CLIMA CLASSE E COMUNICAZIONE
APPROCCIO RELAZIONALE-SISTEMICO
Concetti chiave:
Totalità: un sistema va considerato non come un
insieme di elementi separati, ma come un’entità che
presenta dinamiche sue proprie
Omeostasi: attitudine degli organismi a mantenere in
stato di equilibrio le proprie caratteristiche al variare
delle condizioni esterne, avvalendosi a tal fine di
”meccanismi correttori”
Feedback: negativo ( riduzione dello scarto); positivo
(scarto amplificato)
Esempio-->
> Giuliana, docente di lettere, deve affrontare
il problema dei ritardi di alcuni studenti. Finora ha
portato pazienza attendendo sempre alcuni minuti
prima di iniziare la lezione in modo di dar tempo alle
ritardatarie di arrivare. Questa tolleranza ha
funzionato da feedback positivo e lo scarto rispetto alla
norma si è ulteriormente ampliato...resasi conto di
questo sta valutando quali feedback negativi adottare
per ripristinare la regola della puntualità:
ramanzina?nota?cominciare senza aspettare?ecc.
Equifinalità: cause tra loro molto diverse possono
portare a forme di sistemi molto simili tra loro e, per
converso, uno stesso evento iniziale può dar luogo a
strutture sistemiche molto lontane tra loro. Quindi se si
vogliono cogliere le caratteristiche di un sistema è più
utile approfondire la struttura delle attuali interazioni
che lo caratterizzano piuttosto che fare appello alla sua
storia passata
Qualità emergente: è il risultato dell’interazione tra gli
elementi del sistema, il frutto che nasce dall’interazione
delle singole parti (es. H2O).
In caso di tensioni o conflitti, NON ci si domanderà “Di
chi è la colpa?” MA “Quale tipo di struttura
internazionale si è stabilità tra i soggetti in causa?”
E’ la relazione ad essere considerata come problematica
e “disturbata” non il singolo individuo!!!
Vantaggio--->
>Se ciò che si deve “curare” è la relazione e
non la singola persona, allora tutti coloro che
partecipano alla costruzione di tale relazione hanno
potenzialmente la possibilità di apportare dei
cambiamenti!!!
Elementi del processo comunicativo
MESSAGGIO
CODICE
CODICE
-
EMITTENTE
___CANALE____
___CANALE____
DESTINATARIO
___________________CANALE______________________
FEEDBACK
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
(P. Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, 1971)
1. E’ impossibile non comunicare
2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e
uno di relazione, in modo che il secondo classifica il
primo ed è quindi metacomunicazione
3. La natura di una relazione dipende dalla
punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra
i comunicanti
4. Gli esseri umani comunicano sia col modulo
numerico che con il modulo analogico
5. Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici
o complementari, a seconda che siano basati
sull’uguaglianza o sulla differenza
CANALI NON VERBALI
I canali di cui si servono i messaggi non verbali si
dividono in 2 grandi categorie:
Paralinguistici, presenza di un aspetto sonoro diverso
dalla parola:
interiezioni (“uh”, “ehm”, “ah”)
intonazione
qualità della voce
suoni di tipo emotivo (pianto, sorriso,
sospiro)
Extraverbali, il messaggio si serve di canali non sonori:
silenzio (silenzi-risorsa/silenzi arma)
espressioni del volto (sguardo e mimica
facciale)
movimenti del corpo e gesti
comportamento territoriale
apparenza fisica
certi insiemi di azioni
Rischi dei canali non verbali:
problemi di interpretazione
comunicazione che sfugge al controllo
indizio della personalità?
comportamento del destinatario
differenze interculturali
quando verbale e non verbale inviano messaggi
antagonisti
LA COMUNICAZIONE ASSERTIVA
Assertività è quella competenza relazionale che
permette di riconoscere le proprie emozioni e i propri
bisogni e di comunicarli agli altri nel rispetto reciproco.
Vca considerata un modo di essere e il prodotto di un
equilibrio che nasce dall’armonia tra le abilità sociali, le
competenze emotive e il pensiero razionale (Mauri e
Tinti, 2002)
Esprimersi in modo assertivo significa che la persona è
capace, da un lato, di esplicitare e difendere il proprio
punto di vista in modo autentico, in condizioni di calma
e pacatezza che la fanno sentire “emotivamente
adeguata”, e dall’altro, di suscitare e recepire
l’espressione delle posizioni altrui (Di Pietro e
Rampazzo, 1997)
Operativamente:
iniziare lo scambi con frasi come “ Dal mio
punto di vista penso che...”, “Se ho capito
bene...”, “ Se guardo le cose alla luce delle
mie informazioni attuali...”
aiutare gli interlocutori ad esprimere il loro
punto di vista (non farlo al posto loro!!!),
“Ho notato questo o quel comportamento...,
come devo interpretarlo?”. Importante
saper aspettare in SILENZIO la risposta
nel caso di scambi comunicativi fortemente
marcati da emozioni negative, concedersi
uno stop per calmarsi “Sento che la cosa mi
innervosisce molto e temo di perdere la
lucidità e la calma. Ti spiace se riprendiamo
tutto domani?”
Messaggio “IO” (Gordon): tecnica utile nel caso in cui
ci si trova in conflitto con l’interlocutore; 2 passaggi
chiave:
1. la descrizione del comportamento che genera il
problema, senza esprimere critiche
2. la descrizione delle reazioni concrete e soggettive
che tale comportamento suscita in chi parla
Evitando frasi del tipo “Tu sei...Tu non fai...Tu hai
fatto...” si mette in evidenza che è il comportamento a
creare il problema, non la persona nella sua essenza e
totalità.
Emettere il messaggio Io comporta esprimere i propri
sentimenti, cambiare il modo di rapportarsi agli altri. Si
tratta di messaggi di relazione che vanno oltre il
contenuto
esplicito
e
assumono
un
valore
importantissimo nella comunicazione ( Mauri e Tinti,
2002)
PROVOCAZIONI VERSO GLI INSEGNANTI:
ALCUNE STRATEGIE
Marco entra in classe tenendo in mano un grande fetta di
pizza. Sopra la sua testa è appeso un vistoso cartello con
scritto: “Vietato consumare cibo in classe”. Marco guarda
l’insegnante, da un morso alla pizza e passa davanti alla
cattedra. L’insegnante indica il cartello e dice deciso: “Leggi: è
vietato consumare cibo in classe. Devo chiederti di darmi
quella pizza”. Marco risponde con altrettanta decisione “NO”,
e ne morde un altro pezzo. L’insegnante lo guarda dritto negli
occhi e dice: “ Se non mi dai quella pizza dovrò mandarti
fuori”. Marco risponde “Ok”, da un altro morso alla pizza e si
incammina verso il suo banco. L’insegnante chiama il bidello e
fa accompagnare fuori il ragazzo.
Che cosa è successo?
L’insegnante ha reagito in modo diretto al comportamento
problematico. Quando gli studenti agiscono in questo modo è
molto probabile che si aspettino una reazione.
Analizziamo la situazione:
lo studente manifesta un comportamento di
provocazione, di sfida o comunque inadeguato
l’insegnante
reagisce
al
comportamento
problematico e da un’istruzione opposta al
comportamento dello studente
lo studente sfida l’insegnante rifiutandosi di
eseguire l’istruzione e manifestando un altro
comportamento inappropriato
l’insegnate reagisce dando un ultimatum
lo studente raccoglie la sfida dell’ultimatum con
un’altra
provocazione
e
manifesta
un
comportamento ostile e aggressivo
Quali strategie possono essere utili?
Prestare attenzione agli studenti che si
comportano in modo appropriato e ignorare
quello che si comporta in modo
problematico
Sollecitare lo studente a concentrarsi sul
compito senza fare alcun riferimento
negativo al comportamento problematico
Presentare un’eventuale opzione tra il
comportamento adeguato e una piccola
conseguenza negativa (ad es. la perdita di
vantaggio)
Nel caso dell’esempio è utile:
evidenziare la regola o l’aspettativa
chiedere esplicitamente allo studente di
“occuparsi del problema”
presentargli delle opzioni per risolvere il
problema
Offrendo alternative ed evidenziando la possibilità dello
studente di decidere come risolvere il problema, si
riducono le possibilità di uno scontro diretto con lo
studente.
Esempio: “ Marco, in classe non si può mangiare. Se
vuoi puoi finire la pizza prima di entrare o lasciarla qui
e mangiarla dopo”
State attenti, i segnali di malessere si possono
riconoscere, alcuni di questi sono:
sguardo distratto
scarse interazioni
alzarsi dal banco
rapida alternanza di comportamenti
inerenti e/o adeguati al compito o estranei
e/o inadeguati al compito
iniziare ad interrompere diverse attività
girare per l’aula
guardare fisso nel vuoto
indifferenza
apatia generale
evitare contatto oculare
Tecniche per ridurre il malessere:
sostego: manifestare allo studente la vostra
premura
scelte: fornite allo studente alcune
alternative per superare il momento critico
attività preferite: per aiutarlo a recuperare
l’interesse per le attività della classe,
lasciategli un po’ di spazio per ciò che
preferisce
vicinanza
attività autonome: consegne da svolgere per
conto suo
movimento
coinvolgete lo studente
uso di audiovisivi