I BIOMI E LE INTERAZIONI TRA GLI ORGANISMI

I BIOMI E LE INTERAZIONI TRA GLI ORGANISMI
FORESTA TEMPERATA CADUCIFOGLIE
A sud della taiga, si estende la fascia
climatica temperata. Il clima più caldo
favorisce qui lo sviluppo di una maggiore
quantità di organismi. La vegetazione varia
in base all’umidità presente: più rigogliosa
vicino al mare (maggiore umidità),meno
nell’entroterra. Il bioma è dominato dalla
presenza di foreste ad alberi con foglie
larghe decidue, che cadono cioè nella
stagione fredda e ricrescono in primavera
(querce, pioppi, tigli, betulle, ricco
sottobosco). La foresta caducifoglie è diffusa
in tutta l’Europa settentrionale, nella Cina e
negli Stati Uniti orientali
PRATERIA TEMPERATA E FREDDA
Nelle fasce temperate più fredde e aride, la vegetazione è meno sviluppata rispetto a quella
delle foreste caducifoglie. Si sviluppa allora una vegetazione più arbustiva, a volte solo
erbosa(con prevalenti graminacee, grano, orzo selvatico e coltivato). Ciò accade nelle regioni
più interne dei continenti, dove l’escursione termica è alta, il mare lontano, gli inverni sono
freddi e le estati molto calde. Il bioma della prateria fredda, chiamato anche steppa, è diffuso
in Eurasia, dall’Ungheria alla Mongolia e alla Cina. Occupa inoltre la parte centrale degli Stati
Uniti e buona parte dell’Argentina e dell’Uruguay (pampa).
PRATERIA ARIDA
Si estende soprattutto tra le fasce a
clima caldo secco dei deserti tropicali
e le fasce rigogliose e piovose dei
caldi e umidi climi equatoriali. Man
mano che si passa dal deserto alla
foresta equatoriale, la vegetazione da
erbacea diventa sempre più arbustiva
e arborea. Il clima è caratterizzato da
due stagioni: una umida delle piogge e
una molto secca. Il risultato è una
grande distesa erbacea, con pochi
arbusti e grandi alberi isolati (i baobab,
ad esempio) o concentrati lungo i
fiumi, dov’è maggiore l’umidità. La
prateria pullula di insetti e richiama
grandi erbivori (elefanti, zebre,
antilopi, giraffe) e piccoli e grandi
predatori. Le praterie calde, chiamate
savane (parola che significa
pianura), sono molto diffuse in Africa,
al confine con le fasce desertiche, ma
sono presenti anche nell’Australia del
Nord, in Asia (India) e nelle Americhe
(Messico, Brasile e Venezuela).
MACCHIA
MEDITERRANEA
È il bioma di confine tra la fascia climatica
temperata e quella calda. È particolarmente
sviluppato nella regione costiera che borda
il Mar Mediterraneo, da cui prende nome,
ma è presente anche in California, in
Australia meridionale e nella punta
meridionale estrema dell’Africa. Le estati
molto calde e secche favoriscono lo
sviluppo di una vegetazione in parte di
caducifoglie, ma soprattutto di arbusti
sempreverdi e piccoli alberi (ulivi, lecci
oleandri, agrumi, mandorli, ecc). Nei biomi a
clima temperato, in particolare quello
mediterraneo, la civiltà umana ha trovato
nell’antichità il maggiore stimolo allo
sviluppo, per la mitezza del clima e la
ricchezza delle risorse alimentari.
IL DESERTO CALDO
In corrispondenza delle fasce tropicali delle
alte pressioni perenni si estendono i grandi
deserti caldi. Nella fascia del Tropico del
Cancro, nell’emisfero nord, abbiamo il
Sahara africano, il deserto arabico, il
deserto iraniano, il Rajastan indiano e i
deserti del Messico e della California. Intorno
al Tropico del Capricorno abbiamo invece il
deserto australiano il Namib e il Kalahari in
Africa e il deserto di Atacama in Cile. Nel
deserto la vita si sviluppa con pochissime
specie vegetali e animali, molto specializzate,
e si concentra soprattutto nei punti più umidi,
come le oasi africane.
ALTA MONTAGNA
Il bioma di montagna è
presente in alcune aree isolate
della Terra, indipendente dalla
latitudine. Con l’altitudine
diminuiscono la temperatura e
l’umidità. Si osserva dunque
un cambiamento della
vegetazione simile a quello che
si verifica con l’aumentare
della latitudine. Diversi tipi di
vegetazione si sviluppano a
diverse quote.
FORESTE INTERTROPICALI
Nella fascia compresa tra i due tropici si hanno,assieme alle costanti basse pressioni,
abbondanti piogge in tutti i periodi dell’anno. In questo ambiente si sviluppa il più
fitto e rigoglioso insieme di vegetazione del mondo: la foresta
pluvialeequatoriale, chiamata anche giungla. Nella foresta troviamo alti alberi a
foglie larghe, una fitta boscaglia e un intrico di piante rampicanti (Le liane). Il suolo è
costantemente umido e ricco di humus, tanto che spesso le radici riescono a
svilupparsi all’esterno (per esempio le mangrovie). A causa dell’elevata temperatura
e della forte piovosità, la produttività è altissima, la maggiore al mondo. Anche la
quantità di organismi, e soprattutto di specie diverse (cioè la biodiversità),è la
maggiore al mondo. Nelle foreste equatoriali,che occupano solo il 7% della superficie
terrestre, si concentra il 50% di tutte le diverse specie viventi.
BIODIVERSITÀ La variabilità tra gli organismi viventi all’interno di una
singola specie (diversità genetica), fra specie diverse e tra
ecosistemi. L’importanza della biosfera consiste nel ruolo che riveste nel
mantenere l’equilibrio dinamico della biosfera, contribuendo anche a
governare i cicli biogeochimici e a stabilizzare il clima. La biosfera di un
ecosistema o specie ne determina la capacità di reagire e adattarsi a mutamenti e
perturbazioni ambientali, quindi, in ultima analisi, ne determina la sopravvivenza.
FORESTE
INTERTROPICALI
La foresta pluviale più fitta è
presente attorno all’Equatore, tra
10° di latitudine nord e sud: la
troviamo in Africa, India,
Indocina e Indonesia, Filippine, in
America Centrale e, soprattutto,
in America del Sud, dove
abbiamo la più grande foresta del
mondo: l’Amazzonia.
AMBIENTE MARINO
Per l’ambiente marino, il più esteso della Terra, non si può parlare di
vegetazione tipica. Anche se molte piante popolano i fondali più bassi
del mare, la produttività qui dipende dalla presenza delle
microscopiche alghe sospese nei primi 120 metri della colonna
d’acqua (chiamate fitoplancton). Quasi tutti gli organismi marini sono
concentrati entro questa profondità, fin dove cioè la luce solare riesce
a penetrare, e per questo chiamata zona fotica (dal greco
photos,“luce”). Nella zona fotica le alghe verdi, rosse e brune
compiono la fotosintesi, fornendo il cibo ai numerosi consumatori
primari e sostenendo così la catena alimentare. A profondità maggiori
possono comunque vivere altri consumatori, ma in numero sempre
minore. Gli organismi che abitano le acque marine vengono inclusi
comunemente in tre categorie: il bentos, popolazione degli organismi
che vivono a contatto col fondale; il necton, composto dai grandi
nuotatori (seppie, calamari, pesci e mammiferi acquatici), il plancton,
costituito da tutti gli organismi erranti trascinati passivamente dai
movimenti delle acque marine.
LE INTERAZIONI TRA GLI ORGANISMI
Competizione
Predazione
Parassitismo
Mutualismo
Commensalismo
Mimetismo
COMPETIZIONE
La competizione è un fenomeno assai diffuso tra gli
organismi viventi. Può avvenire tra membri di una
stessa specie,
Competizione intraspecifica,
o fra membri di specie diverse competizione
interspecifica.
La competizione nasce quando una stessa risorsa
ambientale è insufficiente per tutti.
Numerose osservazioni su comunità
naturali hanno confermato che se due specie diverse
competono direttamente per una risorsa limitata,
una sola di esse sopravviverà (principio di esclusione
competitiva).
PREDAZIONE
Un predatore per vivere deve
nutrirsi direttamente del corpo
della preda: per i leoni africani
sono ottime prede le gazzelle e altri
grandi mammiferi. Per la lince, la
lepre e così via. Nella comunità di
un ecosistema, il rapporto tra prede
e predatori oscilla nel tempo
intorno a un valore di equilibrio:
quando aumentano le prede,
aumentano anche i predatori, che
tendono a limitarne la
proliferazione. Se però
diminuiscono troppo le prede,
anche i predatori ne risentiranno
negativamente.
PARASSITISMO
Condizione di vita di un
organismo animale o
vegetale che si nutre, per un
tempo più o meno lungo, a
spese di un altro organismo
vivente dal quale trae un
beneficio alterando la
biologia dell'ospite e
arrivando in alcuni casi
anche a ucciderlo.
MUTUALISMO
Rapporti di collaborazione tra
due specie, che traggono
vantaggio reciproco dalla
convivenza. Per esempio il
pesce pagliaccio ossigena le
parti interne dell'anemone con
il suo movimento e lo ripulisce
dagli scarti di cibo e dalle
impurità ed allo stesso tempo
l'attinia, con i suoi tentacoli
urticanti, offre un sicuro rifugio
e protezione a questo piccolo
pesce.
SIMBIOSI
La simbiosi è la situazione in cui due organismi di
specie diverse vivono in stretto contatto fra loro, con
scambio permanente di sostanze minerali o di prodotti
del metabolismo.
I licheni sono organismi risultanti dalla simbiosi di un
fungo ed un‘alga questa, grazie al processo
di fotosintesi è responsabile della produzione di tutte le
biomolecole quali il DNA, l'RNA, i carboidrati ecc.
necessarie ai processi all'interno di questo sistema
simbiotico. La parte fungina (funghi) svolge una
funzione di protezione e sostegno dando così
all‘alga una struttura solida che la protegge dai fattori
esterni; e conferisce a questo organismo simbiotico una
sorta di serbatoio dove l'acqua viene accumulata per i
periodi di siccità più brevi; data la capacità del lichene di
sviluppare "uno stato di sonno" dove i processi
biologici vengono bloccati senza conseguenze dannose
per i licheni.
COMMENSALISMO
Si parla invece di commensalismo
quando un organismo vive con un altro
dal quale trae beneficio, ma senza
favorirlo né danneggiarlo. Tra le piante
abbiamo le orchidee epifite delle foreste
fluviali. Tra gli animali, un tipico
commensale è un minuscolo pesciolino,
la remora, che si attacca al corpo di
grandi predatori come gli squali,
mangiando i rimasugli delle prede.
MIMETISMO
Con mimetismo si intende la capacità di ingannare per trarne un vantaggio, che può essere: nascondersi da
un predatore confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale (mimetismo criptico difensivo);
nascondersi alla preda durante l'avvicinamento, confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale
(mimetismo criptico offensivo) dissuadere un predatore, imitando animali o esseri viventi o parti di animali o altri
esseri viventi che possano incutere timore per la loro nota pericolosità o che permettano di non essere individuati
(mimetismo batesiano); imitare un'altra specie pericolosa o disgustosa per dimezzare le predazioni. Ad esempio
le vespe imitano le api, così un predatore prederà solamente la metà degli individui di ogni specie. Alcune orchidee,
per favorire l'impollinazione, imitano l'addome della femmina della vespa, affinché il maschio intinga il proprio
corpo nel polline.
DINAMICA DELLE POPOLAZIONI
Una popolazione può subire nel tempo variazioni delle sue dimensioni (fluttuazioni): può
aumentare in seguito all'eccedenza delle nascite rispetto ai decessi o in seguito
all'immigrazione di nuovi individui, oppure può diminuire in seguito all'eccedenza dei
decessi rispetto alle nascite o in seguito all'emigrazione di una parte degli individui. Una
popolazione si mantiene stabile se la natalità è bilanciata dalla mortalità. In un
ecosistema, le dimensioni di una popolazione tendono a mantenersi stabili grazie a
meccanismi di equilibrio demografico, che si instaurano tra il potenziale biotico della
popolazione e la resistenza ambientale. Il potenziale biotico è la capacità di incremento
massimo di una popolazione: ogni individuo ha la capacità di lasciare una progenie
numerosa, quindi la popolazione tende spontaneamente a crescere in modo costante, o
esponenziale secondo il linguaggio statistico, cioè il numero degli individui si moltiplica a
ogni generazione. La crescita esponenziale in realtà è solo teorica, in quanto lo sviluppo
della popolazione è limitato dall'ambiente: ogni ecosistema possiede infatti una capacità
biologica specifica, che esprime il numero massimo di individui che l'ecosistema può
sostenere per un lungo intervallo di tempo. La capacità biologica è determinata dalla
quantità delle risorse disponibili, come cibo, spazio, luce, che sono ovviamente sempre
limitate.
La capacità
Portante di un
ambiente è il
numero di
individui di una
popolazione che
quell’ambiente
può sostenere.