Quinti disco di platino per Ligabue: parte il 30 maggio il “Mondovisionetour stadi 2014” Ligabue (foto Jarno Iotti) MILANO, 29 gennaio 2014– Certificato in sole cinque settimane come l’album più venduto del 2013, “MONDOVISIONE” – decimo album di inediti di LIGABUE – continua a registrare risultati da record e a due mesi dalla sua uscita festeggia il quinto platino (certificazioni FIMI/GFK Retail and Technology Italia)! A quasi 4 anni dall’ultimo tour negli stadi, dal 30 maggio LIGABUE torna in concerto con “MONDOVISIONE TOUR – STADI 2014”. Queste le date del tour, prodotto e organizzato da Riservarossa e F&P Group (Biglietti disponibili su www.ticketone.it e nei punti vendita e prevendite abituali: per l’elenco consultare il sito www.fepgroup.it): 30 maggio ROMA Stadio Olimpico 31 maggio ROMA Stadio Olimpico 6 giugno MILANO Stadio San Siro 7 giugno MILANO Stadio San Siro 11 giugno CATANIA Stadio Massimino 12 giugno CATANIA Stadio Massimino 12 luglio PADOVA Stadio Euganeo 16 luglio FIRENZE Stadio Artemio Franchi 19 luglio PESCARA Stadio Adriatico 23 luglio SALERNO Stadio Arechi “Tu sei lei”, secondo singolo estratto da “MONDOVISIONE”, si conferma tra i brani più trasmessi dalle radio (dati Earone), mentre il primo singolo “Il sale della terra” è stato certificato platino (dati FIMI/GFK Retail and Technology Italia). “MONDOVISIONE” è disponibile su iTunes in una versione che contiene i 14 brani dell’album, il digital booklet e una bonus track (un filmato con la versione acustica e inedita de “Il Sale Della Terra”). Link iTunes: itunes.apple.com/it/album/mondovisione/id738262801. L’album è disponibile nei negozi tradizionali anche in doppio vinile numerato. Per una visione artistica del progetto condivisa da Management, Artista e Warner Music, l’album non è stato reso disponibile al momento per i servizi di streaming. E’ morto Pete Seeger, leggenda folk che ha influenzato i più grandi artisti: da Dylan a Springsteen NEW YORK, 28 gennaio 2014-E’ morto ieri al New York Presbiterian Hospital, all’età di 94 anni, il cantante folk americano Pete Seeger. Lo riporta il New York Times citando il nipote Kitama Cahill Jackson. Seeger, ha detto Jackson, è morto per cause naturali. Nato il tre maggio del 1919, La leggenda del folk e dell’impegno politico ha realizzato oltre 100 album durante la sua lunga carriera: tra le canzoni di maggior successo ci sono ‘If I had a hammer’ (Datemi un martello), scritta insieme a Lee Hays che divenne in Italia, con un altro testo, uno dei maggiori successo di Rita Pavone, e ‘Where have all the flowers gone?’, che divenne ben presto la canzone anti-militarista per eccellenza. Seeger ha avuto una grande influenza su varie generazioni di cantanti e cantautori, come Joan Baez e il gruppo ‘Peter, Paul and Mary’.(ANSA) http://youtu.be/Ezyd40kJFq0 La verità su Sixto Rodriguez: una storia incredibile. A marzo in Italia per due concerti. VARESE, 26 gennaio 2014- di MAURO ZAMBELLINILa storia del rock ha insegnato che ci sono artisti che hanno raggiunto la fama ed il successo solo dopo che se ne erano andati dal mondo reale, la storia di Sixto Rodriguez è per certi versi ancora più strana e sorprendente e solo oggi dopo che Searching for Sugar Man, presentato per la prima volta nel 2012 al Sundance Festival, ha vinto un Oscar come miglior documentario degli Academy Awards e la colonna sonora del film ha venduto negli Stati Uniti più di 250 mila copie, la sua vicenda è venuta a galla procurandogli un giusto quanto tardivo riconoscimento. Il merito va principalmente al regista svedese Malik Bendjelloul che ha costruito una pellicola in cui si racconta lo strano caso di Sixto Rodriguez, montandola come fosse una detective story e usando le testimonianze di coloro che nel corso degli anni sono entrati in contatto con il personaggio : il produttore del suo disco d’esordio Cold Fact, Dennis Coffey, il co-produttore Mike Theodor, l’altro produttore Steve Rowland, il conduttore radiofonico di Belfast David Holmes la cui compilation del 2002 Come Get It/I Got It ha introdotto Rodriguez ad una nuova audience, il proprietario del negozio di dischi Mabu Vinyl di Cape Town in Sud Africa dove l’artista divenne a sua insaputa una star, le figlie di Rodriguez, vari musicisti e semplici addetti ai lavori. Una storia intrigante ed un documentario avvincente che si avvale della splendida fotografia di Camilla Skangestrom, con immagini suggestive di una Detroit periferica, cupa e nevosa in contrapposizione a una solare Cape Town e a magnifici scorci della costa oceanica sudafricana. Ci sono immagini di repertorio delle manifestazioni anti-apartheid dell’epoca, movimenti che adottarono le canzoni di Rodriguez come propria colonna sonora, si dice che lo stesso Biko fosse un suo fan, immagini del declino industriale di Detroit e dei moti di rivolta del 1967, delle marce per i Diritti Civili, oltre ad estratti dei tour effettuati dall’artista in Sud Africa dopo che il suo successo divenne di dominio pubblico e lo stesso Rodriguez venne a conoscenza della popolarità guadagnata in quel paese. Ci sono le affermazioni del produttore Steve Rowland che vorrebbe far incidere a Rodriguez un terzo album, lontano da Detroit, nella soleggiata e rilassata Palm Springs, un disco asciutto e scarno, sullo stile dell’ultimo John Cash, magari con Rick Rubin come supervisore come suggerisce David Holmes, e ci sono i reperti di quando nel 1989 Rodriguez, sempre attento alle difficoltà degli ultimi e delle classi subalterne, si candidò alla corsa per diventare sindaco di Detroit, città in cui ha sempre abitato lavorando, dopo la breve parentesi musicale degli esordi, come operaio, demolitore, insegnante, muratore. Searching For Sugar Man racconta la storia di un working class hero arrivato al successo tardivamente e inaspettatamente, molto tempo dopo che i suoi due dischi di debutto nel mondo del rock, ovvero Cold Fact del1970e Coming From Reality del 1971 erano finiti nel dimenticatoio. Ma andiamo con ordine. Sixto Rodriguez conosciuto anche come Rodriguez o Jesus Rodriguez nasce nel 1942 a Detroit nel Michigan, sesto (questa la ragione del nome Sixto) figlio di una famiglia di origine messicana (il padre) e nativo americana (la madre). Nel 1967 sotto il nome di Rod Riguez pubblica il singolo I’ll Slip Away per la piccola etichetta Impact ma poi per tre anni non realizza più nulla fino a quando non ottiene un contratto con la Sussex Records, una sottomarca della Buddah. Cambiato il nome in Rodriguez fa uscire tra il 1970 e il 1971 due album, Cold Fact e Coming from Reality, splendidi esempi di un songwriter a metà strada tra pop e folk-rock dove convergono elementi propri del primo Dylan elettrico, del Lou Reed alla Transfomer, del Cat Stevens più ispiratoe del Garland Jeffreys dei meticci sobborghi newyorchesi. Canzoni fresche, ariose, portatrici di un messaggio di speranza anche se nate ini una realtà sociale affatto facile, specchio di una dura realtà urbana fatta di povertà, alienazione ed emarginazione, la stessa che affligge il proletariato messicano e bianco della cintura industriale di Detroit. Rodriguez viene da quei quartieri, dal sobborgo di Woodbridge dove ha vissuto per oltre 40 anni senza mai lasciare la stessa casa, rifiutando la tecnologia, senza telefono, lottando contro il degrado della città reso esplicito oggi dalla bancarotta, la brutalità della polizia e la repressione governativa e per il ripopolamento della città, divenendo una sorta di portavoce underground delle classi povere tanto da intraprendere alla fine degli anni ottanta la scalata a sindaco della città. Oggi Rodriguez ha il glaucoma ed è praticamente cieco ma per anni è stato un vero libertario, facendo i lavori più umili e pesanti, mai voltando le spalle all’ambiente in cui è cresciuto, anche quando il successo gli ha arriso. Il mancato successo in patria dei due album e l’annullamento del contratto con la Sussex portano Rodriguez ad abbandonare il mondo artistico musicale, sebbene non smetta di scrivere canzoni, argomento di un terzo album non ancora messo in opera. Scompare, fa i mestieri più disparati, duri e manuali ma anche l’insegnante, di lui non si sente più parlare tanto che comincia a girare la notizia che si sia suicidato. Ma a metà degli anni settanta i suoi dischi beneficiano di passaggi radiofonici in Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda e Rhodesia. In Australia la Blue Goose compra i diritti dei suoi dischi e li pubblica ex novo, aggiungendovi la compilation At His Best con degli inediti, Can’t Get Away, Street Boy e la reincisione del singolo I’ll Slip Away. Nel 1979, dopo anni di silenzio, Rodriguez gira l’Australia con il supporto della Mark Gillespie Band e due show vengono pubblicati in Alive, disco australiano il cui titolo fa riferimento alle voci di una sua morte avvenuta l’anno prima. Ma il riconoscimento maggiore glielo tributa il Sud Africa dove nel 1981 At His Best diventa disco di platino e le sue canzoni finiscono per essere usate dai movimenti anti-apartheid per i contenuti espressi contro l’oppressione, il pregiudizio e la corruzione, così che i suoi dischi e la sua musica arrivano ad influenzare i gruppi musicali antigovernativi, definiti alternative afrikaners. Il riconoscimento il suo lavoro e la sua sensibilità sociale arriva lontano da casa ma Rodriguez ne è ignaro, nonostante i suoi due album siano rieditati in CD nel 1991 in Sud Africa. Anche al pubblico sudafricano i dettagli della sua esistenza rimangono avvolti nel mistero, molti credono che l’artista sia stato ucciso in un concerto negli anni settanta e solo grazie ad un sito creato nel web dalla figlia maggiore viene alla fine fatta un po’ di chiarezza sulla vita e la musica di Sixto Rodriguez, il quale finalmente nel 1996 si accorge di essere così popolare in Sud Africa. Naturale che l’artista, tornato così alla musica dopo anni di anonimato nella sua Detroit, intraprenda un tour da quelle parti, da cui il documentario Dead Men Don’t Tour: Rodriguez in South Africa 1998, paese che visita quattro volte con più di trenta concerti. Torna tra il 2007 e il 2010 anche in Australia suonando all’East Coast Blues & Roots Music Festival e la sua Sugar Man finisce nella colonna sonora del film Candy con l’attore Heath Ledger. Le cose per Rodriguez cambiano radicalmente nel 2008 quando l’etichetta americana Light In The Attic ripubblica Cold Fact e Coming From Reality così da dare il via ad una graduale reintroduzione di Rodriguez nel giro musicale internazionale, processo culminato con l’uscita del documentario di Malik Bandjellou Searching For Sugar Man, circolato nei principali festival cinematografici americani ed europei, la cui versione in DVD ha venduto 24 mila copie solo in Inghilterra. Una sua canzone, I Wonder, è stata interpretata da Britanny Howard, cantante degli Alabama Shakes in un singolo pubblicato dalla Third Man Records, l’etichetta di Jack White, anche lui di Detroit. Nel maggio del 2013 Rodriguez ha ricevuto un dottorato onorario in Lettere Umane dalla Wayne State University di Detroit e negli ultimi due anni è ritornato on the road suonando al Beacon Theatre di New York, al Coachella Valley Music, a Glastonbury e all’Hammersmith Apollo di Londra. A ottobre è previsto un suo show al Barclay Center di New York nello stesso posto scelto dai Rolling Stones per celebrare lo scorso anno il 50esimo anniversario della loro attività. Colui che solo qualche anno primo era un perfetto sconosciuto, perso nella banlieu di Detroit in locali e quartieri popolati dalla classe operaia, dai disoccupati e dagli homeless, è oggi un artista sotto la luce dei riflettori, un working class hero giunto alla ribalta con un pugno di canzoni belle e sensibili, che sono servite nell’altra parte del mondo a cambiare un sistema di ingiustizie, violenza e discriminazioni. Come dire che anche il business, qualche volta, ha un cuore. La colonna sonora del film Searching For Sugar Man (il fil sarà pubblicato in Dvd dalla Feltrinelli il prossimo anno), oggi facilmente rintracciabile,assembla brani provenienti dai due album Cold Fact e Coming From Reality con l’aggiunta di un brano di un terzo album ancora inedito. Stranezze alla Rodriguez. Ricordiamo che Sixto Rodriguez sarà in concerto il 21 marzo al Teatro Auditorium di Bologna e il 22 marzo all’Auditorium d Milano. Inutile dire che sono concerti imperdibili. [email protected] http://youtu.be/tYALqk3whIg Diventa DJ con “The Italian DJ Contest” di Pioneer MILANO, 26 gennaio 2014 – È finalmente in arrivo il contest più atteso dai dj di tutta Italia! A un anno dalla celebrazione del giovanissimo Antonio Romano – in arte Tony Ro – torna infatti The Italian DJ Contest di Pioneer, per scoprire e celebrare ancora una volta il più talentuoso dj del nostro paese. Mancano solo pochi giorni all’apertura ufficiale del contest che ha negli anni raccolto centinaia di tracce audio, presentazioni, video di aspiranti dj con un sogno in comune: fare della propria passione un lavoro. The Italian DJ Contest rappresenta infatti un’importante occasione per entrare in contatto con i professionisti della musica ed esibirsi in club esclusivi. Riconfermato il coinvolgimento del pubblico da casa, che, con i propri voti, contribuirà a selezionare i finalisti dell’edizione 2014. Ma tante nuove sorprese saranno svelate a partire da lunedì 3 febbraio sul sitowww.theitaliandjcontest.it… stay tuned! Oggi Pakettostage con Cyrano De Bergerac: due spettacoli in lingua francese BUSTO ARSIZIO, 26 gennaio 2014– L’anno nuovo per SPAZIOTEATRO inizia oggi, domenica 26 gennaio, con lo spettacolo in lingua francese CYRANO DE BERGERAC, un libero adattamento tratto dall’opera di Edmond Rostand. Lo spettacolo sarà rappresentato alle ore 16.00 (per la mini-rassegna dei Family Shows, rivolta soprattutto alle famiglie con bambini) e alle ore 21.00, sempre in via Galvani 2 bis. Ciascuna rappresentazione è accompagnata dai sottotitoli in italiano e, se la serale si concluderà con il consueto buffet, a deliziare i giovani spettatori della pomeridiana ci sarà una golosa merenda, il tutto offerto da Palkettostage. Ricordiamo che il cartellone 2013/2014 di SPAZIOTEATRO è intitolato TRA VIZI E VIRTU’ ovvero l’altra faccia della medaglia, e si inserisce nella rassegna cittadina BATeatro promossa dall’Amministrazione Comunale di Busto Arsizio. “Almas”, una storia commovente raccontata molto bene ieri sera al Santuccio di Varese VARESE, 25 gennaio 2014- di ANDREA PEDONE- Una scena dello spettacolo ieri al Santuccio Ieri sera, al Teatrino Santuccio di Varese è andata in scena “Almas”, una rappresentazione teatrale e musicale che ha portato sul palco la storia di uno schiavo e della sua personale ricerca di libertà, fisica e morale. L’intera vicenda ha un rapporto chiaro e diretto con l’attualità, e lo schiavo protagonista di questa emozionante storia potrebbe essere uno qualsiasi di noi. Oggi fortunatamente non dobbiamo fuggire dalle piantagioni di cacao per raggiungere i “quilombos” nelle zone remote all’interno dell’ Amazzonia, dove gli schiavi che riuscivano a scappare potevano rifugiarsi e non essere raggiunti dai malvagi padroni. Quel “quilombos” oggi rappresenta la nostra intima felicità, la nostra intima serenità, la nostra libertà, che non viene raggiunta con una fuga, ma con un lento cammino all’interno della nostra mente e tra le nostre paure. Oltre alla sentita partecipazione dei due protagonisti, Silvia Priori e Roberto Carlos Gerbolès (davvero molto bravi, come sempre d’altronde) questo viaggio all’interno della schiavitù e della discriminazione è stato reso speciale dalla musica. Gli abili musicisti hanno saputo accompagnare le scene più drammatiche della rappresentazione con grande delicatezza, seguendo con i loro brani gli alti e bassi della vicenda. Un aspetto, quello della musica, che forse andrebbe valorizzato maggiormente all’interno dello spettacolo, poiché è stato proprio grazie a questo che le vicende narrate hanno potuto raggiungere un realismo quasi perfetto. [email protected] Il bluesman Angelo “Leadbelly” Rossi sabato in concerto al live@The Social di Varese VARESE, 24 gennaio 2014- Il noto bluesman Angelo Rossi, accompagnato da Angelo Fiombo all’altra chitarra, sabato 25 sarà in concerto al live@The Social di via Caracciolo a Varese (aperitivo ore 18.30, concerto 20.30. Ingresso libero). Angelo Rossi Angelo Rossi, soprannominato Leadbelly, è un cantante e chitarrista italiano , considerato tra i principali interpreti italiani di blues. Vedere un suo concerto è sempre un piacere, sia per le indubbie capacità artistiche riconosciute anche all’estero, sia per la simpatia contagiosa che esprime in ogni live set, raccontando e spiegando storie di blues narrate nei testi delle canzoni che esegue. Originario di Cardano al Campo, Angelo deve il suo soprannome al famoso cantante blues Huddie William Ledbetter al quale si ispira. Le sue esibizioni, principalmente in solitaria e dove suona chitarra acustica, kazoo o l’armonica, legate alla tradizione del delta blues sono inframmezzate da momenti ironici. È considerato il principale interprete del blues acustico in Italia. Ha partecipato ai principali festival blues che si sono tenuti in Italia. Alla fine degli anni ottanta ha collaborato a lungo con il bluesman statunitense Larry Johnson suonando spesso negli Stati Uniti. Dopo una prima cassetta autoprodotta nel 1985 ed una continua attività dal vivo in giro per l’Italia viene contattato da Ernesto De Pascale con cui realizza il primo album per l’etichetta Il Popolo del Blues, Jump Up Songs composto da brani registrati in presa diretta. Nel 2006 pubblica un nuovo album, autoprodotto, “I Don’t Want to Take Nothing With Me When I’m Gone” salutato dalla stampa specializzata come uno dei lavori di blues italiano migliori degli ultimi anni. Nel 2012 è promotore del progetto Nerves & Muscles assieme a due quotati bluesman Max Prandi e Tiziano “Rooster” Galli che ha portato alla realizzazione di New Mind Revolution. [email protected] Con il romanzo “Psycho Killer” di Ezio Guaitamacchi il mondo musicale trema. L’intervista VARESE, 23 gennaio 2014- di GIANNI BERALDO- Ezio Guaitamacchi Davvero un gran bel libro, 253 pagine che si leggono d’un fiato, un romanzo, un giallo ad alto tasso adrenalinico che fotografa in maniera decisamente brillante e con la giusta ironia, una parte del mondo musicale. Il tutto condito da delitti, concerti e riferimenti musicali da storia della musica rock. Stiamo parlando del primo romanzo giallo ( prima di questo di libri però ne ha pubblicati già una decina) del musicista, giornalista, conduttore televisivo e saggista Ezio Guaitamacchi, che ha dato alle stampe “Psycho Killer Omicidi in Fa maggiore” (edizioni Ultra novel). Profondo conoscitore della scena musicale italiana e internazionale, Guaitamacchi ha colto nel segno ambientando questo giallo nella “sua” Milano, con tanti riferimenti reali a cose, persone e locali, conosciuti anche da chi la musica magari la segue poco. In occasione della presentazione di Psycho Killer venerdì 24 alla Feltrinelli di Varese (ore 18), con tanto di mini live set musicale che brani che richiamano episodi narrati nel libro, l’abbiamo intervistato per capirne di più. Ezio, dopo una decina di libri tra saggi, biografie e altro ancora, è la prima volta che ti cimenti in un romanzo giallo con la musica comunque sempre in primo piano. Dopo averlo letto penso che tu abbia attinto idee anche da un tuo altro libro di successo intitolato “Omicidi rock” <<In effetti l’idea di Psycho Killer nasce proprio alla fine della produzione televisiva di Delitti Rock (su Rai2, ndr), nasce in maniera abbastanza buffa. Infatti dopo aver completato quella importante ma stressante produzione televisiva mi ero ripromesso di non scrivere più nulla di morti nell’ambiente rock. Due settimane dopo però muore Amy Whinehouse ela Rai ci chiede di aggiungere altre due puntate che sarebbero andate in onda poco dopo. Insomma, quello che mi ero ripromesso era già stato accantonato. Poi durante un viaggio è scattato qualcosa. Ho avuto un flash di una serata trascorsa post uno dei miei spettacoli: una figura di un musicista, un po’ come tratteggio nel libro, che sfoga tutte le sue frustrazioni contro i discografici, contro i promoter, contro tutti fuorchè contro sé stesso. Così è scattata la scintilla pensando che potesse essere il soggetto principale di una storia bella, seppur inverosimile nella sua esagerazione, però quello del musicista insoddisfatto che attribuisce la causa ai suoi insuccessi al mondo dello show business era interessante. La vera difficoltà è stata quella di cambiare il selettore da documentarista a quello del romanziere.>> Però il lavoro di saggista, editore e giornalista musicale ti ha aiutato immagino << Certamente aiuta nel portare a raccontare la verità attraverso ricerche storiche ma anche a spiegarle ai tuoi interlocutori, però se scrivi un romanzo o un film di fantasia non devi sforzarti a spiegare troppo ma, anzi, è lo stesso lettore che vuole calarsi nel racconto. Per cui la grande difficoltà è stata questo distinguo. Inoltre per la trama ho scelto luoghi e ambienti a me familiari, in modo tale che anche la ricostruzione più fantasiosa fossa basata su elementi reali.>> Così come diversi nomi dei personaggi protagonisti del libro sono reali: dal musicista Fabio Treves ad Alberto Fortis o Eugenio Finardi o Battiato ad esempio. << Certamente, però sono reali in quanto non hanno un ruolo certo nel racconto. Tutti quelli che sono luoghi, persone, vittime e carnefici che sono protagonisti, i loro nomi sono stati in realtà modificati, così come molti personaggi invece sono di pura fantasia anche se magari mi sono ispirato a loro seguendo profili di personaggi che a loro assomigliano parecchio nella vita reale anche se con profilo personale molto diverso. D’altronde il doppio livello di lettura è un po’ quello: tu sei un cameo quindi non c’è bisogno che cambi il nome, Battiato rimane Battiato ecc… Se vuoi è anche divertente come cosa>>. Le tue notevoli e diverse esperienze in ambito musicale penso siano servite parecchio… << Devo dire di sì. In Psycho Killer si parla della mia città, Milano, del mondo della musica che conosco bene, locali, personaggi, le mie passioni sportive, insomma ho messo dentro molto di mio. Ma un po’ per superare il gap tra giornalismo o la saggistica, ho deciso di scrivere un romanzo del genere, dove la musica ha un ruolo determinante ed è la chiave di tutta la trama del giallo >>. Da milanese quale sei immagino però le difficoltà nell’inventare un personaggio come l’ispettore romano Molteni trasferitosi per lavoro nel capoluogo lombardo e , altra anomalia, tifosissimo del Milan. Personaggi che hai fatto parlare utilizzando il dialetto romano, non semplice come operazione per un milanese. << Ti svelo una cosa: il personaggio dell’ispettore Molteni, più di tutti gli altri, prende spunto da un amico, da una persona realmente esistente che vive a Roma, che tifa Milan, che abita a Formello (come l’ispettore Molteni, ndr) ma che in realtà non è un ispettore di Polizia ma anch’esso ha un po’ di casini, esattamente come il personaggio del libro. Amico che tra l’altro è stata la prima persona a leggere tutto il romanzo a scanso di equivoci. Per la stesura corretta dei dialoghi in romanesco mi sono invece avvalso della collaborazione di Adriano Fabis, altro mio grande amico che vive nel mondo della musica da tanti anni, che mi aiutato appunto nell’uso della gergalità. Anche se con il passare delle pagine il personaggio Molteni si alleggerisce, adattandosi all’andamento della storia>> Guaitamacchi versione musicista Poi c’è Sunflower, un personaggio davvero simpatico, un musicista fermatosi all’epoca hippie sia a livello musicale che nel vestiario e modo di vivere. <<Anche per Sunflower mi sono ispirato a un personaggio esistente anche se non gira con il furgone wolskwagen dipinto a mano o cose simili come invece accade nel libro.Sunflower inizialmente doveva avere un ruolo molto più importante di quello che in realtà ha avuto nel libro; avevo la struttura abbastanza in mente, però poi nello scriverlo alcune cose sono leggermente cambiate. Ero in ritardo nella consegna del libro e l’unico modo che avevo per concluderlo era di utilizzare le mie vacanze estive. Così ho trovato un compromesso: ero nella baia di San Francisco, in una house boat insieme a mia moglie e devo dire che lì ho trovato l’ispirazione per il finale, dove è cresciuta molto la figura del giornalista di Radio Popolare (dove l’assassino invia brani musicali in mp3 distorti, ndr) rispetto al musicista di strada, Sunflower appunto, che inizialmente dove essere il vero compare dell’ispettore come di fatto lo era all’inizio del libro, poi questa cosa si sfuma. Però mi è piaciuto anche così perché ha dato ancora più varietà alla storia, con colpi di scena che di fatto ipotizzavano assassini diversi. Rimane il fatto che la figura di Sunflower è forte.>> Come colonna portante della storia, citi diverse canzoni famose di Bob Dylan che hanno anch’esse un ruolo determinante nello svolgimento del giallo <<La speranza di avvicinare la complessità e bellezza artistica di Dylan anche a un lettore di gialli non necessariamente appassionato di musica. Spero di esserci riuscito anche perché nelle pagine conclusive elenco tutti i brani citati nel libro, spiegandone autore e titoli>> Tornando a luoghi dove il giallo si dipana: tra quelli cari agli appassionati di musica vi è pure il Ponderosa di Lonate Ceppino, dove tra l’altro avviene uno dei delitti, con protagonisti i due fratelli Santini, ai quali hai però affibbiato giustamente un nome di fantasia. <<Inizialmente però l’avevo chiamato come nella realtà, poi mi pareva scorretto visto che appunto in quel luogo è avvenuto un omicidio. Comunque tutti i luoghi presenti nel libro ai quali ho dato un nome di fantasia, contengono dei riferimenti reali che se il lettore li sa cogliere riesce a identificarli realmente. Come nel caso del Ponderosa appunto. La descrizione della casa del Titti Santini onestamente non la ricordavo però ricordo bene la presenza del laghetto di un prato ecc…>> Ma quegli elementi di frustrazione così evidenti nel personaggio principale del libro, sono evidenti anche nella realtà musicale odierna <<Nonostante sono riconosciuto come una persona che ha sempre parteggiato per gli artisti, in questo caso però non nego che da questo punto di vista in molti musicisti reali è assolutamente assente l’autocritica. Come d’altronde in una frase emblematica e finale del libro quando l’ispettore dice all’assassino che “ora che li hai uccisi tutti, pensi di avere successo? Forse era meglio che scrivessi una bella canzone”. Insomma invece di avere questa acredine nei confronti del music business, magari sarebbe utile dare sfogo alla creatività e capacità così che alla lunga possa darti delle soddisfazioni. Questa se si vuole è una delle chiavi di lettura di Psycho Killer>> [email protected]