IL MERCATO DEL TRASPORTO AEREO IN ITALIA. QUALI PROSPETTIVE? Intervento dell'avvocato Carmelo Calì al convegno promosso da Assaereo Roma il 5 luglio 2012 I diritti dei passeggeri possono trovare tutela anche attraverso il tema del convegno odierno. Li esaminerò quindi cercando di dare una risposta alla domanda che viene posta. Il quadro del trasporto aereo in questo periodo, come é emerso dai vari interventi di questa mattina non è roseo, come non lo è stato negli ultimi anni. Grandi compagnie non esistono più sul mercato, altre in America hanno chiesto la protezione dai creditori (Chapter 11). In Europa anche le grandi compagnie hanno il fiatone per cui la situazione nazionale non è sicuramente peggiore degli altri paesi. Ma, al di là delle crisi congiunturali, esaminiamo quali sono le costrizioni cui è sottoposto oggi il settore. Possiamo ritenere che la sostenibilità del trasporto aereo è limitata prevalentemente da due fattori: il primo ambientale ed il secondo economico-sociale. La questione ambientale é condizionata da ciò che é accaduto in Europa all'inizio del 2012. Ci troviamo di fronte ad una situazione nuova, che tuttavia non possiamo ritenere definitivamente chiusa e che, anzi, risulta quanto mai aperta. Allo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica é stato adottato come misura di mitigazione, il sistema di scambio di emissione (ETS, che consiste nell'acquisto di quote di consumo sul mercato di CO2, al di sopra di una certa quota assegnata), applicato, oltre che all'aviazione civile europea anche a quella internazionale. Ciò ha suscitato la reazione del resto del mondo, che ritiene violato il principio della sovranità nazionale con la possibilità anche che si crei una guerra commerciale ( la Cina, ad esempio, ha minacciato il congelamento dell'acquisto di aerei Airbus ) mentre Russia ed India hanno adottato ritorsioni per l'attraversamento del loro spazio aereo. All'interno di questo sistema é vero che per il momento l'UE ha registrato un punto a proprio favore in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha ritenuto la relativa direttiva coerente con il diritto internazionale, ma l'ICAO sta già lavorando ad un sistema nuovo accettabile universalmente. Vi é quindi il rischio che l'attuale sistema si riveli una vittoria di Pirro destinata ad essere cancellata a breve. Il mio amico Nino Bardaro, conosciuto da molti dei presenti e che a Montreal rappresenta l'Italia all'ICAO, mi ha riferito che i lavori procedono con una certa speditezza, e si arriverà a creare qualcosa di diverso, con obiettivi temporali completamente non in linea con gli ETS europei. Allora mi chiedo, e qui mi rivolgo innanzitutto a coloro che oggi rappresentano le istituzioni, ma a tutti i soggetti, perché il problema é comune: non sarebbe opportuno forse intraprendere una iniziativa politica in Europa che prenda atto della situazione e trovi un rimedio accettabile nel medio periodo tentando così di concorrere ad una soluzione piuttosto che subirla un domani? In questa situazione é anche accaduto che i vettori hanno aumentato i prezzi dei biglietti. Ai consumatori sta certamente a cuore il rispetto dell'ambiente e sono consapevoli che tale finalità ha degli oneri, tuttavia non possono essere solo i passeggeri, come ultimo anello finale a pagare i costi, che invece devono essere distribuiti equamente. E proseguendo sui costi passo alla seconda questione, quella economico-sociale. È necessario affrontare il problema dei costi, con cui le compagnie sono costrette a fare quotidianamente i conti. Vi é innanzitutto il prezzo del carburante, che continua a limitare i margini di profitto delle compagnie aeree. A ciò si aggiungono le varie tasse e balzelli imposti dalle autorità sul trasporto aereo, che destano sempre più preoccupazione. In Italia si é partiti con l'aumento delle tariffe per “Roma Capitale” e si é arrivati all'ultimo introdotto pochi giorni fa, all'interno del Decreto Fornero con l'introduzione di due euro, che andranno a finanziare gli ammortizzatori sociali. Siamo molto preoccupati, perché non é una questione di questo o di quel governo, si sta introducendo, a poco a poco, una prassi normativa in virtù della quale, come é accaduto ad esempio in passato con il prezzo della benzina, con le tariffe si vanno a finanziarie costi che nulla hanno a che fare con il trasporto aereo. Temiamo non si tratti di interventi momentanei od isolati, ma della lenta e progressiva introduzione di una lievitazione dei costi dalla quale non solo sarà difficile tornare indietro, ma che porterebbe al rischio di avere nuovi ed ulteriori destinatari pronti ad essere finanziati. Su ciò passeggeri e vettori aerei, pur nella diversità delle posizioni, dei ruoli e delle funzioni devono essere alleati. Mi auguro che ciò possa accadere affinché si dia uno stop alle future tentazioni dei legislatori, che a questo punto, rischiano di non sopirsi più. Ma le compagnie come rispondono? Certo cercando di tagliare i costi, cercando di essere fantasiose nelle campagne di comunicazione, ma anche mediante acquisizioni e consolidazioni. Su ciò voglio essere chiaro, nessuna preclusione preconcetta, ma acquisizioni e consolidazioni portano con sé un rischio di cui tutti ci rendiamo conto: che si possa arrivare inevitabilmente alla riduzione della competizione e quindi, in ultima analisi, ad un danno per il consumatore utente, che vede ridotta la sua possibilità di scelta e sopratutto è costretto a pagare di più. Che fare? E' difficile dirlo, perché una completa liberalizzazione mondiale porterebbe a favorire alcune compagnie del medio oriente ed asiatiche (Emirati, Qatar Airways ed anche Singapore, per non parlare del terribile potenziale dei vettori indiani e cinesi) che hanno investito tanto nel trasporto aereo e che sono sostenute anche con risorse presumibilmente pubbliche. Le recenti acquisizioni in Italia diventeranno una cartina di tornasole. Infatti se non si imbocca la strada giusta si rischia non solo di arrivare all'incremento del prezzo per i passeggeri, ma anche ad aprire spazi all'agguerrita concorrenza di low cost straniere sempre pronte ad inserirsi in tutte le nicchie disponibili del mercato italiano. E' questo che si vuole? Dal punto di vista dei consumatori quello che i vettori italiani devono fare è fornire leadership al mercato in materia di sicurezza e gestione dei diritti del passeggero, essere un termine di paragone positivo per tutto quello che succede in Italia nel trasporto aereo. Ma non vogliamo, e spero che non lo vogliano nemmeno le proprietà e gli azionisti delle compagnie, che si determini una politica di compressione della concorrenza. In un'attività rilevante come il trasporto aereo l'interesse nazionale deve coincidere con il perseguimento del miglior servizio o prodotto possibile, alle migliori condizioni e a prezzi competitivi. La questione riguarda anche gli aeroporti, che spesso devono fare i conti con l'influenza della politica che limita la loro efficienza gestionale. Speriamo che la spending review limiti la possibilità di pletorici consigli di amministrazione, assunzioni clientelari, etc,etc. Sicuramente una gestione buona dei loro assets porterebbe a risultati economici positivi e spronerebbe gli investimenti stabiliti dai contratti di programma. La loro posizione di monopolio li rende comunque favoriti rispetto ai vettori aerei e non comprendiamo talune richieste che spesso, sembrano corporative. La crisi investe anche gli aeroporti, ma dobbiamo registrare ancora il tentativo di considerare le risorse non avio, che crescono sempre più, come estranee al sistema e da non mettere nel conto, o di considerarle solo in via marginale. Per non parlare dei cosiddetti contratti di marketing, su cui bisognerebbe forse fare un convegno e su cui ancora vi é una fortissima chiusura alla trasparenza, in nome dell'invocata natura privatistica dei rapporti, che a mio avviso non sussiste, perché stiamo parlando di risorse pubbliche, anche di risorse pubbliche, che vengono destinate ad una determinata finalità piuttosto che ad un altra. Ad esempio, in alternativa si potrebbero realizzare strade e ferrovie per raggiungere e lasciare gli aeroporti nel più breve tempo possibile. Ed oggi, invece, in alcuni casi questi spostamenti costano più di un biglietto aereo. La nostra speranza è che si possa pervenire ad un diverso approccio verso i problemi dei vettori aerei, che ne consolidino certamente la posizione sul mercato, mercato che però a beneficio del consumatore passeggero deve restare trasparente e competitivo. Avv. Carmelo Calì Rappresentante Consiglio Nazionale Consumatori Utenti presso Enac e responsabile nazionale trasporti Confconsumatori