Università degli Studi di Perugia Facoltà di Economia Corso di Economia e Dinamica Industriale prof. Davide Castellani [email protected] Appunti su Monopolio naturale Disponibile su internet all’indirizzo http://www.unipg.it/castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Struttura della lezione: 1. Monopolio ed efficienza allocativa 2. Monopolio e Dominanza 3. Monopolio ed efficienza produttiva: il monopolio naturale NB: questa lezione riprende da vicino gli argomenti del capitolo 5 del testo di Cabral (2002) e li integra con considerazioni ed elementi analitici tratti da Cervigni G. e D’Antoni (2001) Monopolio naturale, concorrenza e regolamentazione, Carocci Editore, cap. 1. 2 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia 1. Efficienza allocativa concorrenza perfetta in monopolio e in Facciamo l’ipotesi che le imprese scelgano la quantità prodotta in modo da massimizzare i profitti, dati da: π (q) = R(q) − C (q) = P(q )q − C (q ) La condizione di massimizzazione del profitto dπ ( q ) = 0 MR = MC (1) dq Poiché R(q ) = P(q )q , dove P(q) denota la funzione inversa di domanda D(p) si ha che MR = dP(q ) q + P(q) dq 1 (2) = P 1 − ε dove, ε è l’elasticità della domanda al prezzo: dq P ε =− dP q 3 Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Quindi, in generale, ogni impresa otterrà ricavi marginali decrescenti al crescere di q (se la domanda non è perfettamente elastica): l’aumento dei ricavi determinato da un aumento delle quantità vendute, è via via più piccolo al crescere delle quantità. La (2) ci dice anche che in concorrenza perfetta (ovvero quando ε → ∞ e le imprese sono price taker), il ricavo marginale è uguale al prezzo (MR=P) per ogni quantità venduta. Sostituendo la (1) nella (2) si ha 1 MC = P1 − ε (3) da cui discende P − MC 1 = (4) P ε Ovvero il margine prezzo-costo è tanto più alto, quanto più bassa è l’elasticità della domanda. (Nel caso limite di ε → ∞ , MC=P) 4 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Riprendendo la trattazione grafica già utilizzata, In concorrenza perfetta MC=P, tutta l’area punteggiata è rendita del consumatore MC=P qc 1 = MC P 1 − In monopolio ε CS Pm π=PS EL MC=P qm 5 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Il surplus del consumatore (CS) si riduce a causa dell’aumento del prezzo e della riduzione della quantità. L’impresa si appropria di parte di questa riduzione (in forma di profitto), ma una parte viene dispersa in perdita di efficienza allocativa (EL, efficiency loss). 1. Se le risorse del sistema fossero allocate in modo da produrre di più fino al livello qc EL diminuirebbe fino ad annullarsi) 2. Ci sono consumatori che sarebbero disposti ad acquistare una quantità superiore a quella che il monopolista trova ottimale produrre, ma ad un prezzo inferiore a quello di monopolio (ancorchè superiore al MC). La (4) ci dice che il margine prezzo-costo cresce con l’elasticità della domanda P1m P2m MC=P MC=P qm qm A parità di costi e di quantità vendute, Pm1 > Pm2 , perché la domanda nel secondo caso è più elastica. I casi di monopolio puro sono rari, spesso limitati a circostanze di monopolio legale (es. sali e tabacchi), tuttavia vale la pena fare 3 qualificazioni: 1. il modello del monopolio rimane una buona approssimazione anche se non c’è monopolio puro, ma semplice dominanza. 2. non è detto che la situazione di dominanza sia più efficiente del monopolio 6 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia 3. ci sono casi in cui il monopolio è inevitabile, ed è necessario limitare i danni ad esso associati. 2. Dominanza PM PD d D K Dove, PM è il prezzo di monopolio PD è il prezzo che l’impresa dominante pratica, in presenza di una frangia concorrenziale di imprese price taker, con capacità produttiva totale pari a K = ∑iN=1 k i Se K si espande, PD tende a scendere Le imprese della frangia concorrenziale possono scegliere di praticare un prezzo leggermente più basso di quello praticato dell’impresa dominante, PF=PD-ν (dove ν è una quantità molto piccola), sfruttando tutta la propria capacità produttiva K (supponendo che il bene prodotto dalla frangia concorrenziale sia omogeneo rispetto a quello prodotto dall’impresa dominante). Quindi per ogni prezzo, l’impresa dominante fronteggia una domanda inferiore pari a d(p) = D(p) - K Non è detto che una situazione con impresa dominante dia luogo a maggiore efficienza allocativa di una situazione di monopolio puro. Il risultato dipende da ε. Una situazione di monopolio con ε alta, da luogo a (P-MC)/P inferiore a quello che avrebbe con impresa dominante e domanda più rigida. 7 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia P P P2m P1m MC MR q1m MC D MR q d D D q2 m q Quindi: più delle quote di mercato controllate dalle imprese contano le caratteristiche della domanda (ε) e il comportamento (di prezzo e non di prezzo) delle imprese. risultato analogo si verifica in oligopolio 8 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia 3. Monopolio naturale In alcune situazioni il monopolio (o forme di mercato molto concentrate) pur essendo inefficiente dal punto di vista allocativo, può essere efficiente dal punto di vista produttivo. Il monopolio naturale si verifica tipicamente quando ci sono elevati costi fissi (quindi le economie di scala sono più rilevanti) rispetto alla domanda. AC1 AC2 AC2 AC1 q q AC2 rappresenta una situazione in cui i costi fissi sono più alti. Assumendo che le imprese siano monoprodotto, per stabilire se esistono le condizioni per un monopolio naturale, basta confrontare le strutture dei costi e la dimensione del mercato 9 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Vediamo come si configurano i costi medi di una industria in monopolio (ACM) e di una in duopolio (ACD). ACD(q) = ACM(q/2) = C(q/2) / (q/2) Ovvero il costo medio dell’industria in duopolio è pari al costo corrispondente alla metà dell’output (q/2) prodotto in monopolio. Infatti, se le imprese hanno la stessa funzione di costo, entrambe produrranno la stessa quantità (q/2) e il costo totale del duopolio sarà dato da: CD(q) = 2 C(q/2) Quindi, ACD(q) = 2 C(q/2) / q = C(q/2) / (q/2) = ACM(q/2) ACM ACD qDOM/2 qDOM q* 2qDOM 10 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia per q<q* il monopolio è più efficiente dal punto di vista produttivo (AC1(q)<AC2(q)). Si dice che la funzione di costo AC1 è “subadditiva” rispetto ad AC2 per q<q*. Analiticamente AC è subadditiva se: AC(q) < AC(x) + AC(q-x), per 0<x<q Cioè costa meno produrre q<q* con una sola impresa rispetto a produrre la stessa quantità con 2 imprese. ACM ACM ACD ACM(q1) ACD(q0) ACD(q1) ACM(q0) q0 q* q* q1 ACM(q0) <ACD(q0), quindi per q0<q* conviene produrre con una impresa, mentre per q1>q*, ACD(q1) <ACM(q1), quindi conviene produrre con due imprese. N.B. Condizione sufficiente affinché la funzione di costo ACM sia subadditiva in q è che (in q) l’impresa (in questo caso il monopolista) abbia costi medi decrescenti (ovvero rendimenti di scala crescenti). 11 Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani C (λq ) C (q) < λ Cioè, basta che λq q Ma non è condizione necessaria. Infatti, per qDOM < q < q* il ACM è crescente, ovvero ci sono diseconomie di scala, ma il monopolio è ancora più efficiente del duopolio. Nel tratto q<qDOM, il monopolista sfrutta economie di scala, mentre nel tratto qDOM <q<q* il monopolista opera in condizioni di diseconomie di scala. Eppure il monopolio è in questo tratto più efficiente del duopolio (ACM può essere subadditiva rispetto a ACD anche in presenza di diseconomie di scala) 12 Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia Quindi, quali sono i fattori che possono rendore il monopolio efficiente dal punto di vista produttivo, ovvero quali sono le determinanti del monopolio naturale? A. Domanda B. Costi fissi A. Il ruolo della Domanda ACM ACD D0 D1 q* In un mercato piccolo (D0) è più facile che sussistano le condizioni per il monopolio naturale, rispetto ad un mercato grande (D1). Allo stesso modo, se per qualche motivo la domanda di mercato cresce (ad esempio l’integrazione europea) possono venir meno le condizioni di efficienza del monopolio 13 D Corso di Economia e Politica Industriale prof. Davide Castellani Università degli studi di Perugia Facoltà di Economia B. Il ruolo dei costi fissi In industrie caratterizzate da alti costi fissi (curve dei costi più alte e spostate verso destra) è più probabile che siano soddisfatte le condizioni per il monopolio naturale. AC’M AC’D ACM ACD D q* q’* In modo speculare, una innovazione tecnologica che riduce i costi fissi può contribuire a far sì che un monopolio naturale diventi contentibile, e non sia più efficiente avere una sola impresa sul mercato. - Cosa succederebbe se i costi fissi dipendessero dalla domanda? Sul monopolio naturale si veda il caso di Sky Italia 14