Large Animals Review, Anno 5, n. 3, Settembre 1999 85 L’ANESTESIA DEI RATITI* HUI-CHU LIN, DVM, MS Auburn University JEFF C. H. KO, DVM, MS University of Florida L’allevamento di struzzi, nandù ed emù si va diffondendo sempre più negli Stati Uniti. Il contenimento e la conduzione di questi ratiti di grandi dimensioni (per effettuare indagini cliniche o somministrare farmaci) può essere pericoloso per i veterinari e per i pazienti, a causa della loro velocità, della loro abilità nel calciare e della forza dei loro arti. Un calcio sferrato da uno struzzo adulto aggressivo può facilmente sventrare il conduttore. È preferibile lavorare con del personale, ad esempio i proprietari, che abbia esperienza nel trattare i ratiti adulti. Proprietari e conduttori possono anche fornire utili informazioni sul temperamento dei singoli uccelli. L’immobilizzazione mediante contenimento farmacologico può essere necessaria per consentire al veterinario di valutare in tutta sicurezza il paziente ed effettuare gli opportuni interventi terapeutici. Il successo dell’anestesia dei ratiti si fonda sull’impiego di speciali tecniche di contenimento fisico, sulla conoscenza delle differenze anatomiche fra questi uccelli, sull’accurata selezione degli agenti anestetici e sull’attento monitoraggio dei segni vitali durante il periodo perioperatorio. Summary Ostriches, rheas, and emus are increasingly popular farm animals in the United States. Restraint and handling of these large ratites (for examination or drug therapy) can be hazardous to veterinarians and patients because of their speed, kicking ability, and leg strength; a kick from an aggressive adult ostrich can easily eviscerate its handler. It is best to work with personnel, such as owners, who are experienced with the handling of adult ratites. Owners and handlers can also provide valuable information concerning the temperament of individual birds. Immobilization by means of chemical restraint may be required to permit the practitioner to safely evaluate the patient and provide therapeutic intervention. Successful anesthetic management of ratites requires the use of special techniques to perform physical restraint, a knowledge of the anatomic differences among these birds, careful selection of anesthetic agents, and vigilant monitoring of vital signs during the perioperative period. L’allevamento dei ratiti di grandi dimensioni - struzzi, emù e nandù - è diventato molto popolare negli Stati Uniti. A causa della velocità, della forza degli arti e della capacità nel calciare di questi uccelli, afferrarli e contenerli per effettuare delle indagini cliniche o somministrare dei farmaci è potenzialmente pericoloso sia per il paziente che per il veterinario. Per consentire a quest’ultimo di condurre senza rischi la valutazione del soggetto ed eseguire gli opportuni interventi terapeutici, è spesso necessario ricorrere all’immobilizzazione mediante contenimento farmacologico. Nel presente lavoro vengono descritti il contenimento fisico e l’anestesia dei ratiti. *Da “The Compendium on Continuing Education for the Practicing Veterinarian” Vol. 19, N. 4, aprile 1997, 127. Con l’autorizzazione dell’Editore. CONTENIMENTO FISICO I ratiti giovani (di peso inferiore a 15 kg) sono relativamente facili da contenere se l’operatore è esperto. Durante l’induzione dell’anestesia attraverso una maschera facciale, un pulcino di dimensioni ridotte può essere avvolto in un telo e bloccato delicatamente con il braccio, esercitando una lieve pressione manuale sul dorso per evitare che possa calciare liberamente o cadere (vedi riquadro). Un soggetto giovane di dimensioni maggiori, ma pur sempre trattabile, può essere contenuto ponendogli una mano sotto il torace e l’altra sotto una zampa (vicino all’addome). Quando l’uccello viene sollevato dal suolo per la prima volta, si può inizialmente osservare un breve periodo di eccitazione, in cui l’animale scalcia e si dibatte Dopo pochi secondi, il paziente di solito accetta il contenimento e rilassa gli arti. SPECIE MINORI Riassunto 86 L’anestesia dei ratiti Tabella 1 Premedicazione nei ratiti CONTENIMENTO FISICO DEI RATITI Pulcini ■ Avvolgerli con un telo ■ Contenerli delicatamente ■ Esercitare una pressione manuale sul dorso Uccelli giovani ■ Utilizzare il contenimento manuale (sotto il torace e sotto un arto) ■ Attendere qualche secondo finché gli arti non si rilassano DOSAGGIO VIA DI SOMMINISTRAZIONE 0,2-2,2 mg/kg Intramuscolare Medetomidina 100 µg/kg Intramuscolare Diazepam 0,3 mg/kg Endovenosa Midazolam 0,15 mg/kg 0,4 mg/kg Endovenosa Intramuscolare 0,1-0,2 mg/kg 0,25-0,50 mg/kg Endovenosa Intramuscolare FARMACO Xilazina Acepromazina maleato Adulti ■ Operare con personale esperto ■ Consultare il conduttore per conoscere il temperamento dei singoli soggetti ■ Utilizzare un foglio di compensato o un materassino imbottito per costringere il paziente in un angolo ■ Avvicinarsi al paziente da dietro ■ Fare attenzione ai calci dell’animale ■ Coprire la testa dell’uccello Immobilizzare i ratiti adulti è spesso difficile e pericoloso. È consigliabile operare con l’aiuto di personale (ad esempio, il proprietario) che abbia familiarità con le tecniche di conduzione di questi animali. Uno struzzo adulto può arrivare ad un’altezza di m 1,80 circa e un peso di 140 kg circa. Questi animali possono muoversi molto rapidamente e sono in grado di colpire col becco gli oggetti con molta precisione.1 Sono dotati di pericolose zampe tozze e con grandi dita, capaci di sferrare potenti calci in avanti. Un calcio di uno struzzo adulto aggressivo può forare un fusto d’olio da 200 litri. Una simile forza può facilmente sventrare un conduttore. Bisognerà quindi rivolgersi a quest’ultimo o al proprietario per ottenere informazioni relative al temperamento dei singoli animali.1 Tutte le procedure che prevedono l’esecuzione di manualità su uno struzzo adulto richiedono la collaborazione di almeno due operatori che si servano di un foglio di legno compensato o di un grosso materassino imbottito per costringere l’animale in un angolo.1 È consigliabile avvicinarsi ai ratiti da dietro, e con molta cautela per evitare i calci. Può essere più facile e sicuro contenere uno struzzo coprendogli la testa con un cappuccio o un panno. PREMEDICAZIONE ED INDUZIONE DELL’ANESTESIA L’induzione dell’anestesia può essere effettuata con la somministrazione di anestetici iniettabili, oppure servendosi di una maschera facciale e di agenti inalatori (Tabb. 1 e 2). I soggetti intrattabili, sia giovani che adulti, possono richiedere una premedicazione con tranquillanti, sedativi o neuroleptanalgesici per ridurre l’eccitazione e lo stress causati dal contenimento fisico e garantire un’induzione più dolce dell’anestesia. Tabella 2 Agenti di induzione dell’anestesia dei ratiti DOSE (mg/kg) VIA DI SOMMINISTRAZIONE 3-4 Intramuscolare 15-22 Intramuscolare 2,2 Intramuscolare 2,2-3,3 Endovenosa 0,5 0,2 Intramuscolare Endovenosa seguito entro 15-20 minuti da Ketamina 4-6 Endovenosa Tiletamina-zolazepam 3,5 Endovenosa FARMACO Xilazina seguita entro 10 minuti da Ketamina Xilazina seguita entro 15 minuti da Ketamina Diazepam Prima di somministrare degli anestetici, è utili passare in rassegna l’anamnesi, i risultati della visita clinica e quelli degli esami di laboratorio (come l’emogramma ed il profilo biochimico). Queste informazioni spesso condizionano la scelta del protocollo anestetico e della terapia di supporto da utilizzare. Può essere difficile e stressante effettuare un esame clinico ed il prelievo di campioni da analizzare in uccelli non sedati e non abituati ad essere contenuti e sottoposti a manualità di vario tipo. In questi pazienti, la premedicazione con un tranquillante o un sedativo riduce notevolmente le complicazioni dell’anestesia e della chirurgia. Nei ratiti è stata utilizzata, con risultati variabili, la xilazina cloridrato alla dose di 0,2-2,2 mg/kg. L’iniezione intramuscolare delle dosi più basse (0,2-1,1 mg/kg) induce un effetto calmante; dosi più elevate (1,1-2,2 mg/kg) determinano una pronunciata sedazione o il decubito sternale.2 Gli autori hanno osservato soltanto una lieve sedazione in seguito alla somministrazione intramuscolare di 2,2 mg/kg di xilazina in emù e struzzi adulti sani. La medetomidina (100 µg/kg), un agonista α2-adrenergico simile alla xilazina ed alla detomidina, determina negli struzzi, in se- guito all’iniezione intramuscolare, una lieve sonnolenza ed una leggera atassia.3 Diazepam e midazolam, derivati benzodiazepinici, sono gli ansiolitici più comunemente utilizzati negli uccelli da compagnia.4 Nei ratiti, l’iniezione endovenosa di diazepam (0,3 mg/kg) viene utilizzata per ottenere un effetto calmante durante il risveglio dall’anestesia generale. Negli uccelli che sono stati immobilizzati con etorfina, carfentanil, ketamina o tiletamina/zolazepam, il risveglio è spesso caratterizzato da agitazione ed autotraumatismo. L’iniezione endovenosa di diazepam riduce al minimo questo comportamento pericoloso e promuove un risveglio dolce.2 Il midazolam è una benzodiazepina idrosolubile ad azione breve. A differenza del diazepam, quando viene somministrato per via intramuscolare provoca scarse reazioni algiche o irritazioni tissutali.5 Le dosi di 0,15 mg/kg per via endovenosa e 0,4 mg/kg per via intramuscolare, utilizzate per la premedicazione, determinano una buona sedazione ed il decubito sternale, rispettivamente, in uno struzzo di 70 kg ed in un emù adulto.2 L’acepromazina maleato viene spesso utilizzata in associazione con altri anestetici alle dosi di 0,1-0,2 mg/kg per via endovenosa e di 0,25-0,5 mg/kg per via intramuscolare. La somministrazione di questo agente può causare un aumento della salivazione e deprimere la termoregolazione; ciò nonostante, il farmaco induce un rilassamento muscolare migliore degli altri sedativi e tranquillanti oggi disponibili.2 Gli autori hanno utilizzato un neuroleptanalgesico che associa per via intramuscolare la xilazina (1,1-2,2 mg/kg) ed il butorfanolo (0,11-0,22 mg/kg) per indurre una profonda sedazione ed il decubito sternale negli emù e negli struzzi adulti da sottoporre ad interventi di minore entità (ad esempio, esame clinico, radiografie, esofagostomia e rimozione di fissatori) (Fig. 1). Questa associazione riduce notevolmente lo stress causato dalle manualità e dal contenimento e facilita la somministrazione di anestetici endovenosi o inalatori. Apparentemente, i nandù sono più resistenti all’associazione xilazina/butorfanolo rispetto agli emù e agli struzzi. Per ottenere un analogo grado di sedazione nei nandù, sono necessarie dosi più elevate di ciascun farmaco (2,2-2,75 mg/kg di xilazina e 0,22-0,55 mg/kg di butorfanolo). Questa differenza nel dosaggio necessario per la sedazione può essere correlata alla taglia più piccola, al metabolismo più elevato ed al comportamento eccitabile di questi animali.6 Gli autori raccomandano di somministrare inizialmente ai nandù le dosi più elevate di xilazina e butorfanolo utilizzate negli emù e negli struzzi. Se non si ottiene una sedazione del grado desiderato entro 5-10 minuti, si può somministrare la metà della dose originale di ciascun farmaco. Per indurre sedazione, immobilizzazione e/o anestesia nei ratiti sono stati utilizzati vari anestetici iniettabili (pentobarbital, alfaxalone-alfadolone, ketamina, tiletamina-zolazepam, etorfina e carfentanil).2,3,7–12 Nessuno di questi agenti consente di ottenere un contenimento ideale quando viene utilizzato da solo. I farmaci dotati di effetto farmacologico sinergico sono generalmente adatti ad essere associati per determinare gli effetti desiderati. La dose necessaria per ognuno di essi viene quindi ridotta, determinando una diminuzione del potenziale di induzione di effetti collaterali indesiderati che si avrebbero utilizzando una dose maggiore di un singolo agente. 87 FIGURA 1 - Uno struzzo sedato con un’associazione di xilazina e butorfanolo. Per indurre l’immobilizzazione degli struzzi adulti e degli emù sono stati utilizzati i barbiturici (ad esempio, il pentobarbital).3,7 Tuttavia, questi anestetici sono considerati indesiderabili per l’impiego nei ratiti per le seguenti ragioni: (1) hanno un ristretto margine di sicurezza; (2) determinano irritazione e necrosi tissutale se vengono somministrati per via intramuscolare o sottocutanea; (3) per la somministrazione intravascolare è necessario il completo contenimento del paziente e (4) spesso, durante il periodo di induzione si osservano apnea ed un violento e traumatico stadio di eccitazione.2 È stato ipotizzato che l’alfaxalone-alfadolone, un anestetico steroideo, induca una soddisfacente sedazione e sia l’anestetico d’elezione per i trampolieri (ad esempio, gru e fenicotteri) nei casi in cui è necessario ottenere un rapido risveglio ed un pronto recupero della forza muscolare degli arti per evitare l’autotraumatismo.13 Quando viene somministrato per via endovenosa ai pulcini di struzzo da sottoporre ad esame radiologico, l’alfaxalone-alfadolone, secondo quanto segnalato in letteratura, richiede grandi e frequenti aumenti progressivi della dose per mantenere l’anestesia per lunghi periodi. Rispetto all’alfaxalone-alfadolone da solo, un’associazione di questo agente con xilazina e ketamina induce un’anestesia di durata ragionevole e un risveglio più dolce nei pulcini di struzzo.8 La ketamina è un anestetico diffuso nelle specie aviari per la sua rapida insorgenza di azione, l’ampio margine di sicurezza e la velocità del risveglio. Tuttavia, determina scarsa analgesia e rilassamento muscolare. Gli uccelli possono manifestare flutter, tremori ed anche convulsioni ed autotraumatismo durante il risveglio. La ketamina viene quindi generalmente associata a xilazina, diazepam o altri tranquillan- SPECIE MINORI Large Animals Review, Anno 5, n. 3, Settembre 1999 88 L’anestesia dei ratiti ti per determinare un’induzione ed un risveglio dolci e migliorare il rilassamento muscolare.2,6,14 L’impiego di xilazina e ketamina è stato suggerito per gli uccelli sani; in quelli debilitati e depressi si devono utilizzare diazepam e ketamina. Con l’associazione xilazina-ketamina, l’iniezione intramuscolare di xilazina (3-4 mg/kg) va praticata 10 minuti prima di quella della ketamina (15-22 mg/kg). L’induzione è solitamente dolce. Se per il mantenimento dell’anestesia si utilizza l’isofluorano, è prudente monitorare strettamente i segni vitali. Le alte dosi di xilazina e ketamina utilizzate possono determinare rallentamento della frequenza cardiaca, abbassamento della pressione arteriosa ed inadeguata ventilazione. Per abbreviare il periodo di risveglio, può essere necessario antagonizzare la xilazina con la somministrazione endovenosa di ioimbina (0,125 mg/kg) o tolazolina (2-4 mg/kg). Si può somministrare una dose più bassa di xilazina per via intramuscolare (2,2 mg/kg) 15 minuti prima della ketamina (2,2-3,3 mg/kg). Gli uccelli cadono in decubito entro 30-60 secondi. In 15-25 minuti, la ketamina iniettata per via endovenosa viene eliminata; l’anestesia può essere mantenuta con un anestetico inalatorio oppure con ripetute somministrazioni di piccole quantità di ketamina per via endovenosa.2 Con un protocollo basato sull’impiego di diazepam e ketamina, il primo (0,5 mg/kg IM o 0,2 mg/kg IV) viene somministrato 15-20 minuti prima della seconda (4-6 mg/kg IV). L’isoflurano è l’anestetico inalatorio d’elezione per il mantenimento dell’anestesia nei pazienti depressi.15 La tiletamina/zolazepam, che rappresenta un’associazione 1:1 di un derivato dissociativo (tiletamina) e di un tranquillante benzodiazepinico (zolazepam), può essere somministrata per via endovenosa o intramuscolare. In quest’ultimo caso, l’iniezione di 4-5 mg/kg negli struzzi adulti e di 12-22 mg/kg nei nandù consente di ottenere un’anestesia eccellente; negli emù trattati con una dose di 15 mg/kg per effettuare l’esame degli arti è stato necessario un ulteriore contenimento fisico.16 Quando viene somministrata agli struzzi adulti per via intramuscolare alla dose di 5-20 mg/kg, la tiletamina/zolazepam induce un’immobilizzazione insoddisfacente associata a violenti calci, scuotimenti della testa, del collo e del corpo e gravi danni oculari.11 Anche se è stata suggerita la somministrazione endovenosa di tiletamina/zolazepam per ottenere un’induzione rapida e dolce e un risveglio moderato,17 in letteratura è stato descritto un violento risveglio di uno struzzo dopo la somministrazione di 3,7 mg/kg di questa associazione IV.12 Secondo l’esperienza dell’autore, 3,5 mg/kg di tiletamina/zolazepam per via endovenosa, con o senza preanestesia mediante xilazina/butorfanolo, consentono di ottenere un’induzione dolce; gli uccelli di solito assumono il decubito sternale entro 1 minuto. Con la somministrazione di questa dose di tiletamina/zolazepam, si può effettuare facilmente l’intubazione orotracheale. Immediatamente dopo la sospensione dell’erogazione dell’isofluorano, si effettua l’iniezione endovenosa di diazepam (0,3 mg/kg) per ottenere un effetto calmante ed un risveglio dolce. Per facilitare l’esame, il trattamento ed il trasporto degli struzzi e dei casuari è stata utilizzata l’etorfina.9,18 Anche in seguito alla somministrazione di dosi elevate, il farmaco non determina un’adeguata immobilizzazione in questi uccelli.18 Le associazioni di acepromazina maleato o acepromazina maleato/xilazina con l’etorfina determinano un ef- fetto sedativo maggiore di quello ottenibile con ciascun farmaco da solo. Quando insieme all’etorfina è stata utilizzata la ketamina, l’associazione ha operato in modo sinergico producendo un’immobilizzazione rapida ed affidabile.9,18 La somministrazione intramuscolare di carfentanil (0,30,5 mg/kg), un potente oppiaceo di sintesi, induce una sufficiente immobilizzazione degli struzzi dopo la cessazione dell’agitazione iniziale e dei movimenti frenetici. Apparentemente, il principale ostacolo all’uso del carfentanil era la prolungata apnea, che imponeva la ventilazione a pressione positiva intermittente.12 Le sedi d’elezione per l’iniezione intramuscolare sono i muscoli del dorso o quelli delle zampe. È sufficiente un ago da 1” e 20 G. Negli struzzi, per le iniezioni endovenose è possibile utilizzare la vena giugulare destra o la vena brachiale. Negli emù e nei nandù, quest’ultima è inaccessibile a causa delle ali rudimentali. Dopo l’induzione dell’anestesia, è necessario applicare un catetere endovenoso per la fluidoterapia e i trattamenti farmacologici d’emergenza.19 MANTENIMENTO DELL’ANESTESIA Nei ratiti, gli anestetici inalatori d’elezione sono l’alotano e l’isofluorano. Quest’ultimo viene utilizzato più frequentemente del primo per la sua capacità di determinare rapidamente l’induzione ed il risveglio grazie alla bassa liposolubilità ed alla metabolizzazione epatica20 (Fig. 2). Per gli uccelli di piccola taglia (di peso inferiore a 7 kg) è necessario utilizzare un circuito di tipo pediatrico o senza rirespirazione (ad esempio quello coassiale di Bain o quello a gomito di Norman) per ridurre la resistenza ed il lavoro della respirazione. Per gli emù adulti, i nandù e gli struzzi che pesano meno di 150 kg si possono utilizzare i circuiti standard per piccoli animali. Gli uccelli di peso superiore a 150 kg richiedono circuiti da grossi animali. L’intubazione orotracheale degli uccelli risulta facile perché la laringe è ben sviluppata, l’epiglottide è assente e la glottide è grande ed accessibile. Anche se nei ratiti gli anelli tracheali sono circolari e completi, è necessario utilizzare un tubo a palloncino di dimensioni adeguate per garantire la completa tenuta ermetica del sistema e consentire un efficace controllo della ventilazione in caso di necessità. Gli emù ed i nandù adulti richiedono tubi orotra- FIGURA 2 - Un emù durante il risveglio dall’anestesia con isofluorano. Large Animals Review, Anno 5, n. 3, Settembre 1999 TRATTAMENTO INTRAOPERATORIO Dopo l’induzione dell’anestesia, è possibile inserire un catetere permanente nella vena giugulare destra per somministrare per via endovenosa fluidi o farmaci. Nei ratiti, la vena giugulare sinistra è significativamente più piccola di quella destra ed abbastanza difficile da incannulare. Per monitorare continuamente il ritmo cardiaco durante l’anestesia, si utilizza un elettrocardiogramma in II derivazione. La frequenza cardiaca normale nei ratiti adulti anestetizzati è di 40-60 battiti/minuto.13 Una frequenza più lenta può indicare un’eccessiva profondità dell’anestesia; può essere necessario diminuire la concentrazione dell’anestetico e somministrare un anticolinergico (come l’atropina o il glicopirrolato). La pressione arteriosa può essere misurata indirettamente attraverso un apparecchio oscillometrico; il manicotto gonfiabile viene posto a livello dell’arteria tarsometatarsica al di sotto del garretto. La pressione arteriosa negli uccelli anestetizzati varia a seconda della profondità dell’anestesia, degli agenti utilizzati e delle malattie preesistenti. Non sono disponibili i valori normali nei ratiti svegli, non sedati ed in stazione. Ciò nonostante, il riscontro di una pressione arteriosa media inferiore a 60-70 mm Hg durante l’anestesia richiede i seguenti interventi correttivi: diminuzione della profondità dell’anestesia, aumento dell’infusione di fluidi per via endovenosa e somministrazione di un agente inotropo (ad esempio, la dobutamina) o un vasopressore (ad esempio, la dopamina). La frequenza respiratoria normale nei ratiti è di 20-30 atti/minuto e l’anestesia profonda rallenta la respirazione spontanea. L’ipercapnia che deriva dall’inadeguata ventilazione può indurre aritmie cardiache. Quando durante l’anestesia risulta evidente l’ipoventilazione, è possibile ricorrere alla ventilazione manuale (2-4 atti/minuto) o controllata. grande solo quanto basta per permettere all’uccello di restare in decubito sternale. Per consentire una ventilazione appropriata, il collo va mantenuto esteso. Il tubo orotracheale va lasciato in posizione fino alla ricomparsa del riflesso della tosse o della deglutizione. Durante il periodo di risveglio i pazienti devono essere costantemente osservati. Se il processo diviene violento o autolesivo, si deve prendere in considerazione l’ulteriore somministrazione di diazepam o altri tranquillanti. Note sugli autori Il Dr. Lin è affiliato al Department of Large Animal Surgery and Medicine, College of Veterinary Medicine, Auburn University, Auburn, Alabama. Il Dr. Ko appartiene al Department of Large Animal Clinical Sciences, College of Veterinary Medicine, University of Florida, Gainesville, Florida. Entrambi sono Diplomate of the American College of Veterinary Anesthesiologists. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. RISVEGLIO DALL’ANESTESIA Nei ratiti adulti, il risveglio dall’anestesia generale è un momento critico; in questa occasione, sono relativamente comuni i fenomeni di autotraumatismo. Gli uccelli di piccole dimensioni possono essere avvolti in un telo o una coperta e trattenuti fino a che non sono in grado di restare in piedi e camminare. L’area di risveglio dei ratiti adulti deve essere imbottita, buia e tranquilla. La zona deve essere 17. 18. 19. 20. Jensen JM, Johnson JH, Weiner ST: Physical restraint, in Husbandry and Medical Management of Ostriches, Emus, and Rheas. College Station, TX, Wildlife and Exotic Animal Teleconsultants, 1992, pp 107-109. Jensen JM, Johnson JH, Weiner ST: Anesthesia, in Husbandry and Medical Management of Ostriches, Emus, and Rheas. College Station, TX, Wildlife and Exotic Animal Teleconsultants, 1992, pp 111-115. Burger RE, Nye PCG, Powell FL, et al: Response to CO2 of intrapulmonary chemoreceptors in the emu. Resp Physiol 28:315-324, 1976. Wheler C: Avian anesthetics, analgesics, and tranquilizers. Semin Avian Exot Pet Med 2:7-12, 1993. Garzone PD, Kroboth PD: Pharmacokinetics of the newer benzodiazepines. 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Durante la ventilazione controllata, il volume tidalico deve essere fissato a 10-20 ml/kg, la frequenza respiratoria a 8-10 atti/minuto e la pressione di inspirazione a 12-20 cm di acqua.12 89