tto
innanzitu
,
tesissima
e
situazion
una
gestire
a
trovò
si
Kubrick
Douglas per l’inesperienza del
le loro idee sulla messa in scena. Soprattutto Laurence Olivier si lamentò con , invece, chiese a Ustinov di
Laughton
Mann.
di
partenza
la
zione
giovane regista, rimpiangendo in continua
diverse per la macchina
riscrivere alcuni dialoghi, mentre Douglas proponeva sistematicamente delle posizioni
operata, Tony Curtis si
essere
dovette
s
Simmon
Jean
oni:
interruzi
continue
ebbe
tournage
il
più
In
da presa.
da un virus. Girato
colpito
venne
Douglas
Kirk
e
tennis
a
partita
una
durante
Achille
di
danneggiò il tendine
schermi americani
sugli
esce
s
Spartacu
finale),
battaglia
della
scena
la
in 167 giorni (6 settimane soltanto per
montaggio finale
suo
nel
film
il
e
riconobb
non
il 7 ottobre 1960. Kubrick, allora sotto contratto con Douglas,
herà mai: d’ora in poi
dimentic
non
che
lezione
una
impara
a
esperienz
questa
da
regista
Il
minuti.
di 184
s sia un buon successo al
esigerà per contratto di avere il final cut su tutti i suoi film. Nonostante Spartacu
seconda volta al cinema
una
uscirà
film
Il
ne.
produzio
di
costi
folli
dei
botteghino non riuscirà mai a rientrare
ta la splendida sequenza del
nel 1991, con una versione più lunga di 14 minuti. In particolare è stata reintegra era andato perduto: Tony
corteggiamento omosessuale tra Olivier e Curtis. Il suono della scena originale
è stata “imitata” da Anthony
Curtis si è ridoppiato, mentre la voce di Laurence Olivier, ormai scomparso, “Spartacus si è rubato tre anni
mente:
sarcastica
o
dichiarat
ha
Douglas
Hopkins. Nel suo libro di memorie Kirk
contro gli eserciti romani”.
della mia vita, molto tempo in più di quello impiegato dallo schiavo Spartaco per combattere
€
23,90
l,
Universa
dischi,
2
s,
Spartacu
DVD
12 di alessandro benvenuti
visioni.in pillole bazar 10 2004
[email protected]
www
Il nostro lato ridicolo
o a tollerare meglio
Pur diventando sempre più intollerante, riesc
così non riesco + a
e
lio,
meg
do
qualsiasi cosa accada. La compren
prendere posizione su nulla…
Viaggiavo. Ascoltavo distrattamente per radio una canzone
di Lucio Battisti. Il testo era di Panella, il paroliere della sua
seconda stagione d’autore. Così ho pensato che una volta
liberatosi di Mogol, il povero Lucio, prima che la sua vita
finisse prematuramente, in effetti aveva ricominciato a vivere;
a divertirsi, a giocare con la musica con una libertà gioiosa,
quasi pericolosa. Non so quanto ci sia di vero in questa mia
impressione - non conoscendo niente dei loro rapporti umani e
professionali - ma all’improvviso il celebrato Mogol mi è apparso
come un catenaccio, un dolore di testa, un cibo indigesto, un
limite insopportabile. E molte di quelle canzoni che hanno fatto
da colonna sonora alla mia gioventù mi si sono seccate sui rami.
E i sentimenti che parevano rappresentare con tanta poetica
precisione i nostri stati d’animo di allora, mi sono parsi dei calcoli
matematici e insinceri costruiti a tavolino per infinocchiarci.
Secondo me Mogol non è ciò che ci è sempre sembrato.
Naturalmente è solo un pensiero mio... Ma tu guarda però cosa
succede ad ascoltare distrattamente la radio.
Anni fa ebbi dei problemi analoghi con Dio, (fra i due, penso che
sarà più facile per me sbarazzarmi di Mogol!). Era il 20 agosto.
Erano le 10,30. Ritornando da Subiaco, una volta passato il
casello autostradale di Lunghezza (Roma est) ho sentito il bisogno
di fermarmi accostandomi alla massicciata del piazzale. Alla radio
parlavano di temi astronomici. Allora ho pensato che il sole è una
immensa palla di benzina che brucia consumando se stessa piano
piano. Fra 4 miliardi di anni il sole a un tratto morirà. Nel farlo
si gonfierà fino all’orbita di Giove e uno spasmo celeste brucerà ,
tutto ciò che troverà sul suo cammino. E Buster Keaton, i Beatles
Mozart, Beethoven, Leonardo da Vinci, sarà come non fossero
si
mai esistiti, perché nessuno potrà più ricordarli. L’eternità non no
addice all’uomo. E vedevo quelli che, pagato il pedaggio, passava
pestando sull’acceleratore per guadagnare la corsia di sinistra prima
Che
della macchina successiva. Non si volevano far fregare insomma. .
Megane
t
Renaul
della
o
corsa,
Opel
della
quello
se ne stesse dietro
Ognuno, viaggiando, si raccontava una storia e sorpassava gli altri
con uno scopo preciso. Chissà chi si crede di essere la gente. E poidi
guardavo il sole. La nostra fonte di vita. La nostra pila con tanto
data di scadenza. E ho pensato che magari un piantino me lo potevo
E
anche fare. Poi, l’indomani avrei ricominciato a non pensarci più.
e.
avrei visto le figlie crescere sperando per loro ogni bene possibil ne
Ma mi fa tenerezza. Mi fanno tenerezza le nostre presunzioni. Se
avessi il potere forse ammazzerei un bel po’ di gente. Lo farei perché,
farei
non so come, qualcuno mi ha instillato un senso di giustizia. Lo
credendo di essere nel giusto. Ammazzerei quel tre per cento di zerei
imbecilli che ci sono fra i cristiani e fra i mussulmani. Poi ammaz
gli imbecilli ebrei. Per gli indù non ho una posizione precisa. Penso o
però che loro non li toccherei. Li terrei d’occhio lo stesso, ma all’inizi
mi dedicherei più a quelli che ho detto.
E
Poi ho fatto un respiro profondo. Sto invecchiando. E’ normale.
meglio
e
tollerar
a
riesco
ante,
intoller
più
sempre
pur diventando
di
qualsiasi cosa accada. Mi sembra di essere maggiormente in grado
comprenderla, e perciò non riesco più a prendere posizione su nulla.
il
Ma non mi sto anestetizzando. Rido di più. E delle tragedie vedo più
sempre
destino
il
e
guardar
basta
:
ridicolo
è
lato ridicolo. L’uomo
e
televisivo che si è scelto. Ho avuto pietà per quelle povere creatur
L’ho
di Beslan. Ho tenuto i giornali che raccontavano le loro storie. a
fatto perché sento il bisogno di rileggerle fra un po’. C’è qualcos
di incredibilmente osceno fra i loro poveri destini e la complicata
semplicità che ha portato quella storia a finire com’è, purtroppo,
finita. Ma io che ci posso fare? Posso farmi i complimenti perchénei
finalmente il tiggì mi ha fatto piangere? Ho cercato di calarmi
sogni di chi è sopravvissuto e ho avuto paura. Solo questo posso
onestamente dire. Tutti quelli che condannano (o quasi) mi fanno che
schifo comunque e nel loro piccolo puzzano di letame come quelli
sono
vorrebbero puzzassero più di loro. A tal proposito, visto che io
guardi
si
fatto
ancora
l’avesse
non
chi
,
cinema
di
quello che parla
le
Dogville. Non è tanto la forma, che di per se è geniale, ma sono
parole. Splendide nel descrivere chi realmente siamo.
[email protected]
bazar 10 2004
videogiocando di giuseppe mottola 13
Nelle trame degli sparatutto e dei giochi
di ruolo fantascientifici c’è un’overdose di
pessimismo che stroncherebbe chiunque:
invasioni aliene, intrighi di potere, società
implose, economie collassate, IA impazzite.
E i giocatori sono chiamati a risolvere la
situazione impersonando super-uomini
dotati di impianti neurali e innesti bionici.
Avete mai voluto essere come loro?
Allora siete sulla buona via per diventare
transumanisti. Il Transumanesimo è
un movimento culturale che incoraggia
il potenziamento degli esseri umani
attraverso la tecnologia. L’eroe di Deus
Ex 2 o di System Shock è un abbozzo
di ciò che i transumanisti chiamano
post-umano,
un
uomo
potenziato
(trans-umano) che ha spinto ai limiti il
proprio auto-accrescimento: ha capacità
intellettuali e fisiche straordinarie, non
invecchia, non s’ammala e non muore.
I potenziamenti dei protagonisti di
sparatutto e gdr sci-fi sono alcuni fra
i mezzi che i transumanisti ritengono
necessari per diventare post-umani:
nanotecnologia molecolare, ingegneria
genetica, interfacce neurali, strumenti
avanzati per gestire le informazioni e
innesti bionici. Ma mentre nei videogiochi
questo accrescimento ha fini distruttivi
(uccidere meglio) per i transumanisti ha
fini costruttivi (il benessere dell’umanità).
Alcuni frutti positivi e negativi di queste
tecnologie sono ben mostrati in Alpha
Centauri: vasche di clonazione, fabbriche
di
operai
genetici,
nanoreplicatori,
bombe quantiche, matrici telepatiche,
computer senzienti. Già, computer
senzienti. Secondo alcuni i primi postumani saranno proprio delle Intelligenze
Artificiali. Avremo dei super fratellini al
silicio? Forse... Per saperne di più basta
puntare su
http://transhumanism.org/
index.php/WTA/languages/C49.
T
R
A
N
S
U
M
A
NESIMO:
ca
pacità
all’e
nn
es
imboay po
teRenz
aè
Metà Super-uom
o,
me
tà
co
w
de
lla
te:
il protagonista dei videogiochi sci-fi, presagio
di ciò che sarem
o
Il Lato Oscuro
La rappresentazione a tinte fosche del futuro trans-umano
in
titoli come Deus Ex e System Shock è una “tara” che i
hanno ereditato dalla letteratura sci-fi, in particolare davideogiochi
Gibson, il padre del cyberpunk. Nel mondo raccontato daiWilliam
memorabili “Neuromante” e “Johnny Mnemonic” le person suoi
e
possono ampliare le proprie facoltà mentali, immagazzinare
dati nel proprio cervello usandolo come un hard disk e rendere
trans-umano il proprio corpo: la tecnologia del prossim
permette, ad esempio, di sfidare le leggi della natura e o secolo
di allungare
la vita a dismisura, di rendere i propri arti delle armi grazie
a
lame retrattili sottocutanee, di sostituire gli occhi con
ben più
efficaci visori a infrarossi. I passi da gigante che la biotecn
ologia
sta compiendo in questa direzione rendono plausibili i raccon
ti di
Gibson e alimentano le speranze del movimento Transum
anista
per un miglioramento sensibile della vita. Ma il futuro (pre?)vi
sto
dallo scrittore americano è ben diverso da quello auspica
to
dai transumanisti: la tecnologia è ancora a portata di pochi
l’ibridazione fra carne e silicio genera mostri (uomini simili e
macchine e macchine che iniziano a pensare come uomini) a
. Gibson
(come Philip K. Dick prima di lui) ci avvisa dei pericoli nascos
uno sviluppo tecnologico che, senza etica e asservito alla ti in
profitto, rischia di diventare una gabbia che offre all’uom legge del
cyberspazio e la realtà virtuale, una sola libertà: quella o, con il
di potersi
credere altrove.
I game designer hanno trovato nel Transumanesimo
terreno fertile per sviluppare le trame dei giochi,
d’altronde biotecnologie, innesti bionici e incrementatori
di prestazione sono talmente in voga in questi anni da
rendere inevitabile la loro presenza. Nella fortunata saga
horror di Resident Evil una grossa casa farmaceutica,
la Umbrella Corporation, conducendo esperimenti
genetici per creare i soldati perfetti diffonde un virus
letale che scatena un’orda di creature ibride e zombi;
il destino del mondo è nelle mani del protagonista,
costretto a combattere contro questi nemici quasi
transumani. In Anarchy Online i transumani siamo
noi: ci possiamo potenziare con innesti sottocutanei,
nano-teconologie e poteri psichici. Ambientato in un
mondo cyberpunk chiamato Rubi-Ka, questo MMORPG
sci-fi sfrutta scenari alla Philip Dick anziché riproporre
la solita ambientazione fantasy, un regalo agli amanti
di Blade Runner. In Deus Ex 2 vestiamo i panni di Alex
Denton, agente che combatte il terrorismo con armi e
impianti genetici, i Bio-Mod, che posti in certe parti del
corpo aumentano le sue prestazioni e gli permettono di
fronteggiare ogni tipo di situazione. Per ora questi sono
solo giochi, ma un domani tutti noi potremo compiere
azioni inimmaginabili con un chip nascosto sotto la pelle.
14 di caterina gonnelli
onde bazar 10 2004
[email protected]
orizzonti di Hot Bird
esotico: gli
Voglia di vacanze
rientro” di cui tutti parlano
è stato traumatico? Inutile nascondersi dietro la “sindrome da
foto www.oltremara.com
Il ritorno dalle
a della
bre e ottobre. Non rimane che buttarsi nel marasm
e che immancabile, ogni anno si ripresenta tra settem
i canali in chiaro
si
numero
più
Sempre
ferie.
ere
conosc
non
pare
ista,
general
tv satellitare, che, a dispetto della tv
nel nostro Paese esistono più di tre milioni di parabole
e a pagamento orientali, soprattutto se consideriamoache
nto, che in teoria dovrebbero garantire una certa
pagame
quelli
su
o
trerem
adibite alla loro ricezione. Ci concen
nte numero di Bazar, le risate nei programmi
precede
un
in
ato
accenn
qualità dei programmi anche se, come
Sono 4 i bouquet asiatici a pagamento:
ammi”.
“melodr
mitici
ai
grazie
utto
“free”certo non mancano, sopratt
Hot Bird. Zee Tv è affiancato dalla
satellite
dal
ssi
trasme
k
Networ
Asia
Zee Tv, Ary Digital, Pehla e Dish
merito è di Bollywood, l’instancabile
Il
issimi.
musicat
e
issimi
colorat
film
la
rete tematica Zee Cinema che snoccio
nel numero di pellicole prodotte. In
od
Hollywo
o
superat
ente
ampiam
tempo
macchina cinematografica che ha da
nista è la comunità indiana
protago
dove
,
Punjabi
Alpha
ETC
t,
bouque
stesso
arrivo anche un terzo canale nello
al successo della canzone
grazie
tale
occiden
pubblico
al
nota
regione
i,
di lingua panjabi e i suoi bellissimi turbant
è il bouquet formato da
Pehla
to.
ascolta
e
ballato
o
abbiam
tutti
vita
nella
“Panjabi Music”che almeno una volta
alle discipline sportive
o
dedicat
Sport
ten
e
Tv
Geo
Tv,
Sony
quali
i
tra
numerosissimi canali ben confezionati
news dell’ultima ora.
delle
amanti
gli
per
n
Televisio
Dehli
New
capitale
dalla
asiatiche e al cricket e direttamente
k, con sei canali
Networ
Dish
Dan
mentre
sportiva
ne
vocazio
con
urdu
lingua
in
Ary Digital è invece il primo canale
nto. Se gli
ttenime
all’intra
fino
cinema
al
sport
dallo
,
mazione
all’infor
musica
in lingua tamil e cingalese spazia dalla
aumentano ogni
canali
questi
a
no
abbona
si
che
esh
Banglad
del
e
i
cingales
immigrati nepalesi, pakistani, indiani,
sono certo da meno.
anno, gli italiani, affascinati dalla cultura e dai costumi indiani, non
LA TELE LA
FACCIO IO
Le tv esotiche in lingua panjabi e cingalese ci seducono con
colori e suoni. E su Music Box la musica la decidiamo noi, come
un vecchio juke box. Mentre i lettori incalliti si ritrovano su
Cult. A ciascuno la sua tele.
Music Box Italia: il juke box del
nuovo millennio
Per chi si sente un po’ Zorro e vuole lasciare la propria
firma o semplicemente ama l’interattività ecco un canale
che fa per voi: Music Box Italia, da tempo diffuso in
Europa soprattutto dell’Est, in India e in Israele e ora
approdato nel nostro Paese. Si tratta di un nuovo canale
satellitare di intrattenimento visibile in chiaro e sullo Sky
Box al numero 821, che 24 ore su 24, trasmette videoclip
scelti in tempo reale dai telespettatori. Veloce, diretto,
è l’erede del vecchio juke box dei nostri genitori: al posto
della monetina un sms o una telefonatina, e nell’arco di un
minuto si accede al proprio videoclip preferito scelto da
una lista perennemente visibile sullo schermo. Attraverso
la selezione del videoclip ognuno diventa protagonista e
responsabile del successo di un cantante che nel giro di
poco tempo può salire in vetta alla classifica dei brani e
relativi video più scelti oppure precipitare agli ultimi posti.
L’archivio di Music Box possiede attualmente oltre 20.000
videoclip e contiene brani in oltre 15 lingue e generi.
Niente presentatori, niente pubblicità ma solo tanta,
tanta musica. Vi pare poco?
Leggere in tv: “Cult” e il
magico mondo dei libri
Le nuove generazioni non leggono, non
approfondiscono, divorano notizie senza ricordare,
consumano e gettano: a sentire sociologi e
intellettuali il caro vecchio libro, fatto di carta e
inchiostro, rischia l’estinzione. Tutta colpa della
tv, dicono, e in buona parte di internet. E invece,
proprio dal mondo dello schermo, arriva la smentita:
Cult Network Italia dedica uno spazio a libri,
scrittori, editori e personalità di rilievo della cultura
italiana e internazionale per soddisfare curiosità e
sete di sapere che la tv in chiaro sembra ignorare.
Una finestra sulla contemporaneità che individua gli
scrittori di oggi come i narratori del nostro tempo.
E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare!
[email protected]
bazar 10 2004
sintonie di giulia baldi 15
Tutti giù dal letto!
Comincia alle 7 del mattino una
delle trasmissioni radiofoniche
più energiche del momento. Per
curiosare con ironia tra fatti e
misfatti. A sera invece ci si rilassa
tra arte e lounge music.
Platinissima
www.deejay.it
La mattina presto siamo tutti ancora assonnati, troppo pigri e poco
lucidi. Tutti tranne Platinette! Avete mai provato a sintonizzarvi su
Radio Deejay dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9? Sarete trascinati
giù dal letto dall’energia della bionda più amata d’Italia, e dalla sua
capacità di informare e destare le coscienze con allegria e ironia.
“Platinissima” infatti è una trasmissione dal taglio giornalistico.
Notizie, approfondimenti, interviste e l’immancabile parere del
pubblico sono alla base di questo programma in equilibrio tra
attualità e varietà, durante il quale si smascherano tutte le cattive
abitudini degli Italiani, a partire dalla peggiore e più diffusa: “si fa
ma non si dice”. Chi vuole partecipare attivamente a Platinissima
può farlo mandando il proprio contributo con una e-mail all’indirizzo
[email protected]. Giù dal letto!!!
Generazione Cockta
il
www.rai.it
Gli amanti dei trend più bizz
arri si saranno certo acc
sono tornate di grande attu
alità, riproposte tout cou orti che negli ultimi anni
musiche anni ‘ 50 e ‘ 60
rt o remixate, alcune
lega
te ai riti del cocktail. Si asc
spesso al cinema, in tele
oltano sempre più
che rivelano uno spiccatovisione e naturalmente alla radio. Sono musiche
fanno parte di colonne songusto per le atmosfere esotiche, e che spesso
lounge, attorno a cui è sort ore di film e telefilm di culto. E’ parte del feno
sono difficilmente reperibil o un vero e proprio movimento. I dischi, peròmeno
qualche anno ricercatissimi sul mercato. Ma il mondo è pieno di sorprese,
leastening, incluse canzon e selezioni di lounge, exotica, kitch groovin’ ed: da
Radio Rai. La trasmission i strane e incredibili, si possono ascoltare anc easy
he su
da Francesco Adinolfi, critie si chiama Ultrasuoni Cocktail, ed è ideata e con
musicali di Alias, il settima co musicale e responsabile di Ultrasuoni (le pag dotta
nale
ine
culturale del Manifest
esperti dell’argomento: è
anche l’autore di “Mondo o), nonché uno dei massimi
e manie della Generazione
Exo
tica
Suo
ni, visioni
Cocktail”, libro uscito per
la storia e ricostruisce la
Einaudi che ripercor
musica, del cinema e delltrama della lounge culture nei diversi ambiti dell re
a
a
lette
ratura. La sua infinita pas
preparazione, e la simpati
sione, l’impareggiabile
un programma cult per ca conduzione fanno di Ultrasuoni Cocktail
da ascoltare in pieno relagli amanti del genere, ma anche un programma
intramontabili atmosfere, x solo per gustare un po’ di quelle affascinanti
consumato…) anziché dalseppure dal nostro divano (comodo ma ormai e
un po’
Ultrasuoni Cocktail. Rad bordo di una piscina hollywoodiana.
io 2 Rai. Ogni sera, dal lune
20.00.
dì al venerdì, dalle 19.30
alle
Con Francesco Adinolfi.
A cura di Federica Trippan
era. Regia di Luca Cucche
tti.
Invito all’arte e urb
an
s
to
r
ie
s
www.radio24.it
Una interessante e
Sole 24Ore è dedica
onda ogni sabato dalta all’arte. E’ “Invito all’arte”, condo utile trasmissione di Radio24-Il
tta da Adriana Fracch
le
20.
30
alle 21.00, e sul sito
file audio delle tras
ia. Va in
della
all’arte” si possonomissioni passate, archiviati in ordine radio è anche possibile trovare i
cro
approfondimenti critavere tante informazioni sugli appunt nologico. Ascoltando “Invito
culturali in qualche ici, curiosità e anticipazioni su mostreamenti d’arte in corso, ma anche
anche da musei e modo connesse al mondo dell’arte. ed esposizioni future e iniziative
e degli artisti. Una sedi espositive internazionali. In sintesNon mancano, poi, notizie utili
finestra che inevita
dal design all’archite
bilmente si apre anci una finestra sul mondo dell’arte
Ha avuto in qualche ttura. Insomma, ciò che di più bello he sul mondo delle arti applicate,
mo
do
a
che
fare con l’architettura ci circonda.
storia e l’attualità del
e
in onda tutta l’estate le grandi città, un’altra trasmissione l’urbanistica, o meglio, con la
di Radio24-Il Sole 24O
della radio, ma solo . Anche in questo caso le puntate pas
re andata
fino
sate son
alla
prima settimana di
storie dalle città”. Ide
questo mese. Il titoo disponibili sul sito
ata
con
inte
lo era”Urban. Eventi
lligenza da Alessand
sensibilità, ha affront
e
ro
canzoni”, “le città delato temi come “le città alla moda”, Agostinelli e da lui condotta con
mobilità cittadina”. divertimento”; ma anche “Le città “le città universitarie”, “I luoghi delle
e il Medioevo, “I cen
ascoltatori/cittadini Agostinelli ci ha raccontato di aver risc
tri storici”, “La
concreti e raccontanverso programmi che discutono app ontrato il profondo interesse degli
rofo
o
in
nd
ma
itam
nie
ent
ra
e
diff
di
usa
Perciò, speriamo che
tem
la trasmissione primciò che ci sta intorno. Siamo certi chei e problemi
a o poi riprenda.
è così.
16 di carla romana antolini
scene bazar 10 2004
[email protected]
Attori immobili in scene vuote
Nel tempo dell’abbondanza (di immagini e notiz Massimiliano
Civica propone la sottrazione. Su un palco spoglie)
io i protagonisti
sono il racconto e l’immaginazione dello spettatore
.
In un oggi che abbonda di immagini e notizie, che sovrabbonda di
sensazionale e di cose “da non perdere”, si ama molto un lavoro che
sulla sottrazione di enfasi, immagini ed emozioni provocate da sovrappo
gioca
uomini recitano tre testi del teatro del terrore di fine ottocento, tre storiesizioni di diversi linguaggi. Nel “Grand Gugniol” di Massimiliano Civica quattro
che
hanno
come
protagon
iste
delle
donne. Qui il teatro è presente
immaginare ciò che non c’è. Lo spettatore deve vedere con la mente
delle donne, quando in scena ci sono solo uomini, deve ricostruire per farci
e deve vivere personalissime emozioni, perché gli attori non ci concedo
delle storie
no
nulla
se
non
il
piacere
del
racconto. Anche le braccia degli attori sono
spesso conserte o poste dietro la schiena, mentre la scena è completa
mente
vuota.
In
un
oggi
dove
è
protagon
ista la fretta, il pensiero in movimento, la
trasversalità e la multimedialità, Massimiliano Civica ci comunica il desiderio
pure nel loro bisogno di amore o di odio. Lo spettatore diviene protagon di essenzialità e di immobilità, di storie chiare e di psicologie non contorte,
ista
e
rivive
le
storie
di
donne
che cercano una qualità alta della vita, che
chiedono ai loro uomini un’attenzione ai dettagli dello stare insieme.
conosciuto un uomo che le fa battere il cuore e proprio quella vecchiaNe “L’artiglio” una donna ha sposato un despota che non la lascia vivere, ha già
casa
decrepita
abitata
dal
marito
e
dal suocero la porterà alla liberazione. Una
scala fradicia della cantina sarà fatale per il marito, e se anche la donna
carcerata farà di tutto per essere dopo molto tempo abbracciata da lo sapeva, lo fa scendere per avvicinarsi alla liberazione. In “Passa la ronda” una
una
guardia
carcerari
a,
ma
questa,
di
fronte alla paura di essere punita,
ucciderla. Ne “Il ritorno” il gioco del dover immaginare si raddoppia.
Infatti una donna che ha perso il marito giovane lo attende ogni sera finirà per
non sia mai morto. Da ormai dieci anni al castello si replica la farsa dell’attes
e finge che
o
ritorno
con
la
complici
tà
di
alcuni
amici che pensano così di dare sollievo
al dolore della donna, ma anno dopo anno i complici diminuiscono,
stanchi,
spaventa
ti
o
morti.
Gli
attori
che
raccontano le storie dando vita a immobili
dialoghi sono i bravi Andrea Cosentino, Mirko Feliziani, Antonio Taglierini
I testi utilizzati fanno parte del fondo “Sainati” della Biblioteca Nazional e Daniele Timpano.
e
Burcardo
di
Roma,
e
sono
gli
originali copioni manoscritti utilizzati dalla
Compagnia Sainati, unica compagnia italiana di Grand Guignol operante
in Italia agli inizi del ‘900.
Compagnia Civica-Cosentino-Feliziani-Tagliarini-Timpano
Grand Guignol di Massimiliano Civica, con Andrea Cosentino, Mirko
Pontedera (Pi). Generazione Pontedera Festival. Fondazione PontederFeliziani, Antonio Tagliarini, Daniele Timpano
a Teatro, Via Manzoni 22. 7 ottobre. Tel. 058755720
Chicche dal RomaeuropaFestival
Al festival Romaeuropa il nuovo spetta
colo di Emma Dante,
la giovane regista siciliana che si è rapid
amente affermata
nella scena nazionale con MPalermu e
Carnezzeria prima e
Medea poi, interpretata da Iaia Forte. Qui,
in questo Vita mia
la giovane regista torna a lavorare con il
suo gruppo di giovani
attori siciliani. Una madre guarda con occhi
dolci e tristi i tre
figli che ha di fronte insegnandogli che
prezioso. Ma anche la vita fugge, e non la vita è il bene più
restare e chi deve invece partire. La vitasi sa bene a chi è dato
un letto e qui diviene centrale il disperatoè una corsa intorno a
il più possibile questo ultimo giro prima tentativo di ritardare
della morte. Tra i figli
interpretati da Enzo Di Michele, Giacomo
Piazza chi sarà il prescelto? Anche la madr Guarnieri e Alessio
non ha alcun potere. Tutto è immobile: e (Ersilia Lombardo)
conforto e rimorsi, e anche quell’ultimogesti, ricordi, parole di
respiro di pulsazione
del cuore che si ripete all’infinito.
Vita mia. Testo e regia di Emma Dante,
con Enzo di Michele,
Giacomo Guarneri, Ersilia Lombardo, Aless
Roma. Romaeuropa Festival. Villa Mediio Piazza.
dei Monti, 1. Dal 27 al 31 ottob ci. piazza Trinità
re. Tel. 800795525
– www.romaeuropa.net
Contro il pregiudizio
in giardino zen l’autore e regista sino-americano Ping
Su un palcoscenico trasformato
Chong sa mostrarci la diversità come una ricchezza cui non dobbiamo né possiamo
rinunciare. “Undesirable elements” è definito uno spettacolo stimolante e coraggioso che
propone un interessante contraddittorio sul tema dell’immigrazione che ribalta pregiudizi
e stereotipi di cui spesso neanche ci accorgiamo. Il noto regista teatrale, coreografo e
creatore di video e installazioni è in scena con una statunitense del midwest e una del
sud, un’iraniana e una libanese. Le storie personali di questi emigranti si intrecciano e
si confondono, e dal confronto scaturisce una sorprendente condivisione di valori e
percorsi, una nuova disposizione all’ascolto e alla comprensione reciproca.
In inglese con sottotitoli in italiano, lo spettacolo in prima nazionale incuriosisce perché
l’ideatore è stato a lungo uno dei principali interpreti di Meredith Monk e perché il tema
del pregiudizio è ancora da denunciare con tutta la forza dell’arte.
Undesirable elements di Ping Chong e Talvin Wilks, con Ping Chong, Angel Gardner,
Leyla Modirzadeh, Tania Salmen e Tek Tomlinson.
Roma. Romaeuropa Festival. Teatro Palladium Università Roma Tre. piazza Bartolomeo
Roman 8. Dal 15 al 17 ottobre, ore 21.00. Info 800 795525. www.romaeuropa.net
Sempre al Romaeuropa Festival i Motu
performance video ispirata a Pier Paolo s presentano una
Pasolini. Scegliendo
la prospettiva di un’auto da corsa, i Motu
un tragitto spaziale e ideale nell’immagin s hanno inventato
ripercorrere l’universo percettivo marg e in movimento per
la visione e l’opera di Pasolini. Il grupp inale che ha segnato
o riminese si sofferma
su strade di passaggio, zone di accumulo
rifiuti materiali e umani che la città tenta e d’abbandono dei
rimangono nella sua orbita, incubi estran di espellere ma che
Schema di Viaggio si percorrono le terre ei eppur familiari. In
Paese fa finta di non vedere, deserti custodi nessuno che il Bel
e post-industriali, nuove periferie che tutti diti da mostri edilizi
più notare, facilmente rimosse da perce attraversiamo senza
Schema di Viaggio. Performance video zione e coscienza.
di Enrico Casagrande
e Daniela Nicolò.
Roma. Romaeuropa Festival. Teatro
Bartolomeo Romano 8. 30 e 31 ottob Palladium. piazza
re. Tel. 800795525
– www.romaeuropa.net
[email protected]
bazar 10 2004
scene di carla romana antolini 17
Phaedra’s
love: dolore e
desiderio
Una tragedia sanguinolenta
sulle note dei Massive Attack
Come per sfondamento le azioni si avvicinano sempre
di
più al pubblico ineluttabilmente partecipe al gioco
attori che palesano l’artificio di relazioni tra i protagodegli
nisti,
tra sopraffazione e ambiguità. In una scatola bianca
Fabrizio Arcuri mette in scena il Phaedra’s love di Sarah
Kane, autrice che ci ha lasciato pochi testi che indagan
le ineluttabili voragini del dolore e del desiderio. o
In
quest’operazione, dove il testo è rispettato integralmente
colpisce la capacità del regista della romana Accade ,
mia
degli Artefatti, che si confronta con un testo e con nuovi
attori (i Numeriprimi di Parma), di riuscire a rimand
la ricerca espressiva e linguistica del testo inglese are
immaginari complessi e ricercati che guardano con
tragedia senechiana come al grand guignol, ma anche alla
ben nota necessità di sangue e violenza che apparti alla
all’oggi. Ippolito, (ben interpretato da Fabrizio Croci,ene
tutta la fiacca e la non curanza di chi rimane a guardare in
che gli succede intorno) apre lo spettacolo tra pacche ciò
tti di
patatine, giochi elettronici, televisione e una masturbazion
consumata con noia in un calzino usato. Potentementee
fragile è Fedra che mostra da subito il suo insano amore
per
il figliastro, rivelato dalla luminosità dei sorrisi della brava
Simonetta Checchia. In un imponente abito elisabettiano
è
debole, quasi psicopatica, non smette mai di tormen
tarsi i
capelli arricciandoseli e non si interessa della figlia Strofe
non quando il rapporto diviene la contesa delle attenzi se
oni
di Ippolito. Tutti i personaggi sono pronti a dare consigl
i
su come agire e come vivere. Anche il medico (Anton
luigi
Gozzi) che visita Ippolito più che fare una diagno
catturato nel suo ruolo di sapiente da guanti antisett si,
e borsa professionale, vomita giudizi. Strofe (France ici
Zagaglia come una modella di Vanessa Beecroft) incitasca
la
madre a lasciar stare Ippolito, e il prete (lo stesso Gozzi)
andando a trovare il giovane già incarcerato per
pentire, preferirà assaggiare il suo sesso, sottomettendofarlo
suo potere più che al peccato contro la religione. E persi al
rapido sorriso con una leggerezza da fiction si manife un
le tragiche conseguenze dei moralismi di ieri e di oggi.stano
Pareti bianche cadono dall’alto restringendo lo spazio
scenico tra musiche dei Massive Attack e Nick Cave,
mentre la tragedia si consuma nella morte di tutti
i
protagonisti. Si impicca Fedra, dopo aver palesato il
desiderio verso Ippolito in un rapporto orale. E solo suo
arriva la prima emozione di Ippolito che annuncia “ce qui
volevano di momenti così”. Finisce a ridosso del pubblicne
o
la scena in cui la tragedia diviene più sanguinolenta,
dove
Teseo (Rocco Antonio Bucarello) uccide entrambi i figli
e
si recide la gola con una lametta che sparge sangue
molte bambole, cadute dall’alto, con cui il re attuatra le
una
fisicissima battaglia.
Phaedra’s Love di Sarah Kane. Con Simonetta Checch
ia,
Fabrizio Croci, Antonluigi Gozzi, Francesca Zagaglia. Regia
di Fabrizio Arcuri
Bologna. Cassero. Via Don Minzoni 18. 3 e 4 ottobre
. Tel.
0516494416
Per scoprire ancora i monumenti di Roma
Purtroppo solo fino al 2 ottobre per il romano Festival Esplor/Azioni,
Costa, sulle Terrazze dei Mercati di Traiano, Iaia Forte darà vita diretto da Gioia
a una delle voci
emblematiche di Roma: la scrittrice Elsa Morante. Ogni creazione proposta
dal festival
è infatti legata a Roma. Ogni appuntamento permette di “esplorar
la guida degli attori, all’interno di un evento unico, costruito per la e” un luogo con
rassegna. Esplor/
azioni risponde inoltre a una volontà del teatro contemporaneo: cercare
nuovi modi del racconto teatrale. E’ la risposta a un desiderio degli artisti, in altri spazi
dall’assenza di confini fra loro, l’opera e il pubblico. In questa quinta suggestionati
edizione gli
artisti restituiranno vita a personaggi del passato che, in forme diverse,
luogo scelto per la rappresentazione, aprendosi alle parole e all’anima hanno abitato il
di grandi figure
dell’arte e della letteratura. Attraverso schegge della “Storia” Iaia Forte
ricostruirà la
visione che ella aveva della città eterna. Nelle pagine della Morante,
le passeggiate di
Ida nel ghetto, veder Roma con gli occhi di un tenente tedesco, o, ancora,
ammirare in
una folata di vento Piazza del Popolo, Piazza Venezia, Via Veneto, il
Navona, San Pietro, sono l’occasione per scoprire una seconda città Gianicolo, Piazza
dentro la prima e
ammirare con nuovo sguardo le strade, le piazze, le proporzioni e i colori
di pietre che
richiamano alla loro ombra il mondo intero.
Iaia Forte – Elsa Morante
Roma. Esplor/azioni. Terrazze dei Mercati di Traiano, via IV Novemb
re 94. Fino al 2
ottobre. Tel. 0677591443
18 di carla romana antolini
scene bazar 10 2004
[email protected]
Crown of Creation
Tempus et corpus
riosa
La quotidianità del vivere, il tempo che fugge, la misteire
dei
scand
lo
e
orità
interi
a
nostr
inconciliabilità tra la
della
ento
letam
comp
e
sublim
,
minuti. E poi il corpo
creazione. Tra danze e nuove tecnologie video.
Il teatro è uno strumento sensibile con
cui prendere atto di trasformazioni che
avvengono nel tessuto sociale. Succede
a Torino fino al 7 ottobre con la rassegna
La via del mito - dall’India all’Europa. A dare
corpo e voce al mito, a interpretarlo con
modalità e discipline differenti, sono tre
spettacoli appositamente creati per l’Espace.
A ottobre Raphael Bianco, coreografo
e danzatore di origine indiana, firma le
coreografie di Crown of creation (dal 3 al
7 ottobre), spettacolo in prima assoluta
che esplora l’idea indiana del corpo come
momento finale e assoluto della creazione,
intrecciando la danza alle nuove tecnologie
video. Crown of creation è la definizione
che il filosofo indiano Sree Aurobindo
dà del corpo umano, ovvero corona,
completamento sublime della creazione.
A differenza della visione occidentale
giudaico-cristiana, il corpo in India è
concepito ancora oggi (almeno per gli indù)
come veicolo privilegiato per raggiungere
il trascendente ed entrare in contatto con
l’essenza più segreta dell’universo. E’ da
questa dimensione corporea che Bianco
affronta il tema della rassegna La via del Mito
– dall’India all’Europa, evitando di portare in
scena folcloristicamente danze indiane e
costumi, tanto meno musiche tradizionali,
che spesso non si prestano a un lavoro
contemporaneo, poiché troppo vincolanti
e legate a manifestazioni tradizionali del
costume e della religione indù.
Bianco lavora, dunque, su corpo, mito e
violenza. E se mentre per il corpo e per
la violenza il discorso è apparentemente
più semplice, poiché sono presenti oggi
come nell’antichità, il mito o meglio una
meditazione sul mito e la poesia in tutte le
sue forme diviene il nucleo più interessante
di questo progetto.
La via del Mito – dall’India all’Europa.
Espace. Via Mantova 38, Torino. Fino al 7
ottobre. Tel. 0112386067
Danza und Tanz
italiana e la danza tedesca ad ottobre sarà al Teatro del Campo
Il festival Danza und Tanz che mette da cinque anni a confronto la danza e la danza, dopo aver abitato a Roma il Teatro Vascello e il Furio
teatro
il
per
Barbarico, nuovo spazio nato da un edilizia postindustriale pensato
serata “Beziehungsweise” per due danzatori e “Ueber die Bewegung”
Camillo. Qui il 4 e 5 ottobre il gruppo berlinese Blicke propone nella stessa Tanztheather l’antica arte del movimento giapponese Kinomichi. I
del
e
tradizion
alla
unisce
che
gruppo
un
è
Blicke
un assolo in prima nazionale.
attraverso un teatro fatto di piccole storie che s’intrecciano nel
temi ricorrenti delle loro ultime creazioni affrontano la quotidianità del vivere
che organizzano la rassegna. Travirovesce con Memoria Zero
romane
ie
compagn
contesto coreografico. Nello stesso spazio a seguire anche le due
interrogano sui significati della parola stile. In circostanze speciali
si
che
propongono in prima assoluta Appuntamenti in Nero, indagini di musica e danzastili, determinato dalle scelte quasi imposte dal frastagliamento e dalla
altri
gli
tutti
di
e
negazion
e
somma
cibile,
irriconos
(l’oggi) si formerà uno stile
Come liberarsi dei fili per diventare elettrici”; “ZUPPILIA - Come
poliedricità della realtà contemporanea. Sono tre appuntamenti : “O’WATT -forma scomposta di quattro danze concrete”. I Sistemi Dinamici
in
izione
crescere in altezza ignorando l’acustica” ; “VIBRASLAP - Compos
il corpo rimane il luogo di attraversamento e sconfinamento per
Altamente Instabili propongono Tonine, dove in quattro diversi paesaggi
particolari ossessioni; corpi soggetti alla mobilità precaria cui li
proprie
delle
spazio
lo
abitano
corpi
Quattro
reale.
nario
popolare di visioni l’immagi
ab, sostiene gli ambienti abitati dalla danza, interviene
Surya.L
dei
originale
a
elettronic
partitura
La
spinge una naturale condizione di spaesamento.
esperienza viva. Le immagini in movimento di Riot
aperta,
amente
dichiarat
fia
sull’aleatorietà strutturale che rimane una scelta, per una coreogra
corpo del senso di appartenenza, per abbandonarlo,
il
anche
privano
generation video, raccolgono i corpi, costruiscono l’ambiente della danza ma
e.
autonom
visioni
di
fatto
solitario
ambiente
un
di
perso nelle logiche emotive
Dal 4 ottobre al 9 ottobre ore 21,30 Tel. 0697616026
Danza und Tanz, Teatro del Campo Barbarico. Via Anicio Paolino, 27 Roma.
Tempus fugit
Dal Festival D’Avignone arriva a Roma con Il Romaeuropa Festival anche Tempus fugit di Sidi Larbi Cherkaoui. Il
tempo è, come dimostra il titolo, il tema principale del nuovo lavoro del regista e coreografo marocchino che si è rivelato
lo scorso anno al pubblico romano con Foi. Qual è il nostro rapporto con il tempo? Ogni cultura interpreta e concepisce
questo dimensione apparentemente universale in modo diverso. Cherkaoui, partendo dalla sua personale esperienza di
confine fra due civiltà distanti (è belga ma di origini marocchine), ci racconta come l’esperienza temporale partecipi della
nostra concezione del mondo. Dieci danzatori in scena ci rivelano un misterioso orologio a volte dissonante e inconciliabile
con una realtà interiore che ci fa apparire estranea e irriducibile. Sidi Larbi Cherkaoui e i danzatori de Les Ballets C. de la
B. utilizzano i loro corpi come un nuovo strumento per conoscere il tempo: un tempo che vive sempre diacronicamente,
scandito da ripetizioni, misure ed emozioni che definiscono la sua forma e lo trasformano in ricordo di attimi perduti.
Tempus Fugit. Ideazione regia e coreografia di Sidi Larbi Cherkaoui. Romaeuropa festival. Teatro Argentina. largo di Torre
Argentina 1, Roma. Dal 7 al 10 ottobre. Tel. 800795525 – www.romaeuropa.net
[email protected]
bazar 10 2004
scene.salmoni di enrico lo verso 19
Quando si dice grazie
Riconoscere un maestro, un amico, una guida, un com
pagno.
E sapergli dire grazie per quanto ci ha rega
lato.
Cara Eugenia,
la voglia di ricordare, l’amore per un Maestro, un amico, un
ai Giardini della Filarmonica. Non conoscevo (lo ammetto) compagno è stata la molla di uno spettacolo a Roma,
teatro pensando di vedere qualcos’altro. Credevo che avrei Pino Passalacqua. Come al solito sono andato a
in sostegno del CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) cheassistito a una serata di favole per bambini lette da attori
patrocinava la manifestazione. Ma la maggior parte di
coloro che erano lì testimoniavano l’amicizia, l’affetto, la ricono
scenza a una di quelle, sempre più rare, persone in
grado di dare tanto a chi gli sta vicino. Senza fare clamore,
strepiti
insegnante di recitazione. Sono sempre tante e diverse le ragion , senza sopraffare, prevaricare. Uno scrittore, regista,
i che spingono a salire su un palcoscenico. Qualcuno,
quella sera, sarà anche salito in cerca della ennesima passere
sembrato di vedere negli artisti che lo hanno ricord lla e occasione di essere notato. Ma quello che mi è
di riconoscere un maestro. Credo che la forza più grande ato era l’orgoglio di definirsi allievi. Il piacere e l’umiltà
suoi allievi di Accademia (Nazionale d’Arte Drammatica) quando sei su quelle tavole provenga dall’umiltà. Alcuni dei
hanno letto una cosa molto bella, scritta da loro, sul senso
e il modo di stare in scena. Iniziava con un fortissimo NOI.
dell’ IO. L’importanza di passarsi la palla. Probabilmente da Affermavano l’importanza del Noi contro l’egemonia
Lo spettacolo, più che una performance era una piacevole queste idee derivava la loro forza e serenità sulla scena.
ovviamente pezzi recitati da artisti che erano stati vicino a serata tra amici con canzoni, musiche, filmati, danza e
Stasio, Rigillo, Sofia Ricci, e tanti altri. E abbiamo riso conPino Passalacqua. Abbiamo visto Rubini, Diberti, Di
Franca Valeri, che con il suo stile inconfondibile (tra parentgli aneddoti e l’improbabile romanesco di Gregoretti e con
esi: è la più citata nelle scuole di recitazione) ha riportato
l’attenzione sull’infanzia.
Caro Enrico,
ancora grazie delle tue parole, rendono me e il giornale su
cui scriviamo più ricco. Di quello che racconti più di tutti
mi tocca il tuo sguardo amoroso sul sentimento della gratitu
dine. Anche per me la gratitudine è un sentimento
importante. Oltre che utile. Mi pare un modo profondo di
è piaciuta o ci ha giovato, un modo per farla rivivere sempretrattenere dentro di sé un’esperienza che ci è servita, ci
. Forse è proprio attraverso la gratitudine che si diventa
completamente eredi delle cose, padroni e custodi di un qualco
vicende. Credo anch’io come te che il NOI sia più forte dell’IOsa che poteva esaurirsi e invece si traduce in nuove
perché l’unione fa la forza e in squadra si possono compensare . Ma non in un senso morale o gerarchico, piuttosto
tante singolari mancanze. Credo che saper dire
“grazie” è prima di tutto un atto di intelligenza e di senso
storico: è la capacità di comprendere che mantenere in piedi
un archivio di conoscenze ed esperienze ci rende più ricchi
e meno soli. E’ un po’ come preferire la generosità al
narcisismo. Ha senso!
[email protected]
bazar 10 2004
suoni.recensioni di fabio murru 21
ali
sic
mu
ni
zio
ra
plo
Es
si mette nuovamente in gioco percorrendo i
che
Sono quelle proposte da Bjork,
esplorazioni di Keith Jarrett sui tasti del
sentieri impervi della vocalità. Ma anche le
oggi più innovative che mai.
suo piano e quelle di alcune star del blues anni ’70,
Suoni per ogni tempo.
Muddy Waters/dvd
Keith Jarrett
The Out Of Towners
Ecm Records
Nell’estate del 2001 al Teatro
dell’Opera di Monaco si esibisce sul
palcoscenico un trio da leggenda. 20
anni di attività insieme e di continua
esplorazione musicale nel mondo del
jazz, creatività e classicità jazzistica
al servizio dell’arte. Lo straordinario
trio in questione, composto dal leader
Keith Jarrett al piano, Gary Peacock
al basso e Jack DeJohnette alla
batteria, decide solo ora di pubblicare
quel concerto di 3 anni fa. Un disco
eccellente per una performance di
primo piano in cui va segnalata prima
di tutto la strepitosa versione di I Love
You eseguita in assolo al piano da
Jarrett e poi la vibrante e bellissima
versione blues lunga ben 18 minuti
di The Out Of Towners che dà anche
il titolo al disco. Il concerto continua
alternando pagine di storia del jazz
tra l’antico e il moderno e finisce con
una straordinaria interpretazione di
It’s All In The Game suonata in assolo
da Jarrett, cosa che non faceva da
molto tempo, e che lascia senza fiato
per intensità e dolcezza di suono.
Ennesimo capolavoro intimista del
genio di Jarrett e nuova conferma,
se mai ce ne fosse ancora bisogno,
dell’alchimia perfetta che regna tra i
tre artisti.
Bjork
Medulla
Universal
Gemiti, lamenti, dolore, sofferenza, piacere.
L’animo umano scandagliato in lungo e largo.
Bjork ci offre quanto ha di più intimo, il suo
midollo e tutto quello che vi è dentro. Da qui,
dal midollo, nasce anche il titolo del quinto
album solista dell’artista islandese, Medulla.
Difficile parlare di questo nuovo lavoro di
Bjork che abbandona quasi completamente
il pop sperimentale e alieno di Homogenic
e Vespertine, i suoi consueti arrangiamenti
elettronici, mettendosi in gioco ancora una
volta senza compromessi, con un coraggio e
una sensibilità senza pari, fuori dalle
mode e dal suo passato, donandoci
un lavoro ostico e duro. Cori di
ispirazione classica, parti vocali in
islandese drum machine viventi e
la voce protagonista assoluta che
invade lo spazio della ritmica e della
melodia aprendo nuovi orizzonti,
lasciandoci spesso senza fiato,
come nel brano capolavoro di
assoluta bellezza Oceania. Una
personalità unica, vero patrimonio
della scena musicale, Bjork
sceglie con cura anche i suoi
compagni di viaggio: Mike Patton,
Robert Wyatt e la straordinaria
Tagaq per portarci con lei in un
viaggio destinato a chi sa aprirsi
con abbandono totale a nuove
esperienze musicali.
Messin’ With the Blues
BMG
Da vedere e ascoltare tutto d’un fiato il dvd
che registra uno dei momenti magici della
musica blues durante il fantastico conce
rto
che si tenne nell’ormai lontano 28 giugn
o
del 1974 presso il Montreux Jazz Festival
in Svizzera. Un concerto leggendario per
gli amanti del blues, che qui videro esibir
si
alcune delle più brillanti stelle del panorama
blues di Chicago di quei tempi: Muddy
Waters, blues man considerato da molti
tra
i più influenti del secolo scorso, Buddy Guy,
straordinario interprete di blues elettrico
e
incredibile cantante soul nonché vero istrion
del palco, e l’eccezionale interprete blues e
Junior Wells. Ad arricchire la spettacolari
dell’evento anche il basso di Bill Wyman,tà
il pianoforte di Pinetop Perkins, la batteria
di Dallas Taylor e la chitarra di Terry Taylo
Immagini di un’epoca lontana per una r.
musica senza tempo suonata da alcuni dei
suoi figli più sensibili in un crescendo che
emoziona. Una preziosità da custodire con
cura.
Fabio Caucino
Immagini da sopra il cielo
R & G Zedde
iera di autore
Dopo una lunga e brillante carr la piemontese
e interprete nell’area della scuo
icista di qualità,
e ligure di chansonnier e mus gruppo degli
gia fondatore dell’interessantepubblico la
Animanegra, arriva al grande la pubblicazione
musica di Fabio Caucino con il Cielo. Il Caucio,
dell’album Immagini Da Sopra chiamare
questo il nome con cui ama farsiinteressante
il cantautore, realizza un album
che ricorda il
e melodicamente molto bello
come alcune
Paolo Conte prima maniera cosi
la. Caucino si
atmosfere alla Vinicio Caposse le musiche del
occupa di scrivere sia i testi sia piacevole e
suo disco ottenendo un lavoro nello splendido
misurato che trova il suo apicefotografia del
brano Disarmante. Splendida o di sentimenti.
suo Piemonte, nebbioso e caric
praticamente
Un bel lavoro, che costituisce re e lascia
il suo disco d’esordio come auto
musica italiana
ben sperare per il futuro della
d’autore.
Le conseguenze dell’amore
Radiofandango
racconta
Dal bel film di Paolo Sorrentino, che aliamo una
una storia di umana solitudine, segn
sa e molto
colonna sonora interessante, inten d Theory
variegata che viaggia da Scary Worl
ta di Ornella
di Lali Puna a Rossetto e Cioccola di musica
Vanoni passando per un certo tipo sound a volte
elettronica minimalista tedesca. Un la qua e là
freddo, quasi asettico, ma che scivo
viole e violini,
in inaspettate e vibranti melodie di rendere.
che riescono ad emozionare e sorpnna sonora è
Perfettamente legata al film, la colo che firma la
un bel lavoro di Pasquale Catalano eppe Sasso.
musica e la orchestra insieme a Gius
22 di pietro d,ottavio
suoni bazar 10 2004
[email protected]
Dallo show kolossal al festival autoprodotto
Mentre a Genova parte il nuovo show di uno degli
sonnier più anticonformisti
della storia musicale italiana, da Bologna si snoda chan
un
festiv
al autoprodotto da uno dei
gruppi di punta della controcultura italiana.
Zero
Ricomincio da… Zero. Anzi da 260mila. Tanti sono stati gli spettatori
Zero, ha chiamato a raccolta in soli 5 concerti negli stadi quest’estate,che Renato Fiacchini, in arte
dal San Siro di Milano al
Bentegodi di Verona, dal Franchi a Firenze all’Olimpico (due volte)
di
Roma.
Un successo imponente,
iniziato negli anni Settanta e che raramente ha conosciuto battute di
arresto
.
Un concerto che prende
spunto dalle ultime canzoni del recente album Cattura, prima fra tutte
A
Braccia
Aperte, per poi riaprire
quell’enorme scrigno fitto di capolavori scolpiti nell’immaginario collettiv
o che vanno da Il carrozzone
a Spalle al muro, passando per Madame, Triangolo, No Mamma No,
anni Renato veste i panni dello chansonnier che con grande gusto Il Cielo, Mi vendo… Da alcuni
pietre miliari, avvolgendo tutti i frammenti sullo scheletro di un recitalrilegge in chiave orchestrale le sue
che “cattura” masse sconfinate
di zerofolli. Uno show kolossal, sempre arricchito da schegge di danza
e di teatro, ma senza mai
perdere il filo del discorso anticonformista di quel Renato Zero che
prima
che presto iniziò a cantare di fronte alle masse sotto ai tendoni di Zerolan esordiva al FolkStudio e
è una vera e propria maschera dello spettacolo, un totem della canzon dia. E ormai il Re dei sorcini
e d’autore che riesce nella
rara acrobazia di coniugare musica di qualità e grandissimi numeri.
Il
nuovo
tour, “Il sogno continua”,
promette di polverizzare nuovamente ogni record, ed è il più lungo
in
assolut
o tra quelli annunciati che
si snoderanno nei palasport di tutta Italia. E allora… tre, due, uno…Z
ero:
il
concer
to va a incominciare.
LE DATE: 16 Genova, Mazdapalace; 18 Milano, Filaforum; 21 Torino,
Mazda
palace
; 26 Padova,
Palasport; 30 Pesaro, Palasport; 2/11 Roma, Palalottomatica; 5/11 Firenze
Palamaguti; 16 Eboli (Sa), Palasele; 19 Caserta, Palamaggiò; 21 Barletta , Palasport; 11/11 Bologna,
Calabria, Palapentimele; 26 Palermo, Palasport; 28 Acireale (Ct), Palasp , Paladisfida; 24 Reggio
ort.
INFO: 0276113055
RADICI NEL CEMENTO
2, Padova, Sottosopra
TANIA MARIA
1, 2 Milano, Blue Note
JOE ZAWINUL
5, 6, 7, 8, 9, 10 Milano, Blue Note
FRANCESCO GUCCINI
8 Torino, Mazdapalace; 15 Firenze,
Palasport
FIORELLA MANNOIA
16 Padova Palazzetto dello Sport; 18
Firenze, teatro Saschall; 21 Roma,
Palalottomatica; 23 Bari, teatro Team;
28 Torino, teatro Colosseo
PROZAC+
21 Milano, Rolling Stone
PATTI SMITH
27 Roma, Auditorium Parco della
Musica
ANASTACIA
28 Milano, Forum
DIANA KRALL
28 Milano, teatro Smeraldo
MAROON5
28 Milano, Alcatraz
Zufest
dotto. Si chiama
Dopo i dischi e i concerti autoprodotti, ecco il festival autopro
re in tre città
presenta
per
Zu
dagli
ato
organizz
biennale
mento
appunta
Zufest,
e 500
dischi
6
all’attivo
Zu,
romani
I
colpiti.
hanno
li
più
che
suoni
i
italiane
di
musicali
gruppi
dei
uno
sono
attività,
di
anni
5
in
mondo
il
tutto
in
concerti
prestigio
di
azioni
collabor
di
anche
forti
italiana,
ultura”
“controc
della
punta
dei Fugazi.
come quelle con The Ex, Damo Suzuki dei Can, Guy Picciotto
cd
nuovo
un
a
o
lavorand
stanno
Zu
gli
”,
“Radiale
album
l’ultimo
dopo
E
preso
ha
Zufest
del
L’idea
Dalek.
hop
hip
esi
newyork
ai
insieme
to
compos
i confini della
corpo da un paio di anni, ma solo stavolta la kermesse varcaZu
in tutte e tre le
degli
i
Complic
Milano.
e
Bologna
a
anche
sbarca
e
capitale
un autentico
sono
primi
I
on.
Gustafss
Mats
e
Bolt
g
Lightnin
i
saranno
i
occasion
iati solo come
caso: i Sonic Youth hanno deciso di aprire in incognita (annunc
io del
“special guest”) il loro ultimo tour americano. Una sorta di passagg
adesso quello
testimone: i Sonic Youth hanno poi spiegato che i Bolt sono
giovane band
che loro erano negli ‘80, cioè l’ultima frontiera del suono. La
sinfonie intricate di
americana è infatti rumore ed emozione, dance floor fury .eBrian
Chippendale
lavatrici scricchiolanti, furia dissonante e velocità inaudita
anche se
(batteria) e Brian Gibson (basso) suonano insieme dal 1995,
Youth è un filo
all’epoca dividevano la scena con altri musicisti. Quello dei Sonic
band di noise-rock
conduttore che porta anche a Mats Gustafsson: la più nota
europeo. L’artista, tra i
sta incidendo un intero album di cover del sassofonistaun
suono e un attitudine
più in vista degli ultimi anni nella scena free-jazz, vanta
punk che lo ha fatto accostare al miglior John Zorn.
18)
LE DATE: 8, Bologna (TPO), 9 Roma (Acquario Romano), 10 Milano (Cox
INFO: 3204092413
[email protected]
bazar 10 2004
suoni di marcello amoruso 23
Stile intimista e fatica
Roma, avamposto della canzone
d’autore emergente. Filippo Gatti,
Pinomarino e Riccardo Sinigallia
nuovi rappresentanti di quella scenai
impegnata, cupa e intimista che ha
da sempre contraddistinto il migliore
cantautorato nazionale
Sarà la bellezza monumentale di Roma e la suadente malinco
nia che traspira dal
Tevere. Sarà il fascino delle luci gialle e il vuoto candore delle
sbiadite periferie
notturne, fatto è che lo spirito intimistico e passionale che in
genere emerge dalla
figura di un cantautore ha sempre trovato terreno fertile nella città
eterna. Qualcuno
ha cantato i suoi luoghi, la sua storia: grande e piccola. Per altri,
le strade della città
sono state una via di passaggio, uno dei tanti possibili transiti
in cui riflettere le
proprie emozioni. Così è per Filippo Gatti, Pinomarino e Riccardo
Sinigallia, che
proprio da Roma rilanciano quello stile personalissimo, impegna
to e intimista, che è
sempre stato un marchio indelebile per molti cantautori italiani
del passato.
Artisti la cui musica nasce prima di tutto dalle parole, dall’opportunità
di diffondere
Selezioni elettroniche al Roma
Europa festival
Per questo mese, il Roma Europa Festival presenterà tre
importanti appuntamenti di musica elettronica. Si comincia il
6, al Palladium, con Thomas Knak alias Opiate, che vanta una
precedente collaborazione con Bjork. Bassi avvolgenti e sezioni
acustiche, questo il set che il dj di Copenaghen, considerato un
pioniere del sound glitch-dub, metterà in scena. Il 16 ottobre, al
Brancaleone, serata dedicata alla Kompakt Night, storica etichetta
di Colonia che ha avviato le sperimentazioni dell’electromusic.
A onorare la causa l’emissario Reinhard Voight, Superpitcher,
e le selezioni visuali della Ddg, nota video crew romana. Il 20
ottobre si esibiranno sul palco del blasonato Auditorium Dj
Spooky e Pansonic. Paul D. Miller (aka Dj Spooky) è un artista
concettuale, scrittore e musicista che vive e lavora a New York.
Per l’occasione presenterà Rebirth of a Nation, remake sonoro del
capolavoro del cinema muto di D.W. Griffith, Birth of a Nation,
icona contraddittoria e celebrativa dell’America. A seguire i Pan
Sonic, il duo finlandese formato nel 1994 da Ilpo Vaisanen e
Mika Vainio. Affermatisi nella scena techno sperimentale con
un’inconfondibile tocco minimalista, il loro sound è molto legato
all’interazione con oggetti e situazioni reali.
Per info sulle location: www.romaeuropa.net
FESTIVAL
sensi piuttosto che estetizzare tecnologie, esibire virtuosismi tecnici o inscenare stucchevoli
ammiccamenti. Tutti e tre vantano una lunga e faticosa carriera alle spalle, un successo
sudato, teso all’inesorabile accoglimento di un raffinato pubblico. Filippo Gatti dopo tre
cd realizzati con la precedente band, Eletrojoyce, decide di continuare da solo il suo percorso
artistico, e nel 2003 celebra l’esordio solista con Tutto sta per cambiare (Sony). Pinomarino,
raffinato pianista, trascorre i primi anni nel sottosuolo musicale romano, lavorando in
teatro e per strada, ma anche come riparatore di pianoforti. Giunge finalmente, nel 2001,
al primo contratto discografico (Nun). Con la stessa etichetta è arrivato al secondo atto
l’anno scorso, con Non bastano i fiori. Per Riccardo Sinigallia la via al successo non è stata
più semplice. Dopo aver conosciuto Francesco Zampaglione e David Nerattini, nascono
i “6 suoi ex”, inizio anni Novanta. La prima collaborazione che consacra la sua abilità
compositiva è quella con Max Gazzè nel disco La Favola di Adamo ed Eva, di cui cura
la produzione artistica. Collabora anche con Niccolò Fabi e Frankie Hi nrg, con lui gira
Quelli che benpensano e Autodafè. Quindi arriva l’esperienza poco felice con i Tiromancino,
sollecitato da Francesco (fratello di Federico Zampagliene) ad aiutare il progetto ormai
privo di vitalità. Nasce così La descrizione di un attimo (2001), ma dopo il successo il gruppo
si spacca; Riccardo, Laura Arzilli e Francesco decidono di concentrarsi sul disco omonimo
che uscirà due anni dopo.
Purtroppo il loro stile intimo, raccolto, introspettivo e in alcuni casi cupo non è stato
largamente gradito da emittenti radiotelevisive e grande distribuzione, imperniate sui
consensi di un pubblico assuefatto dalla costante proliferazione di agende patinate, dove
l’ottimismo si spreca e il pianto, quando c’è, è solo di facciata. Per una maggiore visibilità si
consigliano: www.filippogatti.it; www.pinomarino.org; www.riccardordosinigallia.it.
Il tour europeo della Jon Spencer
Blues Explosion approda il 12 ottobre al
Rainbow di Milano
La Jon Spencer Blues Explosion, la band formata insieme al chitarrista
Judah Bauer e al batterista Russel Simins, verrà a Milano il 12 ottobre a
presentare il nuovo album, Damage, uscito il 27 settembre scorso per la
Mute Records. Newyorchese, Jon Spencer è una figura controversa e
ambigua dell’immaginario blues. Da sempre accusato di aver preso troppo
da mostri sacri quali Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Elvis e i Rolling Stones,
per spiegare la sua musica ha usato queste parole: “il blues suonato da un
punk”. Riff blues strampalati, chitarre messe a loop e un’incalzante sezione
ritmica si incrociano sul palco in un clangore di grosso impatto.
Rainbow, via Cassiodoro 5, Milano. Info: 0248001988
TOUR
24 di fabrizio gianuario
suoni bazar 10 2004
[email protected]
e elettronico. Forse la più
E’ sicuramente una delle formazioni più estreme del concettualismo minimalche da diversi anni si è reso
Vainio,
Mika
di
musicale
nota, e questo grazie soprattutto all’energico attivismo
llazione sonora.
protagonista di numerosi e importanti progetti musicali, spesso ai confini dell’insta
, i Pan Sonic, che
Väisänen
Ilpo
e
finlandes
del
e
Vainio
di
appunto,
zione,
collabora
dalla
Nati nel 1993
un noto marchio
con
ia
omonim
lampante
una
di
via
per
A
una
di
nome
hanno dovuto decurtare il loro
presentare il loro ultimo
aziendale (precedentemente si chiamavano Panasonic), sono ora in tour per o “durata”, è un progetto
epico lavoro discografico. Kesto, il cui termine può essere tradotto con “forza” musicale che si prepara a
di oltre quatto ore di musica inedita raccolta in quattro cd. Un nuovo capitolo. Come si rende possibile,
entrare tra gli esperimenti più massimalisti che il gruppo abbia mai realizzato
si possa pensare, dal
infatti, coniugare gigantismo e minimalismo? Forse è più semplice di quanto
E’ il suono in tutta la sua
momento che ciò che muove la musica del duo finlandese è la musica stessa.
ta e si ricompone in
libertà che prepotentemente si isola e si estende per un tempo infinito. Si frammenle. Non esiste infatti
struttura
limite
alcun
ha
non
ente,
teoricam
che,
un gioco combinatorio e aleatorio
di stampo minimale.
forma musicale o struttura compositiva atta a contenere il concettualismo musicale
di mondi sonori, ma non
Esistono delle ‘leggi’ di trasformazione, di trasmutazione e di esplorazione
nze, possono condurre
esistono composizioni o canzoni. Leggi che, se portate fino alle estreme conseguesi ritrova imbrigliata in
tatore
dell’ascol
ne
l’attenzio
quali
dei
o
all’intern
appunto ad universi pan-sonici,
si sovrappongono fino
un reticolo musicale senza fine. Universi in cui l’idea di suono e il suono stesso
sembra trasformarsi in un
a rendersi indistinguibili l’una dall’altro, e all’interno dei quali il musicista di vita propria. E se ‘tutto’
ordinatore passivo di ciò che, contestualmente all’intenzionalità creatrice, vive
breviario musicale. E
è suono, ecco allora che il gigantismo di Kesto si riduce a niente più che a un piccolo
più di quattro ore di
poco
in
nandosi
confezio
e,
minimal
da questa prospettiva l’epica può tornare a farsi
o a costituire eterni
musica. Nulla in confronto all’universo di frequenze che continuamente si intreccian
mondi sonori.
il 15 Torino, il 16 Catania,
Le tappe live dei Pan Sonic, in tour in Italia per tutto il mese di ottobre, toccano
il 19 Napoli, il 20 Roma , il 22 Marghera e il 23 Bologna.
www.mute.com/mute/news/tour.htm#Psonic
nic
So
Pan
dei, un
o Kesto
lism
ima
min
o
pic
L’e
cui corposità
la
tto
proge
ntare
prese
per
Il duo finlandese in tour
ne
(4 cd per 4 ore di musica) esprime al meglio la loro capacità di esplorazio
di mondi sonori
Sono diverse le formazioni, ai confini dell’elettronica
o in essa pienamente coinvolte, che sono in tour in
Italia nel mese di ottobre. Tra queste segnaliamo i To
Rococo Rot (prima foto a destra), in concerto il
1 ottobre a Brescia al Free Muzik, il 2 ottobre a Bologna
al Covo, il 3 ottobre a Milano ai Magazzini Generali, il
6 ottobre a Roma al Circolo degli Artisti e il 7 ottobre
a Torino all’Hiroshima. La formazione berlinese, che si
distingue per un’elettronica ordinata e cristallina, con
una cifra marcatamente melodica, ha recentemente
pubblicato il suo ultimo disco Hotel Morgen (Domino).
E’ il quinto lavoro discografico, che segue l’omonimo
disco di esordio del 1996 pubblicato con la Kitty Yo,
e gli album del ’97 Veiculo, del ‘99 The Amateur View e
del 2001 Music is a Hungry Ghost editi dalla City Slang.
Tutti dischi piacevoli, che mettono ben in risalto le radici
teutoniche del gruppo che, seppur senza sfondare il
muro dell’assoluta genialità, ha sempre mantenuto una
preziosa dignità musicale, dovuta alla sapiente ricerca di
fertili sonorità disegnate spesso su impianti musicali di
tipo modulare.
Richie Hawtin (seconda foto a destra),
anche conosciuto con il suo pseudonimo Platikman,
è di scena il 23 al capannone del petrolchimico di
Marghera all’interno del Festival Internazionale
di Musica Elettronica della Biennale di Venezia
(www.labiennale.org/it/musica). Con lui si esibiscono
sempre il 23 i Frame – progetto di Davide Mastropaolo
e Leandro Sorrentino che sono tra i fondatori di
Avatar_41°, un consorzio di arti elettroniche costituito
da musicisti, videomakers ed etichette indipendenti – e
Mass, al secolo Mario Masullo.
Da segnalare infine le date che l’austriaco Christian
Fennesz(terza foto a destra) terrà il 12 a Reggio
Emilia e il 13 a Milano al Piccolo Teatro Studio.
26 di ciro bertini
leggere.recensioni bazar 10 2004
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IMPERDIBILE
La stravagante epopea di Augusten
per padre un matematico
A volte capita. Di avere una madre convinta che un giorno diventerà una poetessa di grido e
degenera “da banale odio
alcolizzato la cui aspirazione è abitare vicino a una discarica. Logico, quando la situazione
in maniera non
a potenziale duplice omicidio”, venire affidati a uno psichiatra che interpreta la propria professione
Dottor Finch è una specie
esattamente ortodossa. E’ quanto accade ad Augusten in età prepuberale. In effetti, la casa del
con l’unica limitazione
di comune popolata da pazienti, ex pazienti, familiari, che entrano ed escono a loro piacimento,
sistemi per curare
di una stanza inaccessibile: il Masturbatorium dove il medico-guru, anziché raccogliersi a escogitare
delle sue eccentricità:
sorprendente
più
la
certo
è
non
questa
E
onanistica.
attività
sfrenata
una
espleta
l’anima,
nell’osservazione dei
che pensare altrimenti della lettura dei fondi del cesso, quando Finch coinvolge i suoi adepti
perché il dottore
già,
Ah
divina?
volontà
della
ione
rappresentaz
una
forma
loro
nella
propri escrementi, ravvisando
di Augusten – prima di
è, per sovrappiù, cattolico. Conseguentemente le figlie – Hope e Natalie, compagne di avventure
trattasse di un oracolo.
affrontare una qualsiasi decisione interrogano la Bibbia aprendone una pagina a caso, come si
della madre. Sorpresa: è
Poi c’è l’amore, debordante. Un giorno Augusten torna a casa e scorge una testa tra le gambe
dopo essersi confessato
una donna. Stupore: è la moglie del prete. Del resto, alle prime avvisaglie di desiderio erotico,
osservando la sua
omosessuale a un ex paziente molto più vecchio di lui, Augusten ne viene praticamente violentato,
le famiglie normali
ammira
che
motivi
di
insieme
questo
per
Dev’essere
altro.
qualcun
a
capitasse
se
come
volta”
“prima
sia sempre una cinepresa
dei serial, che il suo sogno da grande è diventare una star televisiva e che immagina che “ci
del mio viso”.
puntata su ogni mio movimento, pronta a zoomare su un primo piano per catturare l’espressione
romanzo letteralmente
Cari lettori, se giunti sin qui ipotizzate con fastidio che vi sia stato svelato troppo di questo
episodi stravaganti
straordinario, sappiate invece che ci siamo limitati a costruire un medley tra alcuni dei numerosi
di cui è costellato.
suo, lo sapevamo da un
Che le famiglie felici si somigliassero tutte, mentre ogni famiglia infelice lo fosse a modo
carico di spiattellarci
pezzo. Non fosse bastata l’esperienza personale, circa un secolo fa Lev Tolstoj si era fatto
sia quella naturale
questa realtà di fatto sottoforma aforistica. Da questo punto di vista le famiglie di Augusten,
brevi capitoli
attraverso
descritta
un’epopea,
è
sua
la
realtà,
In
ene.
approfittars
sembrano
che quella putativa,
annientato
viene
,
parossistici
livelli
raggiunge
protagonista
del
emozionale
dolore
il
dall’andamento omogeneo: quando
lezione di Augusten,
con l’arma della distaccata ironia. Per fortuna un’epopea liberatoria. Infatti, la consolante
quanto che sia possibile
non è tanto che di ogni cosa - anche delle esperienze più traumatiche - si possa sorriderne,
identità. E allora, se
adattarsi ad ogni circostanza che la vita ci impone non rinunciando alla propria irredimibile
capita, è possibile venirne fuori.
Correndo con le forbici in mano – Augusten Burroughs (Alet. 318 pp., 17 euro)
Colonna sonora: THE STREETS A grand don’t come free
UN AMORE DI ELLEPI
Dedicato agli irriducibili del vinile
“Celo, celo, manca!”. Impossibile non accorgersi di questa
a
chicca: una variopinta miscellanea composta da trecentocinquant
secolo
del
venti
anni
dagli
vanno
che
dischi
di
e
copertin
scorso agli anni duemila. Copertine che raffigurano con le loro
ma
immagini non solo la storia della musica e dell’arte grafica,
anche i mutamenti del costume, del sentire comune, delle forme
del
della comunicazione. La selezione dichiaratamente arbitraria
curatore – Antonio Gaudino - riesce efficacemente a contemperare
più
la necessità di non trascurare i dischi degli artisti
la
significativi delle varie epoche con quella di rappresentare
te,
quest’ar
di
one
espressi
di
modi
dei
e
possibil
ampia
più
gamma
a
così popular. Sì, perché un tempo la funzione della copertin
te
era quella di acchiappare l’attenzione del potenziale acquiren
che vagava tra le pile dei dischi di un negozio: allora
poteva capitare d’imbattersi in un’immagine dall’impatto così
trascinante da spingere all’acquisto a scatola chiusa. Un tempo
ne,
in cui non esistevano i videoclip come mezzo di promozio
certo, ma soprattutto in cui il compact disc non aveva ancora
soppiantato il vecchio trentatré giri. Si tratta di un problema
le
di dimensioni dell’involucro. Fate la prova: rigiratevi tra
e
mani un qualsiasi lp per ammirarne l’immagine di copertina
poi subito dopo compiete la stessa operazione con un cd. Volete
mettere? Un libro curioso, nostalgico e divertente (si può fare
il gioco del “celo, manca” con gli amici), arricchito da note
esaustive che aiutano a contestualizzare le immagini.
LP COVER – Antonio Gaudino (Electa. 384 pp., 19 euro)
Colonna sonora: CAETANO VELOSO A foreign sound
[email protected]
bazar 10 2004
leggere.recensioni di ciro bertini 27
TALENT SCOUTING
Una casa editrice si trasforma in campo giochi per
scrittori allenati
Che un nuovo spettro si aggiri per l’Europa, al grido
di scrittori Liberi e Audaci di tutto il mondo unitevi?
Il loro manifesto lo ha redatto la neonata casa editrice
romana Playground. Recita così: “Playground è il campo
giochi, ma soprattutto lo spazio dove i bambini e i ragazzi
statunitensi imparano a praticare uno sport […] si gioca
e si combatte, e soprattutto le squadre si formano e si
sciolgono con rapidità e secondo logiche impreviste […]
il fine del gioco è garantire le migliori, nel senso di
più intense, intelligenti e originali, rappresentazioni
di storie, incubi, vite, ossessioni, gusti e disgusti
gay”. Perciò, siamo andati ai bordi del campo e li abbiamo
osservati giocare.
Il primo team ad esibirsi è stato Bloody Europe!
sottotitolo Racconti, appunti, cartoline dall’europa gay
– con ventisei giovani giocatori di cui tre stranier
i
(il più noto l’Alan Warner di “Rave girl”). A risultar
e
maggiormente convincenti sono state le prove di più ampio
respiro, piuttosto che le fugaci apparizioni, che, in
alcuni casi, sono sembrate comparsate quasi controvoglia.
Piena di sostanza, anche se tutta giocata con le finte,
l’azione di Elena Stancanelli, di cui è da sottoscrivere
la frase: “io se potessi insegnare qualcosa, insegnerei
a
dimenticare le differenze, tutte”. Altrettanto efficaci le
performance di Mario Desiati e Rossana Campo. Di notevole
intensità evocativa il tour de force di Melania Mazzucco
a
marcare quell’anima errante di Annemarie Schwarzenbach. Da
segnalare, per la carica emotiva, la cartolina spedita da
Renzo Paris a Dario Bellezza, che nell’allineare i ricordi
del bel gioco dei tempi che furono fa i conti con l’aridit
à
di quello presente. Insomma: risultato complessivamente
positivo, ma solo grazie alle abili giocate individuali di
qualcuno dei giocatori fatti scendere in campo.
Con Pazzo di Vincent si viene catapultati in atmosfer
e
molto più maledette. Anzitutto gli anni ’80 e la comparsa
del flagello AIDS (di cui Hervé Guibert è morto a 36 anni
nel ’91). Poi l’amore disperato, vissuto come ossessione
distruttiva. Che altro non è che quello che l’autore
sente per Vincent, giovane tossico che vagheggia desideri
eterosessuali, in perenne fuga da se stesso, dalla vita
e
quindi anche dall’amore di Guibert. Il libro si apre con
la morte di Vincent, tra il ridicolo e il patetico: in
preda a svariati tipi di eccesso cade dal terzo piano, si
rialza rifiutando i soccorsi, decede due giorni dopo per
un’emorragia interna. Il dolore di Guibert è inconsolabile,
solo che lui scrive e, per giunta, molto bene. Naturale che
cerchi di liberarsene trasferendolo su carta. Quindi, con
una trovata originale, decide di trascrivere a ritroso le
pagine del diario amoroso. Tra brandelli di amore lirico
e rabbia vendicativa, Roland Barthes e Marguerite Duras,
trova spazio persino l’estetica del buco reciproco come
forma massima d’unione tra individui (“ancora più intimo
dell’atto sessuale, di una violenza e di una complicità
insensate”).
A ricondurci verso una giocosità ironica, a tratti folle ma
sempre bramosa di vita, ci pensa Un chilogrammo di esplosiv
o
e un vagone di cocaina, raccolta di racconti brevi del russo
trentenne Vadim Kalinin. Tanto per capirci, citando due
nomi della recente produzione russa, qui siamo dalle parti
delle storie surreali di Pelevin e della rappresentazione
operata da Bolmat di una gioventù disillusa e spregiudicata.
Di suo, Kalinin aggiunge un paio di ingredienti niente
male al filone che pare persino banale fare discendere da
Gogol’: l’omosessualità e, talvolta, l’ebraismo. Una felice
immaginazione, incipit brucianti e rapidità di esecuzione.
E, miracolo, riusciamo a intravedere qualcosa della
misteriosa Russia, almeno di quella cittadina, complici
metafore irriverenti (“Noi, in qualche modo siamo tutti
camerieri […] Sai qual è il vero problema? Noi non capiamo
dove e a chi portiamo i nostri maledetti piatti”) e sprazzi
di lucidissimo realismo (“Nella polizia lavorano persone
rozze, incattivite dai salari bassi. Nel paese regna il
caos più completo. Oggi la polizia non ha alternative, deve
sparare contro tutto ciò che si muove”).
Bloody Europe! – Aa. Vv. (Playground. 168 pp., 12,50 euro)
Pazzo di Vincent – Hervé Guibert (Playground. 76 pp.,
8
euro)
Un chilogrammo di esplosivo e un vagone di cocaina – Vadim
Kalinin (Playground. 88 pp., 9 euro)
Colonna sonora: THE SMITHS The Meat Is Murder
OLD FASHION
Pulsioni individuali e regole sociali
Chi voglia misurarsi con uno dei più impenetrabil
i misteri della storia
della letteratura è servito: si metta comodo,
stacchi il cellulare per un
paio d’ore e s’immerga nella lettura di questo
racconto d’una cinquantina
di pagine dell’autore di Moby Dick. Chi è
Bartleby? Di lui sappiamo
poco o niente, fin dall’inizio; e le cose
non
chiuso il libro, quando non potremo fare a meno miglioreranno granché
di elaborare congetture
attorno al significato della sua presenza
nel mondo. La mancanza di
descrizioni fisiche, oltre a impedirci di
attribuirgli una maschera
seppur immaginaria, non ci permette di indivi
duarne l’età. Allo stesso
modo nulla è dato sapere circa il suo passato,
prima del suo ingresso in
scena: da dove provenga, il contesto familiare,
quali lavori abbia svolto.
Perciò, nonostante la sua flemma, è come se
Bartleby facesse irruzione
nella storia, narrata da un anziano avvocato
titolare di uno studio nella
Wall Street del 1850. Assunto in qualità di
copista, Bartleby s’immerge
immediatamente nel lavoro, dimostrandosi dipend
ente solerte. L’avvocato
non può che esserne soddisfatto. Solo che,
del tutto inaspettatamente,
alla richiesta di ricontrollare i docume
nti ricopiati assieme ai
colleghi, risponde: “Avrei preferenza di no”
- nella traduzione di Gianni
Celati, in originale: “I would prefer not to”
– lasciando attoniti gli
astanti. Alle pressioni affinché modifichi
atteggiamento o chiarisca
le proprie intenzioni, replica serafico ma
determinato come un mulo:
“Avrei preferenza di no”. L’avvocato, presa
in considerazione l’intera
gamma delle possibili reazioni – dal padron
ale licenziamento in tronco
alla filantropica comprensione umana – si risolv
e per passarci sopra,
confidando nell’eccezionalità del comportament
o dello scrivano. Inutile
dire che di lì a poco, sarà tutto un susseguirsi
di “Avrei preferenza di
no” da parte di Bartleby, pronunciati con un’ost
inazione via via sempre
più irriducibile. Gradualmente, la sua divent
a una presenza assurda
nell’ambito dell’ufficio legale - inane, tutto
il giorno a fissare un muro
– quanto inamovibile: non abbandona il suo posto
in ufficio nemmeno quando
l’avvocato vende l’immobile. Una presenza resa
scandalosa, per i canoni
della convivenza civile, non tanto dalle
impossibilità comunicative
(essendo l’unica risposta che è possibile
ottenere “Avrei preferenza
di no”) quanto dal rifiuto di Bartleby,
individuo “borderline”, di
accettare una qualsivoglia forma di soccor
so da
Insomma, qualunque interpretazione si sia inclin parte del prossimo.
i a dare alla parabola
di questo personaggio – e la somma reticenza
di Melville, svariate ne
consente nessuna in particolare autorizzando
ne, da qui la sua grandezza
- Bartleby rappresenta l’inconciliabilità
tra pulsioni individuali e
regole sociali.
Bartleby lo scrivano – Herman Melville (Feltr
inelli
Colonna sonora: DIANA KRALL The girl in the other . 112 pp., 5,68 euro)
room
UNA PROVOCAZIONE
POSITIVA
Pensare leggendo
L’elemento più provocatorio di questo libro – considerati
i tempi e il fatto
che non è stato scritto da un fanatico sostenitore della
teoria che questo
sia il migliore dei mondi possibili – risiede nel titolo Perché
ce la faremo.
In effetti, quella lanciata dall’autore a tutti noi,
è una sfida a non
considerarci semplici comparse di una rappresentazione manovrat
a da poteri
forti, anche perché, dopo una deriva inarrestabile, la trama
prevede – magari
con un finale pirotecnico - la distruzione del pianeta
su cui viviamo.
Accettare la sfida significa sentirsi sempre meno parte della
massa e sempre
più singoli individui responsabili delle loro scelte. Già,
perché la massa
chiede al mercato “sesso e cazzate” e alla politica “utopie
impossibili (più
sanità e meno tasse, lavorare meno e guadagnare di più)”. La
reazione consiste
nel far crescere questi bisogni: il mercato attraverso
la pubblicità, la
politica con le false promesse. In questo modo si originan
o delle “spirali
involutive”. Appare persino ovvio che a spezzare questa catena
non possa che
essere la gente, una volta resa consapevole che non resta
molto tempo: “il
punto di non ritorno è stato individuato nell’anno 2020.
Se entro tale data
non verranno prese decisioni che regolamentino le attività
umane trovando una
sintonia con le esigenze dell’ecosistema, potremmo incorrer
e in stravolgimenti
ambientali non più controllabili”. Marco Roveda ci racconta
tutto questo con
un linguaggio confidenziale, da natante sulla nostra stessa
barca.
dati sullo stato di salute dell’ambiente non è per terroriz Se sciorina
zarci, ma per
spingerci a darci una mossa. Non esita nemmeno a rivelarc
i che lui ci aveva
provato a realizzarsi attraverso l’accumulo di denaro,
ma, imprenditore di
successo, si accorse di non essere felice. Persona pratica,
evita toni da guru.
Certo: afferma che senza valori e ideali, non si può essere
felici. Intanto ci
ha fornito una dimostrazione pratica: Fattoria Scaldasole,
azienda che opera
nel settore alimentare, è diventata la prima in Italia nel
comparto biologico.
E con l’associazione LifeGate diffonde i principi dell’eco
sostenibilità e
dell’equosolidarietà. Naturalmente, speriamo di farcela.
Perché ce la faremo – Marco Roveda (Ponte alle Grazie. 154
pp., 10 euro)
Colonna sonora: CAT STEVENS Tea for tillerman
28 di marco begani
leggere.fumetti bazar 10 2004
[email protected]
Qualcosa sta cambiando. Il lutto e il dolore che hanno
paralizzato il mondo e l’America da tre anni si risvegli
ma la faccia del nemico non è più soltanto quellaano,
del
Saraceno barbuto e crudele; secondo alcuni, l’effetto
boomerang della politica di guerra degli Stati Uniti
si
confonde sempre di più con il viso pulito dei suoi
attori
in giacca, cravatta e bandierina. Mentre Michael Moore
scrolla il mondo e l’assopita coscienza americana con
suo Farenheit 9/11, altri protagonisti della comunicazion il
e
sondano nel profondo l’identità americana. Art Spiege
lman
è uno di loro. E non ha bisogno di presentazioni. Insigni
to
del Premio Pulitzer per il suo Maus (pubblicato in
Italia
La coscienza americana in una strip
Art Spiegelman non disegna più da tempo. Preferis
ce scrivere per il
New Yorker. Poi arrivano l’11 settemb
re
e
la
cric
ca
di
Bush. E allora
la rabbia esplode tra i tratti di una matita…
da Einaudi), è un narratore così capace e sensibile
ha raccontato l’Olocausto in vignette dalla disarm che
semplicità, ha riflettuto sull’identità di un popolo ante
, ha
commosso e insegnato (ha cioè lasciato un segno)
.
Ha utilizzato un tratto che ha le radici nella storia
fumetto (Krazy Kat di Harriman, per esempio) e ne del
ha
fatto un simbolo, un percorso scelto anche da Marjan
Satrapi per il suo Persepolis (Sperling e Kupfer Editori)e
.
Da qualche tempo Spiegelman non disegnava
più,
aveva abbandonato il territorio che l’aveva reso celebre
e scriveva per il New Yorker. Poi, un giorno, a pochi isolati,
da casa sua, l’inferno dell’11 settembre.
"Non pensavo che i dirottamenti dell’11 settem
sarebbero stati a loro volta dirottati dalla cricca bre
Bush, che li ha ridotti a un manifesto di guerra di
l’arruolamento… Quando il governo ha messo in motoper
sua dispotica modalità da Grande Fratello e ha schian la
tato
l’America contro un’avventura coloniale in Iraq – mentre
faceva molto poco per rendere l’America davvero
più
sicura, a parte confiscare i taglia-unghie negli aeropo
– tutta la rabbia che avevo represso dopo le elezion rti
i del
2000 e la paranoia che avevo a stento soffocato dopo
gli
attentati, sono tornate a farsi sentire". (Traduzione
tratta
dalla news on line ICV2.com).
ROMICS
La capitale accoglie la quarta edizione di Romics, dal 7 al 10
ottobre presso la sede della Fiera di Roma in via Cristoforo
Colombo 291. Quest’anno novità succose, oltre alla ricca
partecipazione di espositori e al nutrito calendario promessi:
sotto la direzione artistica di Luca Raffaelli e il sostegno di Fiera
Roma e Castelli Animati prende il via "L’Università del fumetto"
,
seminario accademico con credito formativo riconosciuto
dall’Ateneo romano.
Attraverso la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e
Comunicazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione
e del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo della
Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università "La Sapienza"
di Roma, verranno imbastite lezioni riguardanti la storia, la
tecnica e il linguaggio del fumetto e del cinema d’animazione,
affiancate da incontri e interviste con alcuni autori. Tra i nomi
che incontreremo: Alberto Abruzzese, Sergio Brancato, Stefano
Cristante e Gino Frezza. In quest’occasione, biglietto ridotto per
gli studenti universitari.
Aspirate a volare in Giappone per l’edizione 2005 dell’Annual
World Cosplay Summit? Fatevi avanti, perché la selezione
italiana avviene proprio qui al Romics sotto gli occhi di una giuria
di Nagoya.
Ospite d’onore di quest’anno sarà Vittorio Giardino.
http://www.romics.it
Così Spiegelman ha ripreso i pennelli in mano, per creare,
strato su strato, l’eccezionale album In the Shadow
of
No Towers, pubblicato dalla Pantheon Books negli
USA
in settembre, contemporaneamente a Gran Bretag
na,
Francia, Spagna, Olanda e Italia. "Non ho mai avuto
l’intenzione di fare il fumettista politico" chiarisce l’autore
che applica lo spesso tratto espressionista e le grandi,
tavole tipiche di inizio novecento (anche allora il cuore
dell’Occidente era scosso dai dubbi) alle contraddizioni
degli ultimi anni di guerra e menzogne. Il risultato
è un
racconto che, come in Maus, vede intrecciate in modo
indissolubile la storia della collettività e la storia person
Spiegelman sembra così ricordarci che, macinata ale:
retorica dei media e nascosta dietro ai bavagli dalla
palloncini della propaganda, si svolge una tragedia die ai
cui
in realtà siamo gli imbambolati protagonisti.
ART SPIEGELMAN, L’Ombra delle Torri,
Torino, Einaudi 2004
Frankfurt Book Fair
La Frankfurt Book Fair 2004 apre i battenti il 6 ottobre. Dedicat
aa
tutto quello che il libro può essere, da volume in carta a support
digitale, ospita come sempre una sezione fumetti ricchissima o
‘Fascination Comics’: 80 espositori provenienti da dodici Paesiintitolata
del
Mondo, forum, dibattiti e incontri con gli autori , una ‘Manga Sunday
tutta dedicata al fumetto giapponese, e una partecipazione italiana ’
d’eccezione: Sandra Federici e Andrea Marchesini della rivista
Africa e Mediterraneo presenteranno 40 storie africane a fumettiitaliana
intorno
al tema ‘(Violazione dei) diritti umani’, e insieme all’autore cameru
nese
Christophe Ngalle Edimo discuteranno del ruolo educativo di
medium come il fumetto. Inoltre, premiazione per il ‘Comic of un
the Year’
– neanche a dirlo – alla grandissima Marjane Satrapi per Persepo
Applausi per loro, applausi per una fiera dagli occhi aperti. Fino lis.
ottobre. Programma, orari e tutto quello che cercate sull’ottim al 10
o sito:
http://frankfurt-book-fair.com
[email protected]
bazar 10 2004
leggere.rileggere di claudio amendola 29
Prode prodiere
timo
Avrei voluto dirvi quanto mi è piaciuto l’ul
Ma
to.
iona
emoz
ha
mi
to
quan
libro che ho letto…
co…
stavolta non ci ries
mia skipper, il
Prode prodiere. Così mi ha chiamato fino a oggi Eugenia, la
Bazar, e per me era un onore,
comandante del mio viaggio nelle recensioni di libri per
perché il prodiere in un equipaggio ha un ruolo fondamentale.
più la rotta, è in balia
Ma questo mese il prodiere ha perso il vento, non trova
mi è piaciuto il libro
quanto
dire
voluto
avrei
Vi
rotta.
è
delle onde e la bussola
mi ha emozionato.
quanto
e
o
commoss
ha
mi
quanto
O,
PATRICI
di Walter Veltroni SENZA
profondamente ha
Quanto
mio.
il
è
non
che
paese
un
Quanto vicino mi ha fatto sentire
re figlio ora che un
toccato le corde della mia paternità e quanto mi ha fatto risenti
padre non ce lo ho più.
e a scrivere una
Ma sono settimane che guardo lo schermo del computer senza riuscir
iva.
ripetit
,
sciocca
banale,
sia
non
che
riga
che potevo fare l’ho
E allora mi sa che me so’ giocato la dote, nel senso che quello
la lista per la
manco
scrive’
a
più
riesco
nu
io
visto,
s’è
fatto e chi s’è visto
spesa.
Ammaino la vela, mi tolgo la cerata e, a nuoto, ritorno a riva.
Buon vento a tutti.
Caro Claudio,
vacanze, il freddo
è un periodo strano, questo. Dev’essere il rientro dalle
sce a farci sentire
diminui
te
nosamen
vertigi
che
luce
la
e
pioggia
la
improvviso,
astienici, esangui.
sei l’unico, non sentirti
Anche tanti dei miei marinai (ho altri prodi prodieri, non
ati e faccio un po’
affatic
sono
sca!)
gigante
addosso il peso di una responsabilità
difficoltà a tenerli su.
volte mi sento un po’ sola
Ma quel che è davvero peggio è che anche io sono stanca e a
e guidare, di essere forte e
nella consapevolezza di non poter smettere mai di reggere
o di una nave.
prestante, proprio in quanto ho accettato il ruolo di capitan
la tua debolezza con
ando
confess
me,
a
amore
tanto
così
con
affidi
e
fidi
Ma se tu ti
dono. E provare,
il
irti
restitu
e
stesso
lo
fare
voglio
io
anche
tanta semplicità,
per raddrizzarti e
muscoli
i
usare
che
invece
mi:
mostrar
a
anche solo per un attimo,
Posso?
.
insieme
ci
riposar
per
te
a
tirarti in piedi, mi distendo accanto
E per chi vuole una pausa, c’è ancora posto accanto a noi…
Come comincia…
do per una strada
“Un giorno della mia vita, uno qualunque, passan
Vernice colorata
di Buenos Aires ho visto una scritta su un muro.
cio, te amo.
su una superficie senz’anima. Quattro parole: «Patri
i, di vedere
nt’ann
cinqua
quasi
in
to,
capita
mai
era
mi
Non
Papa».
nato
immagi
ho
E
.
figlio
un
a
padre
un
da
to
dedica
un graffito
quella scritta.
storie che possano aver prodotto il gesto di
a appesa al
In quella terra malinconica e triste, con l’anim
atto così semplice.
tempo, tutto sembra epico e grande. Anche ungiorno
su un muro…”
Diciassette lettere scritte da qualcuno, unverso i,propri
Storie d’amore tra padri e figli, di padri te faticoso. figli,
in una terra dal tragico passato e dal presen
Senza Patricio – di Walter Veltroni.
Edizioni Rizzoli
124 pag. € 9,50.
30 di nancy brilli
leggere.brilletture bazar 10 2004
[email protected]
L’odore
E’ un certo odore, un odore che non dimentichi… Una
volta che l’hai sentito, dopo lo rivuoi. E lo cerchi…
Ad esempio puoi stare seduta a terra su uno scalino in curva che
scende verso una radio nascosta. Righe sottili corrono verso un
infinito vicino, porte chiuse a bloccare il suono che esce, il suono
che entra. Strizzato il culo in un nero di pelle costosa, freddo
finto di aria condizionata, faccia bianca e stanca, rossetto. Siete
mai stati dietro le quinte, in un teatro? C’è un odore che non te
lo dimentichi, che ti ci affezioni, che lo rivuoi. Ingmar Bergman lo
conosce, e ne parla. E parla pure d’amore, e di arrabbiature, e di
cinema e di tanto altro, e tutto alto, tutto pieno, tutto interessante.
Leggetevi LANTERNA MAGICA. E’ bello.
…e per entrare nell’atmosfera
“A dodici anni ebbi l’occasione di accompagnare un musicista che suonava la celesta
di Strindberg... sera dopo sera assistetti, nascosto nella torre del proscenio, al matrimo dietro le quinte nel Sogno
nio tra l’avvocato e la
Figlia. Era la prima volta che sperimentavo la magia del teatro. L’Avvocato teneva una
tra il pollice e l’indice. La torceva, la raddrizzava e la faceva a pezzi. Non c’era nessunaforcina per capelli
vedevo! L’ufficiale stava dietro la porta delle quinte e aspettava di fare il suo ingresso. forcina ma io la
avanti a guardarsi le scarpe, le mani dietro la schiena, schiarendosi la gola senza fare Se ne stava chino in
rumore: una persona
normalissima. Poi la porta si apre e lui avanza sulla scena illuminata. Cambia, si trasform
a: è l’Ufficiale”.
Uno stralcio tratto da Lanterna Magica, di Ingmar Bergman
Lanterna magica, di Ingmar Bergman.
Edizione Gli Elefanti Saggi. € 9,30.
bazar 10 2004
[email protected]
notte.SUD di marcello amoruso 31
Ritual the club, una tendenza
girovaga. Il fetish a portata
di locale, filosofia dell’harddancing, performance splatter e
l’obbligatorio travestimento
In diretta connessione con il Torture Garden di Londra
Ritual e Silvia nel ‘99 danno vita a quello che fu il , dj
primo
evento Ritual the club, l’esordio del fetish a Roma:
o
forse l’inizio di una forma dichiarata di esserlo. In
confluiscono il precedente movimento dark/gothic esso
amanti di pratiche sessuali alternative: due scenee gli
già
visibilmente diffuse a Roma.
La scelta musicale è palesemente orientata – dicono
gli organizzatori – alla “filosofia dell’hard dancin
electroclash e frastuoni techno-industrial nei momenti g”,
clou.
Costanti i set di body performance estreme,
spesso con rinomati artisti della scena fetish
londinese. Ospiti di casa gli Skoid, crew di
Torbellamonaca che inscenano set di body
art a tinte splatter, con espliciti riferimenti alla
sottomissione sessuale del corpo, o meglio,
di alcune sue parti. Obbligatorio il dresscode,
assoluto il rifiuto di abiti casual. Qui il fetish
assume una forma originaria, che non circuisce
un movente prioritariamente sessuale, piuttosto
indugia sull’aspetto erotico che la fantasia riconosce
nelle
cose. Al Ritual The Club, fetish non deve necessariame
intendersi come calze autoreggenti, collant, scollatunte
top, latex, leather o quant’altro; fetish è più semplicemenre,
l’ostentazione sessuata o androgina di una qualsiate
si
fantasia: che sia un fumetto, un anima giappo
nese,
un desiderio infantile poco importa. Il Ritual non
l’espressione di un solo rituale piuttosto la composizione è
di
tanti quanti sono i personaggi interpretati dai frequen
tatori.
Al primo sguardo si è presi da una pulsione sessua
le
molto forte scatenata da trasparenti nudità e dalla
e gommosa perfezione degli indumenti. Un attimo lucida
è totale confusione. Difficile distinguere gli uomini dopo
dalle
donne, i corpi da maschere e travestimenti.
Quanto raccontato difficilmente accadrà in un’unic
notte, perché, come qualsiasi rituale che si rispettia
tutto avviene senza forzature: si tratta di un copion ,
e a
braccio che tutti possono recitare rispettandone essenz
a
e ruoli, fuori da forzature. Per info sui prossimi eventi:
www.ritualtheclub.com
Fetish fantasy
Post Romantic Empire porta
Sascha Ring a Roma
Il Post Romantic Empire ha scelto di partire dal Supper Club per inaugurare
la nuova stagione musicale con una serata-evento che porterà nel locale le
dita esperte del dj berlinese Apparat (al secolo Sascha Ring), il 13 ottobre.
Progetto internazionale attento ai temi e motivi dell’estetica romantica nella
produzione artistica contemporanea, PRE non disattende le aspettative e
per l’occasione chiama Apparat, il quale, con buone probabilità, non avrà
mai pensato di poter essere identificato come un post romantico, ma di
certo con questo fa i conti visti l’amore e la cura con cui lavora i suoni. Nato
in una piccola città tra le montagne del sud est della Germania, Sascha Ring
ha avviato i primi maneggi di dischi all’inizio degli anni Novanta. Da allora
ha attraversato diversi stili musicali, dalla gabber alla techno più dura, prima
di passare alle atmosfere visionarie e ingegnose della sound art, dove il
calcolo matematico e l’estetizzazione dei livelli di processamento del suono
divengono più importanti delle 7 note: ciò che prevale è il design virtuale
che il suono assume. Se non altro, Sascha Ring ha anche un cuore, e a
quelle forme algoritmiche riesce a intrecciare intense melodie. Apprezzato
musicista internazionale, collabora al progetto Moderat con Modeselektor (il
musicista elettronico preferito dai Radiohead), è producer per Ellen Allien
e per la sua BPitch Control, e con T.Raumschmiere gestisce la Shitkatapult,
etichetta di musica elettronica ampiamente acclamata. Per info: http:
//www.apparat.net; www.postromantic.com.
13 ottobre, via de’ Nari 14, Roma. Infoline 0668807207
A Giarre l’arte
sa
di vino
Scatta l’ora wine-bar anche
a Giarre e nasce Le figure: 130
di vini siciliani da sorseggiare
etichette
scaldata da pietra lavica natu tra note jazz e teatro in un’atmosfera
rale
.
Idea
to
in
perfetto stile wine
figure è il nuovissimo locale
di Giarre, che nel giro di poc -bar, Le
diventato punto di riferimento
o tempo è
per
artis
ti
e
frequentatori provenienti
dal vicino capoluogo etneo.
La
prog
ram
maz
ione artistica prevede
innanzitutto concerti jazz di
rinomati maestri di Catania
ma anche blues, teatro e cab
e non solo,
aret
.
Uno
spa
zio interamente in pietra
lavica e ferro battuto, intercal
ato
da
guiz
zi etnici. In stile liberty,
invece, i salottini in cui è pos
esclusivamente siciliani. “Sesibile gustare circa 130 etichette di vini
nza
esa
gera
re
troppo con il prezzo”,
assicura Giovanni, il factotum
Le Figure, Via Calderai 14 – enologo del locale.
Giarre (Ct). Info: 348888811
1
32 di alberto traversi
notte.NORD bazar 10 2004
[email protected]
Lo hanno fatto Dolce e Gabbana, Armani, Cavalli... Dopo aver vestito i corpi,non è
ora vestono spazi, divani, poltrone e tavoli, e chi non cena da Armani Nobu
abbastanza … Armani style. Per irrecuperabili fashion victims!
Robert De Niro, Sylvester Stallone, Renée Simonsen, Linda
Carol Alt: sembra il cast di un film sulla storia delle passerelle celebri, Evangelista,
si fa per dire, l’elenco degli invitati a una delle mitiche feste di Gianni in realtà è solo,
il decennio d’oro, quello degli anni’80. Oggi qualcosa è cambiato Versace. Correva
. La moda tira un
po’meno e la crisi incalza anche nel settore privilegiato del bel vestire.
Ma i rapporti
tra notte e prêt-à-porter non accennano a diminuire anzi registran
stilisti, un interesse trasversale, quasi parallelo, nel portare avanti o, da parte degli
delle collezioni progetti che includono discoteche, bar e ristorantiinsieme al design
moda!). I primi sono stati Domenico Dolce e Stefano Gabbana (ovviamente alla
ma solo in veste di soci, sul Post Garage, un locale che, grazie a mettere le mani,
in breve tempo discoteca di grido. Dal giugno 1998, proprio lì si a loro, è diventato
dei più divertenti post-sfilata della griffe milanese. Oggi, abbando sono svolti alcuni
nate le quote e la
direzione artistica dello spazio, la coppia siciliana punta molto sul
angolo attrezzato all’interno del loro negozio di corso Venezia 15. Bar Martini, un
nero: da quello patinato delle sedute in pelle a forma di cubo, a Dentro domina il
colonne e del bancone, illuminato da un lampadario scenograficoquello lucido delle
ravviva l’ambiente. Il clima è comunque austero, ideale per lunch dache a suo modo
aperitivi pre-serata. A poca distanza, sempre intorno ai confini di una piccola cucina e
zona nota in tutto
il mondo come quadrilatero della moda (un rettangolo i cui lati coincido
vie dello shopping meneghino, via Montenapoleone, corso Venezia, no con grandi
via della Spiga e
via Manzoni) sorge il megastore di Armani, un mall del lusso che compren
de negozi
di abbigliamento, elettronica, dolci, suppellettili per la casa e fiori, tutti
legati in qualche
modo al marchio di Re Giorgio. In mezzo a cotanto lusso, non potevano
dedicate al ristoro e al divertimento notturno. C’è l’Emporio Armani mancare zone
Café, elegante
american bar con entrata in via Crocerossa, il rinomato ristorante giappon
ese Armani
Nobu, con entrata in via Pisoni e, sempre in via Pisoni, il nuovissimo
Armani Privé. Qui
270 metri quadrati ospitano un banco bar, sedute comode e avvolgen
ti, la consolle per
il dj e una piccola pista per ballare. Sulle pareti si affacciano oblò circolari,
scanditi da
bacchettine di legno di ispirazione giapponese, così come di derivazio
è anche il pavimento tipo tatami. Ben lontano dal minimalismo zen ne giapponese
che caratterizza
l’ambiente Armani, il Just Cavalli Café, café ispirato al mondo di Roberto
lui aperto qualche mese fa, punta tutto, o quasi, sul camouflage di derivazio Cavalli, da
ne animale,
un must che ha reso famose nel mondo le collezioni dello stilista. La
conosciuta della Torre Branca, storico edificio milanese alto ben 108 location è quella
metri, costruito nel
1933 dietro progetto del grande architetto Giò Ponti. Tra cristalli, arredi
luce curatissimi, spiccano frequentazioni eleganti, sexy e un po’osé preziosi e punti
com’è d’altronde
lo stile del suo fondatore.
Post Garage via Castello, 5 Legnano.
Bar Martini, corso Venezia 15, Milano.
Armani Nobu e Armani Privè, via Pisoni 1, Milano.
Just Cavalli Café, viale Luigi Camoens, c/o Torre Branca Milano.
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l
coo
+
ta
lis
sti
o
L
Quello che apre un
locale tutto suo!
Siamo a Paderno Dugnano, a due passi da Milano: è qui
che ha da poco aperto il Nausicaa Show Restaurant Music
Hall, locale interessante per struttura e programmazione.
L’arredamento si allontana dai canoni urbani per trovare il calore
di un arredo classico dove, accanto ad affreschi neo romantici,
trovano posto complementi in legno e colori della terra: rossi,
verdi di bosco, blu, ocra e oro. Il locale è aperto soltanto per il
fine settimana, ma è soprattutto la domenica che attira il pubblico
più trendy. Merito di Paolo Pignotti e del suo Aperitmico: un
happy-hour con dj a base di hip hop, lounge, happy house e r’n’b.
Buone nuove arrivano anche dal bergamasco, precisamente da
Dalmine dove è da poco sorta La Contrada. L’idea dello staff è
quella di ricostruire un antico borgo paesano, ed effettivamente
varcata la soglia d’ingresso l’impressione è quella di viaggiare nel
tempo e nello spazio: dal ventunesimo al ventesimo secolo, dalle
luci dell’autostrada a quelle fioche e morbide di lampioni in ferro
battuto. Archi, capitelli, ringhiere lavorate e un immenso trompel’oeil raffigurante un borgo medievale fanno il resto.
Nausicaa Show Restaurant Music Hall, via Tirano, 14. Paderno
Dugnano, Milano
La Contrada, via Friuli, 29. Dalmine. Bergamo.
[email protected]
bazar 10 2004
The No Future,
top dj in Emilia
Siete tra i mondani very cool a cui
piace ballare quella specie di pop
omogeneizzato con forti dosi di ritmo
e alienato da sogghigni punkettari che
imperversa in tutti i club che contano
dell’universo? E allora leggete qui!
Amate quel miscuglio di Cameo, Talkin Heads, Jazoo, New
Gang of Four, Prince, Moroder, Kraftwerk, Section 25, 23 Skidoo, Order,
Clash,
Suicide, Martha and the Muffins, Cure..., che da un paio
d’anni detta
legge nel circuito dell’underground più hipe saldando abilmen
e dilettevole, vestito avanguardistico e appeal commerciale, te utile
sensibilità, con cari saluti all’idea di un orientamento pionieri “senso” e
musica da ballo e però tanta soddisfazione nel sapersi tra gli stico della
cinici e ironici di un revivalismo obbligato, senza via d’uscita estimatori
?! Bene. Ci
sono un paio di appuntamenti notturni
nel mese che viene, che vi offriranno anche l’occasione di
mare il discorso trito e ritrito del “fa fico perchè ricorda gli annibuttare al
toccare le note ben più desolanti di un precoce ritorno della ‘80”, per
acid che, compromettendosi con i tempi spuri della battuta stagione
grezza e
corposa hip popettara, puzza di ancora più precoce neo big
beat. Senza
la sguaiatezza festaiola di 7 anni fa però, perchè c’è molto meno
da stare
allegri di questi tempi!
Direttamente dalla Gomma Records di Monaco, quasi privé
sofisticato
della GiGOLo, l’ammiraglia teutonica della Dance di tendenz
a, il 7
approda al Maffia di Reggio Emilia mister Headman, al secolo
Rob Insinna, un album e una manciata di singoli all’attivo lo svizzero
tra cui quel
“So then” premiato dal Jockey Slut di inizio 2004 come miglior
mese. Cos’è Jockey Slut?! Ahiahiai!! ‘E la rivista di dance culturepezzo del
più lunga di tutte le altre su cos’è “attuale” o meno in questo che la sa
Cito testualmente, per orientarvi sulla piega verosimile che momento.
serata nel “club dei club OFF” italiani: “’So then’, possiedeprenderà la
un giro di
basso molto Clash con Jam, qualche synth anni ‘80 e una chitarra
rock,
il tutto mescolato a formare un motivo dance di classe”. Ma
dobbiamo
aspettarci una mitragliata di disco-punk alla Dfa/Rapture/Output?
Si e no,
perchè, sempre secondo l’autorevole bibbia del clubbarolo informa
to, lo
svizzero Headman è fondamentalmente un Party Animal più
manhattan Type, è più warm, feelgood and istant, più disco. che un cool
Capitoo?
Ivan Smagghe
E invece
che suonerà il 31 in un luogo di
Bologna ancora da definire, chi è? Ma come?! E’ il selezionatore
dell’anno
già residente al mitico Pulp di Parigi, membro con Arnaud
Rebotini del
duo alfiere del revival acid Black strobe, che oltre a incidere
super come Turbo, Output e Tigersushi, ha remixato tutto il per labels
remixabile
del “nuovo e figo”. Andatevi a prendere le compilation prodotte
nel
2004 Death Disco e Suck my deck, dal titolo emblematico come
il nome
della sua serata parigina How to kill a dj. Avrete un ritratto
un dj che non prende più sul serio la maniera tradizionalecompleto di
(vedi confezionatore di tappeti ritmici per lo sballo di massa) di esserlo,
puzza di esaurimento delle possibilità di pura innovazione che sente
e evoca la morte della discoteca; che punta su una voracedella dance
per sfuggire all’empasse di una crisi di prospettive. Il suo soundsensualità
è pieno
di riferimenti all’electro pop irrobustiti da divagazioni funky-h
ouse.
Ma in questa ondata di contaminazioni non c’è traccia del
sperimentale delle simili esperienze new wave e post punk carattere
non tanto per l’insistenza sulla comunicabilità dei pezzi, ma anni ‘80, e
si plagia per nostalgia e/o disillusione. La scena alternativa perchè qui
rappresenta
il main stream rivestendo i panni degli archetipi della combin
azione
arty, ovvero i protagonisti del postmodernismo musicale
fa, ma senza pretendere la sospensione d’incredulità, di 25 anni
Il divertimento è assicurato perchè la scaletta è piena di dissacrando.
atmosfere e
pose in cui riconoscersi, di già sentito che fa tornare in mente
canzoni
piaciute tanto nel passato, di una immediatezza condita di eleganz
a che
appaga sia la voglia di essere coinvolto senza tante storie, che
il bisogno
di sentirsi comunque “avanti”. Il francesino Cut copy ospitato
delle compilation di Smagghe, si fa molte domande sul futuro in una
“futures” ma già sa che molto è deciso dal gioco tra l’essere nella sua
tagliata” oppure un “copione”, un copy cat. Dilemma epocaleuna “copia
Per sapere dove metterà i dischi a Bologna Ivan Smaggh !!
e consultate
www.geocities.com/italy-gig-list.
notte di andrea lisi 33
34 di claudio coccoluto
notte.nottetempo bazar 10 2004
[email protected]
Qualche effluvio… al resto pensateci voi
Musica come benzina per muoversi.
Musica come alfabeto per comunicare.
Musica come chimica per l’ebbrezza.
Musica come un abbraccio sulla pelle, una vacanza della
mente, un momento di comunione, un atto di seduzione.
Questo mese basta così. Basto così.
A
T
S
A
B
E
,
A
C
MUSI
A
36 di chiara spegni
gusti bazar 10 2004
[email protected]
us libanese
Carne dei poveri, i legumi impazzano, da Oriente ad Occidente. Dall’humm
in ogni
classico
un
tano
rappresen
legumi
di
base
a
piatti
i
tofu,
al
bisi
e
risi
dai
alla ribollita,
dei
tavole
sulle
specie
sta,
trasformi
una
soia,
cucina. La star a livello internazionale è la
tutto.
con
sposano
si
piselli
e
fagioli
mentre
ni,
vegetaria
foto www.oltremara.com
Legum i !
I ceci di Cicerone
Dopo la soia e i fagioli, sono i legumi più coltivati del
mondo. Fra i primi alimenti consumati dall’essere
umano, erano molto diffusi tra i romani. Basta
pensare al celebre poeta Cicerone: il suo nome di
famiglia deriva dai “ciceri”, i ceci. Molto amati in
India e nei Paesi del Medio Oriente, sono presenti in
molte preparazioni di ricette delle cucine regionali
italiane, dal Piemonte alla Sicilia. Il purè di ceci,
l’hummus, è un piatto tipico libanese, molto amato
da vegetariani e non: va bene con tutto, spalmato
sul pane o insieme a carne o verdure. Basta passare
nel mixer i ceci cotti, cumino, aglio, olio, succo di
limone e peperoncino a piacere. Se c’è, aggiungere un
cucchiaio di tahina, la pasta di semi di sesamo.
Fave, un po’ demodé
Originarie della Persia, queste leguminose erano
molto comuni nella Grecia antica, dove, oltre ad
essere impiegate nei riti funebri, avevano una
funzione particolare: servivano per conferire un voto
favorevole o negativo nell’elezione dei magistrati
(colore chiaro o scuro della buccia). Utilizzate anche
dai romani, sempre per celebrare i morti e nei riti di
purificazione in genere venivano mangiate crude con
formaggi e salumi. Alimento fondamentale durante il
Medioevo e poi nel Rinascimento, cadono in disgrazia
con l’arrivo dall’America dei fagioli.
I bisi veneziani
Le prime coltivazioni di piselli risalgono al neolitico
e, da allora, i baccelli verdi sono stati sempre
utilizzati. Impiegati da greci e romani, riscuotono
grande successo alla corte del re Sole, in Francia.
L’antico piatto di risi e bisi (risotto con piselli)
della Serenissima Repubblica di Venezia veniva
tradizionalmente offerto ogni anno al Doge il 25
aprile nella ricorrenza del patrono S. Marco: per
4 persone 250 gr di piselli teneri e dolci, 250 gr di
riso vialone nano, 60 gr di burro, 50 gr di pancetta,
1 cipolla, prezzemolo, sale, pepe e parmigiano;
soffriggere cipolla e pancetta con mezza dose di
burro, aggiungere i piselli e poi il riso, mescolando e
aggiungendo ogni tanto un po’ di brodo. A fine cottura
cospargere il risotto con il trito di prezzemolo,
spegnere il fuoco e lasciar mantecare qualche minuto
con sale, pepe, l’altra metà del burro e parmigiano.
Y
ione vegetariana: il tofu
La soia e una pass
anni in Oriente, è il legume più impiegato nel mondo.
Conosciuto da almeno 4.000
il
La sua presenza in Cina sarebbe documentata dal 3.000 AC. Tra i suoi derivati: tofu,
diluiti; il
latte, che si ottiene dai semi macerati a lungo in acqua, poi frullati e
soia bollita
il formaggio vegetale; la carne; la lecitina; l’olio; la salsa; il temphe,
navigatori
e fermentata grazie a un fungo; germogli; pane e pasta. Scoperta dai
XIX secolo,
olandesi e portoghesi nel XV secolo, la soia riesce a diffondersi solo nel
in Asia
coltivata
essere
ad
comincia
e
dall’Asia
ioni
importaz
le
no
aumenta
quando
to uno
considera
veniva
grande”,
“fagiolo
cioè
tou”,
“ta
cinese
in
soia,
e Africa. La
cereale
dei 5 cereali sacri, insieme a miglio, frumento, orzo e riso, anche se poi
sarebbe
non era. Il tofu invece, una sorta di formaggio vegetale a base di soia,
di arti
stato creato da Li An, un monaco vissuto in Cina duemila anni fa esperto
arriva in
alchimistiche. Il tofu arriva in Corea e in Tailandia, non tocca l’India ma
Altre
Occidente. Tofu è un termine giapponese che significa “carne senza ossa”.
ed.
informazioni nel libro “Il tofu e la cucina vegetariana” di Giuliana Lomazzi,
euro.
7,9
Nuove,
Tecniche
latinoamericani gli egizi li offrivano agli
I fagioli, famosigiorno,
insieme al riso, mentre
Gli Inca li mangiavano ogni
crudi”,
dei. Un proverbio dice che in Messico “nemmeno i topi mangiano i fagioli
zuppa di
perché c’è sempre nei paraggi una olla (una pentola di coccio) con una
e Portogallo,
fagioli sul fuoco. Alimento basilare nella cucina di Sud America, Spagna
piatto
si chiamano frijol negro in spagnolo o feijao in portoghese. In Brasile il
di
nazionale è la feijoada, dove i tipici fagioli neri sono immersi in uno stufato
y Cristianos,
carne, che si gusta spesso nel weekend. A Cuba invece il piatto Moros
o oggi
è il piatto di capodanno, a base di riso e fagioli. I tipi di fagioli che conosciam
di
fonte
un’ottima
rivelano
si
e
rica,
dell’Ame
scoperta
la
con
solo
Europa
arrivano in
secolo.
XVI
nel
e
pestilenz
e
carestie
di
causa
a
denutrite
ni
proteine per le popolazio
i tempi
Una Befana d’altr
na è quella di preparare la Torta del giorno della Befana:
Un’antica usanza marchigia
si nasconde
un dolce con frutta secca e candita, cannella e rum, dove nell’impasto
La
un grande fagiolo secco. Chi lo troverà sarà il re o la regina della giornata.
d’orzo,
Befana delle origini, nel mondo contadino di una volta, lasciava caramelle
Lei in cambio
castagne bollite e nocciole e ai bambini cattivi cipolle e carbone vero.
Con del
casa.
di
tavolo
sul
fave
di
zuppa
una
o
fagioli
e
pasta
di
piatto
riceveva un
ente.
vino rosso naturalm
Fu
sc
bazar 10 2004
[email protected]
Le lenticchie
portafortuna
gusti di chiara spegni 37
Qualche guida
in inglese
Tracce di lenticchie sono state rinvenute in alcune tombe risalenti
al periodo neolitico in Siria e Turchia. La parola lenticchia deriva dal
latino lens, termine che ha poi identificato anche le lenti ottiche, del
tutto simili nella forma alla leguminosa. Regine nella cucina indiana,
dove non manca mai la zuppa di dal (lenticchia), sono diffuse in
grande varietà, intere e spezzate, verdi, gialle, marroni e arancioni.
Sono famose anche nella Bibbia: per un piatto di lenticchie Esaù vende
la primogenitura al fratello Giacobbe. Spesso preferite ad altri legumi
per le piccole dimensioni, a parità di peso sono in numero maggiore,
e mangiare lenticchie nel primo giorno dell’anno dovrebbe far
guadagnare lo stesso numero di monete d’oro.
Curiosità varie
I lupini, consumati in genere durante le carestie, sono oggi considerati
in Italia e Grecia come uno snack, mentre impazzano in Bolivia e
Perù. In Africa e Asia a volte sono utilizzati per fare un surrogato del
caffè. Le arachidi, originarie dell’America Latina, vengono chiamate
noccioline americane e dopo i piselli sono i semi più ricchi di
proteine. Abbinate a pasta, pollo e insalate, sono spesso utilizzate
nella cucina creativa; l’olio è impiegato per le fritture, mentre il burro
di noccioline è la nutella dei bambini americani.
Yin e yang
Basta aprire un manuale come “Macrobiotica. Ricette classiche”,
ed. Demetra, 5,16 euro, per scoprire alcune qualità dei cibi. Ci sono
quelli yin, che contengono più potassio, hanno un sapore acido,
amaro, molto dolce o aromatico e un alto grado di acidità. Quelli
yang contengono più sodio, hanno un sapore salato e un alto grado di
alcalinità. Le lenticchie sono cibi yang, mentre i piselli sono cibi ying.
Nelle stagioni calde è meglio privilegiare i cibi yin, in quelle fredde i
cibi yang.
Vegetariani e non, in Usa è più facile trovare guide specializzate in
particolari ingredienti. Su www.amazon.com abbondano titoli anche
sui legumi. Un must in materia è “The Bean Bible: a Legumaniac’s
guide to Lentils, Peas, and every edible bean on the planet!” di Aliza
Green, a 13,27 $; per mangiare fagioli a colazione, pranzo e cena
“The Bean Gourmet presents: The little Bean Cookbook” di Tom
Chasuk, per 12,95 $; “Lean bean cuisine: over 100 tasty meatless
recipes from around the world” di Jay Solomon, 1,50$; per 6,64$ c’è
anche “The Bean book”, in un virtuale viaggio nelle cucine del globo,
di Roy F. Guste padre e figlio; studiato per i principianti in cucina
“Romancing the Bean: essentials for creating vegetarian bean dishes”,
per 5,78 $; poi “Beans, Lentils and Tofu Gourmet” di Rose Robert,
13,27$; “More easy beans” di Trish Ross e Jacquie Trafford, 6,34 $;
“Boutique Bean Pot: exciting bean varieties in superb new recipes” di
Kathleen Mayes e Sandra Gottfried promette ricette creative.
Un piatto contadino
La ribollita è una preparazione tipica toscana, ottenuta ripassando
in forno una zuppa di verdura, indimenticabile quando gli ingredienti
arrivano direttamente dall’orto di casa. Ottima come piatto jolly
invernale per i vegetariani, senza sale è indicata per chi ha
problemi di pressione alta. La zuppa più usata è quella di fagioli
cannellini e cavolo nero, ma si può fare con qualsiasi minestra di
verdura. Ingredienti: 400 gr di cannellini secchi, verza e cavolo nero
400 gr, due coste di sedano, due carote, due cipolle, 400 gr pomodori,
un porro, uno spicchio d’aglio, timo, un bicchiere di olio di oliva, pane
raffermo a fette 400 gr, sale e pepe. Ammollare i fagioli cannellini per
12 ore in acqua fredda; una volta scolati aggiungere il timo e l’aglio
con la buccia e far bollire il tutto a fuoco lento per due ore, salando i
fagioli poco prima della fine della cottura; tagliare a rondelle sedano,
carote e parte bianca del porro, a strisce le foglie di verza e di cavolo
nero, a filetti i pomodori; passate al passaverdura 3⁄4 dei fagioli e
aggiungerli al brodo di cottura; rosolare la cipolla con 3⁄4 di olio e
cuocere con la verdura per dieci minuti a fuoco lento, poi aggiungere
pomodoro, verza, cavolo, timo, sale, pepe e infine il passato di
fagioli con il brodo; cuocere altri 60 minuti, poi versare i fagioli interi
lasciandoli amalgamare dieci minuti; distribuire a strati la zuppa
e le fette di pane insaporite con olio, pepe e cipolla in una teglia;
infornare in un tegame di terracotta per 30 minuti a 170° e lasciare
riposare per dieci minuti prima di servire.
uori fa freddo. Dentro ci
calda una zuppa…
Legumi a volontà, da gustare anche con gli occhi, nel volume
“Zuppe”, salate e dolci, di Roland Durand, con le fotografie di Sophie
Tramier, Fabbri ed., 26 euro; supereconomiche le guide di Anne
Wilson “Zuppe da tutto il mondo” e “Zuppe rapide”, ed. Gribaudo a
1,60 euro; nella collana “i manuali della buona tavola” ed. Hobby &
Work “Le minestre”, a 7.90 euro; stesso titolo per un altro ricettario
ed. Vallardi, di Orietta Sala, a 9,30 euro; nella collana “cucinare
oggi” ed. De Vecchi, c’è il manuale su “Le minestre e le zuppe”, a
6,50 euro; promette bene “Ricette mondiali di zuppe e minestre” di
Rosario Buonassisi per Mondadori, 20 euro; più specifico “I legumi”
della biblioteca culinaria, per conoscerli, prepararli e cucinarli con
le ricette dei grandi cuochi, a 28,50 euro; un classico è “500 ricette
di legumi” di Alba Allotta, per un’alimentazione sana e naturale, ed.
Newton & Compton a 11,50 euro. Avviso ai viaggiatori: una buona
corba (zuppa) in Turchia d’inverno è d’obbligo. A Instanbul un locale
da provare anche in inverno, proprio per la zuppa del giorno, è il
Sarimsak, in Haviar Sok. 38/1, a Cihangir; tel. (0212) 2937656, aperto
dalle 10 alle 23.30, la domenica chiuso.
Riso basmati con lenticchie rosse decorticate, servito con
peperoni al curry o melanzane allo yogurt, oppure un orzotto
al posto del solito risotto; poi ceci agli odori, saltati con aglio
e aromi; cannellini all’uccelletta, con pomodoro e salvia;
crocchette di fagioli o lenticchie (non fritte ma al forno); zuppa
di fave e cicoria; spezzato di piselli e carciofi; minestre di ceci
e farro. Nel circolo Arci, nel centro di Padova, il ristorante
vegetariano Luna nuova cambia spesso il menu, è a buon mercato
e per questo è molto frequentato da universitari, sposando la
buona cucina a prodotti genuini, per il 90% biologici. Claudio
Friscione e Franco Levorato ai fornelli offrono al cliente la
possibilità di scegliere diverse combinazioni di piatti, conditi
solo con olio extravergine e mai fritti: due pietanze a 7,90 euro;
tre pietanze a 8,80 euro; cinque pietanze a 9,90 euro, escluso
antipasto (2,50 euro), coperto (1,30 euro) e bevande. Sono tante
le ricette che valgono l’assaggio, come i tortini di miglio con
verdure di stagione saltate a parte con formaggio grattugiato,
cous cous con ceci e vari sughi o ragoût vegetali. C’è sempre la
pasta e la pizza, con farine integrali. Per entrare basta essere
socio Arci: la tessera annuale costa 10 euro. Luna nuova è aperto
a pranzo dalle 12.30 alle 14 e a cena dalle 19.30 alle 24, ma la
cucina chiude alle 22. è vicino al Duomo, in via San Gregorio
Barbarigo 12; Tel. 0498758907; chiuso domenica e lunedì.
38 di chiara tacconi
gusti bazar 10 2004
[email protected]
Terme
Località Madonna Assunta, Pigna (Imperia). Tel. 0184 241046
Chiuso il mercoledì
Spesa media 30 euro
I fagioli di Pigna, insieme a quelli di Badalucco e di Conio, sono una felice riscoperta
ligure: crescono nei terrazzamenti, sui terreni più in alto, e si può quindi immaginare
quanto siano rari. Nel ristorante annesso all’albergo che accoglie gli ospiti dello
stabilimento termale, il menu (variabile a seconda della stagione) offre questi piccoli
capolavori della natura. Capra con fagioli bianchi di Pigna è uno dei piatti forti del locale,
insieme a tagliolini, ravioli di magro, coniglio alla ligure, stoccafisso accomodato e, per
concludere, dolci della casa.
Il canto del maggio
Località Penna Alta 30 d, Terranuova Bracciolini (Arezzo). Tel. 055
9705147
Chiuso il lunedì e il martedì
Spesa media 34 euro
Il fagiolo zolfino (così chiamato per il colore giallo come lo zolfo) è
diventato un po’ il simbolo dei legumi rari
e buonissimi e la sua fama non è esagerata. La sua zona di produzio
ne è il Pratomagno, sulle colline aretine,
ed è qui, a Terranova Bracciolini, che merita andare a cercarli. Il canto
del Maggio è un delizioso ristorante
nell’antico borgo di Penna Alta, dove i prodotti tipici vengono trasform
ati in golose proposte gastronomiche.
Un piatto di fagioli zolfini conditi con un filo d’olio di queste terre
è davvero un’esperienza da provare, magari
insieme ai moscardini al Chianti; dal menu segnaliamo anche papparde
lle, cinghiale e lepre quando è stagione
di caccia, e il peposo alla fornacina, senza dimenticare i dolci fatti
in casa.
Da Pompeo
Sapore semplice
e
raro
Stavano per sparire. Finché
contadini, gourmet e ristoratori
non li hanno salvati. Ecco dove
assaggiare alcuni dei legumi più
rari (e più buoni).
Vico al Piano 14, Foggia. Tel. 0881 724640
Chiuso la domenica
Spesa media 28 euro
Nelle campagne foggiane si coltiva un legume tenero e saporito,
che non ha bisogno né di concime né di trattamenti. La fava
di Carpino, ad esempio, una delle varietà più apprezzate della
regione, viene cucinata con le erbe o gustata come semplice
contorno, abbinata magari a vini rosati del luogo. Anche in
pieno centro storico, in questo ristorante accogliente e molto
frequentato, è possibile gustare le prelibatezze della campagna
come il mitico legume di Carpino. Cicorie con purè di fave e
minestra di fave sono due dei piatti che più ne esaltano il sapore,
ma sarebbe un peccato non assaggiare anche l’agnello al forno con
patate e funghi o i piatti di mare. Il tutto innaffiato da vini della
regione.
Design
Q
Square
Via Sottoriva 15, Verona. Tel 045597120,
prenotazione cena 335 8130293
Sempre aperto, solo al sera
Tipo di cucina fusion
Specialità del locale gamberoni lardellati
su crema di lenticchie
Spesa media 30 euro vino incluso
Dolci da fornitori di fiducia
Vino consigliato degustazione champagne
al bicchiere
Piatti dietetici insalate per vegetariani
Particolarità mercoledì sera massaggi
shatsu
Numero coperti 70
Carte di credito Mastercard, Visa
Musica venerdì sera DJ (elettronica, house),
domenica sera live jazz
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori no
Servizi per disabili no
Illuminazione soffusa
Tradizionale
Perbacco
Via Montechiaro 26, Villa San Secondo (Asti).
Tel. 0141905525
Chiuso il mercoledì e giovedì
Tipo di cucina regionale
Specialità del locale girello di vitello al sale
con macedonia di verdure
Spesa media 30 euro
Dolci della casa
Vino consigliato del Monferrato
Piatti dietetici no
Particolarità angolo enoteca con vendita
Numero coperti 35
Carte di credito tutte
Musica no
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori no
Servizi per disabili sì
Illuminazione diffusa
Etnico
La Maison Espana
Via Montegani 68, Milano. Tel. 0289540234
Chiuso lunedì e martedì, aperto solo la sera
Tipo di cucina spagnola
Specialità del locale paella
Spesa media 32 euro
Dolci della casa
Vino consigliato dalla carta
Piatti dietetici vegetariani
Particolarità spettacoli di flamencos e sevillana
Numero coperti 200
Carte di credito tutte
Musica dal vivo e dj set
Gentilezza personale buona
Sale fumatori no
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
bazar 10 2004
[email protected]
gusti di chiara tacconi 39
i
e
Italiani
all’estero
Un brindisi “critico” nei centri
Fra le tante fiere e mostre che hanno per protag sociali
il vino, questa si
distingue per l’originalità dell’idea: riunire piccolonista
i produttori e parlare di
temi “scabrosi” come il prezzo sorgente o i consum
Libertà/Critical Wine - Fiera dei particolari e nascei. Si chiama Terra e
dalla filosofia di Luigi
Veronelli, mostro sacro dell’enogastronomia, che
oltre
vini e ristoranti d’Italia nelle guide che portan il suo a recensire i migliori
nome non si stanca
mai di ripensare al modo di fare cultura attravoerso
la tavola. Per ogni
dettaglio vi rimandiamo alla pagina Fenomeni di questo
numero.
Eat & go
Enoteca
Boccondivino
Piazza del Garigliano 3, Città di Castello
(Perugia). Tel. 0758523152
Chiuso lunedì e martedì
Tipo di cucina taverna – wine bar
Specialità del locale tagliere di salumi umbri e
toscani
Spesa media 25 euro
Dolci fatti in casa
Vino consigliato soprattutto umbri
Piatti dietetici no
Particolarità bruschette e spuntini fino a tardi
Numero coperti 120
Carte di credito tutte
Musica sì
Gentilezza personale buona
Sale fumatori no
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
La Caneva al ristorante Canaletto
Castello 5490, Venezia. Tel. 0415212661
Sempre aperto (ristorante aperto a pranzo e
cena, enoteca solo a cena)
Tipo di cucina tradizionale, con ottimi piatti di
pesce
Specialità del locale “squaquaciò” di mare in
cocotte con polenta filante
Spesa media 70 euro
Dolci fatti in casa
Vino ottima cantina
Piatti dietetici no
Particolarità di fronte alla casa del pittore
Canaletto
Numero coperti 100
Carte di credito tutte
Musica no
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori sì
Servizi per disabili no
Illuminazione soffusa
Un concentrato di stile italiano?
Provate a Londra, a Notting Hill,
all’angolo fra Westbourne Grove
e Portobello Road. Entrate nel
Negozio Classica e vi sentirete
in un’ambasciata italiana del
gusto. La ristorazione italiana
all’estero troppo spesso è nelle
mani di improvvisatori che
propinano improbabili spaghetti
alla bolognese e pizza senza un
filo di mozzarella. O, all’estremo,
è relegata in ristoranti carissimi
e inaccessibili legati alla fortuna
di uno chef. Allora ecco l’idea
nuova: aprire un “negozio”
dove tutto, dal design al caffè,
rappresenta il meglio dello stile
italiano. Classica, azienda nata da
una costola della prestigiosa casa
vinicola Avignonesi, distribuisce
vini, prodotti tipici e artigianato di
eccellente qualità. E ha pensato di
creare uno spazio suggestivo dove
acquistare prodotti e bottiglie, ma
anche assaggiare vino al bicchiere,
magari nell’area lounge arredata
con poltrone e luci basse,
gustando creazioni gastronomiche
tutte italiane inventate dallo
chef Lucio Pompili. Questo di
Londra è solo il primo Negozio
Classica, presto sarà riproposto
anche in altre città del mondo,
con lo stesso stile fortemente
improntato agli anni Cinquanta, lo
stesso menu e la stessa cura per
l’ospite. http://www.classica.it/
londra/neg-lon.htm.
40 di eva buiatti
gusti.mangia come leggi bazar 10 2004
Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni
[email protected]
diverse
caldo gallego sotto la pioggia in autunno
Un
“Aveva bisogno di sapori profondi, lontani, come un latte materno recuperato
abbondante, troppo
dalla memoria del palato, e si cucinò un caldo gallego, troppo
a contemplarla come un
sostanzioso, e dopo aver tolto la pentola dal fuoco rimase
ia” .
vaso chiuso di Pandora dal quale non poteva uscire che malincon
, Marzo 2001.
M. Vasquez Montalban, Il fratellino, Universale Economica Feltrinelli
da rosticciana,
Mettete a bagno la sera prima 300 gr. di fagioli cannellini e procuratevi un quarto di cavolo verza, due costole di maiale
pentola alta da brodo
200 gr. di manzo da lesso, una salsiccia ben pepata, un etto di pancetta, una cipolla, un chilo scarso di patate. In una
spellata e disfatta,
fate un soffritto di cipolla a cui aggiungerete, quando la cipolla sarà ben cotta e trasparente, la pancetta a dadini e la salsiccia
sono salate), la
che lascerete indorare. Aggiungete adesso acqua abbondante (circa 2 litri), un po’ di sale grosso (attenti: salsiccia e pancetta
e a tocchi non troppo
rosticciana, il manzo e i fagioli. Coprite fino a che non prende il bollore. Intanto tagliate a striscioline il cavolo verza
tanto la schiuma con
piccoli le patate sbucciate, e aggiungete il tutto alla zuppa. Aggiustate di sale e lasciate bollire a fuoco basso, levando ogni
e mezzo). Scolate con la
la schiumarola, fino a che i fagioli insieme a tutto il resto saranno ben cotti, meglio di più che di meno (ci vorrà un’ora
alla zuppa e prima
schiumarola una parte dei fagioli e delle patate e passateli con un po’ del brodo nel frullatore. Aggiungete di nuovo il frullato
coccio.
di
ciotole
in
o
minestra
da
piatti
in
caldo
ben
Servite
tritato.
prezzemolo
di
e
fresco
nero
pepe
di
di servire spolverate
E’ un piatto tosto da autunno umido e da freddo nelle ossa, adatto a tutti quelli che lavorano all’aperto: operai edili, archeologi
medievalisti (che scavano a volte in posti freddissimi), mannequins che d’autunno presentano la collezione di primavera,
e
tassisti con il riscaldamento rotto, ragazze impegnate a ridipingere da sole il proprio appartamento con vernici a calce fredde
e
casa
da
lontani
senegalesi
gradino,
un
su
seduti
suonare
da
fisarmonica
la
con
rom
bambini
stufetta,
senza
bagnate, giornalai
che hanno rinunciato alle usanze mussulmane. Serve a scacciare quel primo pizzicore alla gola e quel piccolo freddo dell’anima
sul
che parte dallo stomaco quando le giornate diventano corte e ci capita, tornando a casa, di inciampare con i piedi bagnati
primo gradino perché già la luce del giorno non c’è più. Se riuscirete a raccogliere un gruppetto di queste persone infreddolite,
piatto
anche semplicemente spargendo la voce, potete offrire loro il caldo gallego insieme a crostini di pane fritto e un bel
il caldo
di formaggi, da mangiare partendo dal più dolce e finendo con il gorgonzola. Vino rosso corposo, mi raccomando. Se
vi avanza potrete benissimo mangiarvelo il giorno dopo nel velo dei ricordi, con la coscienza tranquilla per avere compiuto
un’opera di bene. Soprattutto, non buttatelo nella tazza del gabinetto come Montalban fa fare al suo personaggio Carvalho.
Agile libretto della serie Carvalho, cara a tutti gli estimatori di Montalban. Costretto dalle poche pagine
e dalla tipologia del racconto breve, qui il nostro Manuel è un po’ più essenziale del solito: nel bene
e nel male, perché il suo barocchismo estasia alcuni e sazia altri fino all’indigestione. Per i pochi che
ancora non conoscono l’autore, questo libretto è un buon modo di decidere se il suo tono dolcepiccante, il suo cinismo etico, il suo sbattere in faccia a ogni rigo l’ironia catalana come un patrimonio
genetico ci si confanno, e ne vogliamo sapere di più. Per chi ama il buon cibo, è una finestra aperta su
mondi culinari sconfinati, sconosciuti e a volte impossibili descritti, o meglio evocati, da un passionale
ghiottone. Se siete a dieta (del corpo o della mente), è meglio che non leggiate Montalban.
Se c’ è un libro che vi piace,
con un personaggio che
mangia con gusto, e vi siete
sempre domandati che sapore
avrebbe il suo piatto, scrivete a:
[email protected]
Troverete
prossimo
la ricetta sul
numero di Bazar!
42 di lorella scacco
arti bazar 10 2004
nicartacea su cui
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che
Artisti
[email protected]
dipingere, altri che si concentrano sui prodotti da di
supermercato. E poi c’è chi lavora sulla frequenza
un’onda sonora. Arte come esplorazione.
Sol Le Witt – Mimmo
Paladino
La mostra nasce dall’incontro dei due
maestri avvenuto a Roma nel 2002. La loro
collaborazione ha dato vita a una serie di 24
opere su carta realizzate a quattro mani. Ogni
artista è intervenuto solo su una metà della
superficie cartacea, la quale è stata poi ultimata
dall’altro autore. Si è trattato di una sorta di
sfida per i due artisti che lavorano in maniera
diametralmente opposta ma che ha dato vita ad
una serie di opere davvero originali e uniche.
Il rigore delle forme geometriche del pittore
americano si è infatti accostato alla liricità
delle immagini di Paladino. La mostra approda
a Roma dopo la prestigiosa tappa presso la
Estorick Collection di Londra.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Viale
delle Belle Arti 131, Roma, tel. 06322981 fax
063221579, e-mail: [email protected] ,
[email protected], orari:
mart-dom 8,30-19,30, lun. chiuso. Dal 6
ottobre al 5 dicembre.
Doppler
Che cos’è l’effetto doppler? È la variazione della frequenza di
un’onda sonora o luminosa emessa da una sorgente in moto
rispetto al fruitore. E cosa ha in comune con le due artiste
Kristine Alksne e Sandrine Nicoletta? Si tratta di un concetto
spaziale che interessa le loro ricerche ed emerge nelle loro opere
tanto da sceglierlo come titolo delle loro mostre personali in
simultanea. Alla giovanissima artista lettone piace far nascere i
suoi lavori negli interstizi degli spazi, utilizzando materiali già
presenti nel luogo che ricompone o nella natura circostante.
L’italiana Sandrine Nicoletta , classe 1970, è interessata invece
all’idea dell’equilibrio, sia in senso fisico sia spirituale. L’acrobata
è così una figura che spesso ritorna nelle sue rappresentazioni e
nelle sue performance. “Doppler” è un progetto espositivo curato
da Laura Garbarino.
Galleria Autori Cambi, via di San Martino ai Monti 21 a/b,
Roma, tel. 06 47824613, [email protected], orari: lunedì
- venerdì 11.30 - 19.30, sabato su appuntamento, dal 7 ottobre
al 27 novembre.
Spread in Prato
E’ alla sua terza edizione la manifestazione SPREAD
IN PRATO che presenta una selezione di opere
fotografiche e una sezione di film d’artista esposti
in luoghi non convenzionali, come fabbriche, uffici,
negozi e cinema della città toscana. Questo percorso
espositivo si incentra sul tema del corpo, visto in senso
fisico e materico ma anche sociale e culturale, e si
attua specialmente attraverso il mezzo fotografico. Tra
gli italiani, segnaliamo i dettagli fotografici di Italo Zuffi;
i ritratti di bagnanti su una spiaggia affollata di Sissi e
le masse di individui che emigrano di Armin Linke. Gli
altri artisti invitati sono: Takuma Nakahira, Carmelo
Nicosia, Philip-Lorca di Corcia, Isaac Julien, Tomoko
Yoneda, Rosa Rossa, Adi Nes, Gil Marco Shani, Rona
Yefman, Michal Chelbin, Yumita Hiro, Michelangelo
Consani, Donatella Di Cicco. Un gruppo di autori
internazionali è stato scelto per film di forte impatto
visivo, come gli olandesi Jeroen De Rijke e Willem De
Rooij, il canadese Mark Lewis, i cinesi Yang Fu Dong
e Zhang Peili. La manifestazione propone quest’anno
anche un altro mezzo comunicativo: la cartolina,
ideata e realizzata rispettivamente dal Gruppo A12,
da Connie Dekker e Luca Malgari. Il curatore del
progetto è Pier Luigi Tazzi.
Spread In Prato, varie sedi, info: tel. 3474536136
e-mail [email protected]. Dal 16 ottobre al 25
novembre.
Olafur Eliasson e il consumo
contestato
Si tratta di un progetto speciale site-specific quello che
Olafur Eliasson ha ideato per il Palazzo delle Papesse.
Dopo la straordinaria installazione alla Tate Modern di
Londra (The Weather Project, visitata da più di un milione
di spettatori), l’artista danese torna a lavorare sul tema
della luce con un’opera inedita che utilizza le proiezioni
di luce emesse da sette vetri specchianti e rotanti. Il museo
senese inaugura e ospita contemporaneamente anche
la mostra Ipermercati dell’arte. Il consumo contestato,
a cura di Omar Calabrese, che riunisce i risultati di
quella produzione artistica influenzata dagli oggetti del
supermercato e dal loro packaging. Il percorso espositivo
inizia dalle più storiche rappresentazioni pop e iperrealiste
per approdare alle più recenti esperienze artistiche, come
il trash e il post-human. Tre le sedi ad accogliere la mostra:
il Palazzo Pubblico (Il consumo rappresentato), Santa
Maria della Scala (Il consumo ironizzato) e il Palazzo delle
Papesse (Il consumo contestato), dove saranno esposte
opere di: Giovanni Albanese, Jan Albers, Anette Baldauf
& Katharina Weingartner, Vittorio Brocadello, Jiri Cernicky,
collectif_fact, Minerva Cuevas, Kristof Kintera, Lucia Koch,
Zwelethu Mthethwa, Olaf Nicolai, Erwin Olaf, Guillaume
Paris, Gabriele Picco, Tom Sachs, Denis Santachiara, Eliezer
Sonnenschein, Dan Steinhilber, Jeanne Susplugas, Ricky
Swallow, Oliviero Toscani, vedovamazzei, Rhonda Weppler.
Nello spazio sotterraneo della ex-Banca d’Italia si apre
poi l’ottava edizione del progetto Caveau con un’opera di
Petulia Mattioli e Russel Mills intitolata Hold.
Palazzo delle Papesse, Via di Città 126, 53100 Siena,
tel. 057722071, fax 057742039, www.papesse.org,
[email protected] . Dal 9 Ottobre 2004 al 9 Gennaio 2005.
bazar 10 2004
[email protected]
arti di luca beatrice 43
Classici e dissacratori
La scultura di Medardo Rosso, la genialità di Franz Kline,
la trasgressione di Terry Richardson, le atmo
sfere visionarie
della psichedelia, i raffinati fumetti di Scozzari.
Medardo Rosso
La GAM di Torino apre la stagione con la bella mostra
dedicata a Medardo Rosso, uno dei protagonisti della scultur
tra fine ‘800 e inizi ‘900, qui allestita con spirito minimale a
superare la conclamata inadeguatezza dello spazio. In bilicoa
tra i due secoli Rosso seppe guardare alla grande tradizione
classica assimilando la lezione di Rodin e, allo stesso tempo
,
si propose come uno dei pochi scultori proiettati verso
l’avanguardia, relazionandosi con i Futuristi, con Cézanne
e Picasso. Alcune opere di questa completa retrospettiva
provengono da musei e collezioni giapponesi e americane,
dunque inedite in Italia.
Medardo Rosso. Le origini della scultura moderna, GAM,
via Magenta 31, Torino, fino al 28 novembre 2004, tel.
0115629911 www.gamtorino.it orario: martedì- domenica
919, giovedì 9-23, chiuso lunedì. ingresso € 5,50 – 3.
Filippo Scozzari
Franz Kline
Anche il Castello di Rivoli si dà al classico per celebrare il ventesimo
compleanno. Con una mostra d’eccezione perché Franz Kline in Europa si
è visto davvero poco. Protagonista dell’Espressionismo astratto americano,
Kline è noto soprattutto per le grandi opere gestuali in bianco e nero
oppure attraversate da grandi campiture di colore nei quadri più tardi. Oltre
cento lavori, di cui una buona parte dedicati al periodo realista degli anni
’40, testimoniano la genialità del pittore scomparso a New York nel 1962.
Occasione storica per riscoprire un artista, forse non celebre come Pollock o
Rothko, cui si devono alcuni momenti di straordinaria intensità.
Franz Kline, Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO), 20
ottobre 2004-30 gennaio 2005. tel. 0119562220 www.castellodirivoli.org
orario: martedì-giovedì 10-17; venerdì-domenica 10-21, chiuso lunedì.
Ingresso € 6,50-4,50
Kaleidoscope
Una mostra dedicata ad uno degli ultimi grandi movimenti
d’avanguardia del ‘900, la psichedelia. Un movimento
filosofico, legato alla scoperta dei mondi interiori, al viaggio
e all’espansione della
coscienza, che si è riverberato, con esiti sorprendenti nel
mondo della creazione artistica, lasciandovi un segno
indelebile. Amsterdam, Londra e San Francisco tra 1964 e
1974 furono i punti cardinali della psichedelia, raccontata
attraverso manifesti d’epoca, fotografie, musiche, film più
una giornata dedicata a Jimi Hendrix. Curatori di questa
rassegna visionaria due autentici guru: Enzo Gentile e
Matteo Guarnaccia.
Kaleidoscope. 1964-1974. Suoni e visioni della psichedelia. Sala
ex Poste di Palazzo dei Pio, Carpi (MO). 17 settembre - 17
ottobre 2004. orario: giovedì, sabato, festivi 10-12.30, 15.3019. ingresso gratuito.
Mondo Bizzarro è da un decennio il luogo di culto bolognese per gli
appassionati di stranezze, erotismo, grafica d’autore, pittura e cinema
di serie B. Prima solo libreria e videoteca, poi spazio espositivo, da
oggi raddoppia e apre anche a Roma, a due passi dal Macro. Dopo aver
inaugurato con Pin Ups and Down, group show al femminile, Mondo
Bizzarro presenta la retrospettiva di Filippo Scozzari, mostro sacro del
fumetto italiano, compagno di avventure di Pazienza, Liberatore nel
movimento del ’77. Un caratteraccio (nella sua autobiografia Prima
pagare… poi ricordare edita da Castelvecchi ne ha veramente per tutti) ma
anche un disegnatore raffinatissimo.
Filippo Scozzari, Mondo Bizzarro Gallery, via Reggio Emilia
32 c/d, Roma. 2 ottobre – 4 novembre 2004, tel. 06-44247451
www.mondobizzarro.net/gallery orario: lunedì-sabato 12-20, chiuso
domenica e festivi. Ingresso libero.
ardson
Terry Rich
re tra moda, hard core
fotografo più trasgressivo e dissacrato
Arriva in Italia il
cresciuto a Hollywood, ha realizzato
e arte. Terry Richardson, newyorkese come Saint-Laurent, Gucci, Costume
chi
mar
per
rie
licita
le campagne pubb
Sisley con uno stile inconfondibile,
National, dal ’97 cura l’immagine della
, Dazed and Confused, Vogue)
(i-D
a
mod
pubblica su prestigiose riviste di
ei internazionali. Al glamour
mus
e
e
e di recente ha esposto in gallerie d’artdi chi si è formato sulla strada. E’
za
tatez
sfron
la
con
patinato risponde
ice d’arte che ha pubblicato di recente
Damiani Editore, una nuova casa editr
a pubblicare oggi la summa erotica
se,
cine
Out of Red sulla nuova fotografia
in edizione limitata (solo 2.000 copie),
di Richardson. Kibosh oltre 300 foto di 350 € (www.damianieditore.it) A
acquistabile on line al prezzo speciale enza a Bologna tra design, fotografia e
L’Inde Le Palais, ultimo locale di tendHarvey Keitel e Vincent Gallo padrini
libri rari, grande festa per l’apertura, ).
d’eccezione (o compagni di sbronze?Palais, via dei Musei 6 Bologna tel.
Terry Richardson, Kibosh, L’Inde Le
44 di marzia di mento
arti bazar 10 2004
[email protected]
ta
vol
una
di
vita
la
rire
op
Sc
d’epoca
tini
solda
Teche ad altezza bambino per mostrare
della
e giocattoli antichi, un baraccone con gli strumenti delle
ane
camp
transumanza, dalle tagliole per i lupi alle
pecore. Musei che raccontano un’antica quotidianità.
Altre
migrazioni: il museo della
transumanza
Aperto
nel 1998 con un finanziamento
dell’Unione Europea, il Museo della
Transumanza di Villetta Barrea (AQ), nel cuore
del Parco Nazionale, espone oggetti legati allo
spostamento periodico delle greggi dall’Abruzzo
alla Puglia, la transumanza appunto, pratica
molto antica oggi quasi completamente
scomparsa, oltre alla produzione della lana e del
latte, alle forme di equipaggiamento dei pastori e
all’organizzazione di ricoveri temporanei o stabili.
Allestito in un fabbricato rurale del XIX secolo,
il “Baraccone”, tra gli strumenti più interessanti
conserva campane, attrezzi per la tosatura delle
pecore, marchi, tagliole per lupi, supportati da
esaurienti e colorati pannelli illustrativi. Aperto
fino ad oggi solo nei periodi di maggior flusso
turistico, ora si spera di riuscire a garantirne
l’apertura almeno per i fine settimana.
Il museo, indubbiamente molto piccolo e fin
troppo specifico, è encomiabile per la cura e
l’attenzione con cui è stato allestito, oltre che per
il livello scientifico e la passione di chi lo gestisce.
Museo della Transumanza, Comune di Villetta
Barrea (AQ), via provinciale. Tel. 086489324
oppure 3403174515. E- mail: [email protected]
Aperto fine settimana e festività dalle 16.30 alle
19.30 (visite guidate 17.30-18.30)
Biglietti: 2 €, visita guidata 3 €, gratuito per
bambini di meno di 10 anni, gruppi 1.50 euro
A Villetta Barrea, nel Centro Operativo del Servizio
Educazione (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio
e Molise), è allestita la mostra archeologica “Tra
guardie e ladri... ritessiamo i costumi dei Safini”,
aperta fino al 6 gennaio 2005 (tel. 086489102).
o del Giocattolo e del Bambino
Riapre il Muse
al 1960.
ad “altezza bambino” e una collezione di circa duemila balocchi dal 1700
Sessantacinque vetrine
locali di un ex orfanotrofio aperto a
Stiamo parlando di uno dei musei più grandi in Europa. E’ allestito nei
Martino.
San
di
oratorio
vicino
dal
,
Martinitt”
“dei
chiamato
1528,
nel
Milano
del settecento fino all’era
E’ possibile scegliere tra un percorso storico, dal giocattolo artigianale
e soldatini”, “Pinocchio e
“Bambole
come
dimenti
approfon
con
tematico,
percorso
un
e
onica,
dell’elettr
siana” completa di arredi
“Deamici
scolastica
un’aula
ricostruita
inoltre
stata
E’
Teatro”.
e
“Circo
legno”,
il
proiezione, la sala ludoteca,
sala
la
i,
audiovisiv
supporti
visitatori
dei
ne
disposizio
a
Sono
a.
dell’epoc
delle età e degli interessi
visite guidate su prenotazione (minimo 20 persone) differenziate a seconda
private e di compleanno, e
feste
a
oltre
mento,
aggiorna
di
corsi
li,
seminaria
attività
Inoltre
specifici.
laboratori per l’invenzione e la costruzione di giocattoli.
85
Museo del Giocattolo e del Bambino, Via Pitteri 56 Milano. Tel. 02264115
[email protected]
lgiocattol
museode
alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.
Ingresso: dal martedì alla domenica (lunedì su prenotazione) dalle 9.30 60 anni, convenzioni); gruppi con
i
sopra
anziani
anni,
14
ai
5
dai
(bambini
€
3
ridotto
€,
5
intero
Biglietto:
i 5 anni e per tutti i bambini la
visita guidata 4 €, museo più laboratorio 8 € (circa 3 ore). Gratuito sotto
festivi.
i
e
a
domenic
Bookshop, accesso e servizi per disabili
museo
con vista sul
Al cinemaristruttura
zione del Cinema Trevi, Sala Alberto
Durante i lavori di
Sordi, vicino a Fontana di Trevi, a Roma, è stata rinvenuta
un’insula romana di età imperiale, costituita da un caseggiato
organizzato in più unità e affacciato su un’antica strada, il vicus
Caprarius. I materiali raccolti durante lo scavo sono esposti
nell’area museale annessa al sito, insieme ai mosaici policromi,
alle statue e alle decorazioni marmoree. Una lunga vetrata rende
visibile l’area archeologica anche dalla sala cinematografica.
La “Città dell’Acqua”.
Vicolo del Puttarello 25, Roma
Tel. 3397786192 (visite guidate su prenotazione)
Aperto dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 15.00. Chiuso il
lunedì, il 1 gennaio e il 25 dicembre.
Biglietti: 2 €, ridotto 1 € (dai 18 ai 25 anni, insegnanti), gratuito
(studenti universitari, minori di 18 e maggiori di 65 anni).
“Mio Dio, si potrebbe sempre andare al
museo!”
Nel lungo racconto dell’Assomoir, Zola si ferma per qualche pagina
(pp. 82-86)
per una riflessione colta sulla funzione del museo, per raccontare, con
occhio
spietato, la visita di un’anomala comitiva per le sale del museo del Louvre
di
Parigi. Così un gruppo di operai, lavandaie, ricamatrici dei sobborg
Parigi fine ottocento si trova per la prima volta ad attraversare le salehi della
di un
museo, sentendosi fuori posto ed essendo sbeffeggiato da tutti i visitatori
abituali e dai custodi.
“ ... Doveva essersi diffusa la voce che una comitiva di nozze stava
visitando
il Louvre: pittori accorrevano con la bocca spalancata nel riso, curiosi
mettevano a sedere sulle poltroncine per assistere comodamente allasi
mentre i custodi a labbra strette trattenevano a fatica qualche battutaccsfilata,
ia.” Non
sembra estremamente attuale – Sono poi così cambiate le cose?
E. Zola, Assomoir, pp. 492, traduzione di F. Bruno. 9,55 €
46 di luca carboni
arti.skizzi bazar 10 2004
[email protected]
bazar 10 2004
[email protected]
viaggi di andrea mugnaini 47
5 cose da non perdere
1.
2.
3.
4.
5.
Le scogliere di Bonifacio
Il mare trasparente della spiaggia di
Santa Giulia
La valle della Restonica
Percorrere la GR 20 (tutta o in parte)
La roccia rossa delle Calanches
Corsica,
terra di frontiera
Un po’ di Francia, un pizzico di Genova, qualche spru
zzata di Sardegna
e tanta influenza araba. Spirito ribelle,
acq
ue
cris
tallin
sembrano portare alla fine del mondo. Da percorre e e strade che
re a piedi.
Da vedere
foto di andrea mugnaini
Non è più Italia, non può considerarsi completamente Francia. Ha
cristallino e aspri sentieri di montagna da percorrere per raggiungere splendide spiagge di sabbia bianca bagnate da un mare
vette isolate. Si parla una lingua che è un dialetto unico:
basato in origine sul latino è stato contaminato, con il tempo, da influenz
E’ una terra di forti contrasti la Corsica. Nella cultura e nello spirito e genovesi, francesi, sarde e arabe.
dei suoi abitanti indipendenti e ribelli. Contrasti che
ritroviamo anche nel paesaggio, nei colori e nei luoghi: mare e montagn
a poca distanza uno dall’altro, in una regione che è poco più vasta della a, blu e verde, cittadine affollate e paesi isolati. Tutto
nostra Umbria. Nel nord dell’isola, in un fazzoletto di
terra, convivono placidamente Saint-Florent, elegante località di villeggiat
cui pietre bianche e verdi si integrano alla perfezione nella fertile regione ura, la chiesa romanica di San Michele a Murato, le
del Nebbio, e il Désert des Agriates, luogo isolato e
disabitato ma tutt’altro che desertico che nasconde al suo interno la
Aggrappate alla roccia granitica, le case di Corte, capitale storica dellaspiaggia di Saleccia, una delle più belle della Corsica.
Corsica indipendente, si trovano a pochi chilometri dalla
verdissima valle della Restonica. Percorsa dall’omonimo fiume e circonda
freddissimo bagno d’acqua dolce. Da qui andando verso est, superate ta da pini larici è il luogo ideale per immergersi in un
spettacolo mozzafiato fatto di torri di guardia, una spiaggia di ciottoli le montagne, si apre alla vista il golfo di Porto con uno
si trovano poco più a sud, si colorano delle mille gradazioni del rossoe alberi di eucalipti. Al tramonto le Calanches di Piana, che
nei suoi pinnacoli e nelle sue grotte. Proseguendo ancora
verso sud, arriverete alla Plage d’Arone attraverso una strada che sembra
Lo spirito battagliero della Corsica è un destino segnato fin dai tempi porti alla fine del mondo.
dei tempi. Nei resti preistorici di Filitosa dominano i
menhir, alcuni dei quali con raffigurazioni di facce di uomini che
combattuta ogni giorno a Bonifacio tra il vento impetuoso e le rocce impugnano spade e pugnali. La stessa battaglia che viene
onde del mare, che ha creato le affascinanti scogliere a picco sul marecalcaree. Ed è proprio l’azione erosiva del vento, insieme alle
di Bonifacio.
A piedi? La GR 20
16 tappe e 200 chilometri da percorrere a piedi, da Calenza
na fino a Conça. Questa in sintesi è la GR 20, la Grande Randon
sentiero a lunga percorrenza al tempo stesso bellissimo e impegn
née, un
si snoda tra foreste incontaminate, laghetti di montagna, cascate, ativo che attraversa tutta la Corsica da nord a sud. Bellissimo perché
valli rigogliose, pareti di roccia di duro granito, toccando tutte
più importanti cime dell’isola (dai 2.700 metri del Monte
le
Cinto fino ai 1.500 del Col de Bavella, passando per il Monte
Monte Rotondo); il tutto a due passi dal mare con un panoram
Oro
a unico nel suo genere. Impegnativo perché i posti per rifornire il
sono molti, per il notevole dislivello fatto di ardue salite e
si non
l’indispensabile guida topografica, abbigliamento adatto a ripide discese, per la durata del percorso. Mai mettersi in cammino senza
tutte le condizioni atmosferiche, riserve sufficienti di cibo
e acqua.
Acquisti
I sapori della gastronomia sono uno dei prodotti
tipici di questa regione. I pastori nelle loro case
sparse sulle montagne creano vere e proprie delizie
per il palato. Primo fra tutti il brocciu, formaggio
fatto con latte di capra e pecora che rientra tra gli
ingredienti di numerosi piatti corsi. Dai maiali
selvatici che vivono in semi-libertà cibandosi di
ghiande, si producono salumi tradizionali come
prosciutti, salami e salsicce. La castagna è un’altra
protagonista della cucina regionale: con essa
vengono realizzate farina, marmellate, minestre,
frittelle e persino una birra. Ottima anche la
produzione di vini come quelli di Patrimonio.
Anche l’artigianato sta vivendo una nuova stagione
di sviluppo, visto che molti turisti apprezzano
prodotti inizialmente pensati come manufatti di
uso comune più che come souvenir. Tra i ricordi
da mettere in valigia ci sono pipe in radica, oggetti
in ceramica come piatti, vasi, brocche e coltelli a
serramanico.
Ristoranti
Stella d’Oro,7 Rue Doria, Bonifacio tel. 0033 4 95730363
Bistrot du Port, quai des Martyrs, Bastia, tel. 0033 4 95321983
Coltelli
L’atelier du Couteau, Port Charles Ornano, Ajaccio tel. 0033 4
95101652
Artigianato
Corsic’arte, 16 rue Roi de Rome, Ajaccio, tel. 0033 4 95211180
Prodotti Corsi
Chez Annie, 5 Rue Clémenceau, Calvi, tel. 0033 4 95654967
Parchi naturali
Parc Naturel Régional de Corse, 2 rue Major Lambroschini,
Ajaccio tel. 0033 4 95517910
Salumi
A la charcuterie Moracchini, 1 Av de la République, Corte, tel.
0033 4 95462298
Risorse internet
http://www.visit-corsica.com
sito dell’Agenzia per il turismo
della Corsica
http://www.parc-naturel-corse.com
sito ufficiale del parco regionale
della Corsica dove potete trovare
utili informazioni sulla GR20 e
non solo
http://www.allerencorse.com
Informazioni pratiche, visita
virtuale e buona selezione di alloggi
http://www.corse-boutique.com
prodotti tipici della Corsica da
acquistare online
48 di agnese ananasso
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te
men
sage
erlli
ivte
Din
nti
Non tutti sviluppano
le stesse abilità. La
difficoltà di leggere,
scrivere o fare di conto
a volte è un muro
invalicabile per un
bambino, e lo fa sentire
diverso. Un disagio che
però quasi mai è una
incapacità, basti pensare
ad Einstein...
Cos’è la dislessia
La dislessia e’ una difficoltà che riguarda la
capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo
corretto e fluente. In Italia la dislessia è poco
conosciuta, benché riguardi almeno 1.500.000
persone. Le difficoltà cominciano a rilevarsi
verso i 4 o 5 anni quando il bambino riesce a
leggere e scrivere solo impegnando al massimo
le sue capacità, non lo fa automaticamente e
quindi deve ricorrere a una sorta di trucchi
per riuscirci, così si stanca rapidamente,
commette errori, rimane indietro, non impara.
Questo continuo esercizio nell’utilizzo di
strumenti “inusuali” rende i bambini dislessici
particolarmente vivaci e creativi.
E se fosse genetico?
L’equipe del prof. Marco Battaglia della
facoltà di Psicologia del San Raffaele di
Milano, studiando un gruppo di 12 famiglie
di bambini italiani affetti da dislessia ha rilevato
che il disturbo è dovuto a un’alterazione
del cromosoma 15 ma la malattia è molto
complessa e, come ha affermato lo stesso
Battaglia, sono tanti e troppi i fattori ambientali
e genetici che aumentano la possibilità che la
patologia si manifesti.
[email protected]
E=mc² è la formula che riassume il senso della
vita di Einstein, la formula che esprime la teoria
della relatività ristretta (per distinguerla dalla estesa,
non solidamente provata) che hai rivoluzionato
le leggi dell’elettromagnetismo e che costituisce il
presupposto della possibilità di ottenere reazioni
dalle fissioni atomiche per la generazione di energia
nucleare. Einstein è passato alla storia come la
quinta essenza della genialità, anche se a scuola era
considerato una frana, tanto da credere che fosse
dislessico. Il fatto è che lui poteva viaggiare senza
passaporto nel paese dei numeri ma non in quello
delle lettere. Aveva sviluppato un tipo di abilità che
non poteva essere applicata in altri campi. La sua
non era dislessia, era semmai “distrazione”. Come
lui esistono bambini o adulti che sviluppano certi
tipi di intelligenza piuttosto che altri. Il punto sta nel
riconoscere dove inizia il disagio e come intervenire.
Gli stimoli giusti
soltanto un disturbo
Alle volte vengono chiamati dislessici bambini che non lo sono affatto e che magari hanno
o a turbe della
sviluppo
di
specifici
disturbi
altri
ad
associato
emotivo
tipo
di
generico transitorio con difficoltà
carenze sociali e
verificate
siano
si
cui
in
caso
nel
amiliare
lazionale-f
condotta. Si parla così di disagio affettivo-re
di apprendimento
ambientali che, in ambito familiare e non, producono manifestazioni riscontrabili nelle difficoltàioni di sofferenza
manifestaz
evidenti
invece
sono
d’ansia
disturbi
I
seguito.
in
produrle
possano
che
o si presume
di persone non
legate alla separazione dalle persone affettivamente significative come i genitori, e alla presenza
o dei diritti
comune
vivere
del
regole
le
violando
condotta
della
disturbi
familiari. Altri bambini invece manifestano
non momentaneo.
degli altri. Se tale comportamento è abituale può nascondere un disagio profondo del bambino,
con comportamenti
Si possono inoltre verificare disturbi dell’identità di genere, ossia il rifiuto del proprio sesso disturbi nervosi (tic),
avere
possono
bambini
Altri
eccessivi.
risultare
da
evidenti
tanto
conformi a quello opposto
limitato di vocaboli
della minzione (orinazione involontaria), del linguaggio (balbuzie, farfugliamento, numero viene restituita dai
utilizzati) e dell’attività motoria. In questo caso si hanno due estremi: quando a un bambino
cose e persone, egli tenderà
genitori un’immagine di sé “ingombrante”, in grado cioè di danneggiare coi movimentiritardi nella deambulazione,
a
oltre
riporterà
e
circostante
mondo
col
relazione
di
difficoltà
ad essere goffo, ad avere
con difficoltà a
difficoltà nei movimenti che richiedono coordinazione. Al contrario può accadere che i bambini
e a scuola.
fissare l’attenzione arrivino a una iperattività e impulsività eccessiva, specialmente in gruppo
Che fare
avvenire la rilevazione
Proprio per l’età in cui si manifestano i primi sintomi (4-6 anni), i luoghi dove dovrebbe i primi a dover assistere
dei sintomi e la cura dei disturbi sono la casa e la scuola, quindi genitori e insegnanti sono scelgono e applicano
e aiutare i bambini con difficoltà, patologiche o transitorie che siano. In genere, gli studenti
ento trovano
le procedure per risolvere problemi difficili e nuovi, mentre gli studenti con difficoltà di apprendim
lezioni, non
le
durante
appreso
hanno
che
strategie
le
scolastiche
difficoltà nel portare nella vita fuori delle mura
gli ultimi studi
riescono a generalizzarle a meno che qualcuno non spieghi loro il metodo per farlo. Secondo
con gli obiettivi da
compiuti, per essere efficace l’insegnamento di strategie deve seguire un processo coerente ione diretta e poi
dimostraz
una
dandone
strategie
le
presenta
te
L’insegnan
studi.
di
raggiungere e con il ciclo
giusta tra quelle acquisite,
aiutando gli studenti nelle esercitazioni offrendo loro l’opportunità di scegliere la strategia e dalla coscienza del
di applicarla. Gli allievi verbalizzano e prendono atto di volta in volta delle scelte compiute attività mentale,
progresso traggono forza e fiducia. Viene così sviluppata la capacità di riflettere sulla propria
ed efficace nel proprio
di controllarla e arrivare a capire che non ha capito. Imparando ad avere un ruolo attivo i problemi, sono più
risolvere
di
capacità
proprie
nelle
fiducia
apprendimento, gli studenti imparano ad avere
di essere degli inetti, di
disposti a provare ad applicare le nozioni acquisite in contesti nuovi, abbandonando l’idea
nuovi.
problemi
di
risoluzione
la
per
altri
dagli
dipendere
dover
di
e
sempre
sbagliare
far altro che fidarsi degli
I genitori, da parte loro, una volta che uno specialista ha rilevato il problema, non possono
guida introduttiva per
Una
bambino.
del
disturbi
dei
avvisati
mente
esperti e degli insegnanti, che vanno opportuna
i genitori è reperibile sul sito internet www.guidagenitori.it
Le parole per dirlo. Piccolo vademecum per capire.
Dislessia: difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla parola.
incerto,
Disgrafia: disturbo della scrittura nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato
irregolare. E’ una difficoltà che riguarda la scrittura ma non il contenuto.
affetto si
Disortografia: è una difficoltà che riguarda il contenuto della scrittura. In genere nel soggettogiusto rispettando
posto
al
collocarli
a
e
alfabetici
segni
i
tutti
usando
parole
le
scrivere
a
difficoltà
riscontrano
le regole ortografiche.
Il disturbo specifico
Discalculia: difficoltà del calcolo in uno sviluppo normale e in assenza di disturbi affettivi.
invece è presente anche se il bambino è stato opportunamente stimolato.
Help on line
www.aid.it Il sito dell’Associazione Italiana Dislessia Onlus
www.psicopedagogika.it Un sito completo sulle difficoltà dei bambini
dislessia e della
www.ceis.rn.it Il sito del laboratorio permanente per il trattamento e la prevenzione della
disgrafia con sede a Rimini
www.dislessia.it il sito dell’Associazione Italiana disturbi da Deficit di Attenzione e
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cento
Un esempio? Per risparmiare fino al 45 per ra per
del carburante meglio avere una guida legge
iare
risparm
almeno tre quarti del tragitto oppure per l’ammollo
sull’acqua, lavare la frutta e la verdura conacqua. lI
e poi risciacquare velocemente con poca
re pieno; i
frigorifero invece è meglio tenerlo semp temperatura
prodotti freddi mantengono inalterata la energia per la
meno
mare
dell’abitacolo così da consu
uter invece:
refrigerazione. Per quanto riguarda i comp al 30 per
lavorando con un portatile si risparmia fino dei modelli
nza
cento delle risorse energetiche a differe
da tavola particolarmente golosi di luce.
Italia
fast good sbarca in
Il
più grandi cuochi al
E’ venuto in testa a Ferran Adrià, uno dei
di creare una
mondo. Trasgressivo e innovatore, ha deciso
la risposta di qualità
catena di ristoranti di alta cucina che sia
al fast food.
re i polsi al
Una scommessa impertinente che fa trema
e fuggi” Mc
magnate americano del panino “scappa dilagando in
Donald’s. Perché il cuoco catalano sta già con la catena di
mezza Europa, ha già sperimentato l’idea
stringendo i tempi
alberghi spagnola Nh Hotels, e oggi sta qualche mese
per sbarcare in Italia. Pare infatti che fra e e Siena punti
apriranno a Roma, Torino, Milano, Firenzi baffi. Per un pasto
ristoro fast good a prezzi da far leccare no più di 15-20
completo, assicura Ferran, non ci vorran
certificati di
euro. E il menù offrirà fra gli altri: hamburgere panini con
vitello, insalate con dadi di fegato di anatra ellate e paté. Ma
salvia e pinoli con aggiunta di cipolle caram
anche una delizia:
non finisce qui, la cucina di Ferran offre
Il fatto che
i ravioli ripieni in brodo. Cosa hanno di unico?
trova all’interno. Per
fuori sono freddi mentre il brodo caldo si sul palato per far
assaporarli si appoggiano delicatamente
colare dolcemente il liquido in bocca.
Occhio quindi a Ferran in Italia!
Via Sms: dai tarocchi all’esame del sangue
Dall’effimero al sociale, Tim si sta organizzando per offrire una vasta gamma di servizi
ai propri utenti via Sms. E lo fa lanciando i servizi di informazione sanitaria via Sms.
Mandando un Sms gratuito al numero 40154 potranno essere chiariti tutti i dubbi in campo
medico (occhio però perchè se è gratuito l’invio, la ricezione della risposta ammonta a 30,98
centesimi di Euro iva inclusa).
Si possono richiedere informazioni relative a: analisi del sangue, farmaci (come indicazioni
terapeutiche, composizione, ticket, prezzo), chiarimenti su vocaboli medici oppure indicazioni
sulle strutture sanitarie pubbliche o private. Ma il top, Tim l’ha raggiunto con i servizi sul
“mondo delle stelle” (dal sacro al profano!) che quotidianamente possono essere inviati sul
telefonino. Il più banale? L’oroscopo fatto espressamente da Banko e Paolo Fox, e c’è anche
l’opzione Ching! Inoltre per gli insicuri è attivo il calcolo del bioritmo quotidiano per sapere se
sarà una giornata da dimenticare o no. I più tecnologici? I tarocchi via Mms.
Ma il più strepitoso è il Bioeroscopo, una sorta di lettura del bioritmo di coppia dal quale
desumere le modalità e tempi per un frizzante “rapporto” di coppia.
50 di agnese ananasso
hi-tech bazar 10 2004
[email protected]
Farsi una discoteca in casa.
Legalmente e senza
Come scaricare il pezzo
sp
en
de
re
un
a
fo
rt
un
a
prefe
rito dalla rete, in quattro
Rinunciare a una cena fuori per
comprare un cd. A questo siamo
arrivati in Italia, a dover scegliere
come spendere quei 20 euro. Ascoltare
musica è diventato un lusso, non solo
per appassionati e collezionisti ma per
chiunque. Stavolta però non è tutta
colpa dell’euro…
passi
1. Innanzitutto bisogna cliccare sul sito web che
vende musica legalmente e assicurarsi di possedere
il programma adatto al downloading, ad esempio
Windows Media Player. In caso di dubbio esistono
siti che controllano la configurazione del computer
durante il processo,come il sito del Dr. Downloading.
2. Dopo la configurazione si devono acquistare dei
crediti, ossia decidere, in base alle alternative che
offre il sito, se acquistare singoli brani, il cui prezzo
va da meno di un euro a un euro e mezzo circa, o
stipulare un abbonamento semestrale o annuale per
scaricare tutta la musica desiderata (da 50 a 80
euro circa). In genere si paga con carta di credito
ma da alcuni siti, come quello della Coca Cola si può
pagare anche via SMS col telefonino. La cifra da
pagare appare sul display.
3. A questo punto si sceglie dal catalogo artista
e brano. Certi siti consentono di ascoltarlo
gratuitamente per una trentina di secondi, oppure
di scaricarlo sul computer a pagamento. Con una
connessione a banda larga il tutto prende poco più di
un minuto.
4. A questo punto il gioco è fatto perché una volta
salvato, il brano può essere ascoltato dal computer
o scaricato su un cd o in un lettore Mp3, stando
bene attenti però a non trasgredire le norme del
contratto accettato all’inizio, infatti alcune canzoni
non possono essere trasferite più di due o tre
volte su cd e la quantità varia di volta in volta a
discrezione del fornitore. Questo per arginare,
almeno in parte, il fenomeno della pirateria.
Ma quanto mi costi
Anche con la vecchia moneta il prezzo di un cd si aggirava intorno
alle
36 mila lire. Sono anni ormai che la musica si fa pagare cara.
ce la fa a rinunciare al suo momento di relax musicale ricorre E chi non
a mezzi più
economici, aiutato anche dalla tecnologia, dall’avvento di Internet
file-sharing (condivisione on line), dei masterizzatori, dei lettori , del
Mp3, dei
software per scaricare musica (e film) sempre più veloci da installar
e e da
usare.
Napster&Co.
Dopo un periodo di relativa “anarchia” nel Web – correvano gli
Napster e Music Net (i due siti da cui scaricare gratuitamenteanni di
musica
a go-go) – oggi sia la condivisione che l’acquisto on line è regolam
entato,
ed esistono veri e propri negozi musicali virtuali, che possono
avere il loro corrispettivo “reale”. Oggi Napster e MusicNet o meno
non
esistono
più in Europa, per contro è sbarcato nel Vecchio continente
Music Store di Apple, già attivo in Francia, Gran Bretagna e iTunes, il
German
ia e
che passerà il confine italiano forse alla fine dell’anno. Basta
www.apple.com/itunes, scaricare il software e scegliere tra andare su
gli
800 titoli
del catalogo i brani preferiti a meno di un euro ciascuno.
In Italia intanto si può scaricare musica da MSN Music Club
(Microsoft),
www.musicclub.msn.it, rifornito da OD2, una compagnia di distribu
musica digitale fondata da Peter Gabriel. Però non ci sono tantissi zione di
mi titoli,
circa 350, e il prezzo varia a seconda del brano scelto.
Poi c’è il mitico Vitaminic, da cui, cliccando su www.vitaminic.it
e pagando
un canone annuale di 80 euro si può scaricare, oltre a tutta
che si desidera, anche l’Mp3, sempre incluso nel prezzo. Chi la musica
usa
in casa ha anche la possibilità di scaricare la musica da un sito Fastweb
dedicato,
collegandosi dalla home page. Altri siti cliccatissimi sono www.me
omodus.com, www.winmix.com, www.kazaa.com, che mettono
canzoni e software, anche se alle volte c’è da fare un po’ di a disposizione
“coda”.
Andando oltre confine troviamo anche il sito della bevanda più
del mondo, la Coca-Cola www.mycokemusic.com, quest’anno famosa
uno dei siti
tecnologicamente più all’avanguardia in materia di downloading.
Quello che pesa sul prezzo del cd sono i costi di
produzione, promozione e distribuzione. Prendiamo
ad esempio un album di tre tracce con copertina a
colori e un progetto grafico minimo. Per inciderlo
occorre una giornata di registrazione e una di postproduzione. Supponendo che venda almeno 100.000
copie e considerando che quello che costa più di
tutto è il cosiddetto master, ossia il primo cd, i costi
di produzione ammontano a circa due euro e mezzo,
quelli di distribuzione a un euro, di promozione a
due euro. Il prezzo di costo dovrebbe essere di
5,5 euro. Pur ammettendo che il prezzo salga per
tasse e diritti SIAE e una parte sia valore aggiunto
per l’industria stessa,un prezzo di 20 euro resta
comunque ingiustificato. Allora, se non si può proprio
rinunciare al rito dell’acquisto del cd in negozio,
occhio alle offerte.
Cd nel banco frigo
IBM e Caliel Global Entertainment rispondono al caro
musica con My Emotion, i chioschi forniti da Ibm e
installati in supermercati, pub, centri commerciali e
discoteche per comporre il proprio cd personalizzato,
scegliendo tra i 200.000 brani (presto arriveranno
a 500.000) archiviati in un server centrale messo
a disposizione da IBM, col consenso di BMG, EMI e
Universal. Il prezzo varia da 1,20 euro a 1,5 euro
a secondo della canzone scelta. Si possono anche
comporre dediche e copertine personalizzate.
Il concerto me lo porto a casa
Hanno iniziato gli Elio e le Storie Tese e sta già
diventando la nuova moda: vendere all’uscita dei
concerti i cd appena masterizzati del concerto
stesso, a circa 10 euro. Non solo una strategia di
marketing ma anche il mezzo più efficace per lasciare
il segno, per far arrivare il messaggio, soprattutto
per gruppi “particolari” come gli Elio e le Storie Tese.
Il guadagno è importante ma dargli un senso lo è
ancor di più.
muratore @bazarweb.info
Carlo Scarpa in foto
bazar 10 2004
L’architetto Carlo Scarpa (1906 – 1978) è forse
esponente della generazione dei così detti archit l’ultimo
per i quali la comunicazione dei propri progetti etti disegnatori,
di architettura
era deputata alla matita e ai colori, senza avere
con le tecnologie digitali né con la fotografia. E’ alcun rapporto
nota la diffidenza
di Scarpa per la capacità dell’interpretazione fotogr
afica di
entrare in competizione con le concezioni spazia
li dell’architetto.
E’ altrettanto vero, però, che il controllo della luce,
colori, il contrasto tra materiali differenti, il gioco l’uso dei
di riflessi delle
superfici hanno reso le architetture di Scarpa i
soggetti forse più
fotografati del Novecento.
Una interessante mostra,Carlo Scarpa nella fotogr
afia. Racconti
di architettura, propone una lettura dell’opera
di Carlo Scarpa
attraverso i diversi occhi di fotografi europei che
si sono misurati
con la rappresentazione dei capolavori dell’architet
a partire dagli anni Cinquanta sino ad oggi. L’espos to veneziano,
izione
presenta opere inedite di interpreti della fotogr
afia italiana
contemporanea, fra i quali Gianni Berengo Gardin
Gabriele Basilico, Daniel Boudinet, Stefan Buzas , Aldo Ballo,
, Guido Guidi,
Luigi Ghirri, Pino Guidolotti, Ferruccio Leiss, Paolo
Roiter. Le fotografie sviluppano un percorso visivo Monti, Fulvio
alcune realizzazioni chiave di Carlo Scarpa, ponen intorno ad
do a confronto
architetture di oliva muratore 51
molteplici punti di vista, realizzati in tempi diversi da oltre trenta
differenti fotografi: da vere e proprie icone come la tomba Brion a
S. Vito d’Altivole o la Gipsoteca Canoviana, ad opere dimenticate
come le case veneziane degli anni Quaranta. Sarà presentata in
mostra anche la multivisione con sonoro “Spazio, tempo, luce”
incentrata sul Museo di Castelvecchio, realizzata dal progettistafotografo olandese Arno Hammacher nel 1981 su incarico di
Licisco Magagnato. In mostra anche gli “occhi” di Carlo Scarpa:
piccoli capolavori di disegno, prospettive schizzate a margine dei
fogli di lavoro. Attraverso questi, l’architetto veneziano calibrava
l’immagine dell’architettura che andava componendo sul foglio. Vere
e proprie “fotografie con la matita”, questi straordinari schizzi
registrano il punto di vista dall’architetto in funzione dell’ideale
fruitore. Fotografie e disegni saranno esposti al pubblico con un
allestimento studiato per l’occasione da Umberto Riva, uno dei più
sensibili fra gli eredi ideali dell’opera di Carlo Scarpa. E in sinergia
con la mostra di Carlo Scarpa anche la IV edizione del Corso
sull’Architettura Scarpiana “Carlo Scarpa e la Fotografia”, a cura
di Italo Zannier, che si terrà tra il 5 ed il 9 ottobre 2004 nella
medesima sede della mostra.
Carlo Scarpa nella fotografia. Racconti di architettura (19542004), Museo Palladio Palazzo Barbaran da Porto, Vicenza. Aperta
fino al 9 gennaio 2005, per informazioni: C.I.S.A. Andrea Palladio,
tel. 0444323014, fax 0444322869, www.cisapalladio.org.
La fotografia racconta le forme
Un viaggio nell’architettura di Carlo Scarpa
attraverso alcuni tra i
maggiori fotografi europei.
Testimone di cambiamenti
La maratona
dell’architettura
E’ promossa dall’Ordine
degli Architetti di Roma e
Provincia, a conclusione delle
manifestazioni per la Settimana
internazionale dell’Architettura
ed in contemporanea con altre
capitali Europee (Parigi, Madrid,
Varsavia). L’evento, aperto a tutti,
si svolgerà lungo un percorso
di circa 6 Km che, partendo
dall’Acquario Romano Casa
dell’Architettura, toccherà alcuni
monumenti dell’architettura
moderna ubicati nel quartiere
Esquilino – S. Giovanni.
Maratona dell’Architettura,
seconda edizione, Roma – 17
ottobre 2004
Info: 0697604590 - Piazza
Manfredo Fanti, 47.
Pagine di formazione
Con l’intento di evidenziare l’evoluzione della
formazione culturale, tecnica, scientifica,
artistica dell’architetto, l’autore ha
analizzato i principali cambiamenti verificatisi
nelle attività didattiche ed artistiche
delle istituzioni formative e professionali:
dai cantieri delle cattedrali alle botteghe
medievali e rinascimentali, dalle Universitates
all’Academie di Colbert, dalle scuole
gesuitiche alla divulgazione illuministica,
dagli ateliers della École des-Beaux-Arts
alle accademie riformate, dalle associazioni
culturali e formative, come il Werkbund, alle
Scuole superiori di architettura fino alla
nascita della facoltà di architettura di Roma.
La formazione dell’architetto, di
Alessandro Castagnaro, 2004, Liguori
La Nona Mostra Internazionale di Architettura,
diretta da Kurt W. Forster, affronta i cambiamenti
in atto nell’architettura contemporanea, sia nel
campo della teoria e della pratica progettuale,
sia nell’uso delle nuove tecnologie costruttive. Il
percorso espositivo di METAMORPH ipotizza la
figura del visitatore come testimone di questi
cambiamenti che, sfuggendo alle tradizionali
prospettive interpretative, giustificano in modo
sempre più evidente un aperto e innovativo
confronto con l’evoluzione degli organismi viventi e
le loro capacità di trasformazione.
Dalla mostra si percepisce che l’architettura
di oggi ha ampliato in modo consistente i propri
recinti disciplinari. Il suo nuovo ruolo è quello di
catalizzare grandi esperienze sociali e culturali
a scala internazionale, che si manifestano
soprattutto in relazione alle modificazioni delle
strutture urbane e del paesaggio. Lo spazio
architettonico è così inteso nella sua capacità
di vivere i mutamenti odierni: i nuovi materiali
accolgono e sottolineano gli effetti atmosferici,
la percezione dell’architettura si apre a una
concezione dinamica del tempo e la vita pubblica
negli edifici assume caratteri più centrati
sull’evoluzione dell’ambiente.
IX Mostra Internazionale di Architettura
METAMORPH – Biennale di Venezia
Giardini della Biennale e Arsenale – Venezia. fino
al 7 novembre 2004.
52 di matteo bianchini
piccoli bazar 10 2004
[email protected]
E’ L’ORA DEI TELETUBBIES!
Chi sono Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa e Po? Quattro personaggi, molto
amici tra loro e molto vicini al mondo dei bambini e con numerose qualità
che grandi e piccoli si divertiranno a scoprire insieme!
Conosciamo i nuovi amici
I Teletubbies sono quattro piccoli abitanti di un pianeta felice; hanno uno schermo televisivo sul pancino con il quale entrano in contatto
con i bambini della terra.
Il più grande di loro è Tinky Winky, molto gentile ed educato. Indossa una tuta viola e ama cantare la sua canzone preferita quando danza
e fa le capriole. È in ottimi rapporti con tutti, ma la simpatia più forte è per la piccola Po.
Il secondo è Dipsy, in tuta verde e con la pelle scura. Ordinato e fiero del proprio stile, è l’anima allegra e scherzosa del gruppo. Passa
anche molto tempo da solo, a riflettere e sognare.
Laa-Laa, la bimba in giallo, rappresenta la felicità e la spensieratezza; corre felice giocando a palla e facendo capriole per i prati. È molto
legata ai suoi amici, specie a Dipsy, ed è sempre curiosa di sapere cosa fanno. La sua filastrocca laalaali è pura espressione di gioia.
Po è la più piccola, riconoscibile per il vestito rosso e l’entusiasmo e lo stupore che la accompagnano in ogni sua avventura; manifesta
la sua felicità saltellando. Po è animata da una grande voglia di scoprire il mondo, sia quando esplora la natura col suo monopattino, sia
quando curiosa fra gli strani aggeggi tecnologici della loro casetta.
Vivono tutti insieme a Noo-Noo, un simpatico aspirapolvere che raccoglie le briciole di toast lasciate in terra dai quattro amici. Qualche
volta è un po’ pedante, ma i Teletubbies sanno allegramente tenergli testa.
Il magico mondo di Teletubbyland
Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa, Po e l’aspirapolvere vivono su una verde collina, in una casetta avveniristica e piena di luminose meraviglie
tecnologiche. Preferiscono però correre nei prati, sempre accompagnati da un sole benevolo e sorridente, da animaletti divertenti e da
suoni e voci dalle rime magiche. Anche gli amici un po’ prepotenti, il Leone e l’Orso, non sono mai una minaccia per i piccoli Teletubbies.
La curiosità per gli aspetti della vita e la voglia di comunicare con i nostri bambini li spingono a collegarsi con i loro monitor sul pianeta
terra.
Ognuno muove i primi piccoli passi nella vita secondo il proprio carattere, ma condivide le sue scoperte e le sue emozioni con gli amici.
Vivono insieme tante avventure aiutandosi nei momenti di bisogno, rispettandosi e incoraggiandosi.
Le ore serene della giornata sono scandite quindi dal formarsi di una personalità insieme alla capacità di vivere con gli altri, e di capirli;
dall’amore per la natura e per gli animali unita alla confidenza con gli strumenti informatici; soprattutto dall’esperienza del gioco che li fa
acquisire nuove capacità di giudizio e di comportamento.
BAMBINI IN MOVIMENTO
La cultura imperante e seducente dei videogame, insieme alla mancanz
per il libero gioco, stanno contribuendo a modificare il modo di giocarea di spazi
dei bambini,
vissuto sempre meno in attività socializzanti e di stimolo al movimen
to.
La teologa tedesca Dorothee Sölle alla domanda “Come spiegherebbe
a un bambino
che cos’è la felicità?” rispose: “Non glielo spiegherei. Gli darei un pallone
per farlo
giocare”.
E’ proprio il movimento che ci apre la mente, ci rende curiosi e ci aiuta
liberamente un pensiero, costringendoci quasi a guardare il mondo da a esprimere
un’altra
angolazione.
Nella realtà di oggi dove il gioco dei bambini spesso viene relegato nel
immobilismo del mondo virtuale, dei giocattoli industriali da “consum seducente
are” secondo
le loro regole, una palla è uno strumento straordinario per creare nuove
movimento, per aiutare a correggere il portamento e sviluppare armonicaforme di
mente il
corpo.
Antonio Maone, medico dello sport, che ha realizzato diversi modelli
per le esigenze dei bambini, ci accompagna a conoscere la realtà dei di palla pensati
bambini di oggi
nel loro rapporto con il movimento e il gioco, fornendoci tante indicazio
ni pratiche e
suggerendo gli esercizi da fare, illustrati con immagini efficaci.
Antonio Maone , BAMBINI IN MOVIMENTO
Ed. SONDA 2004 pp. 240 formato 15x21 brossura 14.50 €
Chi c’è dietro Teletubbyland?
Dietro l’apparente semplicità di ogni puntata si cela un
lungo e serio lavoro di esperti della BBC, in collaborazione
con educatori, genitori e bambini. Teletubbies è un
prodotto televisivo concepito e sviluppato attorno ai
bambini di età pre-scolare come occasione di divertimento
ed apprendimento. Grande attenzione è posta al
linguaggio, che deve essere compreso da tutti ed essere
in grado di trasmettere al bambino quella fiducia che
predispone ad imparare. Anche le storie sono raccontate
in modo da generare contestualmente confidenza e
stupore, toccando temi in cui il bambino si riconosce;
riuscendo a prevedere la fine, i piccoli spettatori
sviluppano le capacità critiche e di relazione fra cose e
situazioni diverse. Teletubbies è un modo divertente e
intelligente di stare davanti alla TV, che per venti minuti si
trasforma nella finestra magica delle mille sorprese, delle
mille possibilità della fantasia.
bazar 10 2004
[email protected]
CURLING
sport di valerio cammarano 53
Pietre che scivolano su ghiaccio
Saper maneggiare la scopa. E’ questa l’abilità strategica per
vincere al curling. Roba da casalinghi? Niente affatto!
Accanto agli sport minori come
il tiro con l’arco o la scherma, esistono anche gli sport minimi. Quelli che vengono praticati da quattro gatti in aree del paese
molto circoscritte e, quando va bene, sono circondati da scetticismo, mentre quando va male – cioè quasi sempre – sono oggetto di derisione. Tra questi c’è sicuramente
il curling. Come tutte le discipline, merita rispetto, se non altro perché chi lo pratica ci mette impegno e passione. Oltretutto, si tratta di uno sport antico, che in altre nazioni,
come il Canada o la Scozia, vanta milioni di seguaci. E dal 1998 è anche uno sport olimpico.
Lo scopo è lo stesso del gioco delle bocce: obiettivo è fare arrivare un oggetto – una pallina per le bocce, un disco di pietra (detto stone) di 20 chili circa per il curling – il più
vicino possibile a un punto prestabilito.
La particolarità di questa disciplina nata in Scozia circa 500 anni fa è che per aiutare lo scorrimento del disco, i giocatori si impegnano a “spazzolare” il ghiaccio o, meglio, a
scaldarlo con uno strumento detto scopa per allungare il tragitto dello stone o migliorarne la traiettoria. Il campo è lungo 45 metri, largo 4,5 e alle due estremità ha disegnati
quattro cerchi concentrici che segnano il punto di arrivo del disco e sono detti house (casa).
Detto così può sembrare una cosa elementare. Ma non lo è affatto. Non solo perché calcolare la traiettoria e la potenza del lancio non è facile, ma anche perché gli avversari
possono a loro volta usare la scopa per far scivolare lo stone avversario oltre il campo da gioco.
In Italia non è facilissimo trovare luoghi dove praticare questa curiosa, divertente e poco costosa disciplina. La maggior parte degli impianti, com’è ovvio, si trovano a nord.
Le culle del curling sono il Veneto – in particolare Cortina d’Ampezzo – e il Trentino (Valle di Cembra e Altopiano di Pinè). Uno dei posti più belli dove dedicarsi al curling è
sicuramente il Lago Santo, in Emilia, quando la superficie è ghiacciata.
Il curling, che, come detto, è disciplina olimpica dal 1998, è uno sport che fa parte della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, sul sito della quale (www.fisg.it) è possibile
trovare l’elenco delle società presso le quali praticarlo.
Evento BAZAR del mese:
mondiali di ciclismo
Verona capitale mondiale del ciclismo
Ottobre è un mese caldissimo per lo sport italiano. Sono appena partiti o sono in partenza i campionati della
maggior parte delle discipline, dal calcio al basket alla pallavolo all’hockey e via elencando. E proprio quando gli
altri cominciano a giocare, i ciclisti si concedono un lungo (e meritato) riposo. A questo punto qualcuno potrebbe
(giustamente) chiedersi perché ne parliamo. Il motivo è presto detto: prima del letargo invernale, i faticatori
del pedale si concederanno ai tifosi in quello che è uno degli appuntamenti clou della stagione, vale a dire i
Campionati del Mondo. Che quest’anno si svolgono a Verona tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
Occasione d’oro per vedere all’opera i migliori ciclisti e le migliori cicliste del mondo (senior e junior) sugli
splendidi percorsi disegnati per le prove su strada e per quelle a cronometro. Soprattutto queste ultime potranno
contare sul ricco scenario del Lago di Garda, con la cittadina di Bardolino a fare da punto di partenza e arrivo.
Per questo appuntamento, Verona e dintorni hanno deciso di fare le cose in grande. Dal 1° al 3 ottobre per le vie
del centro sono previste sfilate ed esibizioni storiche, il 2 ottobre è in programma uno spettacolo di piazza con
accesso libero, mentre domenica 3 ottobre una festa con tanto di concerto jazz chiude i Mondiali.
VERONA-BARDOLINO
MONDIALI DI CICLISMO
PROGRAMMA GARE
Lunedì 27 settembre
Cronometro Junior Donne
Cronometro U23 Uomini
Martedì 28 settembre
Cronometro Junior Uomini
Cronometro Elite Donne
Mercoledì 29 settembre
Cronometro Elite Uomini
Venerdì 1 ottobre
Junior Donne
U23 Uomini
Sabato 2 ottobre
Junior Uomini
Elite Donne
Domenica 3 ottobre
Elite Uomini
Quando il gioco si fa serio
A proposito di sport minori o minimi, un’altra disciplina che prima delle ultime Olimpiadi molti consideravano
alla stregua di un passatempo per originali, la ginnastica ritmica, ha conquistato centinaia di migliaia di fan.
Che forse, da Atene a Pechino, ne dimenticheranno presto anche l’esistenza. Ma che, se ne sentiranno parlare,
penseranno con rispetto e ammirazione ai quattro scriccioli – Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Fabrizia D’Ottavio,
Daniela Masseroni – che sulle pedane greche hanno dato dimostrazione pratica della verità dell’assunto secondo
cui non c’è niente di più serio del gioco.
Le quattro ragazze d’argento della ritmica azzurra – e le altre anonime che a questa disciplina si dedicano
– giocano con palle, bastoni, corde, cerchi e nastri. Il che, come dicevamo, può sembrare un puerile passatempo
per originali. Mentre in realtà è una delle attività sportive più difficili da praticare. Lanciare un cerchio in aria e
riprenderlo al volo con un piede dopo avere fatto un paio di capriole, il tutto a ritmo di musica, può sembrare
assurdo (anche se, quanto a utilità, non c’è molta differenza con il prendere a racchettate un pallina su un campo da tennis o dare calci a
un pallone in uno stadio), ma richiede una coordinazione mostruosa, una visione laterale degna di un’aquila, un senso delle misure e delle
distanze impressionante.
Se vedendo le imprese di Santoni e compagne ad Atene le vostre figlie (o voi stesse) vi siete innamorate di questa disciplina che, a
livello agonistico, è rigorosamente preclusa agli uomini, sappiate che queste doti si acquisiscono solo con ore e ore e ore di allenamenti
massacranti. Se tra le vostre qualità non ci sono la disciplina, il senso del gruppo, la determinazione, lo spirito di sacrificio, non tentate
nemmeno. Anche e soprattutto perché le soddisfazioni che questo sport può dare a livello puramente amatoriale sono pochissime. È uno
di quei casi in cui un divertimento (minimo) arriva solo dopo anni di apprendistato e fatica. In Italia ci sono parecchie palestre nelle quali è
possibile praticare questa spettacolare disciplina. L’elenco completo lo trovate sul sito della Federazione Ginnastica d’Italia (FGI) all’indirizzo
www.federginnastica.it.
GINNASTICA
RITMICA
54 di angelita peyretti
sciocchina bazar 10 2004
[email protected]
“i vicini” disegno di marco begani
Domanda di lavoro
Carta e penna, ora scrivo il mio curriculum
vitae e glielo mando. Pare facile…
Egregio Signor Parlodoppio, uhm, troppo antiquato, oggi si punta a essere diretti,
informali, casual! Caro Enzo, come va vecchio sporcaccione? No, poi pensa che voglia
ricattarlo… Beh, lasciamolo provvisoriamente, adesso andiamo al sodo… uh,
perfetto! Andiamo al sodo… mah, forse così è un po’ troppo casual.
Dunque, ora mi devo presentare, bene: molto piacere, io sono sciocchina… no, e come
può saperlo, è gente che non legge! E come si fa in questi casi? Cioè io so chi è lui, ma
lui che ne sa di chi sono io? Forse dovrei metterla qui la firma… No, prima gli giro
intorno e poi gli sparo là il nome.
Dunque: laureata… Uff, manca il soggetto… Come faccio a dirgli chi sono senza
dirgli chi sono? Io, laureata… laureata-mi in biologia marina con una tesi sulla s.s.d.d.
(sindrome schizofrenica dei delfini da acqua park), toh, ciapa lì, non so se mi spiego…
Poveraccio, mi sa che questo se la beve… uhm, che esista davvero una s.s.d.d.? No,
impossibile, lo rassicurerò in qualche modo, glielo metto tra parentesi (non si allarmi
per i poveri delfini, si è trovata la cura con certe alghe…)
E questo è chiarito, andiamo avanti, Le chiedo, no, meglio domandare, le domando…
e che gli domando adesso? Le domando scusa. Scusa?! Penserà che gli abbia fatto
qualcosa! Più rapido, incisivo: mi scuso per il disturbo… un po’ perentorio. Le chiedo
umilmente scusa se mi permetto di importunare con le mie inutili parole una persona tanto
impegnata quale lei è … un po’ servile? No, andrà benissimo, è gente a cui piace vedere
tutte le elle maiuscole, Lei, inviarLe, disturbarLa…
Adesso è il momento di parlare di lavoro: Oso rivolgermi direttamente a lei perché la
cugina Sandra conosce uno che le porta quasi sempre il pranzo, e insieme al pranzo (anch’io
adoro le acciughe, specie se già spinate) domani le recapiterà questa mia. Andrà bene
questo riferimento? Ma sì, così vede che ho tante conoscenze. Al massimo tolgo
l’ammiccamento alle acciughe, anche se certe pennellate alle volte sono decisive.
Avanti, non sono ancora arrivata al punto, come faccio adesso? Mi sembra sfacciato…
mettiamoci un ebbene: ebbene, rompo gli indugi… bello! Le scrivo per proporle la mia
disponibilità… no, sembra che glielo faccia cadere dall’alto, volevo sottoporle la mia
disponibilità… uhm, mi pare che strida un po’, sottoporle la mia… la mia persona! Ecco
sì, la mia persona (mi calpesti pure, non sentirò nulla), perché sono convinta che ciò che fate lì…
là… ciò che fate ivi. Uff, calma, sembra facile ma è un lavoraccio, bisogna che costruisca
un raffinatissimo reticolo di messaggi subliminali per farlo cadere in
trappola.
Riprendiamo: Mi spinge, anzi, Mi sottende, wow, la convinzione, di più, la
persuasione, non basta, una vera e propria fede nel fatto che le vostre attività… ma che
fanno questi? Uhm, vediamo un po’ le pagine gialle, com’è che si chiamano
questi? Ah sì, Spectre, già sentiti da qualche parte… qui dice “Contattaci,
per il tuo benessere”, capirai… “I problemi più delicati con la massima
discrezione”, mah, faranno creme antiemorroidali. Beh, che gentili,
prima ti inchiappettano e poi ti curano, anche questa non mi è nuova…
Riprendiamo: ritengo che le vostre svariate e benefiche attività coincidano proprio con
le caratteristiche… anzi, con le qualità della mia formazione e della mia personalità…
troppo freddo, ci vuole più trasporto, e della mia dinamica, multisfaccettata e
mutevole personalità…d’altronde se si occupano di culi, una certa flessibilità è
d’obbligo… della mia melliflua personalità.
Allego il mio curriculum vitae, meglio la sola sigla, dà un effetto dimestichezza,
il mio V.C., perché lo esamini e ci trovi qualche ragione per darmi un qualsiasi lavoro…
no, non deve vedere che sono disposta a tutto, o finirà che mi sfrutteranno!
Se vuole può anche sputarci sopra tanto non è che ci tenga…Ma che mi prende?
Allora, rivediamo: Allego il mio…tho, ma cos’ho scritto? V.C.! ma tu guarda
la sciocchina che sono, il mio WC, tanto sempre vicino al culo si trova, perché
lo esamini a fondo in cerca di elementi di affinità con le vostre salutari e filantropiche
attività.
Benissimo, ora ci vuole una chiosa efficace, e se ci riesco fra le righe ci
infilo un ultimo accorato appello: La saluto, no, troppo confidenziale, qui ci
vuole un dignitoso distacco, Addio… un po’ tragico. Le porgo i miei più cari e
sentiti saluti, manifestandole un tenero affetto che sento già crescere in petto, e la prego,
la imploro, Gentile Signore, Sua Santità, (c’è chi ha osato un Sire) di mettersi una
mano sul cuore, se ne ha uno, c’ho tre gatte di ventidue chili l’una da sfamare, faccia
qualcosa prima che mi divorino, se vuole mi sputi, tanto gliel’ho già detto, io non me la
prendo, e poi io anche se le emorroidi non le ho mai avute personalmente, io in quanto
giovane laureata di culi da riparare me ne intendo un pochetto, e comunque di questi
tempi da quelle parti son dolori per tutti, creda.
Mi inginocchio, con rispettosa subordinazione, baciamo le mani. Sciocchina.
[email protected]
bazar 10 2004
corsi di valeria cecilia 55
Sushi! Mica solo pesce…
Sui banchi a scoprire che il sushi è anche di carne, che
truccarsi può essere un’arte, che
l’equilibrio s’impara studiando acrobaz
ia,
che
il
futu
ro è nello sviluppo sostenibile.
Ogni corso è una scoperta.
Il manager di programmi
comunitari e globali
Fino al 15 ottobre ci si può iscrivere
alla nuova edizione del GMP, Corso
postlaurea di formazione avanzato in
Europrogettazione, organizzato Centro
Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo
sostenibile, dell’Università La Sapienza di
Roma. Il Corso intensivo di dieci giornate è
riservato a 35 partecipanti e si rivolge a chi
è interessato ad approfondire le tematiche
dei programmi comunitari e delle forme di
finanziamento a gestione diretta promosse
dalla Commissione Europea, in particolare
i programmi per le relazioni esterne con i
paesi terzi.
Costo iscrizione: Euro 2.000. Le date: 19 – 23
ottobre (I° modulo - Progettazione) e 9 – 13
novembre 2004 (II° modulo – Gestione)
Info: www.cirps-continuum.it - cecilia.chiape
[email protected] CIRPS, tel. 067092079
A scuola di trucco:
per bellezza, salute o arte
Chi non
vorrebbe conoscere i trucchi di un bravo visagis
ta per
migliorare la propria pelle, intensificare lo sguard
sorriso… Alcuni primi trucchi per l’auto maquillage o e far brillare il
on line, sul sito www.esteticamente.it/html/viso_ si possono trovare
c’è a disposizione di tutti i lettori una piccola guida e_corpo.html, dove
al trucco. Altrimenti
si può andare alla Making Beauty Academy di Milano
che organizza
ogni anno corsi di trucco per tutti i gusti, dal sempl
trucco correttivo, fotografico o artistico. I corsi hannoice maquillage, al
durata annuale e
semestrale e poi ci sono quelli brevi. Nel mese di
ottobre inizia il corso
annuale di trucco (frequenza tutti i giorni dalle 9 alle
rateizzabile, che comprendono tassa d’iscrizione, 13, costo € 3590,
tassa d’esame,
dispense, testi e rilascio di attestato (è escluso
il materiale trucco) e
poi partono le lezioni di maquillage e abbellimento
per principianti
(costo totale 790 euro).
Per informazioni www.mbacademy.it. Tel 028698
4516
Stage di acrobatica per attori e artisti
di strada
Stage intensivo di acrobatica e training fisico
celebre Nicole Kehrberger, performer, acrobata condotto dalla
e danzatrice che
vanta collaborazioni con Le Theatre Du Soleil, Anton
io Latella, e
che ha insegnato presso molte scuole di circo interna
zionali. Lo
stage verte su esercizi di improvvisazione teatral
acrobatica, sospensioni, lavoro con le funi e le tele, e, tecniche di
musica. Il lavoro di Nicole Kehrberger si articola su training con la
ballo energetico, teatro e danza, ricerca dell’eq livelli differenti,
uilibrio precario.
Dal 4 al 29 ottobre 2004, 5 volte a settimana, 4 ore
Il corso è destinato ad attori, professionisti e al giorno.
non, acrobati e
artisti di strada. Le lezioni si tengono presso il Circolo
Via casilina vecchia 42 (Piazza Lodi - S.Giovanni) degli Artisti,
Roma. Tel.
0661662490 – 3332584332. [email protected]
Corso di cucina giapponese e sushi
A Firenze l’associazione culturale giapponese Lailac (termine che sta
ad indicare un fiore ma che se trascritto in ideogrammi kaji significa
“gente che viene a divertirsi”) organizza un corso di cucina e lezioni
di sushi. L’insegnante, rigorosamente giapponese, è Hiromy Sasaski.
I due corsi spiegano la preparazione di pietanze tipiche nipponiche
semplici e fatte di ingredienti naturali. Si inizia con un piatto
caratteristico come la “Zuppa di miso”, a base di fagioli di soia, che
si può arricchire con il tofu (formaggio di soia) o con le alghe, e che
in genere è il piatto di accompagno del riso e delle verdure. In aula si
prepara poi lo “Yaki tori”, spiedini di pollo con salsa di soia cotti alla
griglia. Ma le maggiori sorprese arrivano durante le lezioni di sushi,
che, ci spiega Errie, una delle responsabili dell’associazione, tutti
credono essere una pietanza a base solo di pesce crudo. Il termine
sushi in realtà indica il “riso condito con aceto”, che poi si unisce ad
altri ingredienti per fare delle pietanze complesse. Si usa spesso con
i filetti di pesce crudo (ed ecco il sushi di pesce) ma anche con la
carne fatta a involtini o con le verdure. Il corso di cucina generico si
svolge in 5 incontri, ogni giovedì dal 21 ottobre 2004 al 17 febbraio
2005, costo totale 89 euro. Il corso di sushi prevede invece tre lezioni:
13, 27 ottobre e 10 novembre e costa 120 euro.Per informazioni
www.lailac.it/corsi-sapori.html, tel 055702870
fenomeni bazar 10 2004
Si lotta ballando
56 di GIULIANO CANGIANO
[email protected]
E si grida no alla guerra, ma con arte.
Ecco cosa accade nei centri sociali d’Italia.
Tra vino, musica, dibattiti, feste e cortei.
non lascia spazio, se non
Vacanze terminate, gitani dell’ultimo momento rientrati in ufficio pronti ad un altro tour de force lavorativo che allora? Che fare? Beh,
ad
fino
E
bianca…
settimana
prossima
alla
fino
almeno
pause-relax
altre
ad
porta,
fuori
scappatelle
per fugaci
siete nel posto giusto per trovare valide alternative a picnic plurifamiliari o a bigami lumi di candela clandestini...
la bella stagione è di nuovo
Iniziamo subito con una reprise per palati stanchi di tracannare litri di birra gelata o beveroni anti-afa: passata
la prima edizione
impegnati
socialmente
flûte
e
calici
in
offre
la
ce
l’occasione
e
terra
nostra
della
fermenti
genuini
i
tempo di assaporare
e vini in mostra,
vignaioli
contadina,
agricoltura
e
planetarie
“sensibilità
tratta:
si
cosa
di
Ecco
WINE.
CRITICAL
/
libertà
e
terra
romana di
del francese Foire
Sull’impronta
altro”.
molto
e
poesia
musiche,
convegni,
produttori,
i
con
incontri
assaggi,
vitivinicole,
aziende
stands di
un nuovo rapporto
des Particuliers, comincia a prendere piede in Italia questo sensibile evento auto-gestito con lo scopo di proporre
estimatori la qualità
agli
conoscere
far
di
possibilità
la
note
meno
e
più
vinicole
case
a
l’altro
tra
offrendo
nsumatore,
produttore-co
in esame sbarca
dei propri prodotti, e inoltre di dibattere temi inerenti terra e ambiente, equità e sostenibilità del consumo. L’edizione
locali del Forte
storici
negli
Roma
a
approdare
poi
per
Cannaregio)
1105/a
bandita
zona
sociale
(Centro
ottobre
2
sabato
a Venezia
che, per l’accessibile dazio
vetro
di
calice
un
di
dotato
venga
all’entrata
visitatore
ogni
che
previsto
E’
Ottobre.
24
e
23
22,
il
Prenestino
di 5 euro potrà riempire a piacimento durante tutta la manifestazione per degustare ottimi vini di tutta Italia.
Forte Prenestino, via Federico Delpino 189 zona Centocelle - ROMA
Collettivo Informale Terra e libertà /Criticalwine www.criticalwine.org
Link:
C.S.O.A. Forte Prenestino www.forteprenestino.net
approfittare di
Chi invece non può aspettare fino alla terza decade per dare spazio alla propria voglia di centro sociale può benissimo
si fa portavoce di noi
Acrobax
Autogestito
Occupato
Laboratorio
Il
.
metropolitano
precariato
del
festival
il
2.0,
EMPO
INCONTROT
ipotesi da agenzie per
lavoratori del terzo millennio, dipendenti solo da occupazioncine sottopagate e pure in nero o nella migliore delle
coscienza dei
prendere
per
quant’altro
e
musica
ione,
autorganizzaz
dibattiti,
incontri,
di
quattroggiorni
una
offre
ci
e
il lavoro interinale,
bel paese le lotte
del
impegnato
popolo
il
Ormai
conquiste.
e
drammi
disagi,
lotte,
esperienze,
confrontare
per
e
cambiano
tempi che
egida dell’imbandanato
le fa ballando, che la terra scotta sotto i piedi e abiurando la voglia che verrebbe di farsi, da soli, sotto la fulgidaleggete) al 2 ottobre (per
mentre
passato
(già
settembre
30
dal
incontra
si
volta
questa
e
cammino,
segnato
lui
da
il
premiér seguendo
fortuna siete ancora in tempo) per cospirare di giustezza.
LOA Acrobax, in Via della vasca navale, 6 - ROMA
www.acrobax.org
Link:
e degli artisti contro
Si sta preparando inoltre, sempre su territorio romano, (monogeografica questa uscita!!) una giornata internazional
un corale diniego artisti
in
unirsi
e
raccogliersi
vedrà
mese
questo
di
23
Il
scorso.
giugno
30
del
riuscita
ben
quella
di
scia
sulla
la guerra,
adesioni all’indirizzo artistico
di provenienza internazionale. Aggiornamenti continui su www.bloggersperlapace.org e ricezione proposte e
bero.it.
ntroguerre@li
zione tragicamente
Giorno 18 festeggerebbe trent’anni il Leoncavallo di Milano se non fosse che, per l’ennesima volta, un’amministra
Watteau, che dal
via
di
industriale
ex
quella
un’area,
di
destino
sul
sindacare
di
e
grossa
voce
la
fare
di
deciso
ha
priva di lungimiranza
distinto. Si decide in
sempre
è
si
milanese
Sociale
Centro
il
cui
per
attività
e
numerosissim
le
ospitare
di
modo
avuto
ha
94
settembre
Ma la festa intanto ci sarà,
queste settimane sullo sgombero, sarebbe un peccato ripristinare lo status quo di dismissione e abbandono.
importante.
traguardo
un
sono
anni
perché i 30
Centro Sociale Leoncavallo, via Watteau 7.
[email protected]
bazar 10 2004
net di valeria cecilia 57
Babelteka.org,
liberi di sapere
E’ nato il primo nodo italiano di scambio gratuit
o di opere. E’ basato
sul free software e ha l’ambizione
di
cre
are
mol
to
“traffico di libri”
lungo tutto il territorio nazionale.
«Fin dal periodo di Reagan, la maggiore scarsi
non riguarda l’innovazione tecnica, ma piuttosto tà degli Stati Uniti
insieme per il bene pubblico. Non ha alcun senso la volontà di lavorare
spese della seconda», Richard Stallman, ideato incoraggiare la prima a
Si apre con questa frase la porta (home page)re del free software.
della prima “biblioteca
pubblica distribuita”, un sistema di prestito gratui
to di libri, dischi,
film. Una libreria dove possono trovar posto tante
raccolte domestiche
lasciate piene di polvere, vecchie collezioni lettera
rie del nonno, libri
che abbiamo comprato ma che non amiamo o
libri che invece amiamo
a tal punto da voleri far leggere a tutto il mondo
ci hanno deluso, doppie copie di cd ricevuti in . E ancora dischi che
regalo, vecchi moovie:
insomma su babelteka.org si può mettere, e trovar
e, di tutto. L’uso
della banca dati è semplice, ci si iscrive, segna
e si depositano, (o si chiedono), le opere. Tutto ndo il proprio indirizzo,
gratuitamente. L’unico
serio accorgimento da mantenere durante l’uso
di babelteka è il
rispetto per gli altri.
L’idea di questa biblioteca pubblica on line nasce
persone: “traduttori, programmatori, progettisti,ad opera di una rete di
la propria competenza ha contribuito alla messa sociologi, ognuno con
racconta Rattus, uno dei responsabili del progeton line di babelteka”,
to, che ha prestato
le sue doppie competenze sociologiche e inform
è nata da delle libere chiacchierate su temi quali atiche. “Babelteka
telestreet, il free software” dice Rattus. Il codice il bookcrossing, le
di programmazione
che è stato usato per strutturare il data
base infatti è
stato preso dal progetto californiano
“Distributed Library Project”
( w w w. t h o u g h t c r i m e . o r g /
software/dlp/), padre di tutte
le biblioteche pubbliche on line.
La versione di casa nostra
rispetto a quella americana,
incentrata su tante piccole
comunità locali, vorrebbe che
DLP riuscisse ad avere un
quadro della distribuzione delle
opere sul territorio nazionale.
Ciò potrebbe determinare nel
corso del tempo il costituirsi di
cataloghi capienti da divenire
appetibili
per
bibliofili,
studiosi e collezionisti, fino a
rendere Babelteka una novità
significativa nell’offerta di
servizi pubblici di questo
genere. “Il nostro scopo
dice Rattus, è di creare un
servizio di pubblica utilità. Se
Babelteka venisse clonata,
non
ci
dispiacerebbe
minimamente, anzi c’è da
augurarselo”.
Manga fai da te
Nel bazar di Maria si trova di
tutto, basta che sia made in
Japan….
Tutte le cose più impensate sui manga sono su http://ilbazar
dimari.altervista.org/index.html: istruzioni fai-da-te, storie di
censure, sigle, fotomontaggi, racconti e leggende giapponesi,
ma anche corsi di cucina orientali, trame, fanfiction,
fanart, cosplay, canzoni, videogiochi. Tutto questo e altro
su questo sito amatoriale realizzato e gestito per intero
da una ragazza di 22 anni appassionata di cartoni animati
giapponesi da quando ne aveva 15. Ma il bello di questo sito è
che è arricchito con il contributo di tutti gli utenti. Presto ci
sarà una nuova sezione dedicata al J rock e J pop, la musica
moderna giapponese.
Sicilia on line
Per conoscere
tutti gli eventi,
soprattutto quelli
alternativi
www.siciliantagonista.org è il nuovo
contenitore promozionale di eventi,
manifestazioni, festival, concerti
e tutto ciò che riguarda la Sicilia.
Siciliantagonista.org ha l’ambizione
di creare una fitta rete di contatti e
di appuntamenti siciliani “alternativi”
per fare in modo che siano visibili
e consultabili in modo veloce,
attraverso un semplice click.
Scrivi anche tu, senza censura
Censurati.It è un sito interattivo
che dà voce alle notizie di solito
non divulgate. Puoi scrivere anche
tu….
www.censurati.it è un sito di
rivendicazione sul diritto d’opinione.
Un portale che offre un servizio
completo di informazione interattiva
che tratta temi di attualità, politica,
cinema, hackeraggio, mobbing,
libri, con un approccio che vuole
smascherare le bugie. Si legge sul
manifesto del sito: “Censurati.it è
nato per farti sapere quello che non
ti vogliono dire. Per evitare quindi
il piattume in cui rischi di cadere,
collabora anche tu, se senti di poter
esprimere verità scomode. Nessuno
ti metterà un bavaglio!”
58 di guido dolara
noi bazar 10 2004
[email protected]
Riga, stella del Nord
La capitale della Lettonia
è una delle metropoli
dell’Unione europea più
lontane e più povere.
Più vicina a Mosca che a
Bruxelles, è tutta proiettata
verso l’Europa, e guarda
con diffidenza alla Russia ex
colonizzatrice. Il legame più
stretto è con la Scandinavia,
da cui la separa solo un
breve tratto di mare. Città
dell’est col cuore ad ovest.
Situata a pochi chilometri dal confine tra Ue e Russia, Riga è geografic
storicamente più vicina a Mosca che a Bruxelles e alle capitali dell’Euroamente e
Il suo futuro è però assolutamente proteso verso l’occidente e verso pa occidentale.
l’Europa. Grazie a
questo entusiasmo la città sta vivendo una rinascita e un boom culturale
ed economico,
proponendosi come una delle metropoli più promettenti della nuova
Europa e come nuova
capitale del Mar Baltico.
Il suo fascino e la sua attrazione nascono soprattutto dalla posizion
e geografica e geopolitica, crocevia di culture. Riga è prima di tutto una capitale dell’Euro
affacciata sul Mar Baltico e da sempre centro di scambi tra Scandina pa del nord,
via e mondo slavo.
Un breve tratto di mare di circa 400 kilometri separa Riga da Stoccolm
a. Fino al 1991 i
due paesi erano divisi dalla cortina di ferro. Oggi gli scandinavi consider
ano Riga e i paesi
baltici il ”cortile di casa propria”.
Gli investimenti dai paesi nordici sono visibili ovunque: il panorama
di Riga è dominato
dall’elegante grande magazzino finlandese Stockmann e dall’albergo
giovani comprano vestiti dal negozio norvegese Dressman. La linea norvegese Reval. I
aerea nazionale, Air
Baltic, è di proprietà delle linee aeree scandinave SAS, mentre la principal
telecomunicazioni, Lattelekom, ha come principale investitore straniero e impresa di
il colosso svedesefinlandese TeliaSonera.
Riga è anche indubbiamente una capitale centro-europea, come Praga
somiglia soprattutto dal punto di vista architettonico. Come la Cecoslov o Varsavia, a cui
acchia e la Polonia,
la Lettonia ha vissuto un periodo di indipendenza e prosperità nel periodo
tra le due guerre
mondiali e di quel periodo rimane soprattutto l’architettura, bellissim
i edifici residenziali in
stile Jungendstil (Liberty o stile floreale in italiano). Inoltre, come Praga
sta vivendo una rinascita grazie alla fine della dominazione sovietica e Varsavia la città
.
C’è da dire che con il nome di  (come si scrive in caratteri cirillici)
importante nel panorama culturale russo, visto che oltre il 40% dei suoila città è un centro
abitanti sono di
madrelingua russa. Le relazioni tra lettoni e russi sono spesso tese
e i due gruppi nazionali
vivono vite separate. L’influenza russa è vista con sospetto, anche se
i rapporti commerciali
con la Russia sono necessari e la musica e la televisione russe continua
no a essere
omnipresenti. In futuro, la familarità con la Russia potrà diventare un
vantaggio per Riga,
possibile punto di incontro tra l’Europa e il suo più grande vicino dell’Est.
continuano a essere visti come un problema piuttosto che una opportun Per adesso i russi
Al centro di questo crocevia di culture, i Lettoni sono un piccolo popolo ità.
mezzo di persone, nemmeno il 60% della popolazione del loro stato, circa 1 milione e
per il resto composto
prevalentemente da russi. Raramente indipendenti durante la loro storia,
i lettoni sono un
popolo orgoglioso della propria lingua e della propria individualità e
sono la vera anima di
questa capitale baltica.
Per visitarla
L’ industria del turismo sta diventando importante per la città di Riga.
principale è che la città è indubbiamente bella, grazie al fiume, ai pontiLa sua forza
restaurata e quasi intonsa dalla guerre. Riga è una meta di gite di fine all’architettura
la regione circostante, a cominciare da lituani ed estoni che la visitanosettimana da tutta
per fare spese, da
russi che vengono a trovare parenti fino a scandinavi che cercano turismo
culturale, per
non parlare di alcol e sigarette a basso prezzo. Anche il turismo dal
sempre più visibile e la città offre una buona infrastruttura di alberghi,resto d’Europa si fa
e locali notturni. La lingua inglese è usata piuttosto comunemente daiostelli, ristoranti, caffè
giovani al di sotto dei
30 anni. Altrimenti, russo o lettone sono le uniche possibilità per comunic
Esiste però anche il fenomeno del turismo sessuale, attratto dai numeros are.
i locali a luci
rosse, controllati dalla mafia locale. Il mondo della prostituzione in Lettonia
è violento,
pericoloso e poco regolamentato. La maggior parte delle ragazze che
condizione di semi schiavitù, fatto ignorato dai gruppi di turisti occidentci lavorano sono in
ali tutti al maschile
che frequentano i bordelli.
Il modo migliore per ottenere informazioni specifiche su Riga è utilizzare
in your pocket”, bimestrale che si trova nella maggior parte dei giornalai la guida ”Riga
gratuitamente online su www.inyourpocket.com. Altrimenti, i due classici, o consultare
del turismo
giovanile, Lonely Planet e Rough Guide, hanno sezioni su Riga nelle
loro guide dei paesi
baltici.
Per arrivare a Riga utilizzando opzioni Low Cost si può utilizzare Ryanair
(www.ryanair.com), che va a Riga da Londra, Francoforte e Tampere
Altrimenti, Air Baltic (www.airbaltic.com) vola a Riga a basso prezzo in Finlandia.
paesi europei compresa Milano. Per chi preferisce arrivare via mare,dalla maggior parte dei
la rotta più comune è
Stoccolma-Riga.
COME ARRIVARE
[email protected]
Facile schierarsi contro McDonald’s e Coca-Cola, simboli di una
cultura americana che non piace alle sinistre nel mondo. Bisogna
distinguere. Tanto per cominciare, sul piano del gusto: la Pepsi-Cperò
con i suoi aromi di agrumi, è più buona della Coca-Cola, che ha ola,
forte componente di cannella. E ancora: una bistecca alla fiorentinuna
aè
più buona di un hamburger, ma, forse, un hamburger con le patatine
fritte McDonald’s è più buono di una minestra in scatola Campb
Il terreno di discussione, è chiaro, non è questo. Le proteste controell’s.
McDonald’s e Coca-Cola (contro la Coca-Cola protestava sul
suo quotidiano anche il PCI negli anni ’50) nascono dall’accusa
di considerarle responsabili di arroganti operazioni commerciali e
industriali, che hanno come risultato perdite di identità culturali locali.
In poche parole, le considerano agenti della globalizzazione.
E gli americani? Al di là dei gruppetti radicali europeizzanti
antiglobalizzazione, che atteggiamento tiene il pubblico americano
verso due dei simboli più vistosi del suo modo di vita? In primo luogo,
mangia da McDonald’s e beve Coca-Cola magari senza entusias
ma con la stessa naturalezza con cui noi andiamo in pizzeria. E, mo,
bisogna
aggiungere, raggiungendo cifre di consumo spaventose (nel mondo,
circa 47 milioni di persone al giorno mangiano McDonald’s). C’erano
,
una volta, delle differenze fra Burger King, che cuoce sulla griglia,
McDonald’s, che cuoce sulla piastra. Ma alla fine, è il fast food il e
punto,
non i singoli ristoranti. E le catene (le numerosissime catene) di fast
food sono ormai una parte del panorama culturale americano. Certo
anche in questi angolini simbolici si svolge una parte della costruzi
dell’identità e dobbiamo riflettere sul fatto che, quando la Francia one
criticato la politica americana e si è ripetuto un capitolo del tradizioha
rapporto di amore-odio tra americani e francesi, gli americani più nale
americani hanno proposto di chiamare le patatine fritte Liberty fries
invece che French fries.
In America, dove la Coca-Cola ha aperto ad Atlanta una specie
di museo con visita guidata alla fabbrica (simile, del resto, a quello
della Guinness a Dublino), i consumi di soft drinks nei fast food
non
sembrano in pericolo.
Ci sono, tuttavia, una serie di segnali su cui vale la pena discutere.
Contro la Coca-Cola, sono sempre più vivaci le proteste a
proposito della sua politica industriale. Atteggiamenti antisindacali,
discriminazioni, scarso interesse per le risorse naturali, inquinamento
prodotto dai suoi impianti di imbottigliamento dall’India alla Colomb
ia,
dall’Africa alla vecchia Europa sono tra le principali critiche che
vengono mosse. Le bevande in sé non sembrano in discussione. Inle
questo senso, la Coca-Cola è equiparata a qualunque altro gigante
industriale che gode di una posizione di semimonopolio. I suoi critici
costituiscono uno schieramento più ampio dei soli no-global: di esso
fanno parte anche sindacalisti, movimenti per i diritti civili, ambien
Per McDonald’s, la cosa è più complessa perché alle polemiche talisti.
del genere precedente, se ne aggiungono altre due: una è la
contrapposizione culturale e il revival – anche nel fast food – di
cucine etniche. L’altra, più seria, si accompagna alla convinzione
che
McDonald’s sia responsabile (sia fra i responsabili) di una delle malattie
sociali più serie d’America, l’obesità. Sono in corso una serie di cause
legali contro McDonald’s intentate da bambini obesi e dai loro genitori
obesi che si basano sul fatto che il cibo offerto dal gigante del fast
food è
un cibo ipercalorico, grasso, che trasuda colesterolo e che nei ristoran
McDonald’s non solo non si suggerisce nessuna cautela alimentare, ti
ma si incoraggia il consumo. Ora, anche qui c’è da distinguere: da
parte c’è la lobby degli avvocati, alla ricerca di azioni legali collettiv una
contro grandi compagnie (come contro le compagnie del tabacco) e
che possano produrre sentenze lucrose. E di questo, riparleremo.
Dall’altra, c’è il problema generale del junk food (del cibo spazzat
caramelline, merendine, gelatoni, sciroppi, grassi e farinacei offerti ura):
porzioni gigantesche che non si risolve facendo la guerra a McDonin
ald’s.
E’ un problema di cultura alimentare, e ci vorranno decenni per trovare
una soluzione.
Junk Food
bazar 10 2004
loro di franco andreucci 59
Ketchup, hamburger, patatine fritte,
maionese, senape a volontà e tanta
Coca Cola. Da una parte. Dall’altra
ambientalisti, sindacalisti, obesi furibondi
e avvocati a caccia di cause lucrose.
Fotografia di Karen Summer
60 di cristiana scoppa
migrazioni bazar 10 2004
[email protected]
Notizie/non notizie dal Medio Oriente
Esteri. Kuwait: nuovi progetti per
lo sviluppo e diritti politici anche
alle donne
o
(DWpress) – Kuwait City – Il primo ministro kuwaitian
Sheikh Sabah al-Ahmad Al Sabah ha reso note le intenzioni
del governo di cercare, ora che il Paese è libero da minacce
altrui, una partenza per il risveglio e lo sviluppo economico
sulle basi di alcuni progetti organizzati. Oltre la costruzione
di un porto commerciale e la ristrutturazione di quelli
già esistenti, Al Sabah ha chiesto l’aiuto di alcune società
di Singapore anche per edificare un aeroporto che possa
contenere almeno 20 milioni di passeggeri l’anno. Ma la
notizia più “calda” è l’intenzion e del governo di stanziare
nuove leggi per dare finalmente a tutte le donne diritti
politici finora inesistenti.
Numero 167/168 del 24/25 settembre 2004
C’è una piccola agenzia stampa
– DW Press – che da una decina
d’anni trasforma in “lanci” e “notizie”
imprese, problemi, successi, eventi
che vedono le donne protagoniste.
Uno sguardo diverso su quel mondo
islamico di cui tanto si sente parlare
in questi giorni, ma di regola in modo
superficiale. E’ possibile, una volta
tanto, entrare in profondità in quel
mondo parlando di cose che quasi
mai trovano spazio sulle pagine dei
giornali? Bazar ci ha provato
Esteri/1. Iran: giro di vite sui diritti
delle donne
del Festival di Teatro
(DWpress) - Teheran - Il direttore
di Teheran in una nota stampa diffusa ieri ha invitato
le attrici e le compagnie teatrali a rispettare il codice di
abbigliamento e di comportamento islamico. “Le attrici che
si presenteranno in scena o in qualsiasi altro momento del Festival
teatrale con abiti aderenti, senza il tradizionale hijab, o con un trucco
pesante, non potranno essere premiate”. La direzione del festival
ha anche vietato incontri diretti tra uomini e donne fuori
dal palcoscenico, aggiungendo che nel caso di eventuali
insubordinazioni la cerimonia finale della premiazione sarà
sospesa. Ricordiamo che risale a quindici giorni fa l’arresto
del direttore della Casa del Cinema di Teheran, perchè
durante una festa, alcuni dei partecipanti non avevano
rispettato il codice islamico d’abbigliamento e si erano viste
donne stringere la mano agli uomini.
Numero 172 del 30 settembre 2004
Esteri/1. India: una moschea per
sole donne
(DWpress) – Tamil Nadu - Un gruppo di donne
musulmane (Wlulm) della città indiana ha deciso di
costruire la propria moschea. La decisione di questo
consiglio cittadino di donne (una jamat al femminile)
sarebbe dovuta alla mancanza di rappresentazione nella
comunità. Secondo la Commissione degli Affari Pubblici,
tutta maschile, le donne hanno il diritto di pregare nelle
moschee, ma in posti separati. Non è concepibile una
moschea di donne. I jamats, connessi alla moschea,
giudicano i casi delle famiglie della comunità, inclusa
la violenza domestica. A eccezione del caso del jamat
femminile non è permesso alle donne esserne membri o
presentare i loro casi.
Numero 171 del 29 settembre 2004
DWpress,
tel.: 0667605796 tel-fax: 0667605049.
[email protected] - www.mclink.it/n/dwpress
PER SAPERNE DI +
Esteri/2. USA - Giornalista turca
liberata racconta la sua prigionia
in carcere
(DWpress) - New York – Una giornalista turca, liberata dopo
diversi giorni di prigionia in carcere, ha pubblicato un duro e
toccante resoconto di questa sua terribile esperienza. “I primi
carcerieri – racconta - sono stati i meno feroci. Si erano presentati
come membri di Ansar al-Islam, il gruppo fondamentalista che sotto
Saddam Hussein era riuscito a stabilire un’enclave in zona curda e
che per gli Stati Uniti è collegato ad Al Qaeda. Anche se parlavano
turco, sostenevano di essere arabi sunniti e non turcomanni sciiti. Io,
avevo dalla mia sia il fatto di essere musulmana sia di poter parlare
con alcuni dei carcerieri nella nostra lingua comune, il turco, anche se
per i sequestratori ero una donna troppo indipendente. Fin dal primo
momento mi hanno obbligato a indossare una lunga tunica e il velo, non
volevano vedermi in maglietta e pantaloni. Una volta accertato che io e
gli altri ostaggi eravamo giornalisti, l’emiro aveva deciso di liberarci, ma
quella notte stessa morì sotto un bombardamento americano. Fummo
allora ceduti ad altri gruppi e l’ultimo, in particolare, fu il più violento.
Amavano torturarci senza motivo. Spesso si mettevano le dita davanti
alla gola per farci segno che saremmo stati sgozzati. Una volta mi hanno
messo una kefiah bianca e rossa attorno alla testa legata così stretta da
farmi temere di diventare cieca. Poi cominciarono a picchiarmi con una
cintura piena di chiodi. ‘Il tuo amico ha confessato tutto, sei pronta a
confessare anche tu?’, urlavano i carcerieri. A un certo punto, mentre ero
sdraiata a terra dolorante, qualcuno mi scostò il velo davanti agli occhi e
vidi le scarpe e la giacca del mio collega. Nella stanza entròun giovane
che mi disse: ‘Il tuo amico è stato ucciso, tu sei libera’. Così, fui prelevata
e dopo un po’ di giri in macchina mi lasciarono davanti alla sede del
Fronte turcomanno iracheno a Mosul.
Numero 169 del 27 settembre 2004
[email protected]
bazar 10 2004
Sessualità.
Si cresce
Il parroco e la trans: chi vuole
si faccia avanti!
Sandra Alvino, presidente dell’associazion
(candidata per Forza Italia nel consiglio e Italiana Transessuali,
di quartiere 5 del comune
di Firenze per le ultime elezioni amministr
ative e non eletta)
da poco ha contattato Don Santoro (il prete
Piagge di fiorentine). Il parroco non nuov dei poveri delle
o all’accoglienza le ha
messo a disposizione un ambiente della sua
Alvino continui il suo lavoro di sostegno parrocchia affinché
La presidente infatti si era ritrovata senzaalle persone transessuali.
momento della sua candidatura con Forz “casa” proprio al
vista “sfrattare” dalla Casa del Popolo il a Italia in quanto si è
dell’associazione. La stessa Alvino inoltr Progresso l’allora sede
e, nell’ultimo mese ha
chiesto al presidente della Regione Toscana
per creare una bozza di vitalizio da prese Martini un colloquio
ntare al Ministro per
le Pari Opportunità a beneficio delle perso
ne transessuali con
problemi di salute.
Studio lesbo
Partendo dal presupposto che è sempre bene
migliorare, il centro Ricerche di Neurosci conoscere per
enze di Torino sta
svolgendo una ricerca sul mondo omosessua
collaborazione con il dott. Alessandro Celle le femminile in
rino del CNR di Pisa,
autore del libro “Eros e Cervello”.
Lo scopo è raccogliere informazioni su alcun
relativi alla scelta del partner e confrontar i parametri
e le risposte secondo
l’orientamento sessuale, omosessuale ed etero
soggetti disposti a partecipare a tale studi sessuale. Si ricercano
o.
Le informazioni saranno raccolte e utilizzate
Chi è interessato può mettersi in contatto in modo anonimo.
0118171483, e chiedere della dottoressacon il numero
Olga Sassu.
No global? Si grazie!
gender di giulia premilli 61
Una maratona cinematografica
sull’universo gender ma anche un
forum sociale europeo sui diritti
civili di gay e lesbiche. E poi ricerche
scientifiche sull’orientamento sess
e solidarietà. Perché tutto serve. uale
Gender vs realtà
Anche il centro di Documentazione del Cassero di Bologna partecip
in rivolt: realtà vs Gender manifestazione organizzata dal Festivala a Women
MilanOltre
2004 (dal 17 settembre al 15 ottobre). Prendono posto nel ricco
palinsesto (tra teatro
e danza) anche una lunga maratona di film a tema gender tratti dalla
filmografia
che va dagli anni ‘30 agli ‘80. Come spiega Luca Scarlini nella present
manifestazione l’anima del festival si avvale del “gender, che è parola azione della
e di recente adozione, che in primo luogo accoglie in sé tutto quello complessa
che appartiene
all’identità, alla rappresentazione di sé nel mondo, per quanto concern
e la sessualità,
che di ciò è ovviamente un carattere primario”.
Da segnalare: dal 2/10 al Teatro Leonardo GENDER IN ACTIO
IN UNA NOTTE, la maratona cinematografica di MilanOltre N: TUTTO
in collaborazione
con Centro di Documentazione Il Cassero e Gender Bender (Bologn
al 10/10 al Teatro dell’Elfo Dixie Fun Dance Theatre (Usa) THE a) e dal 8/10
WOMAN WINS (Vince la più magra), creato e interpretato da THINNEST
Dixie FunLee
Shulman .
Inoltre: il 2 e il 3 ottobre al Teatro Strehler RWANDA 94 (BELG
IO), Une
tentative de réparation symbolique envers les morts, à l’usage des vivants
13/10 al 15/10 al Teatro dell’Elfo Julie Dossavi in F.I.V.E. coreogr e inoltre dal
e Gérard Gourdot con Julie Dossavi .Info: Ticketone c/o Spazio afia Julie Dossavi
Oberdan, v.le
V.Veneto 1, tel. 02392261, www.ticketone.it tel. 02716791 - 022668
1166.
Si scaldano i motori per il Forum Sociale Europeo che si svolgerà a Londra
Il terzo incontro no global vede accreditate centinaia di associazioni. I temi dal 14 al 17 ottobre.
in discussione: guerra e
pace, democrazia e diritti fondamentali (tra i quali diritti umani delle persone
lesbiche e gay) giustizia sociale e solidarietà: contro le privatizzazioni e per disabili; diritti civili per
e delle donne (includere speaker sulle disuguaglianze riguardanti donne, i diritti del lavoro, sociali
lavori, lavoratori neri e
migranti), globalizzazione liberista e giustizia global, contro razzismo, discrimin
azione, estrema destra:
per uguaglianza e diversità (con seminari sul tema dell’oppressione di gay
e lesbiche), crisi ambientali,
contro il liberismo e per società sostenibili.
62 di mario morcellini
cortei bazar 10 2004
Tutti i colpi di Michael Moore vanno a
segno. Eppure manca il colpo del KO. E
l’impressione marginale che permane è
che il potere, visto da vicino, fa ribrezzo
Mettiamo subito le cose in chiaro: Michael Moore è bravo e il suo
di
Fahrenheit 9/11 è bello. Altrimenti questa potrebbe sembrare l’orazione
Marco Antonio. Se c’è da discutere, infatti, è solo sui motivi dell’efficacia
del documentario e sull’applicazione delle qualità del regista, visto anche
il clamore, non del tutto atteso, suscitato dall’uscita del film. Un clamore
legato in qualche misura al concetto di rivelazione, ma in maniera un po’
più profonda rispetto alla semplice scoperta di un fatto prima ignorato,
senza tuttavia arrivare al blasfemo. Perché, a dirla tutta, il documentario
di Moore non aggiunge molto di nuovo a quello che già si sapeva, o che
almeno sapevano i critici di Bush, che non sono la minoranza e neppure
silenziosi. Si sapeva già che il Presidente americano non ha una faccia
intelligente e le sue espressioni sfiorano il catatonico anche nelle normali
logico tenue e qualche incongruenza. La principale è il divario che c’è
fra
le due principali accuse che vengono mosse: l’incapacità e la diabolici
del progetto che viene ricostruito. Il diavolo non sarà brutto come tà
lo si
dipinge, questo è vero, ma neanche ci riesce di immaginarlo così stupido.
C’è insomma nella tesi di Moore qualcosa di martellante e precostituito
la rende meno credibile e talvolta sfiora il miracolo, perché tale sarebbe,che
rendere per contrasto meno antipatico (simpatico non è possibile, in di
franchezza) il bersaglio della critica. Anche cinematograficamente si tutta
l’eco di quel cinema un po’ radical in cui il Presidente e il suo clan trova
sono
sempre colpevoli, con una spruzzata di “impero del male” che contribui
all’identificazione dei personaggi ma un po’ lede l’attendibilità sce
ragionamenti. C’è anche un po’ di televisione, televisione che conoscia dei
Il documentario sembra un misto di Tv7 (quello buono, come si mo.
faceva
una volta), di telestreet (sembra simile l’impianto ideologico: ti piazzo
una
telecamera in fronte e tutti capiranno da sé chi è il “cattivo”) e di “striscia
notizia” (per la filosofia di fondo, ispirata alla distruzione burlesca dell’alonla
e
che circonda “il potere”). In qualche momento Michael Moore
di essere Kubrick (ricordate Orizzonti di gloria, ma soprattutto il pensa
Stranamore?), però, anche se lui probabilmente non lo conosce, Dottor
finisce
almeno una volta per somigliare a Valerio Staffelli, quando si piazza davanti
al Congresso per convincere i deputati a mandare in guerra anche
i loro
figli. In quel momento tutti
gli italiani si saranno aspettati
l’apparizione di un grande
tapiro d’oro.
Le opere “a tesi” però sono
così: hanno pregi (per chi le
condivide) e difetti (per chi
non è d’accordo). Moore lo
sa e va dritto al suo scopo,
lavorando per accumulo,
scendendo nei gironi di
quest’ambiente infetto e non
esitando a “usare” immagini
e persone. E questo va bene,
fa parte del gioco ed è la forza
dirompente del film. Però
c’è qualcosa, d’impalpabile
forse, che sembra mancare.
Non è tanto la compostezza critica, l’approfondimento analitico, che
non sarebbero intonati a un lavoro “militante”, quanto lo stupore forse
vero
e il rispetto di fronte alla realtà. La persistenza dell’attacco, la lettura
termini “buoni” contro “cattivi” non sempre aiuta a capire, non sempre in
argomenti si vedono meglio se vengono sfiancati nell’esibizione. Pignolerigli
Peli nell’uovo? Sì, forse. Ma che bisogno avrebbe Moore di un applauso e?
più? E forse la ricerca degli ulteriori spunti di riflessione che un lavoro in
così
denso naturalmente offre, è un complimento migliore.
In modo particolare, un’impressione marginale, fra quelle, copiose,
il film lascia, ci sembra degna d’attenzione. Pare giunto alla fase di che
“non
ritorno” l’affievolimento della distanza fra società e apparato dirigenzi
che la governa. A pensarlo prima, sembrava un fenomeno legato ale
miglioramento progressivo della democrazia, auspicabile, anzi necessari al
o.
Ma a viverne i riflessi attuali, qualche dubbio viene. Moore non è
il tipo
che ti aiuta a entrare negli argomenti in modo calmo e riflessivo: il suo
- quello di uno che “la sa lunga” e ti dà le “dritte” giuste “senza peli fare
lingua” - è affabulatorio e giustamente aggressivo. Ma è quello che sulla
non si
vede, nel film, a inquietare di più. Non si vede la distanza, la mediazio
Il potere viene visto sempre da vicino, schiacciato, senza prospettiva. ne.
ribrezzo. Ribrezzo e basta. Sarebbe curioso immaginare come concepir E fa
Moore un documentario su Kerry. Non è in questione qui la politica di ebbe
ma il decadimento della qualità della politica (sul quale anche in Italia Bush,
scherza affatto) e un potenziale abbassamento del livello della critica. non si
Senza
arrivare obbligatoriamente a lamentare il solito “declino della cultura”,
operazione che peraltro serve a poco, basta invocare un po’ d’attenzi
one:
se si frugano i cestini della spazzatura, nessuno è in salvo, né il Kennedy
che apre la pratica Vietnam e forse chiude quella Monroe, né il Clinton
dagli appetiti sessuali sbrigliati escono indenni. La macchina da presa
di
Moore è troppo vicina all’obiettivo, naturalmente in senso anche figurato,
e così sottolinea la difficoltà a costruire oggi nuovi miti, buoni o
cattivi
che siano. Se è più difficile che la marcia di un Hitler sia senza ostacoli,
neanche è vero che Ghandi, come sostiene la pubblicità di una compagn
ia
di telecomunicazioni, sarebbe oggi il faro del mondo. La mitologia politica,
quella pessima ma anche quella buona, non riesce ad attecchire se
creano zone d’ombra o di credulità. Solo, bisogna conoscere qual è il non si
grano
e quale il loglio. Questa frenesia che ci percuote - in cui subito arriva
un
tizio qualunque, con foto e prove che rivelano tutto, con il video che
al di là di ogni raccapriccio, con l’informazione che va dimenticandomostra
ruolo di mediatore e interprete - non ci aiuta. Ma in questo mondoil suo
che
corre, in cui tutto è vero e tutto è falsificabile (che Popper ci perdoni…
qualcosa si perde e qualcosa anche si guadagna. Si perde la “distanza),
”
dalle cose, quella che forse ce le fa vedere meglio, ma si guadagna,
se non
la verità (non illudiamoci), almeno una consapevolezza: nella costruzio
ne
dello spazio pubblico il gioco ormai avviene a carte scoperte, chi governa
non può più farlo puntando sull’ignoranza dei “governati”, o non tenendo
conto di ciò che essi pensano. E allora, mille di questi Moore.
IlmePsresosidaleM
nteoore
occasioni pubbliche, senza dover andare a rovistare nel sacco dei “fuori
onda” che, con pettini e ciprie intorno al viso, in parte legittimano il suo
fare attonito, che invece forse viene da più lontano. Bush si muove, parla
ci
e agisce come una persona mediocre e, nel frattempo, un po’ tutti
eravamo accorti che non è un grande statista; non basta parlare come
John Wayne, mettersi il giubbetto da aviatore o dichiarare una guerra
la
col sopracciglio lievemente inarcato. Così come sapevamo già che
sua elezione non è stata un esempio di limpidezza, né comparirà in un
manuale sulla democrazia perfetta; sapevamo anche, ahimè, che la guerra
di
è una questione sporca e brutta (e ogni giorno che passa lo sappiamo
più), che gli affari, in generale, finiscono per comparire dietro molti ideali,
se si ha la forza e la giusta impudenza per grattare sotto la superficie, un po’
in tutti i campi, non solo su quello di battaglia. Lo sapevamo, tutto questo,
ma c’è bisogno che ogni tanto qualcuno ce lo ricordi, perché queste
consapevolezze incrociate finiscono per formare una patina, come una
crosta, che aiuta a sopportare forse, ma alla lunga avvilisce nell’indifferenza
e nel cinismo le nostre capacità di interpretazione e di critica della realtà.
lo
Se quindi Fahrenheit 9/11 aggiunge poco alle nostre conoscenze,
aggiunge bene, meglio ancora, fa bene ad aggiungerlo.
la
Il suo scoop principale è che l’amministrazione Bush, col capo in testa e
fanfara, dopo un periodo di ozioso raccoglimento, atterrita dalla necessità
di governare, ha accolto l’attacco alle torri gemelle come un’occasione
“d’oro” per tirar fuori la sua vera anima: che risulta nel film quella di uno
spietato e cinico comitato d’affari. Secondo Moore quest’accolita di facce
di bronzo falsifica i certificati, nasconde i fatti che gli dispiacciono, passaa
il tempo a imbellettarsi e manda i ragazzi americani, e non solo quelli,
sparacchiare in giro per il mondo, molto meno a caso di quanto sembri
anche ai critici più smaliziati. I colpi di Moore vanno quasi tutti a segno.
Inducono a riflessioni quantomeno inquietanti le immagini di Bush che
riceve all’orecchio la notizia dell’attacco kamikaze mentre è in visita
a una scuola. Il capo dell’Impero non trova di meglio che sfogliare un
abbecedario e assumere un’aria banalmente smarrita, come un burattino
ti
senza fili che aspetta Mangiafuoco. Riflessioni ancora più inquietan
insorgono di fronte alla storia dei legami del Presidente, e degli affaristi
che lo attorniano, con il petrolio saudita, da cui proviene l’intimità nei
confronti della famiglia Bin Laden e del suo entourage. Provengono anche,
nell’ordito del documentario, legittime domande sull’atteggiamento, a dir
poco altalenante, nei confronti del mondo islamico e dell’Arabia Saudita.
Ma dobbiamo leggere simpaticamente questa storia come un remake
di Red e Toby - che, come si sa, per Walt Disney sono “nemiciamici”
come vuole la natura - altrimenti la logica condurrebbe a sospettare che
Bush stesso abbia mandato i kamikaze oppure li abbia coperti, oppure
“a
potesse sapere qualcosa. È questo il guaio, purtroppo, di tutte le accuse
valanga”: nella tempesta dei colpi si può intravedere qualunque disegno.
I colpi, qualcuno anche poderoso, vanno a segno, dicevamo, ma il colpo
del KO non sembra arrivare. Sia perché nella fitta sassaiola qualche volta
il lanciatore può nascondere la mano, sia perché la dinamica incalzante
del racconto, sempre alla ricerca di qualcosa di ancora più infame che
inchiodi finalmente l’orco alle sue malefatte, finisce per produrre un filo
[email protected]
(Ha collaborato Giovambattista Fatelli)
[email protected]
bazar 10 2004
gerenza 63
HANNO COLLABORATO
IN QUESTO NUMERO DI
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BAZAR
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