Una categoria diagnostica si può inquadrare se: - esistono segni (osservazione dell ’esaminatore) e sintomi (paziente) - segni e sintomi sono presenti insieme (sindrome) Sospetto diagnostico deve essere confermato da più CRITERI INDI PENDE NTI I più usati sono: - storia naturale della malattia (esordio ad un età caratteristica; ev ento scatenante specifico; decorso clinico: presenza di eventuali periodi di remissione) - risposta a tratt amenti specifi ci - cause (eziologia e patogenesi) Ed es. Corea di Huntington: lesione nucl eo caudato; alterazione cromosoma 4) Le cause delle malattie mentali sono spesso IGNOTE, quindi la diagnosi delle malattie mentali si basa essenzialmente su storia clinica e risposta a trattamenti. Mancando una causa accertata, le malattie mentali v engono distinte (come nel secolo scorso) in base a quale f acoltà mentale colpiscono: - alterazioni del pensiero e facoltà cognitive (SCHIZOFRENIA e D ELIRI ) - alterazioni dell’umore (TUR BE dell’AFFETTI VITA’ e STATI ANSIOSI) - disturbi del comportamento sociale (ALTERAZIONI di CARA TTERE e PERSONALITA’) - alterazioni di: capacità di apprendere, memoria, intelligenza (RI TARDO MENTALE e DEMENZA) SCHIZOFRENIA Incidenza: entrambi i sessi; 1% popolazione ( + 2-3% di alterazione schizotipica della personalità) dementia praecox Kraepelin: (ini zio secolo) Bleuler: due principali malattie mentali frenosi maniaco-depressiva - no precoce - aspetti dell a personalità e emozionali/aff ettivi scissi SCHIZOFRENIA o sdoppiamento della mente Sintomi prodromici (isolamento sociale, incapacità a svol gere mansioni caratteristiche del proprio ruolo, comportamento/idee stravaganti, trascuratezza igiene, appiattimento aff ettivo) Episodi di psicosi (ripetuti, con sintomi positivi - presenza di idee deliranti, allucinazioni , comportamenti bizzarri, convinzi oni aberranti Fase di sintomi residui sintomi residui o negativi assenza di rapporti sociali e interpersonali Episodi di psicosi e sintomi residui sono considerati dalla maggior parte degli esperti fasi diverse della stessa malattia DIA GNOSI: - manif estazioni continue per almeno 6 mesi - almeno un episodio seguito da una fase “residua” - escludere alterazioni umore, psicosi indotte da droghe NEL C ORSO DELL’EPISODIODI PSICOSI DEVO ESSERE PRE SENTI uno o più dei seguenti gruppi di sintomi: 1. convinzi oni aberranti (delirio di persecuzione o esistenza di una forza esterna che guida le loro azioni) 2. allucinazioni, specialm ente acustiche 3. incoerenza dei pensieri, idee sconnesse, povertà del linguaggio, appiattimento emotivo Possibile presenza di comp. eccentrici, posture inconsuete, rigidità SCHIZOFRENIA CATATONIC A - mutismo - posture anormali SCHIZOFRENIA PARANOIDE - delirio persecutorio PROGNOSI è SOLIT AMENTE SFAVOREV OLE SCHIZOFRENIA e GENET ICA La schizof renia ha una componente genetica. - percentuale di incidenza (1%) è omogenea (indipendentemente da fattori sociali e ambientali) - percentuale di incidenza se si considerano fami liari è 15% Studi sui GEMELLI: - monozigoti (identico patrimonio genetico) - dizigoti (patrimonio genetico simi le a quello di due fratelli) CONC ORDA NZA (rischio di contrarre stessa malattia) tra monozigoti dovrebbe essere MAGGIORE. RISU LTATI: percentuale di concordanza dei monozigoti è 30-50%, mentre nei dizigoti è del 15% (come nei f ratelli) Ma il restante 50-70% si dev e spiegare in base ad altri fattori NON G ENETI CI. E SE MAGG IOR RISCHIO FOSSE CONN ESSO AL TRAUMA DI AV ERE UN FRATE LLO SCHIZOFRE NICO ? E SE MONO ZIGO TI FOSSERO ANDATI INCO NTRO A PIU’ TRAUMI PERINATALI? Confronto tra incidenza in bam bini adottati i cui genitori naturali avevano o no sviluppato la malattia RISU LTATI: i bam bini adottati con genitori naturali schizof renici hanno maggiore probabilità di manifestare la malattia - cause genetiche molto rilevanti - ambiente di sviluppo ha ruolo marginale - figli di schizof renici spesso possono presentare forma lieve di disturbo o ALTERAZIONE SCHIZOTIPICA della PERSONA LITA ’ (isolamento sociale, eloquio sconnesso e incoerente, comportamento sospettoso, pensieri ossessivi e superstiziosi) Studi di linkage cromosomico hanno ev idenziato relazione tra schizofrenia e due polimorfismi del braccio lungo del cromosoma 5 (parziale trisomia) Ma tale alterazione cromosomica non è osservabile in tutti i pazienti: per cui probabilmente la schizofrenia dipende da diverse anomali e genetiche, con loci sia principali che secondari. Malattia “completa” frutto di diversi geni “malati” (ognuno con ef fetti specifici ) SCHIZOFRENIA disturbo a base tendenzialmente genetica, non dominante (corea di Huntington) nè recessivo (fenilchetonuria) POLIGENI CA e MULTI FATTORI ALE Div ersi geni che interagiscono tra di loro e con ambi ente perinatale (lesioni), malattie infantili ed esperienze sociali successiv e. MODIFI CAZIONI ANATOMICHE TAC e RMN mostrano riduzione del tessuto cerebrale soprattutto nel lobo f rontale dimostrata da: - dilatazione ventricoli laterali (spesso a seguito di un periodo prodromico protratto) - dilatazione terzo ventricolo - allargamento solchi TRAT TAMENT O FARMACOLOGIC O della SCHIZOFRENIA Dopo anni ‘50 - RESERPINA - ANTI PSICOT ICI TI PICI - ANTI PSICOT ICI A TIPICI Non f unzionano come sedativi (pazienti v iolenti o agitati vengono calmati in poche ore dall’assunzione) ma uso protratto per parecchie settimane calma o abolisce del tutto deliri, allucinazioni e alcune alterazioni del pensiero. fenotiazine (clorpromazina) butirrofenoni (aloperidolo) tioxanteni (clozapina) Ef fetti coll aterali: questi farmaci inducono una sindrome simile al parkinsonismo (deficienza nell a trasmissione dopaminergica). Indipendentemente da loro struttura chimica agiscono sui sintomi schizofrenici BLOCCANDO i RECE TTORI DOPAMINERGICI Se ne conoscono adesso almeno 6: D1, D 2a , D 2b, D 3, D 4 e D 5 Recettori D 1 e D5 connessi proteina che attiva adenilil-ciclasi (conversione ATP-->AMPc). Si trovano in corteccia e ippocampo bassa affinità per psicofarmaci Recettori D 2 Particolare importanza per i rcettori D2a che agiscono come autorecettori inibitori. Si trovano sulla membrana degli stessi neuroni dopaminergici e ne regolano la produzione. Si trovano nel caudato (questo spiega i sintomi extrapiramidali) e sistema lim bico (n. accumbens, amigdal a, ippocampo e alcune zone corticali) alta affinità ant ipsicotici tipici Recettori D 3 e D4 Alta concentrazione in sist. limbico e corteccia. Bassissima concentrazione nei nuclei della base alta affinità per psicofarmaci (clozapina) IPOTESI DOPAMINERGICA della SCHIZOFRENIA Schizof renia basata su un eccessivo l ivell o di trasmissione dopaminergica 1. sostanze antipsicotiche bloccano recettori D 2. f armaci che aumentano liberazione di D (LDOPA , cocaina, amfetamina) inducono psicosi simil i a schizof renia paranoide 3. autopsia di cervello schizof renico mostra aumento di recettori D2 in nucleo caudato, nucleo accumbens e tubercolo olfattiv o Neuroni dopaminergici all’interno del SN sono organizzati in quattro sottosistemi principali: - TUBER OINFUNDIBOLA RE - NIGROSTRI ATA LE - MESOLIMBICO - MESOCORTIC ALE Si ipotizza che diversi sintomi della schizof renia possano essere messi in relazione diretta con il f unzionamento: dis-f unzionamento di un sistema specif ico tra quelli indicati Sistema DA TUBER OINFUNDIBOLA RE - dal nucleo arcuato dell’ipotalamo al peduncolo ipofisario - secrezione prolattina - genesi alterazioni neuroendocrine della schizof renia Sistema DA NIGROSTRI ATAL E - dalla substant ia nigra al putamen e nucleo caudato - degenerazione parziale del sistema fav orisce genesi Parkinson - coinvol to in comparsa di effett i collaterali extrapiramidali assunzione acuta di psicof armaci (tremore mani/ rigidità muscolare) e cronica (discinesia tardiva) Sistema DA MESOLIMBICO - da area tegmentale ventrale al sist. limbico, n. accumbens, amigdala, ippocampo, cort. frontale mesiale, giro del cingolo anteriore e corteccia entorinale - ruolo fondamentale in emozioni e memoria - iperattività ---> sintomi positivi (attraverso modulazione di ef ferenze da n. accumbens e setto-ipotalamo-area cingolo-lobi frontali) Sistema DA MESOCORTIC ALE - da area tegmentale ventrale a neocortex (cort. prefrontale) - ruolo fondamentale in motivazione e progr. motoria, attenzione e comportamento sociale - ipoattività ---> sintomi negativi (f rontale) NELLA SCHIZOFREN IA ESI STONO DUE D IVE RSE ALT ERAZIONI NEUR OTRASMET TITORIALI: - AUMENT O attività DA MESOLIMBICA (D 2 , D 3, D 4) responsabile dei sintomi POSITIVI risponde molto bene agli antipsicotici - DIMI NUZIONE attività DA ARE A PREF RONTALE responsabile dei sintomi NEGATI VI non risponde bene agli antipsicotici Nella schizof renia riduzione feedback da area mesolim bica a corteccia prefrontale, che comporta mancata regolazione del sist mesolim bico da parte della corteccia 1. Come vengono distinte le malattie mentali? In base alla facoltà “superiore” che colpiscono 2. Quali sono i principali “sottotipi” ? Alterazioni del pensiero e delle facoltà cognitive (SCHIZOFRENIA o DELIRI); alterazioni dell’umore (TURBE AFFETTIVITA’ e STATI ANSIOSI); disturbi del comportamento sociale (ALTERAZIONE di CARATTERE e PERSONALITA’); alterazioni delle capacità di apprendimento, memoria e intellettive (RITARDO MENTALE e DEMENZA 4. Come si inquadra oggi una malattia mentale? In base a sintomi (soggettivi) e segni (oggettivi), che insieme compongono una sindrome, e in base a criteri indipendenti. 5. Quali sono i criteri indipendenti più usati nella psichiatria moderna? Il decorso clinico, la risposta a trattamenti specifici, l’eziologia e la patogenesi del disturbo (cause) 6. In che sottotipi morbosi Kraepelin suddivideva il disturbo schizofrenico? Dementia praecox e frenosi maniaco-depressiva 7. Dopo la revisione del concetto di schizofrenia operata da Bleuler, in che cosa consistono gli episodi di schizofrenia (o sdoppiamento della mente)? In cosiddetti episodi di psicosi che si compongono di allucinazioni e idee deliranti 8.Come si articola una crisi schizofrenica “tipo”? In una fase caratterizzata da sintomi prodromici e in un successivo episodio di psicosi 9. In cosa consiste un episodio di psicosi? In un alternarsi di sintomi positivi e sintomi residui o negativi. I primi sono caratterizzati da allucinazioni e idee deliranti, i secondi da assenza di rapporti interpersonali. 10. Su quali criteri si basa la diagnosi di schizofrenia? Manifestazioni continue per almeno 6 mesi, presenza di fase residua o negativa dopo quella positiva, esclusione di alterazioni dell’umore o psicosi da droghe 11. Che differenza tra la schizofrenia catatonica e la schizofrenia paranoide? S. catatonica: mutismo e posture anormali (“passiva” o depressiva); s. paranoide: delirio persecutorio (“attiva” o maniacale) 12. Quali sono le cause della schizofrenia? E’ un disturbo multifattoriale a base poligenica. 13. Che tipo di disturbo viene talvolta osservato nei figli naturali di pazienti schizofrenici? Una forma lieve del disturbo detta alterazione schizotipica della personalità, che consiste in: isolamento sociale, eloquio incoerente, pensieri superstiziosi e ossessivi, comportamento sospettoso. 14. Quale danno genetico è stato osservato chiaramente in pazienti schizofrenici? Due polimorfismi del braccio lungo del cromosoma 5, nello specifico una parziale trisomia 15. Esistono modificazioni anatomiche connesse alla schizofrenia? Dilatazione dei ventricoli (1° e 2°), dilatazione del terzo ventricolo, allargamento dei solchi con conseguente riduzione del tessuto cerebrale (soprattutto frontale) 16. Quali farmaci vengono usati nel trattamento della schizofrenia? La reserpina, gli antipsicotici tipici (fenotiazine -clorpromazina-, tioxanteni aloperidolo- e butirrofenoni) e gli antipsicotici atipici (clozapina) 17. Attraverso quale meccanismo agiscono questi farmaci? Bloccando i recettori dopaminergici e inducendo una sindrome simile al parkinsonismo 18. In cosa consiste l’ipotesi dopaminergica della schizofrenia? Nel fatto che si ipotizza, alla base del disturbo schizofrenico, un eccessivo livello di trasmissione dopaminergica 19. Quali sono i sottosistemi del SN che utilizzano la DA come neurotrasmettitore? Sistema tuberoinfundibolare, nigrostriatale, mesolimbico e mesocorticale. 20. Quali relazioni tra il sistema tuberoinfundibolare e la schizofrenia? Il sistema tuberoinfundibolare, connesso alla secrezione della prolattina, si estende dal nucleo arcuato all’ipofisi, e come tale è responsabile delle alterazioni neuroendocrine della schizofrenia. 21. Quali relazioni tra il sistema nigrostriatale e la schizofrenia? Il sistema nigrostriatale, la cui ridotta attività favorisce la sindrome di Parkinson, è coinvolto nella comparsa degli effetti extrapiramidali, si estende dalla substantia nigra al putamen e nucleo caudato 22. Quali relazioni tra il sistema mesolimbico e la schizofrenia? Il sistema mesolimbico si estende dall’area tegmentale del mesencefalo fino al sistema limbico (vari nuclei e strutture) e alla corteccia entorinale ed è coinvolto nei processi di memoria ed emotivi. La sua iperattività è responsabile dei sintomi positivi della schizofrenia. 23. Quali relazioni tra il sistema mesocorticale e la schizofrenia? Il sistema mesocorticale si estende dall’area tegmentale del mesencefalo fino alla corteccia cerebraleprefrontale , ed ha un ruolo fondamentale nella programmazione motoria, motivazione, comp. sociale ed attenzione. La sua ipoattività è responsabile dei sintomi negativi della schizofrenia 24. Che tipo di alterazioni neurotrasmettitoriali principali esistono nella schizofrenia? Un aumento dell’attività DA mesolimbica responsabile dei sintomi positivi e sensibile agli antipsicotici e una diminuzione dell’attività DA dell’area prefrontale responsabile dei sintomi negativi e refrattaria alla somministrazione di farmaci antipsicotici