AGRONOMIA ● PIANIFICARE LE ATTIVITÀ PER COLTURE AUTUNNO-VERNINE E ARBOREE Strategie di fertilizzazione per la nuova campagna agraria di Giuseppe Ciuffreda L a raccolta delle colture estensive (grano, mais, soia, girasole e sorgo) e della frutta è avvenuta. Un’altra annata agraria è stata archiviata ed è ora di pianificare le attività per impostare la nuova. La rotazione colturale è il punto di partenza che detta i tempi e le scelte delle operazioni da svolgere. L’imprenditore agricolo saggio pianifica, per le colture estensive, le sue strategie di coltivazione per almeno 4-5 anni; al contrario i frutticoltori hanno maggiori vincoli data la vita economica di un arboreto. Lo scopo di questo articolo è quello di richiamare le principali attività da eseguire per impostare un’accurata e attenta nutrizione delle colture, nelle prime fasi dei cereali autunno-vernini e nella fase finale del ciclo vegetativo delle colture arboree. Colture autunno-vernine Impostare una razionale tecnica di nutrizione delle piante significa valutare diversi fattori, primo fra tutti la Impostare la nutrizione delle colture nelle prime fasi per i cereali autunno-vernini e nella fase finale del ciclo vegetativo per le colture arboree è la scelta migliore per massimizzare produzione e qualità conoscenza della fertilità del terreno. A tale riguardo la prima domanda da porsi è: da quanto tempo non facciamo analizzare il terreno? Se non abbiamo dati disponibili recenti sulla fertilità chimica del nostro suolo (meno di 4-5 anni) è bene fare un’analisi fisico-chimica, al fine di conoscerne i principali parametri (vedi Supplemento a L’Informatore Agrario n. 39/2015 a pag. 18 «Analisi del suolo, quando farle e come interpretarle»). Sulla base del referto analitico è possibile valutare se il terreno è in condizioni di equilibrio, surplus o carenza di elementi nutritivi. La rotazione colturale è il primo fattore da considerare; il secondo è l’obbiettivo produttivo che si vuole raggiungere; terzo, ma non ultimo per importanza, è la produzione storica degli ultimi 4-5 anni, che l’azienda ha ottenuto per ciascuna coltura e in ciascun corpo aziendale. Rotazione colturale La coltura dell’anno precedente è importante perché i suoi residui colturali lasciano in eredità, al terreno e alla coltura che succederà, un patrimonio di sostanza organica. I residui colturali (paglie e radici) sono composti da materiale organico (cellulosa, emicellulosa e lignina) costituito principalmente da carbonio, azoto, fosforo e potassio (oltre che ossigeno, idrogeno e altri elementi). Ai fi ni della concimazione è importante sapere che, nei residui colturali, tali elementi si trovano nella forma organica, inseriti all’interno di strutture e organi molto complessi (a eccezione del potassio che si trova in forma libera) e pertanto non assimilabili dalla pianta. Parte di questa sostanza organica viene utilizzata dai microrganismi per la formazione dell’humus (la parte nobile della sostanza organica caratte- 39/2016 • supplemento a L’Informatore Agrario 13 AGRONOMIA GRAFICO 1 - Incremento dell’accestimento con tecnica starter Accestimento (%) rizzata da elevata stabilità nel tempo che conferisce al terreno proprietà fondamentali, quali: riserva di carbonio e elementi nutritivi, aumento della CSC e miglioramento della struttura fisica, maggiore capacità di ritenzione idrica). Il rapporto carbonio e azoto (C/N) nelle cellule viventi degli organismi è mediamente pari a 8 mentre nell’humus è 10. Durante i processi di umificazione: ● 2/3 del carbonio dei residui è utilizzato come fonte energetica dai microrganismi ed è rilasciato nell’ambiente come CO2; ● 1/3 del carbonio resta all’interno dei microrganismi come componente strutturale. Pertanto, se il materiale organico dei residui colturali ha un rapporto C/N: ● uguale a 24, le necessità dei microrganismi sono completamente soddisfatte. Non verrà né rilasciato né assorbito azoto; ● maggiore di 24, i residui sono poveri di azoto e i microrganismi sottrarranno azoto dal terreno per compensare tale carenza (immobilizzazione); ● minore di 24, i residui sono ricchi di azoto e la parte in eccesso verrà restituita al terreno (rilascio di azoto). Alla luce di questo concetto è utile ricordare che le specie leguminose hanno un rapporto C/N minore di 24 (sono ricche di azoto) mentre le specie non leguminose hanno un rapporto maggiore di 24 (sono poveri di azoto). Tra le leguminose coltivate nei nostri ordinamenti colturali abbiamo: soia, erba medica, pisello, fagiolo, fagiolino, fava e favino, sulla, veccia, trifoglio, ecc. 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 F1 F2 F3 F4 ST Culmi emessi dalle foglie 0 kg/ha di P2O5 34 kg/ha di P2O5 Distribuzione di 34 kg/ha di P2O5/ha con tecnica starter alla semina, messo a diretto contatto con il seme, in un terreno con un contenuto di fosforo di 10 mg/kg. Per le sigle vedi figura 2. Determinazione con metodo Olsen. ST = Sub tiller, sub culmi ottenuti dalle altre foglie. Fonte: Goos e Johanson, 1996 modificato. Nella tesi concimata con fosforo lo stimolo all’accestimento è notevolmente superiore: più del doppio dei culmi ottenuti dalla 1a foglia (80% contro 40% della tesi 0 kg/ha di fosforo) e dalla 2a foglia (100% contro il 60%). Pertanto, quando la coltura precedente è una leguminosa, è lecito attendersi nell’anno successivo (nei 12 mesi dopo) un rilascio di azoto. In caso contrario, se la coltura precedente è un cereale (mais, sorgo, grano, ecc.) o una oleaginosa (colza e giraso- FIGURA 1 - Comportamento della flora microbica e dell’azoto in relazione all’aggiunta di residui colturali nel terreno IMMOBILIZZAZIONE LIVELLO DI AZOTO NEL SUOLO ALTO Microrganismi basso livello di attività MEDIO Microrganismi si moltiplicano rapidamente elevata attività C/N on ui c sid 24 e > R I residui si esauriscono, i microrganismi muiono e il livello di azoto nel suolo aumenta Produzioni storiche livello iniziale RAPPORTO C/N Radici di mais C/N on ui c 4 d i s <2 Re BASSO Fonte: Hoeft et al., 2000. 14 MINERALIZZAZIONE Agggiunta residui colturali supplemento a L’Informatore Agrario • 39/2016 le) si avrà immobilizzazione di azoto ( figura 1). In questi casi è prudente aumentare la quantità di azoto da distribuire in presemina e copertura al fine di ridurre tale fenomeno (30-50 kg/ha ). Per quanto riguarda il fosforo contenuto nella sostanza organica, vale lo stesso ragionamento fatto per l’azoto, la differenza è data solo dalle concentrazioni in gioco. L’humus del suolo ha una concentrazione del fosforo (espresso come P2O5) dell’1,1%, mentre il rapporto carbonio fosforo (C/P) è circa 100. Nei residui colturali la concentrazione del fosforo varia da specie a specie e i valori in gioco per valutare se il fosforo verrà liberato (mineralizzato) o immobilizzato, dipendono dal rapporto carbonio fosforo (C/P): ● se è compreso tra 200 e 300 la necessità dei microrganismi umificatori sarà soddisfatta e non ci sarà né rilascio né immobilizzazione; ● se è maggiore di 300 significa che il contenuto di fosforo organico nei residui è scarso, pertanto si avrà immobilizzazione a carico dell’elemento; ● se è inferiore a 200 si avrà mineralizzazione di fosforo organico perché i residui sono ricchi di tale elemento. Anche in questo caso vale la pena di ricordare che il fosforo organico contenuto nei residui non sarà disponibile per le piante nell’immediato, ma dovrà essere prima utilizzato dai microrganismi e solo nel tempo sarà mineralizzato. Sempre a titolo di esempio: circa il 75-80% del fosforo assorbito dal frumento è completamente asportato dal terreno perché si concentra nella granella. Il potassio contenuto nei residui colturali non segue la stessa via dell’azoto e del fosforo. Infatti ritorna al terreno passando dai residui mediante lisciviazione e solubilizzazione dalla sostanza organica. 48 Stocchi di mais 33 Foglie di mais 32 Stelo di soia 12 Paglia di grano 111 Paglia di grano 95 Pollina fresca 6 Fieno di medica 16 Per avere un’esatta foto delle potenzialità produttive di un’azienda, bisogna guardare alle sue produzioni storiche. Va ricordato che non è saggio impostare piani di concimazione senza tener conto delle reali potenzialità produttive dell’azienda: le produzioni medie (storiche) ci aiutano a valutare tali potenzialità in un arco temporale in cui si prevede ci siano annate ecce- AGRONOMIA GRAFICO 2 - Cambiamenti dinamici di contenuto di fosforo nella corteccia (floema) e nello xilema. Valori riferiti al cambio (floema) Valori riferiti al legno (xilema) 2,5 Fosforo (g/kg) 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 2,0 1,5 1,0 0,5 Data prelievo Branche 4 gen. 14 nov. 24 set. 4 ago. 14 giu. 24 apr. 4 mar. 4 gen. 14 nov. 24 set. 4 ago. 14 giu. 24 apr. 0,0 4 mar. Fosforo (g/kg) zionali, buone, medie e scadenti (ultime 4-5 annate agrarie). Per questo motivo è molto importante registrare e archiviare i dati di produzione e le relative qualità tecnologiche/merceologiche (peso ettolitrico, contenuto proteico, grado brix, ecc.). Le rese permettono di conoscere le quantità di prodotto (t/ha di granella di mais, di frumento tenero o duro, soia, girasole, colza, paglie, ecc.) che mediamente ogni anno vengono raccolte e le sostanze sottratte dal terreno. Da qui è possibile determinare il quantitativo medio degli elementi nutritivi asportati (kg/ha di azoto, fosforo potassio, ecc.). La tabella 1 riporta le quantità di elementi nutritivi asportati dalle autunno-vernine (minimo e massimo) in funzione, delle produzioni attese. A titolo di esempio: se si coltiva frumento tenero nella Pianura Padana, sarà lecito attendersi una produzione di 8 t/ha di granella secca. Questo significa che dal terreno saranno asportate da 132 a 181 kg/ha di azoto (pari a circa 287-393 kg/ha di urea equivalente), 60-82 kg/ha di fosforo (pari a circa 130-178 kg/ha di perfosfato triplo al 46%) e 70-95 kg/ha di potassio (pari a 152-207 kg/ha di cloruro di potassio al 50% di titolo). Una razionale tecnica di concimazione deve prevedere la restituzione di almeno la stessa quantità di elementi asportati. Questo per garantire un mantenimento della fertilità del suolo nel tempo. Fatte queste dovute considerazioni di carattere previsionale, passiamo ad analizzare quando e come distribuire i fertilizzanti. Prima della semina delle autunno-vernine va pianificata la concimazione di fondo. In questa fase vanno distribuiti il fosforo e una piccola quantità di azoto (nei terreni sciolti o poco dotati di potassio – vedi referto analitico – anche fertilizzanti contenenti tale elemento). È utile ricordare che, se si aderisce ai disciplinari di produzione integrata, le prescrizioni variano da regione a regione. Ad esempio in Emilia-Romagna non è consentito l’uso di fertilizzanti azotati in pre-semina, ma solo fertilizzanti con fosforo o potassio, mentre in Veneto si può entro certi valori. È fondamentale, ad ogni modo, prestare attenzione alla concimazione di fondo: nelle prime fasi di sviluppo si deve garantire al frumento l’accestimento. Data prelievo Tronco Radici Varietà Fuji, età frutteto 9 anni, sesto d’impianto 2 x 3 m. Fonte: Tong e Hongzhu, 2007. A partire dall’inizio di agosto il contenuto di fosforo nelle radici aumenta sensibilmente passando da 0,5 a 1,3 g/kg dopo 50 giorni e a poco più di 2 g/kg all’inizio di gennaio. Lo stesso andamento si osserva nella corteccia (tessuti floematici): il fosforo diminuisce a partire da marzo a giugno di circa il 50% nelle branche, nelle tronco e nelle radici. Circa il 50% della produzione proviene dalle spighe originatesi dai culmi provenienti dalla 1° e 2° foglia, il restante 50% proviene dalla spiga del culmo principale, mentre quelle che si formano dalla 3° e 4° foglia impattano poco sulla produzione finale ( figura 2). Nel grafico 1 è riportato il risultato di una prova sperimentale, eseguita in terreno con basso contenuto di fosforo (P = 10 mg/kg di terreno), in cui si evince il contributo che ha questo elemento sull’accestimento del frumento. Nella tesi concimata con fosforo lo stimolo all’accestimento è notevolmente maggiore: più del doppio dei culmi ottenuti dalla 1a foglia (80% contro 40% della tesi 0 kg/ha di fosforo) e dalla 2a foglia (100% contro il 60%). Gli altri fattori che influenzano l’accestimento del frumento sono: profondità di semina, terreno compattato e carenza di azoto. Semine troppo profonde impattano negativamente sulla capacità di emergenza della pianta e sul numero di culmi prodotti (ottimale 2-3 cm). La semina su terreni compattati deprime l’accestimento per il semplice motivo che si avrà una semina disforme (diverse profondità con semi posizionati troppo profondi e semi scoper- FIGURA 2 - Schema di una pianta di grano nelle prime fasi di sviluppo 5a foglia F5 4a foglia F4 3a foglia F3 2a culmo C2 1a culmo C1 2a foglia F2 Culmo principale C0 1a foglia F1 Radici avventizie Cariosside Radici seminali Pianta di grano Fonte: Goos e Johanson, 1996. Sono evidenziati e indicati le foglie (dalla 1a alla 5a), il culmo principale formatosi direttamente dal coleoptile proveniente dal seme e il 1° e 2° culmo formatosi rispettivamente dalla prima e seconda foglia. Circa il 50% della produzione di grano è dovuto alle cariossidi provenienti dalla spiga del 1° e 2° culmo, il restante 50% è dovuto alla spiga del culmo principale. 39/2016 • supplemento a L’Informatore Agrario 15 AGRONOMIA ti o posizionati troppo in superficie) e una cattiva regimazione idrica. Colture arboree Le colture arboree, a differenza delle colture erbacee e delle orticole continuano il loro ciclo vegetativo anche dopo la raccolta dei frutti, fino al momento in cui perdono completamente le foglie, per poi entrare a riposo durante il periodo invernale. Per le specie arboree da frutto valgono le stesse regole enunciate per le colture estensive, anche se la nutri- zione delle colture arboree richiede una maggiore specializzazione e una conoscenza profonda della fisiologia delle piante. La quantità di elementi nutritivi asportata varia in funzione dell’età dell’impianto, del tipo di portinnesto e delle produzioni che si riescono ad ottenere (tabelle 2 e 3). Fosforo A titolo di esempio si riporta la dinamica di assorbimento del fosforo nel melo. Questa specie assorbe poco fosforo dal terreno in primavera e inizio FIGURA 3 - Schema del ciclo dell’azoto all’interno dell’albero da frutta Rimobilizzazione INVERNO PRIMAVERA Accumulo Radici, fusto, branche, germogli Assorbimento Foglie Assorbimento ESTATE Traslocazione AUTUNNO Fonte: Marangoni, 2006. Alla ripresa vegetativa si ha una mobilitazione dell’azoto accumulato negli organi di riserva (radici, fusto, branche). Questo permette di avviare le fasi iniziali della ripresa vegetativa. In primavera le radici iniziano ad assorbire l’azoto dal terreno e a traslocarlo principalmente nelle foglie e nei frutti (nelle fasi di sviluppo e accrescimento). Dopo la raccolta dei frutti la pianta continua ad assorbire azoto e avvia la traslocazione, di quello presente nelle foglie, verso gli organi di accumulo. TABELLA 1 - Contenuto di elementi nutritivi (azoto, fosforo e potassio) nelle principali colture a semina autunnale Coltura Proteine (%) Produzioni Azoto P2O5 Azoto (%) attese asportato (kg/ha) (t/ha) (kg/ha) Frumento tenero Frumento duro Orzo Avena Segale Triticale da granella Triticale da insilato Colza 12-16 1,9-2,6 8 132-181 60-82 11-15 2,1-2,8 7 116-158 53-71 10-17 1,8-3,0 8,5 141-192 64-87 10-13 1,8-2,3 5,5 91-124 40-54 11-17 1,9-3,0 5 83-113 46-51 6-8 1,1-1,4 7,5 124-170 56-77 11-16 1,9-2,8 30 200-273 87-119 12-23 3,3-5,0 3,5 60-82 29-39 Il dato si riferisce alla sola granella e dove indicato diversamente a tutta la pianta (colture da insilato vedi triticale). Fonte: A. Masoni et al., 2010. K2O (kg/ha) 70-95 61-83 78-107 57-78 49-67 65-89 200-273 35-48 Se si coltiva frumento tenero nella Pianura Padana sarà lecito attendersi una produzione di 8 t/ha di granella secca. Questo significa che dal terreno saranno asportate da 132 a 181 kg/ha di azoto (pari a circa 287-393 kg/ha di urea equivalente), 60-82 kg/ha di fosforo (pari a circa 130-178 kg/ha di perfosfato triplo al 46%) e 70-95 kg/ha di potassio (pari a 152-207 kg/ha di cloruro di potassio al 50% di titolo). 16 supplemento a L’Informatore Agrario • 39/2016 estate, mentre a partire dall’inizio di agosto il contenuto di fosforo nelle radici aumenta sensibilmente passando da 0,5 g/kg a 1,3 dopo 50 giorni e a poco più di 2 g/kg all’inizio di gennaio (grafico 2). Lo stesso andamento si osserva nella corteccia (tessuti floematici): il fosforo diminuisce a partire da marzo a giugno di circa il 50% nelle branche, nelle tronco e nelle radici (grafico 2). Da notare come il contenuto di fosforo nelle radici sia alto nei tessuti xilemetici e basso in quelli floematici. Questo dimostra come la pianta durante l’autunno e fino all’inizio dell’inverno accumuli fosforo nei tessuti radicali per poi utilizzarlo nella primavera successiva, al momento della ripresa vegetativa. La concentrazione di fosforo nella pianta è minima nel momento di avvio della vegetazione fino alla formazione dei frutti e dei nuovi germogli. Questo significa che la disponibilità nel terreno di questo elemento nutritivo deve essere assicurata principalmente per soddisfare la domanda della pianta in due distinti momenti: ● fine luglio-inizi di agosto, al fine di sostenere l’accrescimento dei frutti; ● dopo la raccolta, per ricostruire le riserve interne negli organi di stoccaggio. Per tale ragione è consigliabile eseguire una concimazione subito dopo la raccolta della frutta a fine estate-inizio autunno, oppure garantire un livello di fosforo assimilabile nel terreno sempre su valori ottimali (restituire la quantità che ogni anno viene asportata). Azoto Per quanto concerne l’azoto, la figura 3 riporta il comportamento di tale elemento all’interno delle piante da frutto. Dopo la raccolta è preferibile eseguire una concimazione azotata per assicurare che nel terreno ci sia sufficiente azoto assimilabile per la pianta (circa il 25% dell’azoto totale viene assorbito tra fine agosto e settembre). In questo modo si dà alla pianta la possibilità di accumulare, negli organi di riserva (radici, tronco, branche), una sufficiente quantità di azoto che le permetterà di ripartire la primavera successiva con maggior vigore. Potassio Riguardo al potassio, invece, il suo assorbimento avviene principalmente durante la stagione vegetativa e in AGRONOMIA TABELLA 2 - Asportazioni e principali elementi nutritivi in diverse colture arboree Specie Melo Arancio Vite Pesco Kiwi Età (anni) azoto 55 83 42 66-143 200 6 10 15 14 Asportazioni annuali (kg/ha) fosforo potassio calcio 11 83 74 9 33 187 5 54 60 6-27 94-213 259 40 220 184 magnesio 19 13 10 29-70 Fonte: Tagliavini e Scandellari, 2015. TABELLA 3 - Asportazioni annuali di azoto e potassio e distribuzione nei vari organi della pianta Produzione (t/ha) Melo (Gala) Arancio (Tarocco) Vite (Cabernet S.) Pesco (Calanda) 40 Colture arboree. Nelle arboree la fase Asportazioni annuali di azoto e potassio (kg/ha) e distribuzione legno frutti foglie organi legnosi di potatura azoto potassio azoto potassio azoto potassio azoto potassio 22 42 16 27 23 14 17 11 23 30 19 28 4 25 10 18 8 8 9 17 21 18 14 19 14 19 30 40 70 43 72 67 72 60 44 Fonte: Tagliavini e Scandellari, 2015. particolare a partire dalla fase di allegagione, accrescimento e maturazione dei frutti. Per talie motivi è consigliabile distribuirlo durante queste fasi ma vista la sua scarsa mobilità nel suolo è possibile distribuire una quota anche dopo la raccolta. Un aspetto da considerare nella nutrizione delle colture arboree è la presenza o meno di un sistema irriguo che permetta di applicare la tecnica della fertirrigazione. In questi casi sarà più facile distribuire e frazionare nei momenti più indicati la dose ottimale di fertilizzante. migliora la qualità dei residui organici lasciati nel terreno e aumenta il contenuto di humus. La destinazione dei residui colturali ad altri usi (paglie per lettiere, residui per la combustione o la digestione anaerobica) deve essere valutata attentamente: la quantità di elementi nutritivi asportata, in questo caso, è di gran lunga maggiore e dovrà essere compensata da concimazioni (fertilizzanti minerali, organo-minerali o organici) più abbondanti. Attenzione a residui e ripresa vegetativa Colture autunno-vernine. In queste colture una corretta concimazione di fondo e una buona preparazione del terreno sono un ottimo punto di partenza per raggiungere il giusto investimento (piante/m2 e numero di spighe/m2) e avere piante robuste e sane. La gestione dei residui colturali aiuta a mantenere costante il contenuto di sostanza organica nel terreno. A tale proposito, l’inserimento di una leguminosa nella rotazione colturale finale del ciclo colturale (post-raccolta) rappresenta un momento da non sottovalutare, perché in questa fase si riorganizzano le riserve nutritive (azotate e fosfatiche) utili per avviare una ripresa vegetativa vigorosa e ricca di fiori nell’annata successiva. I fertilizzanti granulari a base di fosforo, potassio, calcio e magnesio, distribuiti con la concimazione di fondo, è preferibile che vengano interrati perché la loro mobilità nel terreno è ridotta. In tutti i casi in cui è possibile, è preferibile applicare la fertirrigazione, in quanto incrementa l’efficienza d’uso dei fertilizzanti grazie a una distribuzione frazionata lungo tutto il ciclo vegetativo della pianta. Giuseppe Ciuffreda Agronomo Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected] Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografia: www.informatoreagrario.it/ rdLia/16ia39_8639_web 39/2016 • supplemento a L’Informatore Agrario 17