MINCHIA
SIGNOR TENENTE
Uno spettacolo in onore a tutti coloro che quotidianamente combattono contro le mafie per
promuovere i valori della legalità
LA LEGALITA’ CONTRO LA MAFIA “Minchia signor tenente”, non parla di personaggi come Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, ma di persone garanti della legalità che giorno dopo giorno affrontano i problemi quotidiani divenendo veri e propri eroi, troppo spesso anonimi: i carabinieri. Lo scenario in cui si sviluppa la vicenda è una caserma sita in Sicilia, terra di contraddizioni, prigioniera di uno “Stato nello Stato”, devastata dalla mala pianta della mafia che nasce, vive e prospera nello stesso humus prodotto da questa meravigliosa isola. In questo contesto il gruppo di carabinieri vive un’ordinaria, lenta e divertente quotidianità interrotta da un evento che sconvolgerà la loro monotonia: la notizia della possibile presenza in paese di un pericoloso latitante e l’improvvisa morte di alcuni giovani militari della stazione daranno il via ad un profondo spunto di riflessione sulla mafia. Lo spettacolo parla di tutti coloro che ogni giorno rischiano la vita per cercare di sconfiggere questo male che oramai da troppo tempo affligge la società, uomini con una storia, uomini che hanno paura. La storia, inedita, prende spunto da fatti di cronaca realmente accaduti e raccontati all’autore Antonio Grosso da suo padre, ex maresciallo dei carabinieri, per il quale il concetto di legalità era all’ordine del giorno. Il giovane autore è stato ispirato dal testo di “Signor Tenente”, la canzone presentata da Giorgio Faletti al Festival di Sanremo del 1994. Durante la finale, all’ascolto di “Signor Tenente”, il padre dell’autore commentò: “Se quest’anno vince Faletti, l’Italia cambia”. La cronaca di quel Sanremo racconta che la canzone “Signor Tenente” si piazzò al secondo posto, ma rimase nella mente del piccolo Antonio per diventare la sua ispirazione oggi. “Minchia signor Tenente” è uno spettacolo divertente dove la mafia e legalità vengono affrontati con il sorriso: “si ride riflettendo (come diceva Eduardo de Filippo) e alla fine si piange con rimorso.” “LEGALITA’ E’….” La legalità è un valore. Come l'amore, il rispetto del prossimo e l'amicizia. Ed i valori vanno insegnati e resi parte integrante della nostra coscienza. L’educazione alla legalità passa attraverso la diffusione dei valori appartenenti alla nostra società civile: guidare i giovani nella comprensione del senso delle regole per condurli al loro rispetto. In particolare la scuola svolge un "compito di trincea" fondamentale nella formazione dell’individuo, in quanto prima Istituzione con la quale si confrontano i giovani: il primo volto che lo Stato assume è quello dei nostri maestri e insegnanti, le prime "leggi" che si imparano a rispettare sono quelle legate alla disciplina scolastica. Ecco perché nella scuola si trova il terreno adatto per parlare di legalità: qui ciascuno comprende di avere diritti e doveri ed impara a rispettare la libertà degli altri. I giovani sono gli adulti di domani. Investire sui giovani diffondendo il concetto di legalità è garanzia di un futuro migliore e più sicuro per tutti. Anche l’Arte può contribuire a questo tipo di educazione. In particolare il teatro, una delle forme espressive più complete, può divulgare la concezione di legalità in maniera immediata e coinvolgente, coniugando etica ed estetica. ETIMOLOGIA DELLA PAROLA Il termine legalità ha un’etimologia latina, poiché deriva dal sostantivo LEX, il cui significato è “legge”. La legge è la vera base sulla quale si fonda uno Stato solido e unitario poiché è lo stesso popolo a costituire la fonte del diritto – come sosteneva Aristotele – dal momento che esso, con la sua storia, le sue tradizioni e le sue credenze, si pone da sé quei principi legali da riconoscere e rispettare. Tuttavia, con il passare del tempo, stiamo disperdendo la nostra identità legale, non siamo più realmente coerenti con ciò che abbiamo stabilito nelle nostre norme; siamo costantemente bombardati di notizie trasmesse dai mass media concernenti furti, omicidi, processi. Molto spesso l’ingiustizia viene riconosciuta ma non punita e la legge assume agli occhi dei cittadini un significato contraddittorio: per alcuni garanzia di ordine e di diritti, per altri forma di repressione e salvaguardia dei privilegi. Essa nasce per affermare la giustizia e la libertà, ma nelle sue declinazioni contingenti può favorire il sopruso e l’arbitrio: le leggi sono come ragnatele: ” i potenti le infrangono, i deboli vi rimangono impigliati” (Plutarco ‐ Solone ). “Summus Ius Summa Iniuria” ‐ “Il massimo del diritto, il massimo dell’ingiustizia.”(Cicerone ‐ De officiis,) È uno dei più antichi proverbi latini, creato contro il formalismo giuridico; il diritto, applicato alla lettera, può generare ingiustizia. Infatti, accanto al IUS deve trovare posto L’AEQUITAS, l’equità, il senso di umanità e l’equilibrio del giudizio morale. Questi sono i valori che rimangono impressi nel nostro sistema legale, e da essi è generato il senso di legalità che propriamente ci appartiene. I PROTAGONISTI DI “MINCHIA SIGNOR TENENTE” Sotto la regia dell’abile Nicola Pistoia otto attori si alterneranno sul palco del Teatro Moderno: Daniele Antonimi, Antonello Pascale, Josefia Forlì, Alkis Zanis, Fabrizio D’Alessio, Maria Antonietta Tilloca, Natale Russo, Antonio Grosso. Di seguito brevi biografie del regista e dell’autore dell’opera. NICOLA PISTOIA : attore, comico e cabarettista italiano. Ha iniziato la sua carriera di attore negli anni ottanta con film all'italiana. Nel 1987 partecipa al giallo per bambini Operazione Pappagallo, opera prima del regista romano Marco Di Tillo su sceneggiatura scritta dallo stesso Marco Di Tillo insieme a Piero Chiambretti e Claudio Delle Fratte. Nel cast anche Siusy Blady, Leo Gullotta, Tiberio Murgia e Didi Perego. Nel 2001 ha recitato e diretto Stregati dalla Luna, con Pino Ammendola e Maurizio Casagrande. Ha recitato in Quattro bravi ragazzi con Michele Placido, Tony Sperandeo e Giancarlo Dettori, Caro maestro con Marco Columbro e Elena Sofia Ricci, Finalmente soli e Finalmente Natale con Gerry Scotti e Maria Amelia Monti. Ha partecipato inoltre alla alla miniserie televisiva Giovanni Paolo II. In teatro è stato uno dei protagonisti di Uomini sull'orlo di una crisi di nervi e Muratori. Nel 2009 ha partecipato al corto Le Notti Bianche (o come quando il colore perse di ogni significato) scritto e diretto da Cristian Patanè. Nel 2010 è stato il protagonista del cortometraggio La ferma instabilità, scritto, diretto ed interpretato da Giada Arena. ANTONIO GROSSO: giovane volto di note fiction televisive (La Squadra, Carabinieri, Distretto di Polizia…) e di spot pubblicitari, Antonio muove i primi passi nel mondo dello spettacolo con il teatro, a cui è rimasto sempre fedele. Dopo aver studiato recitazione si dedica anche alla scrittura teatrale e alla regia, portando in scena rappresentazioni di cui è attore ed autore. Dal 2005 lavora anche nell’ambito cinematografico. Attualmente sta lavorando per un’importante produzione televisiva. “MINCHIA SIGNOR TENENTE” ANDRA’ IN SCENA SABATO 11 DICEMBRE ALLE ORE 21.00 E DOMENICA 12 DICEMBRE ALLE ORE 17.30 AL TEATRO MODERNO DI LATINA IN VIA SISTO V (FIANCO PIAZZA SAN MARCO) Per info e prenotazioni: 0773/471928 [email protected] www.modernolatina.it