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tiroidite di hashimoto
Informazioni per l’utente
tiroidite di hashimoto • Informazione per l’utente
SOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Direttore: dr. Franco Grimaldi
promozione della salute
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tiroidite di hashimoto
Informazioni per l’utente
SOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Direttore: dr. Franco Grimaldi
INDICE
Informazioni per l’utente
p. 4
Tiroidite di Hashimoto
p. 4
Quali sono i sintomi dell’ipotiroidismo?
p. 6
Diagnosi e trattamento
p. 8
Come si cura l’ipotiroidismo?
p. 8
Informazioni di carattere amministrativo
p. 10
Informazioni per l’utente
Le informazioni di seguito riportate non intendono sostituire il programma
diagnostico, il parere ed il trattamento consigliato dallo specialista. Si
raccomanda di consultare sempre il Vostro medico o lo specialista,
sia in caso di situazioni di interesse medico che per eventuali quesiti o
chiarimenti.
tiroidite di hashimoto • Informazione per l’utente
Tiroidite di Hashimoto
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La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, situata nel tratto anteriore
più basso del collo, al di sotto del cosiddetto “pomo di Adamo” (cartilagine
tiroidea), al di sopra della “fossetta del giugulo” e dello sterno. È costituita
da due lobi (le dimensioni di una piccola prugna), uniti fra loro da
una congiunzione di tessuto chiamata “istmo”. La tiroide è un
organo piuttosto piccolo, ma è molto importante poiché regola
lo sviluppo e la crescita, i processi metabolici ed il consumo di
energia dell’intero organismo attraverso la produzione di due
ormoni: la tiroxina (T4) e la tri-iodotironina (T3). Per la sintesi
di questi ormoni è indispensabile lo iodio ed è questo il motivo
per cui, un suo insufficiente apporto alimentare, può causare
conseguenze sfavorevoli. L’attività della tiroide è regolata
anche da un’altra ghiandola, l’ipofisi, localizzata alla
base del cervello e produce l’ormone tireotropo (TSH)
che stimola la tiroide a produrre T3 e T4.
La tiroidite di Hashimoto è una patologia
infiammatoria della tiroide su base autoimmune,
cioè provocata da un’alterazione del sistema
immunitario (che normalmente lo protegge e lo
aiuta a combattere le infezioni) con produzione di
tiroidite di hashimoto • Informazione per l’utente
sostanze denominate anticorpi che aggrediscono la ghiandola
tiroidea, la rendono incapace di produrre sufficienti quantità di
ormoni e, di conseguenza, la ghiandola risulta ingrossata. La
tiroidite di Hashimoto può essere associata ad altre malattie
autoimmuni quali il Diabete mellito tipo 1, (insulino dipendente),
celiachia, gastrite autoimmune, vitiligo, ecc.
In molti casi il paziente con tiroidite cronica è eutiroideo, in altre
parole ha una funzione tiroidea normale.
In questi casi è sufficiente eseguire dei controlli regolari, senza
sottoporsi a terapie. Lo stato di eutiroidismo può durare per anni
e, con il passare del tempo, aumenta la probabilità di sviluppare
un ipotiroidismo.
La tiroidite di Hashimoto è la causa più frequente di ipotiroidismo, può
colpire qualsiasi persona, ma in genere riguarda prevalentemente
il sesso femminile o le persone che hanno una storia familiare di
malattie tiroidee e tende ad aumentare con l’invecchiamento.
La tiroidite autoimmune attualmente è una condizione molto
frequente nella popolazione generale, in particolare nel sesso
femminile: si calcola che tale patologia coinvolga il 10-20% delle
donne di età superiore ai 50-60 anni.
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L’ipotiroidismo è un quadro clinico causato dalla riduzione degli ormoni
tiroidei in circolo.
Le cause principali di ipotiroidismo sono:
• tiroidite cronica autoimmune, nota anche come tiroidite di Hashimoto;
• pregressi interventi chirurgici di asportazione, totale o parziale, della tiroide;
• pregressa somministrazione di iodio radioattivo per il trattamento
dell’ipertiroidismo;
• impiego di farmaci anti-tiroidei o di farmaci in grado di interferire con
la funzione tiroidea (es. amiodarone e litio);
• carente assunzione di iodio con gli alimenti.
La grave carenza alimentare di iodio, in grado di causare ipotiroidismo, è
una eventualità rara; tuttavia si evidenzia che la popolazione italiana si
caratterizza globalmente per un bilancio iodico tendenzialmente insufficiente.
Di conseguenza nel 2005, è stata approvata una Legge sull’Iodioprofilassi, che
prevede l’avvio di programmi di prevenzione, basati sull’impiego di sale iodato.
Si tratta di sale fortificato con iodio, facilmente reperibile in tutti i punti di
vendita, il cui impiego non presenta sostanziali controindicazioni. Il consumo
di sale iodato assicura l’introduzione giornaliera di una dose fisiologica di iodio
ed equivalente al contenuto di iodio in 150-200 grammi di pesce di mare. In
gravidanza il fabbisogno di iodio deve essere raddoppiato (250-300 mcg al
giorno) per garantire una corretta funzione della tiroide fetale. È opportuno
avvalersi di un integratore con iodio, poiché l’assunzione di 250 mcg di iodio
alimentare è possibile solo con un consumo quasi quotidiano di pesce di mare.
Quali sono i sintomi dell’ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo si associa in modo caratteristico ad un rallentamento
generalizzato delle funzioni corporee con una diminuzione dell’attività sia
fisica che mentale, della funzione cardiovascolare, di quella gastrointestinale
e di quella neuromuscolare.
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I sintomi tendono ad apparire gradualmente e nell’arco di un
lungo periodo di tempo. Nelle persone anziane, il rallentamento
del metabolismo viene considerato un cambiamento naturale
dovuto all’età; di conseguenza una condizione di ipotiroidismo
senile di solito è sottovalutata.
I sintomi tipici dell’ipotiroidismo sono:
• sensazione di freddo,
• stanchezza a carattere ingravescente,
• depressione, apatia,
• sonnolenza diurna, anche dopo aver dormito tutta la notte,
• difficoltà di concentrazione e di memoria,
• aumento di peso in genere di grado modesto,
• stipsi,
• cute secca,
• gonfiore del viso,
• voce rauca,
• capelli secchi e fragili.
L’ipotiroidismo da tiroidite di Hashimoto evolve molto lentamente
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nel corso di anni e, se non viene curata, può causare complicanze quali:
• gozzo: aumento di volume della ghiandola tiroidea che, se di dimensioni
voluminose, può interferire con la deglutizione e con il passaggio di
aria nelle vie aeree,
• problemi cardiaci,
• problemi della sfera psichica,
• rischio connesso con la gravidanza: i figli di madri con ipotiroidismo non
trattato hanno un rischio più elevato di mortalità neonatale e prematurità.
Talvolta, a distanza di tempo si può rilevare un ridotto quoziente intellettivo
(QI = intelligenza) per il deficit dello sviluppo cerebrale mentre sono ancora
nel grembo materno.
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Diagnosi e trattamento
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La diagnosi di ipotiroidismo si accerta effettuando un prelievo di sangue
per misurare la concentrazione di TSH, che risulta elevato, e di FT4 che
è spesso al limite inferiore della norma nelle forme lievi o chiaramente
ridotto nelle forme conclamate. In caso di un lieve aumento del TSH con
un FT4 normale, si tratta di un ipotiroidismo subclinico che deve essere
corretto, soprattutto nella donna in età fertile, al fine di evitare il rischio
di un ipotiroidismo in gravidanza con possibile compromissione dello
sviluppo neuropsichico del bambino. Il dosaggio degli anticorpi antiTPO e anti-tireoglobulina è indispensabile per diagnosticare la tiroidite
cronica (frequente causa di ipotiroidismo) e, di solito, non deve essere
ripetuto nel tempo poiché l’andamento del livello anticorpale, il più delle
volte non fornisce informazioni di utilità clinica.
Come si cura l’ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo viene curato con la somministrazione di un ormone tiroideo
(principalmente tiroxina). È un trattamento sostitutivo ed il paziente
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assume la quantità di ormone che la tiroide non è più in grado di produrre
autonomamente. L’assunzione della tiroxina avviene per bocca, al mattino
a digiuno, almeno 30 minuti prima della colazione.
Si inizia con una piccola dose, destinata ad essere gradualmente aumentata
finché non si ottiene una normalizzazione del TSH (prova che è stata
raggiunta la dose appropriata). L’assunzione di tiroxina in compresse o in
soluzione non ha effetti collaterali e quelli descritti nel foglietto illustrativo
sono riconducibili ad un eventuale sovradosaggio di tiroxina.
Definita la dose necessaria, è sufficiente controllare la funzionalità tiroidea
una volta all’anno con un dosaggio del TSH. Regolazioni del dosaggio sono
opportune con la comparsa di malattie acute o croniche, in modo particolare
riferite al tratto gastrointestinale, o variazioni rilevanti del peso corporeo.
In questi casi si raccomanda di ricontrollare il livello di TSH e, se necessario,
modificare il dosaggio della tiroxina. Attualmente non sussistono indicazioni
per sottoporre tutta la popolazione all’esame per rivelare la presenza
di malattia di Hashimoto o di ipotiroidismo; tuttavia in caso di rischio
aumentato di malattia tiroidea (quando esiste familiarità di malattie della
tiroide) e di progetto di gravidanza è fondamentale eseguire un controllo
della funzione tiroidea e, se necessario, effettuare il trattamento per
evitare danni al neonato. Individuare e riconoscere in tempo la patologia,
evita le complicanze sopra descritte.
Lo specialista endocrinologo è in
grado di effettuare la diagnosi
e consigliare il trattamento più
adeguato; in caso di tiroidite di
Hashimoto è indispensabile assumere regolarmente il farmaco,
sottoponendosi a controlli
periodici.
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Informazioni di carattere amministrativo
La diagnosi di Tiroidite di Hashimoto dà diritto all’esenzione delle prestazioni
sanitarie correlate alla patologia (Decreto 28 maggio 1999, n. 329,
aggiornato dal D.M. 21 maggio 2001 e dal Regolamento delle Malattie Rare
D.M. 18 maggio 2001). Per ottenere il rilascio del tesserino di esenzione,
che è immediato, l’utente deve essere provvisto del certificato attestante
la patologia invalidante, su apposito stampato, rilasciato da una Struttura
Ospedaliera o da un medico specialista ambulatoriale dell’Azienda Sanitaria.
Per ulteriori chiarimenti: www.ministerosalute.it (home > temi > Assistenza, ospedale e territorio > Esenzione dal Ticket > Patologie croniche)
TIROIDITE DI HASHIMOTO
Codice esenzione:
056.
245.2
Prestazioni
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89.01
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ANAMNESI E VALUTAZIONE, DEFINITE BREVI
Storia e valutazione abbreviata, Visita successiva alla prima
90.04.5
ALANINA AMINOTRANSFERASI (ALT) (GPT) [S/U]
90.09.2
ASPARTATO AMINOTRANSFERASI (AST) (GOT) [S]
90.42.1
TIREOTROPINA (TSH)
90.42.3
TIROXINA LIBERA (FT4)
90.43.3
TRIODOTIRONINA LIBERA (FT3)
90.62.2
EMOCROMO: Hb, GR, GB, HCT, PLT, IND. DERIV., F. L.
91.49.2
PRELIEVO DI SANGUE VENOSO
88.71.4
DIAGNOSTICA ECOGRAFICA DEL CAPO E DEL COLLO
Ecografia di: ghiandole salivari, collo per linfonodi, tiroide-paratiroidi
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SOC DI endocrinologia e malattie del metabolismo
Direttore: Dr. Franco Grimaldi
Segreteria: Tel. +39 0432 552540 - Fax +39 0432 554599
E-mail: [email protected]
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