LE CAUSE DELLA MALATTIA MENTALE
L’origine del disturbo mentale è biologico?
Se così fosse, rimarremmo nell’ottica della medicalizzazione del disagio psichico.
Ma allora: che senso ha l’antipsichiatria?
E ancora: il film che stiamo seguendo “Cooperativa 180” quale messaggio trasmette?
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Evidentemente, se l’uso di soli farmaci non solo può risultare insufficiente ma talora può aggravare la
malattia stessa, devono esistere altre tipologie di cause.
La genesi multifattoriale della malattia mentale presuppone una combinazione di fattori biologici –
psicologici – sociali.
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Riassumiamo la genesi multifattoriale nella tabella seguente
Interpretazione
Sostenitori
Approccio
( eziologia)
medica
psicoanalitica
Psichiatri neurologi
Psicologia psichiatria
dinamica
Malattia del
cervello
Incapacità dell’Io
di mediare tra Es
e Super-io
umanistica
Rogers
sistemica
Studiosi della
patologia della
comunicazione
sacrificale
Psichiatri –
sociologi come:
Szasz
Politica:
psichiatri sociologi come
Basaglia
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Definizione del
comportamento
Disfunzione
biologica
Scarso controllo
delle emozioni, a
seconda della
prevalenza
dell’Es o del
Super-io
Mancata coerenza Disagio come
tra Séconseguenza
Organismo
dell’incapacità di
trovare “la
propria strada”
Effetto di
Reazione alla
comunicazioni
relazione imposta
patologiche
dall’ emittente
familiari
della
comunicazione
Reazione
Comportamenti
strategica
anticonformisti
“obliqua” per
sottrarsi
all’esclusione da
parte della società
Malattia sociale
Reazione di
causata
rivolta a
dall’oppressione
situazioni
politica
intollerabili
Trattamento
suggerito
Neurochirurgiapsicofarmaci
Psicoanalisi
Psicofarmaci
come terapia
d’appoggio
Psicoterapia
rogersiana
attraverso il
colloquio nondirettivo
Terapia della
famiglia
Evitare
l’etichettamento
del paziente e
riconoscere i
suoi diritti
Combattere per
una società più
giusta.
Psicofarmaci
come terapia
iniziale per
instaurare una
relazione con lo
specialista
Per “Reazione strategica obliqua” s’intende la risposta reattiva al disadattamento sociale di una
persona socialmente emarginata. Si tratta di un comportamento oggettivamente anomalo ma
che rappresenta nelle intenzioni di chi lo compie il tentativo di rispondere alle aspettative sociali
secondo una logica soggettiva.
La descrizione sintomatica di psicosi che secondo il DSM IV fanno parte delle manifestazioni
schizofreniche ( psicosi di tipo paranoide, catatonico, ebefrenico) possono aiutarci a
comprendere la logica soggettiva alla base di tali risposte comportamentali.
Schizofrenia paranoide: il soggetto, non potendo più venire a patti con una realtà ansiogena e non
riuscendo più ad opporre valide difese ad un ambiente avvertito come ostile, non pensa più di essere
lui a commettere errori, ma ritiene di essere vittima delle azioni malevole delle altre persone.
Schizofrenia catatonica: fortemente colpevolizzato da una realtà che lo spaventa, il soggetto è
ossessionato dal timore di compiere azioni sbagliate, perciò preferisce rimanere “immobile”,
sottraendosi anche alle azioni di semplice routine quotidiana come quella di lavarsi, vestirsi e
mangiare.
Schizofrenia ebefrenica: insieme di comportamenti confusionali, incoerenti e infantili come
“insalata di parole”, sorrisi insensati, eccitazione diffusa. Così facendo, l’ebefrenico rivela la
volontà di abbandonare la lotta, di non crescere psicologicamente per non dover competere ed
essere quindi sottoposto al giudizio, alla disapprovazione degli altri o dover confrontarsi con la loro
aggressività.
Per concludere: dal punto di vista del malato la psicosi può quindi essere considerata come
l’ultima risposta messa in atto dal soggetto, già disadattato e sofferente, alle aspettative della società
nei suoi confronti.
Individua, consultando la tabella, i fattori: biologici – psicologici – sociali
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